prevenzione - Legatumori Senese

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prevenzione - Legatumori Senese
p r ev e n z i o n e
PREVENZIONE - Anno III n. 4 - Bimestrale - Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 673 del 22/3/1999 - Sped. in A.P. art. 2 comma 20 B - Legge 662/96 - Filiale di Siena
notiziario di legatumori senese
1
n.
gennaio-marzo 2009
IL TESTAMENTO BIOLOGICO
UMBERTO VERONESI
Il tema della morte è molto impopolare per
chiunque lo tratti.
Ogni volta che mi trovo ad affrontarlo – e la
mia professione mi porta a farlo forse più spesso di altri- come medico, come scienziato o semplicemente come uomo, sono consapevole che
può essere lacerante per la sensibilità di molti
perché è difficile accettare che si spenga la vita
che amiamo, o dovremmo amare, più di ogni
cosa e che rappresenta il nostro bene supremo.
Ma ogni volta penso anche che è un tema che
non si può nascondere, ignorare o mistificare,
penso sia utile una presa di coscienza e sia
necessario un dibattito leale e civile e il più possibile partecipato. Nell’antica Grecia, i problemi
della vita e della morte si discutevano nell’agorà, la piazza, e io credo sia importante che la
società del terzo millennio trovi un’agorà in cui
confrontarsi, in fondo, non c’è argomento che ci
riguardi tutti indistintamente più da vicino.
“ Il giorno seguente non morì nessuno. Il
fatto, poiché assolutamente contrario alle
norme della vita, causò negli spiriti un enorme
turbamento”, così inizia e così finisce il più
recente capolavoro di Josè Saramago. Io vedo la
morte come il grande scrittore: è la norma della
vita, la naturale conclusione di ogni processo
vitale, una fase del grande disegno biologico a
cui apparteniamo. E per questo penso anche che
il morire faccia parte di un corpus fondamentale di diritti individuali: diritto di formarsi o non
formarsi una famiglia, diritto alle cure mediche, diritto a una giustizia uguale per tutti,
diritto all’istruzione, al lavoro, alla procreazione responsabile e all’esercizio di voto. E se,
come dice Luca Goldoni, noi vogliamo avere il
diritto di andarcene appena viene il buio “decidendolo ora, quando la luce è ancora accesa
“l’unico modo è esprimere pubblicamente questo desiderio. Questo è il principio fondamentale della ”volontà anticipata” chiamata anche
Umberto Veronesi
con Francesco
Schittulli,
Presidente
Nazionale LILT
SEZIONE PROVINCIALE DI SIENA
p r ev e n z i o n e
notiziario di legatumori senese
Direttore responsabile
Franco Nobile
Segretaria
Daniela Pilli
Grafica ed impaginazione
Bernard & Co. - Siena
Stampa
Industria Grafica Pistolesi - Monteriggioni SI
Distribuzione gratuita
ai Soci di legatumori senese
ISCRIZIONE AL REGISTRO DEI PERIODICI
Presso il Tribunale di Siena
n. 673 del 22/3/1999
IL CONSIGLIO DI
legatumori senese
FRANCO NOBILE (presidente)
oncologo
GAIA TANCREDI (vicepresidente)
giornalista
STEFANIA DAL RIO
quadro aziendale
GIORDANA DELLEVA
ricercatrice
SUSANNA FRATIGLIONI
funzionaria comunale
NICOLA MARINI
magistrato
FLAVIO MOCENNI
gruppo MPS
GLAUCO MINERVINI
maggiore Brigata “Folgore”
GIORGIA ROMEO
naturalista
ANTONELLA ROSI
infermiera professionale
SINDACI REVISORI
PALMIERO MAI
ALESSANDRO FRUSCHELLI
legatumori senese
Via Massetana Romana 44
53100 - SIENA
Tel. 0577.285147
Fax 0577.44104
e-mail: [email protected]
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“biocard”, testamento biologico,
carta di autodeterminazione.
In Italia il testamento biologico
non ha valore giuridico come espressione di volontà, ed è preso in considerazione solo attraverso un passaggio che è anche deontologico, vale a
dire se i medici curanti ravvisano
nelle terapie che dovrebbero essere
praticate il carattere di “cure inappropriate”, in quanto il malato non
può clinicamente guarire. Viene
introdotto quindi un criterio discrezionale – la decisione di sospendere
le cure può cambiare da medico a
medico – e quindi si avverte
l’esigenza di una legge che tuteli
l’inalienabile diritto del malato a
decidere come morire.
Qualche iniziativa è stata presa in
questo senso. Nel 2001 il nostro paese
ha ratificato la convenzione di Oviedo del 1997 che stabilisce che “ i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da
parte di un paziente che, al momento
dell’intervento, non è in grado di
esprimere la propria volontà saranno
tenuti in considerazione”. Inoltre,
secondo il Comitato per la Bioetica, “
le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non
solo tenerne conto, ma dovranno
anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”. Ma a
mio giudizio questo ancora non
basta. I tempi sono maturi perché si
passi dal piano etico a quello giuridico perché si tratta di rispettare il
diritto di ogni cittadino a decidere in
autonomia e libertà il proprio futuro,
soprattutto nel caso si realizzasse la
sfortunata condizione di impossibilità e incapacità di esprimere la propria volontà. Si tratta quindi non solo
di salvaguardare il principio dell’autodeterminazione, ma anche e
soprattutto di proporre alla popolazione giovane il tema difficile, ma
fondamentale, del termine della vita.
