La Voce (giugno 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
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La Voce (giugno 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
giornale studentesco del liceo scientifico einstein NUMERO 3 · ANNO VIII · GIUGNO 2011 lse.te.it NUMERO 3 · ANNO VIII · GIUGNO 2011 SOMMARIO REDAZIONE Coordinatore Editoriali 150o Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi dell’Unità d’Italia 3 Intervista a Giuseppe Devincenzi · fede 4 Sotto i cieli di Rino · ben Caporedattore Dai meandri dell’Einstein 5 Estate. . . siamo arrivando · maurizio profeta Copertina Uno sguardo sul mondo 5 La rivoluzione araba · ceccho b.s. 6 Sarà ancora un. . . Sol levante? · erni Codifica LATEX Marco (Marz) Di Marcantonio Gaia Babbicola Igor ["aIgO:*] Vignettista Oltre noi stessi Lorenza (Lolò) Del Cane 7 Perversione o onnipotenza? · fiore 7 Carne umana che passione! · carolí 9 La meta bellezza · elliot & marjane Giochi Francesca Di Marco, Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli Fotografi Intervista quadrupla Marco (Marz) Di Marcantonio, Gloria Plebani 9 Rappresentanti d’Istituto · clari & mrm Fortissimamente sport 12 Il Giro d’Italia a Teramo Redattori Alessandra (Marjane) Pierantoni, Alice Francioni, Andrea (Ben) Bonomo, Angela (Dandi) Di Michele, Antonella (Elliot) Troiani, Antonio (Mr Everything) Sposetti, Carol (Carolí) Delli Compagni, Clarissa (Clari) Fonti, Danila (Fiore) Migliozzi, Diana (Daph) Petrescu, Edoardo (Nevermore) Pompeo, Edoardo (Fiamma) Topitti, Ernesto (Erni) Consorti, Fabiana (Amaranth) Di Mattia, Federica (Fede) Goderecci, Flavia (Bas^^) Cantoro, Francesca (Fan :) )Angelozzi, Gaia (Gaia =p) Di Timoteo, Giovanni Rossi, Gloria Plebani, Lorenza (Lolò) Del Cane, Luca Termini, Marco Petrella, Maria Clara (Nous) Baldassarre, Marta (Miss Nothing) Cozzi, Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini, Mattia (Dtt. Johann Faustus) Brizzi, Miriam (Mrm) Pistocchi, Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli, Sabrina (Sabba) Vallarola, Sara Paolucci, Sara Santarelli, Simone (Hank Moody) Stranieri, Stefania (Kyra) Standoli, Stefano Ciaffoni, Valentina Sichetti Forza Albert 13 14 15 15 Il segreto Di Nikola Tesla · marz Complottisti per caso · nevermore e marz A proposito di Scientology · fiamma A proposito di Oroscopi · bas^^ I colori della letteratura 16 Poesia · danyck 16 Pioggia d’estate · daph 17 Difendiamo le utopie! · gaia =p Appendice ai giochi Enigmistica 19 Parole crociate e altri giochi Collaboratori Francesca (Frikky) Consorti, Gianluca Di Marcantonio I nostri sponsor 20 Un sentito ringraziamento Colophon Interamente realizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, Via Luigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX con la famiglia di font Palatino di Hermann Zapf. Questa rivista è disponibile on-line nel sito web del liceo. Sito web del liceo lse.te.it CC 2010 − 2011 Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramo http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode 2 150o dell’Unità d’Italia Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 Editoriali la storia infinita di MARZ bene. . . se state leggendo queste righe vuol dire che finalmente il giornale scolastico è stato stampato. L’incredibile, tortuoso e infinito percorso affrontato quest’anno per arrivare alla pubblicazione non ha Termini di paragone; proprio per questo la nostra brillante copertinista, Gaia, ha avuto l’originale idea di rappresentare al meglio tutto il nostro “infinito” cammino citando il famoso film. L’ostacolo piú grande è stato indubbiamente la mancanza di fondi scolastici che ci ha obbligati a chiedere a vari sponsor esterni di farsi pubblicità su la voce, risultato ottenuto con non poche difficoltà. A questo proposito non posso evitare di ringraziare, oltre a loro, tutte le persone che hanno reso possibile la stampa, dal Prof. Nando Cozzi alla Prof.ssa Beniamina Paesani, dalla Preside, Prof.ssa Marilena Cannella alla segretaria, Sig.ra Giovanna Troiani. mio ultimo anno qui, volevo fare un grande in bocca al lupo a tutti voi, augurandovi di poter trascorrere momenti davvero felici tra queste quattro mura. Ricordate che non esistono solo interrogazioni e compiti in classe, la vita è ben altro e va vissuta al meglio! Divertitevi e fatelo con tutta la gioia possibile. Vi saluto ragazzi e in bocca al lupo per tutto! P.S. Un grande abbraccio anche al 5°C, seppur dovremo dividerci resteremo sempre uniti! Ciao ragazzi. . . vi Ad ogni modo, essendo questo il voglio bene. :) 150o dell’Unità d’Italia Intervista a Giuseppe Devincenzi di Fede “Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un’unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l’ora suonò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.” Mameli ’Unità d’Italia è finalmente stata raggiunta. È il 25 marzo 1861. Note figure abruzzesi hanno celebrato tale avvenimento con parole e musica. Dopo l’Unità la penisola è stata rinnovata anche a livello economico; parlamentare e rappresentante di questo sviluppo è il notareschino Giuseppe Devincenzi (1841-1903). L Studente: Sig. Devicenzi, dal punto di vista politico lei è sicuramente stato il nostro concittadino piú autorevole, l’unico ad aver rivestito la carica di ministro nella provincia di Teramo nel corso di questi 150 anni. Vuole farci un breve excursus della sua vita e raccontarci come è arrivato ad avere una cosí grande importanza? zogiorno ma quando fui eletto deputato del gruppo dei moderati votai l’ordine del giorno Ricasoli sullo scioglimento dell’esercito garibaldino. Mi interessai sempre attivamente per i problemi dello sviluppo agrario italiano ma senza stancarmi mai di difendere i patti colonici e le esenzionu fiscali di cui godeva la proprietà latifondista. Il mio primo intervento da parlamentare fu il completamento della linea ferroviaria FirenzeArezzo-Perugia. Sotto la mia proposta e guida fu realizzato il Regio Museo Industriale di Torino. Fu un grande successo. Devincenzi: Nacqui a Notaresco da una famiglia della buona borghesia agraria e portai avanti studi di economia e agricoltura. Il mio profondo interesse per la Pubblica Amministrazione mi portò a rappresentare la Provincia al Parlamento Napoletano ma quando questo si sciolse divenni un ricercato della polizia borbonica, cosí decisi di esiliare. Mi trasferii a Ginevra, Parigi, Londra e conobbi moltissimi scienziati. Tornato in Italia mi dedicai ancora una volta alla politica per poi trascorrere gli Studente: L’Unità le permise di reaultimi anni nel mio paese natio lizzare importanti progetti per dedito all’azienda di famiglia. la nostra penisola. Vuole ricordarci qualche altro importante Studente: Ci parli di piú della avvenimento? sua carriera politica, qual era la sua posizione e cosa riuscí a modificare in veste di Devincenzi: Appoggiato dai settori parlamentari del centro destra e parlamentare? da importanti gruppi economiDevincenzi: Quando nel 1861 lasciai ci, primi fra tutti gli agrari tol’Inghilterra raggiunsi a Torino scani, fui per due volte Ministro gli altri esuli partenopei. Asdei Lavori Pubblici. Organizzai sieme ai gruppi liberali del meil trasferimento della capitale ridione accolsi con entusiasmo dello Stato sabaudo da Firenze l’impresa di Garibaldi nel Meza Roma e promossi la bonifica 3 Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce di zone paludose nel napoletacia della Camera riguardo alla la società, è soddisfatto del suo no, riformando la struttura del costruzione della linea diretta lavoro? ministero separando la gestione Roma-Gaeta-Napoli. Devincenzi: Certamente! All’alba di delle acque da quella dei ponquesti 150 anni spero che altre ti e impegnandomi nel tentatiStudente: Si può quindi reputare un personalità possano preservare vo di imporre ai comuni la mapersonaggio chiave per la forquesto clima di sviluppo tecnutenzione stradale. Mi ritirai mazione dell’Italia Unita. Un nologico e pace sociale. Viva a vita privata quando nel 1873, altro abruzzese è riuscito a dal’Unità. in seguito ad un voto di sfidure uno stampo fondamentale al- Sotto i cieli di Rino di Ben l 29 Ottobre del 1950 nasce a Crotone uno dei piú grandi cantautori della storia della musica italiana: il suo nome è Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano e le sue canzoni sono caratterizzate da ironia e da attacchi verso la società, le mode, gli scandali, i poteri economici e politici, la TV e i falsi moralismi. Nel 1974 il suo primo album