La Voce (giugno 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo

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La Voce (giugno 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
giornale studentesco del liceo scientifico einstein
NUMERO 3 · ANNO VIII · GIUGNO 2011
lse.te.it
NUMERO 3 · ANNO VIII · GIUGNO 2011
SOMMARIO
REDAZIONE
Coordinatore
Editoriali
150o
Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi
dell’Unità d’Italia
3 Intervista a Giuseppe Devincenzi · fede
4 Sotto i cieli di Rino · ben
Caporedattore
Dai meandri dell’Einstein
5 Estate. . . siamo arrivando · maurizio profeta
Copertina
Uno sguardo sul mondo
5 La rivoluzione araba · ceccho b.s.
6 Sarà ancora un. . . Sol levante? · erni
Codifica LATEX
Marco (Marz) Di Marcantonio
Gaia Babbicola
Igor ["aIgO:*]
Vignettista
Oltre noi stessi
Lorenza (Lolò) Del Cane
7 Perversione o onnipotenza? · fiore
7 Carne umana che passione! · carolí
9 La meta bellezza · elliot & marjane
Giochi
Francesca Di Marco, Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli
Fotografi
Intervista quadrupla
Marco (Marz) Di Marcantonio, Gloria Plebani
9 Rappresentanti d’Istituto · clari & mrm
Fortissimamente sport
12 Il Giro d’Italia a Teramo
Redattori
Alessandra (Marjane) Pierantoni, Alice Francioni, Andrea
(Ben) Bonomo, Angela (Dandi) Di Michele, Antonella (Elliot)
Troiani, Antonio (Mr Everything) Sposetti, Carol (Carolí) Delli Compagni, Clarissa (Clari) Fonti, Danila (Fiore) Migliozzi, Diana (Daph) Petrescu, Edoardo (Nevermore) Pompeo,
Edoardo (Fiamma) Topitti, Ernesto (Erni) Consorti, Fabiana
(Amaranth) Di Mattia, Federica (Fede) Goderecci, Flavia
(Bas^^) Cantoro, Francesca (Fan :) )Angelozzi, Gaia (Gaia
=p) Di Timoteo, Giovanni Rossi, Gloria Plebani, Lorenza
(Lolò) Del Cane, Luca Termini, Marco Petrella, Maria Clara
(Nous) Baldassarre, Marta (Miss Nothing) Cozzi, Massimo
(Ceccho B.S.) Cecchini, Mattia (Dtt. Johann Faustus) Brizzi,
Miriam (Mrm) Pistocchi, Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli, Sabrina (Sabba) Vallarola, Sara Paolucci, Sara Santarelli,
Simone (Hank Moody) Stranieri, Stefania (Kyra) Standoli,
Stefano Ciaffoni, Valentina Sichetti
Forza Albert
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15
15
Il segreto Di Nikola Tesla · marz
Complottisti per caso · nevermore e marz
A proposito di Scientology · fiamma
A proposito di Oroscopi · bas^^
I colori della letteratura
16 Poesia · danyck
16 Pioggia d’estate · daph
17 Difendiamo le utopie! · gaia =p
Appendice ai giochi
Enigmistica
19 Parole crociate e altri giochi
Collaboratori
Francesca (Frikky) Consorti, Gianluca Di Marcantonio
I nostri sponsor
20 Un sentito ringraziamento
Colophon
Interamente realizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert
Einstein”, Via Luigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX
con la famiglia di font Palatino di Hermann Zapf. Questa rivista
è disponibile on-line nel sito web del liceo.
Sito web del liceo
lse.te.it
CC
2010 − 2011 Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramo
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode
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150o dell’Unità d’Italia
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
Editoriali
la storia infinita
di MARZ
bene. . . se state leggendo queste righe vuol dire che finalmente il
giornale scolastico è stato stampato.
L’incredibile, tortuoso e infinito
percorso affrontato quest’anno per arrivare alla pubblicazione non ha Termini di paragone; proprio per questo
la nostra brillante copertinista, Gaia,
ha avuto l’originale idea di rappresentare al meglio tutto il nostro “infinito”
cammino citando il famoso film.
L’ostacolo piú grande è stato indubbiamente la mancanza di fondi
scolastici che ci ha obbligati a chiedere a vari sponsor esterni di farsi
pubblicità su la voce, risultato ottenuto con non poche difficoltà. A
questo proposito non posso evitare
di ringraziare, oltre a loro, tutte le
persone che hanno reso possibile la
stampa, dal Prof. Nando Cozzi alla
Prof.ssa Beniamina Paesani, dalla Preside, Prof.ssa Marilena Cannella alla
segretaria, Sig.ra Giovanna Troiani.
mio ultimo anno qui, volevo fare un
grande in bocca al lupo a tutti voi,
augurandovi di poter trascorrere momenti davvero felici tra queste quattro mura. Ricordate che non esistono
solo interrogazioni e compiti in classe, la vita è ben altro e va vissuta al
meglio! Divertitevi e fatelo con tutta
la gioia possibile. Vi saluto ragazzi e
in bocca al lupo per tutto!
P.S. Un grande abbraccio anche al
5°C, seppur dovremo dividerci resteremo sempre uniti! Ciao ragazzi. . . vi
Ad ogni modo, essendo questo il voglio bene. :)
150o dell’Unità d’Italia
Intervista a Giuseppe Devincenzi
di Fede
“Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.”
Mameli
’Unità d’Italia è finalmente stata
raggiunta. È il 25 marzo 1861. Note figure abruzzesi hanno celebrato
tale avvenimento con parole e musica.
Dopo l’Unità la penisola è stata rinnovata anche a livello economico; parlamentare e rappresentante di questo
sviluppo è il notareschino Giuseppe
Devincenzi (1841-1903).
L
Studente: Sig. Devicenzi, dal punto
di vista politico lei è sicuramente stato il nostro concittadino
piú autorevole, l’unico ad aver
rivestito la carica di ministro
nella provincia di Teramo nel
corso di questi 150 anni. Vuole farci un breve excursus della
sua vita e raccontarci come è arrivato ad avere una cosí grande
importanza?
zogiorno ma quando fui eletto
deputato del gruppo dei moderati votai l’ordine del giorno
Ricasoli sullo scioglimento dell’esercito garibaldino. Mi interessai sempre attivamente per
i problemi dello sviluppo agrario italiano ma senza stancarmi
mai di difendere i patti colonici e le esenzionu fiscali di cui
godeva la proprietà latifondista.
Il mio primo intervento da parlamentare fu il completamento
della linea ferroviaria FirenzeArezzo-Perugia. Sotto la mia
proposta e guida fu realizzato
il Regio Museo Industriale di
Torino. Fu un grande successo.
Devincenzi: Nacqui a Notaresco da
una famiglia della buona borghesia agraria e portai avanti
studi di economia e agricoltura.
Il mio profondo interesse per la
Pubblica Amministrazione mi
portò a rappresentare la Provincia al Parlamento Napoletano
ma quando questo si sciolse divenni un ricercato della polizia
borbonica, cosí decisi di esiliare. Mi trasferii a Ginevra, Parigi, Londra e conobbi moltissimi scienziati. Tornato in Italia
mi dedicai ancora una volta alla
politica per poi trascorrere gli Studente: L’Unità le permise di reaultimi anni nel mio paese natio
lizzare importanti progetti per
dedito all’azienda di famiglia.
la nostra penisola. Vuole ricordarci qualche altro importante
Studente: Ci parli di piú della
avvenimento?
sua carriera politica, qual era
la sua posizione e cosa riuscí a modificare in veste di Devincenzi: Appoggiato dai settori
parlamentari del centro destra e
parlamentare?
da importanti gruppi economiDevincenzi: Quando nel 1861 lasciai
ci, primi fra tutti gli agrari tol’Inghilterra raggiunsi a Torino
scani, fui per due volte Ministro
gli altri esuli partenopei. Asdei Lavori Pubblici. Organizzai
sieme ai gruppi liberali del meil trasferimento della capitale
ridione accolsi con entusiasmo
dello Stato sabaudo da Firenze
l’impresa di Garibaldi nel Meza Roma e promossi la bonifica
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Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
la voce
di zone paludose nel napoletacia della Camera riguardo alla
la società, è soddisfatto del suo
no, riformando la struttura del
costruzione della linea diretta
lavoro?
ministero separando la gestione
Roma-Gaeta-Napoli.
