Sanremo al bivio: si rilancia o sarà crisi
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Sanremo al bivio: si rilancia o sarà crisi
31 MARTEDÌ 17 FEBBRAIO 2009 il Cittadino Cultura & Spettacoli SANREMO Il festival di Sanremo è a un bivio. Il direttore di Raiuno Fa brizio Del Noce, durante la confe renza stampa che ha ufficialmente aperto la settimana sanremese, parla chiaro: «É una questione di vita o di morte. O arriveranno i ri sultati o dovremo ufficializzare la crisi di questo evento», ammette senza tentennamenti. Del Noce, al suo settimo Festival come timonie re della rete ammiraglia Rai, sa perfettamente che l’azienda di Via le Mazzini «deve stare sul merca to» e di conseguenza, di fronte a un eventuale risultato negativo, corri sponderebbero «ripensamenti aziendali inevitabili». In questa atmosfera di «rilancio obbligato», Del Noce spera comun que in una rinascita della manife stazione che stasera aprirà i bat tenti alla grande con un video di Mina, e confida molto nella presen za di un performer del calibro di Roberto Benigni. Ma per riportare la kermesse agli antichi fasti, o quantomeno per non farla precipi tare, punta soprattutto su Paolo Bonolis: «Non potrei mai dimenti care che quando ho preso in mano RaiUno dice il vero rilancio l’ho ottenuto con lui. È chiaro che dopo il Sanremo dell’anno scorso, in cui siamo entrati nel campo della cri si, ovviamente si pensa a un con duttore con cui hai vissuto il ri lancio. L’affida bilità che mi dà Bonolis è supe riore a quella di qualsiasi altro conduttore», sentenzia. Quando qualcu no gli chiede le possibili conse guenze di una crisi sulla con venzione con il comune di Sanremo firmata, dopo un lungo tira e molla tra le parti, il 12 novembre scorso e che prevede 9 milioni di euro l’anno per tre anni Del Noce risponde: «I termini non possono essere ridiscussi. Noi avremmo ancora due anni di festi val». Tuttavia, aggiunge, «non pos siamo non prendere atto di una di saffezione generale. Dovremmo pensare al festival non come un grande evento, ma come una nor male programmazione della rete». E Bonolis? Si dice sereno, nono stante le polemiche sul suo com penso milionario tengano ancora banco e concentrino molte delle do mande degli inviati in sala stampa. Rispetto al festival precedente, nel L'edizione di quest'anno L'apertura con Mina Il debutto del Festival è affidato quest'anno a Mina. La grande cantante sarà presente sul palco dell'Ariston in video, in un'interpretazione molto particolare di tributo alla storia della musica italiana. La sua presenza può essere definita un evento se si pensa che l'artista è assente dalle scene da 30 anni: la sua ultima apparizione in televisione è a Milleluci che conduce nel 1974 assieme a Raffaella Carrà. Il suo ultimo concerto è del 1978 Le eccellenze femminili 2ª serata 30 anni, etoile all'Opera di Parigi 3ª serata Le cinque serate 1ª 3ª 4ª 13 5 16 artisti Artisti 2ª 16 10 proposte 45 anni 47 anni Eliminati 3 Artisti 10 5 Eliminati 3 Artisti * eliminati da serata 1 e serata 2 Proposte 31 anni, attrice di cinema e fiction 5ª 12 10 10 Serata finale 6* Eliminati 4 Artisti Vincitrice Proposte; eliminati 2 Artisti Vincitrice Sanremo 2009 sezione Artisti 47 anni, autrice e conduttrice tv ANSA-CENTIMETRI GRANDE ATTESA PER L’EDIZIONE NUMERO 59 DEL FESTIVAL CHE PARTE STASERA CON UN VIDEO DI MINA E CON BENIGNI Sanremo al bivio: si rilancia o sarà crisi Del Noce: «Se non ci saranno risultati la Rai ripenserà la sua posizione» I L C 2005, questo lo affronta con «mag giore tranquillita». Sarà... Certo è che, dopo di lui, Pippo Baudo ha confezionato e condotto un’edizio ne che ha perso 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Sta volta, quindi, il suo compito sarà molto più impegnativo. Ma lui ci sta lavorando dal giugno 2008, im postando già allora formula e cast insieme al direttore artistico musi cale Gianmarco Mazzi. «La bellez za vera di questo festival è stato po terlo costruire, organizzare sotto linea . Non faccio le cose tanto per farle, ma se posso investire, fare qualcosa. Sono cose che nell’arco di 28 anni di tv qualcuno ha perce pito». «Ci sono persone che sotto O N C linea si adoperano per il Festival e altre che adoperano il Festival. Parlano di compensi che