Ingresso libero non ebbe grande successo ma già mostrò il suo stile innovativo che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera, il successo arrivò l’anno dopo con il 45 giri “Ma il cielo è sempre piú blu” e l’evento che definitivamente lanciò la sua carriera fu il festival di Sanremo dove con la canzone “Gianna” arrivò terzo. Dietro a questa canzone c’è un importante retroscena, Rino, che all’inizio non voleva neanche presentarsi a Sanremo, poiché non si riconosceva nello spirito della manifestazione, voleva andare al festival con la canzone “Nuntereggae piú”, ma fu costretto dai suoi discografici a presentarsi con “Gianna” e non con l’altra canzone, poiché ritenuta “troppo scandalosa”, infatti nel testo elencava nomi, cognomi e scandali dell’Italia della fine degli anni ’70. Alla fine, come rivelò al suo amico Bruno Franceschelli, Rino, decise di presentarsi al festival a “modo suo”. Cantò Gianna in camicia a righe rosse, frac, cilindro e scarpe da ginnastica. I Già questa prima parte potrebbe far capire che personaggio era Rino: geniale, fuori dagli schemi, unico, per molti scomodo a causa dei testi delle sue canzoni, ribelle contro “il sistema” e sempre attento alla situazione che si viveva in Italia alla fine degli anni ’70. Importante fu anche un discorso in un concerto nel 1979 quando, prima di cantare “Nuntereggae piú”, disse: “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. E che grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Apriranno gli occhi e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta”. Questo fece capire ai fan che Rimo stava cominciando ad essere un personaggio scomodo anche perché sulla spiaggia di Capocotta, ci fu l’omicidio di Wilma Montesi che coinvolse il musicista Piero Piccioni, figlio del vicepresidente del consiglio della DC, e altri noti esponenti della nobiltà, politici e personaggi famosi. Al centro dell’attenzione, comunque c’è sempre la canzone “Nuntereggae piú” e forse non tutti sanno che che la canzone che nomina molti personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport, della televisione fu censurata. Inizialmente infatti l’elenco conteneva, tra gli altri, i nomi del finanziere Nino Rovelli, del banchiere Ferdinando Ventriglia, di Camillo Crociani (scandalo Lockheed e loggia P2), di Amintore Fanfani, di Guido Carli, e persino di Aldo Moro e Michele Sindona. Questi nomi furono cancellati e a Rino fu imposto di non presentarsi con questa canzone a Sanremo. Altro tema scomodo affrontato da Rino è quello della Rosa Rossa, loggia massonica, di cui parla implicitamente in “Rosita”, “Cogli la mia Rosa d’amore”, e “Al compleanno della zia Rosina”, nella prima infatti ci dice che la Rosa Rossa, quanto te la presenta4 no, sembra bellissima. . . onori, gloria, soldi, potere. . . poi però un giorno scopri la verità e la tua vita cambia completamente perché sei in trappola, nella seconda dice “cogli la mia rosa d’amore, regala il suo profumo alla gente; cogli la mia rosa di niente”. Nella terza ci spiega che nel linguaggio criptato della Rosa Rossa, Santa Rita è in realtà la Rosa Rossa, e sostiene che un giorno capiranno che sta svelando questi messaggi, e quindi lo uccideranno e bestemmieranno perché in realtà una caratteristica della massoneria della Rosa Rossa è di stravolgere i simboli e i riti Cristiani per interpretarli al contrario (“Rita s’è sposata / al compleanno della zia Rosina / . . . / vedo già la mia salma portata a spalle / da gente che bestemmia che ce l’ha con me”). Rino si rese conto di essere diventato scomodo per molti e infatti scrisse “La ballata di Renzo”, dove immaginava che un tale Renzo morisse e venisse rifiutato da tre ospedali che stranamente sono tre dei cinque che hanno rifiutato Rino, i giornali hanno definito la canzone una profezia fatta dal cantautore altri, tra i quali anche io, sostengono, che la canzone sia stata presa d’esempio dalla p2 o dai “potenti” per mettere in atto la morte di Rino, avvenuta il 2 Giugno 1981 sulla Nomentana a Roma. Rino fu rifiutato da cinque ospedali e fu sepolto al cimitero del Verano come Renzo ne “La ballata di Renzo” (“la strada era buia si andò al S.Camillo / e lí non l’accettarono forse per l’orario / si pregò tutti i Santi ma s’andò al S.Giovanni / e li non lo vollero per lo sciopero. / Quando Renzo morí io ero al bar / era ormai l’alba e andarono al Policlinico / ma lo si mandò via Uno sguardo sul mondo Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 perchè mancava il vicecapo / c’era in alto il sole, si disse che Renzo era morto / ma neanche al Verano c’era posto. Quando Renzo morí io ero al bar, / al bar con gli amici bevevo un caffè.”). Il suo essere un ribelle contro il sistema costò a Rino la vita, ma forse è stato proprio quel suo modo di essere che ancora oggi lo rendono un idolo e un personaggio unico nel suo genere: semplicemente Rino Gaetano. Dai meandri dell’Einstein Estate. . . siamo arrivando Qualche consiglio per questa estate di Maurizio Profeta iao a tutti ragazzi. Mancano pochi giorni alla fine della scuola, eppure già si pensa a come sarà la nostra estate, a cosa faremo, ma soprattutto alla meta delle vacanze. Beh, quale è posto migliore per riposarsi se non un’isola, l’isola di Capri, ad esempio. È facilmente raggiungibile in traghetto da Roma o da Napoli, in meno di due ore, e poi vale proprio la pena vederla, con le sue meraviglie naturali, con il suo mare dall’acqua cristallina, e con le sue gustosissime granite al limone. È un isola abbastanza tranquilla, dove il relax è messo al primo posto. Questo tipo di vacanza però è piú adatta trascorrerla con i C propri genitori che con i compagni. Ma per chi gradisce una vacanza all’insegna del divertimento, non può mancare che una semplice vacanza al mare con gli amici: la spiaggia è un luogo molto ampio dove è possibile fare diverse attività, come lo sport, i giochi d’acqua, perché no prendere la tintarella, e tante altre cose. La sera invece la spiaggia cambia volto: si trasforma in discoteca e in ristorante all’aperto, dove fino a tarda notte ci si può divertire ancora. Per coloro invece che vogliono fare una vacanza culturale, ci sono moltissimi posti che sono possibili da visitare, come la Grecia e le sue isole, ricche di storia, o come l’Inghilterra e la Francia dove si vuole perfezionare la lingua. In alternativa i paesi del Medio Oriente e gli USA, dove non solo si possono visitare monumenti e quant’altro che riguardano la storia del paese, ma si può anche vivere una nuova esperienza confrontando il nostro stile di vita a quello loro. Non tutti però sono d’accordo a spostarsi di casa per una vacanza, sia per l’impossibilità sia per la voglia che manca; pertanto basta una sdraio all’ombra di un albero nel giardino e godersi l’assoluto riposo, oppure prendere il telefono e organizzare un party a casa con tutti gli amici che vogliamo. Insomma in questi tre mesi concedetevi il riposo piú assoluto, fate tutto quello che volete: non preoccupatevi, tanto non ci sarà nessun professore ad importunarci! Uno sguardo sul mondo La rivoluzione araba: Facebook contro Gheddafi (e Al Quaeda) di Ceccho B.S. utti conosciamo da mesi la verità: gli arabi hanno scoperto la formula magica della Democrazia. Come il signore che non deve far sapere al contadino quant’è buono il formaggio con le pere, anche noi, per garantirci regimi a noi fedeli, abbiamo per anni nascosto la formula, in ogni modo, e con ogni mezzo. Invece è bastato che un povero fruttivendolo tunisino si desse fuoco (il 17 Dicembre 2010) e morisse (il 4 Gennaio 2011) affinché, assieme al suo corpo, bruciassero di indignazione e di speranza tutti i giovani e meno giovani cuori del mondo islamico. Il suo gesto non era mitomane, ma un atto a dir poco coraggioso: Mohammed, questo il suo T nome, si è ucciso perché provava vergogna per il regime vigente nel suo paese e per la corruzione degli agenti che lo avevano derubato e picchiato il giorno prcedente, con la connivenza delle autorità locali. Questo, unito al precedente aumento stratosferico del prezzo del pane, ha scatenato un passaparola via Facebook che ha portato, dopo mesi di proteste e guerriglie urbane, alla dissoluzione del regime di Ben Alí, osteggiato da Mohammed. L’esempio della Tunisia, ora libera per un po’, si spera, dalla minaccia della dittatura, ha fatto scuola: L’Egitto di Mubarak ha capitolato poche settimane dopo, sotto i colpi di quella parte del popolo egiziano che aveva come base operativa Piazza Tahrir, fa- 5 mosa