Devincenzi: Certamente! All’alba di
delle acque da quella dei ponquesti 150 anni spero che altre
ti e impegnandomi nel tentatiStudente: Si può quindi reputare un
personalità
possano preservare
vo di imporre ai comuni la mapersonaggio chiave per la forquesto
clima
di sviluppo tecnutenzione stradale. Mi ritirai
mazione dell’Italia Unita. Un
nologico
e
pace
sociale. Viva
a vita privata quando nel 1873,
altro abruzzese è riuscito a dal’Unità.
in seguito ad un voto di sfidure uno stampo fondamentale al-
Sotto i cieli di Rino
di Ben
l 29 Ottobre del 1950 nasce a Crotone uno dei piú grandi cantautori
della storia della musica italiana: il
suo nome è Rino Gaetano, pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano
e le sue canzoni sono caratterizzate
da ironia e da attacchi verso la società, le mode, gli scandali, i poteri
economici e politici, la TV e i falsi
moralismi. Nel 1974 il suo primo album Ingresso libero non ebbe grande
successo ma già mostrò il suo stile
innovativo che avrebbe caratterizzato
tutta la sua carriera, il successo arrivò l’anno dopo con il 45 giri “Ma
il cielo è sempre piú blu” e l’evento
che definitivamente lanciò la sua carriera fu il festival di Sanremo dove
con la canzone “Gianna” arrivò terzo. Dietro a questa canzone c’è un
importante retroscena, Rino, che all’inizio non voleva neanche presentarsi
a Sanremo, poiché non si riconosceva
nello spirito della manifestazione, voleva andare al festival con la canzone
“Nuntereggae piú”, ma fu costretto
dai suoi discografici a presentarsi con
“Gianna” e non con l’altra canzone,
poiché ritenuta “troppo scandalosa”,
infatti nel testo elencava nomi, cognomi e scandali dell’Italia della fine degli anni ’70. Alla fine, come rivelò al
suo amico Bruno Franceschelli, Rino,
decise di presentarsi al festival a “modo suo”. Cantò Gianna in camicia a
righe rosse, frac, cilindro e scarpe da
ginnastica.
I
Già questa prima parte potrebbe
far capire che personaggio era Rino:
geniale, fuori dagli schemi, unico, per
molti scomodo a causa dei testi delle
sue canzoni, ribelle contro “il sistema”
e sempre attento alla situazione che si
viveva in Italia alla fine degli anni ’70.
Importante fu anche un discorso in
un concerto nel 1979 quando, prima
di cantare “Nuntereggae piú”, disse:
“C’è qualcuno che vuole mettermi il
bavaglio. Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che in futuro le mie
canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. E che grazie alla
comunicazione di massa, capiranno
cosa voglio dire questa sera! Apriranno gli occhi e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta”.
Questo fece capire ai fan che Rimo
stava cominciando ad essere un personaggio scomodo anche perché sulla
spiaggia di Capocotta, ci fu l’omicidio di Wilma Montesi che coinvolse
il musicista Piero Piccioni, figlio del
vicepresidente del consiglio della DC,
e altri noti esponenti della nobiltà, politici e personaggi famosi. Al centro
dell’attenzione, comunque c’è sempre
la canzone “Nuntereggae piú” e forse
non tutti sanno che che la canzone che
nomina molti personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport, della
televisione fu censurata. Inizialmente
infatti l’elenco conteneva, tra gli altri,
i nomi del finanziere Nino Rovelli, del
banchiere Ferdinando Ventriglia, di
Camillo Crociani (scandalo Lockheed
e loggia P2), di Amintore Fanfani, di
Guido Carli, e persino di Aldo Moro
e Michele Sindona. Questi nomi furono cancellati e a Rino fu imposto di
non presentarsi con questa canzone a
Sanremo.
Altro tema scomodo affrontato da
Rino è quello della Rosa Rossa, loggia massonica, di cui parla implicitamente in “Rosita”, “Cogli la mia Rosa
d’amore”, e “Al compleanno della zia
Rosina”, nella prima infatti ci dice che
la Rosa Rossa, quanto te la presenta4
no, sembra bellissima. . . onori, gloria,
soldi, potere. . . poi però un giorno
scopri la verità e la tua vita cambia
completamente perché sei in trappola, nella seconda dice “cogli la mia
rosa d’amore, regala il suo profumo
alla gente; cogli la mia rosa di niente”.
Nella terza ci spiega che nel linguaggio criptato della Rosa Rossa, Santa
Rita è in realtà la Rosa Rossa, e sostiene che un giorno capiranno che
sta svelando questi messaggi, e quindi lo uccideranno e bestemmieranno
perché in realtà una caratteristica della massoneria della Rosa Rossa è di
stravolgere i simboli e i riti Cristiani per interpretarli al contrario (“Rita s’è sposata / al compleanno della
zia Rosina / . . . / vedo già la mia salma portata a spalle / da gente che
bestemmia che ce l’ha con me”).
Rino si rese conto di essere diventato scomodo per molti e infatti scrisse “La ballata di Renzo”, dove immaginava che un tale Renzo morisse e
venisse rifiutato da tre ospedali che
stranamente sono tre dei cinque che
hanno rifiutato Rino, i giornali hanno definito la canzone una profezia
fatta dal cantautore altri, tra i quali
anche io, sostengono, che la canzone
sia stata presa d’esempio dalla p2 o
dai “potenti” per mettere in atto la
morte di Rino, avvenuta il 2 Giugno
1981 sulla Nomentana a Roma. Rino
fu rifiutato da cinque ospedali e fu
sepolto al cimitero del Verano come
Renzo ne “La ballata di Renzo” (“la
strada era buia si andò al S.Camillo /
e lí non l’accettarono forse per l’orario / si pregò tutti i Santi ma s’andò
al S.Giovanni / e li non lo vollero per
lo sciopero. / Quando Renzo morí io
ero al bar / era ormai l’alba e andarono al Policlinico / ma lo si mandò via
Uno sguardo sul mondo
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perchè mancava il vicecapo / c’era
in alto il sole, si disse che Renzo era
morto / ma neanche al Verano c’era
posto. Quando Renzo morí io ero al
bar, / al bar con gli amici bevevo un
caffè.”). Il suo essere un ribelle contro il sistema costò a Rino la vita, ma
forse è stato proprio quel suo modo
di essere che ancora oggi lo rendono un idolo e un personaggio unico
nel suo genere: semplicemente Rino
Gaetano.
Dai meandri dell’Einstein
Estate. . . siamo arrivando
Qualche consiglio per questa estate
di Maurizio Profeta
iao a tutti ragazzi. Mancano pochi giorni alla fine della scuola,
eppure già si pensa a come sarà la
nostra estate, a cosa faremo, ma soprattutto alla meta delle vacanze. Beh,
quale è posto migliore per riposarsi
se non un’isola, l’isola di Capri, ad
esempio. È facilmente raggiungibile
in traghetto da Roma o da Napoli, in
meno di due ore, e poi vale proprio
la pena vederla, con le sue meraviglie
naturali, con il suo mare dall’acqua
cristallina, e con le sue gustosissime
granite al limone. È un isola abbastanza tranquilla, dove il relax è messo al
primo posto. Questo tipo di vacanza
però è piú adatta trascorrerla con i
C
propri genitori che con i compagni.