Infatti buona parte dei casi in cui non
è possibile esprimere la propria
volontà riguarda proprio persone giovani, in condizione di danno cerebrale da trauma per incidenti automobilistici o motociclistici. Il testamento
biologico assume quindi un valore
profondamente educativo perché
obbliga gli adolescenti e i giovani
adulti ad affrontare i temi esistenziali, a dibatterli e a interrogare se stessi
su come ciascuno vorrebbe concludere il proprio ciclo biologico, nel caso
che tale evento grave si realizzasse.
Questo dibattito non può che essere utile alla formazione di una personalità consapevole e cosciente non
solo sul grande tema dell’autonoma
decisione sul proprio progetto di vita,
ma anche sul problema del consenso
informato alle terapie mediche, di
cui il testamento biologico è una
logica estensione. Il consenso informato è una grande conquista etica
dei nostri tempi perché permette al
cittadino che necessita di terapia di
riappropriarsi della decisione se e a
quali cure sottoporsi. Non dimentichiamoci che il grande movimento
popolare olandese che ha condotto
alla legge sull’eutanasia è nato,
ormai vent’anni fa, quando la popolazione ha potuto constatare che i
moderni mezzi della medicina possono prolungare artificialmente la vita,
opponendosi alla sua conclusione
naturale per giorni, per mesi o per
anni. Poiché la decisione di come e
quando prolungare con le nuove tecnologie l’assistenza è completamente nelle mani dei medici, le persone
più illuminate della cultura olandese
chiesero a gran voce che le singole
persone potessero riappropriarsi
della decisione su quando tralasciare
o sospendere la cura. Il movimento
europeo a favore del testamento biologico è figlio di questo movimento
civile, che vuole, in una società culturalmente evoluta, riaffermare il
principio dell’autodeterminazione e
del consenso informato, da redigere
anticipatamente prima che un
danno cerebrale impedisca la sua
consapevole espressione.
Siena per legatumori
APPELLO PER IL DIRITTO
ALLA LIBERTÀ DI CURA
Il chirurgo e senatore Ignazio
Marino, insieme alle personalità più
avanti elencate, ti invitano a firmare
l’appello per il diritto alla libertà di
cura sul sito
ww.appellotestamentobiologico.it
con la seguente motivazione:
“Nelle prossime settimane il testamento biologico sarà al centro del
dibattito in Parlamento, e la maggioranza intende approvare una legge
che limita la libertà di scelta del cittadino imponendo alcune terapie,
come l’idratazione e l’alimentazione
artificiale. Le dichiarazioni anticipate
di trattamento non saranno vincolanti: spetterà sempre al medico l’ultima
parola. Qual è allora l’utilità di questa
legge, se non si garantisce al cittadino
che la sua volontà sia rispettata? La
verità è che il Ddl della destra è stato
scritto per rendere inapplicabile il
ricorso al testamento biologico. Oltretutto, la dichiarazione dovrà essere stipulata davanti ad un notaio, e rinnovata con cadenza triennale: vi
immaginate cosa significa andare ogni
tre anni davanti a un notaio accompagnati dal proprio medico di famiglia?
Al contrario della nostra proposta poi,
non è presente nemmeno un cenno
alle cure palliative, all’assistenza ai
disabili, alla terapia del dolore.
Ti chiedo dunque di diffondere il
più possibile l’appello, invitando tutti
i tuoi contatti a sottoscriverlo: dob-
biamo mobilitarci immediatamente
per raccogliere centinaia di migliaia
di adesioni e difendere il nostro diritto costituzionale alla libertà di cura.
Se saremo tanti, il Parlamento non ci
potrà ignorare. Nel prossimo dibattito in Senato il mio impegno personale è quello di dar voce alla vostra opinione, che credo coincida con quella
della maggioranza degli italiani. Che
vogliano utilizzare ogni risorsa della
medicina o che intendano accettare
la fine naturale della vita, i cittadini
vogliono essere liberi di scegliere.
Ti ringrazio infinitamente e conto
su di te per far circolare il più possibile l’appello.”
Ignazio Marino
ECCO IL TESTO DELL’APPELLO PER IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI CURA
Rispettiamo l’Articolo 32 della Costituzione
Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull’onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a
discutere e votare una legge sul testamento biologico.
Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell’orientamento generale degli italiani.
Rivendichiamo l’indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.
Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l’integrità
intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un
giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.
Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque
terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.
Senatore
Ignazio Marino
XVI Legislatura
(dal 29 aprile 2008)
Regione di elezione:
Lazio
Nato il 10 marzo 1955
a Genova
Residente a Roma
Professione:
Docente universitario di
chirurgia dei trapianti,
medico
Elezione: 13 aprile 2008
Membro Gruppo PD
Membro della
12ª Commissione
permanente
(Igiene e sanità)
Presidente della
Commissione
parlamentare di
inchiesta sull’efficacia e
l’efficienza del Servizio
sanitario nazionale
Contatti:
[email protected]
Sito internet:
www.ignaziomarino.it
Primi Firmatari
Ignazio Marino, chirurgo e senatore
Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio
Corrado Augias, scrittore
Bianca Berlinguer, giornalista
Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo
Maurizio Costanzo, giornalista
Guglielmo Epifani, Segretario Generale CGIL
Paolo Franchi, giornalista
Silvio Garattini, scienziato, farmacologo
Massimo Giannini, giornalista
Franzo Grande Stevens, avvocato
Marcello Lippi, Commissario tecnico della
Nazionale italiana
Luciana Littizzetto, attrice e cabarettista
Alessandra Kustermann, medico, ginecologa
Miriam Mafai, giornalista e scrittrice
Vito Mancuso, teologo
Erminia Manfredi, regista
Simona Marchini, attrice e autrice
Rita Levi Montalcini, premio Nobel
Giuseppe Remuzzi, scienziato, immunologo
Stefano Rodotà, giurista
Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica
Umberto Veronesi, oncologo
Mina Welby, delegato municipale ai diritti civili
Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della
Corte Costituzionale
Per firmare anche tu, consulta il sito www.appellotestamentobiologico.it
legatumori per Siena
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IL DIRITTO DI DECIDERE
DELLA PROPRIA VITA
A cura di FRANCO NOBILE
I PUNTI DI VISTA
DEI GIURISTI
una terapia, purché tale manifestazione di volontà sia libera, attuale e consapevole. Inoltre è doverosa , da parte
dei medico la sospensione di ogni
accanimento terapeutico.