ormai come Piazza Tienamen; la determinazione degli oppositori di Mubarak ha scongiurato un fallimento, e ora anche l’Egitto può eleggere da solo i propri rappresentanti. Poi è arrivato il turno della Libia: la Cirenaica, da sempre ostile a Gheddafi, si è sollevata, anche qui a causa del prezzo del pane e del prezzo che i libici pagavano e pagano per la libertà. Ma la determinazione di Gheddafi e il tardato soccorso al popolo libico da parte dei potenti vicini europei ha tardato la fine, nel bene o nel male, della guerra in Libia. Lí si combatte tuttora per la libertà attorno a città come Misurata, città martire della Resistenza libica e che molti definiscono “La Nuova Stalingrado”, sperando Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce che, come l’attuale Volgograd annientò le speranze di vittoria di Hitler e la sua preziosa 6a Armata nel 1943, cosí il martirio di Misurata serva a seppellire il regime di Gheddafi per sempre. Ma la rivolta non si ferma in Nordafrica e varca i confini continentali: rivolte a causa del prezzo del pane e contro i propri dittatori scoppiano in Siria, in Bahrain e in tutto il Medio Oriente. Persino la Striscia di Gaza governata dai noti radicali islamici di Hamas teme le rivolte per questi motivi. Le reazioni dei governi arabi, coinvolti o meno dagli eventi, è duplice: cosí come nel ’700 in Europa ci furono sovrani assoluti, restii al cambiamento portato dall’Illuminismo e sovrani “Illuminati” che, vuoi per il pragmatismo politico vuoi per vera convinzione, aprirono i salotti aristocratici ai “philosophes” francesi, cosí i governanti di Algeria, Marocco e Giordania stanno lentamente facen- do sempre piú concessioni ai loro popoli affinché lo stile di vita migliori e cessino temporaneamente le rivolte. E l’Occidente? Come al solito, il nostro atteggiamento si è dimostrato a dir poco diplomatico,ambiguo e poco deciso. C’è voluto il convinto interventismo francese (quando si parla di rivoluzioni, lei, la Francia, c’entra sempre) affinché la NATO attaccasse e disperdesse in parte le forze di Gheddafi, laddove la Primavera Dei Popoli made in Islam ha subito la battuta d’arresto piú forte. Dopotutto, i grandi sconfitti di questa situazione sono tre: l’estremismo islamico, perché in fondo, nonostante le ipocrite cautele dell’Occidente, queste rivoluzioni hanno segnato la prima, vera sconfitta del fanatismo e la vittoria dei giovani speranzosi con le parole d’ordine “Pane, Libertà, Lavoro”, vittoria che ha ucciso prima il sogno di Bin Laden, poi Bin Laden stesso; gli autocrati arabi al soldo degli USA e dell’UE, che credevano di morire da leader e non da prigionieri; infine l’Occidente stesso, che credeva razzisticamente e ipocritamente di essere l’unico a possedere il seme della Libertà e della Democrazia e che l’unico modo di poterlo esportare fosse col denaro e con i cannoni. Fortunatamente per gli arabi non è stato cosí, dando a noi prova della loro maturità e, diciamolo, dandoci un vero schiaffo morale. Io consiglierei di guardare, e con attenzione, invidia, ammirazione, ai nostri vicini: loro difatti lottano per La Causa, quella per la Libertà, con un coraggio e una temerarietà che noi ci sognamo. Causa che noi, a parole, sosteniamo, ma che in realtà abbiamo smesso di difendere con unghie e denti da tempo, preferendo annegare nell’Inutile e nel Superfluo. un momento favorevole ora si trovano a dover affrontare gravi problemi: aziende come Nissan e Toyota si sono viste costrette a chiudere tutti gli stabilimenti a tempo indeterminato, in particolare la prima ha visto perdere un enorme carico di auto già pronte per essere spedite, causando cosí ingenti perdite per uno dei colossi delle auto, mentre la seconda ha dovuto sospendere la produzione delle piccole utilitarie, che erano il prodotto piú richiesto sul mercato. Se da una parte le auto non se la passano bene, dall’altra anche i colossi tecnologici sono in una situazione tutt’altro che rosea: infatti sia Sony sia Hitachi sia altre aziende, come per le altre, hanno dovuto chiudere le fabbriche, inoltre hanno da subito bloccato anche le componenti online, causando cosí ripercussioni su tutto il mondo; infatti pare essere questo il dato piú allarmante, poiché il Giappone è sempre stato il leader della tecnologia, sopratutto per quanto riguarda la produzione di microchip, e ora che sono state sospese le produzioni, anche le grandi fabbriche, che acquistavano tali componenti, si trovano adesso in difficoltà; inoltre c’è da dire che anche le piccole imprese affiliate a quelle giapponesi, si ritrovano pressoché ferme in attesa di istruzioni, e i pratica rovinate, ne è un esempio un’ industria di Milano, che produceva finestrini per la Toyota. Un altro dato scottante è sicuramente quello dei costi della ricostruzione: infatti, secondo una prima stima dovrebbero essere 198 miliardi i soldi necessari per l’operazione di ricostruzione, cifra che corrisponde circa all’1% della ricchezza mondiale. Dunque, il Giappone si ritrova da essere di corsa per superare gli USA a rimanere in ginocchio per colpa di un qualcosa impossibile da prevenire, e ora dovranno essere bravi gli abitanti a non mollare, ma a riprendere i vari lavori con quella operosità instancabile che, a pari con i cugini cinesi, ha sempre stupito gli occidentali. Certo è che qui in Italia per riparare un’autostrada, dopo il terremoto dell’Aquila ci son voluti mesi, in Giappone solo una settimana, sono dunque questi i dati che fanno ben sperare perché il sole sorga di nuovo su questo Sol levante. Sarà ancora un. . . Sol levante? di Erni utti sicuramente hanno sentito e visto le vicende che ultimamente sono accadute in Giappone: infatti l’11 marzo 2011 uno dei piú violenti terremoti della storia ha colpito la popolazione e in seguito anche il temutissimo tsunami, portando ovunque morte e distruzione, attivando addirittura un allarme nucleare per gli ingenti danni causati alla centrale nucleare di Fukushima. Cosí ora il popolo giapponese si trova costretto a riparare i danni che questo evento ha portato: danni a piccola scadenza (come per esempio strade da riparare) a danni a lunga scadenza. E sono proprio questi i piú gravi, sopratutto quelli economici. Il Giappone è da sempre una delle piú grandi potenze economiche mondiali, e, prima del terremoto, si stava preparando per superare gli Stati Uniti nella “graduatoria” delle potenze economiche. Ora invece si trova ad affrontare un crisi che sarà molto dura da sanare: infatti le grandi aziende del Sol levante, in particolare quelle dell’industria tecnologica, che prima si trovavano in T 6 Oltre noi stessi Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 Oltre noi stessi Perversione o onnipotenza? di Fiore ominique Strauss-Kahn, accusato di stupro ai danni di una giovane cameriera di colore, è solo uno dei potenti del mondo stritolato dalla bramosia e dal delirio di onnipotenza. Colpevole o innocente che sia, il caso di Strauss-Kahn è emblematico per quanto riguarda il binomio sesso-potere. D A Cadere nella trappola del sesso, oltre a lui, sono state personalità come: Katsav, ottavo presidente di Israele, John Edwards, candidato alle primarie USA, Spitzer, governatore dello stato di New York, Bill Clinton, ex presidente degli Stati Uniti D’America e, per finire, non poteva mancare, il nostro presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Ebbene sono molti a commettere lo stesso errore, a interpretare il ruolo del Doctor Jekyll che si trasforma in Mr. Hyde. Ma cosa li spinge a comportarsi cosí? A sentirsi autorizzati a fare tutto ciò che vogliono? A non vivere piú secondo le normali leggi della convivenza civile ma solo secondo le proprie regole? Beh, forse bisognerebbe intraprendere uno studio specifico, che si occupi esclusivamente la casta dei potenti; si potrebbero ottenere risultati strabilianti! La gravità di quello che accade è indiscutibile. Disgustoso e riprovevole è il fatto che i cosiddetti potenti credano di poter trattare le persone (non solo le donne) come pedine, assolutamente certi della loro influenza e della posizione che ricoprono. alcuni mammiferi, i criceti ad esempio. Addirittura, alcuni insetti hanno sviluppato un sistema di autodifesa dal cannibalismo della femmina, come nel caso della mantide religiosa, consistente nel portarle una piccola preda da divorare durante l’accoppiamento, in modo da avere il tempo di fuggire. Nella nostra società è impossibile praticare l’antropofagia, infatti risulta difficile immaginare di mangiare