L`amore perduto del dio Alfrjatommaran

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L`amore perduto del dio Alfrjatommaran
Consegna: sulla base di quanto studiato, componi un mito di gruppo sul perché esiste l’arcobaleno. L’amore perduto del dio Alfrjatommaran (a cura di Alessio, Francesco, Jacopo, Tommaso, Marco e Annalisa, 1C) Il dio Alfrjatommaran da parecchio tempo osservava una giovane sulla Terra e un giorno decise di prenderla in sposa, non sapendo però che il suo cuore apparteneva già ad un altro ragazzo. Chiese allora ad una delle sue migliori tessitrici di ricamare per la ragazza un mantello con tanti colori: il giallo, preso dai raggi del sole, per mostrare la gioia dell’innamoramento; il rosso, dalle fiamme ardenti del fuoco, per indicare la passione; il viola, dalla livida notte, per significare il mistero; il blu, delle onde del mare, per sottolineare la profondità del sentimento; il verde, dalla flora primaverile, per denotare il rigoglio della vita che rinasce; l’arancione, dal tramonto serale del sole, per suggerire il silenzio sognante degli innamorati; l’indaco, dalla luna, per designare la purezza d’animo. Non appena il mantello fu terminato, il dio lo lanciò dal cielo; la ragazza lo vide e, ignara del suo significato, lo prese, giudicandolo bellissimo. Anche il suo fidanzato, quando vide la sua splendida ragazza così abbigliata, la trovò ancora più bella del solito e le chiese dove avesse comprato quel magnifico mantello colorato; ella rispose che lo aveva trovato nel bosco, vicino al lago, e, non essendoci nessuno nelle vicinanze, lo aveva preso, trovandolo meraviglioso. Durante quella stessa notte, il dio apparve alla ragazza: si rivelò nella sua identità, le confermò che il regalo ricevuto era opera sua, le manifestò la sua intenzione di sposarla e, senza attendere risposta, la rapì, portandola con sé nel cielo. Passavano i giorni e il fidanzato della ragazza la cercava disperatamente e dappertutto, non dandosi pace e chiedendo a chiunque incontrava se l’avesse vista, ma nessuno sapeva aiutarlo. Anche la giovane non sembrava felice e osservava continuamente dall’alto quel giovane disperato. Il dio, allora, le chiese se quel giovane era il suo fidanzato e se si amavano ed ella rispose di sì. Perciò, accecato dalla gelosia, la fece scendere dal cielo, riportandola sulla Terra, ma tentò a più riprese di strapparle il mantello, senza però riuscirci; anzi, più il dio lo tirava, più esso si allungava. Questo è il motivo per cui dopo la pioggia (le lacrime di rabbia del dio Alfrjatommaran), se contemporaneamente spunta il sole (la gioia dei due ragazzi) sopraggiunge anche l’arcobaleno, in cui risplendono tanti colori.