ACCANIMENTO
TERAPEUTICO
TESTAMENTO
BIOLOGICO
Documento con il quale una persona, dotata di piena capacità, esprime la sua volontà circa i trattamenti
ai quali desidera o non desidera essere sottoposta nel caso in cui, nel
decorso di una malattia o a causa di
traumi improvvisi, non fosse in
grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso infornato. È
la logica conseguenza del progressivo affermarsi del principio di autodeterminazione, che ha reso il paziente
sempre meno dipendente dal medico. Queste dichiarazioni anticipate
non implicano l’ammissibilità dell’eutanasia.
EUTANASIA
L’uccisione diretta e volontaria di
un paziente terminale in condizioni
di grave sofferenza e su sua richiesta.
Viene considerato lecito e degno di
essere osservato da parte del medico,
il rifiuto del paziente di sottoporsi ad
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Trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obiettivo, a cui
si aggiunge la presenza di un rischio
elevato per il paziente da ulteriori
sofferenze in un contesto nel quale
l’eccezionalità dei mezzi operati
risulta chiaramente sproporzionato
rispetto all’obiettivo.
Ostinazione in trattamenti da cui
non si possa fondatamente attendere
un beneficio per la salute del malato
o un miglioramento della qualità
della vita .
La sospensione di terapie di prolungamento della vita sono un normale esercizio dell’attività medica e
non equivalgono all’eutanasia né al
suicidio medico assistito. Chiariamo
cosa si intende per futilità medica.
FUTILITÀ MEDICA
Si tratta di terapie che non sono in
grado di portare al paziente alcun
cambiamento delle funzioni vitali e
nemmeno alcun miglioramento
della qualità della vita. Esiste un
ampio consenso che non si deve sottoporre un paziente a un futile regime di alimentazione artificiale con
l’unico scopo di tenerlo in vita per
qualche giorno o settimana, ma
occorre invece adoperarsi per dargli
sollievo. Occorre chiarire che la
sospensione della terapia non è sinonimo di cessazione di ogni trattamento, perché occorre rendere il
processo di morte il più sostenibile
per il paziente con le cure palliative.
CURE PALLIATIVE
Si applicano quando la situazione
patologica del paziente appare irre-
versibile e caratterizzata da particolari sofferenze, non con la pretesa
illusoria di strappare il paziente alla
morte o di rinviarla, bensì per non
lasciarlo solo e per aiutarlo nell’ultima fase della sua vita nel modo più
umano possibile sia dal punto di vista
fisico che morale.
Le cure palliative ai pazienti oncologici terminali sono uno dei compiti della moderna medicina e trovano
sempre più spazio nella formazione
del personale sanitario. Il mantenimento di una accettabile qualità
della vita nella sua fase terminale,
rappresenta la più efficace risposta
alla disperata domanda di eutanasia.
È lecito lenire i dolori insopportabili anche a costo di limitare la
coscienza del paziente, anche se si
trova in stato vegetativo permanente.
STATO VEGETATIVO
PERMANENTE
L’evoluzione tecnologica consente
alla medicina di prolungare sine die la
vita del paziente anche se questo è
incosciente, ha perso le funzioni cerebrali e può sopravvivere solo se alimentato artificialmente. Ma non si
può parlare di vita quando ci sono solo
respirazione e alimentazione, ma
senza una coscienza vigile. Capovolgendo i termini del problema, ma
semplificandolo al massimo, occorrerebbe abbandonare ogni terapia diretta alla protrazione artificiale della vita
quando la situazione sia senza speranza, a meno che l’interessato non abbia
espresso il suo consenso anticipato ad
ogni tentativo per allontanare il decesso compreso l’accanimento terapeutico e l’alimentazione e l’idratazione
artificiale.
ALIMENTAZIONE E
IDRATAZIONE
ARTIFICIALE
L’alimentazione e l’idratazione
artificiale di un paziente in stato
Siena per legatumori
vegetativo permanente non è un piccolo intervento iniziale che non porrebbe problemi di assenso-dissenso,
come ha sostenuto il Comitato di
Bioetica nel 2005.
Invece il principio del consenso
informato deve valere per qualsiasi
atto invasivo sul paziente, compresi
quelli dell’inserimento di un sondino
gastrico e di un ago in una vena.
