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Anno 7, Numero 138
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WWW.COMUNITAARMENA.IT
15 maggio 12—XCVIII M.Y.
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CAPITALE
MONDIALE
1512—2012
Sul numero 129 del 15 gennaio avevamo annunciato che nell’anno del cinquecentenario della prima stampa in armeno avremmo avuto modo di occuparci in tre distinte occasioni dei libri.
Esaurito in quel numero il primo argomento (il “Libro del venerdì” stampato appunto cinque secoli or sono a Venezia) ecco ritornare sul tema per
parlare di Yerevan, capitale mondiale del libro per il 2012. Un’occasione
importante per l’Armenia e la sua editoria per mettersi in vetrina e focalizzare l’attenzione del grande pubblico planetario. Ma anche per rinsaldare,
proprio attraverso i libri, i legami tra l’Italia e l’Armenia: iniziative, esposizioni, conferenze, incontri che danno lustro alla città e la fanno ancora più
europea, anzi mondiale.
Sommario
Capitale mondiale
1-2
Eventi a Roma, Venezia e Rieti
3
Sotto tiro!
4
La voce dell’Artsakh
5
Pagina armena
6
Armenia 2012—Elezioni
7
Turchia, la carica dei cento
8
Bollettino interno di
iniziativa armena
Consiglio per la Comunità
armena di Roma
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da Buenos Aires a Yerevan
Il 22 aprile (significativamente due giorni prima della commemorazione del
Genocidio) nel corso di una grande cerimonia nella piazza antistante il Matenadaran il sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macri (di chiare origini italiane) ha
passato il testimone al suo collega Taron
Margaryan, primo cittadino di Yerevan.
In quel momento la città armena è divenuta ufficialmente la capitale mondiale
del libro.
Che la cerimonia non fosse solo folcloristica ma avesse una connotazione politica e culturale ben precisa lo si è capito
dal parterre delle celebrità che hanno
assistito all’evento: dal presidente Sar-
gsyan, a S.S. Catholikos Karekin II, al
Primo Ministro, alle delegazioni diplomatiche dei paesi accreditati in Armenia, alle istituzioni internazionali.
Con lo sfondo il Matenadaran suggestivamente illuminato, si sono mescolati
tanghi argentini e danze folcloristiche
armene, discorsi ufficiali e fuochi d’artificio.
Una statua raffigurante un uomo che si
arrampica sulle diciannove lettere dell’alfabeto armeno è stata inaugurata in
Mashtots Avenue.
Un anno di cultura in un paese di cultura
È fittissimo il calendario degli eventi
culturali che fino all’aprile 2013 (con il
passaggio del testimone a Bangkok)
caratterizzeranno il titolo di capitale del
libro di Yerevan.
Per il capoluogo armeno è un onore
essere stato inserito nella lista assieme
alle altre città che dal 2001 (Madrid) si
fregiano di questo titolo.
Un omaggio ad una nazione che vanta
ben dodici musei dedicati specificatamente a singoli scrittori oltre ad un museo delle arti ed alla letteratura, tredici biblioteche gestite dal ministero della
cultura, trentacinque biblioteche gestite da altre istituzioni pubbliche ed alcune centinaia di biblioteche locali oltre
a quelle delle fondazioni private, delle
accademie e delle università.
Dati importanti soprattutto se rapportati
alle piccole dimensioni di un paese con
vaste aree rurali e montane ed una popolazione tre milioni di abitanti.
Ma l’impegno dell’Armenia in favore
della cultura e della letteratura è testimoniato anche dalla Camera nazionale
del libro, fondata nel 1922 con il compito di raccogliere e catalogare le pubblicazioni sull’Armenia e gli armeni in
ogni parte del mondo, trecento editori
e stampatori, raccolti nell’Associazione
Nazionale che promuove la diffusione
del libro armeno anche in numerose
manifestazioni internazionali.
