Quella vo l ta che ri u s c i ro n o a “tappare” l`Etna

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Quella vo l ta che ri u s c i ro n o a “tappare” l`Etna
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RICORRENZE
Quella volta
che riuscirono
a “tappare” l’Etna
Dieci anni fa, una complessa operazione di protezione civile deviò
il corso della lava verso Valle del Bove. Salvando Zafferana
mesi a cavallo del 1991 e il 1992
furono di angoscia, ansia, paura e
preoccupazione per gli abitanti di
Zafferana Etnea. Infatti il 16
dicembre 1991 a quota 2450, da
una frattura formatasi nel 1989 sul versante di
Sud-Est si aprirono due bocche eruttive nei
pressi della Montagnola, il cui magma confluì
inizialmente nel grande serbatoio naturale
della Valle del Bove.
I
Successivamente la colata lavica prese
un’altra direzione raggiungendo Val Calanna,
che si trova a quota 1000, a circa 3 km dal
centro abitato. Immediatamente scattò l’emergenza. Fu mobilitata la Prefettura di Catania, la
Commissione Grandi rischi della Protezione
civile presieduta dal prof.
Franco Barberi, l’Istituto di vulcanologia
di Catania con il prof. Letterio Villari. Fu insediato presso il Comune di Zafferana il Com
(Comitato operativo misto), formato dai rappresentanti della Prefettura, del Comune,
dell’Arma dei carabinieri, della Polizia, della
Guardia di finanza, della Guardia forestale, del
Parco dell’Etna, dei Vigili del fuoco, della
Protezione civile.
Furono studiati i primi interventi da fare
e si decise di costruire un argine di sbarramento in Val Calanna, che fungesse da contenitore per l’avanzata della lava.
Per la costruzione dio tale argine furono
impiegati automezzi, ruspe e camion
dell’Esercito, del Comune, dei Vigili del fuoco
e di qualche privato.
In quel triste periodo furono particolarmente vicini alla comunità di Zafferana sia le
autorità religiose che quelle politiche.
Ricordiamo il cardinale Salvatore Pappalardo,
arcivescovo di Palermo, che venne a visitare il
fronte lavico.
L’arcivescovo di Catania, Luigi
Bommarito, che il primo gennaio del 1992
celebrò presso la chiesa-tenda una santa
messa, auspicò il placarsi dell’evento eruttivo.
Fra le altre autorità citiamo l’allora ministro
della Protezione civile Nicola Capria, il prefetto Domenico Salazar, l’assessore regionale
all’Agricoltura Giovanni Burtone.
Durante l’emergenza si formò spontaneamente un comitato cittadino che collaborò con l’Amministrazione comunale e con le
autorità competenti.
Durante i primi tre mesi dell’anno la cittadina etnea potè stare tranquilla in quanto i
primi interventi ebbero i risultati sperati; infat-