Si è discusso se l’alimentazione
forzata e le altre cure prestate ai
pazienti in stato vegetativo permanente siano da considerarsi come le
cure ordinariamente prestate a chi
non è autosufficiente come i bambini, i vecchi e i malati oppure si tratti
di vere e proprie attività terapeutiche
soggette alle regole del consenso
informato. Negli USA, primi a regolamentare il testamento biologico,
nutrizione ed idratazione sono considerati trattamenti sanitari, che il
paziente può rifiutare anche se di
sostegno vitale Ma chi non è in grado
di procurarsi il cibo da solo, per
esempio un neonato o un vecchio
avvertono la fame e la sete, reclamano il cibo e lo rifiutano quando sono
sazi. La sospensione dell’alimentazione forzata peraltro costituita da
preparazioni medico farmacologiche
non significa l’abbandono di ogni
provvedimento curativo del paziente
bensì che, una volta raggiunta
l’assoluta certezza dell’irrecuperabilità e della perdita irreversibile della
coscienza, tale sospensione diventa
materia esclusiva per una valutazione clinico-scientifica. Il rispetto della
dignità del paziente può far considerare contrario al suo interesse prolungare un trattamento assolutamente inutile perché non riesce a
recuperare alla vita, ma solo a rinviare la morte. Non si tratta di abbandonare il paziente ma di garantirgli
tutta l’assistenza necessaria perché
possa morire con umanità e senza
violare la sua dignità, trasformandolo da soggetto in oggetto. Tanto più
se il paziente si è espresso in tal senso
con un testamento biologico.
EUTANASIA ATTIVA
E PASSIVA
La differenza è solo legale, non
morale.
Non ha diversa valenza morale il
metodo di interruzione della vita in
legatumori per Siena
tutte le situazioni in cui la morte
anticipata è per il paziente l’evento
più desiderabile.
Solo l’eutanasia attiva è legalmente vietata e può configurarsi come
reato se esistono motivi egoistici da
parte di chi si presta a praticarla.
Norme giuridiche e deontologiche
sanciscono il divieto dell’accanimento terapeutico, mentre consentono
l’ampio utilizzo delle cure palliative e
della terapia del dolore che peraltro
spesso si traducono, se non come
un’anticipazione della morte stessa,
certo in una forte riduzione delle
capacità vitali.
IL DIRITTO A
MORIRE NELLA
LEGGE ITALIANA
Nel nostro ordinamento giuridico
non trova alcun riconoscimento la
richiesta di fine vita attraverso la collaborazione attiva del medico o di
una terza persona, configurandosi in
tal caso i reati di omicidio, di omicidio del consenziente o di suicidio
assistito. Più incerte sono invece le
condizioni sulla legittimità del rifiuto delle cure fino al conseguimento
della morte, la cosiddetta eutanasia
passiva in sostegno della quale scendono in campo norme costituzionali
norme di diritto positivo nonché
norme deontologiche.
NON
LEGALIZZIAMO
L’EUTANASIA,
PERÒ…
Le preoccupazioni avanzate a sfavore di una legalizzazione dell’eutanasia, oltre che di ordine etico, riguardano i possibili e probabili effetti socio
culturali e cioè:
• indebolimento della percezione
sociale del valore della vita;
• possibilità di tragici abusi celati tra
le maglie di una legge permissiva;
• disimpegno pubblico nei confronti dell’assistenza ai morenti;
• possibilità di scivolare verso forme
di eutanasia non volontaria;
• rischio di creare un’aspettativa
per una scelta eutanasica ritenuta
socialmente, o peggio, economicamente preferibile.
PERÒ siccome l’attuale cultura
della morte è passata da quella esistente una volta nella famiglie
patriarcali, caratterizzata da altruismo e solidarietà, a quella degli odierni un più ristretti nuclei familiari, più
anonimi, molto meno intimi, tendenti a rimuovere il pensiero della morte
non solo per ragioni psicologiche ma
anche pratiche e logistico-organizzative, occorre riflettere sulla conseguente emarginazione, sul disperato
isolamento (anche ospedaliero) del
malato terminale, cercando di prevenirli. Oggi si è poi definitivamente
affermato il principio del consenso
informato del paziente per cui non è
più il solo medico a decidere “ secondo scienza e coscienza” ma si è alternato un processo in cui il medico
ascolta e accompagna il paziente in
una sua decisione che può coinvolgere anche l’intera dimensione esistenziale della sua vita. Anche il medico
non deve considerare la morte del
paziente come risultato di una propria sconfitta o inadeguatezza, ma
dove trasformare il suo impegno professionale di “curare” in quello di
“prendersi cura” del malato. Più che
l’applicazione burocratica di modelli
standardizzati il medico dovrebbe
calarsi nella realtà specifica di ogni
singolo paziente terminale, della sua
effettiva situazione clinica avendo
ben presenti gli sviluppi della tecnologia medica e dei progressi farmacologici. È irrinunciabile che ognuno
abbia la possibilità di veder rispettate
le proprie scelte di fine vita in modo
che il medico possa tradurre la propria azione in un atto di rispetto per la
dignità del paziente.
Una lettera del prof. Mauro Barni, luminare
della Medicina Legale italiana ed europea al
prof. Franco Nobile
“Carissimo Franco, ho letto stamani
sul giornale il tuo pensiero sul testamento biologico. È perfetto! Hai detto benissimo ciò che pensi, che pensiamo, che pensano le persone per bene e i medici senza
frontiere (ideologiche)”.
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I PUNTI DI VISTA
DEI MEDICI
gna tenere nascosto ai più giovani.
Invece il più grande problema del
morente è proprio quello di restare
isolato, emarginato, abbandonato, in
preda alla disperazione. Il progresso
medico si è più sviluppato in direzione delle terapie che dell’assistenza,
considerata come un’esigenza secondaria. Bisogna invece prendersi carico del malato globalmente coi suoi
bisogni fisici (dolore) ma anche psicologici e morali.
LA MORTE
TECNICIZZATA
MORTE
Naturale conclusione biologica di
ogni processo di vita.
