Madrid : piove, ma siamo ottimisti!
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Madrid : piove, ma siamo ottimisti!
Madrid : piove, ma siamo ottimisti! Il sole tiepido della primavera è arrivato insieme alle rondini, ma non in Spagna. Fino all'arrivo a Madrid tutto sembra filare liscio, nessun intoppo al check in a Milano e orario perfetto di atterraggio. Stavolta abbiamo le valigie in stiva, quindi scesi dall'aereo ci dirigiamo verso i nastri trasportatori...Dario individua la sua valigia al primo giro, ma poi scopre che non è la sua e la posa, ma ormai siamo tutti li e aspettiamo. Aspettiamo. Dopo un po' qualcuno chiede se ci sono altri nastri visto l' ampiezza dell'aeroporto di Madrid, ma siamo li e li aspettiamo (le teste sono così) . Poi Cristiano e Marina vanno a leggere il tabellone e per magia "conquistiamo" le nostre valigie in un nastro più distante. Ok, ora il gruppo raggiunta l'uscita viene accolto dalla guida Miguel. Sul bus capiamo subito che Miguel è un uomo virile di Spagna, ama le corride e poco i gruppi numerosi. Ci consiglia una "nanopausa" in città, senza passare dall'hotel e ci porta alla stazione Puerta de Atocha, dove ci sono alternative per poter mangiare un boccadillo. Ci concede circa 20 minuti, ma il servizio è lento e tranquillo, spagnolo, quindi facciamo fatica a stare nei tempi. Madrid nella sua immensità, ci fa dimenticare stanchezza e languore, si apre ai nostri occhi con meravigliosi viali, piazze e fontane. Piove, ma siamo ottimisti... Sul bus Miguel ci spiega che sull'altopiano c'è quasi sempre il sole e tutto il verde dei parchi è florido per le riserve di acqua intorno alla capitale. Passando per Plaza de Toros e il santuario profano del Bernabeu, raggiungiamo Plaza de Cibeles, con la fontana dedicata alla dea della natura e della fecondità, protettrice del popolo. Posizionata fra le due arterie principali: la calle de Alcalà e l'asse Recoltos-Prado. Il giro prosegue e all'incrocio della Gran Via, in plaza de Callao, l' edificio Carrìon mi ricorda molto la Colonia Fara di Chiavari. Intravediamo il Parco del buon Retiro, il Museo del Prado, Museo de arte de Reina Sofia , plaza Mayor e Plaza del Sol. Poi in hotel... Continua a piovere e con Miguel ci diamo appuntamento per l'indomani, visita al Palazzo Real e poi Museo del Prado, intanto piove più forte ma noi …siamo ottimisti. La cena in hotel alle venti e trenta è buona, uno strano pasticcio di verdura verde pasta e gamberi, carne, una patata, tiramisu e una cerveza. Con un piccolo gruppo facciamo due passi in centro, fra le vie tappezzate di piastrelle dipinte e locali della movida, incontriamo tipi strani e ragazze vestite estive, noi abbiamo i piumini e sentiamo l’umidità nell’aria Pur essendo ottimista, compro un altro ombrellino pieghevole, domani sono previste piogge apocalittiche. L’indomani il gruppo si alza presto per vedere Palazzo Real, poi passiamo la giornata al museo del Prado. Bellissimo, stupendo, grande e da vederci il Mondo. Miguel ci illustra con un animo artistico i quadri spagnoli… Ci racconta storia e leggende. … Las Meninas di Velazquez, starei per ore a individuare i particolari ., Il viso disperato della dea Venere che sa che il suo amato Adone dopo una folle notte d’amore verrà mangiato dai cani. I ritratti di re e regine, la donna barbuta, così tanto piaciuta da aver contratto più di un matrimonio e molti figli. Le tre Grazie, ( e chi non ne conosce almeno tre?) ma poi El Greco, ….. tanto…tutto da vedere, rivedere, sognare e apprezzare. Fuori continua a piovere, mangiamo un dolcetto dopo una lunga e rigorosa coda poi torniamo nelle sale e… Tiziano, Tintoretto, Rubens … ci accompagnano fino a sera. Un gruppo si dirige al museo d’arte di Reina Sofia, noi torniamo verso l’ hotel in salita, compriamo piccoli souvenir e un peluche di una serie praticamente introvabile in Italia per la nipotina. Apriamo gli ombrelli, piove.. ma siamo ottimisti. La cena in Hotel passa fra insalata con queso e bacalao, un dolcetto e l’immancabile cerveza. Ancora piove ed il giretto serale è veloce… domani ci aspetta la gita a Toledo e la serata tipica. La mattina, dopo tanto l’ottimismo ci fa intravedere un po’ di azzurro in cielo, il bus va fuori città, passiamo il fiume Manzanarre, piccolo affluente del Togo, poi campi e distese di olivi. Miguel ci racconta che anche lui ha un piccolo podere a Toledo. Ha uno strano tono roco, ci riprende spesso credendoci addormentati… parla di storie antiche e moderne ci soprannomina gruppo di Liguri e chiama la Marina signora Massima Responsabile del gruppo. Il tempo ci lascia scattare qualche fotografia a Toledo, poi la visita al quadro stupendo, la tela El Greco nella parrocchia di San Tommaso (Santo Tomé)che era qui residente, la straordinaria tela chiamata El entierro del Conde de Orgaz, è piena di luce. La sepoltura del Conte di Orgaz esprime iconograficamente la fede cristiana nella morte come nascita