Banca Mondiale: Marocco

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Banca Mondiale: Marocco
Marocco
Marzo 2008
Informazioni Generali
Il Marocco è uno stato del Nordafrica. Buona parte delle sue coste sono bagnate dall'Oceano
Atlantico, ma estendendosi anche oltre lo Stretto di Gibilterra si affacciano anche sul Mar
Mediterraneo.
Superficie 710.850 Km2 (incluso il territorio conteso del Sahara Occidentale che copre
252,120 Km2)
Capitale
Rabat (659.000 abitanti)
Rabat e Salé (1.398.000 abitanti)
Altre città principali
Casablanca (2.950.000 ab.)
Marrakech (844.000 ab.)
Fez (954.000 ab.)
Tangeri (704.000 ab.)
Kenitra (573.000 ab.)
Oujda (962.000 ab.).
Popolazione 30.250.408 abitanti (densità 42,04 ab. per Km2)
Lingua
Lingua ufficiale è l’arabo, parlato dal 63% degli abitanti. La seconda lingua più diffusa è il
Berbero (24% della popolazione). Largamente utilizzato per uso commerciale il francese e lo
spagnolo. Nei centri turistici principali vi è una discreta conoscenza dell’italiano; poco diffuso
l’inglese.
Religione
Islamici (98,7%); cristiani (1,1%); una piccola comunità ebraica concentrata su Casablanca.
Moneta
L’unità monetaria del Marocco è il Dirham marocchino (DH), diviso in 100 cent. Dal 15 gennaio
1993 convertibile per le operazioni correnti ed internazionali.
Il tasso di cambio ufficiale del Dirham marocchino a novembre 2007 è di 11.3583 DH per 1
euro.
Il tasso di cambio annuale per il 2006 è di 11.0371 DH per 1 euro.
Sistema politico
Il Marocco è una Monarchia Costituzionale Democratica in cui il Re è la figura politica
dominante con un doppio ruolo: quello di capo temporale e quello di guida spirituale.
Il 13 settembre 1996 è stata approvata, con referendum, la nuova Costituzione, la quale è
andata a sostituire quella del 1992. Essa ha comportato, in particolare, l’istituzione di una
seconda Camera nel Parlamento, che oggi risulta essere composto da:
- Camera dei Rappresentanti, o camera bassa, con 325 seggi (eletta a suffragio
universale per cinque anni);
- Camera dei Consiglieri, o camera alta, con 270 membri (eletta indirettamente da un
Collegio elettorale per nove anni e rinnovabile ogni tre anni per 1/3).
Ad ottobre 2005 è stata approvata una nuova legge sui partiti politici con lo scopo di eliminare
partiti molto piccoli e creare dei raggruppamenti politici più forti. La legge continua a vietare i
partiti basati sulla religione, sull'origine etnica, sulla lingua o sulla regione. E' in fase di
discussione un progetto di modifica del sistema elettorale in vista delle elezioni del 2007. Le
nuove regole non sono però appoggiate da tutti i partiti in quanto prevedono uno sbarramento
al 7% dei voti, per poter avere dei seggi alla Camera dei Rappresentanti. La nuova regola
esclude di fatto i tre quarti dei partiti politici, che controllano all'incirca il 30% degli attuali
seggi nella Camera dei Rappresentanti.
Le intenzioni del Re e dell'attuale governo sono rivolte alla promozione del voto per i cittadini
marocchini all'estero e di aumentare la presenza delle donne in parlamento.
Il Re nomina il Primo Ministro, il quale, responsabile del suo operato dinanzi al Parlamento ed
al Re, sceglie il Consiglio di Ministri che, a sua volta, deve essere approvato dal Re.
Dopo la nomina del Governo da parte del Sovrano, il Primo Ministro presenta il programma
dinanzi alle Camere.
Lo scorso 7 settembre 2007, in Marocco si sono tenute le elezioni politiche. A ottenere più voti
sono stati i nazionalisti dell'Istiqlal che hanno conquistato 52 dei 325 seggi della camera bassa
del Parlamento di Rabat. Al di sotto delle previsioni invece i risultati della Pjd, la formazione
politica di ispirazioni islamica che ne ha ottenuti 47, mentre le previsioni la davano intorno ai
70 seggi.
L'Unione delle Forze Socialiste e Popolari (Usfp), ex primo partito in Parlamento dovrebbe aver
ottenuto tra i 35 e i 37 seggi.
A rendere noti i primi risultati parziali è stato il ministro dell'Interno Chakib Benmoussa.
Da un punto di vista degli equilibri politici non sembra essere cambiato molto. In Marocco è
sempre il re Mohamed VI a scegliere il partito o la coalizione a cui affidare l'incarico di formare
il governo.
Sistema legislativo
La funzione legislativa è disciplinata dalla legislazione francese e da quella islamica, in base
alla procedura legale francese.
Dal punto di vista amministrativo, il territorio è diviso in 39 province e 8 prefetture. E' ancora
aperta la questione dell'autonomia del Sahara occidentale, che il Marocco vorrebbe sotto la
propria sovranità. A livello locale il potere è gestito da governatori nominati dal Ministro degli
Interni.
La monarchia di Muhammad VI è tra i regimi più stabili del continente africano. La solidità della
struttura monarchica è dovuta ai seguenti fattori: la fermezza del re nel governare, il varo di
un complesso di riforme che hanno ammodernato il sistema sociale, aperture e concessioni alla
società civile, performances economiche soddisfacenti e relazioni internazionali amichevoli
nell’ambito della comunità internazionale e in particolare con gli Stati Uniti e l’Unione europea.
Uno dei primi segnali di cambiamento del Marocco è stato individuato nell’istituzione
dell’Istanza di Equità e Riconciliazione (IER), creata sul modello delle Commissioni di Verità e
Riconciliazione del Sudafrica post-apartheid. L’organismo è una novità assoluta nel mondo
arabo e, soprattutto, uno strumento con cui il paese si presenta sul proscenio della politica
internazionale con un volto moderno.
Un altro impegno del governo, è stata la fornitura di televisori satellitari in 38.000 Moschee.
Capo dello Stato
Re Sayyidi Muhammad VI ibn al-Hasan, in carica dal 23 luglio 1999.
Primo Ministro
Abbas El Fassi.
Partiti politici
Rassemblement National des Indépendents (RNI),
Union Constitutionnelle (UC),
Mouvement Populaire (MP),
Mouvement National Populaire (MNP),
Parti National Démocratique (PDN),
Union Socialiste des Forces Populaire (USFP),
Parti Istiqlal (PI),
Parti du Progres et du Socialisme (PPS),
Gauche Socialiste Unifiée (GSU).
Sono, inoltre, presenti anche partiti islamici, tra questi : il Parti de la justice et du
developpement (PJD); al quale si aggiunge il più vasto movimento islamico del paese Al-Adl
wal Ihsana (Giustizia e Carità), al quale però è stato vietato di agire come partito politico,
operando, quindi, nel paese solo come organizzazione di beneficienza.
Governatore della Banca Centrale
Abdellatif Jouahri.
Principali indicatori economici
Indicatore
2004
2005
2006
2007
PIL a prezzi correnti (in miliardi di Dh)
473.4
493.1
539.3
565.7
69.1
PIL a prezzi correnti (in miliardi di US$)
53.4
55.6
61.3
Tasso di crescita reale (%)
4.2
1.7
7.8
8.1
Inflazione %
1.5
0.9
3.4
2.1
Esportazioni fob
9,922.0
10,690.0
11,916.0
12,978.7
Importazioni fob
16,408.0
18,894.0
21,332.0
25,154.8
16,337.0
16,187.0
20,341.0
23,799.0
Bilancia commerciale (miliardi di US$)
Saldo
Riserve straniera, escluso oro (in milioni di US$)
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007Rischio
paese
La SACE colloca il Marocco nella categoria OCSE 3 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e
7 il rischio massimo).
Condizioni di Assicurabilità: Nessuna Restrizione (apertura per tutti i tipi di operazione).
Accordi con le IFI (Istituzioni Finanziarie Internazionali)
- accordo con il Club di Parigi (accordo con un gruppo di creditori ufficiali che negozia
accordi di ristrutturazione con i Paesi debitori con lo scopo di trovare soluzioni
coordinate affinché i tali Paesi siano in grado di onorare i propri debiti).
Aggiornamento: novembre 2007.
Congiuntura
Il percorso di modernizzazione del Paese ha un duplice obiettivo: quello di carattere politico e
quello di carattere economico.
Durante questi ultimi anni, la politica del Paese è stata completamente rivolta ad un
miglioramento del contesto economico, legale e commerciale della Nazione. E' stata seguita
una politica di stretto controllo monetario e fiscale, favorendo allo stesso tempo l'apertura degli
scambi con l’estero, la deregolamentazione di diversi settori economici e la modernizzazione
dell’industria attraverso l'introduzione di nuove normative sul mercato del lavoro e sul sistema
bancario e creditizio.
Tale scenario ha certamente favorito ed incoraggiato la formazione e l'istituzione di un forte e
stabile settore privato.
Il governo marocchino, infatti, è favorevole alle privatizzazioni e alla partecipazione straniera
specie nel settore turistico ed nei settori delle telecomunicazioni e del tessile.
Le riforme politiche avviate dal re Mohammed VI sono volte a perseguire un processo di
democratizzazione ed hanno come beneficiario principale la società civile.
L’ammodernamento del sistema sociale, l’ampliamento delle libertà di espressione (prima fra
tutti la libertà di stampa) e la riorganizzazione della struttura sociale della famiglia, considerata
il nucleo centrale della società, rappresentano solamente alcune delle innovazioni che hanno lo
scopo di rendere più liberale la configurazione della società, senza tuttavia comprometterne il
profondo legame con la religione islamica, sancito dall’attuale Costituzione.
I livelli elevati di disoccupazione e di povertà potrebbero però condurre ad agitazioni politiche e
sociali.
Il governo marocchino continua comunque gradualmente ad effettuare le riforme socioeconomiche, con lo scopo di ridurre la povertà e di combattere la militanza estremista islamica.
A causa dei vincoli burocratici e finanziari in essere in Marocco, il progresso voluto dal re è
ancora però un processo ad intermittenza. Successivamente al lento sviluppo economico del
2005, in gran parte dovuto a problemi del settore agricolo, si è registrato un forte rimbalzo
durante il 2006 con una accelerazione nella crescita del PIL nazionale che ha raggiunto un
valore pari al 7.8%.
Durante il 2007, invece, si è registrato una crescita reale del PIL molto inferiore a quella
registrata negli anni precedenti, pari a circa il 2.1%. Per il 2008 e il 2009, si prevede una
crescita maggiore del Prodotto Interno Lordo, che in termini percentuali si traduce
rispettivamente in 5.4% e 5.6%.
La politica di sovvenzione del governo marocchino sui prezzi del combustibile domestico è
rimasta invariata, mentre i prezzi internazionali del petrolio tendono al rialzo. Una delle
conseguenze di tale politica di sovvenzione sui combustibili è l’alto deficit fiscale: si è registrata
infatti solo una modesta contrazione del deficit al 6,3% del PIL. Il tasso di disoccupazione
ufficiale è sceso durante il 2006 al 9.8% della forza lavoro, rispetto all’11.3% del 2005. Anche
se tale percentuale è la più bassa degli ultimi 35 anni, il livello di disoccupazione resta
comunque relativamente alto, denunciando ancora una povertà generalizzata. Fra i problemi
strutturali dell’economia marocchina vi è la centralità del settore agricolo. La naturale
incertezza del settore comporta inevitabilmente delle variazioni sulla produzione agricola e
tenuto presente che circa il 50% della popolazione del Marocco è direttamente impegnata nel
settore agricolo, è facilmente comprensibile quanto ne risenta pesantemente l’occupazione.
Gli sforzi governativi nel settore agricolo hanno comunque comportato un aumento della
crescita del PIL.
Anche l’espansione del settore non agricolo ha avuto un rialzo e si prevede che continuerà per
tutto il 2008, grazie all’aumento della richiesta di prodotti marocchini da parte degli Stati della
UE, che resta il principale mercato del Marocco.
Un ambizioso programma sulle infrastrutture pubbliche è previsto fino al 2015. In particolare,
si cerca di dare priorità all’edilizia popolare nelle aree urbane ed allo sviluppo delle
infrastrutture rurali, puntando al miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più povere e
cercando di diminuire il malcontento sociale, arginando così l’appello dell’estremismo islamico.
Con la crescita dell’economia e dei consumi privati, gli introiti delle imposte sia dirette che
indirette, sono fortemente cresciuti, tendenza che dovrebbe continuare fino alla fine dell’anno.
Tuttavia rimangono elevati sia il costo degli stipendi nel pubblico impiego, sia il costo delle
sovvenzioni sul combustibile. In generale, il disavanzo di bilancio dell’amministrazione
pubblica, aumentato in termini nominali nel corso del 2006, rimarrà intorno al 7.3%del PIL,
escluse le entrate dovute alle privatizzazioni; includendole, il deficit scende a 6.1% del PIL.
La pressione inflazionistica non è stata particolarmente elevata nonostante la forte liquidità di
questi anni dovuta alle rimesse degli emigrati nonché all'aumento delle privatizzazioni. Una
politica monetaria prudente ha tenuto infatti sotto controllo il rialzo dei prezzi al consumo; ma
anche grazie alla politica delle sovvenzioni su tre dei maggiori settori merceologici: petrolio,
zucchero e farina.
Il Marocco è oggi il Paese leader nell’area mediterranea per quanto concerne il microcredito.
Durante la prima fase dell’Isu, infatti, il governo ha concentrato la sua azione su 350 comunità
rurali e 250 aree urbane considerate particolarmente svantaggiate, per garantire migliori
infrastrutture, condizioni di vita, opportunità di lavoro e di crescita per le popolazioni.
Inoltre, la Banca Mondiale ha concesso al Marocco un prestito di 200 milioni di dollari per
favorire lo sviluppo del suo sistema finanziario, in base ad un accordo firmato fra il ministro del
Tesoro Fathallah Oualalou, e il rappresentante locale della banca Mondiale, Farid Belhaj. In
occasione della firma dell’accordo, Oualalou ha indicato che il Marocco ha seguito le
raccomandazioni formulate dalla Banca Mondiale per sviluppare il suo sistema finanziario, e per
questo il 2005 è diventato "un punto cruciale" nei rapporti fra Rabat e questo organismo.
Dall’adozione nel maggio 2005 del programma strategico di cooperazione per il 2005-2009, la
Banca Mondiale ha già intrapreso due azioni importanti di appoggio alla politica di Rabat, che
punta a migliorare la concorrenza fra gli operatori e il clima finanziario per gli investimenti in
modo da rilanciare la crescita e la creazione di posti di lavoro. La politica di riforme del governo
marocchino ha così permesso di andare avanti con il programma di modernizzazione del
settore finanziario; progressi sono stati fatti nella lotta al riciclaggio di denaro sporco, nel
settore delle assicurazioni e nella supervisione dell’attività bancaria.
In conclusione, le preoccupazioni sia del FMI che della Banca Mondiale, circa le riforme
strutturali e la politica fiscale del Marocco, sono dovute all’ancora lento sviluppo economico del
Paese nonché alla mancata integrazione nell’economia mondiale.
Il FMI ha identificato tre obiettivi per i prossimi anni: una migliore politica sulle infrastrutture,
un’ulteriore liberalizzazione commerciale ed un regime più flessibile dei tassi di cambio. E’
necessaria inoltre una maggiore riduzione del debito pubblico, intervenendo nel pubblico
impiego, nonché nella politica eccessivamente onerosa delle sovvenzioni.
Prospettive future
Tra gli effetti positivi dei programmi di riforma economica finora seguiti dal Paese si evidenzia
che gli investimenti esteri, seppure in modo discontinuo, stanno crescendo rapidamente e,
nonostante l’agricoltura continui a rivestire un ruolo di grande e fondamentale importanza,
tutti i settori non agricoli cominciano a registrare crescite costanti. A riguardo, il Fondo
Monetario Internazionale (FMI) ha fornito una prospettiva relativamente ottimistica per
l’economia del Marocco.
La politica economica del governo punterà comunque su uno sviluppo economico più veloce
cercando di ridurre la disoccupazione e la povertà della popolazione. L’intenzione è di
migliorare l’apparato burocratico riformando le regole sul diritto al lavoro (è ancora attesa una
riforma sulla legislazione al diritto di sciopero), nonché sulla proprietà privata. Le riforme
puntano anche al rilancio delle imprese, agevolando la nascita di nuove iniziative economiche,
migliorando il controllo bancario nonché liberalizzando le telecomunicazioni ed i settori
dell’aeronautica ed energetico.
Ulteriori riduzioni delle tariffe, accompagnate da una semplificazione delle regole commerciali,
sono progettate allo scopo di ampliare lo sviluppo economico del paese. Queste misure, con gli
accordi commerciali raggiunti con gli Stati Uniti e l’UE, dovrebbero rilanciare l’investimento
interno.
Il governo garantisce anche che si muoverà verso una maggiore flessibilità del tasso di cambio
nel corso dei prossimi cinque anni. Le privatizzazioni continueranno sia nel settore industriale,
sia nei servizi, compreso quello bancario. Così come darà la priorità allo sviluppo del settore
turistico, il governo, con il recente programma “vendita della terra”, sembra rivolgersi anche
alle problematiche del settore agricolo eccessivamente dipendente dalla produzione di cereali.
Tuttavia, gran parte dei programmi industriali di ristrutturazione del passato sono stati
ignorati, in quanto alcune riforme avrebbero potuto significare, nel breve periodo, un aumento
della disoccupazione, impoverendo maggiormente la fascia debole della popolazione, nonché
rischiando di creare problemi alla classe elitaria del paese. Il governo ha comunque preso delle
decisioni difficili, come il taglio alle sovvenzioni al combustibile, ma cerca di vivere al meglio
sotto la minaccia della stabilità sociale.
Il programma dell’Haut Commissariat (HCP), prevede che lo sviluppo nel settore agricolo
crescerà del 30.6% grazie all’aumento della produzione di cereali. D’altra parte, anche
l’industria edilizia continuerà a trarre vantaggi dai programmi governativi di alloggiamento e di
sviluppo delle infrastrutture.
Nel biennio 2008/09 l’aumento di competitività della moneta nazionale dovrebbe stimolare la
domanda europea nei confronti delle produzioni marocchine. L’espansione degli investimenti
dovrebbe continuare in linea con la privatizzazione e la crescita degli investimenti stranieri nel
turismo, nel tessile e nel settore bancario.
L'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, entrato in vigore a gennaio 2006, promette
infatti un aumento delle esportazioni risollevando al contempo l'investimento interno.
2008
2009
PIL (var.%)
5.4
5.6
Inflazione (%)
2.5
2.8
Esportazioni fob
14.3
15.9
Importazioni fob
26.7
28.0
Bilancia Commerciale (miliardi di US$)
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007
Settori produttivi
Nonostante la rapida industrializzazione dell’economia, la crescita economica del Marocco
dipende ancora largamente dal settore agricolo che impiega oltre il 50% della forza lavoro,
anche se produce solo il 12.4% del PIL nazionale.