i propri familiari anche perché il sistema alimentare mondiale produce tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Dal punto di vista medico l’usanza cannibalistica di mangiare i cervelli dei defunti è legata a una malattia definita “Kuru”, riscontrata negli aborigeni della Nuova Guinea ed è una variante, insieme alla malattia della cosiddetta “mucca pazza”, del morbo di Creutzfeldt-Jacob, causata da un’alterazione di una proteina di una membrana. Nel 1955 il medico Vin- cent Zigas prese in esame la tribú dei Fore della Papuasia, vittime del Kuru, parola che nella lingua locale significa “brivido”. Questa malattia porta inevitabilmente alla morte del malato, è caratterizzata da perdita di equilibrio, movimenti oculari innaturali e tremori vari; si manifesta in prevalenza nelle donne e nei bambini, a cui viene dato da mangiare il cervello dei defunti mentre gli uomini adulti, in quanto cacciatori, mangiano il cuore e i muscoli, essendo cosí risparmiati dalla malattia. L’essere uomini di successo, ricchi e famosi, li autorizza a comportarsi come se gli altri non abbiano valore alcuno; la perversione li porta a percepire come opzionale la presenza altrui, accecati, come sono, dalle loro pulsioni. Perversione o onnipotenza? La risposta è una: ENTRAMBE, l’una è conseguenza dell’altra. Assistiamo al “rise and fall” di uomini apparentemente perfetti ma di fatto irrispettosi della dignità degli altri e in fondo forse anche profondamente irrispettosi di loro stessi. Carne umana che passione! di Carolí ’antropofagia designa l’atto di mangiare carne umana mentre il cannibalismo è un atto rituale all’interno di culture primitive. È una pratica che va oltre la nostra morale, la nostra religione e ancora oggi è uno dei piú grandi tabú del pensiero umano occidentale. L’antropologo William Arens ha negato l’esistenza del cannibalismo, definendolo mito, del quale mancano prove materiali concrete oppure le presunte prove sono frutto di cattiva e frettolosa interpretazione. Essendo un’accusa infamante, venne usato come mezzo di propaganda per screditare nemici ed avversari, ad esempio furono accusati di cannibalismo gli ebrei. Tuttavia nel mondo animale il cannibalismo non è raro e le ragioni risiedono nella sovrappopolazione, nella scarsità di risorse o dalla necessità di eliminare i propri cuccioli nati imperfetti, come L 7 Comunque, se in un futuro apocalittico il mondo sarà devastato e saremo costretti al cannibalismo, potremo seguire o la “modesta proposta” di Jonathan Swift, “di mangiare i bambini” o le “ricette” degli Aztechi: gli arti vengono cucinati e mangiati nel corso di un banchetto e la ricetta preferita è lo stufato insaporito con pepe, pomodori e gigli triturati. Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 lolò la voce La “famigerata” terza prova. 8 Intervista doppia Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 La meta bellezza Una taglia sull’anoressia di Elliot & Marjane a Venere, sino a Marilyn Monroe l’ideale di bellezza è stato incarnato da donne con forme sinuose; bastava, infatti, una taglia 42 a fare invidia a molte e far sognare gli uomini. Ciò avvenne fino al giorno in cui gli abiti si sono ristretti e hanno iniziato a prender piede ragazze sempre piú magre, frutto di un’imitazione malata. Da condannare è una società che, pur di far danaro, lancia pubblicità o sfilate con corpi scheletrici, donne che sembrano fluttuare nell’aria. Inoltre, in un momento difficile come l’adolescenza, l’aderenza a un modello sociale è considerata una via per il raggiungimento di un benessere con se stessi. Spesso, però, senza accorgersene si giunge a cadere nella trappola dell’anoressia, che può scaturire anche da fattori di natura biologica, genetica o psicologica. Tutti coloro affetti da questa “mancanza di appetito”, tendono a nascondersi da occhi indiscreti a causa del loro aspet- D to quasi ripugnante; ma, Isabelle Caro è uscita allo scoperto rendendosi portavoce della sua battaglia contro l’anoressia. Iniziò a dimagrire a soli 12 anni per compiacere il giudizio altrui; poi la mancanza di amici, le costrizioni di una madre severa e la mancanza perenne di un padre la portarono a pesare, a soli 25 anni, 25 kg. Il suo corpo era mutato, il viso scavato, sulle mani il “segno di Russel”, dovuto allo sfregamento sui denti e sul palato per provocarsi vomito, era inconfondibile. Di lí a poco cadde in coma, e solo dopo aver sfiorato la morte, ha deciso di riprendere il controllo sulla sua vita. Cosí, nel 2007, in collaborazione con il fotografo Oliviero Toscani, realizza una campagna pubblicitaria contro l’anoressia. “Sul cartellone c’è la foto di una donna. O almeno, di una creatura di sesso femminile, a giudicare dalle due piccole sacche di pelle rugosa che pendono al posto dei seni” scrive la Caro nel suo libro. Sebbene si vergognasse della sua immagine, si sentiva utile ad altre ragazze nella sua stessa situazione. Negli anni successivi riacquistò peso, perché per i malati di anoressia, alla fine del bivio, ci sono solo due vie: o si recupera peso o si muore. E lei aveva scelto di vivere scrivendo, pagina dopo pagina, la storia della sua vita, ignara che la morte la stava aspettando a braccia aperte. Isabelle, però, era consapevole che per uscire da questo tunnel bisognava avere autostima di sé, non ascoltare piú il giudizio altrui, non nutrire l’esigenza di corrispondere a un canone estetico imposto dalla società che porta a un’ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della forma fisica, non stabilire un controllo sul peso e sulla bilancia e non vergognarsi di chiedere aiuto, perché farlo, è il primo passo per guarire. La sua vittoria era proprio questa sua consapevolezza; e, ora, ciò che resta della “ragazza che non voleva crescere” sono parole e immagini di una sofferenza silenziosa; la stessa che affligge, ogni giorno, chi lotta contro l’anoressia. Intervista quadrupla Rappresentanti d’Istituto di Clari & Mrm 1: Nome: N: Nicola. G: Giammarco, con due “m”! E: Edoardo. S: Sabrina. 2: Soprannome? N: Buh, non ho soprannomi. . . Nick? G: Giambo! E: Doc Dodo. . . S: Sabba! [Suggeriscono Sabrinda] Ok Ok, Sabrinda! 3: Classe? N: 5°L S: Parlo troppo! G: 5°I 6: Schieramento politico: E: 5°H N: Centro destra. S: 5°B G: Non ho uno schieramento politico. 4: Un pregio? N: Gli occhi azzurri! E: Idem! S: Scheda nulla! G: L’altezza è un pregio? 7: Professore preferito? E: Testardo. N: Bonatti. S: La fantasia? G: La Di Loreto. . . 5: Un difetto invece? N: Silvista! E: Ho conosciuto piú di un professore simpatico fortunatamente! G: Svogliato. . . S: Cozzi! E: Testardo. 8: Materia preferita? 9 Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce N: Storia. N: Il wi-fi! E: Ricordarmi di non ascoltare “Not- S: “L’attimo fuggente” e “The Nightte prima degli esami” che mare before Christmas”. dicono porti male! 20: Una citazione: S: Guardarmi il film? N: “Siate affamati, siate folli!” di 14: Cosa ti mancherà di piú di Steve Jobs. questa scuola? G: [6 ore dopo] “Stupido è chi N: I bidelli piú Antonella! lo stupido fa!” da “Forrest Gump”. G: L’ambiente. G: Gli specchi nei bagni! E: La spensieratezza. E: Non sono riuscito a insegnare a tutti che l’assemblea è un momento di collettività. S: I corridoi! G: Matematica. . . E: Italiano. S: Italiano. 9: Cose che hai promesso e non hai fatto in questa scuola: S: Beh, lo spettacolo di raccolta fondi. . . ma ci avevo creduto! 10: Per quale motivo pensi di essere stato votato? N: Perché avevo le maglie! G: Per il motto! Ah, e ringrazio la lista! 15: Cosa al contrario, sei felice di lasciare? N: Svegliarmi presto la mattina (alle 8.00). E: “Io so’ io e voi nun siete un c***o!” di Alberto Sordi ne “Il marchese del Grillo”. S: “Gli occhi inchiodati su quelle righe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo” di Baricco in “Castelli di rabbia”. G: L’arroganza di alcuni professori. 21: Rispondi istantaneamente: un animale, un colore e una E: Il confronto giornaliero con alcuni nazione! professori. S: Il sistema scolastico in sé. N: Cane, blu, America. 16: Progetti futuri? G: Cane, verde, Italia. N: Viaggiare. E: Nessun animale, rosso, Italia. G: Il ca***ne a Bologna. S: Farfalla, viola, Francia. 11: Il ricordo piú bello che hai di questo liceo: E: L’università! 22: Cosa non ti piace del tuo corpo? S: Seguo Giammarco! N: La panza! N: Quando finirò gli esami! 17: Cosa sogni di fare da grande? G: La pancia! G: Tutti gli ultimi giorni di scuola. . . N: L’uomo di successo. E: La carnagione troppo chiara! E: La vittoria del torneo di calcetto di quest’anno. G: I soldi! S: Le ginocchia! E: Poeta vate della nazione. 