Ma per chi gradisce una vacanza all’insegna del divertimento, non può
mancare che una semplice vacanza al
mare con gli amici: la spiaggia è un
luogo molto ampio dove è possibile
fare diverse attività, come lo sport, i
giochi d’acqua, perché no prendere
la tintarella, e tante altre cose. La sera invece la spiaggia cambia volto: si
trasforma in discoteca e in ristorante
all’aperto, dove fino a tarda notte ci
si può divertire ancora. Per coloro
invece che vogliono fare una vacanza culturale, ci sono moltissimi posti
che sono possibili da visitare, come la
Grecia e le sue isole, ricche di storia,
o come l’Inghilterra e la Francia dove si vuole perfezionare la lingua. In
alternativa i paesi del Medio Oriente
e gli USA, dove non solo si possono
visitare monumenti e quant’altro che
riguardano la storia del paese, ma si
può anche vivere una nuova esperienza confrontando il nostro stile di vita
a quello loro. Non tutti però sono
d’accordo a spostarsi di casa per una
vacanza, sia per l’impossibilità sia per
la voglia che manca; pertanto basta
una sdraio all’ombra di un albero nel
giardino e godersi l’assoluto riposo,
oppure prendere il telefono e organizzare un party a casa con tutti gli
amici che vogliamo. Insomma in questi tre mesi concedetevi il riposo piú
assoluto, fate tutto quello che volete:
non preoccupatevi, tanto non ci sarà
nessun professore ad importunarci!
Uno sguardo sul mondo
La rivoluzione araba:
Facebook contro Gheddafi (e Al Quaeda)
di Ceccho B.S.
utti conosciamo da mesi la verità: gli arabi hanno scoperto la formula magica della Democrazia. Come il signore che non deve far sapere
al contadino quant’è buono il formaggio con le pere, anche noi, per garantirci regimi a noi fedeli, abbiamo
per anni nascosto la formula, in ogni
modo, e con ogni mezzo. Invece è bastato che un povero fruttivendolo tunisino si desse fuoco (il 17 Dicembre
2010) e morisse (il 4 Gennaio 2011) affinché, assieme al suo corpo, bruciassero di indignazione e di speranza tutti i giovani e meno giovani cuori del
mondo islamico. Il suo gesto non era
mitomane, ma un atto a dir poco coraggioso: Mohammed, questo il suo
T
nome, si è ucciso perché provava vergogna per il regime vigente nel suo
paese e per la corruzione degli agenti
che lo avevano derubato e picchiato il
giorno prcedente, con la connivenza
delle autorità locali. Questo, unito al
precedente aumento stratosferico del
prezzo del pane, ha scatenato un passaparola via Facebook che ha portato, dopo mesi di proteste e guerriglie
urbane, alla dissoluzione del regime
di Ben Alí, osteggiato da Mohammed.
L’esempio della Tunisia, ora libera per
un po’, si spera, dalla minaccia della dittatura, ha fatto scuola: L’Egitto
di Mubarak ha capitolato poche settimane dopo, sotto i colpi di quella
parte del popolo egiziano che aveva
come base operativa Piazza Tahrir, fa-
5
mosa ormai come Piazza Tienamen;
la determinazione degli oppositori di
Mubarak ha scongiurato un fallimento, e ora anche l’Egitto può eleggere
da solo i propri rappresentanti. Poi
è arrivato il turno della Libia: la Cirenaica, da sempre ostile a Gheddafi,
si è sollevata, anche qui a causa del
prezzo del pane e del prezzo che i
libici pagavano e pagano per la libertà. Ma la determinazione di Gheddafi
e il tardato soccorso al popolo libico
da parte dei potenti vicini europei ha
tardato la fine, nel bene o nel male,
della guerra in Libia. Lí si combatte
tuttora per la libertà attorno a città
come Misurata, città martire della Resistenza libica e che molti definiscono “La Nuova Stalingrado”, sperando
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la voce
che, come l’attuale Volgograd annientò le speranze di vittoria di Hitler e
la sua preziosa 6a Armata nel 1943,
cosí il martirio di Misurata serva a
seppellire il regime di Gheddafi per
sempre. Ma la rivolta non si ferma
in Nordafrica e varca i confini continentali: rivolte a causa del prezzo del
pane e contro i propri dittatori scoppiano in Siria, in Bahrain e in tutto
il Medio Oriente. Persino la Striscia
di Gaza governata dai noti radicali
islamici di Hamas teme le rivolte per
questi motivi. Le reazioni dei governi
arabi, coinvolti o meno dagli eventi,
è duplice: cosí come nel ’700 in Europa ci furono sovrani assoluti, restii
al cambiamento portato dall’Illuminismo e sovrani “Illuminati” che, vuoi
per il pragmatismo politico vuoi per
vera convinzione, aprirono i salotti
aristocratici ai “philosophes” francesi,
cosí i governanti di Algeria, Marocco
e Giordania stanno lentamente facen-
do sempre piú concessioni ai loro popoli affinché lo stile di vita migliori
e cessino temporaneamente le rivolte.
E l’Occidente? Come al solito, il nostro atteggiamento si è dimostrato a
dir poco diplomatico,ambiguo e poco
deciso. C’è voluto il convinto interventismo francese (quando si parla
di rivoluzioni, lei, la Francia, c’entra
sempre) affinché la NATO attaccasse e disperdesse in parte le forze di
Gheddafi, laddove la Primavera Dei
Popoli made in Islam ha subito la battuta d’arresto piú forte. Dopotutto, i
grandi sconfitti di questa situazione
sono tre: l’estremismo islamico, perché in fondo, nonostante le ipocrite
cautele dell’Occidente, queste rivoluzioni hanno segnato la prima, vera
sconfitta del fanatismo e la vittoria
dei giovani speranzosi con le parole d’ordine “Pane, Libertà, Lavoro”,
vittoria che ha ucciso prima il sogno
di Bin Laden, poi Bin Laden stesso;
gli autocrati arabi al soldo degli USA
e dell’UE, che credevano di morire
da leader e non da prigionieri; infine
l’Occidente stesso, che credeva razzisticamente e ipocritamente di essere
l’unico a possedere il seme della Libertà e della Democrazia e che l’unico
modo di poterlo esportare fosse col
denaro e con i cannoni. Fortunatamente per gli arabi non è stato cosí,
dando a noi prova della loro maturità
e, diciamolo, dandoci un vero schiaffo
morale. Io consiglierei di guardare, e
con attenzione, invidia, ammirazione,
ai nostri vicini: loro difatti lottano per
La Causa, quella per la Libertà, con
un coraggio e una temerarietà che noi
ci sognamo. Causa che noi, a parole,
sosteniamo, ma che in realtà abbiamo smesso di difendere con unghie e
denti da tempo, preferendo annegare
nell’Inutile e nel Superfluo.
un momento favorevole ora si trovano a dover affrontare gravi problemi:
aziende come Nissan e Toyota si sono
viste costrette a chiudere tutti gli stabilimenti a tempo indeterminato, in
particolare la prima ha visto perdere
un enorme carico di auto già pronte per essere spedite, causando cosí
ingenti perdite per uno dei colossi
delle auto, mentre la seconda ha dovuto sospendere la produzione delle
piccole utilitarie, che erano il prodotto piú richiesto sul mercato. Se da
una parte le auto non se la passano
bene, dall’altra anche i colossi tecnologici sono in una situazione tutt’altro
che rosea: infatti sia Sony sia Hitachi
sia altre aziende, come per le altre,
hanno dovuto chiudere le fabbriche,
inoltre hanno da subito bloccato anche le componenti online, causando
cosí ripercussioni su tutto il mondo;
infatti pare essere questo il dato piú
allarmante, poiché il Giappone è sempre stato il leader della tecnologia, sopratutto per quanto riguarda la produzione di microchip, e ora che sono state sospese le produzioni, anche
le grandi fabbriche, che acquistavano tali componenti, si trovano adesso
in difficoltà; inoltre c’è da dire che
anche le piccole imprese affiliate a
quelle giapponesi, si ritrovano pressoché ferme in attesa di istruzioni, e
i pratica rovinate, ne è un esempio
un’ industria di Milano, che produceva finestrini per la Toyota. Un altro
dato scottante è sicuramente quello
dei costi della ricostruzione: infatti,
secondo una prima stima dovrebbero
essere 198 miliardi i soldi necessari
per l’operazione di ricostruzione, cifra che corrisponde circa all’1% della
ricchezza mondiale.