Il settore industriale, in particolare quello manifatturiero, attrae invece crescenti flussi di
investimenti dall’estero.
Le aziende marocchine si lamentano però degli alti costi dell'energia, delle tasse,
dell'inflessibile legislazione sul lavoro e delle debolezze delle infrastrutture.
Il settore ha comunque registrato un forte sviluppo, dovuto principalmente alla ripresa delle
esportazioni dei prodotti tessili ed elettronici, nonostante la forte concorrenza cinese ed
indiana.
Occorre osservare, però, che nonostante fino ad ora siano state aiutate dagli alti dazi previsti
all'importazione, molte ditte marocchine avranno un futuro incerto dopo il 2010, anno in cui
entrerà in vigore l'accordo di associazione con l'UE, stipulato il 1° marzo 2000.
Una delle principali fonti di produzione di ricchezza del Paese può considerarsi il settore dei
servizi con il 57.2% sul totale delle produzioni nazionali.
Tra le altre attività produttive particolare importanza va rivestendo il comparto del turismo.
La maggior parte delle attività economiche resta concentrata nelle regioni delle due maggiori
città del paese, Casablanca e Rabat, malgrado il Governo stia cercando di incentivare
l’industrializzazione di altre regioni meno popolate. In particolare, alla fine degli anni ‘90 è
stato formulato un piano di sviluppo delle vaste province del nord in cui è concentrato il 20%
della popolazione del paese.
Diversi miliardi di dirhams sono stati così già investiti in tali aree per vari progetti riguardanti
l’industria, l’agricoltura, la pesca, l’insegnamento ed il turismo.
La Telecom Maroc sta installando un cavo di fibre ottiche subacqueo che collegherà il Marocco
con la Francia, per soddisfare le esigenze di comunicazione delle ditte offshoring. E' stato un
investimento di 300 milioni di Dh e si pensa che possa trasportare più di 500.000 chiamate
simultanee. Più di 100 centraline sono state già installate in Marocco, con un giro d'affari di
olre 90 milioni di dollari nel 2005.
L'aumento dello sviluppo del settore non agricolo è stato guidato negli ultimi anni dal settore
dei lavori pubblici, dal commercio, dai trasporti e dalle telecomunicazioni.
Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL (composizione %)
2005
Settori
(%)
56.7
Servizi
Agricoltura, silvicoltura e pesca Servizi
12.4
Manifatturiero
17.6
Energia e acqua
5.7
Costruzioni e opere pubbliche
4.7
Settore minerario
2.7
Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007
Materie prime
Il settore delle materie prime è dominato dalla produzione di fosfato, sfruttato principalmente
dall’OCP, la compagnia di stato “Office cherifien des phosphates”, l’istituto industriale più
grande del paese. Il Marocco detiene circa i tre quarti delle riserve di fosfato ed è il terzo
produttore nel mondo, dopo gli Stati Uniti e la Russia. Il Marocco è, di conseguenza, uno dei
maggiori esportatori di rocce di fosfato e derivati, con il 27% circa del mercato mondiale
mentre contribuisce per il 38% alla produzione mondiale di acido fosforico.
Per amplificare le esportazioni (gli Stati Uniti, Spagna, Messico ed India sono i mercati chiave)
la compagnia di Stato sta sviluppando delle alleanze di vendita e delle joint ventures.
L'OCP sta investendo Dh 10.3 miliardi nel periodo 2002-07 per poter consolidare la propria
posizione come primo esportatore di fosfato del mondo.
Sebbene questa risorsa caratterizzi il 95% del volume totale delle materie prime del paese,
anche altri minerali vengono estratti tra cui ferro, zinco, manganese, piombo e rame. Il
Governo è attivo nella ricerca di altri minerali; in particolare negli ultimi anni è incoraggiata
l’esplorazione nel settore degli idrocarburi.
Agricoltura
Dopo la considerevole espansione degli anni ‘80, la produzione agricola ha conosciuto un
momento di arresto a causa dell’aumento dell’incidenza della siccità, che ha danneggiato la
produzione di cereali, elemento trainante dell’economia agricola del Marocco. In generale, il
settore appare ancora non adeguatamente sviluppato, ma passi avanti si sono registrati
soprattutto nelle produzioni destinate all’export. Nel globale processo di riforma economica,
risulta dunque tra i problemi strutturali dell’economia marocchina.
Il paese è sufficientemente indipendente per quanto riguarda l’allevamento, la produzione di
frutta e verdura, ma ampi volumi di altri alimenti quali farina, maizena, zucchero e latticini
devono essere importati. Ad ogni modo l’agricoltura rimane un importante traino per il settore
occupazionale: insieme alla pesca, impiega circa il 50% della forza-lavoro (ed oltre il 60% di
quella femminile), ma concorre alla formazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) soltanto per il
11-20%, dipendendo fortemente dalle piogge. Ci sono circa 8.73 m di ettari di territorio
coltivato di cui soltanto 1.25 m è irrigato. I prodotti delle zone irrigate sono destinati
prevalentemente all’esportazione (agrumi, pomodori, patate novelle, uva, principalmente per
vino). La canna da zucchero è lavorata localmente, mentre olive e olio sono dedicati sia all’uso
locale che all’esportazione. Gli esportatori marocchini hanno subito in questi anni la forte
concorrenza della Grecia e della Turchia, e stanno pertanto cercando di differenziare le
tradizionali esportazioni di pomodori e di agrumi.
E' in discussione una strategia per spostare i coltivatori dalla loro dipendenza tradizionale sui
raccolti di cereali, verso la produzione di frutta e delle verdure d'alto valore per il mercato
ingrandito della UE. Il Ministero dell'agricoltura ha proposto la conversione di circa 2m ha dei
7.5m del paese, da terreni a produzione pioggia-sensibile del cereale ad altri raccolti. Il
governo dice che spenderà Dh 3bn per sovvenzionare l’impianto di aree verdi (boschetti a
olive) e di Dh 1bn per altre piante. Il governo inoltre progetta di accelerare l'investimento
nell'irrigazione, nella meccanizzazione e nei servizi rurali e fornire un migliore accesso al
sistema creditizio. Tuttavia, simile idee sono state suggerite molte volte nel passato senza
alcun risultato significativo. Inoltre il governo deve ancora superare il problema della
frammentazione della terra, con la maggior parte dei coltivatori agricoli che non possono
permettersi investimenti in trattori, fertilizzanti o semi selezionati.
Durante la terza sessione delle trattative agricole fra il Marocco e l'UE, avvenuta lo scorso
maggio, il governo marocchino ha presentato una proposta per liberalizzare ulteriormente il
settore agricolo, con l'obiettivo di concludere maggiori accordi con l'UE. Essenzialmente il
governo ha presentato cinque liste di prodotti in base al grado di vulnerabilità rispetto alla
concorrenza europea. Il primo elenco di prodotti è proposto per una liberalizzazione
immediata, le altre rispettivamente verranno liberalizzate nei prossimi cinque, dieci e venti
anni, mentre l'ultima lista di prodotti, quali i cereali e le carni rosse devono essere totalmente
escluse dall'accordo.
In Marocco esistono molte foreste di sughero e di alberi da legname (cedri, querce, abeti).
L’allevamento è un’attività importante delle aziende agricole e la produzione di carne,
particolarmente di pollame, è aumentato costantemente negli ultimi anni. Tuttavia, la riduzione
delle terre adibite a pascolo causata delle negative condizioni atmosferiche ha ridotto
sensibilmente la qualità e la quantità dei capi allevati. Il comparto necessiterebbe di nuove
tecniche di allevamento e di sistemi di immunizzazione per accrescere la produzione di
bestiame e contribuire ad assicurare autosufficienza di prodotti alimentari al paese.
La pesca è un’attività molto sviluppata in Marocco che dispone di 3.500 km di coste, di una
zona esclusiva di 200 miglia nautiche e un’area marittima di 1.000.000 di kmq con un
potenziale stimato di 1.600.000 tonnellate di pesce all’anno.
Dopo la Nigeria, il Marocco è il maggior produttore di pesce dell’Africa ed il più grande
produttore ed esportatore di sardine nel mondo.
Il settore della pesca rappresenta il 12% del valore totale delle esportazioni nella bilancia
commerciale con l’estero ed il 55% del totale della produzione di alimenti esportata,
impiegando circa 70.000 lavoratori e rappresentando circa il 3% del PIL.
Lo sviluppo del settore della pesca ha comportato la crescita di industrie «collegate» e di
trasformazione. Le industrie private che operano attualmente nel settore della trasformazione
e lavorazione del pesce sono all’incirca 280. Per quanto concerne le esportazioni, i principali
mercati importatori di conserva e semi-conserva di pesce sono in ordine di importanza: Europa
(56%), Africa (20%); America (15%) altri (9%). A livello internazionale il comparto pesca del
Marocco è stato interessato dall’Accordo di Associazione con l’Unione europea, e dal
Regolamento UE del 31/1/97 attuativo dell’Accordo pesca, che consentiva a circa 600
pescherecci europei, principalmente spagnoli e portoghesi, di operare in acque marocchine.
Alla scadenza naturale dell’Accordo, il 30/11/99, il Marocco ha rifiutato di rinnovare un accordo
quadriennale per la pesca con l’UE affermando che le attuali forme di cooperazione non aiutano
a salvaguardare le ricchezze marine nazionali.
Le negoziazioni per un nuovo accordo per la pesca tra Marocco e UE sono però riprese e, verso
la fine di maggio 2006, è stato adottato formalmente un accordo quadriennale. L'accordo
permette che 119 barche europee, di cui 100 Spagnole, possano pescare fino a 60.000
tonnellate di pesci in acque territoriali marocchine contro un esborso di 180 milioni di dollari
americani. Il governo marocchino dovrebbe ratificare l'accordo in novembre. Tuttavia, è chiaro
che il patto ha suscitato la reazione dei pescatori locali, preoccupati della distruzione di stock di
pesca nel lungo termine. Mentre il ministro dell'agricoltura ha dato risalto ai benefici economici
dell'affare in termini di investimenti e di sussidi finanziari.
Tutto il settore della pesca comincia però a soffrire le conseguenze del depauperamento delle
risorse marine. Il Marocco ha allora chiesto all’Unione che le due parti cerchino una nuova
partnership che conservi le risorse marine del regno e persegua la promozione di joint venture.
I cambiamenti sui mercati internazionali e l’introduzione di standard di qualità, hanno spinto il
paese verso una politica di sviluppo e di rinnovamento tecnologico di tutta la filiera della pesca.
Industria
Il settore manifatturiero concorre per circa il 18% alla formazione del PIL ed impiega circa il
13% della forza-lavoro. Le attività industriali sono maggiormente concentrate nella regione di
Casablanca. Lo sviluppo delle attività industriali è al centro dei piani governativi volti al
miglioramento della crescita economica, anche se il processo di ammodernamento procede
ancora lentamente. Sin dal 1999 il settore ha conosciuto una crescita annuale pari al 3-3.5%.
In questa crescita del settore si celano però variazioni settoriali significative. La trasformazione
alimentare, i prodotti chimici, i materiali da costruzione, il wood-processing e le industrie dei
componenti elettrici si sono sviluppati ad una media annuale di 4-5%.
Tuttavia, il settore più importante, il tessile, è in diminuzione a causa della concorrenza
internazionale. L'industria tessile marocchina sta mediamente scendendo dal 2000 dell'1%
all'anno e quella dell'industria dell'abbigliamento del 3.7%.
Il settore industriale oggi soffre di un problema di bassa produttività, di alti costi del lavoro ed
energetici, di inflessibilità, di cattiva gestione ed investimenti inadeguati in relazione anche alla
concorrenza estera.
Un programma di incentivi all'occupazione è stato varato dal governo nel mese di luglio 2006.
L'obbiettivo è di creare più di 200.000 posti di lavoro per il 2008 con tre linee direttrici. La
prima componente del programma è denominata "la mia impresa", e punta a fornire alle nuove
piccole imprese non solo dei finanziamenti, ma anche strumenti legali e tecnici. "La mia
impresa" punta alla nascita di 30.000 nuove imprese in tre anni. La seconda parte del
programma punta all’"integrazione", introducendo incentivi fiscali volti all'assunzione di giovani
disoccupati nelle aziende già in essere. Infine, la terza parte del programma, la
"qualificazione", ha come scopo il finanziamento di programmi di formazione professionale per
giovani assunti con contratti a tempo determinato, puntando così all'assunzione a tempo
indeterminato nelle aziende che hanno "qualificato" i propri dipendenti beneficiando dei
finanziamenti governativi.
L’industria alimentare produce sia per il mercato interno (olio di oliva, conserva di frutta,
verdure e pesce), che per l’esportazione (farina, pasta, oli vegetali, bevande e tabacco). Il
Marocco rifornisce circa un quarto del mercato europeo di sardine in scatola.
L’industria tessile marocchina è piuttosto sviluppata e anche se recentemente il settore ha
affrontato gravi difficoltà, rappresenta il 25% dell’impiego nel settore manifatturiero.
Articolandosi per l’85% in piccole e medie imprese le esportazioni rappresentano circa il 20%
delle esportazioni totali, rispetto al 25% del 1998.
I produttori temono inoltre che l'abolizione delle quote sulle esportazioni tessili asiatiche verso
la UE (con la conclusione dell'accordo multi-fibre MFA del 1° gennaio 2005) condurrà ad
ulteriori chiusure di fabbriche tessili. Allo stesso tempo però, il Marocco presenta il vantaggio
della vicinanza all'UE che è il mercato più importante, e potrebbe trasformare la produzione dai
vestiti a basso costo, alla produzione di abbigliamento con maggiore valore aggiunto.
In ascesa è anche l’industria automobilistica, che presenta notevoli possibilità di sviluppo
soprattutto per quanto riguarda le fasi di assemblaggio.
L’industria chimica si basa sulla trasformazione dei fosfati in acido fosforico e fertilizzanti.
Interesse verso il paese è stato mostrato da parte della società informatica statunitense
Microsoft, per quanto riguarda l’apertura di un quartier generale regionale a Casablanca, a cui
hanno fatto seguito altre due compagnie di informatica che hanno progettato di seguirne
l’esempio: la Compaq e la Oracle hanno pianificato l’apertura di sussidiarie di stanza in
Marocco in una alleanza strategica che serva le società locali, in base alla quale la Oracle
dovrebbe occuparsi del software e la Compaq dell’hardware.
Nel settore delle costruzioni vi è stata una crescita sostenuta, potendo beneficiare di grandi
progetti per le infrastrutture come la “ la deep-water port” per il porto sul Mediterraneo, lo
sviluppo di sei nuove stazioni turistiche, importanti programmi pubblici per la costruzione di
nuove strade e dighe. Un ottimo fattore per la crescita di questo settore è dato dall’aumento
del consumo di cemento, che è cresciuto per il 9,3% nel 2003 fino ad arrivare a 9,3m di
tonnellate prevedendo la costruzione di 20.000 case, 730 negozi, scuole, moschee, ospedali e
cliniche, è stata infine programmata la costruzione di 10.000 case a Fez, 8.000 a Casablanca e
5.000 a Meknès. I finanziamenti sono sia pubblici che privati ed il Governo marocchino spera di
riuscire ad attrarre anche capitali esteri.
Servizi
Il settore dei servizi è vasto e ben sviluppato, contando per circa il 57% del PIL del Paese e
occupando circa il 25% della forza lavoro.
Il settore è ampiamente concentrato sui servizi turistici, ma ben avviati sono anche i servizi
finanziari e commerciali, oltre al vasto contributo dei servizi governativi.
Per quanto riguarda la carta stampata, vi sono vari giornali sia in lingua araba che in lingua
francese. La maggior parte sostiene la linea di governo, come il Al Anbaa, Maroc soir e Le
matin du Sahara. Ma negli ultimi anni hanno incominciato ad avere un certo richiamo anche Al
Alam e l'Opinion che sostengono il Parti Istiqlal, mentre Al Bayane sostiene il DES (forces
populaires socialistes).
Due utili pubblicazioni economico finanziarie sono il quotidiano L'Economiste ed il settimanale
Vie Economique.
Il governo ha annunciato che l'agenzia di stampa nazionale, la stampa araba del Maghreb, sarà
parzialmente privatizzata.
Infrastrutture
Lo stato delle infrastrutture è complessivamente discreto, sebbene un loro ulteriore sviluppo
garantirebbe un maggiore afflusso di investimenti esteri.
In particolare, il Marocco possiede 57.000 km di strade, di cui quasi 32.000 km sono asfaltate.
Attualmente sono solo 530 i km di autostrade presenti nel paese ma il Governo ambisce ad
incrementare queste cifre mirando al raggiungimento dei 1.500 km entro il 2010. Il trasporto
su strada, di conseguenza, è molto sviluppato e conta il 92% del traffico passeggeri e più del
75% del traffico commerciale. Il paese presenta, in particolare, circa 10.888 km di strade
principali di cui 9.575 km asfaltati, circa 9.494 km di strade secondarie di cui 6.587 km
asfaltati e 40.067 km di strade terziarie di cui 14.212 km asfaltati.
I progetti di costruzione di nuove strade sono sia pubblici che privati. Il governo marocchino è
infatti grandemente impegnato nella ricerca dei modi migliori per far affluire capitali privati nel
settore dei trasporti.
Il settore pubblico è impegnato nella realizzazione dei progetti di costruzione delle seguenti
strade:
Rabat-Fez (120 km) ;
Larache-Sidi Lyamani (30 km);
Casablanca-Settat (60 km).
Il settore privato è impegnato nella realizzazione dei seguenti progetti di nuove strade il cui
costo stimato è pari a 18,7 miliardi di Dh:
Casablanca-ElJadida (120 km);
Tetouan-Sebta (40 km);
Settat-MarrKech (170 km);
MarraKech-Agadir (250 km)forse operativa entro il 2009;
Agadir-Taroudant (80 km).
Sono in corso anche i lavori per la costruzione di alcune sezioni de la Rocade Mediterraneenne,
un progetto di strada costiera di 550 km di collegamento tra Tangeri ed il confine algerino, un
autostrada di 320 km da Fès a Oujda e di una strada costiera anche lungo la costa atlantica.
Su un progetto approvato nel 1996, nel periodo 2000-2010 sarà realizzato un tunnel lungo 10
km sotto il Monte Atlante che metterà in collegamento Marrakesh con Ouarzazate per servire
l’area sud-est del paese, riducendone così il tragitto di 25 km con un risparmio di tempo di
circa 40-60 minuti.
Attualmente questa rotta è notoriamente lenta e il passaggio di valico della montagna è spesso
chiuso per avverse condizioni climatiche. Il tunnel dovrebbe favorire lo sviluppo della regione
che è caratterizzata da una scarsità di infrastrutture. Il costo del progetto è stimato in 100
milioni di US$. Anche le strade rurali cominciano ad essere al centro dei programmi di
riqualificazione, con la programmazione di 10.000 km di strade da costruire o migliorare, come
parte della strategia di sostegno all’agricoltura e di sviluppo delle aree rurali. La rete stradale
rurale sta estendendosi di circa 1.500 km all'anno, ma ancora soltanto il 50% della
popolazione rurale è servito dalle strade.