L’IMMORTALITÀ
BIOCHIMICA
DEL DNA
La vita è una fase transitoria di un
più grande progetto di continua rigenerazione, il cui autore è il DNA
umano che, riproducendosi da uomo
a uomo, propaga incessantemente la
vita. Chi ha la consapevolezza di far
parte di questo progetto, ha anche la
serenità di spirito davanti alla morte.
In effetti il DNA è immortale
NECESSITÀ
BIOLOGICA
DELLA MORTE
Ogni generazione deve lasciare il
posto alla generazione successiva
perché l’immortalità sarebbe un vero
e proprio disastro biologico ed ecologico per questa terra.
TENDENZA
AD IGNORARE
LA MORTE
Ci siamo sempre più rinchiusi in
una autoillusione che la morte quasi
non debba esistere e la persona che
sta male viene allontanata dalla famiglia e ricoverata in ospedale. È come
se considerassimo il malato, soprattutto se terminale, un peso dal punto
di vista pratico e qualcosa che biso-
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L’odierna scienza medica cura sempre di più e guarisce sempre di meno
(forse perché chi rende è il malato,
non il sano?) Anche il processo del
morire ha subito una specie di slittamento legato al processo tecnologico.
La dialisi evita la morte per blocco
renale, il cuore può essere riavviato
dopo il suo arresto con il defibrillatore;
poi ci sono le macchine cuore-polmoni, la nutrizione artificiale con le
sonde e così via. Entrando in un odierno servizio di terapia intensiva e di rianimazione ben attrezzato si potrebbe
quasi dire che oggi è più difficile morire: questa “avventura” medica può
prolungarsi per giorni, mesi ed anni
dissociando questa morte tecnicizzata dai meccanismi naturali che
l’avrebbero provocata prima.
IL TABÙ
DELL’EUTANASIA
L’atto di uccidere un membro del
proprio gruppo sociale è un tabù
ancestrale; però si può uccidere un
nemico in un atto di guerra. Il tabù
dell’omicidio determina il tabù dell’eutanasia. Il giuramento di Ippocrate che facciamo noi medici recita:
“non darò a nessuno farmaci mortali, neppure se richiesto”. Purtroppo
nel nostro tempo molti medici ritengono loro dovere abbandonare i
malati inguaribili al momento della
fine anziché aiutarli pietosamente a
morire dignitosamente senza angoscia e senza dolore.
IL DIRITTO
DI DECIDERE
DELLA PROPRIA VITA
La nostra società condivide in
pieno l’idea che si possa morire senza
sofferenza e manifesta quindi un
notevole interesse sulla possibilità di
stabilire prima, quando si è in piena
coscienza e in piena salute che non si
vorrebbe essere mantenuti in vita se il
male fosse irreversibile e le cure
dovessero accanirsi inutilmente.
Come ha scritto Luca Goldoni : Rivendico il diritto di andarmene
appena viene il buio, decidendolo ora,
quando la luce è ancora accesa. – Per
esempio, con il testamento biologico.
VIVERE
È UN DIRITTO,
NON UN OBBLIGO
Anche la Chiesa cattolica è
d’accordo da molti anni sulla liceità
di sospendere le cure inappropriate
quando non esistono più possibilità
di guarigione. Ma cosa significa
sospendere le cure (la cosiddetta
eutanasia passiva) che garantiscono
il supporto vitale, come la dialisi
l’idratazione e la nutrizione artificiali, la macchina cuore-polmoni?
Significa che dobbiamo procedere
fino a quando esistono ragionevoli
possibilità di successo.
IL TESTAMENTO
BIOLOGICO
Il codice deontologico medico
(art. 32) afferma che “il medico, se il
paziente non è in grado di esprimere
la propria volontà, non può non
tener conto di quanto manifestato in
precedenza dallo stesso”.
Secondo il Comitato Nazionale di
Bioetica le direttive anticipate
potranno essere scritte su un foglio
firmato dall’interessato e i medici
dovranno tenerne conto e giustificare per scritto le loro azioni che violassero tale volontà. Inoltre l’art. 32
della Costituzione sancisce la dignità
della persona.
I tempi sono maturi per passare
dal piano etico al piano giuridico con
una legge votata dal Parlamento. Si
ribadisce che non si tratta di ratificare l’eutanasia, ma di rispettare la
volontà di non dover subire forzatamente cure inutili e penose. Il rifiuto
delle cure è ormai accettato come un
diritto inalienabile. La medicina italiana aspetta una legge, come già
hanno molti Paesi.
Siena per legatumori
INCAPACI
DI SOFFRIRE
I soggetti in stato vegetativo permanente che respirano da soli ma
versano in uno stato irreversibile di
incoscienza non muoiono perché
sono nutriti ed idratati artificialmente. Ma le soluzioni di sostanze chimiche somministrate per sopravvivere
possono essere prescritte solo da
medici, introdotte nel corpo solo da
medici e con effetti controllabili solo
da medici: mentre il paziente non
solo non può apprezzare il preparato
e i suoi effetti ma non potrà rendersi
neanche conto di essere alimentato
oppure di non esserlo più. In realtà
non soffrono perché non sono più
capaci neanche di soffrite. Le sensazioni di digiuno, di sete e di dolore
non possono essere assolutamente
avvertite dai paz. in stato vegetativo
permanente, perché sul piano sensoriale sono già morti.
LA PROPRIETÀ
DELLA VITA
Secondo la visione religiosa la vita
è indisponibile perché appartiene a
Dio. Secondo la visione laica ognuno
è libero di disporre della propria vita.