Dunque, il Giappone si ritrova da
essere di corsa per superare gli USA a
rimanere in ginocchio per colpa di un
qualcosa impossibile da prevenire, e
ora dovranno essere bravi gli abitanti
a non mollare, ma a riprendere i vari
lavori con quella operosità instancabile che, a pari con i cugini cinesi, ha
sempre stupito gli occidentali. Certo
è che qui in Italia per riparare un’autostrada, dopo il terremoto dell’Aquila ci son voluti mesi, in Giappone solo una settimana, sono dunque questi
i dati che fanno ben sperare perché
il sole sorga di nuovo su questo Sol
levante.
Sarà ancora un. . . Sol levante?
di Erni
utti sicuramente hanno sentito e
visto le vicende che ultimamente
sono accadute in Giappone: infatti
l’11 marzo 2011 uno dei piú violenti terremoti della storia ha colpito la
popolazione e in seguito anche il temutissimo tsunami, portando ovunque morte e distruzione, attivando
addirittura un allarme nucleare per
gli ingenti danni causati alla centrale
nucleare di Fukushima. Cosí ora il
popolo giapponese si trova costretto
a riparare i danni che questo evento
ha portato: danni a piccola scadenza
(come per esempio strade da riparare) a danni a lunga scadenza. E sono
proprio questi i piú gravi, sopratutto
quelli economici. Il Giappone è da
sempre una delle piú grandi potenze economiche mondiali, e, prima del
terremoto, si stava preparando per
superare gli Stati Uniti nella “graduatoria” delle potenze economiche. Ora
invece si trova ad affrontare un crisi
che sarà molto dura da sanare: infatti
le grandi aziende del Sol levante, in
particolare quelle dell’industria tecnologica, che prima si trovavano in
T
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Oltre noi stessi
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
Oltre noi stessi
Perversione o onnipotenza?
di Fiore
ominique Strauss-Kahn, accusato di stupro ai danni di una giovane cameriera di colore, è solo uno
dei potenti del mondo stritolato dalla
bramosia e dal delirio di onnipotenza. Colpevole o innocente che sia,
il caso di Strauss-Kahn è emblematico per quanto riguarda il binomio
sesso-potere.
D
A Cadere nella trappola del sesso, oltre a lui, sono state personalità
come: Katsav, ottavo presidente di
Israele, John Edwards, candidato alle primarie USA, Spitzer, governatore
dello stato di New York, Bill Clinton,
ex presidente degli Stati Uniti D’America e, per finire, non poteva mancare, il nostro presidente del consiglio
Silvio Berlusconi.
Ebbene sono molti a commettere
lo stesso errore, a interpretare il ruolo
del Doctor Jekyll che si trasforma in
Mr. Hyde.
Ma cosa li spinge a comportarsi
cosí? A sentirsi autorizzati a fare tutto ciò che vogliono? A non vivere
piú secondo le normali leggi della
convivenza civile ma solo secondo le
proprie regole?
Beh, forse bisognerebbe intraprendere uno studio specifico, che si occupi esclusivamente la casta dei potenti; si potrebbero ottenere risultati
strabilianti!
La gravità di quello che accade è
indiscutibile. Disgustoso e riprovevole è il fatto che i cosiddetti potenti
credano di poter trattare le persone
(non solo le donne) come pedine, assolutamente certi della loro influenza
e della posizione che ricoprono.
alcuni mammiferi, i criceti ad esempio. Addirittura, alcuni insetti hanno
sviluppato un sistema di autodifesa
dal cannibalismo della femmina, come nel caso della mantide religiosa,
consistente nel portarle una piccola
preda da divorare durante l’accoppiamento, in modo da avere il tempo di
fuggire.
Nella nostra società è impossibile
praticare l’antropofagia, infatti risulta difficile immaginare di mangiare
i propri familiari anche perché il sistema alimentare mondiale produce
tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Dal
punto di vista medico l’usanza cannibalistica di mangiare i cervelli dei
defunti è legata a una malattia definita “Kuru”, riscontrata negli aborigeni della Nuova Guinea ed è una
variante, insieme alla malattia della
cosiddetta “mucca pazza”, del morbo di Creutzfeldt-Jacob, causata da
un’alterazione di una proteina di una
membrana. Nel 1955 il medico Vin-
cent Zigas prese in esame la tribú dei
Fore della Papuasia, vittime del Kuru,
parola che nella lingua locale significa “brivido”. Questa malattia porta
inevitabilmente alla morte del malato,
è caratterizzata da perdita di equilibrio, movimenti oculari innaturali e
tremori vari; si manifesta in prevalenza nelle donne e nei bambini, a cui
viene dato da mangiare il cervello dei
defunti mentre gli uomini adulti, in
quanto cacciatori, mangiano il cuore
e i muscoli, essendo cosí risparmiati
dalla malattia.
L’essere uomini di successo, ricchi
e famosi, li autorizza a comportarsi
come se gli altri non abbiano valore alcuno; la perversione li porta a
percepire come opzionale la presenza
altrui, accecati, come sono, dalle loro
pulsioni.
Perversione o onnipotenza? La risposta è una: ENTRAMBE, l’una è
conseguenza dell’altra.
Assistiamo al “rise and fall” di
uomini apparentemente perfetti ma
di fatto irrispettosi della dignità degli altri e in fondo forse anche
profondamente irrispettosi di loro
stessi.
Carne umana che passione!
di Carolí
’antropofagia designa l’atto di
mangiare carne umana mentre il
cannibalismo è un atto rituale all’interno di culture primitive. È una pratica che va oltre la nostra morale, la
nostra religione e ancora oggi è uno
dei piú grandi tabú del pensiero umano occidentale. L’antropologo William Arens ha negato l’esistenza del
cannibalismo, definendolo mito, del
quale mancano prove materiali concrete oppure le presunte prove sono
frutto di cattiva e frettolosa interpretazione. Essendo un’accusa infamante,
venne usato come mezzo di propaganda per screditare nemici ed avversari, ad esempio furono accusati di
cannibalismo gli ebrei. Tuttavia nel
mondo animale il cannibalismo non
è raro e le ragioni risiedono nella sovrappopolazione, nella scarsità di risorse o dalla necessità di eliminare i
propri cuccioli nati imperfetti, come
L
7
Comunque, se in un futuro apocalittico il mondo sarà devastato e saremo costretti al cannibalismo, potremo
seguire o la “modesta proposta” di
Jonathan Swift, “di mangiare i bambini” o le “ricette” degli Aztechi: gli
arti vengono cucinati e mangiati nel
corso di un banchetto e la ricetta preferita è lo stufato insaporito con pepe,
pomodori e gigli triturati.
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
lolò
la voce
La “famigerata” terza prova.
8
Intervista doppia
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
La meta bellezza
Una taglia sull’anoressia
di Elliot & Marjane
a Venere, sino a Marilyn Monroe
l’ideale di bellezza è stato incarnato da donne con forme sinuose; bastava, infatti, una taglia 42 a fare invidia a molte e far sognare gli uomini.