Sugli itinerari più importanti sono già presenti autostrade con pedaggio a pagamento:
Rabat-Kenitra: 10 Dh;
Kenitra-Larache: 30 Dh;
Rabat-Casablanca 18 Dh;
Rabat-Sidi Allal-Fès: 63 Dh;
Meknès-Fès: 30 Dh;
Casablanca- aéroport: 5 Dh;
Casablanca-Berrechid: 10 Dh;
Berrechid-Settat: 6 Dh.
La rete ferroviaria si estende per circa 1.900 km e include 97 km di linee aperte solo al
traffico merci. La lunghezza delle linee elettrificate rappresenta più del 50% del totale (circa
970 km), mentre la trazione sulle altre linee è data da locomotive diesel. Una stretta
collaborazione avviata tra il l’Office National des Chemins de Fer (ONCF) e Belgian National
Railway Company ha come scopo di sviluppare il traffico tra l’Europa e il Maghreb e prevede la
creazione di assi intermodali tra Muizen in Belgio e il Maghreb, via Cadice e Tangeri.
La linea ferroviaria tra Muizen e Cadice (2.320 km) sarà estesa, tramite un servizio marittimo,
tra Cadice e Tangeri e avrà tempi di percorrenza buoni quanto quelli su strada, ma ad un costo
inferiore.
Un altro prestigioso progetto in fase di studio di fattibilità all’inizio del ‘99, è la realizzazione di
un collegamento ferroviario tra Tangeri e Punta Paloma in Spagna. Il progetto prevede la
costruzione di un tunnel di 37 km dei quali quasi 28 subacquei. La tratta, in totale di quasi 42
km, potrebbe attrarre fino a 16 milioni di viaggiatori l’anno. I due governi spenderanno 27
milioni di euro fra il 2004 ed il 2006 per sondaggi geologici nell’area dello stretto di Gibilterra e
si pensa che i lavori potrebbero iniziare nel 2008.
L’Office national des chemins de fer (ONCF), sta anche sviluppando una linea ferroviaria di 120
km tra Nador e Taourirt nel nord-est del paese ad un costo stimato intorno ai 2 miliardi di
dirham marocchini.
Sebbene lo stato marocchino abbia già investito parecchi miliardi di dirham nel periodo 200205, l'ONCF ha programmato un investimento di 17 miliardi di Dirham per modernizzare 400 km
delle linea elettrica, per sviluppare i collegamenti da Tangeri e da Taourit a Nador e per
costruire una linea ad alta velocità fra Casablanca ed Agadir via Marrakesh.
La Francia ha investito molto nel miglioramento del settore ferroviario marocchino, ed è anche
impegnata nello studio di una metropolitana per la città di Casablanca. Nel complesso,
tuttavia, i collegamenti ferroviari interni funzionano abbastanza bene, e coprono la tratta NordSud da Tangeri ad Agadir e fino a Oujda verso Est. Il traffico passeggeri è cresciuto lentamente
in questi anni, mentre il traffico di trasporto merci ha stagnato.
Il sistema portuale si compone di 24 porti, i principali sono: Casablanca, Tangeri, Safi,
Mohammedia, Kenitra e Agadir, e tratta il 98% del commercio estero. Nel porto di Casablanca
transita circa la metà di tutto il traffico merci.
Per quanto riguarda i collegamenti con l’Europa, frequenti e rapidi (circa un’ora) sono i
traghetti con la Spagna (Tangeri-Tarifa, Tangeri-Algeciras, Ceuta-Algeciras), esistono
collegamenti settimanali con Sète (Francia meridionale) e con Genova (da Tangeri).
L’Office d’exploitation des ports (ODEP), sta affrontando un programma di modernizzazione
infrastrutturale in numerosi porti, tra i quali Agadir, Casablanca, Jorf Lasfar, Kenitra,
Mohammedia, Nador, Safir e Tangeri. Il programma di investimenti 1999-2003 ha ricevuto
finanziamenti per circa 28 milioni di US$ all’inizio del 1999 da parte della Banca Europea degli
Investimenti. Di fondamentale importanza è la realizzazione, prevista per il 2007,
dell’ampliamento del porto di Tangeri e sarà il secondo porto più grande del Marocco. Il
progetto ha un costo previsto che si aggira intorno ai 1.500 milioni di euro. Nello sviluppo di
quest’opera va segnalato l’accordo decennale firmato in gennaio da Muhammad VI con la Jebel
Ali Free Zone di Dubai, intesa a beneficiare del know-how emiratino per sviluppare il potenziale
logistico, tecnologico e commerciale del futuro complesso marocchino.
Per la nuova concessione portuale di Tangeri, la società francese Bouygues ha siglato una nota
di intesa per costruire e rendere operativo un nuovo terminal container. É in programma anche
la costruzione di un porto con un bacino capace di ospitare grandi cargo: la finalità è, in
particolare, quella di realizzare un porto dove le grosse navi possano essere scaricate e le
merci divise in navi più piccole per la consegna nei porti delle regioni limitrofe. Il traffico
riguarderà soprattutto il commercio con USA e Medio Oriente.
Anche i porti di pescherecci hanno incrementato il volume del loro traffico. Infine, è stata
pianificata, per 35 milioni di US$, anche la costruzione di un nuovo porto a Dakhla, nel Sahara
Occidentale.
La rete aeroportuale si compone di 12 aeroporti che gestiscono un traffico passeggeri di
2.741.000 voli regolari e 1.090.000 voli charter. I principali aeroporti sono: Casablanca (che
gestisce il 50% del traffico passeggeri e l'85% dei trasporti), Tangeri e Rabat. Il Governo
prevede di incrementare il numero di passeggeri dagli attuali 7 milioni ai 27 milioni nel 2020.
La capacità di gestione del traffico degli aeroporti marocchini è già piuttosto buona e dunque
non ha bisogno di grandi modifiche. Tuttavia, sono previsti lavori di miglioramento negli
aeroporti di Agadir, Marrakech, Oujda, Rabat, Fez e Casablanca (con un investimento di 885
milioni di Dirham per raddoppiare la capienza passeggeri entro il 2008), mentre è stata
disposta la costruzione di un nuovo aeroporto a Nador, nel nord del paese. La linea aerea
Regional Air Lines è stata istituita nel 1997.
Dal 1999 la Royal Air Maroc è interessata ad un programma di privatizzazione; ma avendo
accumulato grandi perdite nel corso degli ultimi anni, è stata costretta a rinviare i propri piani
di acquisti e a cancellare rotte poco remunerative. La Royal Air MAroc garantisce oggi 900 voli
la settimana servendo 40 paesi ed ha in programma un rinnovamento della flotta.
Per quanto riguarda il collegamento con l’Europa, l’aeroporto di Casablanca è quotidianamente
collegato con numerose città europee (per l’Italia: Milano e Roma); quello di Rabat è invece
prevalentemente collegato con Parigi. In estate vi sono linee charter anche dall’Italia con
destinazione Marrakech. Ancora molto rare le compagnie “low cost” . Esiste, infine, un servizio
di buon livello di collegamenti aerei interni. Il mercato dei trasporti aerei è stato liberalizzato
nel febbraio del 2004, e nel mese di dicembre 2005 vi è stata un ulteriore liberalizzazione con
la sottoscrizione di un accordo con la UE "cieli aperti", garantendo diritti di accesso reciproci
nei propri aeroporti.
Il Governo marocchino prevede che entro il 2010 il 61% dei voli di linea sarà gestito dalla RAM
(Royal Air Maroc), il 38% da vettori stranieri e l’1% da operatori privati marocchini. Per ciò che
concerne il mercato dei voli charter, il 30% sarà gestito da Atlas Blue, una nuova compagnia
aerea low-cost posseduta dalla RAM, il 20% da operatori aeroportuali marocchini e il rimanente
50% da compagnie aeree charter straniere.
Il Marocco importa oltre il 90% dell'energia che consuma, in quanto le proprie risorse
energetiche sono limitate a modeste produzioni idroelettriche, eoliche e solari. Le riserve di
carbone sono quasi vicine all'esaurimento e quasi inesistenti quelle di petrolio e di gas
naturale.
Dal 1988 la rete elettrica marocchina è connessa a quella algerina e tunisina. Dal 1995 una
seconda interconnessione assicura il legame con la Spagna. Queste connessioni servono per
smaltire l’eventuale surplus di produzione ed evitare le conseguenze di guasti imprevedibili.
Sono stati, inoltre, programmati un piano di elettrificazione delle aree rurali e un impianto
sperimentale eolico per la produzione di energia. Il Governo sta anche valutando la possibilità
di impiantare centrali nucleari. Il settore dell’energia è considerato strategico e dunque
totalmente interdetto agli stranieri; tuttavia si sta delineando una tendenza verso gli
investimenti necessari per soddisfare i crescenti consumi. E' in corso di attuazione un
programma di investimento nel settore di 39 milioni di Dirham nel periodo 2006-2012 ed un
programma rurale di elettrificazione. Nel 2005 altre 220.000 famiglie sono state collegate alla
rete elettrica, portando all'81% la percentuale di famiglie rurali collegate.
La carenza di risorse idriche è un problema storico del Marocco che dipende per il fabbisogno di
acqua, prevalentemente dalle precipitazioni. Le infrastrutture idriche del Marocco includono 84
dighe, e migliaia di pozzi che producono una media di 11,8 miliardi di metri cubi di acqua ogni
anno. Al fine di soddisfare la crescente domanda di acqua corrente legata al processo di
urbanizzazione sono in progetto nuove perforazioni e la costruzione di altre dighe. Il Governo,
inoltre, continua a valutare nuovi metodi per migliorare le tecniche di irrigazione e
recentemente ha annunciato un piano decennale per migliorare la fornitura di acqua, che
dovrebbe raggiungere l’85% delle popolazioni rurali, e prevenire l’inquinamento. Nel corso del
1999 la Banca di Sviluppo Africana ha approvato un prestito di 26,8 milioni di US$ per
finanziare un progetto di fornitura di acqua potabile e sistema fognante per circa 200.000
persone nelle città di Tan Tan, Tiznit e El Ouatia Centre. Il progetto implica non solo il
miglioramento e l’estensione della fornitura di acqua potabile, ma anche la costruzione di
strutture per l’eliminazione delle acque reflue e piovane.
Il gasdotto Maghreb-Europa, avviato dal 1996, è finalizzato a trasportare fino in Spagna il gas
naturale estratto in Algeria. Allo stesso tempo il Marocco cerca di diversificare le fonti
energetiche sia a livello domestico che industriale.
Il governo del Marocco ha anche messo a punto con successo un piano per aumentare le
infrastrutture di base per la gestione dei rifiuti solidi su scala nazionale. I principali sottosettori
indicati sono: riciclaggio dei rifiuti, acque reflue industriali, inquinamento atmosferico,
depurazione delle acque, rifiuti solidi urbani, inquinamento atmosferico da fonte mobile, esame
e monitoraggio dell’aria e dell’acqua, consulenze ambientali.
Il settore delle telecomunicazioni si sta espandendo velocemente con nuovi servizi e nuove
piattaforme, quale la trasmissione dati digitale terrestre. Le autorità sperano che il settore
possa incrementare la crescita del PIL generando nuovi posti di lavoro. Il mercato ha un forte
potenziale di espansione, anche se l'aumento delle telefonia mobile è ancora lento (33
abbonati per ogni 100 persone nel 2005) e la telefonia fissa è ancora a livelli bassi (4,5 linee
per ogni 100 persone nel 2005). Il mercato della linea fissa si è contratto negli anni 2000-2001
per uno spostamento verso le nuove linee di telefonia mobile, ma il recente interesse verso
Internet e la televisione via cavo ha comportato un nuovo slancio verso la linea fissa.
Nel 2004 è stato portato avanti il processo di privatizzazione della Maroc-Telecom (TA),
vendendo il 30,9% delle azioni (di cui il 16% ad una società francese), la società ha dichiarato
che il 34% ancora in suo possesso non sarà venduto almeno fino al 2007.
Nel 1999 una seconda licenza GSM è stata accordata a Meditel un consorzio capitanato dalla
società spagnola Telefonica (coopartecipata da telecom Portogallo). Da allora la concorrenza
fra TA e Meditel ha stimolato il mercato della telefonia, spingendo al ribasso i prezzi ed
aumentando la gamma di servizi offerti. La copertura è quasi integrale per la rete Maroc
Telecom, in via di completamento per Meditel. Nelle zone montane e desertiche Maroc Telecom
assicura una migliore copertura.
Il sistema di telecomunicazioni nazionale offre, oltre quelli classici (telefoni, fax, ecc.), tutti i
nuovi servizi (radiomobili, trasmissioni video, servizio di radiodistribuzione e servizi relativi alla
trasmissione dati). Sebbene i prezzi delle telecomunicazioni siano scesi rapidamente, in
particolare a seguito dell’apertura alla competizione nel mercato della telefonia mobile, questi
restano ancora piuttosto alti in confronto agli standard internazionali, mentre i servizi offerti ai
clienti appaiono ancora scarsi.
Per quanto riguarda internet, gli abbonati sono passati da circa 100.000 a 300.000 a fine
2005, la gran parte delle connessioni continua pertanto ad avvenire negli internet café, poiché
la maggior parte dei marocchini non possiede un personal computer. Non esiste in Marocco
una speciale regolamentazione per internet, sebbene le autorità marocchine abbiano
occasionalmente cercato di bloccare gli accessi ad alcuni siti che pubblicavano materiale
considerato vietato.
Turismo
Il settore del turismo è la maggior fonte di entrate in valuta estera del paese, dopo le rimesse
degli emigrati.
Il turismo, sostenuto fin dal 1983 con il Tourism Investment Code, è attualmente incentivato in
particolare ad Agadir, a Marrakech, nella zona libera offshore di Tangeri e gode di speciali
esenzioni fiscali che sono applicate sia alle nuove imprese che a quelle già esistenti,
indipendentemente dalla nazionalità degli azionisti o dei proprietari.
Il settore, che rimane grandemente influenzato dall’andamento dei rapporti con i Paesi vicini,
oggi è al centro di un rilancio, dopo che negli anni passati è spesso stato amministrato in
maniera errata e casuale.
Nel 2004 circa 5,2 milioni di stranieri hanno visitato il paese, in crescita del 17% rispetto al
2003. Il governo ha disposto 5 miliardi di dollari di investimenti in nuove strutture turistiche,
per arrivare ad ospitare entro il 2010 almeno 10 milioni di stranieri all’anno, con ricadute
positive per l’occupazione. Rabat ha inoltre dichiarato di voler migliorare le infrastrutture
aeroportuali per raggiungere adeguati standard internazionali: 363 milioni di dollari è il budget.
Nel 2005, confermando il trend positivo, il settore ha contato oltre 5 milioni di turisti nel
periodo gennaio/ottobre del 2005, con un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero del Turismo del paese
maghrebino.
La cifra di 5.052.833 di turisti comprende anche 2.479.281 marocchini residenti all’estero, per
cui gli stranieri, 2.573.552, rappresentando più della metà delle visite. Con 1.157.960 di
turisti, pari ad un aumento del 16%, la Francia continua ad essere il paese da dove proviene la
maggior parte dei visitatori del Marocco. Fra gli altri paesi di provenienza, cinque stati europei
hanno superato quest’anno i 100 mila turisti: la Spagna, il Regno Unito, la Germania , il Belgio
e l’Italia. Con l’eccezione dei tedeschi (-2%) tutte le altre nazionalità hanno registrato un
aumento, in testa i belgi con un +19%.
Privatizzazioni
In passato il programma di privatizzazioni delle aziende del Marocco ha attraversato una fase
piuttosto stagnante e numerose privatizzazioni considerate prioritarie sono state pian piano
sospese. Le compagnie che sono state cancellate dalla lista, in particolare molti zuccherifici e
molti alberghi, sono state invece escluse “ a causa di problemi finanziari e/o giudiziari”,
secondo le fonti ufficiali governative.
Nel 1999 però l’Unione europea ha stanziato fondi per circa 51 milioni di dirham proprio a
sostegno della rinnovata spinta al programma di privatizzazioni marocchino. Una nuova legge
sulle privatizzazioni è così stata approvata dal parlamento all’inizio del ‘99, dopo che la Camera
dei Consiglieri aveva respinto un’estensione annuale al precedente programma di
privatizzazione. Tale programma aveva esaurito la sua spinta propulsiva, con solo 56 società
(all’incirca 30 imprese industriali e 20 hotel) che risultavano vendute a tutto il 1998, su 114 in
lista per la privatizzazione nel 1993. Secondo la nuova legge il governo affronta ora lo studio
delle società destinate alla privatizzazione singolarmente. Il finanziamento dell’Unione europea
dovrebbe servire ad acquisire assistenza tecnica, sia a breve che a lungo termine, per aiutare a
predisporre le imprese statali selezionate alla privatizzazione. In aggiunta, la Commissione
europea ha sostenuto anche il progetto di liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni.
La spinta alle privatizzazioni del Marocco è dunque in fase di accelerazione. Il successo di
alcune vendite delle imprese di Stato ha inoltre spinto le Autorità ad estendere la
privatizzazione anche a società pubbliche considerate finora strategiche, quali quelle del
settore petrolifero, delle telecomunicazioni, della distribuzione di acqua e dei trasporti. Nel
2005 quattro zuccherifici, in vendita dal 1996, sono stati infine venduti per 1.3 milioni di
dirham e due licenze di linea fissa telecom sono state vendute per un totale di 380 milioni di
dirham.
Nel futuro è previsto che il ritmo delle privatizzazioni acceleri, privilegiando il settore delle
infrastrutture, con un’attenzione particolare alla ristrutturazione della rete portuale; il settore
dell’agricoltura, con l’estensione del programma di irrigazione nazionale; il settore della pesca,
con il potenziamento dei sistemi di sorveglianza in mare, delle iniziative di formazione
professionale e la costruzione di villaggi di pesca; il settore delle miniere, con il proseguimento
della realizzazione del piano di cartografia geologica.
Nel 2007-08 probabilmente sarà venduto il restante 20% della compagnia di Stato del tabacco
marocchino Régie des tabacs (RDT), il restante 34.1% in Maroc Telecom (MT), una significativa
quota della compagnia aerea di bandiera Royal Air Maroc ed una quota della società del
servizio postale Barid al-Maghrib.
Molte altre aziende rimangono sulla lista delle privatizzazioni, ma molte, comprese qualche
banca, alcune industrie tessili, minerarie e di distribuzione, sono proposte non attraenti.
Investimenti esteri
Il regime degli investimenti esteri in Marocco è regolato dalla Carta degli Investimenti Esteri
del 1995. Gli investitori stranieri godono degli stessi diritti e benefici riconosciuti agli investitori
locali. Sono ammessi investimenti esteri in tutti i settori con l'eccezione di alcune attività
riservate alla Stato (come ad esempio l'estrazione di fosfati).
Per “investimento estero” si intende qualsiasi forma di investimento realizzata da un soggetto
straniero, residente o non residente, o da un individuo marocchino residente all’estero.