Ma l’insegnamento della Chiesa vale
per chi crede nella Chiesa, cioè per i
fedeli ma non per tutti i cittadini
(atei, agnostici, credenti in altre religioni). La Chiesa ha tutti i diritti di
fare i suoi sforzi per convincere i
medici a non praticare la cosiddetta
dolce morte anche se la vita del paz. è
diventata una tortura senza speranza. Finché la Chiesa si richiama alla
Legge Divina è libera di dire e fare ciò
che vuole. Ma quando cerca di
influenzare la legge Civile del nostro
Stato, commette un abuso perché
cerca di togliere al cittadino una scelta che gli appartiene.
Allorché le cure mediche appaiono inutili, con l’unico effetto di mantenere artificialmente la vita infliggendo sofferenze inutili, possono
essere sospese. Così il medico salvaguarda le dignità del morente e assicura la qualità della sua vita.
Una volta si aveva paura di morire
prematuramente per fame, guerre,
infezioni. Oggi invece siamo assediati dalla paura di essere costretti a
sopravvivere oltre il limite consentilegatumori per Siena
APPENDICE
Proponiamo il modello di Testamento Biologico preparato dalla “Fondazione Umberto Veronesi
per il progresso delle scienze” – Per informazioni tel. 02 -76018187 www.fondazioneveronesi.it
TESTAMENTO BIOLOGICO
Io sottoscritto/a
Nome _________________________ Cognome ________________________________
Luogo di nascita ___________________________ Data di nascita __________________
Domicilio _________________________________________________________________
Documento di identità _______________________________________________________
NEL PIENO DELLE MIE FACOLTÀ MENTALI E IN TOTALE LIBERTÀ DI SCELTA DISPONGO
QUANTO SEGUE:
IN CASO DI • malattia o lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile
CHIEDO DI NON ESSERE SOTTOPOSTO AD ALCUN TRATTAMENTO TERAPEUTICO O
DI SOSTEGNO (alimentazione e idratazione forzata)
DISPOSIZIONI PARTICOLARI:
• Autorizzo la donazione dei miei organi per trapianti I SI I NO
NOMINO MIO RAPPRESENTANTE FIDUCIARIO IL SIGNORE/LA SIGNORA
Nome _________________________ Cognome ________________________________
Luogo di nascita ___________________________ Data di nascita __________________
Residente a ______________________________________________________________
Recapito telefonico _________________________________________________________
LE PRESENTI VOLONTÀ POTRANNO ESSERE DA ME REVOCATE O MODIFICATE IN
OGNI MOMENTO CON SUCCESSIVA/E DICHIARAZIONE/I
Luogo e data ______________________________________________________________
Firma del sottoscrittore ______________________________________________________
Documento di identità _______________________________________________________
Firma del fiduciario _________________________________________________________
Documento di identità _______________________________________________________
to dalla dignità personale e dalla
nostra capacità di sopportare sofferenze fisiche e morali.
Questo vivere oltre i limiti è il
risultato del progresso medico che è
in grado di tenere in vita chi un
tempo sarebbe morto. Ma se è la
medicina ad aver creato il problema
dovrebbe essere la medicina a preoccuparsi di trovare le soluzioni.
UNA MEDICINA
PER CHI MUORE:
LE CURE PALLIATIVE
Mentre nella normale medicina
curativa lo scopo è quello di difendere la vita ad ogni costo, nella medicina delle cure palliative l’esito è già
scontato in partenza perché l’evento
vincente della morte non si può evitare. Una volta ritrovato il coraggio di
accettare culturalmente e moralmente la morte come esito ineluttabile di ogni vicenda umana, la medi-
cina deve farsi più attenta alla vita
che ancora resta da vivere, concentrarsi sulle sofferenze di chi sta per
morire e sui suoi ultimi bisogni,
anche sociali e psicologici. Ma non
sempre la nostra pure straordinaria
medicina curativa è adatta ad assistere un paziente che muore e forse proprio per questo motivo spesso si
muore così male.
Purtroppo il nostro sistema sanitario nazionale non ha mai affrontato consapevolmente il problema
della morte. Invece le istituzioni
dovrebbero farsi maggiormente carico dell’assistenza di chi è ormai prossimo a morire, nonché dei suoi congiunti attraverso il potenziamento e
la diffusione della medicina delle
cure palliative, sia con forme di servizi territoriali come le dimissioni protette, le unità di cure domiciliari continuative sia sviluppando specifici
moduli formativi per medici, paramedici e volontari.
p rev e n z i o n e
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LA PIANIGIANI ROTTAMI DONA
UN ECOGRAFO A LEGATUMORI SENESE
so di costante crescita e sviluppo infrastrutturale, tecnico ed organizzativo.
Nel corso degli anni l’attività di Pianigiani Rottami è andata sviluppandosi
secondo le richieste di un mercato in
espansione con il forte e marcato impegno di fornire risposte operative
moderne ed adeguate alla problematica dei rifiuti.
Tale sviluppo, basato sulla volontà
di una sempre maggiore specializzazione e di un progressivo ampliamento
dei servizi offerti, ha sempre trovato
positivo riscontro nelle amministrazioni locali, con precisa collocazione ed
un ruolo ben riconosciuto in Toscana e
nella realtà senese.
A dimostrazione della volontà di
tenere standard prestazionali d’eccellenza, abbiamo conseguito la certificazione
di qualità ISO 9001 e la certificazione
L’azienda per il recupero e la gestione dei rifiuti, la famosa PIANIGIANI
ROTTAMI, ha donato un apparecchio
“Esaote”, un sosfisticato e costoso ecografo dell’ultima generazione al Centro
“Prevenzione” di Legatumori Senese.