Ciò avvenne fino al giorno in cui gli
abiti si sono ristretti e hanno iniziato
a prender piede ragazze sempre piú
magre, frutto di un’imitazione malata. Da condannare è una società
che, pur di far danaro, lancia pubblicità o sfilate con corpi scheletrici,
donne che sembrano fluttuare nell’aria. Inoltre, in un momento difficile
come l’adolescenza, l’aderenza a un
modello sociale è considerata una via
per il raggiungimento di un benessere con se stessi. Spesso, però, senza
accorgersene si giunge a cadere nella
trappola dell’anoressia, che può scaturire anche da fattori di natura biologica, genetica o psicologica. Tutti
coloro affetti da questa “mancanza di
appetito”, tendono a nascondersi da
occhi indiscreti a causa del loro aspet-
D
to quasi ripugnante; ma, Isabelle Caro è uscita allo scoperto rendendosi
portavoce della sua battaglia contro
l’anoressia. Iniziò a dimagrire a soli 12 anni per compiacere il giudizio
altrui; poi la mancanza di amici, le
costrizioni di una madre severa e la
mancanza perenne di un padre la portarono a pesare, a soli 25 anni, 25 kg.
Il suo corpo era mutato, il viso scavato, sulle mani il “segno di Russel”,
dovuto allo sfregamento sui denti e
sul palato per provocarsi vomito, era
inconfondibile. Di lí a poco cadde
in coma, e solo dopo aver sfiorato la
morte, ha deciso di riprendere il controllo sulla sua vita. Cosí, nel 2007,
in collaborazione con il fotografo Oliviero Toscani, realizza una campagna
pubblicitaria contro l’anoressia. “Sul
cartellone c’è la foto di una donna. O
almeno, di una creatura di sesso femminile, a giudicare dalle due piccole
sacche di pelle rugosa che pendono
al posto dei seni” scrive la Caro nel
suo libro. Sebbene si vergognasse della sua immagine, si sentiva utile ad
altre ragazze nella sua stessa situazione. Negli anni successivi riacquistò
peso, perché per i malati di anoressia,
alla fine del bivio, ci sono solo due
vie: o si recupera peso o si muore. E
lei aveva scelto di vivere scrivendo,
pagina dopo pagina, la storia della
sua vita, ignara che la morte la stava
aspettando a braccia aperte. Isabelle,
però, era consapevole che per uscire da questo tunnel bisognava avere
autostima di sé, non ascoltare piú il
giudizio altrui, non nutrire l’esigenza
di corrispondere a un canone estetico imposto dalla società che porta a
un’ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della forma fisica, non
stabilire un controllo sul peso e sulla bilancia e non vergognarsi di chiedere aiuto, perché farlo, è il primo
passo per guarire. La sua vittoria era
proprio questa sua consapevolezza; e,
ora, ciò che resta della “ragazza che
non voleva crescere” sono parole e
immagini di una sofferenza silenziosa; la stessa che affligge, ogni giorno,
chi lotta contro l’anoressia.
Intervista quadrupla
Rappresentanti d’Istituto
di Clari & Mrm
1: Nome:
N: Nicola.
G: Giammarco, con due “m”!
E: Edoardo.
S: Sabrina.
2: Soprannome?
N: Buh, non ho soprannomi. . . Nick?
G: Giambo!
E: Doc Dodo. . .
S: Sabba! [Suggeriscono Sabrinda]
Ok Ok, Sabrinda!
3: Classe?
N: 5°L
S: Parlo troppo!
G: 5°I
6: Schieramento politico:
E: 5°H
N: Centro destra.
S: 5°B
G: Non ho uno schieramento politico.
4: Un pregio?
N: Gli occhi azzurri!
E: Idem!
S: Scheda nulla!
G: L’altezza è un pregio?
7: Professore preferito?
E: Testardo.
N: Bonatti.
S: La fantasia?
G: La Di Loreto. . .
5: Un difetto invece?
N: Silvista!
E: Ho conosciuto piú di un professore simpatico fortunatamente!
G: Svogliato. . .
S: Cozzi!
E: Testardo.
8: Materia preferita?
9
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
la voce
N: Storia.
N: Il wi-fi!
E: Ricordarmi di non ascoltare “Not- S: “L’attimo fuggente” e “The Nightte prima degli esami” che
mare before Christmas”.
dicono porti male!
20: Una citazione:
S: Guardarmi il film?
N: “Siate affamati, siate folli!” di
14: Cosa ti mancherà di piú di
Steve Jobs.
questa scuola?
G: [6 ore dopo] “Stupido è chi
N: I bidelli piú Antonella!
lo stupido fa!” da “Forrest
Gump”.
G: L’ambiente.
G: Gli specchi nei bagni!
E: La spensieratezza.
E: Non sono riuscito a insegnare
a tutti che l’assemblea è un
momento di collettività.
S: I corridoi!
G: Matematica. . .
E: Italiano.
S: Italiano.
9: Cose che hai promesso e non hai
fatto in questa scuola:
S: Beh, lo spettacolo di raccolta
fondi. . . ma ci avevo creduto!
10: Per quale motivo pensi di essere
stato votato?
N: Perché avevo le maglie!
G: Per il motto! Ah, e ringrazio la
lista!
15: Cosa al contrario, sei felice di
lasciare?
N: Svegliarmi presto la mattina (alle
8.00).
E: “Io so’ io e voi nun siete un c***o!”
di Alberto Sordi ne “Il marchese
del Grillo”.
S: “Gli occhi inchiodati su quelle
righe per non farsi rubare lo
sguardo dal bruciore del mondo” di Baricco in “Castelli di
rabbia”.
G: L’arroganza di alcuni professori.
21: Rispondi istantaneamente: un
animale, un colore e una
E: Il confronto giornaliero con alcuni
nazione!
professori.
S: Il sistema scolastico in sé.
N: Cane, blu, America.
16: Progetti futuri?
G: Cane, verde, Italia.
N: Viaggiare.
E: Nessun animale, rosso, Italia.
G: Il ca***ne a Bologna.
S: Farfalla, viola, Francia.
11: Il ricordo piú bello che hai di
questo liceo:
E: L’università!
22: Cosa non ti piace del tuo corpo?
S: Seguo Giammarco!
N: La panza!
N: Quando finirò gli esami!
17: Cosa sogni di fare da grande?
G: La pancia!
G: Tutti gli ultimi giorni di scuola. . .
N: L’uomo di successo.
E: La carnagione troppo chiara!
E: La vittoria del torneo di calcetto di
quest’anno.
G: I soldi!
S: Le ginocchia!
E: Poeta vate della nazione.
23: Dove e quando la prima volta?
S: La scrittrice.
N: Giulianova,
scorso.
E: Perché ho fatto un bel discorso. . .
S: Perché altrimenti se ne sarebbero
pentiti!
S: Le gite!
12: Mentre il piú brutto?
18: Canzone o autore preferito?
N: La gita del secondo, povera
Patty. . .
N: “Just feel better” di Santana e
Steven Tyler.
G: Il debito a latino in seconda. . .
G: “Obladi oblada” dei Beatles.
E: Tutti i momenti brutti sono diE: Lucio Battisti.
ventati belli con il passare del
tempo!
S: “Don’t stop me now” dei Queen e
tutto De Andrè.
S: La Di Paolo!
19: Film?
13: Progetti per la notte prima degli
esami?
N: La serie de “Il Padrino”.
casa mia,
G: A casa di lei, l’anno scorso.
E: No comment.
S: In futuro, chissà!
24: Hai la possibilità di scegliere il
presidente del consiglio: chi
eleggeresti?
N: Gianfranco Fini.
G: In questo momento, io.
N: Dormire.
G: “Forrest Gump”.
E: Roberto Benigni.
G: Panico totale!
E: “Taxi Driver”.
S: Clarissa Fonti!
10
l’anno
Intervista quadrupla
25: L’oggetto di cui non puoi fare
proprio a meno:
N: Il computer.
G: Il cellulare!
E: Gli occhiali.
S: I libri.