L’investimento può essere effettuato in qualunque settore di attività e può prendere qualsiasi
forma (acquisizione di valori immobiliari, creazione di imprese, di società di rappresentanza, di
succursali, prestiti in divisa, ecc.).
Il Marocco ha finora attratto ingenti volumi di investimenti esteri grazie ad una oculata politica
economica che ha posto le basi per una crescente fiducia degli investitori internazionali.
L’ammontare degli investimenti esteri è passato da circa 30 milioni di US$ all’anno, durante gli
anni ‘80, a più di 500 milioni di US$ annui, per tutti gli anni ‘90. Questa performance va
ascritta alla politica di dismissione di imprese pubbliche e all’avvio di importanti progetti di
sviluppo. Il programma di privatizzazioni già avviato dal Governo accresce così le possibilità di
investimento nel paese, anche se il settore pubblico continua ad occupare un posto rilevante
nell’economia marocchina.
La Francia è di gran lunga il primo paese investitore in Marocco coprendo circa i 4/5 dei più
recenti nuovi investimenti. Va rilevata una certa dinamicità da parte della Spagna, della
Germania, del Regno Unito e Stati Uniti nonché di alcuni paesi arabi. L'Italia è il tredicesimo
paese investitore in Marocco, in virtù degli investimenti nel tessile e nei servizi.
I principali investitori esteri in Marocco sono: Good Year Maroc, Procter & Gamble, Roca,
Sanitaire b. S. Porcher, Whirpool, Polymedic, Johnson & Johnson, Royal Manosur, Sheraton,
Banque Internationale de Tanger, Uniban, Casamar, Alcatel, Fruit of the Loom, Settavex, Price
Waterhouse, Westinghouse, Mafro Maroc.
I settori economici marocchini interessati dagli investimenti italiani risultano essere quello
bancario, industriale, immobiliare, tessile e dei grandi lavori infrastrutturali, mentre una
maggiore presenza sarebbe auspicata nei settori delle telecomunicazioni, dell’energia, della
pesca e dell’industria agro-alimentare.
Nel generale processo di privatizzazioni che il governo Marocchino sta realizzando, scaturiscono
rilevanti nuove opportunità per le imprese estere, soprattutto nel campo dell'agricoltura,
dell'energia, dell'aeronautica e servizi collegati, del trasporto ferroviario, delle
telecomunicazioni e delle grandi opere edilizie. Assumono anche particolare interesse i progetti
per il completamento della rete autostradale, per la costruzione di migliaia di nuove abitazioni
e per la costruzione o ammodernamento di porti ed aeroporti. Infine, particolari opportunità di
investimento potrebbero provenire dallo sviluppo del settore turistico.
Il Governo è molto attento nel promuovere il Marocco come un approdo regionale sicuro e
meno vulnerabile agli attacchi speculativi rispetto a molti altri mercati emergenti, poiché i suoi
principali partners commerciali sono i paesi dell’Europa occidentale che ormai succedono agli
Stati Uniti come motore di crescita.
Per quanto riguarda la distribuzione per settori economici degli investimenti diretti esteri, il
settore che ha attratto le quote maggiori è stato quello dell’industria manifatturiera con il 41%,
seguito dai servizi finanziari (24%), dai commerci (6%), dalle attività immobiliari (5%), dal
settore energetico e minerario (4,4%) e infine dal petrolifero (3,7%). Gli altri settori, che
ricevono apporti di minore entità, sono il turismo (3%), la pesca (1%), l’agricoltura (1,2%), le
telecomunicazioni (0,2%) e i trasporti (0,1%).
Quanto alla disciplina legislativa, nell’ottobre del 1995 è entrata in vigore in Marocco la Legge
n.18, denominata Carta degli Investimenti che fissa per dieci anni il quadro normativo generale
degli investimenti. Lo scopo è di unificare e automatizzare le norme relative ad incentivi e
facilitazioni delle procedure per ogni tipo di investimento, a prescindere dal settore economico
e dalla localizzazione geografica. Gli obiettivi della Carta possono essere così sintetizzati:
riduzione dell’imposta sull’acquisto dei beni capitali richiesti per l’investimento;
avvio di un sistema preferenziale che favorisca lo sviluppo regionale;
promozione del mercato della moneta;
promozione dell’occupazione;
promozione delle esportazioni;
riduzione dei costi di investimento;
protezione dell’ambiente.
Dal punto di vista fiscale i benefici relativi agli investimenti riguardano riduzioni dell’imposta
sul reddito societario, esoneri dal pagamento delle imposte su alcuni prodotti importati,
riduzioni, e in alcuni casi esoneri, dal pagamento di imposte sulle transazioni delle imprese, e
possono essere così sintetizzati:
riduzione del carico fiscale relativo all’acquisto di materiali, utensileria, beni strumentali e di
terreni necessari alla realizzazione dell’investimento;
riduzione dell’aliquota sui redditi;
concessione di un regime fiscale preferenziale in favore dello sviluppo regionale;
rafforzamento delle garanzie date agli investitori in materia di ricorso nei confronti delle
autorità fiscali nazionali e locali;
promozione delle piazze finanziarie off-shore, delle zone franche di esportazione e del regime
di deposito industriale franco;
applicazione dei regolamenti di libera concorrenza con la revisione degli esoneri fiscali
concessi.
L'esonero totale riguarda le seguenti tasse e imposte:
· prelievo fiscale all’importazione, escluse le attrezzature ed i materiali importati;
· IVA, escluse le attrezzature ed i materiali acquistati localmente o importati;
· imposta sulle licenze, escluse le persone fisiche o giuridiche che esercitano un’attività
industriale, commerciale o professionale in Marocco;
· tassa urbana, escluse le costruzioni nuove o gli ampliamenti di quelle esistenti;
· imposta sulle società o imposta generale sul reddito, escluse le imprese esportatrici per i
primi 5 anni.
Riduzioni di imposte e tasse sono accordate a:
· diritti di importazione fra il 2,5% e il 10% - riduzione prevista per materiali ed attrezzature e
le loro parti componenti, pezzi di ricambio ed accessori;
· 50% dell’Imposta sulle Società o dell’Imposta Generale sul Reddito - riduzione prevista per le
imprese esportatrici, dopo i cinque anni di esenzione totale, e per le imprese che si stabiliscono
in zone il cui livello di attività economica richiede un trattamento preferenziale per i primi
cinque anni.
Sono inoltre disposte misure finanziarie e amministrative che riguardano finanziamenti
agevolati e libertà di trasferimento dei capitali e dei guadagni in conto capitale.
In sintesi, le misure previste riguardano:
costituzione di un “Fondo per la promozione degli investimenti” - possono usufruirne tutte le
imprese;
ammortamenti decrescenti - applicabili a materiali ed attrezzature;
garanzia di trasferimento degli utili e dei capitali in liquidazione - applicabile solo agli
investimenti esteri finanziati in valuta;
acquisizione da parte dello Stato di alcune spese di maggiore importanza per l’investimento spese di acquisto del terreno, oneri di infrastruttura esterna e spese di formazione
professionale;
sussidi statali per l’impianto di imprese industriali - previsti per le aree in cui il livello
economico giustifica un aiuto particolare da parte dello Stato.
Un altro settore privilegiato, la cui normativa però non è compresa nella legge quadro, ma fa
riferimento ad un’altra legge, è il settore agricolo, i cui investimenti godono di particolari
esenzioni fiscali. Sono particolarmente incentivati la zootecnia, l’agricoltura, l’irrigazione
nonché la produzione del legname.
Alla fine di dicembre ‘99, il Parlamento del Marocco ha inoltre unanimemente approvato una
Nuova Legge sugli IDROCARBURI, che, tra le altre cose, potrebbe offrire un’esenzione fiscale di
10 anni alle compagnie di produzione petrolifera offshore e ridurre le quote del governo nelle
future concessioni petrolifere ad un massimo del 25% (a differenza del precedente 50%).
Recentemente, sono state concesse le seguenti ulteriori agevolazioni:
le imprese che si impegnano a realizzare un investimento di ammontare uguale o superiore ai
200 milioni di Dh possono beneficiare:
· dell’esonero del diritto d’importazione;
· dell’esonero del prelievo fiscale all’importazione;
· dell’esonero dell’imposta sul valore aggiunto sull’importazione di beni strumentali, materiali e
attrezzature necessarie alla realizzazione dei loro progetti.
Si cerca in tal modo di compensare il disagio derivante dall’esistenza di un certo numero di
tasse minori alle quali le società sono comunque sottoposte, facendo a volte apparire il sistema
fiscale marocchino un po’ confuso.
Per quanto riguarda gli incentivi locali, il paese, suddiviso in 39 province e 8 prefetture, ha
istituito particolari zone geografiche, o meglio, economiche. Le zone industriali sono quelle con
maggiori incentivi ed includono Agadir, Fès, Marrakech, Tangeri (Zona Franca), Tétouan,
Essaouira e Oujda e la prefettura di Rabat-Sal.
In linea con la politica di promozione dell’investimento estero in Marocco, e come previsto dalla
Carta degli Investimenti, è stato istituito nel 1996 presso il Ministero delle Finanze estere il
Dipartimento per gli Investimenti stranieri (FID). Il dipartimento offre numerosi servizi per la
realizzazione degli investimenti esteri in Marocco:
informazione su aspetti legali e amministrativi;
assistenza nella pianificazione e nell’organizzazione di incontri con operatori economici locali;
assistenza durante il disbrigo delle pratiche amministrative;
monitoraggio della realizzazione dell’investimento.
Il Governo ha previsto anche la costituzione di un’agenzia governativa specializzata nella
promozione e nell’assistenza agli investitori industriali, sia marocchini che esteri: l’ANPME
(Agence pour la promotion de la Petite et Moyenne Entreprise) - ex ODI – che offre studi di
settore, supporto alla realizzazione dell’investimento, costituzione di zone industriali e
promozione delle partnership industriali.
Per quanto riguarda il Finanziamento degli investimenti, la Banque Commerciale du Maroc ha
sviluppato una vasta gamma di formule di credito all’investimento di cui le principali sono:
Credito d’investimento Galaxie
Riguarda una formula completa di finanziamento di progetti d’investimento che presentano
notevoli vantaggi per lo sviluppo del paese. Le caratteristiche di Galaxie sono:
· il finanziamento si applica a tutte le spese legate a un progetto d’investimento con il limite di
un ammontare massimo di 150 milioni di Dirahm;
· il finanziamento totale accordato è pari al 70% in caso di creazione e 80% in caso di
estensione;
· la durata del finanziamento può giungere fino a 12 anni;
· la durata del rimborso può estendersi fino a 3 anni;
· la richiesta di investimento viene accolta entro 15 giorni;
· gruppi di esperti incaricati di valutare l’opportunità di investimento e dell’ammontare del
contributo finanziario possono assistere direttamente l’imprenditore;
· l’assistenza del Club Invest Export incaricato della ricerca di partner o di sbocchi all’estero;
· la possibilità di intervento con fondi propri;
· il prestito può essere negoziato con valute differenti;
· l’imprenditore può assicurarsi e assicurare la propria impresa a condizioni preferenziali;
· la “ Banque” fornisce assistenza nella procedura amministrativa.
Credito a medio termine fornitore in dirham o in divise estere
Tali crediti sono concessi alle imprese che producono attrezzature con un valore aggiunto
superiore o uguale al 30%, tasse doganali escluse. La quota di finanziamento può arrivare
all’80%, per una durata massima di 5 anni. Crediti a medio termine fornitore in valuta estera
possono essere richiesti ugualmente a vantaggio di importatori di attrezzature fino ad un
massimo dell’85% del valore FOB del contratto commerciale. Il mutuante è, in questo caso, il
fornitore delle attrezzature e la Banque Commercial du Maroc l’ente assicuratore dell’avallo e
delle commissioni documentarie.
Credito acquirente
E’ il credito concesso direttamente dalla “ Banque” (o da un consorzio) mirato al finanziamento
della fornitura di attrezzature o della prestazione di servizi fino ad un massimo dell’85% del
valore FOB del contratto. La durata del credito può variare tra 2 a 8 anni. Il tasso applicato é il
Tasso di Interesse Commerciale di Riferimento (tasso mensile dei prestiti concessi dallo Stato a
5 anni dal paese del fornitore), mentre la Banque Commerciale du Maroc assicura l’avallo.
Finanziamento delle partecipazioni
La partecipazione di imprenditori marocchini o di imprenditori originari di Paesi dell’Unione
europea in imprese, costituite sotto forma di joint venture, possono essere finanziate fino ad
un massimo del 50% dell’apporto in capitale tramite la linea di capitale rischio creata dalla
Banca europea per gli Investimenti (BEI). I progetti finanziabili comprendono la creazione,
l’estensione o la ristrutturazione di un investimento. Il capitale finanziabile può raggiungere il
40% del costo totale dell’investimento, il programma d’investimento non può eccedere i
30.000.000 milioni di Dirham.
Nonostante il miglioramento del quadro generale per gli investimenti in Marocco, vige ancora
un’eccessiva burocrazia e un inadeguato sistema giudiziario. Ciò rappresenta ancora oggi la
principale difficoltà per gli investitori che denunciano di avere a che fare con più di 500
procedure amministrative, relative all’acquisizione della terra, alle finanze, alla contabilità e
agli aspetti personali, con la conseguenza di dover interagire con diversi dipartimenti
governativi, a volte tra loro contrastanti.
Pertanto, il Re ha recentemente segnalato, e non per la prima volta, la necessità di
semplificare le procedure per gli investimenti, così come ridurre il numero dei punti di
decisione in modo da chiarire le leggi rilevanti sulle quali c’è ancora una certa confusione. A tal
fine, le autorità marocchine hanno cominciato a prendere alcune misure per istituire un “
ufficio unico” per gli investitori esteri, la cui apertura era stata pianificata per la fine di marzo
del 2001 a Casablanca, ma poi successivamente rimandata. L’idea, su iniziativa della
municipalità di Casablanca, è tesa a fornire assistenza specialistica per guidare gli investitori
esteri dal progetto alla realizzazione, curando le procedure amministrative e finanziarie presso
i diversi ministeri. Il ritardo nell’implementazione dell’ufficio è dovuto alla scarsa attitudine dei
diversi dipartimenti governativi di lavorare insieme, per produrre una regolamentazione che
consenta effettivamente al nuovo ufficio di funzionare. I dirigenti dei diversi ministeri centrali,
difendono gelosamente le prerogative dei loro dipartimenti.
Tra le altre iniziative, l’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) aveva
annunciato la fornitura di 18 milioni di US$ per un periodo fino alla fine del 2004 per migliorare
il clima degli investimenti nazionali ed esteri in Marocco promovendo la riforma amministrativa
e giudiziaria.
Nonostante le suddette difficoltà, molti Paesi esteri continuano a vedere il Marocco come
un’eccellente base per gli affari. Tra i più recenti investimenti si segnalano:
la società edile belga Thomas et Piron che insieme alla società locale Saham ha predisposto un
investimento di 100 milioni di Euro in progetti di edilizia abitativa in diverse città del Marocco
incluse Casablanca e Agadir;
la MundiRiz, sussidiaria della produttrice di riso spagnola Herba - il più grande produttore
europeo- ha aperto un’industria a Larache del valore di 45 milioni di Dh. L’industria, che ha
una capacità produttiva di 4.000 Kg di riso l’ora, servirà principalmente il mercato marocchino,
sebbene il surplus potrebbe essere esportato in altri stati del Maghreb;
il secondo distributore per il commercio al minuto francese – Auchan - e la più grande
compagnia privata marocchina - Omnium nord africain (ONA) - hanno pianificato di investire
1,7 miliardi di Dh per aprire 25 supermercati ed 8 ipermercati. All’inizio del 2001 Auchan ha
acquistato il 49% delle quote nella sussidiaria della ONA, la Cofarma, che opera nella catena di
supermercati Marjane;
la statunitense PepsiCo sta negoziando con diversi imbottigliatori marocchini allo scopo di
ricominciare la produzione locale della propria bibita leggera. La PepsiCo vendette il suo unico
impianto di imbottigliamento marocchino alla Coca Cola nel 1996;
il KentucKy Fried ChicKen (KFC) ha pianificando di investire 286 milioni di Dh in cinque anni
per costruire 30 punti vendita per il “ fast-food” , mentre ha già inaugurato un ristorante a
Casablanca del valore di 36 milioni di Dh.
CRI-Centre Régional d’investissement
Centre Régional d'investissement Taza-Alhoceima-Taounate
http://www.alhoceimainvest.ma
Centre Régional d'investissement Rabat-Salé-Zemmour –Zaer
http://www.rabatinvest.ma
Centre Régional d'investissement Tadla-Azilal
http://www.tadlazilalinvest.ma
Centre Régional d'investissement Guelmim – Essmara
http://www.criguelmim.com
Centre Régional d'investissement Fés-Boulemane
http://www.crifes.ma
Centre Régional d'investissement Marrakech
http://www.crimarrakech.ma/
Centre Régional d'investissement Souss-Massa-Draa
http://www.cri-agadir.ma/
Centre Régional d'investissement Safi-Eljadida
http://www.eljadidainvest.com/
Centre Régional d'investissement Gharb-Chrada Beni Hssen
http://www.kenitrainvesti.ma/
Centre Régional d'investissement Méknes- Tafilalet
http://www.meknesinvest.ma/
Centre Régional d'investissement Oued Eddahab – Lagouira
http://www.dakhlainvest.ma/
Centre Régional d'investissement Région Oriental
http://www.orientalinvest.ma/
Centre Régional d'investissement Chaouia Ouardigha
http://www.settatinvest.ma/
Centre Régional d'investissement Tanger – Tetouan
http://www.tanger-tetouaninvest.ma/
Centre Régional d'investissement Grand Casablanca
http://www.casainvest.ma
Zone franche
In linea con l’apertura dell’economia ai capitali esteri è stata costituita con Legge 58/90 del 26
febbraio 1992, la piazza finanziaria off-shore di Tangeri. La scelta della localizzazione è stata
dettata da motivi storico-geografici; Tangeri ha beneficiato negli anni dal 1929 al 1956 di un
regime di libero scambio: inoltre, la sua prossimità all’Europa consente di approfittare della
realizzazione del mercato unico e di attirare capitali in cerca di vantaggi, in particolare, di
ordine fiscale.
In questa stessa area, sono operative la Zona Franca Commerciale del Porto di Tangeri e la
Zona Franca di Esportazioni dell’Aeroporto di Tangeri. L’idea è di costituire un “ poligono
industriale” dove sia concesso l’esonero, per 15 anni, da tutte le imposte a carico delle imprese
straniere decise ad investire nella zona.
Altre zone franche sono previste nel porto di Nador, nell’aeroporto di Casablanca e nel porto di
Dakhla. Una Legge del 1994 ha creato le Free Zone for Export, zone franche che beneficiano
dell’esonero dalle tasse doganali. Le agenzie responsabili dello sviluppo e della gestione di
queste Zone franche sono: L’Office d’Exploitation des Ports e L’Office d’Exploitation des
Aeroports. Questi uffici sono responsabili anche dell’assistenza agli operatori economici.