23: Dove e quando la prima volta? S: La scrittrice. N: Giulianova, scorso. E: Perché ho fatto un bel discorso. . . S: Perché altrimenti se ne sarebbero pentiti! S: Le gite! 12: Mentre il piú brutto? 18: Canzone o autore preferito? N: La gita del secondo, povera Patty. . . N: “Just feel better” di Santana e Steven Tyler. G: Il debito a latino in seconda. . . G: “Obladi oblada” dei Beatles. E: Tutti i momenti brutti sono diE: Lucio Battisti. ventati belli con il passare del tempo! S: “Don’t stop me now” dei Queen e tutto De Andrè. S: La Di Paolo! 19: Film? 13: Progetti per la notte prima degli esami? N: La serie de “Il Padrino”. casa mia, G: A casa di lei, l’anno scorso. E: No comment. S: In futuro, chissà! 24: Hai la possibilità di scegliere il presidente del consiglio: chi eleggeresti? N: Gianfranco Fini. G: In questo momento, io. N: Dormire. G: “Forrest Gump”. E: Roberto Benigni. G: Panico totale! E: “Taxi Driver”. S: Clarissa Fonti! 10 l’anno Intervista quadrupla 25: L’oggetto di cui non puoi fare proprio a meno: N: Il computer. G: Il cellulare! E: Gli occhiali. S: I libri. Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 30: Della commissione d’esame: G: Tanti, forse troppi! N: Che Silvio ce la mandi buona! E: No comment. G: Male, male. . . male! S: Purtroppo non mi vengono in mente. . . E: Speriamo indulgente. S: Per fortuna che compensano gli interni! 26: La parolaccia che dici piú spes- 31: Della Preside Cannella: so: N: Simpatica. N: Porca tromba! G: È matta! :) G: C***o. E: Una vecchia volpe che ha imparato a fare il suo mestiere. E: Frase blasfema censurata. S: Fan***o. S: Una chiacchierona! 36: Il/la piú elegante: N: La prof. Potenza. E: Ilaria Tamburi. G e S: La prof. Di Francesco! 37: La 2° legge di Ohm (R = pl/A): N: È la legge delle maglie! G: Ogni quattro Ohm, na Ohm de scort! 32: Adesso fatele voi le elezioni: E: Non me la ricordo. Il/la piú bello/a: S: . . . io prenderò Lettere. N: Le mie risposte potrebbero incri38: “Potevano scegliere tra il disominarmi. N: In Australia. nore e la guerra, hanno scelG: Sono fidanzato! G: A Corfú. to il disonore e avranno la guerra.” (Winston Chuchill, E: Vorrei andare in una capitale euro- E: Il 5F. 1938): pea, ma ripiegherò a Corfú con S: Il DIIIIIIDO! Giammarco. N: Churchill. 33: Il/la piú simpatico/a: S: L’hanno già detto Corfú? G: I nazisti all’Italia! N: Mario e Dario! 28: Cosa ne pensi della religione: E: Non ne ho la piú pallida idea. . . G: Matteo Della Noce! N: Non mi interessa. S: . . . Mulan? E: Io? G: Un metodo per monopolizzare le 39: Lancia un appello agli studenti persone. del futuro! S: Andrea Narcisi! 27: Dove te ne andrai quest’estate con i soldi della festa di fine anno? E: Non credo e non mi preoccupa. 34: Il/la piú strano/a: S: “Dio è morto!” N: Matteo Della Noce. 29: Dell’Amore: G: Il bidello della succursale. N: Importante. E: Un tizio che non so come si chiama. G: Non ci credo piú di tanto. . . E: La piú grossa fandonia che abbia inventato l’uomo. S: È il motore del mondo! S: Il calcolatore! 35: Il miglior fondo schiena: N: Il 5F! 11 N: “Fate delle assemblee serie!” No anzi, questa è di Edoardo, non gliela rubo. Votate Rampa! G: Studiate perché dopo ve ne pentirete. E: Contribuite a rendere migliore la vostra scuola! S: Impegnatevi piú di noi, favore! per Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce Fortissimamente sport marz marz Il Giro d’Italia a Teramo 12 Forza Albert Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 Forza Albert Il segreto Di Nikola Tesla di Marz ome si può parlare di una delle piú grandi menti della storia facendo comprendere la sua importanza per il genere umano? C Non è facile. Stiamo parlando di Nikola Tesla, da molti considerato l’uomo che ha inventato il XX secolo, lo scienziato venuto dal futuro per illuminare l’uomo primitivo con il dono dell’elettricità. Alcuni pensano che con il suo genio avrebbe potuto cambiare le sorti dell’intera umanità; tuttavia la sua storia, sconosciuta ai piú, resta da troppo tempo relegata nell’oscurità. Tesla era un uomo colto e parlava perfettamente 9 lingue; durante la sua vita elaborò un elevatissimo numero di invenzioni e scoperte (circa 700), tra cui: l’energia elettrica a corrente alternata, quella che usiamo tutt’oggi; la prima centrale idroelettrica al mondo; la radio; il primo aereo a decollo verticale; l’illuminazione a fluorescenza; l’auto elettrica; i raggi X e tanto altro ancora. Ad ogni modo, uno degli aspetti piú incredibili e, se vogliamo, sconvolgenti di quest’uomo riguardava la stessa struttura della sua mente e il modo in cui egli concepiva le proprie invenzioni. Ogni proposito, ogni idea che egli aveva realizzato veniva preceduta da intensi lampi di luce che disturbavano la sua visione degli oggetti reali, creando confusione nei suoi pensieri e nelle sue azioni. Poi tutto si faceva chiaro, e nella sua mente poteva creare progetti già completi, definiti e funzionanti. La realizzazione pratica era solo un particolare. Ma perché la sua storia è finita nell’anonimato da quasi un secolo? Perché tutto rimane coperto da un velo opaco che offusca ciò che dovremmo vedere? Per comprendere il caso Tesla e il perché del suo oblio c’è bisogno dunque di fare un quadro generale della sua vita. Siamo nella seconda metà dell’800, in Croazia, dove lo scienziato, ancora ragazzo, frequentava la facoltà di matematica e fisica all’università di Graz. Durante questo periodo si interessa alla corrente alternata, cominciando ad analizzarla nel particolare. Abbandona però gli studi accademici al terzo anno per lavorare, è un promettente tecnico cosí arriva a Parigi dove viene assunto dalla Continental Edison Company. Nel 1884 emigra negli Stati Uniti; qui, con una lettera di presentazione, si reca da Thomas Alva Edison. La lettera del manager della compagnia europea di Edison recitava cosí: “Dear Mr. Edison, I know only two great men in this world, you’re one of them and the young Nikola Tesla is the other”. Edison a quel tempo, grazie al suo sistema di distribuzione di energia a corrente continua, era già uno scienziato affermato nonché uno scaltro imprenditore di se stesso e quando Tesla si presenta da lui con il proprio progetto di corrente alternata, visibilmente superiore e piú efficiente, capisce che non può permettersi di appoggiarlo. Se il lavoro di Tesla fosse stato realizzato, avrebbe corso il rischio di chiudere tutte le sue centrali a corrente continua. L’americano comunque riconosce le potenzialità del suo collega, e, pur rifiutando di sostituire i propri generatori, vuole che Tesla lavori per lui. Inizia cosí una sorta di collaborazione tra i due: i compiti assegnati a Tesla sono dapprima semplici ma rapidamente si occupa anche dei problemi piú complessi all’interno dell’azienda; gli viene quindi proposto di riprogettare il già esistente generatore di corrente continua in cambio dell’esorbitante cifra di 50 mila dollari ($1.000.000 attuale circa). Dopo un anno di lavoro e dopo aver incrementato in maniera evidente i profitti della società, lo scienziato chiede il suo compenso ma a quel punto Edison, sbalordito dal lavoro compiuto, rispose: “Tesla, lei non ha capito il 13 senso dell’umorismo di noi americani! negandogli cosí i 50 mila dollari. Fu a questo punto che Tesla, in seguito anche a vari contrasti ideologici, lasciò il suo posto di lavoro. Trascorre circa un anno, quando l’imprenditore George Westinghouse, convinto della validità delle sue idee, decide di stanziare i fondi per finanziare il suo lavoro. La vera attività di Tesla cominciò in questo momento, grazie al sostegno monetario ricevuto poté mettere in pratica tutti i suoi progetti. Iniziò inoltre la cosiddetta guerra delle correnti, Edison contestò fortemente i sistemi di Tesla dando il via ad una vera e propria campagna denigratoria nei confronti della corrente alternata. Questa guerra, conclusasi comunque vittoriosamente per Tesla, portò lui e Westinghouse quasi alla bancarotta e per tale motivo egli decise di sciogliere il contratto che lo legava all’azienda debitrice (1897). Due anni piú tardi si trasferisce a Colorado Springs per portare avanti le sue ricerche sulla trasmissione di onde radio senza fili, questa volta finanziato dal potente industriale J.P. Morgan, il quale fu attratto dal possibile profitto ricavabile; qui, all’interno del proprio laboratorio, Tesla lavorò per circa 7 mesi