sono simi li a quelli delle edizioni passate, che riguardano il lavoro di un an no. È una polemica strumentale». Monta anche la protesta gay con l’arrivo dell’Arcigay a Sanremo con una manifestazione antiPovia prevista la sera davanti all’Ari ston. Un po’ irritato del polverone che ha sollevato la canzone Luca era gay di Povia, il conduttore in calza: «Se fosse stata offensiva non avrebbe partecipato al mio Festi val. La canzone di Povia non si schiera né da una parte né dall’al tra ma racconta una storia». Elisabetta Malvagna E R T Sarà Roberto Benigni (a sinistra) il grande ospite di questa sera sul palco del teatro Ariston dove si inaugura il Festival di Sanremo; ad aprire la kermesse nell’edizione condotta da Bonolis anche la voce di Mina che sarà presente solo in video «Puntiamo al riscatto o dovremo ufficializzare la crisi di questo evento» O Note dell’Est al Comunale Elide Bergamaschi U n attimo prima dell’esplosio ne di quella fantasmagorica polveriera che è stato il No vecento sull’Europa tutta, l’anima popolare nelle sue tante identità ha vissuto il suo momento d’oro, la riabilitazione ultima e de finitiva da genere “minore” rispet to al patrimonio colto. Prima lo Chopin delle irraggiungibili Mazurke, poi il Brahms dei Liebe slieder Walzer, e di lì i tanti rivoli dei vari Rachmaninov, Rimskij Korsakov, Bartok, Kodaly. Dopo l’emozione dell’ultimo appunta mento il 25 gennaio con il giova ne Alessandro Cadario nella dop pia veste di compositore e di diretto re, il dado era tratto. Con le danze greche di Salkottas, seppur rivesti to di eleganza e di sapienza compo sitiva, il popolare aveva fatto irru zione sul palco del Comunale di Casalpusterlengo. E nella stessa di rezione da un lato la (ri)visitazio ne del patrimonio delle frange estreme della letteratura europea, dall’altro la (ri)scoperta di autori che della contaminazione di lin guaggi e registri hanno fatto la propria cifra sembrava muoversi il “concerto aperitivo” di domeni ca. Questa volta la Boemia, l’est in castonato nel cuore pulsante di un’Europa ancora asburgica ma già gravida di pulsioni indipen dentiste, di voglia di aria pura. Dvorak e le sue pagine per piano forte a quattro mani erano allora il terreno ideale per questo affasci nante viaggio, condotto con gusto e sensibilità dal duo Luca e Cristina Palmas. Dapprima, una rosa di Danze slave pescata con bell’intui to combinatorio dalle due raccolte op. 46 e op. 72, poi la malinconica imponenza del Trio Dumky op. 90, nella scarnificata versione per pia noforte a quattro mani dello stesso autore. Due mondi dal profilo sfug gente, accomunati però come sot tolineava acutamente il direttore artistico della rassegna Guido Sal vetti dall’intrinseco elemento po polare, dominante o latente a se conda dei casi. Sicuramente palese nello spirito libero delle Danze, più addomesticato dall’impalcatura strutturale ma comunque affioran te nei ben sei movimenti del Trio. Il duo, fratelli all’anagrafe quanto simbiotici alla tastiera, cresciuti alle prestigiose scuole di Maestri del calibro di Lonquich, Badura Skoda, Trio di Trieste nonché duo SalvettiDoz, ha saputo restituire a queste pagine increspate il loro profumo al tempo nobile e popola re, seduttivo quanto poco addome sticato, attraverso una conduzione spontanea, sorgiva, perfettamente riconducibile allo spirito amabil Il duo Luca e Cristina Palmas sul palco del Comunale durante il concerto mente conversativo di Hausmusik che ne caratterizzava la destinazio ne. Colloquiale intimità dunque, elevata da un’attenzione minimale alle sfumature, alle chiusure sem pre sfilate plastiche di frase, ai timbri soprattutto volti alla sfera del piano; una discrezione che so prattutto nelle Danze sconfinava talvolta nella timidezza, attenuan do il naturale, irresistibile guizzo di questa musica nella sua più ca ratteristica scintilla, nell’affondo tipico dell’ebbrezza più popolana. L’unico invito che ci sentiamo di fa re ad un modo non solo onesto ma soprattutto evocativo di interpreta re è quello di liberare quell’ultimo baluardo di introversione per an dare totalmente verso la platea, osare ancora di più nell’affondo di una musica che chiede, oltre alle gemme timbriche e ad una natura le cantabilità, anche qualche scin