Ma l’Armenia è anche la nazione che
vanta ben quattro Associazioni di scrittori con relativi magazine di approfondimento culturale ed una quindicina di
riviste lettararie: insomma un paese che
ben a ragione può vantarsi di una base
culturale formativa di assoluto rilievo,
con un indice di alfabetizzazione fra i
più alti del mondo nonostante vi siano
sacche di povertà ancora presenti in
numerose zone.
ANTONIA ARSLAN
PREMIATA A YEREVAN
Non era la prima volta che la brava scrittrice di origini armene si reca in visita in
Armenia.
Ma quest’ultima occasione è stata un po’
speciale e non solo per il doppio incontro
che ha avuto con il pubblico armeno in
occasione della presentazione dell’edizione armena de “La Strada di Smirne” a tre
anni dalla traduzione locale della fortunata
“La masseria delle allodole”.
Il suo incontro alla libreria Zangak ha
visto la partecipazione di molti esponenti
della cultura armena e in tale occasione
alla scrittrice italiana è stato conferito un
riconoscimento speciale dalla Fondazione
Nansen.
Non il solo premio ritirato nel corso della
sua ultima visita in Armenia: il 24 aprile il
Ministro della cultura Hasmik Poosyan le
ha consegnato, a nome del Presidente
della Repubblica, 1a medaglia intitolata a
Movses Khorenatsi. Un riconoscimento
ambito e meritato che le è stato conferito
per il suo ruolo di messaggera della cultura armena. Il giorno precedente vi era stato
un altro incontro pubblico al Cafesjian
Center.
Poi un fiore al memoriale del Genocidio
armeno.
Anche libri italiani a Yerevan
Nell’ambito della manifestazioni legate all’evento, ha trovato spazio anche
l’editoria italiana e le relazioni culturali fra i due paesi.
Colloqui sono intercorsi fra il ministro della cultura Pogosyan e l’ambasciatore italiano in Armenia, Bruno Scapini.
Nell’ambito di una manifestazione organizzata il 21 aprile e dedicata ai libri
sull’Armenia stampati all’estero non sono mancati volumi stampati nella
penisola.
ANNO 7, NUMERO 138
per saperne di piu’:
YEREVAN2012.ORG
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ARMONIE ARMENE
Non un fiato, un brusio, immancabile colpetto
di tosse o lo scartoccio di qualche carta. Nei
momenti di pausa si poteva ascoltare solo il
ronzio di fondo delle lampade della chiesa di
san Nicola da Tolentino.
Un pubblico attento, concentrato, immedesimato nell’esecuzione della “The Gurdjieff Folk
Instruments Ensemble”, che ha ascoltato partecipe e si è entusiasmato per la pregevole
performance del gruppo diretto da Levon
Eskenian ed appena reduce da una trionfale
esibizione in Svizzera.
È stato un concerto di altissimo livello, come
nelle previsioni, in una cornice degna del gruppo, con la chiesa affollata nonostante il necessario biglietto d’ingresso per il doveroso cachet
degli artisti; neppure un concomitante big
match di campionato ha tenuto lontani gli ap-
passionati della musica di ricerca etnica e
spirituale ispirata al lavoro del maestro Gurdjieff.
Nella chiesa romana sono risuonati i ritmi del
dhol, le struggenti note del kamacha e dell’oud,, i penetranti suoni dal Kanun, del santur e
del saz, le avvolgenti melodie del duduk .
Il repertorio ha spaziato vari momenti spazio
temporali, tutti accumunati dalla ricerca di
un’armonia musicale interiore che attraverso la
tradizione etnica ha catapultato l’ascoltatore
nella terra armena e mediorientale.
Gli scroscianti applausi che hanno salutato la
fine del concerto e le numerose richieste di bis
hanno testimoniato, ove mai ve ne fosse stato
bisogno, il favore del pubblico.
Dopo la performance romana, tenuta nell’ambito delle cerimonie commemorative per il Metz
Yeghern, il gruppo si è spostato a Venezia
dove, nel monumentale complesso della basilica dei Frari, ha riscosso altro meritato successo.
