lo spettacolo della fisica dalla platea - Il Bollettino
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lo spettacolo della fisica dalla platea - Il Bollettino
n. 9, ottobre 2012 Per saperne di più Il sito web della compagnia teatrale, con riferimenti e informazioni dettagliate: http://spettacolo.fisica.unimi.it Il servizio della WebTv Unisalento: http://webtv. unisalento.it/component/k2/item/1799web-community-del-02/10/2012 LO SPETTACOLO DELLA FISICA DALLA PLATEA Luce dalle stelle: l’universo come non l’avete mai visto è il titolo dello spettacolo andato in scena questo mese al Teatro Paesiello di Lecce. Sarebbe anche potuto essere Luce dalla scienza: gli scienziati come non gli avete mai visti. Perché più che uno spettacolo sulla fisica in sé, i tre docenti dell’Università di Milano (Marina Carpineti, Marco Giliberti, Nicola Ludwig) si abbigliano delle vesti di attori improvvisati per affrontare, con toni ironici e autoironici, le grane della divulgazione scientifica. In platea altri docenti universitari con figli, probabilmente frastornati dall’osservare i colleghi divertiti e divertenti, che spiegano come lo si fa ad un bambino le più grandi scoperte della Fisica del ‘900 (ad un certo punto il professor Ludwing, fisico applicato di fama internazionale, appare sul palco in parrucca rossa con tanto di frangia). E sui balconcini, fruscianti liceali in uscita serale che hanno riso e applaudito e fotografato (nonostante fosse vietato, ovviamente) per un paio d’ore, il tempo dell’attesa e dello spettacolo. Le luci del teatro danzavano: si accendevano e si spegnevano e poi si accendevano, accanto ad una scelta musicale molto carina e coinvolgente (il pubblico ad un certo punto ha cominciato a battere le mani a ritmo); al sipario rosso, invece, non è stato concesso il suo clamoroso spazio perchè ciò che hanno interpretato i prof-attori è stata un’improvvisazione: quella di tre scienziati di fronte ad un pubblico silenzioso in attesa di una commedia che non sarebbero mai riusciti a portare avanti, perché incapaci di comunicare in maniera semplice formule Scientifiche. Ad Antonella Lippo per aver curato l’intervista pubblicata sulla WebTV di Unisalento. A tutti per il super lavoro “sul campo” prima, durante e dopo le rappresentazioni. Ringrazio inoltre il Prof. Giorgio Metafune (direttore del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”) e il Prof. Giampaolo Co’ (vicedirettore del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”), per l’interessamento, la fiducia e il supporto all’iniziativa. Lorenzo Perrone Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” Università del Salento 37 n. 9, ottobre 2012 leggi della fisica, si è posto l’accento su un problema molto sentito e dibattuto tra il mondo del giornalismo e quello scientifico. Del resto siamo nell’era della conoscenza, dove il sapere e le informazioni assumono un ruolo chiave nella società, e persino nell’economia, e per un cittadino, chiamato a decidere sull’energia nucleare o sull’utilizzo delle staminali, essere in grado di comprendere la scienza diventa essenziale. Già, perché l’opinione pubblica è formata dal pensiero di ogni individuo sociale, la politica è fortemente influenzata da essa, specie su alcuni argomenti, le imprese investono su ciò che è più in voga e la ricerca vive di finanziamenti, quindi di scelte politiche, quindi di assenso pubblico. “C’è un’attitudine oggi ancora peggiore, rispetto alla cattiva divulgazione che usa soltanto luoghi comuni, che confonde la comunicazione della scienza con il puro marketing con lo sforzo di rendere intrigante e particolare ogni risultato minimo scientifico, anche quando, in realtà, c’è poco di sfizioso”, affermano all’unisono i prof-attori. Altri importanti temi, oltre a quello della comunicazione, vengono poi affrontati: brevi e pungenti battute parlano del problema dei fondi per la ricerca, pochi e tardivi; la questione delle donne: la matematiche e leggi della fisica. Tutto questo in attesa del mai arrivato divulgatore Danelli, il quale avrebbe dovuto mediare egregiamente tra gli scienziati saccenti e gli spettatori ignoranti. E infatti, verso la fine dello spettacolo, Danelli via viva voce comincia a divulgare farneticando definizioni scientifiche prive di senso e significato e, inesorabilmente, i prof-attori allibiti ascoltano una scienza, la loro, distorta con insufficienza per puro piacimento e per la soddisfazione del comunicatore di essere facilmente compreso da un pubblico che, in materia, è destinato a restare ignorante. Dopo, quindi, una staffetta di nozioni sulla luce, sui corpi celesti, sui colori, spiegate dagli scienziati con esperimenti facilmente riproducibili a teatro, arriva la sorpresa finale: i tre si svestono d’attori e con dilettevole gusto rivelano alcuni errori fatti volutamente durante l’excursus scientifico a dimostrazione di quanto sia semplice incappare in terribili abbagli, furbamente o inconsapevolmente raccontati da chi comunica la scienza a chi scienziato non è. Al di là della spiritosa trama teatrale, la conferenzaspettacolo è stata arguta e interessante proprio perché, oltre ad aver trasmesso poche ma astruse 38 n. 9, ottobre 2012 la Carpineti con la sua mimica molto comica e la voce squillante cattura l’attenzione del pubblico, il professor Ludwing, che uno immagina seduto sulla scrivania disordinata con dietro la lavagna piena equazioni nel corridoio buio dell’università milanese, sbalordisce con travestimenti balletti e battute allusive sulla collega e poi il professore Marco Gilberti, che non a caso si occupa di didattica della fisica, ha una grande capacità di spiegare in maniera semplice concetti complicati. D’altronde basta cercarli su google per capire che non sono alle prime armi nel mondo della divulgazione scientifica: luce dalle stelle, che non è il loro primo spettacolo, ha debuttato anche al Festival della Scienza di Genova nell’anno internazionale dell’astronomia. In ultimo, tutto lo spettacolo viene presentato con tanta, ma proprio tanta umiltà, la qualità che più di tutte rende affascinante il mondo della fisica e i suoi abitanti. Erica Martinucci Dottoressa in Fisica - Università del Salento Tirocinante Master in Giornalismo scientifico – Università di Roma “La Sapienza” protagonista femminile viene, durante lo spettacolo, continuamente interrotta, denigrata e sminuita dai colleghi uomini, anche se alla fine, nel momento in cui vengono spiegati gli errori commessi nella rappresentazione, i tre sostengono che, al contrario di ciò che si pensa, la ricerca non fa distinzioni di genere perché vige l’obiettività e l’importanza del risultato scientifico. Al limite, dicono, è il sistema delle assunzioni e delle carriere che in Italia non funziona, che come in tutti gli altri campi si va avanti per raccomandazioni e si lotta con il baronaggio. L’accenno alla filosofia poi è formidabile, un momento da brivido, sul palco si discute di forme che mutano a seconda della luce con cui le si guarda e del concetto in sé di forma, quasi ad evocare le idee dell’Iperuranio di Platone. In tutto questo la figura del fisico, più che dello scienziato in genere, viene messa in evidenza in maniera molto autoironica: nel bel mezzo degli esperimenti, a turno, i prof-attori cominciano a farneticare formule, simboli e addirittura a parlare in tedesco e solo dopo essere stati richiamati dai colleghi ritornano con i piedi per terra e si ricordano di aver un pubblico di non esperti, alquanto sbigottito, che li osserva. Insomma, i tre funzionano e funzionano molto bene: 39