Nel corso dei contatti tenuti per
condurre in porto questa encomiabile
operazione di liberalità, di elevato
valore umano e sociale, il presidente
prof. Franco Nobile e lo staff dirigenziale di Legatumori hanno avuto modo
di intrattenersi lungamente con i coniugi Antonello e Antonietta Pianigiani
(qui sopra nella foto) protagonisti della
più moderna cultura del recupero dei
rottami. Non dimentichiamo il legittimo interesse che presenta tale attività
per gli oncologi nei riguardi soprattutto
dello smaltimento dei rifiuti tossici e
radioattivi. L’esempio dell’amianto,
sicuro responsabile del temibile mesotelioma della pleura, vale per tutti. I
coniugi Pianigiani ci hanno così
descritto la loro attività.
La Pianigiani Rottami nasce a Siena
nel 1933. Fin dagli inizi si specializza
nel settore della raccolta e del recupero di materiali di scarto partendo dal
ferro e dalla carta da macero per poi
occuparsi di altre tipologie di rifiuti
come rottami non metallici, legno,
inerti ed imballaggi industriali.
La Pianigiani Rottami da quattro
generazioni opera a Siena in un percor-
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Ecografo Esaote
Siena per legatumori
ambientale ISO 14001.
Nel lavoro giornaliero la nostra
azienda si occupa della raccolta, del
trattamento e del recupero / smaltimento di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non, che si traduce in molteplici attività:
• trattamento e recupero di rottami
ferrosi e metallici;
• rottamazione di veicoli fuori uso
con raccolta, bonifica e lavorazione
delle carcasse (PRA);
• trattamento e recupero di materiali
cartacei;
• lavorazione degli scarti legnosi tramite appositi trituratori;
• selezione e recupero di imballaggi
in plastica;
• valorizzazione dei materiali derivanti da raccolta differenziata;
• trattamento di rifiuti ingombranti e
dei beni post-consumo, sia di tipo
domestico che industriale;
• raccolta di accumulatori al piombo
esausti e di pile e farmaci scaduti;
• raccolta e stoccaggio provvisorio di
materiali contaminati da amianto;
• lavorazione di rifiuti inerti:
• produzione di combustibile da rifiuto (CDR).
I nostri impianti si estendono su
un’area di oltre 40.000 mq autorizzati
per la lavorazione di circa 75.000 tonnellate di rifiuti prevalentemente desti-
legatumori per Siena
Sopra: veduta
aerea degli
impianti
Sotto: il mulino
frantumatore
nati al recupero in altri cicli produttivi.
Sono circa 70 gli addetti che lavorano
nella nostra azienda con un parco
mezzi intorno alle trenta unità.
Nostro fiore all’occhiello è il mulino
frantumatore per carcasse di autoveicoli e rottami metallici (unico attualmente in Toscana), frutto dell’impegno
di innovazione portato avanti dall’azienda e capace di un ciclo potenziale
di lavorazione di circa 30.000 tonnellate annue di materiali ferrosi.
Da sottolineare il ciclo di produzione CDR (combustibile da rifiuti) che
consente di trasformare la frazione
secca del rifiuto in un prodotto specifico per termovalorizzatori, riducendo al
minimo l’effettivo rifiuto da discarica e
capace di produrre energia da fonte
alternativa nel rispetto della legge
ambientale.
Grazie Antonietta e grazie Antonello a nome di tutta Legatumori Senese: il
vostro, anzi il nostro ecografo “Esaote”
entrerà in funzione entro questo mese
di marzo.
p rev e n z i o n e
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1
ANCHE
LA TARTUCA
SOSTIENE
LEGATUMORI
1 - Il presidente di
Legatumori riceve
l’assegno dal priore
della Tartuca.
2 - “Il teatrino di
Castelvecchio” con il
regista Edoardo Fontani
(il secondo da destra).
3 - Mauro Barni e
Adù Muzzi
tartuchini doc
alla cerimonia.
4 - Franco Nobile
consegna al priore
della Tartuca
Alessandro Notari
il diploma di socio
benemerito di
Legatumori.
(Foto Lozzi)
10
2
Da tempo le Contrade senesi,
scrigni di valori umani e sociali,
sostengono l’impegno della Lega italiana per la lotta contro i tumori per
la prevenzione oncologica. Il 20 febbraio scorso è stata la volta della Tartuca. Infatti nella Sala delle Vittorie si
è svolta una cerimonia ricca di solidarietà ed altruismo. Come avevamo
annunciato nello scorso numero del
nostro notiziario, la compagnia teatrale tartuchina del “Teatrino di
Castelvecchio” con la regia di Edoardo Fontani ha offerto a Legatumori
l’intero ricavato dello spettacolo
“Quando il diavolo ci mette lo zampino” andato in scena al teatro dei
Rozzi lo scorso 17 gennaio.
Siena per legatumori
Consegnando all’onorando Priore
della Tartuca avv. Alessandro Notari
il diploma di Socio Benemerito, il
prof. Franco Nobile ha annunciato
che la generosa somma ricevuta in
donazione sarà interamente impiegata per l’ampliamento dei locali del
Centro Prevenzione di Strada Massetana Romana, 44
4
3
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legatumori per Siena
11
12
Siena per legatumori
Legatumori senese ha sponsorizzato le squadre
di volley femminile della Libertas di Pietriccio
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legatumori per Siena
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Fax e disfax Fax e disfax Fax e disfax
I NUMERI DEI
TUMORI IN ITALIA
Ogni ora in Italia si ammalano di
tumore 30 persone e 18 ne muoiono:
si calcola che ogni anno nel nostro
Paese vengano colpiti da una neoplasia 270.000 cittadini, uno ogni 220, e
che 160.00 siano i decessi. Le proiezioni dicono inoltre che nel 2010
saranno 400.000 i casi registrati nell’arco dei 12 mesi, vale a dire più di
1.000 al giorno. Un bambino che
nasce oggi e morirà all’età di 78 anni
(durata media della vita in Italia) avrà
visto ammalarsi di tumore 21 milioni di suoi connazionali.