Società e/o individui che si stabiliscono nella Zona ovest del Sahara non sono soggetti ad
alcuna imposta (si tratta di una concessione “ di fatto” , non prevista da alcuna legge).
Aree Industriali
Tutte le città usufruiscono di aree industriali. A Casablanca vi è la “ città tecnica” di Nouasser,
di circa 300 ettari di cui 240 destinati ad ospitare industrie tecniche, 28 destinati a ditte
esportatrici, mentre 58 ettari delimitano il polo urbano a sud della città. Nella regione di
Tangeri vi è una vasta area industriale di 130 ettari, mentre a sud della stessa città di Tangeri,
a Larache, è situata una zona industriale di 60 ettari. Sono state organizzate anche altre aree
industriali ad Agadir ed a Tiznit, e sono in programma due nuove zone: Gzenaya, vicino
Tangeri di 129 ettari ancora da suddividere e da organizzare, e BouzniKa, tra Casablanca e
Rabat; quest’ultima di 50 ettari è al momento la più attrezzata delle due essendo situata in
vicinanza di autostrade, strade e ferrovie, ed è riservata ad imprese il cui impatto ambientale
sia nullo. Il costo per l’acquisto dei terreni si aggira sui 250 Dh al mq. I prezzi dei terreni
variano molto da zona a zona.
Normativa societaria
Nell’ottobre del 1996 è stata emanata una legge sulle imprese di nuova costituzione che mira a
rendere più appetibile il paese agli investitori esteri ed incoraggia la modernizzazione e la
trasformazione delle imprese a conduzione familiare. In sintesi, le misure introdotte dalla legge
sono:
accentuazione della responsabilità dell’amministrazione e del ceto dirigente dell’impresa;
aumento della protezione degli azionisti minoritari;
rafforzamento dei controlli esterni;
miglioramento del diritto all’informazione degli azionisti e dei terzi.
La disciplina fondamentale in materia di società è contenuta nel Bulletin Officiel n° 4422 del 17
ottobre 1996 e n° 4478 del 1° maggio 1997.
I vari tipi di società commerciali riconosciuti in Marocco sono le seguenti:
Società di persone:
· Società in nome collettivo;
· Società in accomandita semplice;
· Società di partecipazione.
Società di capitali
· -Società anonima (SA);
· Società a responsabilità limitata (SARL);
· Società in accomandita per azioni.
Società a regime particolare
· -Società di investimento ;
· Società cooperative di acquisto;
· Società cooperative di consumo;
· Società mutualistiche.
Al di fuori delle imprese individuali, la SA e la SARL sono i due tipi di società più diffusi.
Società per azioni (SA)
· è richiesto un numero minimo di 5 soci;
· il capitale sociale minimo ammonta a 3 milioni di Dh per le SA che fanno ricorso al pubblico
risparmio, ed a 300.000 Dh in caso contrario. Il capitale deve essere interamente sottoscritto
per la valida costituzione della società;
· il valore nominale minimo di ogni azione è di 100 Dh;
· la responsabilità degli azionisti è limitata alla loro quota.
Organi sociali:
· Comitato Direttivo;
· Consiglio di Sorveglianza.
Il primo è investito di poteri più estesi ed agisce in nome della società, il secondo esercita un
potere di controllo permanente sull’operato e sulla gestione del primo; la direzione generale
della società è attribuita al Presidente del consiglio.
Società a responsabilità limitata (SARL)
· può essere costituita da una sola persona, il socio unico. Il numero massimo è di 50
associati;
· il capitale sociale minimo richiesto è di 100.000 Dh;
· la quota sociale minima è di 100 Dh;
· l’amministrazione è affidata ad una o più persone fisiche responsabili individualmente o in
solido verso i terzi; il controllo sulla gestione viene operato da uno o più commissari dei conti.
Società in nome collettivo (SNC)
· i soci rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali;
· nella denominazione sociale deve essere contenuta l’indicazione “ Società in Nome Collettivo”
e possono essere contenuti i nomi di uno o più soci;
· tutti i soci sono incaricati della gestione, salvo che nello statuto sia concordato diversamente
e che sia in esso prevista la nomina degli amministratori, che possono anche non essere soci;
· i soci possono nominare a maggioranza uno o più commissari dei conti. Quando la società ha
un giro d’affari superiore ai 50 milioni di Dh, è tenuta a designare almeno un commissario;
· la revoca degli amministratori viene decisa all’unanimità ed è causa di scioglimento della
società, salvo che la sua continuazione non sia espressamente prevista nello statuto o decisa
all’unanimità;
· le quote sociali sono nominative e possono essere cedute all’unanimità.
La Società in accomandita semplice
E’ composta da soci accomandanti e accomandatari. Ad essa si applicano le disposizioni che
regolano le Società in Nome Collettivo, con alcune eccezioni:
· i soci accomandanti sono illimitatamente e solidalmente responsabili delle obbligazioni sociali;
· gli accomandatari rispondono limitatamente alla loro quota sociale e non possono essere
amministratori, né compiere atti verso terzi in nome della società, nemmeno in virtù di una
procura;
· le modifiche statutarie devono essere adottate con il consenso di tutti gli accomandanti e a
maggioranza degli accomandatari;
· la morte di uno degli accomandatari non è causa di scioglimento della società.
La Società in accomandita per azioni
E’ una società di capitali caratterizzata dalla presenza di due categorie di soci: gli
accomandatari, personalmente responsabili con tutti i loro beni, e gli accomandanti, obbligati
nei limiti della loro quota, con queste caratteristiche:
· ha un capitale sociale suddiviso in azioni ed è costituita da uno o più soci accomandanti, che
rispondono illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali, e da soci accomandatari,
che hanno la qualità di azionisti e sopportano le perdite sociali limitatamente alla loro quota;
· il numero dei soci accomandatari non può essere inferiore a tre;
· i primi amministratori vengono designati dallo statuto e portano a termine le formalità per la
costituzione della società; in seguito gli amministratori vengono nominati dall’assemblea
ordinaria col consenso di tutti gli accomandanti; gli amministratori agiscono in nome e per
conto della società;
· l’assemblea ordinaria nomina un consiglio di controllo, composto almeno da tre azionisti; gli
accomandanti non possono fare parte di questo consiglio e non partecipano alla scelta dei suoi
membri. Il consiglio di controllo assume il controllo permanente della gestione societaria;
· l’assemblea ordinaria designa uno o più commissari dei conti.
La Società in partecipazione
La legge riconosce le Società commerciali in partecipazione relative ad una o più operazioni
commerciali. Esse sono costituite con obiettivi e forme definite e con quote di partecipazione
agli utili a condizioni convenute fra i partecipanti.
Questo tipo di società ha per caratteristica principale quella di essere una società occulta:
· esiste solo nei rapporti fra associati e non è destinata alla conoscenza dei terzi;
· non è soggetta alle norme di pubblicità e di registrazione;
· i soci si accordano liberamente sull’obiettivo sociale, sui loro diritti ed obblighi e sulle
condizioni di funzionamento della società;
· se la società ha carattere commerciale, i rapporti fra associati sono disciplinati dalle norme
applicabili alle società in nome collettivo, salvo patto contrario;
· nei confronti dei terzi, ogni socio risponde personalmente ed esclusivamente delle
obbligazioni assunte;
· il carattere occulto non vale per il fisco, poiché l’atto che sancisce l’esistenza della società è
soggetto a registrazione.
Gli investitori esteri godono di alcuni diritti e garanzie:
trasferimento del capitale investito e ritrasferimento senza limitazione e per qualsiasi tipo di
reddito;
libertà delle operazioni di cessione degli investimenti tra persone fisiche o giuridiche di
cittadinanza straniera, residenti o non e tra stranieri residenti o non residenti a beneficio;
di residenti di cittadinanza marocchina;
garanzia di ritrasferimento dei fondi non investiti, giustificando presso l’Ufficio dei Cambi le
modalità di finanziamento previste ed il livello di realizzazione definitivo dell’investimento;
esenzione da ogni restrizione sul piano dei cambi durante l’importazione di merci, anche
quando essa necessita di un’autorizzazione preliminare del Ministero del Commercio Estero;
un sistema completamente liberalizzato in materia di esportazioni di beni e di servizi che non
necessitano di alcun visto preliminare dell’Ufficio dei Cambi.
Mercato del lavoro
La legislazione prevista sul mercato del lavoro in Marocco si ispira alle convenzioni
internazionali e alle raccomandazioni dell’Ufficio Internazionale del Lavoro.
I dipendenti possono essere assunti con o senza contratto scritto.
Il “ dahir” del 23 ottobre 1948 pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 1978 bis del 26.10.1948
fissa gli elementi standard da applicare a tutte le imprese:
- ogni persona fisica o giuridica che desideri esercitare un’attività commerciale o
industriale deve presentare una dichiarazione all’Ispettorato del Lavoro;
- l’assunzione dei lavoratori può avvenire tramite ufficio di collocamento o direttamente;
- il contratto di lavoro tipo regola fra l’altro: periodo di prova, assunzione, risoluzione del
contratto, congedo annuale, disciplina, assenze per malattia, assenze, licenziamento.
Il contratto di lavoro è stipulato fra datore di lavoro e lavoratore e può essere a tempo
determinato o indeterminato e, in questo caso, cessa per volontà di una delle parti. In tutti i
settori di attività, industriali o commerciali, la durata della giornata lavorativa non può
eccedere le 8 ore, o le 48 ore settimanali. Per le ore supplementari i salari devono essere
maggiorati del 25% fra le 5.00 e le 22.00 e del 50% fra le 22.00 e le 5.00; se lo straordinario
si verifica nei giorni di riposo settimanale, queste maggiorazioni sono portate rispettivamente a
50% e 100%. Tutti i lavoratori hanno diritto ad effettuare le ferie dopo 6 mesi di lavoro
continuativo ed effettivo. Il riposo settimanale deve avere una durata minima di 24 ore
consecutive.
Il salario è liberamente contrattato fra datore e lavoratore, ma non può essere inferiore allo
SMIG (Salario Minimo Interprofessionale Garantito) e allo SMAG (Salario Minimo Agricolo
Garantito), frequentemente ritoccati e, solo indicativamente, assestati intorno ai 175-200 US$
mensili.
Dopo vaste manifestazioni di protesta per l’aumento del salario minimo, scatenatesi in
particolare nel corso del 2000, il minimo salariale pagato ad ore nel settore dell’industria è
aumentato a 8,78 Dh, mentre il salario minimo giornaliero in agricoltura è salito a 45,50 Dh
(ultimi dati disponibili).
Le spese per la sicurezza sociale, per le pensioni e le assicurazioni, per la formazione
professionale sono quantificabili rispettivamente in: 8.9%, 3-6% e 1.6% del salario/stipendio.
Istruzione e formazione professionale
Al di fuori dei maggiori centri urbani le strutture dedicate all’istruzione sono piuttosto carenti
ed il tasso di analfabetismo è alto anche rispetto agli standard regionali. Le statistiche indicano
che più del 50% dei marocchini è analfabeta.
Il numero degli studenti, a tutti i livelli di formazione, continua però a crescere. Il sistema
scolastico marocchino è stato oggetto di una riforma a partire dall’anno accademico 1990/91.
La formazione professionale pubblica è gestita dall’Office de la Formation Professionnelle et de
la Promotion du Travail che offre sia programmi educativi che assistenza all’inserimento
professionale e servizi di consulenza.
L’avviato rinnovo della legislazione sul lavoro, code du travail, ha scatenato un conflitto
all’interno del paese, poiché alcune forze politiche ritengono che il disegno di legge sul lavoro
diminuirebbe i diritti sul mantenimento del lavoro e faciliterebbe i licenziamenti.
Per il rilancio del mercato dell’occupazione in Marocco è prevista l’apertura di trentamila nuove
aziende entro la fine del 2008.
Gli strumenti previsti per questa azione includono anzitutto misure per favorire la creazione di
piccole e medie imprese da parte dei giovani, che presuppongo investimenti iniziali pari a
250.000 dirhams (circa 25 mila euro). Per questo è prevista l’assistenza e la consulenza
dell’Agenzia Nazionale per il lavoro (Anapec), i centri regionali per gli investimenti, la
semplificazione dei meccanismi per ottenere crediti bancari e un bonus pagato dallo stato (fino
a 10.000 dirhams, circa 1.000 euro) per coprire le spese amministrative di ogni progetto.
Per quanto concerne i giovani delle zone rurali, il governo marocchino intende appoggiare la
creazione di piccole e medie imprese attraverso agevolazioni fiscali e finanziarie, con
l’assistenza delle associazioni dedite al microcredito.
Per quanto riguarda la forza lavoro in essere, anche se il tasso di disoccupazione ufficiale ha
raggiunto durante il 2006 il tasso più basso degli ultimi 35 anni, anche se vi sono perplessità
circa l'affidabilità del conteggio.
I dati sono basati su un campione del censimento del 2004 della popolazione magrebina e sono
significativamente ampi, ma probabilmente sottovalutano i livelli di sottocupazione come il
lavoro stagionale e non pagato.
Un altro problema è la disoccupazione giovanile dei laureati. Vi è infatti una spaccatura fra la
preparazione dei laureati e le richieste dei datori di lavoro locali.
Costi industriali
Di seguito vengono riportati alcuni costi industriali a solo titolo indicativo:
Telecomunicazioni
Allaccio: 360
Tassa di allaccio: 48
Affitto telefono: 473,16
Canone mensile: 52,5
Chiamata: costo di 1 unità 7
Prodotti petroliferi (MAD per L.)
Benzina Verde Costo: 8,02 MAD/litro
Benzina super: 8,02 MAD/litro
Gasolio Costo: 5,07 MAD/litro
Kerosene per uso casalingo: 3,73
Gas: 7,23
Il livello di approvvigionamento di benzina, anche senza piombo, è di livello adeguato nelle
zone sviluppate. Le stazioni di servizio sono invece assai rare nel sud dove è consigliato fare il
pieno ogni qualvolta si acquista carburante.
Le carte di credito sono accettate in alcune stazioni di servizio, come quelle delle catene
Afriquia, Somepi, Esso e Total.
Energia elettrica
MAD per Kwh: da 0,6 a 1,2.
Aree edificabili ad uso industriale (MAD per mq)
Casablanca-Rabat: 650-2.000
Mohammadia: 350-1.500
Béni Mellal II: 100-140
El Madida: 78-116
Meknes-Sidi Bouzekri: 75-400
Marrakech-El Kelaa Sraghna: 50-150
Disciplina doganale
La tariffa doganale applicabile ai prodotti importati è basata sul Sistema Armonizzato della
Classificazione delle Merci (HS) del 1° gennaio 1992. Il sistema tariffario è costituito da due
colonne, di cui la seconda fornisce l’effettiva tassa doganale e la prima indica di quanto
potrebbe essere accresciuta la tariffa senza previa notifica. I diritti doganali sono prelevati
nella stessa misura sulle importazioni da tutti i Paesi e sono imposti ad valorem. Dazi specifici
sono previsti soltanto per il tabacco e derivati. Il valore doganale è determinato dall’Ufficio
delle Dogane, sulla base sia delle dichiarazioni dell’importazione (costo della merce inclusi tutti
i costi per l’introduzione in Marocco) sia sulla base del valore all’ingrosso di merci simili nel
mercato locale.
Principali dazi doganali e imposte addizionali alle importazioni.
Diritti d’importazione
La struttura dei dazi doganali è stata semplificata nel 1985 e, nuovamente, nella decade
successiva, quando è stato ridotto il numero di fasce soggette ad imposizione, passando alle
sei fasce attualmente applicate, varianti fra il 2,5% e il 45% (dalle otto in vigore in
precedenza, con aliquote comprese fra lo 0% e il 45%). Tuttavia i beni strumentali, macchinari
ed attrezzi e le loro parti componenti, pezzi di ricambio ed accessori, sono assoggettati ad un
diritto d’importazione variabile tra il 2,5 ed il 10%.
Imposta sul Valore Aggiunto
Le importazioni sono soggette all’imposta sul valore aggiunto (IVA), le cui aliquote sono del
7%, 10%, 14% e 20% (tasso normale). Fra i prodotti esonerati vi sono materiali e prodotti
agricoli, beni strumentali, materiali, utensili parti e pezzi di ricambio, importazioni nel quadro
dei regimi economici in dogana.
Le imprese che si impegnano a realizzare un investimento di ammontare uguale o superiore ai
200 milioni di Dh possono beneficiare dell’esonero dal diritto d’importazione, dal prelievo
fiscale all’importazione e dall’imposta sul valore aggiunto sull’importazione di beni strumentali,
materiali e attrezzature necessarie alla realizzazione dei loro progetti. Questo esonero è
ugualmente accordato alle parti componenti, pezzi e accessori importati allo stesso tempo dei
beni strumentali e attrezzature ai quali sono destinati .
Le importazioni di beni strumentali, materiali, utensili, parti e pezzi di ricambio destinati alla
promozione e sviluppo degli investimenti sono invece anche esonerate dal prelievo fiscale
all’importazione (PFI) e dalla tariffa parafiscale sull’importazione.
Il Marocco è membro del WTO-World Trade Organization, che giudica ancora troppo elevata la
protezione tariffaria marocchina. La forte dipendenza delle entrate statali dall’imposizione
doganale costituisce ancora un deterrente ad una più rapida liberalizzazione.
Attualmente il numero di prodotti soggetti ad una specifica licenza d’importazione si è ridotto
ad una manciata di voci. Tutti i prodotti possono essere importati liberamente, salvo i
pneumatici usati o rigenerati, gli esplosivi e i rottami. È previsto che qualora delle importazioni
causino pregiudizio grave a un ramo della produzione nazionale, queste siano sottoposte a un
diritto di prelievo compensatorio o a un diritto di antidumping. L’importazione dei prodotti
sottoposti a certificazione obbligatoria è subordinata alla presentazione di un certificato di
conformità alle norme marocchine e rilasciato dal MICA - Ministero per l’Industria, il
Commercio e l’Artigianato, conformemente al decreto n° 2.93.530 del 20 settembre 1993.
La maggior parte delle esportazioni non è soggetta a restrizioni. La licenza di esportazione è
richiesta solo per alcuni prodotti, fra cui i beni alimentari sussidiati. Prodotti ortofrutticoli e
cotone (grezzo e lavorato) possono essere esportati direttamente dal produttore o tramite
l’Office de Commercialisation et d’Exportation Statale. I prodotti minerari sono soggetti ad una
tassa sull’esportazione ad valorem pari al 5% per gli idrocarburi e all’0,5% per gli altri
minerari. Sui beni alimentari è applicata una tassa dell’1% sul controllo di qualità. Gli
esportatori, anche di beni invisibili, devono sottoscrivere un impegno a rimpatriare e rimettere
a una banca autorizzata i proventi dall’export.
I beni di importazione ammessi dal “ Programma generale annuale delle importazioni” sono
classificati in base a due categorie: beni liberamente importabili e beni regolamentati. La prima
categoria riguarda le merci liberalizzate (che non richiedono licenza), che possono essere
liberamente importate, a fronte di un “ impegno di acquisto all’importazione” (engagement
d’importation), siglato dall’importatore senza autorizzazioni amministrative a meno che le
merci provengano da un paese diverso da quello originario o siano acquistate su base CIF.
