«Perché i giovani scelgono l`Australia? C`è ottimismo e libertà d
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«Perché i giovani scelgono l`Australia? C`è ottimismo e libertà d
18 Le storie L’iniziativa L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 21 GIUGNO 2015 Bergamo senza confini Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]. «Perchéigiovani scelgonol’Australia? C’èottimismoe libertàd’esprimersi» Antonino Nielfi. Tutor in Storia del design a Canberra È partito 5 anni fa dopo gli studi umanistici a Bergamo Ha fondato un portale per i coetanei italiani emigrati ELENA CATALFAMO un momento di grandi cambiamenti per Anto nino Nielfi, 29 anni, ori ginario di Azzano San Paolo che da cinque anni vive in Australia. Ha appena ottenu to due incarichi presso la Uni versity of Canberra, come Rese arch Assistant e Curator presso il Centre for Creative and Cul tural Research, e come Tutor in Storia del Design. A maggio si è sposato con Jacinda, una gio vane australiana conosciuta nel 2010. Tra il viaggio di nozze e i preparativi per il nuovo incari co che partirà ad agosto, il fuso orario non proprio favorevole e i formati delle fotografie che non quadrano, nasce questa in tervista tutta via mail. In Australia, solo l’anno scor so, sono emigrati 25 mila giova ni italiani con un visto tempo raneo di studio e di lavoro men tre sono circa un milione gli italiani che vivono nel conti nente australe. La nuova gene razione di migranti si muove con obiettivi e finalità differen ti rispetto alla prima ondata di migranti del secondo dopo guerra. Terra di surfisti, di ampi spazi naturali, luogo multietni co ed effervescente dal punto di vista culturale, quello che attira di più del più giovane dei conti nenti del pianeta è soprattutto il fatto che si respira un’aria di ottimismo, la capacità di vivere il futuro come opportunità, a differenza di un’Italia, bella e ammirata ovunque, ma ingab biata nello sport più praticato, quello della polemica e della lamentela, e poco incline a ri schiare, a rinnovarsi non solo generazionalmente. Antonino Nielfi, studi al liceo classico vescovile Sant’Alessan dro di Bergamo, laurea con lode in Scienze umanistiche all’Uni versità degli studi di Bergamo, è poi volato nel 2010 a Melbour ne in Australia per un dottorato in Storia dell’Arte alla Universi ty of Melbourne e lì si è fermato. Ha curato, in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Mel bourne, il progetto preliminare per una mostra sul futurismo italiano (con collaborazioni con importanti musei italiani e noti marchi come la Fiat) e ha creato insieme ad altri giovani il porta le Nomit nel 2013 per dare ai giovani italiani che intendono É n n Nel nostro Paese regna il pessimismo: non vedevo possibilità di crescita» ANTONINO NIELFI TUTOR IN STORIA DEL DESIGN ALL’UNIVERSITÀ DI CANBERRA, 29 ANNI trasferirsi in Australia tutte le dritte su documenti, viaggio, sistemazioni, studi, possibilità lavorative o imprenditoriali ma anche per far conoscere a Mel bourne la cultura italiana. Per mantenersi agli studi ha dato lezioni d’italiano e ha poi prose guito la carriera accademica co me tutor in università. Ma la sua storia è solo all’inizio. La sua passione resta l’arte e il de sign, il desiderio di far conosce re la bellezza italiana e magari anche, prima o poi, l’efficienza e la credibilità del nostro Paese. Che cosa ti ha spinto a partire? «La voglia di cambiare aria e di allontanarmi dal pessimismo imperante in Italia e da cui ero circondato ovunque. Non vede vo possibilità per me». Perché hai scelto l’Australia? «Nel 2010 ero riuscito ad auto organizzarmi un tirocinio come assistente di italiano in due scuole superiori a Melbourne. Volevo tentare una strada di versa dalle solite in Europa o in America». Ritieni che la preparazione e le basi che hai ricevuto in Italia ti siano state utili? «Certamente, la mia prepara zione liceale e universitaria si sono rivelate assai utili in uni versità, in quanto mi hanno da to solide basi per la mia avven tura nel dottorato che sto svol gendo». Da quanto tempo vivi a Melbourne? «Ho vissuto a Melbourne per tre anni, e mi sono trasferito a gennaio 2015 a Canberra, se guendo mia moglie che ha ini ziato un dottorato. Ora sto com pletando il mio dottorato da qui, sto curando un expo che si terrà presso il Creative Hub della University of Canberra a fine luglio, (mobile makers.com.au)». Qual è la cosa più bella a oggi di questa esperienza? E la più brutta? «Tra le cose belle sicuramente la libertà di movimento (lavora tivamente e creativamente par lando), l’ottimismo generale degli australiani, l’efficienza del sistema governativo. Tra le cose brutte sicuramente la lonta nanza dalla famiglia e la nostal gia dell’Italia». 