Per coloro che abbiano perso i due appuntamenti non possiamo che consigliare l’acquisto
presso i negozi specializzati del bellissimo cd
“Music of George I.Gurdjieff”, per l’etichetta
tedesca ECM che raccoglie una selezione dei
migliori brani del gruppo ed è stato votato il
miglior disco flok del 2011 in Germania.
RIETI, L’ARMENA
Nell'ambito del progetto "Armenia da
(ri)scoprire" inaugurato con successo
un anno fa a Rieti, lo scorso 27 aprile
nella Biblioteca Comunale Paroniana di
Rieti si è svolto il convegno "Memoria:
diritto o privilegio?".
All’evento hanno preso parte la curatrice del progetto dott.ssa Metaksya Vanoyan, il presidente del Consiglio Comunale di Rieti Gianni Turina, lo scrittore e redattore de "La voce del ribelle"
Ferdinando Menconi, il direttore del
Museo dei beni ecclesiastici e dirigente
scolastico Ileana Tozzi e il professore
di geopolitica all'Università di Tor Vergata Giuseppe Bettoni.
Durante l'incontro, che con l'approvazione della Biblioteca Comunale di Rieti è diventato un appuntamento a cadenza annuale, oltre a commemorare le
vittime del Genocidio armeno, sono
state approfondite le ragioni della
"discriminazione delle memorie", rievocando i recenti fatti accaduti in Francia.
La bocciatura da parte del Consiglio
costituzionale francese della legge proposta dalla parlamentare Valérie
Boyer, faticosamente approvata dal
parlamento e promulgata dal Presidente
- che rendeva reato il negazionismo di
tutti genocidi riconosciuti dalla
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Repubblica, e non solo della Shoà, ha
rappresentato un momento di riflessione
che ha reso necessario approfondire i
motivi riguardo la discriminazione fra i
genocidi; e, al contempo, un impegno a
tenere viva la memoria del genocidio
dimenticato: il Metz Yeghern degli
armeni.
La libertà di espressione e di ricerca
storico scientifica è fondamentale, ma
non è possibile che questa possa essere
invocata solo contro la memoria di alcuni e non di altri, nessuno ha mai messo
in discussione la legge Gayssot sulla
Shoà, e, ancor meno, che possa essere
usata contro la realtà dei fatti: tutti i
genocidi hanno pari dignità e la loro
memoria diritto a pari tutela.
Per questo è stato deciso di dedicare
l’incontro del 27 aprile al diritto alla
memoria, che non può essere privilegio
solo di alcuni né venire subordinato agli
equilibri internazionali, rendendolo così
ostaggio di pressioni straniere.
Lo scorso 20 marzo il Consiglio Comunale di Rieti ha adottato un atto ufficiale
di riconoscimento del genocidio armeno, approvato all’unanimità. Un gesto
importante che che, grazie anche al dinamismo della coordinatrice Vanoyan,
sancisce il forte legame tra il capoluogo
laziale e il popolo armeno.
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SOTTO TIRO!
Aygepar è un piccolo villaggio di
circa seicento anime, salito agli onori
della cronaca poche settimane or sono
per un attacco azero che ha causato la
morte di tre soldati armeni.
Un complesso di abitazioni, fondato
nel 1937, che visto dall’alto potrebbe
pure sembrare un tranquillo sobborgo
residenziale di qualche città nordamericana: case basse, circondate da un pezzo
di terra coltivato ad orto o giardino. Un
posto tranquillo dove vivere se non fosse
che in questo lembo di Armenia la linea
del “nemico” si avvicina pericolosamente a poche centinaia di metri dalle case
abitate.
Colpito pesantemente durante la guerra del Nagorno Karabakh, ne porta ancora le ferite e lunga e faticosa è la ricostruzione in questo distretto rurale dell’Armenia così lontano dalle luci e dalla modernità della capitale.
