1 Materiali ceramici (dal greco Keramikos
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1 Materiali ceramici (dal greco Keramikos
Materiali ceramici (dal greco Keramikos: materiale cotto) L’uomo inventò i materiali ceramici circa diecimila anni fa; da allora fino al secolo scorso gli sviluppi sono stati scarsi e il termine materiali ceramici ha indicato prevalentemente i materiali ottenuti per cottura di impasti di minerali argillosi (sinterizzazione). Più recentemente il significato si è esteso fino a comprendere buona parte dei materiali inorganici non metallici duri, caratterizzati da frattura facile, e ottenuti con processi anche diversi dalla sinterizzazione, quindi anche i vetri, il cemento, il quarzo, i silicati ecc. I materiali ceramici possono essere definiti materiali inorganici essenzialmente non metallici generalmente in forma di polvere fine. Questa classe di materiali comprende numerosissimi composti di varia natura, generalmente ossidi più o meno complessi, ma anche carburi, nitruri, ossinitruri, boruri, siliciuri e calcogenuri (esempi sono i solfuri di molibdeno, titanio, cerio, che si annoverano tra i materiali ceramici avanzati o neoceramici). La grafite, per il carattere non metallico, la refrattarietà, i processi di lavorazione, è l'unico elemento (è carbonio puro) che viene considerato come un ceramico. Negli anni 70 c'era la tendenza a distinguere i ceramici in questo modo: 1) ceramici tradizionali, sulla base del fatto che questi sono realizzati con materie prime naturali e con tecnologie di formatura relativamente semplice, applicando processi di cottura piuttosto lenti e lineari, sempre a pressione ambiente; 2) ceramici avanzati, sulla base del fatto che si impiegano materie prime sintetiche, molto pure e spesso costose, con tecniche di formatura che si basano anche su metodi chimici, oltre a cicli di cottura molto complessi. La linea di demarcazione non è tuttavia stabilita in modo netto e, come sempre avviene per materiali che presentano generazioni successive, la definizione di avanzato può essere utilizzata anche in accezioni più ristrette in base ai caratteri della tecnologia di produzione. Successivamente, negli anni '80, le scoperte scientifiche e tecniche hanno favorito il trasferimento delle conoscenze dall'uno all'altro dei settori, tanto che negli anni '90 la precedente distinzione è venuta meno, lasciando la sola distinzione basata sulla destinazione d'uso. Perciò, semplificando i materiali ceramici sono da considerarsi: 1. Tradizionali, quando sono destinati agli impieghi tradizionali: per le costruzioni (mattoni, tegole, piastrelle e simili), per uso domestico (piatti e sanitari), per la decorazione e l'arte (ceramiche artistiche); 1 2. avanzati, quando sono componenti strutturali o funzionali di sistemi complessi: rivestimenti per metalli, barriere termiche, superconduttori, ceramici piezoelettrici, conduttori ionici, substrati per l’elettronica, impianti dentali/ossei. Durezza, rigidità, resistenza all’abrasione e alla compressione, inerzia chimica, alto punto di fusione e stabilità alle alte temperature sono le caratteristiche tipiche di molti ceramici; essi inoltre hanno, in genere, densità inferiore a quella della maggior parte dei metalli e sono buoni isolanti elettrici e termici. Gli svantaggi presentati dagli stessi materiali, pur sempre in misura estremamente differenziata, sono invece: • fragilità e limitata resistenza agli urti • difficoltà di formatura su geometrie complesse • difficoltà di intervenire con lavorazioni di finitura • prezzo generalmente elevato e molto differenziato in relazione alle caratteristiche del materiale. Per lungo tempo il tallone d’Achille dei ceramici è stata la loro fragilità che ne ha fortemente limitato l’impiego come materiali strutturali. Attualmente, grazie alla disponibilità di tecniche avanzate di preparazione che eliminano le imperfezioni cristalline dalle quali si origina la frattura o che bloccano l’estendersi delle cricche, è possibile ottenere ceramici con ottima resistenza alla rottura. La rapida crescita in importanza scientifica e industriale dei ceramici avanzati è attribuibile alle proprietà, non riscontrabili in altri materiali, che fanno di loro i candidati primari per un largo numero di usi che si estendono dalla microelettronica ai biomateriali, dai componenti di macchine utensili (cuscinetti, valvole, tenute) ai componenti per lo scambio termico, dall’aerospaziale alla sensoristica e ad un largo numero di parti di motore. Per la preparazione dei materiali ceramici avanzati vengono generalmente impiegate tecniche di metallurgia delle polveri; le fasi produttive essenziali sono