AlbanoFiniscono in Procura le 950 firme per Forza Nord

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AlbanoFiniscono in Procura le 950 firme per Forza Nord
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bergamo
IL PASTICCIO
DELLE LISTE
VENERDÌ 5 MARZO 2010
UNICO, MA NON UNITO
IL PDL ALLA RESA DEI CONTI
NNT
«Siamo il pilastro
della Lombardia»
Gli industriali: innovazione, fisco e federalismo
sono le priorità del futuro della nostra regione
MILANO L’industria deve restare al centro di qualsiasi politica di sviluppo per non distruggere il
processo di accumulazione e distribuzione del
valore, le capacità imprenditoriali e la propensione al rischio e al nuovo, che sono il motore
dell’economia e del benessere dei cittadini lombardi»: nell’attesa dell’epilogo sulla querelle del
voto, gli industriali lombardi mettono sul tavolo
le priorità. Il presidente di Confindustria Lombardia, il bergamasco Alberto Barcella, non
ha dubbi: «Ogni programma di legislatura della Lombardia non può quindi prescindere dal sostegno e dallo sviluppo del comparto industriale, prendendo consapevolezza che esso ne rappresenta
il pilastro principale».
Politiche industriali, innovazione, internazionalizzazione, capitalizzazione e credito,
settori emergenti, capitale umano, politiche di sistema, semplificazione burocratica e ammodernamento dell’amministraAlberto Barcella
zione, infrastrutture materiali
e immateriali: sono questo i temi (il documento è disponibile sul sito www.confindustria.lombardia.it) che gli industriali lombardi mettono all’attenzione della politica. Forti anche di numeri decisamente inequivocabili: «Siamo il più rilevante sistema associativo industriale del Paese, composto da 16 mila imprese con più di 750 mila dipendenti diretti». Un sistema forte che «pur soffrendo la crisi ha saputo
limitare i danni: si sono persi 85 mila posti di lavoro ma il tasso di disoccupazione (5,2%), pur
aumentato di 1,5 punti, resta fra i più bassi d’Europa; hanno chiuso circa 7 mila imprese (su oltre 830 mila pari allo 0,8%), ma quelle più strutturate sono, sia pure di poco, aumentate».
Ma i problemi rimangono e per risolverli serve un «contesto favorevole allo sviluppo in aree
quali la semplificazione, il fisco e il federalismo
fiscale, le infrastrutture materiali e immateriali».
Ma anche continuare sulla strada del «complesso degli ammortizzatori sociali e finanziari: è stato e resta, nel breve periodo, una priorità che dovrà accompagnare politiche attive del lavoro finalizzate a garantire la coesione sociale», spiega
Barcella.
Poi le proposte, come dire, operative: a cominciare dalla richiesta di un unico assessorato alle Attività produttive, «capace di coniugare gli
interventi sulle imprese di diverse dimensioni e
comparti economici. Garantendo speciale attenzione alle piccole imprese elemento portante del
nostro sistema». E ancora, logiche di aggregazione e di rete «che favoriscano la diffusione delle
conoscenze e il trasferimento tecnologico», tanto più centrale (ma complesso) in una realtà di
Pmi come quella lombarda. Ma attenzione deve essere data «alla presenza sui mercati internazionali attraverso gli investimenti diretti esteri,
favorendo anche l’attrazione di investimenti dall’estero specie nei settori ad alta densità d’innovazione». Uno sguardo «fuori» che può trovare nuove prospettive nei settori emergenti quali «turismo, energia, green economy e salute»: il
che non vuol dire «abbandonare i settori tradizionali, ma sostenerli nella faticosa ridefinizione e riposizionamento della loro offerta».
E alle porte c’è una scadenza che potrebbe rap-
Albano Finiscono in Procura
le 950 firme per Forza Nord
■ È uno dei tanti pasticciac- sonale - lumi al firmatario. Sen- Per i Verdi bergamaschi il foglio,
ci fioriti in questo periodo di di- tendosi rispondere che di «For- ad esempio, è diventato la tegosavventure pre-elettorali o dav- za Nord» non sapeva nemme- la che li ha portati all’esclusiovero «Forza Nord», sigla politi- no dell’esistenza. Riscontri «ru- ne dal voto regionale. È succesca di non oceanico consenso, spanti» che, moltiplicandosi, so che le poche righe inviate in
sta vivendo un piccolo boom in hanno generato il sospetto, cir- Procura sono state trasmesse per
quel di Albano Sant’Alessan- colato prima in paese e poi ro- conoscenza anche alla commissione elettorale di Bergamo. Qui
dro? Dai bar del paese il rovel- tolato in Procura.