I cecchini azeri sono sempre in agguato anche quando si lavora la terra o si
pascolano gli animali.
Non si sceglie di vivere ad Aygepar,
ci si nasce e si comincia a lottare. Fino a
pochi mesi fa l’acqua arrivava una volta
ogni quattro giorni e per poche ore; adesso, grazie ad aiuti mirati di organizzazioni armene internazionali in collaborazione con le autorità locali, l’acqua arriva
regolarmente. È bastato allungare la condotta di quasi tre chilometri (in aggiunta
ai sette già ricostruiti dalla Diaspora
quattro anni fa) e collegarsi all’acquedotto regionale che attinge alla riserva idrica
di Tavush, pochi chilometri più ad ovest.
Un salto di qualità nella vita dei seicento abitanti che vanno a dormire ogni
notte con la paura di risvegliarsi circondati da azeri.
Nel 2008 altri aiuti per la disastrata
scuola secondaria che le cannonate d’oltre confine avevano ridotto in pessime
condizioni: sono stati eseguiti interventi
strutturali, acquistati sedie, tavoli e computer per ridare una parvenza di normalità a studenti ed insegnanti. Il senso
della vita a Aygepar: da noi ragazzini
imbecilli cresciuti a Playstation fanno a
gara a sfasciare l’arredo del proprio istituto, lì si benedice come manna dal cielo
qualche sedia e qualche banco nuovo.
Aygepar è lontana, lontanissima da
Yerevan. La strada che la raggiunge dalla
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VITA DI CONFINE NEL VILLAGGIO DI
AYGEPAR SOTTO TIRO DEI CECCHINI
Berd, il capoluogo distrettuale, è una
La delegazione Osce controlla il luogo dell’agguato azero ad Aygepar
cittadina di Berd (9000 abitanti) è abbastanza agevole ma la distanza sembra
comunque infinita.
A fianco del villaggio c’è una striscia
di terra chiamata pomposamente
“aeroporto di Berd”: nessuna aerostazione e nessun velivolo che si arrischi a prendere un colpo di fucile tra le
eliche su una pista che termina ad una
ventina di metri dalla frontiera.
Dall’altra parte dei fossati e dei muri
di contenimento un altro paese, più
grande. Un altro mondo, sconosciuto;
da lì sono arrivati i soldati nemici che
hanno ucciso i tre militari armeni a fine
aprile.
La pace di queste campagne per sempre turbata dal sangue di giovani vite, i
segni delle granate sui muri della scuola. La paura del nemico della porta
accanto, la speranza di un futuro di pace
lontano dai colpi di cecchino.
cittadina di novemila abitanti adagiata in
una conca lungo la riva del fiume Tavush che dà il nome ( o viceversa…)
alla regione, ad un altro comune, ad una
fortezza del X secolo che si trova nei
paraggi ed anche al vicino bacino idrico
artificiale.
Sorge ad oltre duecento chilometri dalla
capitale Stepanakert ed è un tranquillo
centro agricolo specializzato nella coltivazione di alberi da frutto e tabacco con
relative piccole industrie di lavorazione
dei prodotti.
Nei pressi il monastero di Nor Varagavank (XIII secolo) e quello di Khoranashat (XII) ci ricordano la cristianità della regione.
Il suo nome in armeno vuol dire fortezza
ed è probabile che si riferisca a quella
fortezza aggrappata ad uno sperone roccioso con le sue mura ciclopiche che
ancora resistono al tempo.
Sopra, una veduta del capoluogo Berd,
Il villaggio di Aygepar prossimo al confine con l’Azerbaigian (linea bianca)
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la voce dell’Artsakh
Reagire?
L’Azerbaigian soffia sul fuoco e alza il
tiro: un’exit strategy verso la guerra ?
L’uccisione dei tre soldati
armeni nei pressi del villaggio di Aygepar (regione
di Tavush, Armenia nord orientale) non solo rappresenta l’ennesima gravissima
violazione del cessate il
fuoco da parte azera ma anche un chiaro segnale di come il regime dell’Azerbaigian abbia alzato il tiro.
