Comunicato Stampa - Centro Arti Visive Pescheria

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Comunicato Stampa - Centro Arti Visive Pescheria
Comunicato Stampa
ISIA - Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino
presenta
Particolare Universale
Una mostra sul metodo di lavoro per il racconto del territorio
Centro Arti visive Pescheria
Istituzione comunale
Dipartimento Design, responsabile Mariadele Conti
Corso XI Settembre 184, 61100 Pesaro
dal 5 al 25 Giugno 2009
Orari 17.30 - 19.30, chiuso il lunedì
Inaugurazione della mostra
Venerdì 5 Giugno alle ore 18.00
Particolare Universale
La contemporaneità ci ha consegnato società cellulari o ‘liquide’, all’interno delle quali il tema
dell’identità è strettamente connesso a quello dell’appartenenza e della corrispondenza. Il progetto
di analisi sull’identità del Parco San Bartolo pone al centro dell’attenzione il ruolo contemporaneo
del progettista, analizza quanto e come deve essere coinvolto nel processo di decisione che governa
i destini di un territorio.
E proprio il processo e il progetto qui coincidono: la ricerca, il lavoro di mappatura e analisi
del territorio esprimono il particolare e l’universale del Parco. Il segno dell’identità visiva non
predetermina il valore estetizzante di un’immagine imposta, ma rimane disponibile all’interpretazione,
alla volontà di conoscenza e alla continua evoluzione.
In mostra centoquarantaquattro reperti particolari del Parco divisi in dodici categorie, riorganizzati
attraverso nuove grammatiche visive creano un diagramma (di dodici file da dodici colonne) percorribile;
grazie ad un sistema di ripresa zenitale sull’allestimento l’intero spazio della Pescheria di Pesaro e l’utenza
stessa entrano a far parte del progetto di identità.
Progetto degli studenti del secondo anno del diploma specialistico,
Comunicazione e Design per l’editoria
Caterina Carli, Luna Castroni, Stefano Faoro, Laura Fuligna, Caterina Giuliani, Emilio Macchia,
Nertinger Maxx, Elena Papassissa, Michela Povoleri, Erica Preli, Müge Yilmaz
Docente responsabile: Marco Tortoioli Ricci
Via Santa Chiara, 36
61029, Urbino
tel. 0722 320195 - 0722 4336
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ISIA di Urbino
Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell’umanità UNESCO. L’Istituto Superiore per le Industrie
Artistiche ha sede nel prestigioso ex Monastero di Santa Chiara, opera di Francesco di Giorgio Martini.
Isia è l’acronimo di Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, un’etichetta creata circa ottanta anni
addietro per identificare alcuni istituti di livello superiore dedicati alla formazione in nuovi settori,
riconducibili all’odierno campo del design.
L’Istituto Isia nasce nel 1974 su Decreto del Ministro Malfatti grazie alla collaborazione di persone
qualificate tra docenti universitari, architetti e professionisti del settore grafico. Il primo Comitato
Scientifico Didattico era composto da: Pietro Sanchini (Direttore), Walter Fontana (Presidente), Giancarlo
De Carlo, Renato Bruscaglia, Armando Brandolese, Bob Noorda e Giancarlo Iliprandi (Consiglieri).
Nell’identità dell’Isia il collegamento tra la formazione e il mondo del lavoro è sempre stato un elemento
fondamentale per questo il nostro corpo docente è formato per la quasi totalità da professionisti
a contratto, in grado di portare nella scuola i problemi della professione e coltivare con attenzione
la cultura del progetto, sia come leva di sviluppo delle imprese, sia come fattore di crescita materiale
delle persone. Il modello è da sempre caratterizzato dall’accesso programmato di studenti, dalla grande
flessibilità didattica e dalla interdisciplinarità dei corsi, nonché dal vivere di studenti e insegnanti come
in una comunità, un atelier di ricerca, un laboratorio culturale, sempre e costantemente aperto alla
collaborazione con il mondo industriale, non disgiunto tuttavia da una crescente sensibilità nei confronti
dei problemi sociali, e più in generale da un’etica indispensabile per il designer. La nostra scuola
in particolare si è sempre contraddistinta per la qualità della formazione nel campo della progettazione
grafica, e ancora oggi è quasi un “oggetto del desiderio” per quei giovani che vogliono indirizzarsi
al mondo della comunicazione visiva.