le seguenti: • processi di sintesi e controllo delle polveri (purezza, finezza, granulometria, ecc.) • eventuale aggiunta di sostanze droganti • formatura delle polveri in manufatti di geometria definita • consolidamento mediante trattamento termico di sinterizzazione, talvolta coadiuvato da pressione meccanica o gassosa • eventuali lavorazioni meccaniche di finitura • controlli non distruttivi I ceramici possono essere utilizzati in una pluralità di forme, che vanno da quella di pezzi monomateriali, al rivestimento protettivo di manufatti (soprattutto metallici), 2 all’impiego come fibre (whiskers) per compositi con differenti matrici, e possono essi stessi essere utilizzati come matrici rinforzate tramite l’inserimento di fibre. sinterizzazione 3 Scegliendo e miscelando in maniera opportuna i vari componenti è possibile ottenere un numero elevatissimo di materiali ceramici con caratteristiche le più diverse e con utilizzi molto specifici. Anche utilizzando gli stessi costituenti ma variandone le proporzioni si ottengono materiali con caratteristiche anche molto differenti (vedi figura). Settori d’impiego I ceramici avanzati o high-tech sono costituiti da materiali preparati per sintesi, normalmente in forma di polveri di purezza e dimensioni submicrometriche accuratamente controllate e usati da soli o in combinazione per ottenere i prodotti. Esempi sono allumina (Al2O3), zirconia (ZrO2), carburo di silicio (SiC), nitruro di silicio (Si3N4), SIALON (una combinazione di nitruro di silicio e allumina a stechiometria variabile). Questi composti hanno applicazioni principalmente di tipo meccanicostrutturale. I titanati di bario (BaTiO3), di piombo (PbTiO3), il titanato zirconato di piombo e lantanio (PLZT) per le proprietà elettriche trovano applicazione come condensatori e trasduttori. Nelle tecnologie nucleari gli ossidi di uranio (UO2) e torio (ThO2) costituiscono gli elementi di combustibile, mentre la grafite, il carburo di silicio, l'allumina hanno funzioni di schermo del flusso neutronico e anche strutturali per la loro resistenza ad alte temperature. Composto ceramico Formula t. fusione [°C I progressi nella sintesi delle ] polveri e nella tecnologia di Carburo d’afnio HfC 4150 processo, in gran parte guidati dalla scienza chimica, portano a ceramici Carburo di titanio TiC 3120 ad alte prestazioni (generalmente a Carburo di tungsteno WC 2850 base di nitruro e di carburo di silicio, Ossido di magnesio MgO 2798 di ossidi di zirconio e di allumina) che possono sostituire le leghe Carburo di silicio SiC 2500 metalliche come materiali strutturali B4C 2450 Carburo di boro nelle macchine termiche, nei motori Ossido d’alluminio Al2O3 2050 diesel, nei motori a turbina e negli scudi termici dei veicoli aerospaziali Si3N4 1900 Nitruro di silicio e in altre applicazioni ove si richiede Diossido di silicio SiO2 1715 resistenza ad usura ed inerzia Diossido di titanio TiO2 1605 chimica a temperature oltre 1500 °C. I motori termici infatti aumentano il loro rendimento se cresce la temperatura di funzionamento. Per temperature fino a circa 1000°C possono essere utilizzate le super leghe metalliche a base di nichel e cobalto che, comunque, hanno la difficoltà della lubrificazione quando si supera la temperatura a cui possono operare gli oli lubrificanti. Invece alcuni tipi di ceramici offrono migliori prestazioni perché sopportano temperature più elevate (1300-1800 °C), resistono all’ossidazione e alla corrosione e sono più leggeri. Occorrono tuttavia complicati processi di preparazione delle polveri, di formatura dei pezzi e di densificazione per evitare la formazione di vuoti e cricche responsabili della fragilità del materiale. Tutto ciò comporta costi di produzione piuttosto elevati ma che sono giustificati dai molti benefici: più efficiente conversione energetica, risparmio di combustibile, maggiore durata dei manufatti; in definitiva benefici economici. La scoperta (1986) della superconduttività in una nuova classe di ossidi metallici a base di lantanio e rame ha fatto meritare agli autori J.G. Bednorz e K.A. Müller il riconoscimento del premio Nobel nel 1987 e ha aperto la strada ad una straordinaria attività di ricerca di base ed applicata documentata da migliaia di pubblicazioni scientifiche e da brevetti industriali. Sono state create diverse famiglie di ossidi superconduttori a molti componenti con temperature critiche crescenti passando dai composti Y-Ba-Cu-O ai composti Bi-Ca-Sr-Cu-O, fino a Tl-Ca-Ba-Cu-O. Grandi speranze vengono riposte nella prossima fabbricazione di cavi superconduttori ad alta densità di corrente, per magneti potenti e per il trasporto di corrente senza perdite. 4