producendo anche dei fulmini artificiali e osservando come la terra fosse un ottimo conduttore di elettricità. Durante il suo lavoro lo scienziato notò come, curiosamente, a Colorado Springs e nelle zone limitrofe, si verificassero dei cambiamenti climatici evidenti causati dai suoi esperimenti sui campi magnetici generati dai fulmini. Finita l’avventura in Colorado, Tesla continua i suoi lavori in altre parti d’America fino a quando l’arrivo di un giovane fisico ed inventore italiano rovinerà tutti i suoi progetti. Il suo nome era Guglielmo Marconi. Il giovane andò a lavorare per qualche tempo da Tesla come suo ammiratore ed allievo e, tornato in Europa, nel dicembre del 1901 riuscí ad effettuare la prima comunicazione senza fili Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce transoceanica grazie all’utilizzo dei brevetti di Tesla. Questo avvenimento segnò l’inizio della fine dello scienziato. J.P. Morgan gli tagliò i fondi dicendogli: “Era questo quello che volevo che tu realizzassi e non quello che stai cercando di realizzare e che probabilmente riuscirai a mettere in pratica chissà quando.” Già, ma a cosa stava lavorando Tesla di tanto importante da fargli trascurare tutti i suoi altri lavori? Tesla aveva trovato forse un metodo per inviare energia gratuita verso ogni angolo della terra, energia gratuita e pulita: dai mari, dal vento, dal sole. Probabilmente anche per questo il ricco magnate decise di smettere di finanziarlo; intravedendo il rischio di dover rinunciare alle sue fonti di guadagno per via dell’energia illimitata e senza costo di cui parlava Tesla. Ad ogni modo, con grande probabilità, non verremo mai a conoscenza del metodo di funzionamento di tale scoperta poiché Tesla non potette attuarlo (per mancanza di denaro) e perché il giorno seguente la sua morte (7 Gennaio 1943) tutti gli scritti, gli appunti e le apparecchiature di sua proprietà furono confiscati e dichiarati Top Secret dall’FBI e dalla marina militare. Curiosamente, anni piú tardi, circa mezzo secolo dopo la sua scomparsa, in America e piú precisamente in Alaska, nasce il progetto H.A.A.R.P. Un complesso sistema di antenne atto a modificare il clima a distanza per scopi bellici. Un progetto che ha dell’incredibile; un progetto che ricorda, non a caso, quegli stessi esperimenti che Tesla effettuò a Colorado Springs nell’estate del 1899. Nikola Tesla era forse un uomo troppo avanti rispetto al suo tempo, con la mente già proiettata nel futuro. Un uomo che meriterebbe una riconoscenza maggiore da parte delle persone che ha tanto cercato di aiutare. Un uomo, anzi no, L’uomo che con le sue invenzioni ci permette di vivere nel mondo che conosciamo oggi. Una mente senza confini, che ha offerto al mondo la possibilità di cambiare. di Nevermore e Marz una nuova era. uella telecamera vicino alla banca mi stava osservando? Possibile che droghino l’acqua che bevo? Qualcuno ascolta le mie telefonate? Paranoia. Ma è giustificata? La paura dei complotti è presente da secoli nella società e negli schemi mentali dell’uomo ma è difficile poter dire quando una teoria è fondata e quando invece si rivela un castello di sabbia. Dalle congiure di palazzo durante l’impero romano alla rivoluzione francese abbiamo esempi di come a volte si fa bene ad aver paura di trame oscure e segrete ma, se analizziamo la situazione odierna vediamo come il numero di teorie del complotto cresca ogni giorno di piú. Ma com’è possibile questo nell’era di internet, del progresso della scienza, della conoscenza a portata di ognuno? Magari è proprio la possibilità che hanno tutti di condividere pensieri, commenti e supposizioni senza alcun limite che ha permesso il proliferare di ogni tipo di diceria e ciarlataneria, basti ricordare la paura suscitata a suo tempo dalla “certezza” che dagli esperimenti del cern scaturisse un buco nero o ad oggi dall’imminente arrivo della data profetizzata dai maya per l’inizio di In un suo saggio Teorie del complotto Zeffiro Ciuffoletti si chiede il perché, da sempre, l’uomo veda cospirazioni dappertutto. Dopo aver fatto un’attenta analisi della storia dell’umanità formula la tesi che le teorie del complotto altro non sono che una visione semplicistica della realtà, divisa tra un “bene” ed un “male”, che naturalmente dipendono dai punti di vista. Fa l’esempio, per sostenere il suo pensiero, del periodo ante rivoluzione francese: da una parte l’aristocrazia era terrorizzata da un possibile complotto delle classi piú basse per rovesciarli dal potere, mentre dall’altra la borghesia era convinta che i nobili ordissero per mantenerli nella situazione di inferiorità in cui essi versavano. Questo fenomeno è denominato “dissonanza cognitiva”, cioè il ridurre alcuni eventi spiacevoli o considerati negativamente all’opera di poche malvagie persone che si prodigano per annullare il benessere di tutta la società. questi argomenti si pensa inizialmente di non avere nulla da perdere; ma in seguito si viene pervasi da una sorta di delirio d’onnipotenza: ci si sente parte dei pochi che conoscono la realtà dietro le cose e, a questo punto, qualsiasi tentativo di controbattere l’idea che si appoggia verrebbe respinto proprio per paura di perdere la posizione privilegiata che si ritiene di occupare. Un complottista tipo si può anche descrivere come una persona disinformata o che comunque ha assorbito informazioni non veritiere, ed è questo il motivo per cui resta difficile instaurare un dialogo costruttivo con i piú radicali tra essi. Risulta essere proprio su questo tipo di individui che molti altri lucrano: tra la vendita di gadget, video, dvd, programmi TV il giro di incassi è piú alto di quel che si potrebbe credere. Inoltre molto spesso i creatori di complotti si appoggiano proprio sulla scarsa preparazione e sulla pigrizia dei loro bersagli, che difficilmente andranno a verificare se ciò che si dice loro è plausibile o totalmente campato in aria. La demolizione delle precedenti certezze della “vittima” viene espressa dalla sigla fud (fear, uncertainty, doubt) che sarebbe: suscitare ansia e panico, “Lasciamo al futuro dire la verità e valutare ogni invenzione in base alla sua reale efficacia; il presente è in mano loro, ma il futuro, che è ciò per cui io davvero lavoro, appartiene a me!” Complottisti per caso Q Inoltre il pericolo che presenta l’avvicinarsi a delle teorie di questo tipo è che si rischia di diventarne schiavi. Infatti leggendo articoli, saggi o semplicemente guardando video pro 14 Forza Albert creare incertezza, insinuare il dubbio. Un altro aspetto importante delle teorie cospiratorie è che assorbono al proprio interno e, anzi, si rafforzano attraverso le critiche: queste ultime infatti vengono interpretate come la risposta difensiva del sistema attaccato che tenta di sminuire e ridicolizzare quelle persone che minano le basi della sua stessa esistenza. I cospirato- Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 ri cosí si sentono ancor di piú come degli scogli nella tempesta, gli unici al mondo che hanno il coraggio di opporsi alla corrente generale. Naturalmente non si deve fare di tutta l’erba un fascio: non si devono bocciare idee che ad una prima occhiata potrebbero apparire balzane, ma si deve verificare le veridicità delle prove a sostegno di queste te- si, ricordando che il mondo non è né bianco né nero ma grigio. Dovremmo anche stare attenti a ciò contro cui ci ha messo in guardia Umberto Eco nel Pendolo di Foucault: le teorie complottistiche “delle masse” potrebbero anche essere sabbia buttata sopra i veri complotti per celarli ai nostri occhi distogliendoli su degli specchietti per allodole. no di gran lunga quelle che normalmente usa. Gli esseri umani infatti, non avrebbero accesso a queste facoltà a causa di atti overt (crimini commessi in passato) o a causa di traumi mentali e fisici subiti sia nella vita attuale che nelle vite precedenti. Tutti questi traumi andrebbero ad immagazzinarsi nella “mente reattiva”. Tale “mente reattiva”, in situazioni di dolore o stress, immagazzinerebbe l’emozione provata insieme a una immagine del luogo in cui ci si trova, creando un ricordo inconscio chiamato engram. Secondo Scientology è possibile raggiungere lo stato di “Clear”, ovvero lo stato in cui si è liberi da traumi, attraverso delle sedute che avvengono tra un praticante (auditor) e un paziente. Lo scopo di questa organizzazione è quindi quello di rendere Clear gli uomini, risvegliando tutte le loro capacità intellettive. entology il thetan rappresenta la