Che cosa ci sia dietro è diffi- a qualcuno, vedendo che più di
lo s’è trasferito in Procura, lasciandosi dietro una scia di mi- cile da dire. Potrebbe trattarsi di una decina di firme appartenestero. È successo quando l’am- qualche piccolo incidente di va a presunti sostenitori resiministrazione comunale ha de- percorso relativo solo a poche denti ad Albano Sant’Alessanciso di segnalare cifre sospette: firme, di un’incomprensione, dro, s’è accesa la lampadina.
all’ufficio anagrafe nei giorni ma anche di elenchi di sosteni- «Ma non arrivava da Albano anscorsi è infatti giunta dal rap- tori «fantasma» con tanto di da- che il caso di Forza Nord?», si
presentante di tale partito la ri- ti sensibili che circolerebbero sono chiesti in commissione. E
chiesta per 950 certificati elet- - magari dietro compenso - a uso così l’elenco di firmatari è stato
torali necessari ad accompagna- pre-elettorale. E in quest’ultimo letto con la lente del dubbio. Vire le firme per la presentazione caso - sempre che sia provato, sto che Tommaso D’Aloia (coovviamente - oltre a costituire lui che risultava aver vidimadella lista.
Detto brutalmente, significa falso per le sottoscrizioni fasul- to parte delle firme), come asche quasi in mille ad Albano le, la raccolta firme fittizia an- sessore del Comune di Bergaavrebbero sottoscritto la sfilza drebbe a ledere anche la privacy mo poteva fungere da pubblico
ufficiale solo in città, è possibidi candidature proposte dai di molti.
Sia come sia, il fatto singo- le che decine di cittadini di Al«forzanordisti». Il che, in un comune di 8.000 abitanti (mino- lare è che la segnalazione del bano abbiano preso l’auto e siarenni compresi), è un bel re- Comune di Albano si sta trasfor- no corsi a Bergamo a sottoscricord. Un caso, nella migliore mando in una sorta di maledi- vere le candidature dei Verdi?
delle ipotesi. Destinato, però, a zione per i furbetti del listino. È questo il dilemma che ha dato il la all’affossamentrasformarsi in
to della lista degli
inchiesta. Il proecologisti. Indagancuratore Adria- IIE IN TRIBUNALEM
do, i commissari
no Galizzi non
hanno infatti scopernasconde infatMA
LA
MACCHINA
VA:
SORTEGGIATO
to che D’Aloia non
ti le sue perplesaveva mai controfirsità e assicura
L’ORDINE DELLE LISTE PROVINCIALI
mato parte delle adeche i suoi pm
sioni (oltre 600 sulcercheranno di
Sorteggiato ieri alle 18, presso l’Ufficio
le 1.998 presentate)
fare luce, anche
centrale circoscrizionale del Tribunale
necessarie a raggiunse per il momendi Bergamo, l’ordine delle liste provingere il quorum. E
to nessun fasciciali collegate a quelle regionali. Anche
che il timbro dell’ascolo è stato aperqui non manca il caos: nel caso in cui Pdl
sessore, usato da mato.
e Lega saranno riammesse, infatti, sarà
no ignota, era addiLa puzza di
tutto da rifare. E per avere un quadro
rittura falso. Anche
firme falsificate,
completo della situazione manca ancora
questo caso è approperò, si sente: bail sorteggio dell’Ufficio regionale che si
dato in Procura e rista leggere la sesvolgerà oggi a Milano: dove si stabilirà
schia di finire nello
gnalazione che il
la posizione dei candidati su schede e mastesso fascicolo che
Comune di Alnifesti. Nel sorteggio di ieri, in sostanpotrebbe
essere
bano Sant’Alesza, si è stabilito solo l’ordine delle liste
aperto sulle firme di
sandro ha spediprovinciali nelle coalizioni. Ecco il risul«Forza Nord». Si
to alla magistratato: al primo posto Movimento Beppe
partirà indagando
tura a fine febGrillo, al secondo Psi, al terzo Casini-Udc,
contro ignoti, pare di
braio. Il docupoi Pensionati, Pd, Italia dei Valori,
capire. E, in un mamento racconta
Rifondazione comunisti italiani, ed infire di nominativi fitdelle 950 richiene all’ottavo posto Sinistra ecologia e litizi, investigare senste e di impiegabertà di Vendola. Ricordiamo che oltre a
za un nome di riferiti comunali che,
Pdl e Lega, ancora in bilico, Verdi e Ramento sembra già
imbattutisi nel
dicali non sono stati ammessi alle liste
una garanzia di senome di qualche
provinciali per mancanza di firme.
rietà.
conoscente, aveVittorio Ravazzini
vano chiesto Stefano
per curiosità perSerpellini
DIETRO LE QUINTE
CCI
«Questa legislatura ha un’occasione straordinaria,
la nascita del federalismo. Se attuato con attenzione
al cittadino dovrebbe consentire una grande
riforma della macchina pubblica, maggiore
equità fiscale, minori costi collettivi
e, in ultima analisi, una migliore gestione»
L’ECO DI BERGAMO
presentare una svolta, l’Expo 2015: «Ma il richiamo a questa opportunità non può più essere una
mera clausola di stile ma deve concretizzarsi in
un coordinato dispiegamento di azioni che coinvolgano tutta la società lombarda». Prestando attenzione anche a problemi più terra-terra, quali
l’acceso al credito: «L’aumento prevedibile della domanda va sostenuto anche rafforzando il sistema dei Confidi».