L’impegno d’importazione è normalmente valido per 6 mesi ed è usato sia per i pagamenti
all’estero che le procedure doganali.
La seconda categoria di beni riguarda, invece, l’importazione di beni soggetti in alcuni casi a
licenza oppure il cui commercio è riservato alla Pubblica Amministrazione. Per importare tali
merci è richiesto un Certificat d’importation. Per un gran numero di articoli della prima
categoria non è fissata una quota di importazione. Le importazioni sono approvate secondo le
necessità. Fra i prodotti importabili solo tramite agenzie ufficiali figurano lo zucchero, il tè, i
cereali, il tabacco e i fertilizzanti.
L’obiettivo del Governo marocchino è quello di trasferire la maggior parte dei prodotti dalla
seconda alla prima categoria fino a raggiungere una completa liberalizzazione del commercio
estero del paese. Attualmente, meno del 10% delle importazioni richiedono ancora la licenza.
È importante ricordare che tutte le importazioni indipendentemente dal titolo devono essere
domiciliate presso una Banca autorizzata. Per specifiche importazioni finanziate con aiuti esteri
o prestiti sono previste speciali procedure. Per quanto attiene le importazioni usate per la
produzione di prodotti per l’esportazione, si può ricorrere direttamente al finanziamento
tramite crediti verso l’estero dello stesso esportatore nell’ambito di speciali linee di credito
contrattabili dalle Banche commerciali marocchine direttamente con i loro corrispondenti esteri.
I certificati di importazione e le licenze di esportazione sono emessi dal Ministero del
Commercio del Marocco. Regimi doganali particolari riguardano:
l’importazione in regime di sospensione;
magazzini e depositi;
magazzini industriali pubblici;
l’ammissione temporanea;
l’importazione temporanea;
il transito.
Il Marocco e l’Unione europea nel febbraio 1996 hanno concluso un Accordo di Associazione,
che è entrato in vigore il 1° marzo 2000. Il suo obiettivo principale è quello di creare nel giro di
12 anni una zona di libero scambio limitatamente al settore industriale. La sua conseguenza
principale è pertanto la graduale eliminazione delle tariffe e dei dazi doganali, portando ad una
potenzialmente radicale liberalizzazione dell’economia marocchina. L’Accordo di Associazione
focalizza la sua attenzione sull’industria, mentre non sembra aprire in maniera più ampia il
mercato europeo alla produzione agricola, che invece costituisce un campo in cui il Marocco
potrebbe competere con successo. Il Marocco, in realtà, già beneficia del libero accesso nella
U.E. per tutti i suoi prodotti industriali, ad eccezione di alcuni prodotti del tessileabbigliamento. Tuttavia, anche per i prodotti agricoli è stata prevista una progressiva
liberalizzazione, finalizzata ad accordare maggiori preferenze a favore delle colture
marocchine, in particolare pomodori, agrumi, patate e fiori recisi, già entro il 1° gennaio 2001.
Per il settore ittico, a partire dal 1999 viene dato libero accesso al mercato dell’Unione alle
conserve di sardine, mentre gli altri prodotti godono del libero accesso già dal 1976.
In base al nuovo accordo il Marocco dovrà dunque eliminare tutti i diritti doganali e le tasse di
effetto equivalente sulle importazioni di prodotti originari dell’Unione europea. Già a partire dal
primo anno di applicazione dell’Accordo, era stabilita la diminuzione dei dazi doganali e delle
tariffe (prelevamenti fiscali all’importazione) sui beni capitali. Le tariffe sui beni non costruiti
localmente, sulle materie prime e sulle parti di ricambio è stabilito che diminuiscano di un
massimo del 25% all’anno nei primi quattro anni, mentre le tariffe sulle cosiddette categorie di
beni più sensibili (che sono fabbricati anche in Marocco) cominciano a diminuire a tre anni
dall’accordo, nel 2003, del 10% all’anno.
Infine, il Marocco ha recentemente concluso accordi per trattamenti preferenziali nella
conduzione degli scambi commerciali con Tunisia ed Egitto. Gli accordi relativi prevedono
l’esonero dei dazi su tutte le merci fabbricate e prodotte in quei paesi.
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Per quanto riguarda i documenti di spedizione, sono necessari:
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fattura commerciale redatta in francese (tre esemplari). Deve riportare le seguenti
annotazioni: origine dei prodotti esportati, peso, numero dei colli, valore e specifiche
tecniche se presenti;
documenti EUR.1 o dichiarazione su fattura per le spedizioni di valore inferiore a 5110
euro. Queste servono per beneficiare del regime preferenziale applicabile ai prodotti
originari dell’Unione europea;
certificato di origine, obbligatorio per i prodotti di origine non comunitaria;
eventuali certificati sanitari;
documenti di trasporto.
Sistema fiscale
Il sistema generale fiscale marocchino prevede e disciplina tre imposte principali:
· imposta sul reddito (IGR) che comprendente il reddito e i profitti acquisiti dalle persone
fisiche e dalle cooperative;
· imposta sul reddito societario (IS) che riguarda entrate e profitti delle imprese e di altre
persone giuridiche;
· l’imposta sul consumo, IVA (TVA).
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche, o imposta generale sul reddito (IGR), si applica alle
entrate annuali delle persone fisiche e delle persone giuridiche assimilate alle persone fisiche. I
redditi che confluiscono nel calcolo della base imponibile sono:
· i redditi professionali;
· i redditi salariali e simili;
· i redditi provenienti da capitali mobili;
· i redditi agricoli;
· le rendite immobiliari.
Le aliquote I.G.R. sono le seguenti:
Reddito in Dh Aliquote
inferiore a 18.000 0%
da 18.001 a 24.000 13%
da 24.001 a 36.000 21%
da 36.001 a 60.000 35%
superiore a 60.000 44%
Sono esentati:
· coloro che producono prodotti o servizi che beneficiano dall’esenzione totale per le vendite da
export per un periodo di 5 anni, seguito da una riduzione del 50% per gli anni seguenti; le
aziende del settore minerario che esportano direttamente o che vendono ad altre aziende il
loro prodotto destinato all’esportazione dopo essere stato valorizzato;
· coloro che svolgono un’attività nelle aree che beneficiano della riduzione del 50% dalle tasse
per un periodo di 5 anni dall’avvio dell’attività;
· gli artigiani che beneficiano della riduzione del 50% dell’imposta sulle entrate per un periodo
di 5 anni dall’avvio dell’attività.
· le persone fisiche che effettuano prestazioni d’opera con contributi dell’Unione Europea, sono
esentate dal pagamento dell`I.G.R. sui redditi provenienti dalla suddetta attività.
L’Imposta sul reddito societario (IS) si applica a tutti i profitti e le entrate delle imprese e delle
persone giuridiche ed è fissata al 35%, ma nel caso degli istituiti di credito è del 39,6%.
Sono esentate dal pagamento della tassa:
· associazioni e società senza scopo di lucro;
· società cooperative;
· imprese di allevamento;
· imprese agricole, nel periodo di esenzione;
· imprese esportatrici di prodotti e servizi che beneficiano della totale esenzione per le vendite
fino a un periodo di 5 anni dalla prima operazione di esportazione, e del 50% dell’imposta negli
anni seguenti;
· imprese create in determinate regioni identificate con decreto che beneficiano della riduzione
del 50% per i primi 5 anni a prescindere dal tipo di attività svolta;
· imprese artigianali che beneficiano di una riduzione del 50% per un periodo di 5 anni, a
prescindere dalla loro ubicazione.
Esistono anche altre imposte e tasse di minore importanza e rilevanza, come ad esempio la
tassa sul reddito azionario e similare (TPA), applicabile alle entrate derivanti da azioni, quote
sociali e dividendi; la tassa sugli investimenti produttivi fissi (TPPRF) che si applica sulle
entrate derivanti da garanzie su prestiti.
Altre imposte correlate all’esercizio dell’attività di impresa sono:
· la Tassa sulla proprietà urbana che si applica al valore della rendita degli immobili, degli
stabilimenti industriali, dei macchinari facenti parte degli stabilimenti produttivi, della terra;
· la Tassa municipale, calcolata in base al 10% del valore della rendita di immobili situati nelle
aree urbane e al 6% per quelli nelle aree periferiche o comunità urbane;
· la Tassa di solidarietà nazionale, dovuta dalle imprese non soggette all’imposta sul reddito
societario e calcolata al 10% di questa.
Imposta sul valore aggiunto (TVA)
Si applica alle operazioni di natura industriale, commerciale, artigianale e a quelle relative
all’esercizio della libera professione svolte in Marocco e alle operazioni d’importazione.
Le aliquote sono:
· 7% sui prodotti di prima necessità e sulle operazioni di credito, di banca e sulle commissioni
di cambio;
· 10% sulle operazioni di vendita di alimenti e bevande somministrate al pubblico, di beni
strumentali, di veicoli di trasporto acquistati da zuccherifici e dal settore avicolo, ecc;
· 14% su alcuni prodotti quali grassi alimentari, té, riso, ecc; sulle operazioni di trasporto e
sulle attività turistiche;
· 20% aliquota normale.
Fra i prodotti esonerati: materiali e prodotti agricoli, beni strumentali, utensili, attrezzature,
parti componenti e pezzi di ricambio, beni importati nell’ambito del regime economico in
dogana.
Al fine di evitare la duplicazione dell’imposizione e prevenire l’evasione della tassazione dei
redditi e dei profitti,sono state firmate convenzioni con diversi paesi. In particolare, per l’Italia
la materia è disciplinata dalla Convenzione del 7 giugno 1972, integrata dal "Protocol
Additionnel", resa esecutiva in Italia con la legge n° 504 del 5 agosto 1981.
Un regime particolare fiscale/doganale vige per le FREE ZONES
Tangeri è l’unica zona franca del Paese. All’interno di quest’area è però possibile distinguere:
Zona Franca Commerciale del Porto di Tangeri
Le merci che circolano in questa zona franca, situata nel porto di Tangeri, sono esenti da dazi,
imposizioni fiscali e controlli dell’ufficio cambi. I diritti doganali ed altre tasse vengono pagati
soltanto se le merci vengono trasferite nel territorio doganale marocchino. Le operazioni che
possono essere effettuate nella zona franca sono determinate per legge. Quelle che possono
essere effettuate sugli imballaggi e sulle merci sono determinate dal presidente del consiglio
municipale o dall’autorità da lui delegata.
Zona Franca di Esportazioni dell’Aeroporto di Tangeri
Questa zona franca è stata realizzata su una superficie di 345 Ha. È delimitata a nord
dall’Aeroporto Internazionale di Tangeri "Ibn Batouta", ad ovest dall’Oceano Atlantico (vicino
all’ubicazione del progettato Porto Atlantico, operativo entro il 2006) e dal gasdotto
Africa/Europa, ad est dalla zona industriale di Gzenaya e a sud dalla città di Tangeri e dal suo
porto.
Le agevolazioni concesse agli investitori nella Zona Franca di Tangeri comprendono lo
snellimento delle formalità amministrative, grazie anche al funzionamento della società di
gestione come sportello unico.
Il regime fiscale applicato alla Zona Franca di Tangeri prevede alcuni incentivi, quali:
· esonero dal pagamento dell’IVA per le merci provenienti dall’estero;
· abbattimento dell`80% dell’imposta sul reddito per i primi 15 anni di attività produttiva;
· riduzione dell`8,5% dell’imposta sulle società per i primi 15 anni;
· esonero dal pagamento dell’imposta di registro e di bollo;
· esonero dal pagamento della tassa urbana per 15 anni;
· esonero dalla partecipazione alla solidarietà nazionale.
La Zona Franca non è assoggettata al controllo del commercio estero e dei cambi e gode di un
regime doganale speciale che prevede l’esenzione da tutti i diritti, tasse e sovrattasse che
riguardano l’importazione, la circolazione e l’esportazione di beni e servizi per le merci che
entrano nella Zona Franca e che sono ivi consumate o trasformate per essere riesportate.
In conclusione, di notevole interesse è il "Projet de loi di finance 2006" che traduce la volontà
del governo di modernizzare il sistema fiscale eccessivamente complesso. I cambiamenti
vertono oltre che sulle importanti riduzioni tariffarie così come previste dagli accordi di libero
scambio conclusi, soprattutto sulla riforma dell'IVA e sulla elaborazione di un Codice generale
sulle Imposte.
Sistema creditizio e finanziario
La Banca Centrale è la Bank Al Maghreb (Banque du Maroc), sorta nel 1959 e vertice di una
rete di istituzioni pubbliche, semipubbliche e private.
Il governatore della Banca Centrale è Abdellatif Jouahri.
Oltre ad emettere moneta, ha funzione di controllo in materia valutaria e monetaria. Il
controllo dei cambi è gestito dall’Ufficio Cambi, Agenzia del Ministero delle Finanze.
Circa 10 anni fa, nel maggio del 1996, é stato istituito un mercato interbancario per lo scambio
di valuta straniera, permettendo alle banche commerciali la compravendita di valuta estera ai
tassi del mercato. Precedentemente, i tassi di cambio sull'estero erano fissi, su una base
quotidiana stabilita da Al-Maghrib la banca centrale.
La Banca Centrale del Marocco ha recentemente introdotto alcune regole per le Banche
nazionali a disciplina delle loro operazioni in euro. Tutte le banche marocchine sono state
autorizzate ad investire fino al 10% del loro capitale in euro. Si tratta di un tetto piuttosto
prudente, che è probabilmente soggetto a cambiamento via via che la Banca Centrale prende
maggiore confidenza con il nuovo sistema europeo. Ciò è tanto più necessario in quanto la
parte maggiore dei commerci marocchini è svolta con l’Europa e, di conseguenza, l’euro
diventa la principale moneta per le transazioni estere.
Attualmente, quattro banche sono controllate dallo Stato:
- Banque Nationale pour le Développement Economique (BNDE), specializzata nel fornire
prestiti a medio-lungo termine all’industria;
- Crédit Immobilier et Hotelier (CIH), specializzata nel finanziamento di investimenti
destinati al settore immobiliare e turistico;
- Caisse Nationale de Crédit Agricole (CNCA), specializzata nel finanziamento del settore
agricolo;
- Crédit Populaire Marocain (CPM) che fornisce ogni tipo di finanziamento alle piccole e
medie imprese e offre servizi bancari ai marocchini residenti all’estero attraverso le
filiali estere.
Con la Legge bancaria del 1993, sono stati eliminati i privilegi di cui godevano
precedentemente. In particolare, il CPM gestiva in esclusiva le rimesse degli emigranti
marocchini all’estero e la BMCE gestiva l’assicurazione alle esportazioni, mentre esiste anche
un programma di privatizzazione del settore bancario che interessa la BNDE, il CIH e la Banque
Centrale Populaire.
In Marocco operano attualmente circa 15 Banche commerciali la maggior parte delle quali
hanno il capitale collocato fra azionisti privati e, fra queste, una porzione significativa vede la
partecipazione di banche europee. Tra queste, oltre alla Bank Al Maghrib e al Banque Nationale
pour le Développement Economique (BNDE), Caisse Nationale de Crédit Agricole (CNCA) e
Crédit Immobilier et Hotelier (CIH), operano la Banque Commerciale du Maroc (BCM), Banque
Marocaine du Commerce Extérieur (BMCE), Banque Marocaine pour l’Afrique et l’Orient
(BMAO), Crédit du Maroc (CM), Crédit Populaire du Maroc (CPM), Banque Centrale Populaire
(BCP), Banque Populaire Régionale (BPR), Société Générale Marocaine de Banque (SGMB),
Société Marocaine de Dépôt et Crédit (SMDC) e la Wafabank.
Sono state inoltre costituite 2 nuove Banche: la Banque Al-Amal, specializzata nel
finanziamento dei progetti d’investimento in Marocco da parte di marocchini residenti all’estero
e la Banque de Développement des Collectivités Locales, attiva nell’erogazione di prestiti per lo
sviluppo delle comunità locali.
Il mercato finanziario è caratterizzato da un elevato grado di concentrazione, con tre gruppi
che dominano il settore: BCM, BMCE e Banque Populaire, detengono assieme il 61% del
mercato, seguiti dagli istituti di credito con una quota del 29,7%. La più grande banca
commerciale privata è la BCM, il 32% della quale é posseduto da banche straniere, fra cui
Banco Central Hispano, Credito Italiano e Crédit Commercial de France.
Il grado di concentrazione del settore bancario è relativamente elevato anche in termini
geografici: la maggior parte delle agenzie e degli sportelli sono concentrati nelle grandi città e
soprattutto a Casablanca.
L’internazionalizzazione delle Banche marocchine è agevolata dalla presenza nel proprio
azionariato di banche estere, e si orienta prevalentemente in direzione dell’intensificazione dei
rapporti con queste ultime. Non mancano tuttavia, i casi di presenza diretta all’estero per
mezzo di propri uffici di rappresentanza o di filiali, soprattutto nelle regioni ad alta densità di
immigrazione marocchina.
Il sistema finanziario marocchino, inoltre, si compone di altre istituzioni, quali compagnie
assicurative, fondi pensione, agenzie di leasing, organismi finanziari specializzati (come la
Caisse Marocaine des Marchés, la Caisse de Dépots et de Gestion, la Bank al Amal, la Banque
des Collectivités Locales, la Caisse Centrale de Garantie e la Caisse Nationnale de Sécurité
Sociale) ed, infine, la Borsa Valori di Casablanca.
La borsa marocchina con sede a Casablanca è stata istituita nel 1995 ed è gestita da una
società a responsabilità limitata, Société de la Bourse des Valeurs de Casablanca (SBVC). Un
grande impulso alla crescita delle attività di borsa è derivato dal processo di privatizzazione.
La Borsa marocchina non presenta restrizioni alla partecipazione straniera e, in tempi recenti,
ha visto migliorare le proprie infrastrutture con l’introduzione del sistema di quotazioni
elettroniche e del regolamento attraverso un deposito centrale e una stanza di compensazione.
Nel 2004 il Parlamento ha approvato una legge per dare alla banca centrale, Bank Al-Maghreb,
un ruolo principale e non più solo consultivo nella politica monetaria del paese, allo scopo di
consolidare la stabilità dei prezzi.
Il tasso di cambio dirham-dollaro a fine 2004 aveva raggiunto Dh 8.22 per 1 USS, da Dh 11.56
per 1 USS alla fine di 2001. Il dirham è successivamente sceso a Dh 9.21 per 1 USS alla fine di
2005.
Il rafforzamento del dirham sul dollaro è stato causato in questi anni quasi esclusivamente dal
cambiamento nel tasso dell'euro; contro l'euro, il dirham ha perso 3% del relativo valore nel
2002, il 3,9% nel 2003 ed il 1,7% nel 2004 ed il relativo indebolimento successivo ha riflesso il
declino degli euro contro il dollaro US nel 2005. Tuttavia negli ultimi dieci anni, il dirham ha
apprezzato di un 40% reale contro il renminbi cinese e circa del 60% contro l'eccedenza della
rupìa indiana, danneggiando la competitività verso due esportatori importanti del settore
tessile.
