Angelica Spampinato

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Angelica Spampinato
Un’esperienza significativa al Museo Laboratorio della Mente a Santa Maria della Pietà
Si tratta dell’ex-manicomio la cui vecchia denominazione era Santa Maria della Pietà in Roma.
Grazie alla Legge n. 180 del 13 maggio 1978 detta anche Basaglia, è stata avviata la chiusura dei
manicomi in Italia; successivamente in data 1999 la struttura del Santa Maria della Pietà è stata
definitivamente chiusa come ospedale psichiatrico ed ha subito una ristrutturazione ed a partire dal
2000 è divenuta Museo.
Il Museo è diviso in sette diverse sezioni:
La prima si chiama “Entrare Fuori e Uscire Dentro”: è caratterizzata dalla presenza di occhi che
scrutano il visitatore; proseguendo ci troviamo di fronte ad una vetrata che funge da porta sigillata e
che sottolinea in modo drammatico la gravità dell’esclusione dei pazienti dalla vita normale,
rappresentata dai colpi dei corpi che si abbattono sulla vetrata in cerca di fuga. Tale esperienza da un
forte senso di angoscia, in quanto si comprende che questi esseri umani erano privati totalmente
della loro liberta, e che erano disposti a cercarla anche a costo di compromettere la propria
incolumità fisica.
La seconda sezione si chiama “I modi del sentire”: all’inizio ci troviamo di fronte alla camera di Ames,
una stanza che, grazie ad illusioni percettive, da una visione distorta della realtà. Ci siamo soffermati
diverso tempo in questo ambiente con la nostra guida che ci ha spiegato la percezione e le illusioni
percettive e la differenza che esiste tra ciò che noi vediamo con gli occhi e come questo viene
elaborato dal nostro cervello, che sembra percepirlo in modo differente a seconda delle sue
esperienze. Si prosegue con “Parlare, Vedere, Ascoltare”, nella prima si parla davanti ad un
microfono e non ci si riconosce in ciò che si sta dicendo, nella seconda ci si guarda e non ci si
riconosce là dove si dovrebbe apparire, poiché l’azione prodotta viene rappresentata in differita,
nella terza ed ultima si entra in una stanza si sente ciò che si era pronunziato nella stanza Parlare ma
sovrapposto insieme ad altre voci amplificate e scoordinate tra di loro.
La terza sezione si chiama “Ritratti” dove sono esposti i ritratti eseguiti da Romolo Righetti, si
prosegue nella stanza della macchina fotografica dove i pazienti venivano fotografati ed il loro nome
veniva riportato su una lavagnetta, che poi veniva appesa al muro. Il modello della macchina
fotografica è stato riprodotto fedelmente ed ancora oggi è possibile farsi scattare una foto in modo
automatico ed apporre il proprio nome sulla lavagnetta.
La quarta sezione si chiama “Le dimore del corpo” dove troviamo un tavolo che dispone di due
bottoni che vano premuti con i gomiti; tale posizione costringe il visitatore a prendere la testa fra le
mani dandogli la sensazione di cosa può provare una persona disturbata mentalmente nell’udire
tante voci sovrapposte una all’altra. Ci si sposta in un altro ambiente denominato “Il dondolo” che è
arredato con una sedia a dondolo ed uno schermo dove scorrono in sequenza veloce le immagini di
alcune persone che lavoravano o erano ospiti dell’ospedale psichiatrico. Quando il visitatore seduto
sulla sedia decide di far smettere l’oscillazione di quest’ultima, lo schermo si ferma sull’immagine di
un volto che inizia a raccontare la sua breve testimonianza.
La quinta sezione è denominata “Inventori di Mondi” dove è presente una riproduzione fedele su
plexiglass di un graffito fatto dal paziente Fernando Oreste Nannetti che incise con la fibbia della
sua cinta una parte del muro del manicomio di Volterra. Poiché davanti a questo muro c’era una
panca dove si sedevano i pazienti Oreste per non creare discussioni, proseguiva il suo graffito più in
là lasciando degli spazi vuoti. E’ molto coinvolgente il fatto che la rappresentazione di questo muro
anche se riprodotto in plexiglass, abbia una superficie ruvida, proprio come quella di un muro
inciso.
Si prosegue con i dipinti realizzati da Gianfranco Baieri che troviamo appesi al muro.
Essi rappresentano quasi totalmente orologi: Baieri stesso in una sua testimonianza spiega che
quegli orologi rappresentano le lunghe giornate in manicomio in cui il tempo non scorreva mai.
La sesta sezione è chiamata “L’istituzione Chiusa”. Si tratta della parte più viva del Museo poiché in
essa sono riprodotti fedelmente tutti i luoghi dell’epoca nella sotto-sezione chiamata “I Luoghi della
Memoria” dove troviamo la fagotteria, i macchinari per l’elettroshock, la farmacia, la camera di
contenzione. L’elettroshock è stato infatti proprio inventato da due medici italiani proprio al Santa
Maria della Pietà per calmare i maiali agitati, che dopo questo trattamento si calmavano. Fu testato
in seguito sugli uomini, notando che provocava lo stesso effetto. Lascia sconcertati come una
pratica che può già essere considerata terribile da applicare sugli animali sia stata proposta ed
effettuata anche su esseri umani, veniva utilizzato sia come “calmante”, che come strumento
punitivo per i pazienti “ribelli”. Proseguendo troviamo due grandi tavoli di legno multimediali dotati
di speciali sensori che se attivati con il tatto fanno vedere e sentire le testimonianze dei pazienti e
dei loro familiari, dei dottori, e degli infermieri, si tratta di testimonianze veramente toccanti, che
fanno riflettere sulla condizione dei malati psichiatrici, che già vivono un grande disagio, e che in
strutture come queste non possono né progredire, né guarire.
La settima ed ultima sezione è chiamata “La Fabbrica del Cambiamento”, dove viene ricordata Lia
Traversi. Grazie alle sue lotte venne garantita la possibilità ai pazienti di utilizzare forchette e coltelli
al posto dei cucchiai, uniche posate ammesse in manicomio.
Infine in questa sezione troviamo testimonianze e documenti del periodo in cui è stata promulgata
la legge 180 a cura di Franco Basaglia e di come gradualmente il manicomio sia cambiato a seguito
di questa legge più che innovativa che ha quindi permesso ai disturbati mentali una vita fuori dall’
“Istituzione Chiusa”, e quindi con maggiore possibilità di essere reinseriti in una vita normale.
Esclusione – Follia – Mente – Percezione – Voci – Incomprensione – Idee – Disumanità – Empatia.