fonte di vita). Non sappiamo molto su tali stadi poiché Scientology rifiuta di divulgare il contenuto di tali livelli, considerato mortale per chi non è adeguatamente preparato. A proposito di Scientology di Fiamma uomo è un essere perfetto, un essere spirituale perfetto capace di contrastare qualsiasi malattia con la sola forza del pensiero e con la facoltà di viaggiare nello spazio in forma incorporea. Ogni persona potrebbe essere capace di fare questo, se solo utilizzasse le sue reali potenzialità. Questa è la dottrina fondamentale di Scientology, una organizzazione (per molti una religione) nata nella prima metà degli anni cinquanta. La storia di Scientology inizia quando, nel 1950, lo scrittore Ron Hubbard pubblica il libro Dianetica, nel quale veniva descritto un sistema per l’analisi, il controllo e lo sviluppo della mente umana. Solo due anni dopo Hubbard fondò la “Hubbard Association of Scientologist” da cui, nel 1954, nacque Scientology. Ma di cosa tratta Scientology? Come abbiamo già detto, gli adepUna volta raggiunto lo stato di ti di questa organizzazione credono Clear è possibile innalzarsi attraverche l’uomo abbia capacità che supera- so gli 8 stadi Thetan Operante (in Sci- L’ Secondo fonti interne, Scientology conta circa gli otto milioni di praticanti ma le fonti esterne riducono le fila a circa cinquecento mila. Questa setta conta tra i suoi adepti moltissime celebrità tra esponenti del cinema e della musica. Fra i piú celebri sono Tom Cruise, John Travolta e Katie Holmes che hanno persino utilizzato il rito scientologico per sposarsi. Moltissime altre star, come Christopher Reeve, dopo un iniziale avvicinamento, hanno lasciato l’organizzazione criticandola. Anche se Scientology conta moltissimi seguaci e possiede riti comuni alla maggior parte delle religioni (battesimo, matrimonio e funerale), non è considerata una religione nella maggior parte degli stati. A proposito di Oroscopi di Bas^^ li oroscopi, che noi tutti conosciamo, nascono durante l’epoca Mesopotamica con la scoperta delle tavole di “Mulapin” nelle quali si comincia a parlare dello Zodiaco e delle costellazioni. In questo periodo si studia l’effetto dello spostamento dei corpi celesti in relazione al momento della nascita delle singole persone e i filosofi Mesopotamici, affascinati da questa nuova materia, decisero di insegnarne i fondamenti per espan- G dere tale forma di cultura, sconosciuta a tutte le altre civiltà del mondo. Anche durante il periodo dell’Impero Romano l’astrologia ebbe un gran successo tant’è che Cesare scrisse un libro sull’argomento e Adriano la studiò cercando di formulare qualche previsione, ovvero l’oroscopo. Sotto l’influsso degli Arabi, durante il Medioevo, l’astrologia si sviluppò in Italia piú che in tutto il resto del mondo. C’è da dire però che l’Astrologia e l’Oroscopo non sono la stessa cosa, poiché quest’ultimo ha origine 15 dal primo che è assai piú complesso. Tornando all’oroscopo è interessante sapere che alcuni antichi re, alcuni imprenditori e anche l’ex presidente Ronald Reagan hanno organizzato la loro vita, i loro regni, le loro imprese e i propri appuntamenti per affari di Stato in base a ciò che diceva, o che dice, il proprio oroscopo. Molti lo leggono, ma non tutti credono ad esso. Coloro che lo appoggiano pensano che ci sia un vero fondamento scientifico alla base di ciò che dicono gli astrologi. La maggior parte delle per- Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce sone che crede agli oroscopi probabilmente lo fa per bisogno di fiducia in qualcosa o perché magari, ogni tanto, è successo che l’astrologo abbia indo- vinato qualcosa, che in realtà è solo astrologi; alla fine il concetto espresfrutto della sua fantasia. Una prova so è sempre lo stesso, con qualche di questa affermazione si può avere variazione da segno a segno. confrontando due oroscopi di diversi I colori della letteratura Poesia di Danyck L’illusione del treno dei risvegli Cinguettano i cardellini tra le fronde degli alberi, mentre i primi raggi all’alba danzano tra le pieghe dei miei risvegli, sento il tuo respiro. Mi alzo inerme, ancora intrappolato nelle fauci d’un sogno enigmatico mio sovrano nei pensieri notturni, ma tu non sei lí, meravigliosa irrealtà di tutti i miei sogni, attonito, con gli occhi lacerati dal pianto d’un cuor illuso, inchiodo il ricordo già svanito d’un attimo che mi nutre l’anima e riprendo il treno dei pensieri notturno a me tanto caro. di Danyck Pioggia d’estate (3) di Daph vevano trascorso insieme un’estate piena di fantastiche emozioni che avevano dimenticato, tanto, ma davvero tanto tempo fa. Gioia e serenità sarebbero probabilmente le parole piú adatte per descrivere quei due mesi che non sembravano un’eternità come Emma aveva pensato. O forse sí. Sembrava proprio che il tempo si fosse fermato nel momento in cui si erano lasciati, che i loro sentimenti fossero rimasti gli stessi nonostante il trascorrere del tempo e la distanza. Lui l’amava ancora. L’aveva capito nell’istante in cui l’aveva rivista per la prima volta. Fino a quell’attimo la sua esistenza era stata vuota, priva di calore e di colore. Insieme a lei aveva ricominciato a vivere. Lei. . . beh, anche lei continuava ad amarlo e provava tanta rabbia verso sé stessa visto che i suoi tentativi di dimenticarlo e A ricominciare si erano rivelati completamente inutili. Ma ciò che superava ancor di piú questi sentimenti era il desiderio di vendetta. Non aveva ancora smesso di considerarlo colpevole di quel maledetto incidente in macchina che aveva tolto la vita a Clara, l’unica che le era sempre stata accanto incondizionatamente e che le aveva voluto veramente bene. Non capiva perché lui era sopravvissuto e lei no; perché lui era stato piú forte di lei. Non poteva perdonarlo, non ancora. Voleva che anche lui sapesse come ci si sente a perdere qualcuno davvero importante, non potergli dire un’ultima parola o un semplice “ti voglio bene”. Forse era egoismo o semplicemente troppo amore. Perciò se ne era andata senza salutarlo o dirgli quanto le sarebbe mancato. Aveva pensato che cosí sarebbe stato meglio per lei. un bel niente: né le lacrime, né i sentimenti, né tantomeno gli errori. Si siede su una panchina e inizia a pensare. Le piacerebbe tanto sapere dove siano finiti i suoi sogni; quelli in cui era lei la stella che brillava di piú, quelli in cui era lei l’unica che contava, quelli in cui era felice veramente. Non li aveva rinchiusi in un cassetto perché pensava che avessero paura del buio. Come tutti noi d’altronde. Pensava che si sarebbero sentiti soffocare, che non ce l’avrebbero fatta. Perciò li aveva lasciati liberi; liberi di girovagare per il mondo intero. Ed è proprio ciò che avevano fatto. Ora però non riesce piú a ritrovarli. “Si saranno persi per strada o semplicemente avranno capito che è inutile tornare da me?” È una domanda che aveva cominciato a tormentarla da un bel po’ di tempo. Non aveva saputo prendersi cura di loro e adesso le tocAdesso cammina da sola sotto la ca aspettare. Perché? Non lo sa. È pioggia che di sicuro non porterà via 16 I colori della letteratura l’unica cosa ragionevole che le viene in mente invece di reagire. Forse è stata la sua indecisione a farli allontanare. Ed ora è giusto che sia cosí. Perciò aspetta. Sí, ha deciso di aspettare finché non si stancherà di farlo. Forse lo è già, ma non vuole ammetterlo. Non ancora. Non può accettare Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 il fatto di essere diventata un caso perso. Un altro ancora in questo mondo. Sí, la verità è che lo siamo un po’ tutti; smettendo di credere in noi stessi, nei nostri sogni, anche in quelli che alla fine non sembrano tanto impossibili; persino ritenendo le cose piú semplici banali, come un sorriso, un abbraccio; eppure tutti ne abbiamo bisogno per sopravvivere. Quante esitazioni, quante battaglie perse senza nemmeno essere combattute. Dobbiamo ritornare con i piedi per terra e reagire. Bisogna che qualcosa finisca, bisogna che qualcosa cominci. Una comunità vegetariana? Basta andare ad Ascona, sul Monte Verità! Insomma, se ne potrebbero citare altre, ma il concetto rimane uno: a quanto pare se si vuole e le condizioni sono favorevoli, si può. Ora, però, sorge un interrogativo: posto che si voglia, che le condizioni siano favorevoli e che quindi si possa, è giusto fare delle utopie realtà? Ma certo! Come potrebbe non esserlo? Non sono altro che il tentativo di mettere in piedi una società che funzioni e che faccia star bene