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30: Della commissione d’esame:
G: Tanti, forse troppi!
N: Che Silvio ce la mandi buona!
E: No comment.
G: Male, male. . . male!
S: Purtroppo non mi vengono in
mente. . .
E: Speriamo indulgente.
S: Per fortuna che compensano gli
interni!
26: La parolaccia che dici piú spes- 31: Della Preside Cannella:
so:
N: Simpatica.
N: Porca tromba!
G: È matta! :)
G: C***o.
E: Una vecchia volpe che ha imparato
a fare il suo mestiere.
E: Frase blasfema censurata.
S: Fan***o.
S: Una chiacchierona!
36: Il/la piú elegante:
N: La prof. Potenza.
E: Ilaria Tamburi. G e
S: La prof. Di Francesco!
37: La 2° legge di Ohm (R = pl/A):
N: È la legge delle maglie!
G: Ogni quattro Ohm, na Ohm de
scort!
32: Adesso fatele voi le elezioni: E: Non me la ricordo.
Il/la piú bello/a:
S: . . . io prenderò Lettere.
N: Le mie risposte potrebbero incri38: “Potevano scegliere tra il disominarmi.
N: In Australia.
nore e la guerra, hanno scelG: Sono fidanzato!
G: A Corfú.
to il disonore e avranno la
guerra.” (Winston Chuchill,
E: Vorrei andare in una capitale euro- E: Il 5F.
1938):
pea, ma ripiegherò a Corfú con
S: Il DIIIIIIDO!
Giammarco.
N: Churchill.
33: Il/la piú simpatico/a:
S: L’hanno già detto Corfú?
G: I nazisti all’Italia!
N: Mario e Dario!
28: Cosa ne pensi della religione:
E: Non ne ho la piú pallida idea. . .
G: Matteo Della Noce!
N: Non mi interessa.
S: . . . Mulan?
E: Io?
G: Un metodo per monopolizzare le
39: Lancia un appello agli studenti
persone.
del futuro!
S: Andrea Narcisi!
27: Dove te ne andrai quest’estate
con i soldi della festa di fine
anno?
E: Non credo e non mi preoccupa.
34: Il/la piú strano/a:
S: “Dio è morto!”
N: Matteo Della Noce.
29: Dell’Amore:
G: Il bidello della succursale.
N: Importante.
E: Un tizio che non so come si
chiama.
G: Non ci credo piú di tanto. . .
E: La piú grossa fandonia che abbia
inventato l’uomo.
S: È il motore del mondo!
S: Il calcolatore!
35: Il miglior fondo schiena:
N: Il 5F!
11
N: “Fate delle assemblee serie!” No
anzi, questa è di Edoardo, non
gliela rubo. Votate Rampa!
G: Studiate perché dopo ve ne
pentirete.
E: Contribuite a rendere migliore la
vostra scuola!
S: Impegnatevi piú di noi,
favore!
per
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la voce
Fortissimamente sport
marz
marz
Il Giro d’Italia a Teramo
12
Forza Albert
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
Forza Albert
Il segreto Di Nikola Tesla
di Marz
ome si può parlare di una delle piú grandi menti della storia facendo comprendere la sua
importanza per il genere umano?
C
Non è facile.
Stiamo parlando di Nikola Tesla,
da molti considerato l’uomo che ha inventato il XX secolo, lo scienziato venuto dal futuro per illuminare l’uomo
primitivo con il dono dell’elettricità.
Alcuni pensano che con il suo genio
avrebbe potuto cambiare le sorti dell’intera umanità; tuttavia la sua storia,
sconosciuta ai piú, resta da troppo
tempo relegata nell’oscurità.
Tesla era un uomo colto e parlava
perfettamente 9 lingue; durante la sua
vita elaborò un elevatissimo numero
di invenzioni e scoperte (circa 700),
tra cui: l’energia elettrica a corrente
alternata, quella che usiamo tutt’oggi;
la prima centrale idroelettrica al mondo; la radio; il primo aereo a decollo
verticale; l’illuminazione a fluorescenza; l’auto elettrica; i raggi X e tanto
altro ancora.
Ad ogni modo, uno degli aspetti
piú incredibili e, se vogliamo, sconvolgenti di quest’uomo riguardava la
stessa struttura della sua mente e il
modo in cui egli concepiva le proprie
invenzioni. Ogni proposito, ogni idea
che egli aveva realizzato veniva preceduta da intensi lampi di luce che disturbavano la sua visione degli oggetti reali, creando confusione nei suoi
pensieri e nelle sue azioni. Poi tutto
si faceva chiaro, e nella sua mente poteva creare progetti già completi, definiti e funzionanti. La realizzazione
pratica era solo un particolare.
Ma perché la sua storia è finita nell’anonimato da quasi un secolo? Perché tutto rimane coperto da un velo
opaco che offusca ciò che dovremmo
vedere?
Per comprendere il caso Tesla e il
perché del suo oblio c’è bisogno dunque di fare un quadro generale della
sua vita.
Siamo nella seconda metà dell’800,
in Croazia, dove lo scienziato, ancora
ragazzo, frequentava la facoltà di matematica e fisica all’università di Graz.
Durante questo periodo si interessa
alla corrente alternata, cominciando
ad analizzarla nel particolare. Abbandona però gli studi accademici al terzo anno per lavorare, è un promettente tecnico cosí arriva a Parigi dove viene assunto dalla Continental Edison
Company. Nel 1884 emigra negli Stati
Uniti; qui, con una lettera di presentazione, si reca da Thomas Alva Edison.
La lettera del manager della compagnia europea di Edison recitava cosí:
“Dear Mr. Edison, I know only two
great men in this world, you’re one
of them and the young Nikola Tesla
is the other”.
Edison a quel tempo, grazie al suo
sistema di distribuzione di energia a
corrente continua, era già uno scienziato affermato nonché uno scaltro
imprenditore di se stesso e quando
Tesla si presenta da lui con il proprio
progetto di corrente alternata, visibilmente superiore e piú efficiente, capisce che non può permettersi di appoggiarlo. Se il lavoro di Tesla fosse
stato realizzato, avrebbe corso il rischio di chiudere tutte le sue centrali
a corrente continua. L’americano comunque riconosce le potenzialità del
suo collega, e, pur rifiutando di sostituire i propri generatori, vuole che
Tesla lavori per lui.
Inizia cosí una sorta di collaborazione tra i due: i compiti assegnati
a Tesla sono dapprima semplici ma
rapidamente si occupa anche dei problemi piú complessi all’interno dell’azienda; gli viene quindi proposto
di riprogettare il già esistente generatore di corrente continua in cambio
dell’esorbitante cifra di 50 mila dollari ($1.000.000 attuale circa). Dopo
un anno di lavoro e dopo aver incrementato in maniera evidente i profitti
della società, lo scienziato chiede il
suo compenso ma a quel punto Edison, sbalordito dal lavoro compiuto,
rispose: “Tesla, lei non ha capito il
13
senso dell’umorismo di noi americani! negandogli cosí i 50 mila dollari.
Fu a questo punto che Tesla, in seguito anche a vari contrasti ideologici,
lasciò il suo posto di lavoro.
Trascorre circa un anno, quando
l’imprenditore George Westinghouse,
convinto della validità delle sue idee,
decide di stanziare i fondi per finanziare il suo lavoro. La vera attività
di Tesla cominciò in questo momento,
grazie al sostegno monetario ricevuto
poté mettere in pratica tutti i suoi progetti. Iniziò inoltre la cosiddetta guerra delle correnti, Edison contestò fortemente i sistemi di Tesla dando il via
ad una vera e propria campagna denigratoria nei confronti della corrente
alternata. Questa guerra, conclusasi
comunque vittoriosamente per Tesla,
portò lui e Westinghouse quasi alla
bancarotta e per tale motivo egli decise di sciogliere il contratto che lo legava all’azienda debitrice (1897). Due
anni piú tardi si trasferisce a Colorado Springs per portare avanti le sue
ricerche sulla trasmissione di onde radio senza fili, questa volta finanziato
dal potente industriale J.P. Morgan, il
quale fu attratto dal possibile profitto
ricavabile; qui, all’interno del proprio
laboratorio, Tesla lavorò per circa 7
mesi producendo anche dei fulmini
artificiali e osservando come la terra
fosse un ottimo conduttore di elettricità. Durante il suo lavoro lo scienziato
notò come, curiosamente, a Colorado
Springs e nelle zone limitrofe, si verificassero dei cambiamenti climatici
evidenti causati dai suoi esperimenti sui campi magnetici generati dai
fulmini.