1 Come mai l’Australia ha questo ap peal soprattutto per i giovani? «Tanti giovani si spostano qui perché vedono in questo Paese tante opportunità e soprattutto ottimismo e libertà di espri mersi, che purtroppo non vedo no in Italia. Va anche detto però che molti giovani arrivano qui con aspettative troppo alte, in termini di stipendio, facilità di occupazione, eccetera. E in molti rimangono delusi. Si trat ta pur sempre di un Paese stra niero, lontano e fuori dall’Euro pa. Le difficoltà sono molte». 2 3 Ci sono molti italiani/bergamaschi lì che tu conosci? «Non ho incontrato bergama schi, ma ho conosciuto tanti ragazzi italiani, con alcuni dei quali ho fondato Nomit nel 2013». Che cos’è Nomit? Di che cosa si oc cupa? «Nomit (Network of Melbour ne and Italy) è un’associazione di giovani italiani nata con lo scopo di aiutare i propri conna zionali a orientarsi e integrarsi nella comunità di Melbourne. In collaborazione con il Conso lato italiano a Melbourne e l’Ambasciata italiana a Canber ra abbiamo sviluppato una serie di attività di servizio e orienta mento per i giovani italiani che decidono di partire per l’Au stralia ma anche una serie di attività qui per far conoscere e apprezzare la cultura italiana, per stimolare un dibattito sul l’Italia e la sua situazione socio politica. Per chi fosse interessa to basta cliccare su www.no mit.com, il sito Internet che aiuta a chiarire meglio tutte le 1.Antonino Nielfi, 29 anni, di Bergamo, vive da cinque anni in Australia, prima a Melbourne e poi a Canberra; 2. Una veduta notturna della città di Canberra in cui, da agosto, Antonino sarà tutor in Storia del design all’Università; 3. Antonino con Jacinda, australiana: si sono conosciuti nel 2010 durante il suo primo viaggio nel continente australe e a maggio si sono sposati. Anche lei sta ultimando il dotto rato e insieme vivranno a Canberra nostre attività». In prospettiva pensi di fermarti lì o di viaggiare o di rientrare? «Al momento la prospettiva è quella di rimanere, ho recente mente fatto domanda per un visto permanente e in futuro farò domanda per la cittadinan za. Tornerò in Italia per vedere la famiglia, ma non vedo oppor tunità lavorative concrete per ora. Nel 2010 ho conosciuto Ja cinda, una ragazza australiana, durante il mio primo soggiorno qui. A maggio ci siamo sposati e vogliamo proseguire qui la nostra esperienza di vita pro fessionale e famigliare per il momento». Che cosa vuol dire per te portare la cultura italiana nel mondo? «Valorizzare il nostro patrimo nio culturale e storico, antico e recente, non solo per gli stranie ri, ma anche e soprattutto per gli italiani stessi che hanno lasciato la Penisola ( mi riferisco alle prime e seconde generazioni di migranti dal Belpaese)». L’Italia, e Milano, sta vivendo un appuntamento internazionale co me Expo 2015: che aspettative hai? Su che cosa si dovrebbe puntare secondo te per valorizzare il nostro Paese all’estero? Se ne parla in Au stralia? «Credo sia un’opportunità fon damentale per mostrare il me glio che l’Italia produce in ter mini di creatività, innovazione e stile. Credo che dovrebbe pun tare sul rilancio del nostro Pae se come sistema efficiente, più che come Paese “artigiano”. Il che significa che accanto al Ma de in Italy e al buon cibo (per i quali siamo soprattutto cono sciuti, cosa che può essere posi tiva ma anche riduttiva), do vremmo mostrare un uso sensi bile (e onesto) dei finanziamen ti e delle risorse per realizzare l’evento. Dell’Expo se ne parla abbastanza qui, ma solo nella sezione “estero”, non credo che molti australiani ne siano al cor rente ed è un’occasione persa». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sul sito web TUTTE LE STORIE DAL MONDO LE PUOI TROVARE SU www.ecodibergamo.it