A seguito della legge di riforma 508/99, le quattro ISIA presenti nelle città di Faenza, Firenze, Roma
e Urbino sono stati chiamati a rivedere la propria didattica per renderla analoga, nella struttura, a quella
dei corsi universitari, istituendo due percorsi formativi distinti, uno di primo e uno di secondo livello.
Di conseguenza l’ISIA di Urbino – proseguendo nella sua tradizione – ha attivato, a partire dall’anno
accademico 2005-2006 un corso di primo livello in Progettazione grafica e Comunicazione visiva al quale
segue un corso di secondo livello, in Comunicazione e design per l’editoria.
A dimostrazione della validità didattica dell’Istituto molti studenti sono diventati professionisti di primo
piano nell’ambito della progettazione e della comunicazione. Dire che una buona parte della grafica
italiana è passata per Urbino non è affatto esagerato.
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ISIA di Urbino
Laurea di primo livello in Progettazione grafica e comunicazione visiva
Il corso di laurea triennale in “Progettazione grafica e Comunicazione visiva” ha come fine didattico
quello di formare un progettista che sia in grado di confrontarsi con problemi interdisciplinari.
Si propone un corso didattico che parte dalle competenze necessarie a formare un progettista grafico,
non disgiunte da una formazione teorica che si intreccia strettamente con le discipline progettuali,
completate con una serie di corsi che riguardano vari aspetti e specializzazioni della progettazione grafica.
Parte integrante del triennio sono infatti discipline (quali l’illustrazione, la fotografia, la progettazione
dei caratteri tipografici) che vanno al di là delle comuni competenze di un progettista grafico.
Dal punto di vista teorico l’obiettivo è quello di fornire le basi culturali che permettano al progettista
di osservare i problemi secondo una prospettiva non unicamente legata alla contingenza delle professioni,
con l’idea di aprirsi nuove possibilità. Oltre ad una forte componente storica (dell’illustrazione, della
fotografia, della grafica e del libro), nel corso sono previsti ampi interventi sulla semiotica, sulla psicologia
della percezione e sulla matematica.
Non secondario è l’apprendimento di tecniche per un uso consapevole degli strumenti, nel tentativo
complessivo di formare una figura flessibile, capace di correlare le varie discipline e di sfruttare i mezzi
pratici e teorici acquisiti per dare risposte adeguate a problemi eterogenei.
Laurea di secondo livello in Comunicazione e design per l’editoria
Il corso di laurea specialistica in Comunicazione e design per l’editoria si rivolge a studenti già formati
nelle competenze pratiche e teoriche nell’ambito della grafica. La scuola ha come obiettivo quello
di fornire agli studenti delle “opportunità formative” per sviluppare le proprie competenze nella regia
di progetti di comunicazione di complessità relativamente elevata.
Si è scelto di orientare il corso in direzione della progettazione grafica editoriale, completandolo con
elementi di illustrazione e di fotografia, entrambe viste come complementari al design della comunicazione
e offerte “secondo un ventaglio di approcci il più ampio possibile”.
Unito a questo, si cercherà di affrontare i temi progettuali congiuntamente allo studio di elementi teorici,
visti come “componente” coerente della progettazione stessa e non come moduli disgiunti.
Il corso di laurea specialistica offre l’opportunità di prendere parte ai progetti di Officina Santa Chiara.
Questi sono progetti reali in cui assieme a un committente si sviluppa un progetto con una forte
componente di ricerca combinata con una strettamente connessa azione progettuale. Sono inclusi
in questi progetti sia gli aspetti di documentazione bibliografica, sia d’individuazione delle competenze
che si possono usare a supporto di uno specifico problema e darne una sintesi funzionale al suo utilizzo
nella soluzione di problemi, sia l’attività di documentazione relativa a uno specifico progetto, sia l’attività
di sperimentazione (costruzione di esperimenti di verifica e di monitoraggio delle soluzioni progettuali).