al cielo della vita umana. Il pittore ha rappresentato questo passaggio, proprio come l'attraversamento di un "utero spirituale" per giungere al cospetto di Cristo, nella comunione di tutti i santi. Vediamo, al centro della tela, l'anima come un feto che viene introdotta e spinta in questo passaggio, per giungere in Paradiso. La tradizione toledana vuole che S.Stefano protomartire e S.Agostino siano apparsi al momento delle esequie del Signore di Orgaz, per accompagnare, insieme ai suoi cari, la sua sepoltura in terra. Un'unica Chiesa, composta dai credenti in terra e dai santi del cielo. Rimaniamo in chiesa per un po’, piove molto forte, poi intraprendiamo un labirinto di viuzze con ciottoli scivolosissimi, ci fermiamo sotto un porticato animato da antichi fantasmi. Dietro una porta con la croce Miguel ci racconta la leggenda del beso. Un gruppo di soldati conquistatori francesi, non trovando un alloggio, andarono a dormire in una vecchia chiesa abbandonata. Il giorno dopo, il capitano della squadra, disse loro che nella notte aveva visto una bella donna viva e che la donna era una statua di marmo di una tomba. I suoi amici ridevano di lui. Quando venne la notte alla vecchia chiesa, gli uomini ubriachi e il capitano decifrarono alcuni scritti della lapide: quella statua era Dona Elvira e la statua dell’ un uomo che accanto era stato il marito.. Quando il capitano decise e provò a baciare la statua cadde a terra, sanguinante dagli occhi, bocca, naso e il viso completamente in frantumi. Alcuni di quelli che erano lì dicono di aver visto la statua di un uomo dargli uno schiaffo con il suo guanto di marmo per non far baciare le labbra di Dona Elvira. Ancora oggi di notte sotto il porticato si sentono strani rumori… Piove ancora, ma siamo ottimisti. Mangiamo in un ristorante ottimo queso, alcuni assaggiano il cervo, io mi limito a una ternera a la plancha. Leo mangia un pollo buonissimo con formaggio( poi non digerirà fino al giorno dopo) e Cristiano spaghetti scotti ( eh beh, siamo in Spagna!) Compriamo biscotti di marzapane, vediamo corazze, sciabole e spade. Miguel rimane a Toledo e noi con il bus rientriamo a Madrid, Dario imita con il microfono la guida, ridiamo divertiti e siamo tutti d’accordo… il tempo è di “mierdas”! Il programma della serata è la cena tipica, ristorante “Taurina”… CHE GIA’ IL NOME COSA POTEVA FAR PENSARE? Il menu calamari dell’atlantico e funghi fritti locali, coda di toro e pajella. Nel locale numerosi cimeli di antiche corride, teste di toro e un video enorme con immagini forti. . Metà delle signore del gruppo mangiano guardando solo il piatto, occhi bassi, i tori insanguinati e torturati nel video fanno pena, ma è tradizione, è la Spagna. Lo ha detto anche Miguel! Personalmente trovo che il gusto della coda di toro sia come la Simmenthal…il riso è un po’ scotto ma il vino scalda i cuori. La giornata successiva è a disposizione, ognuno può scegliere il suo percorso, la camera va lasciata alle11 e il bus ci riprende alle 16.30 dall’hotel. Un gruppo si concentra sul museo Thyssen e poi pranza in centro. Alcuni girano la città in cerca di souvenir e shopping, immancabile la tappa all’Hard Rock Caffè, noi incontriamo nella hall la Milena, oggi non piove e quindi con lei decidiamo di andare a visitare la Catedral de la Almudena, bellissima, un po’ “arabeggiante”, poi la statua di Don Chisciotte e Sancho Panzo, percorriamo la gran Vie e poi mangiamo all’ultimo piano del El Corte Ingles, dove la vista sulla città è davvero meravigliosa. Ci dividiamo per gli ultimi regalini da portare a casa, io entro da Tiger che sicuramente non è tipico spagnolo ma è veramente divertente. Piove di nuovo, noi siamo sempre ottimisti ma ora anche un po’incazzati, sembra la nuvola di Fantozzi che segue i dipendenti dell’azienda. Al chek in beccano una componente del gruppo che ha comprato una confezione di salamini con dentro un coltello e lo sequestrano giustamente. Perdiamo qualcuno, poi lo ritroviamo… A me fanno aprire la borsa e controllano il piccolo vocabolario spagnolo che forse ha la forma di un panetto di esplosivo. Cerchiamo una sedia a rotelle per agevolare una signora che è con noi, ma che non è stata bene tutti questi giorni, il personale è gentile e riusciamo ad arrivare ai posti in areo. I posti sono a caso e con un giro di scambio di numeri degno del cubo di Rubiek, riesco a sedermi vicino a mio marito, ma in coda, balliamo molto, turbolenze e pioggia. Arriviamo a Milano e la temperatura è gia più mite, il rientro scorre senza traffico… ma tortuosa è la via per arrivare in riviera. Lo svincolo è chiuso, usciamo a Ovest e iniziamo un tour della città che termina a Nervi. Salutiamo alle varie fermate colleghi e amici, adelante … che …si torna al trabajo! PS Ho trovato un amico… sostiene che a Madrid non piove mai… io guardo il cielo forse è vero, ma se il sole ce l’hai dentro a cosa serve l’ombrello????? Monica, Madrid 2016