tutti, in fin dei conti! Ok, nessun problema allora: via libera a qualsiasi Utopia! Ma. . . un momento: chi decide cosa fa star bene tutti? Ma come chi decide!? L’utopista decide! Chi altri? Giusto! L’utopista. . . e se l’utopista dovesse essere un dittatore con il pallino della razza ariana come la mettiamo? Beh. . . in quel caso le cose si complicherebbero non poco e allora l’utopia del dittatore potrebbe scontrarsi con quella dell’ebreo che vuole un mondo senza pallino della razza o dell’omosessuale con il sogno di una società che non lo pregiudichi per chi gli capita di amare oppure del diversamente abile che non ha proprio scelto di non essere “ariano”. Questo esempio serva a considerare che ogni utopia può facilmente tramutarsi in distopia e che non necessariamente, anzi, l’utopia di uno può rendersi universale. E cosí le vecchie classi militari invocano la costituzione di un nuovo esercito, sia pure da usare solo in caso di emergenza, la città ecologica dispera l’industria dell’energia non rinnovabile, le città verticali sono l’incubo di chi soffre di vertigini e le verdure, salutari, è vero, ma oltre a non essere sufficienti per una corretta alimentazione, non sono la passione di molti! Ancora una volta il relativismo impera sulle vicende umane. La verità è che tentare di realizzare un’utopia, sfidare l’impalpabilità è spesso molto pericoloso e lo è perché se i sogni sono sogni, forse è il caso che rimangano nella dimensione fatata in cui dimorano tutti i sogni. La realtà sarebbe letale per qualsiasi utopia e la strazierebbe a tal punto, da farne emergere ogni difetto, ogni pecca, di quelle che in linea teorica non erano state considerate e di colpo sembrano eclatanti. Con questo non si vuole incoraggiare a chiudere ogni possibilità di miglioramento della società in un cassetto blindato e di fonderne la chiave, ma semplicemente far notare che quelle utopie che muoiono per rinascere città reali, il piú delle volte perdono di perfezione e lo fanno perché, facciamocene una ragione, la realtà stessa è imperfetta e anche dovesse esserci un sistema perfetto, è in dubbio che sia perfetto per tutti. Mentre l’umanità intera si muove lentamente verso proposte di società piú giuste e felici, perché il fine dell’uomo non può che essere la felicità, adoperiamoci pure per la ricerca del nostro angolo di “forse-il-paradiso” (ammesso che il paradiso sia un’utopia), ma facciamolo con la cauta coscienza del “forse” e con l’ormai profonda sicurezza che nella metamorfosi del sogno in realtà può accadere l’imprevedibile. Detto questo, rimane un’ultima grande domanda: cosa ne è di un utopista senza la sua utopia? Difendiamo le utopie! di Gaia =P topia” si intitola una celebre opera di Thomas More, nella quale l’umanista inglese procede ad una descrizione della città perfetta: un’isola, molto simile alla gran Bretagna, repubblicana, in cui vige la comunione dei beni e sono diffusi tolleranza religiosa, seppur con l’obbligo della fede nella Provvidenza e nell’immortalità dell’anima, e lo studio delle scienze e della filosofia. Di qui Utopia è diventato sinonimo di una città perfetta il cui fine ultimo è la garanzia di benessere per tutti i cittadini. Fin qui pare che non ci siano intoppi. . . se non fosse che, per definizione, Utopia è un luogo inesistente, irrealizzabile, irraggiungibile. Detto questo, i piú si abbandoneranno a sogni di società piú o meno complesse, basate sui piú disparati sistemi economici e sociali e sui piú stravaganti princípi, alcuni, invece, si metteranno con impegno all’opera per lo snaturamento della loro utopia in vista della sua realizzazione! Ebbene sí, non tutti gli uomini sono nati per rimanere sognatori e a dimostrarlo sono quelle che, nate come utopie, oggi sono società funzionanti a tutti gli effetti! Non ci credete? Allora diamo uno sguardo al mondo! Un paese senza guerra? Bene: il Costa Rica ha rinunciato da piú di cinquant’anni al suo esercito! Un posto a misura di artista in grado di isolare le menti creative dal trambusto del mondo? È sufficiente trasferirsi a Yaddo, nello stato di New York! Una città ecologica sviluppata in verticale? Era l’utopia di Paolo Soleri che ha preso vita in Arizzona! “U 17 Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 la voce Appendice ai giochi 9 6 6 9 7 3 8 9 5 6 8 4 6 3 1 1 2 4 7 1 4 4 4 1 6 2 2 9 5 7 2 3 6 4 2 3 4 6 5 4 7 8 5 7 8 3 3 5 6 3 9 6 7 9 1 3 1 8 2 1 8 3 4 4 1 2 6 5 7 7 1 5 4 8 1 9 9 1 8 igor ["aIgO:*] 7 1 2 8. Sudoku 2 1 9 8 7. Sudoku 3 7 5 9 7 6 igor ["aIgO:*] 3 8 5 2 6 3 5 6 2 6 3 4 6 igor ["aIgO:*] 7 2 9 9. Sudoku 5 4 3 5 8 4 9 5 3 igor ["aIgO:*] 7 10. Sudoku Soluzioni dei giochi 1. fa, ra, ri -2. 129, al doppio di ogni numero si somma o si sottrae alternatamente 1. 63, si aggiunge a ogni termine 2, 4, 8, 16, 32. - 3. 7, la somma è sempre 12. -4. 3 -5. 2 ore e 1 minuto, ogni minuto il volume raddoppia. 18 Enigmistica Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011 15 2 16 21 3 4 17 5 6 7 18 22 8 9 10 11 12 19 27 24 28 29 33 34 35 30 31 38 42 43 47 48 52 53 25 32 36 37 51 14 20 23 26 13 44 39 40 45 41 46 49 danyck & gianluca 1 50 54 55 57 56 58 ORIZZONTALI: 2. Instradatore - 7. Magmatico, sedimentario o metamorfico - 12. Genere delle orchidee - 15. Commissione Europea in inglese - 17. In francese - 18. Che non rispettano la coerenza tra le parti di una frase - 20. Colei che ha commesso la colpa - 21. Pane in Kazaco - 23. In Grecia era maestro di virtú che si faceva pagare per i propri insegnamenti - 24. “Babe” famoso giocatore di baseball statunitense - 26. Protagonista di una tragedia di Vittorio Alfieri - 29. Riproduzioni sessuali determinate dall’unione di un gamete maschile con uno femminile morfologicamente differenziati - 33. FRASE DA SCOPRIRE - 37. Un generico corpo nello spazio possiede un numero di gradi di vicolo pari al numero dei suoi gradi di libertà - 38. Ultima Online 39. Somma che si paga, per il vitto e l’alloggio in collegi - 42. Aspetto formale di un testo - 43. Di quella retorica si conosce la risposta - 46. Istituto di ricerche esplosivistiche - 47. Parte finale dell’intestino tenue - 48. Titolo di un dipinto di Degas 50. Cavalierato inglese - 51. Elemento HTML che crea una lista numerata - 52. Il luogo del tuo martirio - 55. Targa automobilistica di Landau in der Pfalz - 56. Il vero nome di Szyslak nei Simpsons - 57. Quello Volante è un veliero fantasma che viaggia senza meta - 58. Quello di titanio si usa nelle vernici VERTICALI: 1. Lo sterminio di una razza - 2. D musicale in italiano - 3. Sinonimo di acceso - 4. Il Principio di tutto nella filosofia taoista - 5. Parola che deriva dal greco “esibisco” “mostro” - 6. Quando nacque era la URI - 7. I . . . Connection sono un gruppo musicale - 8. Dotate di ali - 9. Up - 10. Le sue uova sono pregiate - 11. Metà dei suoi - 12. Non sono quelle giuste 13. Arriva con l’età - 14. “Aperture” delle figure retoriche - 16. Dopo di lui tutti a dormire - 19. Dispari in casa - 22. Giulio, l’imperatore romano d’Occidente predecessore di Romolo Augusto - 23. Serata incompiuta - 25. L’elio sulla tavola - 27. Nel 1881 era un arnese per strizzare i limoni - 28. Famosa fabbrica di auto indiane - 30. Un famoso De Filippo - 31. in mezzo alle uova 32. Voltarsi - 34. Nell’antica retorica, descrizioni del carattere e delle qualità morali di personaggi, effettuate con particolare vividezza - 35. Tomografica computerizzata - 36. Ne è ricca l’aria di mare - 40. Lo erano gli Occhi di Gatto - 41. Era famoso l’Albatross - 44. Famosa serie televisiva con Marissa e Seth - 45. Mezzi di trasporto per l’artiglieria - 49. Reflex Canon - 53. En Italien - 54. Prima degli Mp3 1. Trova le lettere che, unite a quelle fuori dalle parentesi, completano sei parole da due sillabe. (. . . ) ta (. . . ) pa (. . . ) 8 sa 6 9 2. Completa le serie. 3 2 4 4 1 - 7 3 - 15 7 - 29 15 - 59 31 - ? ? 6 7 1 3 3 − 2−? 4 4. Qual è il numero minimo di colori per dipingere un cubo in modo che due facce adiacenti non siano mai dello stesso colore? 5. Un’ameba si divide in due esattamente ogni minuto. Due amebe in una provetta possono riempirla esattamente in due ore. Quanto tempo impiegherebbe un’ameba da sola per riempire esattamente la stessa provetta? A cura di Francesca Di Marco 19 4 5 2 9 9 5−4−3 9 8 9 3. Qual è il numero mancante? 6−4−2 4 6 9 5 6. Sudoku Le soluzioni sono a pag. 18. 2 3 igor ["aIgO:*] a 8 I nostri sponsor Ottovolante, Coop. Sociale Via Cona 97, 64100 Teramo Ciprietti Vending S.r.l. 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