tilla a sorpresa. Con Cristina al timone, il Dumky Trio, in sé più pensoso e nostalgico, nel suo sguardo da emigrante alla terra natia, si stagliava in una vel lutata morbidezza resa con minu zia orafa, il filo narrativo giocava a tendere e ad allentare ad arte la melodia, dandole riccioli ora ner vosi ora docilmente fluidi. Lo scarto umorale di un’anima sla va che nemmeno il lungo soggiorno nel Nuovo Mondo saprà ripulire qui si faceva largo nell’imprevedi bile, destabilizzante labirinto di sincopi e di accenti, in un’elegiaca atmosfera di sogno che, a sorpresa, abbandonava le redini verso una spensierata, fanciullesca felicità. Meritatamente calorosissimi gli applausi. Ricambiati con due au tentici cammei: ancora l’anima sla va con lo Scherzo dai sei pezzi op. 11 di Rachmaninov e, per chiudere, lo sguardo sull’opposta frontiera, quella della fucina francese con una magnifica Berceuse dalla suite Dolly di Fauré. CINEMA “Benjamin Button”, un debutto vincente: è primo al botteghino n Tredici nomination agli Oscar e debutto vincente al box office italiano: Il curio so caso di Benjamin Button di David Fincher balza subi to in testa con 3.011.048 euro, spodestando gli Ex di Fausto Brizzi, ora secondo con 2.236.134 euro. Altre due nuove entrate in terza e quarta posizione: Questo piccolo grande amore incas sa 1.859.033 euro, mentre l’horror Venerdì 13 di Mar cus Nispel segue con 645.885 euro. Perdono entrambi tre posizioni Italians di Verone si, ora quinto con 477.343 euro (quasi 12 milioni di incasso totale) e Operazione Valchiria, sesto con 441.068 euro. In discesa Revolutio nary Road, dal quarto all’ot tavo posto con 342.527 euro. Dal Paganini “popolare” a You Tube: contaminazioni musicali alla Gerundia n Si apre all’insegna dell’eleganza la stagione con certistica dell’Accademia Gerundia, con uno spetta colo che, affidandosi al gusto e al talento dei suoi pro tagonisti, ha regalato al pubblico accorso in via Besa na la sera di venerdì un saggio di come anche musici sti molto diversi per stile e ispirazione possano qual che volta dare vita a un insolito, gradevolissimo, tut t’uno. Tante le assonanze e le similitudini che Enea Leone e Giorgio Molteni alla chitarra il primo, al vi olino il secondo hanno portato in luce all’interno del variegato repertorio scelto per la serata: le note allegre e piene di brio della Sonata n°1 tratta dal Cen tone di Niccolò Paganini tradivano la stessa matrice popolare a cui, un paio di secoli più tardi, Astor Piaz zolla si ispirò nel comporre i suoi celebri tanghi. Sia chiaro: niente di filologicamente fondato, nessun le game diretto o storicamente accertato tra i due com positori, ma un «sentire comune» che trova espres sione nel gusto per la melodia, per il cantato, per una musica di immediata comprensione e di chiaro lin guaggio, capace proprio per questo di raggiungere con maggior efficacia le orecchie e il cuore degli spet tatori. Meno azzardata e più lampante l’analogia sti listica che emerge tra i brani di Piazzolla e le danze di Enrique Granados, un compositore di inizio Nove cento anch’egli “vittima” del fascino irresistibile che la tradizione spagnola ha sempre esercitato, soprat tutto a partire dal secolo scorso, anche sulla musica cosiddetta colta. Un incanto che non cessa di attrarre nemmeno compositori più contemporanei, come Ro berto Di Marino ad esempio, un musicista nato a Trento nel 1956 e scoperto quasi per caso da Leone e Molteni durante una battuta di caccia in internet, su You Tube, in cerca di nuove ispirazioni per un reper torio da rinnovare. Un primo ascolto e poi, fatale, il colpo di fulmine, e la scelta di includere una Suite di Di Marino nella scaletta di venerdì sera, in attesa che il maestro ultimi il brano che ha promesso di com porre ad hoc per i suoi due nuovi estimatori. Quando lo spartito sarà terminato, la soddisfazione di vederlo eseguito da due musicisti come Leone e Molteni è pressoché certa: il tocco raffinato e tecnica mente perfetto del primo, il vigore e la duttilità inter pretativa del secondo sapranno dargli voce e valore con la stessa abilità dimostrata e calorosamente ap plaudita in occasione del loro ultimo concerto. Enea Leone (alla chitarra) e Giorgio Molteni (al violino) durante il concerto