Ma con lo sguardo in avanti, a quella legislatura che «ha un’occasione straordinaria, la nascita
del federalismo. Se attuato con attenzione al cittadino dovrebbe consentire una grande riforma
della macchina pubblica, maggiore equità fiscale, minori costi collettivi e, in ultima analisi, una
migliore gestione». Nell’attesa ci sono buone notizie sul versante delle infrastrutture («Qualche
integrazione è però necessaria per quelle minori che rischiano di ridurre la mobilità delle merci»), ma la priorità «è la razionalizzazione del sistema aeroportuale del Nord», conclude Barcella.
D. N.
di DINO NIKPALJ
A fine mese il Pdl spegnerà la candelina del suo primo anno
di vita. Dal punto di vista del consenso c’è da festeggiare: la tornata amministrativa dello scorso anno ha dato ottimi risultati, le
proiezioni sulle prossime Regionali erano ugualmente confortanti. Ma sotto sotto (nemmeno tanto) il nuovo partito ha ereditato i
vizi di quelli di provenienza, e in taluni casi alla somma dei consensi ha corrisposto una moltiplicazione per due dei problemi. La
genesi di Forza Italia è nota: un melting pot di cultura liberale, cattolica e riformista. Partito laico ma nemmeno troppo, un piede e
mezzo al centro, uno sguardo a destra. Dove c’era An (e prima ancora il Msi) con tutto il suo retaggio di storia e le pulsioni post-Fiuggi culminate nell’incredibile accelerazione di Gianfranco Fini e in
uno sostanziale disorientamento della base. Non tanto per la confluenza nel Pdl (dove Berlusconi è comunque l’uomo forte, figura
di cui la destra ha storicamente bisogno come il pane) ma per le
sbandate di quello che fu il delfino di un padre nobile come Giorgio Almirante.
Parallelamente è cominciata un’opera di costruzione della casa comune a tutti i livelli, cercando cioè di lavorare su quella
territorialità che è sempre stato il punto debole soprattutto di Forza Italia. Un percorso che ha portato ad un’inevitabile acuirsi delle tensioni tra le diverse anime del partito, quelle che nella vecchia Dc sarebbero state identificate come correnti. Con annessi
e connessi. E forse non è nemmeno un caso che il pasticcio (chiamiamolo così) delle firme sia scoppiato proprio nel Lazio e in Lombardia. La prima è la regione dove gli ex An sono più forti, la seconda dove il partito ha una massiccia presenza dell’area ciellina che ha in Formigoni un indiscusso leader politico. Una sorta
di guerra sotterranea che i vertici del Pdl hanno pensato di poter controllare imponendo vertici dall’alto in attesa della stagione congressuale, con il solo risultato di aver acuito le tensioni
da subito. La fatica di Guido Podestà a conquistare la Provincia
di Milano l’anno scorso era stato un primo campanello d’allarme
sul fatto che nel Pdl non tutto stesse andando per il verso giusto:
la sua scelta di restare ugualmente ai vertici regionali, in un certo
senso ha confermato come il Pdl fosse in una sorta di redde rationem permanente. Le voci di un cambio della guardia con Mario
Mantovani si sono susseguite da subito e tornate d’attualità in questi giorni: c’è chi ha anche ipotizzato un passaggio di armi e bagagli all’attuale vice Massimo Corsaro, ma è facile che tutto avvenga ad urne chiuse. E forse non con Mantovani, anche se trovare
un nome capace di mettere d’accordo formigones e berluscones
sarà ancora più difficile ora dopo il pasticcio delle firme, che in
diversi leggono come una nuova puntata della guerra interna.
E una volta chiuse le urne, alle porte c’è la stagione dei congressi, fine 2010 salvo novità. Pensate a Bergamo: nel 2008 Marco Pagnoncelli ha sconfitto Carlo Saffioti con il 70% dei voti: l’anno dopo al momento di costituire il Pdl, Saffioti è stato nominato coordinatore provinciale. Nel frattempo le alleanze si sono fatte e (soprattutto) disfatte e le tensioni rimaste lì, in una sorta di resa dei
conti permanente ed eterna. Il prossimo appuntamento è appunto a fine anno, ed è già ripresa (o meglio, non è mai smessa) la partita degli equilibri tra anime spesso troppo diverse e altrettanto rissose. In Lombardia, a Bergamo come altrove. Il vero male che sembra attanagliare il Pdl ad ogni livello. Più o meno da Berlusconi in
giù.