Finita l’avventura in Colorado, Tesla continua i suoi lavori in altre parti
d’America fino a quando l’arrivo di
un giovane fisico ed inventore italiano rovinerà tutti i suoi progetti. Il
suo nome era Guglielmo Marconi. Il
giovane andò a lavorare per qualche
tempo da Tesla come suo ammiratore
ed allievo e, tornato in Europa, nel
dicembre del 1901 riuscí ad effettuare la prima comunicazione senza fili
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la voce
transoceanica grazie all’utilizzo dei
brevetti di Tesla. Questo avvenimento segnò l’inizio della fine dello scienziato. J.P. Morgan gli tagliò i fondi
dicendogli: “Era questo quello che
volevo che tu realizzassi e non quello
che stai cercando di realizzare e che
probabilmente riuscirai a mettere in
pratica chissà quando.”
Già, ma a cosa stava lavorando
Tesla di tanto importante da fargli
trascurare tutti i suoi altri lavori?
Tesla aveva trovato forse un metodo per inviare energia gratuita verso
ogni angolo della terra, energia gratuita e pulita: dai mari, dal vento, dal
sole. Probabilmente anche per questo
il ricco magnate decise di smettere
di finanziarlo; intravedendo il rischio
di dover rinunciare alle sue fonti di
guadagno per via dell’energia illimitata e senza costo di cui parlava Tesla.
Ad ogni modo, con grande probabilità, non verremo mai a conoscenza
del metodo di funzionamento di tale scoperta poiché Tesla non potette
attuarlo (per mancanza di denaro) e
perché il giorno seguente la sua morte (7 Gennaio 1943) tutti gli scritti, gli
appunti e le apparecchiature di sua
proprietà furono confiscati e dichiarati Top Secret dall’FBI e dalla marina
militare.
Curiosamente, anni piú tardi, circa mezzo secolo dopo la sua scomparsa, in America e piú precisamente in
Alaska, nasce il progetto H.A.A.R.P.
Un complesso sistema di antenne atto
a modificare il clima a distanza per
scopi bellici. Un progetto che ha dell’incredibile; un progetto che ricorda,
non a caso, quegli stessi esperimenti
che Tesla effettuò a Colorado Springs
nell’estate del 1899.
Nikola Tesla era forse un uomo
troppo avanti rispetto al suo tempo,
con la mente già proiettata nel futuro.
Un uomo che meriterebbe una riconoscenza maggiore da parte delle persone che ha tanto cercato di aiutare.
Un uomo, anzi no, L’uomo che con le
sue invenzioni ci permette di vivere
nel mondo che conosciamo oggi. Una
mente senza confini, che ha offerto al
mondo la possibilità di cambiare.
di Nevermore e Marz
una nuova era.
uella telecamera vicino alla banca mi stava osservando? Possibile
che droghino l’acqua che bevo? Qualcuno ascolta le mie telefonate? Paranoia. Ma è giustificata? La paura dei
complotti è presente da secoli nella
società e negli schemi mentali dell’uomo ma è difficile poter dire quando
una teoria è fondata e quando invece
si rivela un castello di sabbia. Dalle
congiure di palazzo durante l’impero romano alla rivoluzione francese
abbiamo esempi di come a volte si fa
bene ad aver paura di trame oscure
e segrete ma, se analizziamo la situazione odierna vediamo come il numero di teorie del complotto cresca
ogni giorno di piú. Ma com’è possibile questo nell’era di internet, del
progresso della scienza, della conoscenza a portata di ognuno? Magari è
proprio la possibilità che hanno tutti
di condividere pensieri, commenti e
supposizioni senza alcun limite che
ha permesso il proliferare di ogni tipo
di diceria e ciarlataneria, basti ricordare la paura suscitata a suo tempo
dalla “certezza” che dagli esperimenti
del cern scaturisse un buco nero o ad
oggi dall’imminente arrivo della data
profetizzata dai maya per l’inizio di
In un suo saggio Teorie del complotto Zeffiro Ciuffoletti si chiede il perché, da sempre, l’uomo veda cospirazioni dappertutto. Dopo aver fatto
un’attenta analisi della storia dell’umanità formula la tesi che le teorie
del complotto altro non sono che una
visione semplicistica della realtà, divisa tra un “bene” ed un “male”, che
naturalmente dipendono dai punti di
vista. Fa l’esempio, per sostenere il
suo pensiero, del periodo ante rivoluzione francese: da una parte l’aristocrazia era terrorizzata da un possibile complotto delle classi piú basse
per rovesciarli dal potere, mentre dall’altra la borghesia era convinta che
i nobili ordissero per mantenerli nella situazione di inferiorità in cui essi
versavano. Questo fenomeno è denominato “dissonanza cognitiva”, cioè
il ridurre alcuni eventi spiacevoli o
considerati negativamente all’opera
di poche malvagie persone che si prodigano per annullare il benessere di
tutta la società.
questi argomenti si pensa inizialmente di non avere nulla da perdere; ma
in seguito si viene pervasi da una sorta di delirio d’onnipotenza: ci si sente
parte dei pochi che conoscono la realtà dietro le cose e, a questo punto,
qualsiasi tentativo di controbattere l’idea che si appoggia verrebbe respinto
proprio per paura di perdere la posizione privilegiata che si ritiene di occupare. Un complottista tipo si può
anche descrivere come una persona
disinformata o che comunque ha assorbito informazioni non veritiere, ed
è questo il motivo per cui resta difficile instaurare un dialogo costruttivo
con i piú radicali tra essi. Risulta essere proprio su questo tipo di individui
che molti altri lucrano: tra la vendita di gadget, video, dvd, programmi TV il giro di incassi è piú alto di
quel che si potrebbe credere. Inoltre
molto spesso i creatori di complotti si appoggiano proprio sulla scarsa
preparazione e sulla pigrizia dei loro
bersagli, che difficilmente andranno a
verificare se ciò che si dice loro è plausibile o totalmente campato in aria.
La demolizione delle precedenti certezze della “vittima” viene espressa
dalla sigla fud (fear, uncertainty, doubt)
che sarebbe: suscitare ansia e panico,
“Lasciamo al futuro
dire la verità e valutare
ogni invenzione in base
alla sua reale efficacia; il
presente è in mano loro,
ma il futuro, che è ciò
per cui io davvero lavoro,
appartiene a me!”
Complottisti per caso
Q
Inoltre il pericolo che presenta
l’avvicinarsi a delle teorie di questo tipo è che si rischia di diventarne schiavi. Infatti leggendo articoli, saggi o
semplicemente guardando video pro
14
Forza Albert
creare incertezza, insinuare il dubbio.
Un altro aspetto importante delle
teorie cospiratorie è che assorbono al
proprio interno e, anzi, si rafforzano
attraverso le critiche: queste ultime
infatti vengono interpretate come la
risposta difensiva del sistema attaccato che tenta di sminuire e ridicolizzare quelle persone che minano le basi
della sua stessa esistenza. I cospirato-
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
ri cosí si sentono ancor di piú come
degli scogli nella tempesta, gli unici
al mondo che hanno il coraggio di
opporsi alla corrente generale.