A seguito delle riforme adottate dal governo, le condizioni del settore bancario sono in via di
miglioramento, soprattutto grazie alla drastica riduzione della quota dei non performing loan e
ai positivi progressi registrati negli indicatori di liquidità e di capitalizzazione.
Le autorità marocchine si sono anche impegnate nel migliorare la disponibilità, l’accuratezza e
la trasparenza delle informazioni in linea con i dettami di Basilea II.
Principali trattati
Accordo per evitare le doppie imposizioni
Accordo per la promozione e la protezione
degli investimenti
Accordo di amicizia e cooperazione
Firmato il 7.6.72 ratificato con Legge Nazionale n.
504 del 5/08/81 (G.U. n. 250 SO del 11/09/81).
Dal 1983 è in vigore anche un protocollo
aggiuntivo.
Firmato a Rabat il 18.07.1990, non in vigore.
Scambio di note del 15/10/91 Legge Nazionale n.
714 del 14/12/1994 (comunicato in G.U. n. 301
SO del 27/12/1994).
Firmato il 15.11.1991
Strumenti comunitari di cooperazione
La cooperazione con il Marocco è iniziata nel 1969 con la firma di un Accordo di non reciprocità
commerciale della durata di 5 anni, sostituito poi nel 1976 da un nuovo accordo di
cooperazione (Regolamento 2211/78 CEE del Consiglio del 26 settembre 1978).
Accordo Pesca
Nel 1995 è stato concluso un Accordo sulla Pesca. L’accordo disciplinava in particolare le
modalità e le quote per la pesca delle navi dell’UE nelle acque marocchine. Alla scadenza
naturale dell’Accordo, il 30/11/99, il Marocco ha rifiutato di rinnovare un accordo quadriennale
per la pesca con l’UE affermando che le attuali forme di cooperazione non aiutano a
salvaguardare le ricchezze marine nazionali.
Accordo di Associazione tra UE e Marocco
firmato il 26 febbraio 1996, è entrato in vigore il 1° marzo 2000. Il Marocco già beneficia del
libero accesso nelle UE per tutti i suoi prodotti industriali ad eccezione del tessileabbigliamento. Una clausola dell’accordo stabilisce che dal 1 gennaio 2001 siano esaminate le
reciproche concessioni per il commercio dei prodotti agricoli.
Il Marocco è uno dei firmatari della Dichiarazione di Barcellona del 1995 che, nel quadro della
nuova politica euro-mediterranea dell’Unione europea, prevede la progressiva realizzazione di
un’area di libero scambio euro-mediterranea.
Il Bacino Mediterraneo - Algeria, Autorità Palestinesi, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano,
Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia - è stato oggetto d'interesse dal Programma MEDA.
Il Programma Meda è nato, con la Dichiarazione di Barcellona nel 1995, come Meda I 19951999, (Regolamento del Consiglio 1488/96) ed è stato poi rilanciato nel 2000 con la
Conferenza Interministeriale di Marsiglia con validità 2000-2006 (Regolamento finanziario
2698/2000).
Il Marocco è tra i Paesi terzi che partecipano alla politica europea di vicinato (ENPI 20072013).
Il programma ENPI va a sostituire il programma MEDA e, in parte, il programma TACIS.
Il regolamento n. 1638/2006 del 24 ottobre 2006 adottato dal Parlamento Europeo e dal
Consiglio, istituisce uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza
comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione
Europea e i Paesi ed i territori destinatari del programma.
L'assistenza comunitaria sarà utilizzata a beneficio dei Paesi partner. Essa può altresì essere
utilizzata a beneficio comune degli Stati membri e dei Paesi partner e delle loro regioni, allo
scopo di promuovere la cooperazione transfrontaliera e transregionale
L'assistenza comunitaria incentiverà il consolidamento della cooperazione e la progressiva
integrazione economica tra l'Unione europea e i paesi partner e, in particolare, l'attuazione di
accordi di partenariato e di cooperazione, di accordi di associazione o di altri accordi presenti o
futuri. Essa incoraggerà altresì gli sforzi dei Paesi partner volti a promuovere il buon governo e
un equo sviluppo sociale ed economico.
L’assistenza comunitaria sarà utilizzata per sostenere misure nell'ambito dei seguenti settori di
cooperazione:
a) promozione del dialogo politico e della riforma in campo politico;
b) promozione del ravvicinamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso
standard più elevati in tutti i settori di pertinenza, in particolare per incoraggiare la
progressiva partecipazione dei paesi partner al mercato interno e l'intensificazione degli
scambi;
c) consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all'elaborazione e
all'attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di
partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità
e/o i suoi Stati membri e i paesi partner siano parti, finalizzati al raggiungimento degli
obiettivi definiti nel presente articolo;
d) promozione dello Stato di diritto e del buon governo, in particolare rafforzando
l’efficienza dell'amministrazione pubblica e l'imparzialità e l’efficienza del potere
giudiziario, e sostegno alla lotta contro la corruzione e le frodi;
e) promozione, sotto tutti gli aspetti, dello sviluppo sostenibile;
f) proseguimento degli sforzi per lo sviluppo regionale e locale, nelle zone rurali e urbane,
allo scopo di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale;
g) promozione della protezione ambientale, della conservazione della natura e della
gestione sostenibile delle risorse naturali, tra cui le acque dolci e le risorse marine;
h) sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al
raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU;
i) sostegno alle politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l'inclusione sociale, la
parità tra i sessi, la non discriminazione, l'occupazione e la protezione sociale, inclusa la
protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e
delle norme fondamentali in materia di lavoro, comprese quelle relative al lavoro
infantile;
j) sostegno alle politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione, incluse
non soltanto misure atte a combattere le più gravi forme di malattie trasmissibili e di
malattie e patologie non trasmissibili, ma anche a garantire l'accesso, da parte delle
ragazze e delle donne, ai servizi e all'educazione in materia sanitaria, comprese la
salute riproduttiva e infantile;
k) promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle
donne e dei bambini;
l) sostegno alla democratizzazione, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle
organizzazioni della società civile e la promozione del pluralismo dei media, nonché
mediante il monitoraggio e l'assistenza in occasione delle elezioni;
m) sostegno allo sviluppo della società civile e delle organizzazioni non governative;
n) incentivazione dello sviluppo dell'economia di mercato, comprese le misure volte a
sostenere il settore privato e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, ad incoraggiare
gli investimenti e a promuovere gli scambi mondiali;
o) promozione della cooperazione nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei
trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni, le reti e il relativo
sfruttamento, miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e
dello sfruttamento delle fonti di energia e promozione di fonti di energia rinnovabili,
dell'efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;
p) sostegno ad azioni mirate ad una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini,
segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;
q) gestione delle frontiere efficace e sicura;
sostegno al processo di riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e
affari interni, comprese questioni quali il diritto d'asilo, la migrazione e la riammissione,
e le azioni volte a combattere e a prevenire il traffico di esseri umani nonché il
terrorismo e la criminalità organizzata, incluso il suo finanziamento, il riciclaggio del
denaro e la frode fiscale;
s) sostegno alla cooperazione amministrativa in vista del miglioramento della trasparenza
e di uno scambio più intenso di informazioni in materia fiscale, al fine di combattere la
frode e l’evasione;
t) promozione della partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e
dell’innovazione;
u) promozione della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore
dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli
studenti;
v) promozione del dialogo multiculturale, dei contatti tra i popoli e dei legami con le
comunità di immigrati che vivono negli Stati membri, della cooperazione tra le società
civili, delle istituzioni culturali nonché degli scambi tra i giovani;
w) sostegno alla cooperazione finalizzata a tutelare il patrimonio storico e culturale e a
promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;
x) sostegno alla partecipazione dei paesi partner ai programmi e alle agenzie della
Comunità;
y) sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte
nell'intento di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle
regioni frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della
Comunità;
z) promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale e subregionale,
comprendendo, se del caso, i paesi che non hanno diritto all'assistenza comunitaria a
norma del presente regolamento;
aa) offerta di sostegno nelle situazioni susseguenti alle crisi, incluso il sostegno ai profughi
e agli sfollati, e assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;
bb) promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le
misure e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;
cc) risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di
qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente
regolamento.
Gli accordi di partenariato e di cooperazione, gli accordi di associazione e altri accordi presenti
o futuri che stabiliscono rapporti con i paesi partner, nonché le pertinenti comunicazioni della
Commissione e le conclusioni del Consiglio che individuano le linee guida delle politiche
dell’Unione europea nei confronti di questi stessi paesi formeranno il quadro generale delle
politiche ai fini della programmazione dell'assistenza comunitaria nell'ambito del presente
regolamento. I piani d’azione definiti di comune accordo o altri documenti equivalenti
costituiranno un elemento di riferimento essenziale per individuare le priorità dell’assistenza
comunitaria. Laddove tra l'Unione europea e i paesi partner non esistano suddetti accordi ,
l’assistenza comunitaria potrà essere fornita qualora risulti utile per perseguire gli obiettivi
delle politiche dell'Unione europea. Essa sarà programmata in base a tali obiettivi.
r)
Complementarità, partenariati e cofinanziamenti
L'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento sarà, di regola, complementare
o ausiliare alle corrispondenti strategie e misure nazionali, regionali o locali. L’assistenza
comunitaria prevista dal presente regolamento sarà stabilità, di regola, in un partenariato tra
la Commissione e i beneficiari. Il partenariato coinvolgerà, come opportuno, autorità nazionali,
regionali e locali, partner economici e sociali, la società civile nonché altri organismi
competenti. I paesi beneficiari provvederanno, come opportuno, a rendere partecipi i partner
interessati al livello territoriale idoneo, segnatamente su scala regionale e locale, nelle fasi di
preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi e dei
progetti. L’assistenza comunitaria sarà cofinanziata, di regola, dai paesi beneficiari tramite
fondi pubblici, contributi provenienti dai beneficiari o altre fonti. Si può derogare al requisito in
materia del cofinanziamento in casi debitamente giustificati e ove ciò sia necessario a
sostenere lo sviluppo della società civile e degli attori non statali per misure volte a
promuovere i diritti umani e libertà fondamentali, nonché a sostenere il processo di
democratizzazione.
Coerenza, compatibilità e coordinamento
I programmi e i progetti finanziati ai sensi del presente regolamento saranno coerenti con le
politiche dell'Unione europea. Essi saranno conformi agli accordi conclusi dalla Comunità e
dagli Stati membri con i paesi partner e rispetteranno gli impegni assunti dai medesimi in base
ad accordi multilaterali e convenzioni internazionali di cui sono parti, compresi impegni in
materia di diritti umani, democrazia e
buon governo. La Commissione e gli Stati membri garantiranno la coerenza tra l’assistenza
comunitaria fornita nell'ambito del presente
regolamento e l’assistenza finanziaria fornita dalla Comunità e dagli Stati membri tramite altri
strumenti finanziari interni ed esterni, nonché dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
La Commissione e gli Stati membri garantiranno il coordinamento dei rispettivi programmi di
assistenza nell’intento di rendere maggiormente efficace ed efficiente la fornitura degli aiuti
conformemente agli orientamenti stabiliti per il rafforzamento del coordinamento operativo
nell'ambito dell'assistenza esterna e per l'armonizzazione delle politiche e delle procedure. Il
coordinamento comporterà consultazioni regolari e scambi frequenti di informazioni rilevanti
durante le diverse fasi del ciclo di assistenza, soprattutto sul campo, ed assumerà un ruolo
centrale nei processi di programmazione degli Stati membri e della Comunità.
PROGRAMMAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI FONDI
L’assistenza comunitaria viene attuata attraverso:
a) documenti di strategia nazionali, multinazionali e transfrontalieri e programmi indicativi
pluriennali, che riguardano:
b) programmi nazionali o multinazionali che concernono l'assistenza a un paese partner o
trattano la cooperazione regionale e subregionale tra due o più paesi partner, nei quali
è possibile la partecipazione degli Stati membri;
c) programmi di cooperazione transfrontaliera che concernono la cooperazione tra uno o
più Stati membri e uno o più paesi partner, da attuare nelle rispettive regioni confinanti
con la parte comune delle frontiere esterne della Comunità;
d) programmi operativi congiunti per la cooperazione transfrontaliera , programmi d’azione
annuali e misure speciali.
I programmi multinazionali possono includere misure di cooperazione transregionale. Ai fini
del presente regolamento, per cooperazione transregionale si intende la cooperazione tra
gli Stati membri e i paesi partner, volta ad affrontare sfide comuni, a loro comune
vantaggio e posta in essere ovunque sul territorio degli Stati membri e dei paesi partner. Ai
fini dei programmi nazionali o multinazionali saranno adottati dei documenti di strategia, i
quali copriranno un arco di tempo compatibile con le priorità individuate nel quadro delle
politiche e conterranno programmi indicativi pluriennali, inclusi i relativi stanziamenti e
obiettivi prioritari per ogni paese o regione.
Possono beneficiare di un finanziamento finalizzato all’attuazione dei programmi d’azione,
dei programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera o delle misure speciali ai sensi del
presente regolamento:
a) i paesi e le regioni partner e relative istituzioni;
b) gli enti decentrati dei paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni;
c) gli organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità;
d) le organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i
servizi o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni
finanziarie internazionali e le banche di sviluppo, nella misura in cui esse contribuiscano
agli obiettivi del presente regolamento;
e) le istituzioni e gli organi della Comunità unicamente nel quadro dell’esecuzione delle
misure di sostegno;
f) le agenzie dell’Unione europea;
g) i seguenti enti e organismi degli Stati membri, dei paesi e delle regioni partner o di
qualsiasi altro Stato terzo, che ottemperino alle disposizioni in materia di accesso
all'assistenza esterna della Comunità, nella misura in cui essi contribuiscano agli
obiettivi del presente regolamento:
- enti pubblici o parastatali, amministrazioni o autorità locali e relativi consorzi;
- società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati;
- istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione e al finanziamento degli
investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner;
- attori non statali quali definiti alla lettera
h); persone fisiche;
i seguenti attori non statali:
- organizzazioni non governative;
- organizzazioni che rappresentano minoranze nazionali e/o etniche;
- associazioni professionali e gruppi d’iniziativa locali;
- cooperative, sindacati, organizzazioni rappresentative degli attori economici e sociali;
organizzazioni locali (comprese le reti) che operano nel settore della cooperazione e
dell’integrazione regionali decentrate;
- associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di
insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche;
- università;
- chiese e associazioni o comunità religiose;
- mass media;
- associazioni transfrontaliere, associazioni non governative e fondazioni indipendenti.
L’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata:
a) al finanziamento di misure di assistenza tecnica e di misure amministrative mirate,
comprese quelle misure di cooperazione che implichino la partecipazione di esperti del
settore pubblico provenienti dagli Stati membri e dalle loro autorità regionali e locali
coinvolte nel programma;
b) al finanziamento di investimenti e di attività ad essi connesse;
c) alla contribuzione a beneficio della BEI o di altri intermediari finanziari, per il
finanziamento di prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di
investimento;
d) a programmi di sgravio del debito in casi eccezionali, nel quadro di un programma di
sgravio del debito concordato a livello internazionale;
e) a sostegni diretti al bilancio, settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di
sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della spesa pubblica e ove
siano state poste in essere politiche settoriali o macro-economiche ben formulate,
elaborate dal paese partner e approvate dai suoi principali donatori, incluse
eventualmente le istituzioni finanziarie internazionali;
f) a contributi in conto interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale;
g) alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali;
h) alla partecipazione a un fondo istituito dalla Comunità, dai suoi Stati membri, da
organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o paesi partner;
i) alla partecipazione al capitale di istituzioni finanziarie internazionali o di banche di
sviluppo regionali;
j) al finanziamento dei costi necessari all'efficiente gestione e supervisione di progetti e
programmi da parte dei paesi che beneficiano dell’assistenza comunitaria;
k) al finanziamento di microprogetti;
l) a misure in materia di sicurezza alimentare.
Il finanziamento comunitario può inoltre coprire le spese relative alle azioni di preparazione,
monitoraggio, controllo, audit e valutazione, direttamente necessarie all’attuazione del
presente regolamento e al conseguimento dei relativi obiettivi, segnatamente studi, riunioni,
azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pubblicazione e formazione, incluse misure di
formazione per i partner che consentano loro di partecipare alle varie fasi del programma,
spese afferenti alle reti informatiche finalizzate allo scambio di informazioni, nonché qualsiasi
altra spesa di assistenza tecnica o amministrativa a carico della Commissione per la gestione
del programma. Sono altresì comprese le spese di supporto amministrativo sostenute dalle
delegazioni della Commissione, necessarie per assicurare la gestione delle azioni finanziate ai
sensi del presente regolamento. Dette misure di sostegno non sono necessariamente soggette
ad una programmazione pluriennale e possono essere pertanto finanziate al di fuori dei
documenti di strategia e dei programmi indicativi pluriennali. Il loro finanziamento può
comunque rientrare anche nell’ambito dei programmi indicativi pluriennali.
Le misure finanziate ai sensi del presente regolamento possono essere oggetto di un cofinanziamento, fra l'altro, da parte di:
a) Stati membri, loro autorità regionali e locali e relativi enti pubblici e parastatali;
b) paesi SEE, Svizzera e altri paesi donatori, in particolare i relativi enti pubblici e
parastatali;
c) organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali, in particolare le istituzioni
finanziarie internazionali e regionali;
d) società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati, nonché altri attori
non statali;
e) paesi e regioni partner beneficiari dei fondi.
I programmi di cooperazione transfrontaliera possono riguardare
tutte le seguenti regioni frontaliere:
a) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo le
frontiere terrestri tra Stati membri e paesi partner;
b) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo
bracci di mare di importanza significativa;
c) tutte le unità territoriali costiere corrispondenti al livello NUTS 2 o equivalente, che si
affacciano su un bacino marino comune agli Stati membri e ai paesi partner.
Al fine di assicurare la continuazione della cooperazione esistente e in altri casi giustificabili,
alle unità territoriali confinanti può essere concesso di partecipare ai programmi di
cooperazione transfrontaliera alle condizioni stabilite nei documenti di strategia.
Paesi partner: Algeria; Armenia; Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza; Azerbaigian;
Bielorussia; Egitto; Federazione russa; Giordania; Georgia; Israele; Libano; Libia; Marocco;
Moldova; Siria; Tunisia; Ucraina.
La dotazione finanziaria per l’attuazione del presente regolamento nel periodo 2007-2013
ammonta a 11 181 000 EUR ripartiti come segue:
a) un minimo del 95 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi nazionali e
multinazionali;
b) fino al 5 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi di cooperazione
transfrontaliera.
L'UE cerca di sviluppare in particolar modo le relazioni con il Marocco, suo vicino partner
geografico, per sostenere le riforme economiche e politiche del Paese. I rapporti sono rivolti al
rafforzamento delle riforme democratiche, all'ammodernamento dell'economia e imperniati
sulle questioni migratorie.
