Progetto Pro

Transcript

Progetto Pro
“L’assenza di mia madre, partita per
lavoro in Italia, ha segnato tutta la mia
infanzia”
„La sofferenza per l’assenza di mia madre, ha segnato tutta la mia infanzia,
anche se lei mi ha assicurato una vita dignitosa, decente” - ha
raccontato un’adolescente di 17 anni, che ha trascorso l’infanzia con i nonni,
mentre sua madre lavorava in Italia.
L’esperienza della giovane, insieme ad altre testimonianze, è stata raccolta dai
mediatori culturali che hanno lavorato all’interno del progetto Pro Child,
sviluppatasi in Romania ed Italia. Le conclusioni del suddetto progetto, il cui
slogan è “Nessuno può crescere solo”, verranno presentate dall’associazione
Spirit Romanesc ONLUS e dai suoi partner il 1° di ottobre p.v., a partire dalle
ore 14.00 presso il Palazzo Valentini – Provincia di Roma (Sala
conferenze Mons. Luigi di Liegro), in via IV Novembre, n. 119/A.
Il progetto è stato cofinanziato dall’ Unione Europea tramite il Programma
Diritti Fondamentali e Cittadinanza, ed il periodo di svolgimento ha una durata
di 23 mesi, precisamente dal 10 gennaio 2011 al 10 novembre 2012. Si
ringrazia anche L’Associazione Hogar, che ha offerto il suo contributo.
Queste le premesse:
In Romania l’elevato numero di bambini abbandonati dai genitori, così come il
numero di quelli a rischio di abbandono, è particolarmente alto. L’abbandono
avviene in genere per povertà, per inadeguatezza, per paura del nuovo ruolo di
genitore, spesso monoparentale, e con la convinzione che l’orfanotrofio possa
offrire una vita migliore al proprio figlio. A ciò si aggiunge il più recente
fenomeno degli “orfani bianchi”, minori lasciati soli da genitori che emigrano in
cerca di lavoro all’estero nel tentativo di migliorare le condizioni di vita
familiari.
In Italia un quarto dell’intera popolazione di migranti è costituto dalla comunità
romena che, per la maggior parte, è ben inserita grazie a lavori stabili.
Malgrado ciò sono aumentati negli ultimi anni i comportamenti discriminatori
nei confronti dell’intera comunità romena, rom e non, che risulta essere tra le
tre nazionalità maggiormente discriminate in Italia.
La Conferenza Pro Child a Roma
Partendo da queste premesse, si può facilmente capire la necessità di questo
progetto, cosi’ come l’importanza del supporto della Commissione Europea.
L’obiettivo generale di “Nessuno può crescere solo” è quello di promuovere e
supportare il diritto dei bambini e degli adolescenti di crescere all’interno delle
proprie famiglie e di essere pienamente integrati nelle loro comunità locali. Le
aree di intervento sono: Milano (gestita dall’associazione Bambini In Romania –
B.I.R.), Roma (Spirit Romanesc Onlus), Brasov e Rimnicu Valcea (Inima Pentru
Inima Foundation –I.P.I. “Cuore per Cuore); l’associazione Interculturando è
stata la responsabile della formazione e l’associazione Inter Futura –
Intercampus – partner sostenitore.
Al centro del progetto ci sono bambini e adolescenti romeni, rom e non,
abbandonati in Romania o a rischio di abbandono o di trascuratezza in Romania e in Italia. Primo obiettivo del progetto è quello di accrescere la
consapevolezza sui diritti e sui bisogni dei minori vittime di abbandono e di
trascuratezza, così come sulle possibili risposte. Si è intervenuto sia a favore
dei beneficiari e delle loro famiglie, sia nelle scuole e sul territorio con
un’attività di informazione e sensibilizzazione rivolta a genitori, studenti e più
in generale all’opinione pubblica e alle comunità locali, anche allo scopo di
contrastare l’intolleranza, in particolare nei confronti di famiglie immigrate.
Ulteriore contributo all’aumento di consapevolezza e competenze sono stati gli
scambi di esperienze tra coloro che lavorano sia nell’ambito della protezione di
bambini e adolescenti abbandonati o trascurati, sia nell’ambito dell’inclusione
sociale.
Le attività sono state numerose: il primo passo è stato quello di mettere le basi
di un’implementazione solida ed efficace, seguita dalla campagna di visibilità e
di sensibilizzazione. Uno dei punti forza del progetto è stato la mobilitazione di
un importante numero di volontari, selezionati e formati, che hanno
testimoniato i valori della solidarietà e dell’auto-aiuto (attività realizzate a
Milano e Valcea). In aggiunta ad attività di sensibilizzazione rivolte ai giovani
realizzate da giovani appositamente formati, si sono svolte attività di
formazione per mediatori sociali di comunità con l’intento di favorire la
promozione dei diritti dell’infanzia, ma anche l’individuazione di casi
estremamente vulnerabili che richiedevano l’attivazione di interventi specifici
(Roma e Brasov). I mediatori, tramite i workshop (laboratori) condotti da loro
stessi, hanno messo in pratica le conoscenze acquisite durante il corso di
“Mediatori sociali di comunità”. Sono stati organizzati 134 laboratori, ai quali
hanno partecipato più di 2700 persone, di cui almeno 2000 rumeni che vivono
in Italia. La coordinatrice dei workshop, la dott.ssa Mihaela Ionica, nel suo
report finale, scrive: “non è stato facile coinvolgere la comunità rumena, ma
posso affermare che alla fine ci hanno ringraziato e ci hanno offerto supporto
nel nostro intento di far coinvolgere più persone possibile. Siamo stati
impressionati che sono venute anche persone di nazionalità diverse ed
operatori italiani che lavorano nel campo del sociale“.
Commento di un padre partecipante al workshop:
- „ La mia bambina è rimasta in Romania, insieme a mia moglie. Anche se
parlo con lei per telefono ogni settimana, quando sono tornato a casa, dopo un
anno di assenza, eravamo come due stranieri. Non riuscivamo a capirci.”
Nel periodo maggio-dicembre 2011, l’equipe di ricerca dell’associazione Spirit
Romanesc, ha lavorato insieme all’equipe dell’associazione IPI per condividere
l’approccio teoretico e metodologico della ricerca, con lo scopo di elaborare uno
studio comparativo con la Romania. A Roma, in seguito ad un’attenta
mappatura per l’identificazione delle zone d’intervento, condotta da Simonetta
Bormioli (sociologo), sono state evidenziate le richieste ed i fabbisogni delle
famiglie vulnerabili di rumeni (rom e non) e sono state identificate 150 famiglie
a rischio di abbandono o di trascuratezza. Per quanto riguarda il risultato della
ricerca, parlando elusivamente dei bambini lasciati per un periodo insieme ai
nonni, , vicini o altre persone di fiducia, nel momento del ricongiungimento
familiare, difficilmente riescono a ristabilire un equilibrio familiare. Uno dei
nostri obbiettivi è stato anche quello di ricostruire un rapporto familiare tra il
genitore ed il bambino, e per poter fare questo, un team costituito da uno
psicologo (Concetta Ricciardi), uno psico-terapeuta (Fabio Grimmaldi) ed un
assistente familiare (Pamela David), hanno offerto supporto psicologico ed
hanno accompagnato queste famiglie sulla strada per il recupero di un
rapporto familiare sano.
Roxana Lupu
Responsabile Comunicazione
Tel: 328/33.43.585