Quella vo l ta che ri u s c i ro n o a “tappare” l`Etna
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Quella vo l ta che ri u s c i ro n o a “tappare” l`Etna
28 RICORRENZE Quella volta che riuscirono a “tappare” l’Etna Dieci anni fa, una complessa operazione di protezione civile deviò il corso della lava verso Valle del Bove. Salvando Zafferana mesi a cavallo del 1991 e il 1992 furono di angoscia, ansia, paura e preoccupazione per gli abitanti di Zafferana Etnea. Infatti il 16 dicembre 1991 a quota 2450, da una frattura formatasi nel 1989 sul versante di Sud-Est si aprirono due bocche eruttive nei pressi della Montagnola, il cui magma confluì inizialmente nel grande serbatoio naturale della Valle del Bove. I Successivamente la colata lavica prese un’altra direzione raggiungendo Val Calanna, che si trova a quota 1000, a circa 3 km dal centro abitato. Immediatamente scattò l’emergenza. Fu mobilitata la Prefettura di Catania, la Commissione Grandi rischi della Protezione civile presieduta dal prof. Franco Barberi, l’Istituto di vulcanologia di Catania con il prof. Letterio Villari. Fu insediato presso il Comune di Zafferana il Com (Comitato operativo misto), formato dai rappresentanti della Prefettura, del Comune, dell’Arma dei carabinieri, della Polizia, della Guardia di finanza, della Guardia forestale, del Parco dell’Etna, dei Vigili del fuoco, della Protezione civile. Furono studiati i primi interventi da fare e si decise di costruire un argine di sbarramento in Val Calanna, che fungesse da contenitore per l’avanzata della lava. Per la costruzione dio tale argine furono impiegati automezzi, ruspe e camion dell’Esercito, del Comune, dei Vigili del fuoco e di qualche privato. In quel triste periodo furono particolarmente vicini alla comunità di Zafferana sia le autorità religiose che quelle politiche. Ricordiamo il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo, che venne a visitare il fronte lavico. L’arcivescovo di Catania, Luigi Bommarito, che il primo gennaio del 1992 celebrò presso la chiesa-tenda una santa messa, auspicò il placarsi dell’evento eruttivo. Fra le altre autorità citiamo l’allora ministro della Protezione civile Nicola Capria, il prefetto Domenico Salazar, l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni Burtone. Durante l’emergenza si formò spontaneamente un comitato cittadino che collaborò con l’Amministrazione comunale e con le autorità competenti. Durante i primi tre mesi dell’anno la cittadina etnea potè stare tranquilla in quanto i primi interventi ebbero i risultati sperati; infat-