Numeri enormi, dunque, ma che i
progressi dell’oncologia ci consentono di guardare con meno terrore
rispetto al passato. La messa a punto
di nuove e più efficaci terapie consente già oggi di avere una guarigione nel 53% dei casi; anche la sopravvivenza è in netto miglioramento,
con un guadagno medio di sette
punti percentuali per gli uomini (dal
32 al 39%) e sei per le donne (dal 50
al 56%); complessivamente nei due
sessi il valore è 47%, cioè meno della
metà dei casi supera il 5° anniversario della diagnosi.
VISITA DELLA
“FOLGORE”
L’ultradecennale legame fra i
paracadutisti della “Folgore” e Legatumori Senese è ben noto, soprattut-
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LEGATUMORI SENESE
CENTRO “PREVENZIONE”
PRESTAZIONI DAL 2003 AL 2008
Prestazioni
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Dermatologia 1730
Senologia
2197
Ginecologia
521
Ortopedia
62
Oculistica
252
Ecografie
671
Cardiologia
51
O.r.l.
128
Urologia
31
Endoscopie
30
Stomatologia
4
Oncologia
27
Chirurgia
7
Dietologia
6
Psiconcologia
/
Ematologia
/
Neurologia
/
Medicina Interna /
2196
2760
852
73
252
909
58
205
45
67
4
28
17
5
/
/
/
/
2165
3082
936
80
282
895
67
114
79
101
3
10
7
2
/
/
/
/
2285
3584
751
79
307
1.102
61
137
142
114
5
18
13
2
33
/
/
/
2702
3827
1751
81
302
1201
183
158
206
233
6
25
22
1
29
15
74
/
3315 14.393
4285 19.735
2250 7.061
102
477
327 1.722
1574 6.352
662 1.082
182
924
242
745
281
826
21
43
13
121
4
70
3
19
8
70
15
30
63
137
24
24
Totale
Prestazioni
5.717
7.471
7.823
8.633 10.816 13.311 53.771
Totale tessere 4.228
5.510
4.790
5.529
5890
Totale
6286 32.233
NOTA: dall’anno 2004, data di inizio della nostra mammografia digitale, a
febbraio di quest’anno, il nostro Servizio di Senologia ha visitato oltre ventimila donne. Perché i responsabili dello screening regionale mammografico si ostinano ad ignorare le nostre reiterate offerte di collaborazione per
fornire una più seria attendibilità a questa preziosa indagine oncologica?
to nel campo della prevenzione oncologica. Per rinsaldare questo vincolo
al Centro di Strada Massetana Roma-
na è giunto in visita ufficiale il generale Rosario Castellano, appena insediatosi a Livorno al comando della
Brigata paracadutisti “Folgore”. E’ il
primo a destra nella foto, con a fianco la psiconcologa Debora Niccolini,
Franco Nobile, e gli alti ufficiali Aldo
Zizzo e Glauco Minervini, ben noti ai
cittadini senesi. Dopo l’inaugurazione di una targa d’onore si è svolta
una riunione per esaminare il programma della neonata Lega italo
Kossovara contro i tumori (un
distaccamento dei parà opera a Pristina, capitale del Kosovo) e per programmare altri servizi oncologici per
i militari.
Siena per legatumori
Fax e disfax Fax e disfax Fax e disfax
L’INCONTRO
CON L’A.M.M.I.
Il Presidente
dell’Ordine dei
Medici di Siena dr.
Fulvio De Pascalis
(al centro) insieme
al Segretario dr.
Roberto Monaco si
è recato in visita al
Centro
Prevenzione di
Legatumori Senese
dove ha concordato
con il prof. Franco
Nobile
un’iniziativa di
aggiornamento per
i Colleghi.
In applicazione di un accordo stipulato in sede nazionale, lo scorso 26
febbraio nella sede di Legatumori
Senese il presidente Franco Nobile
ha incontrato Andreina Correale,
presidente provinciale dell’A.M.M.I.
(Associazione Mogli Medici Italiani)
con la quale ha stipulato un’intesa
collaborativi per potenziare il settore
dell’informazione e dell’educazione
sanitaria per la prevenzione oncologica. I primi temi affrontati riguarderanno il testamento biologico e il
check-up preventivo per uomini e
donne.
Premio Santa Caterina d’Oro 2009
1
1 - L’immunoterapista Michele Maio riceve il
premio Santa Caterina d’oro da Silvano Focardi
magnifico Rettore dell’Università di Siena.
2 - Leonardo Pieraccioni in mezzo alle
collaboratrici di Legatumori senese
3 - 4 - Gaia Tancredi, presentatrice dell’Edizione
2009 del Premio Santa Caterina d’oro, ha
ricevuto un riconoscimento per il suo lungo
volontariato come vicepresidente di Legatumori
Senese dal suo presidente Franco Nobile.
DUBBI
Come si possono
prevenire i tumori
usando un
mammografo
immobile ed un
ecografo mobile?
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p rev e n z i o n e
legatumori per Siena
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Siena per legatumori