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Particolarità di un territorio
Quella che prende forma nei grandi romanzi del XX secolo è l’idea d’una enciclopedia aperta, aggettivo
che certamente contraddice il sostantivo enciclopedia, nato etimologicamente dalla pretesa di esaurire
la conoscenza del mondo rinchiudendola in un circolo. Oggi non è più pensabile una totalità che non sia
potenziale, congetturale, plurima.
Italo Calvino
…l’unico mezzo rivoluzionario è un concetto totale di arte che genererà un nuovo concetto di scienza.
Joseph Beyus
Immaginando il territorio del Parco San Bartolo come somma di elementi materici minimi, abbiamo
capito che l’identità di un luogo sta nell’unicità della loro organizzazione. Pensando al ruolo di progettisti
in comunicazione visiva come organizzatori di variabili all’interno di linguaggi differenti, il Parco
si è presentato come un nuovo insieme di elementi atipici alla nostra professione, da importare nel nostro
mondo e rielaborare attraverso le nostre conoscenze. Abbiamo così tentato di ideare un nuovo modo
di raccontare l’identità, applicabile universalmente e per una comunicazione globalmente decifrabile.
L’identità del Parco San Bartolo è definita da un lato dal territorio nella sua materialità e dall’altro
da come viene vissuto, contemplato, percorso. Il Parco ha quindi specificità scientifiche (geologiche,
ittiche, agricole ecc.) e visive, storiche e sociali.
Per rappresentare queste ultime identità (molto soggettive), ci siamo serviti di un falso sistema oggettivo
basato sul metodo scientifico sperimentale (la raccolta di dati e informazioni di evidenza empirica seguita
dalla formulazione di un’ipotesi), mantenuto però solo nella forma e in alcune sequenzialità (la raccolta
dati, l’organizzazione, la catalogazione). Gli elementi (tolti da noi) raccolti sono stati raggruppati in nuovi
insiemi, in un ordine diverso, organizzati in nuove grammatiche, prettamente visive.
Per raccontare un territorio con questo sistema non dobbiamo cercare molteplici livelli semantici, storici
e concettuali, ma riscoprire la materia: ogni oggetto, ogni elemento, con la sua temporalità, il suo peso,
la sua forma, il suo colore, il suo odore, la sua collocazione, è essenziale per il racconto dell’identità.
Particelle elementari (sassi, acqua, fiori...) e particolarità storiche sociali (persone, racconti, edifici...) sono
state riorganizzate in un nuova sequenza visiva. Il nostro ruolo di progettisti è stato quello di prendere
la materia, riorganizzarla, impastarla, masticarla e risputarla in nuove grammatiche potenziali.
Abbiamo quindi immaginato il Parco come una grande enciclopedia, un archivio, in se stesso ordinato
dalle leggi naturali scientifiche e dal caos ed ora riorganizzato; come se l’enciclopedia non fosse più
in ordine alfabetico, ma seguisse l’ordine della lunghezza delle parole, del contesto o dell’etimologia.
Il procedimento è stato quindi definire un insieme finito di ambiti di ricerca, raccogliere per ognuno di essi
un numero limitato di elementi (ma essenziale alla comprensione del sistema), registrarne e documentare
il recupero: data, ora, luogo (sembravamo tanti biologi, eravamo solo grafici).
Il nostro tentativo è stato portare in mostra il processo e il risultato dell’operazione analitica, costruita
con le nuove grammatiche visive. Non arriveremo ad un artefatto che ha come scopo la rappresentazione
del Parco San Bartolo, ma saranno il lavoro e il metodo ad essere dichiarati, sicuri della potenzialità
e del valore della sequenza che facilita la scoperta di infinite relazioni e collegamenti tra punti,
permettendo una nuova e non lineare (non convenzionale) narrazione dell’identità del Parco San Bartolo.
Abbiamo riaffermato il nostro ruolo di progettisti, non più esecutori di necessità estetiche e formali
decontestualizzate, ma conoscitori di linguaggi, scienziati di questa scienza inesatta che è la progettazione grafica.
Via Santa Chiara, 36
61029, Urbino
tel. 0722 320195 - 0722 4336
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