Solo poche ore prima altri
spari erano stati indirizzati verso l’asilo nido e la
scuola elementare del vicino
villaggio di Dovegh e solo
per un miracolo non abbiamo
dovuto registrare la morte
di qualche piccolo alunno.
Quasi contemporaneamente
cecchini azeri facevano fuoco su un’ambulanza (con tanto di insegne della Croce
Rossa!) al confine della repubblica del Nagorno Karabakh ferendo i due occupanti.
Questi episodi sembrano
francamente qualcosa di più
di semplici schermaglie di
frontiera: innanzitutto il
tiro azero si sta spostando
verso l’Armenia e ciò può
avere due significati: distogliere l’attenzione dalla
linea di confine con l’Artsakh oppure spingere l’Armenia allo scontro.
In secondo luogo è fin troppo evidente il “clamore” di
tali episodi: sparare su una
scuola o sua una ambulanza o
su un veicolo (quello su cui
si trovavano i tre militari
uccisi non aveva insegne militari ma era privato) significa
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cercare la provocazione, lo
scontro a tutti i costi.
A questo punto dobbiamo interrogarci tutti su quale
debba essere la risposta armena (anzi, ad essere più
precisi, della Repubblica
Armena) di fronte a tali attacchi.
Una risposta secca ed immediata (come quella promessa
da Sarsyan subito dopo il
triplice assassinio) è quasi
“fisiologica”; ma forse poco
pratica se limitata a qualche colpo di risposta. Un
attacco più massiccio rischia di far passare l’Armenia da vittima a colpevole.
Anche se, crediamo sia un
sentimento condiviso dai
più, la rabbia pre questi
vili attacchi azeri è tanta
e tanta sarebbe la voglia di
dare una bella lezione al
guerrafondaio Aliyev.
Ma questo significherebbe
forse fare proprio il suo
gioco e precipitare in una
spirale senza ritorno, prodroma di una nuova guerra.
Allora, quale potrebbe essere la giusta risposta all’Azerbaigian? Esaurite le inevitabili scaramucce di ritorsione, forse la strada
più opportuna potrebbe essere quella di una sorta di
ultimatum da inviare alle
istituzioni internazionali,
cercando di coinvolgerle ancor di più affinché mettano
in riga il regime azero.
Un limite alla pazienza, oltre il quale l’Armenia si
sentirà autorizzata a regolarsi con tutti gli strumenti a sua disposizione. Ossia: vi abbiamo avvisato…
Basterà per mettere a tacere
i fucili azeri? Quanti altri
ragazzi (da una parte e dall’altra) dovranno morire per
soddisfare il nazionalismo
scomposto di Baku?
Solo un intervento deciso
della comunità internazionale potrà chiudere definitivamente il contenzioso sul
Nagorno Karabakh; a patto
che, per una volta, si mettano da parte gli interessi
petroliferi.
SAHAKYAN SI RICANDIDA
Il prossimo 19 luglio, esattamente a cinque anni di distanza dalle precedenti, si
terranno le elezioni presidenziali in Nagorno Karabakh
Artsakh. Un appuntamento importante che legittima, ove
mai fosse ancora necessario,
il percorso legale e democra-tico dello stato.
Il presidente in carica, Bako Sahakyan, ha annunciato
la sua ricandidatura, legittimato dalla legge elettorale che gli consente di poter
accedere alla carica per due
mandati consecutivi. Sembra
scontata la riconferma ma
c’è attesa per verificare
come si comporteranno i tre
sfidanti del capo dello stato uscente che alle consultazioni del 2007 si era affermato con
un lusinghiero 85% di
preferenze
sugli altri
candidati.