Per ulteriori informazioni su Accordi e negoziazioni, programmi Ue, progetti e bandi di gara,
consultare il sito della Commissione Ue – Relazioni esterne:
http://ec.europa.eu/external_relations/morocco/index_en.htm
Progetti multilaterali
Il Marocco beneficia di finanziamenti da parte dei seguenti organismi finanziari internazionali:
Banca Mondiale, IFC (International Finance Corporation), Banca Africana di Sviluppo.
La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and
Development - finanzia progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo (PVS).
http://web.worldbank.org
Banca Mondiale: Marocco
I prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono rimborsabili in un arco di
tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o a entità pubbliche. Il
tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo medio della raccolta,
fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti IBRD si indirizzano
prevalentemente verso alcuni settori:
- programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico,
settore sociale);
- protezione dell’ambiente;
- sviluppo del settore privato e del settore finanziario;
- sostegno alle riforme economiche.
Per l’assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l’IDA - International
Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più
poveri del mondo, il cui reddito pro-capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti
IDA vengono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi , hanno una durata di 35
o 40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria
IDA sono:
- i servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche,
ammortizzatori sociali di base);
- l’allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme macroeconomiche e strutturali, sostegno al settore privato: piccole-medie imprese e settore
finanziario);
- il sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico;
- la protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo
sviluppo rurale, urbano e dei trasporti.
L’IFC - International Finance Corporation - è un’istituzione del Gruppo Banca Mondiale, ma ha
una sua entità giuridica e finanziaria. Ruolo primario dell’IFC è promuovere lo sviluppo del
settore privato nei Paesi in via di sviluppo, a tal fine concede prestiti direttamente alle imprese
private, agisce come investitore diretto nel capitale di rischio e offre una vasta serie di servizi
di consulenza alle imprese private e ai governi.
L’IFC concentra la propria attività sui seguenti obiettivi:
- assistenza alle piccole e medie imprese, da attuarsi soprattutto attraverso intermediari
finanziari;
- sviluppo dei mercati nazionali di capitale;
- privatizzazione e ristrutturazione delle imprese statali;
- sostegno agli investimenti privati nelle infrastrutture (in particolare telecomunicazioni e
settore energetico);
- maggiore equilibrio nella distribuzione regionale degli investimenti;
- potenziamento dei servizi di consulenza.
Le iniziative dell’IFC possono vedere coinvolte anche le imprese dei Paesi sviluppati come
partners in accordi di collaborazione imprenditoriale, joint-ventures o come fornitrici di beni e
servizi.
IFC
Morocco, Rabat
Joumana Cobein
Country Officer
International Finance Corporation
7, Rue Larbi Ben Abdellah Rabat
Souissi, Morocco
Tel: + 212 37 65 24 79
Fax: + 212 37 65 28 93
E-mail: [email protected]
Il Gruppo della Banca Africana di Sviluppo è formato dalla Banca Africana di Sviluppo, dal
Fondo africano e dal Fondo Speciale della Nigeria. La Banca, creata nel 1964 , riunisce 53
membri regionali (RMC – Regional Member Countries) e 24 Paesi non regionali tra cui l’Italia.
Obiettivo dell’istituzione è promuovere lo sviluppo economico e sociale del continente africano
attraverso la concessione di crediti e programmi d’assistenza tecnica. Gli interventi sono
indirizzati verso i principali settori economici quali l’agricoltura, l’industria e i trasporti, ma
interessano anche la pubblica amministrazione, il settore socio-sanitario, la protezione
dell’ambiente. A partire dal 1990 la Banca ha elaborato uno speciale programma di sostegno al
settore privato che unisce agli strumenti tradizionali di intervento (concessione di crediti e
partecipazione al capitale di rischio), strumenti innovativi (garanzie, investimenti quasi equity,
underwriting, linee di credito agli intermediari finanziari privati).
Sede in Marocco
Il Fondo Africano di Sviluppo è stato istituito nel 1972 per finanziare a condizioni agevolate
progetti e programmi in favore dei Paesi più poveri che non hanno il merito di credito per poter
accedere ai prestiti della Banca. I crediti sono concessi a tasso zero con una commissione pari
all’1% circa e prevedono un periodo di rimborso fino a un massimo di 50 anni, inclusi 10 di
grazia. Il Fondo finanzia progetti, interventi di assistenza tecnica e studi.
Informazioni di viaggio
Dal 17.07.2006 - Gli attentati avvenuti in vari Paesi rendono consigliabile mantenere elevata la
soglia di attenzione, in considerazione del possibile rischio di atti di natura terroristica, anche ai
danni di istituzioni o strutture occidentali, suscettibili di verificarsi ormai ovunque. Si
suggerisce di registrare i dati relativi al viaggio che si intende effettuare in Marocco sul sito:
www.dovesiamonelmondo.it.
Prefissi internazionali
00 212 prefisso per il Paese;
22 Casablanca;
44 Marrakech;
37 Rabat.Telefonia
E' autorizzata l'importazione temporanea e l'utilizzazione di telefoni mobili e di telefoni fissi in
auto. Il Marocco fa parte del circuito GSM.
La copertura è quasi integrale per i due operatori di telefonia mobile, Maroc Télécom e Meditel.
Nelle zone montane e desertiche Maroc Télécom assicura una migliore copertura. E' consentita
l'importazione temporanea di apparecchi CB.
Fuso orario
Stesso orario del Meridiano di Greenwich; 1 ora indietro rispetto all’Italia (2 ore indietro con
l’orario legale).
Lingue utilizzate:
L'Arabo (dialetto marocchino) è la lingua ufficiale, mentre il Berbero viene parlato soprattutto
nelle zone di montagna. La lingua veicolare è il Francese, ampiamente diffuso, mentre lo
Spagnolo affianca la lingua locale nella parte settentrionale del Marocco. Nei centri turistici
principali vi è una discreta conoscenza dell'Italiano. Poco diffuso l'Inglese.
Documenti
Per l’ingresso nel Paese occorre il passaporto in corso di validità; è tuttavia sufficiente la carta
di identità per i viaggi di gruppo organizzati. Per i cittadini italiani non è necessario il visto
consolare per soggiorni inferiori ai tre mesi ma solo il passaporto valido.
Per guidare in Marocco: patente italiana valida per tre mesi. Carta Verde.
Assicurazione minima obbligatoria: un visitatore deve essere coperto per la stessa somma
minima di un residente, cioè copertura per i danni corporali o materiali illimitata.
Assicurazioni estere accettate: un automobilista circolante in Marocco con un veicolo
immatricolato in uno dei paesi seguenti può utilizzare una Carta Verde: Andorra, Austria,
Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gibilterra, Grecia,
Iran, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Monaco,
Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Regno Unito, (compresa l`Isola di Man)
Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia,
Ucraina, Vaticano.
Assicurazione a breve termine: la maggior parte delle compagnie di assicurazione italiane non
rilascia la carta verde per il Marocco; un visitatore sprovvisto di Carta Verde deve acquistare
un'assicurazione a breve termine al suo arrivo in Marocco.
Se si entra in Marocco con un’autovettura, questa sarà registrata nel sistema informatico delle
Dogane e risulterà sui computer di tutti i posti di frontiera. Richiesta la dichiarazione
d'importazione temporanea "D-16 ter", che dovrà contenere informazioni sull'identità
dell'importatore nonché sulle caratteristiche del veicolo. La dichiarazione può anche essere
compilata elettronicamente sul sito internet delle Dogane (vedi oltre), prima della partenza per
il Marocco.
Il turista che tenta di lasciare il Marocco senza la macchina con cui è arrivato sarà trattenuto
dalla polizia. È quindi impossibile, salvo complessa procedura alle Dogane, entrare in macchina
e ripartire in aereo. Pertanto, in caso di incidente che rendesse l’autovettura inservibile bisogna
rivolgersi alla polizia per ottenere un’attestazione, indispensabile per passare la dogana senza
l’autovettura.
Indirizzo utile per l'importazione temporanea:
Administration des Douanes et Impôts Indirects
(Amministrazione delle Dogane e delle Imposte Indirette)
Avenue Annakhil, Centre des Affaires, Hay Riad Rabat
Tel.: (+212) 37 71 78 00/01 opp. 37 57 90 00
Fax: (+212) 37 71 78 14/15
Internet: www.douane.gov.ma
e-mail: [email protected]
Zone di cautela
La frontiera meridionale tra Sahara Occidentale e Mauritania per la presenza di campi minati.
L'attraversamento del confine va fatto solo lungo l'unico percorso segnalato.
Formalità valutarie
È vietato uscire dal Marocco con Dirham; alla fine del soggiorno in Marocco si possono
convertire in Euro o altra valuta straniera solo i Dirham precedentemente acquistati, ma
bisogna presentare le relative ricevute.
Situazione sanitaria
Nel complesso soddisfacente.
Le strutture medico-sanitarie pubbliche non sono di livello europeo. Nelle maggiori città
esistono invece cliniche private a pagamento, che si consigliano per interventi semplici e/o
urgenti. Il costo di un ricovero può essere considerevole ed è assolutamente indispensabile
munirsi, prima di partire, di assicurazione medica internazionale che rimborsi le spese di
degenza e/o l'eventuale trasferimento aereo del malato in Italia.
Nessuna vaccinazione obbligatoria. Qualora il periodo di permanenza sia prolungato sono
consigliate, previo parere medico, la vaccinazione antirabbica (soprattutto per i bambini, in
particolare se si soggiorna in zone rurali, dove potrebbero venire a contatto con animali) e
quella contro l'epatite A e B.
Telefoni utili:
Pronto soccorso: Tel. 15
Polizia:Tel. 19
Soccorso stradale: Tel. 212-22203064
Royal Automobile Club Marocain
13 Rue Blida B.P. 13434
Tel. e Fax 00212 2 200396
Ufficio turistico
Ente Nazionale Turismo del Marocco
Via Larga, 23
20122 Milano.
Tel. 02-58303633
Settimana lavorativa
La settimana lavorativa va dal Lunedì al Venerdì. Il Sabato e la Domenica sono festivi. L’orario
di lavoro varia secondo la stagione. Durante il Ramadan dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle
15,00.
UFFICI AMMINISTRATIVI: inverno: dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30 alle ore
18.00; estate: dalle ore 8.00 alle ore 14.00; durante il Ramadan dalle ore 8.30 alle ore 15.00
Carte di credito
L’uso delle principali carte di credito è diffuso presso i negozi di maggiori dimensioni, alberghi e
ristoranti
Informazioni per gli operatori economici.
Gli operatori economici italiani possono avere informazioni rivolgendosi all'ufficio commerciale
della nostra Ambasciata ed ai seguenti indirizzi:
ICE (Istituto per il Commercio Estero):
62, Bd d'Anfa, Immeuble Bab Abdelaziz, 20000 Casablanca
Tel. 022 22 49 92/22 49 95/22 49 96; Fax 022 27 49 45/27 49 52
email: [email protected]
Camera di Commercio Italiana a CASABLANCA
59, rue Moussa Ibnou, Noussair, Casablanca
Tel. 00212 22 26 56 53 - 26 46 51 - Fax 022 27 86 27
Mail: [email protected]
Sito Web www.ccimaroc.org.ma
C.O.I.M. (Comitato Operatori Italiani in Marocco ) a Casablanca
28, Rue de Rocroy, 5°piano, Appartamento 5 – Belvédère
Tel./Fax 00212 22 24 99 62
Mail: [email protected]
Sito Web : www.coim.in.ma
Ente Governativo che cura gli Investimenti Esteri:
Direzione Investimenti
c/o Ministero Delegato presso il Primo Ministro incaricato
degli Affari Economici e Generali
32, Rue Homaine, angolo Avenue Michlifen, Agdal, Rabat
Tel. 037-67 33 75 - Fax 037-67 34 19
Festività nazionali
1° gennaio (Capodanno);
11 gennaio (Independence Manifesto);
1° maggio (Festa del lavoro);
9 luglio (Festa della gioventù);
30 luglio (Festa nazionale);
14 agosto (Festa della riunificazione “Oued ed-Dahab”)
20 agosto (Rivoluzione del Re e del popolo)
21 agosto (Anniversario di S.M. il Re Mohamed VI)
6 novembre (Marzo verde “Green March” - “Al Massira al Khadra”);
18 novembre (Festa dell’indipendenza);
31 dicembre (festa del sacrificio);
20 gennaio 2007 (nuovo anno islamico).
Per quanto riguarda le festività islamiche esse variano ogni anno secondo il calendario lunare.
Dal momento che il calendario lunare Hijra è più corto di 11 giorni rispetto al calendario
Gregoriano, ogni anno le feste islamiche cadono approssimativamente 11 giorni prima
dell’anno precedente. Le date precise sono comunque conosciute solo poco prima della loro
celebrazione, dal momento che dipendono dalle fasi lunari.
Le principali feste islamiche dovrebbero essere le seguenti:
- inizio del Ramadan;
- Eid Al-Fitr - fine del Ramadan;
- Eid Al-Adha- Festa del sacrificio;
- Hijri New Year – Nuovo Anno Islamico;
- Sham al-Nessim.
Principali indirizzi utili
«Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali
italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non
corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al
frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.»
Ambasciate e Consolati in Italia
Ambasciata del Marocco e Ufficio Commerciale
Ambasciatore: Tajeddine Baddou (dall’11/07/03)
Via Spallanzani, 8/10
00161 Roma
Tel. (06) 4402524/ 4402587 /4402506 / 4402458 - Fax (06) 4402695
[email protected]
www.ambasciatadelmarocco.it
Consolato a Napoli
Centro Direzionale (Is. G1) - 80143 Napoli
Tel. 0817879009
fax 0817879047
Consolato Generale a Milano
Via A. Martignoni, 10 - 20124 Milano Tel. 0266806919
fax 0266825086
Ambasciate e Consolati all'estero
Ambasciata d'Italia e Ufficio Commerciale
Ambasciatore: Alberto Domenico Candilio
2, Zankat Idriss Al Azhar - Quartier Hassan 10000 Rabat
Tel. 00212 (0) 37 219 730 Fax ufficio visti: 00212 (0)37 219 744
fax 00212 (0) 37 706 882
Numero d'emergenza dell'Ambasciata e del Consolato Generale per tutto il Marocco: 00212 22
43 70 70
[email protected]
http://www.ambrabat.esteri.it
Consolato Generale a Casablanca
Console Gen. Alberto Ceccarelli
21, Avenue Hassan Souktani Casablanca
Tel. (+212 22) 437070 / 220068 / 277558
Fax (+212 22) 277139 /233880
[email protected]
www.conscasablanca.esteri.it
Vice consolato onorario a Marrakech
V.Cons.On. Karim Benfallah
2, Rue Ibn Aicha Immeuble Bella-IV etage, 40000 Marrakech Gueliz
Tel: (00-212) 44420276
Fax: (00-212) 44420276
e-mail: [email protected]
Camera di Commercio Italiana
Camera di Commercio Italiana in Marocco
PRESIDENTE: Roberto Voltolina
SEGRETARIO GENERALE: Louis G. LO BIANCO
43, Boulevard d’Anfa 20000 Casablanca
TELEFONO: +212 22 278217 / 22 264651 FAX: +212 22 278627
[email protected]
www.ccimaroc.com
Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E
Délégation Commerciale d’Italie Organisme Gourvernemental
Direttore: Massimiliano Sponzilli
62, Bd d'Anfa, Immeuble Bab Abdelaziz
20000 Casablanca
Tel.: (00-212) 22224992/22224994/22224995/22224996
Fax: (00-212) 22274945/22274952
[email protected]
www.ice.it/estero2/casablanca/defaultuff.htm
Rappresentanza Unione Europea
Delegazione dell’Unione Europea in Marocco
RIAD BUSINESS CENTER Aile Sud, Boulevard Er-Riad Quartier Hay Riad
RABAT MAROC Boîte Postale 1302
Tel : (212 37 ) 57 98 00 Fax : (212 37 ) 57 98 10
Ambasciatore Bruno Dethomas
[email protected]
www.delmar.ec.europa.eu
Ministeri
Ministere de l’Industrie,du Commerce et de l'artisanat
Quartier des Ministeres Chellah Rabat
Tel : (00-212) 76 18 68 / 76 15 08
Fax : (00-212) 76 6265
[email protected]
www.mcinet.gov.ma
Ministere des Affaires Etrangeres et de la Cooperation
Avenue Roosevelt - Rabt
Tel.:(00-212) 37 762841 ; (00-212) 37 761123; (00-212) 37 761583
Fax: (00-212) 37 76 55 08; (00-212) 37 76 46 79
[email protected]
Ministere du Commerce Exterieur
63, Avenue Moulay Youssef .- Rabat
Tel.: (00-212) 377703363
Fax: (00-212) 37703442
[email protected]
www.mce.gov.ma
Camere di Commercio locali
Fédération des Chambres d’agricolture du Maroc
2, rue Ghandi - Rabat
Tel. (+212 37) 706929 / 703475 - Fax (+212 37) 706922/200948
Presidente M. Mohcine Bekkali
Fédération des Chambres d’artisanat du Maroc
236, Avenue John Kennedy
Route des Zaers - Rabat
Tel. (+212 37) 756752 / 756758 - Fax (+212 37) 756766
Presidente M. Mohamed El Kabbaj
Fédération des Chambres de Commerce et d’Industrie du Maroc
6, Rue Arfoud Hassan - Rabat
Tel. (+212 37) 767078 / 767881 - Fax (+212 37) 767076 / 767896
presidente M. Ahmed Lamrabet
Federazione delle Camere di Commercio Europee in Marocco
124, Avenue My Hassan 1ER
20000 Casablanca
Tel. (+212 22) 200061 - Fax (+212 22) 203383
presidente Armand Giaconia
Istituti e Enti
ANPME-Agence pour la promotion de la Petite et Moyenne Entreprise
10, Rue Ghandi B.P. 211 - Rabat
Tel. (00-212) 37708460
Fax (00-212) 37707695
[email protected]
www.anpme.ma
C.O.I.M. (Comitato Operatori Italiani in Marocco ) - Casablanca
28, Rue Hafid Ibrahim Casablanca
Tel./Fax (00-212) 22 24 99 62
Presidente Giovanni Mezzadri
Segretario generale Umberto Tromboni
[email protected]
www.coim.in.ma
Centre Marocaine de Promotion des Exportations (CMPE)
23, Bld. Ibnou Majid El Bahar - Casablanca
Tel. (00-212) 22302210
Fax (00-212) 22301793
[email protected]
www.cmpe.org.ma/fr/main.htm
Istituto Italiano di Cultura a Rabat
dott.ssa Wanda Grillo
2bis, Avenue Ahmed El Yazidi (ex-Meknès)-B.P. 111 Hassan-Rabat
Tel: (00-212) 37 766826/ 37 766847
Fax: (00-212) 37 766856
e-mail: [email protected]
www.iicrabat.esteri.it
Principali Istituti Bancari locali
Al Maghrib (Banque Centrale du Maroc)
277, Avenue Mohamed V - BP 445 Rabat
Tel. (00-212) 37 702626
Fax (00-212) 37 706677
Governatore Abdellatif Jouahri