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Տիար Վիգէն Չիթեճեան Սուրբ
Աթոռի Մօտ ՀՀ Նոր Դեսպանը ։
Սուրբ Աթոռի համատեղութեան կարգով
Հայաստանի հանրապետութեան դեսպան Վիգեն
Չիտեչյանը մայիս 4-ին հաւատարմագրերը
յանձնեց ԺԶ. սրբազան քահանայապետին։
Դեսպան Վիգէն Չիթեճեան ապա կէսօրին այցելեց
Հռոմի Լեւոնեան Հայ դպրեվանքը ուր
մասնակցեցաւ այս առթիւ իրեն ի պատիւ
սարքուած սիրոյ սեղանին։
Տիար Վիգէն Չիթեճեան ծնած է 26 Յուլիս 1941-ին
Երեւանի մէջ։
Հ ա յ ա ս տ ա ն ի
անկախութեան առաջին
տարիներուն, ան եղած է
Պետական Նախարար ու
ապա Փոխ վարչապետ։
1995 -1997 եղած է
ֆրանսայի
մօտ
Հայաստանի Հանրապետութեան արտակարգ եւ
լ ի ա զ օ ր
դ ե ս պ ա ն ։
1997 - 2009 Ատլանտեան Ուխտի (OTAN) ի
Հայաստանի Պատգամաւորութեան Պետ եղած է,
միեւնոյն շրջանին ստանձնելով Պելկիոյ,
Հոլանտայի եւ Լուքսէմպուրկի դեսպանի պաշտօնը
ու նաեւ Եւրոմիութեան մօտ Հայաստանի
Հանրապետութեան մնայուն առաքելութեան Պետի
պաշտօնը։
2009ին դարձեալ կը ստանձնէ ֆրանսայի մէջ
դեսպանի պաշտօնը ու 2011-ին կը նշանակուի
Մոնաքոյի Եւ Անտորայի Իշխանութիւններու մօտ
ՀՀ արտակարգ եւ լիազօր դեսպան։
on line
Շուշիի Ազատագրման 20-ամեակի
Նշում Հռոմի Մալոյեան
Մշակութային Կեդրոնին Մէջ։
Ուրբաթ 11 մայիսի ժամը 18-ին սկիզբ
առաւ Հռոմի Մալոյեան Մշակութային
կեդրոնին մէջ, Շուշիի Ազատագրման
20-ամեակի առթիւ ձեռնարկը, ՜՜Ազատ
Ու Անկախ Արցախ՝՝ բնաբանով, որուն
ընթացքին
տեղի
ունեցաւ
դասախօսութիւն ու զրոյց ինչպէս նաեւ
վաւերագրական
ժապաւէնի
ցուցադրութիւն։ Աւարտին նաեւ հակիրճ
ը ն դ ո ւ ն ե լ ո ւ թ ի ւ ն ։
Հռոմաբնակ հայերը ու իտալացի
բ ա ր ե կ ա մ ն ե ր հ ր ա ւի ր ո ւ ա ծ էին
մասնակցելու սոյն երեկոյթին, իրենց
զօրակցութիւնը յայտնելու Արցախի
ժողովուրդի ինքնորոշման իրաւունքին
ու Մարդու իրաւունքներու յարգանքի ի
խնդիր։
Հռոմ։ ՜՜Զարթօնք՝՝ Յանձնախումբի
գործունէութիւնները։
Հռոմի Հայ Համայնքի Խորհուրդի՝
Մալոյեան Մշակութային Կեդրոնի մէջ
՜՜Զարթօնք՝՝ տիկնանց յանձնախումբի
ն ա խ ա ձ ե ռ ն ո ւ թ ե ա մ բ
ո ւ
կազմակերպութեամբ, շաբաթ 19
մայիսին տեղի պիտի ունենայ երեկոյթ
մը ՜՜հայկական մշակոյթի ու
աւանդութիւններու մասին՝՝ որուն
ընթացքին նաեւ պիտի հրամցուի
Հ ա յ ա ս տ ա ն ի հայկական ճաշեր։
2012-ի՝ Փետրուար 20ին,
Հանրապետութեան նախագահի Հրամանագիրով
Տիար Վիգէն Չիթեճեան նշանակուեցաւ Սուրբ
Աթոռի մօտ ՀՀ Արտակարգ եւ Լիազօր դեսպան,
նստավայր ունենալով Փարիզի մէջ։ Անցեալ 21
Մարտին, ՀՀ մօտ Սուրբ Աթոռի Առաքելական
Դեսպան Արքեպիսկոպոս Մարէք Սոլչինսքին իր
հաւատարմագրերը յանձնած էր Նախագահ Սերժ
Սարգսեանին ։
ANNO 7, NUMERO 138
Աւանդութիւն
դարձած
այս
երեկոյթներուն կը մասնակցին ոչ միայն
հայորդիներ
այլեւ
իտալացի
բարեկամներ որոնք լաւապէս կը
ճանչնան հայերը եւ մեծապէս կը
գնահատեն անոնց գործունէութիւնները։
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AFFLUENZA ALLE URNE
I risultati delle elezioni politiche
ARMENIA 2012
Ore 11
Ore 14
Ore 17
Ore 20
15,8%
35,54%
51,53%
62,26%
380.417
896.568
1.300.117
1.559.527
PARTITO REPUBBLICANO
663.066
44,05%
ARMENIA PROSPERA
454.684
30,22%
CONGRESSO NAZ. ARMENO
106.910
7,10%
EREDITA’
87.095
5,79%
ARF
86.296
5,73%
REGOLA DELLA LEGGE
82.690
5,49
PARTITO COMUNISTA
15.933
1,06%
PARTITO DEMOCRATICO
5.633
0,37%
ARMENI UNITI
3.080
0,20%
Qui Armenia
STRADE SPAGNOLE
Sarà la spagnola Corsan Corviam a
riammodernare i primi tre lotti della
superstrada che attraversa l’Armenia da
nord a sud. L’impresa ha vinto la gara
alla quale hanno partecipato altre tre
società connazionali e due cinesi. Il
costo di questo primo tratto di arteria
sarà di 250 milioni di dollari su un progetto totale di un miliardo e mezzo finanziato in parte dalla Banca Asiatica di
Sviluppo.
ANI
Il direttore del dipartimento turismo e
cultura della provincia di Kars (attuale
Turchia) ha annunciato che a giugno
riprenderanno, dopo due ani di fermo, i
lavori di scavo archeologico nella città
armena di Ani.
CHIESE ARMENE IN TURCHIA
La chiesa armena dell’XI secolo sita
nel villaggio di Yenipinar nella provincia di Batman (attuale Turchia) è ridotta ad un immondezzaio. Le pietre del
tempio sono spesso utilizzate dagli abitanti del luogo per scopi privati e poco
alla volta la chiesa sta scomparendo.
ANNO 7, NUMERO 138
NUOVA DISTILLERIA E CANTINA
Lo scorso 30 aprile il Primo Ministro
Tigran sargsyan ha visitato la nuova
distilleria e cantina in costruzione nella
città di Ashtarak i cui lavori di costruzione saranno ultimati il prossimo settembre. L’impianto sarà equipaggiato
con macchinari italiani e italiani saranno
gli esperti enologi che assisteranno la
produzione di brandy e vino. Golden
Grape Armas, questo il nome della nuova distilleria, avrà inizialmente una disponibilità di circa 130 ettari di vigneto.
MASHTOTS PARK
Sembra che stia arrivando la parola fine
sulla querelle relativa agli stand collocati a Mashtots park e di cui ci siamo già
occupati su Akhtamar. Dopo le polemiche ambientaliste, le manifestazioni ed i
presidi di protesta, arriva ora l’invito del
presidente Sargsyan a smantellare le
strutture (che erano state spostate da via
Abovyan).
TENNIS
L’Armenia ha partecipato a Sofia
(Bulgaria) dal due al 5 maggio al girone
di qualificazione del terzo gruppo europeo della Coppa Davis di tennis assieme
a i padroni di casa e Albania, Andorra,
Malta, Grecia, Sanmarino, Georgia,
Montenegro, Norvegia, Islanda, Lituania e Macedonia. Il team capitanato da
Vahe Avetisyan e composto da Kachatryan, Gevorgyan, M.Avetisyan e Proskura.
Dopo aver battuto il Montenegro ha
ceduto alla Macedonia che ha conquistato il diritto a giocarsi il pool di qualificazione al secondo gruppo. Per gli
armeni la finalina dal quinto all’ottavo
posto si è conclusa con la sconfitta ad
opera della Georgia. L’Armenia è all’82° posto nel ranking mondiale.
EUROVISION SONG CONTEST
Come era nelle previsioni, l’EBU
(l’organismo che raccoglie le televisioni
europee) ha multato l’Armenia per il
suo ritiro dalla edizione dell’Eurofestival in programma tra pochi giorni in
Azerbaigian. Oltre alla sanzione (il 50%
della tassa di partecipazione) ha imposto
alla tv armena la trasmissione integrale
dell’evento.
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WWW.COMUNITAARMENA.IT
Salita san Nicola da Tolentino 17
00187 Roma
Bollettino interno a cura del Consiglio per la Comunità
armena di Roma
Bollettino interno a cura del Consiglio
per la Comunità armena di Roma
QUESTA PUBBLICAZIONE E’ EDITA
CON IL FAVORE DEL
MINISTERO DELLA DIASPORA
Ministry of Diaspora of the RA
RA, Yerevan, 0010, Vazgen Sargsyan 26/1
Tel.: +374 10 585601, +374 10 585602
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il numero 139 esce il
1 giugno 2012
w w w. k a r a b a k h . i t
I n f o r m a z i o n e q uo t i d i a n a
sull’Artsakh
Turchia, la carica dei cento
Alla fine anche la stampa italiana se ne è accorta. Troppo spesso e colpevolmente è rimasta in
silenzio sul caso Dink (salvo
qualche lodevole eccezione),
considerato politi-camente “poco
corretto”.
Ma di fronte alla realtà di cento dicasi cento - giornalisti detenuti
in Turchia alla l’allineata FNSI
(Federazione Nazionale della
Stampa Italiana) si è finalmente
mossa lanciando segnali ben
precisi.
Il suo presidente, Roberto Natale,
ha partecipato ad Istambul a fine
aprile ad un’udienza del processo
in corso nei confronti di Baha
Okar, direttore della rivista
“Scienza e Futuro” in carcerazione cautelare nella prigione di
massima sicurezza di Tekirdag,
accusato come altri (vedi Zarakolu) di appoggio ai separatisti curdi.
Anche la Stampa Italiana scopre
dunque, alla buon’ora!, che c’è
un problema di libertà di informazione in Turchia e si spinge fino
al punto di sensibilizzare il
premier Monti affinché nel suo
incontro con
l’omologo Erdogan sollevi la questione.
Non sappiamo sinceramente che
cosa il nostro Primo Ministro e
quello turco si siano detti l’otto
maggio scorso: certo se Monti
avesse dovuto tirar fuori tutte le
questioni di diritto e di morale che
macchiano la Turchia difficilmente avrebbero trovato spazio altri
argomenti molto più “sentiti” quali
saranno stati sicuramente gli sviluppi commerciali fra le due nazioni.
Dubitiamo che il tema della libertà di pensiero in Turchia sia stato
affrontato; però è importante che
la Federazione Nazionale della
Stampa Italiana ne abbia pubblicamente parlato accendendo i
riflettori su un paese che, secondo la statistica di “Reporter senza
frontiere”, viaggia al 148° posto
su 176 paesi nella classifica della
libera informazione.
La risoluzione dei problemi dell’area caucasica nasce in primo
luogo dalla necessità di avviare
un processo di democratizzazione della società turca.