Naturalmente non si deve fare di
tutta l’erba un fascio: non si devono bocciare idee che ad una prima
occhiata potrebbero apparire balzane, ma si deve verificare le veridicità
delle prove a sostegno di queste te-
si, ricordando che il mondo non è né
bianco né nero ma grigio. Dovremmo anche stare attenti a ciò contro cui
ci ha messo in guardia Umberto Eco
nel Pendolo di Foucault: le teorie complottistiche “delle masse” potrebbero
anche essere sabbia buttata sopra i veri complotti per celarli ai nostri occhi
distogliendoli su degli specchietti per
allodole.
no di gran lunga quelle che normalmente usa. Gli esseri umani infatti,
non avrebbero accesso a queste facoltà a causa di atti overt (crimini commessi in passato) o a causa di traumi
mentali e fisici subiti sia nella vita
attuale che nelle vite precedenti. Tutti questi traumi andrebbero ad immagazzinarsi nella “mente reattiva”.
Tale “mente reattiva”, in situazioni
di dolore o stress, immagazzinerebbe l’emozione provata insieme a una
immagine del luogo in cui ci si trova,
creando un ricordo inconscio chiamato engram. Secondo Scientology è possibile raggiungere lo stato di “Clear”,
ovvero lo stato in cui si è liberi da
traumi, attraverso delle sedute che avvengono tra un praticante (auditor) e
un paziente. Lo scopo di questa organizzazione è quindi quello di rendere
Clear gli uomini, risvegliando tutte le
loro capacità intellettive.
entology il thetan rappresenta la fonte di vita). Non sappiamo molto su
tali stadi poiché Scientology rifiuta
di divulgare il contenuto di tali livelli, considerato mortale per chi non è
adeguatamente preparato.
A proposito di Scientology
di Fiamma
uomo è un essere perfetto, un essere spirituale perfetto capace di
contrastare qualsiasi malattia con la
sola forza del pensiero e con la facoltà di viaggiare nello spazio in forma
incorporea. Ogni persona potrebbe
essere capace di fare questo, se solo utilizzasse le sue reali potenzialità.
Questa è la dottrina fondamentale di
Scientology, una organizzazione (per
molti una religione) nata nella prima
metà degli anni cinquanta.
La storia di Scientology inizia
quando, nel 1950, lo scrittore Ron
Hubbard pubblica il libro Dianetica,
nel quale veniva descritto un sistema
per l’analisi, il controllo e lo sviluppo
della mente umana. Solo due anni
dopo Hubbard fondò la “Hubbard
Association of Scientologist” da cui,
nel 1954, nacque Scientology.
Ma di cosa tratta Scientology?
Come abbiamo già detto, gli adepUna volta raggiunto lo stato di
ti di questa organizzazione credono Clear è possibile innalzarsi attraverche l’uomo abbia capacità che supera- so gli 8 stadi Thetan Operante (in Sci-
L’
Secondo fonti interne, Scientology
conta circa gli otto milioni di praticanti ma le fonti esterne riducono le
fila a circa cinquecento mila. Questa
setta conta tra i suoi adepti moltissime celebrità tra esponenti del cinema
e della musica. Fra i piú celebri sono Tom Cruise, John Travolta e Katie
Holmes che hanno persino utilizzato
il rito scientologico per sposarsi. Moltissime altre star, come Christopher
Reeve, dopo un iniziale avvicinamento, hanno lasciato l’organizzazione
criticandola.
Anche se Scientology conta moltissimi seguaci e possiede riti comuni alla maggior parte delle religioni
(battesimo, matrimonio e funerale),
non è considerata una religione nella
maggior parte degli stati.
A proposito di Oroscopi
di Bas^^
li oroscopi, che noi tutti conosciamo, nascono durante l’epoca Mesopotamica con la scoperta delle tavole di “Mulapin” nelle quali si comincia a parlare dello Zodiaco e delle costellazioni. In questo periodo si
studia l’effetto dello spostamento dei
corpi celesti in relazione al momento della nascita delle singole persone
e i filosofi Mesopotamici, affascinati
da questa nuova materia, decisero di
insegnarne i fondamenti per espan-
G
dere tale forma di cultura, sconosciuta a tutte le altre civiltà del mondo.
Anche durante il periodo dell’Impero Romano l’astrologia ebbe un gran
successo tant’è che Cesare scrisse un
libro sull’argomento e Adriano la studiò cercando di formulare qualche
previsione, ovvero l’oroscopo.
Sotto l’influsso degli Arabi, durante il Medioevo, l’astrologia si sviluppò in Italia piú che in tutto il resto del
mondo. C’è da dire però che l’Astrologia e l’Oroscopo non sono la stessa
cosa, poiché quest’ultimo ha origine
15
dal primo che è assai piú complesso.
Tornando all’oroscopo è interessante
sapere che alcuni antichi re, alcuni
imprenditori e anche l’ex presidente
Ronald Reagan hanno organizzato la
loro vita, i loro regni, le loro imprese
e i propri appuntamenti per affari di
Stato in base a ciò che diceva, o che
dice, il proprio oroscopo. Molti lo leggono, ma non tutti credono ad esso.
Coloro che lo appoggiano pensano
che ci sia un vero fondamento scientifico alla base di ciò che dicono gli
astrologi. La maggior parte delle per-
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
la voce
sone che crede agli oroscopi probabilmente lo fa per bisogno di fiducia in
qualcosa o perché magari, ogni tanto,
è successo che l’astrologo abbia indo-
vinato qualcosa, che in realtà è solo astrologi; alla fine il concetto espresfrutto della sua fantasia. Una prova so è sempre lo stesso, con qualche
di questa affermazione si può avere variazione da segno a segno.
confrontando due oroscopi di diversi
I colori della letteratura
Poesia
di Danyck
L’illusione del treno dei risvegli
Cinguettano i cardellini tra le fronde degli alberi,
mentre i primi raggi all’alba
danzano tra le pieghe dei miei risvegli,
sento il tuo respiro.
Mi alzo inerme,
ancora intrappolato nelle fauci d’un sogno enigmatico
mio sovrano nei pensieri notturni,
ma tu non sei lí,
meravigliosa irrealtà di tutti i miei sogni,
attonito, con gli occhi lacerati dal pianto d’un cuor illuso,
inchiodo il ricordo già svanito d’un attimo
che mi nutre l’anima e
riprendo il treno dei pensieri notturno
a me tanto caro.
di Danyck
Pioggia d’estate (3)
di Daph
vevano trascorso insieme un’estate piena di fantastiche emozioni
che avevano dimenticato, tanto, ma
davvero tanto tempo fa. Gioia e serenità sarebbero probabilmente le parole piú adatte per descrivere quei due
mesi che non sembravano un’eternità
come Emma aveva pensato. O forse
sí. Sembrava proprio che il tempo si
fosse fermato nel momento in cui si
erano lasciati, che i loro sentimenti
fossero rimasti gli stessi nonostante
il trascorrere del tempo e la distanza.
Lui l’amava ancora. L’aveva capito
nell’istante in cui l’aveva rivista per
la prima volta. Fino a quell’attimo la
sua esistenza era stata vuota, priva di
calore e di colore. Insieme a lei aveva ricominciato a vivere. Lei. . . beh,
anche lei continuava ad amarlo e provava tanta rabbia verso sé stessa visto
che i suoi tentativi di dimenticarlo e
A
ricominciare si erano rivelati completamente inutili. Ma ciò che superava
ancor di piú questi sentimenti era il
desiderio di vendetta. Non aveva ancora smesso di considerarlo colpevole
di quel maledetto incidente in macchina che aveva tolto la vita a Clara,
l’unica che le era sempre stata accanto incondizionatamente e che le aveva
voluto veramente bene. Non capiva
perché lui era sopravvissuto e lei no;
perché lui era stato piú forte di lei.
Non poteva perdonarlo, non ancora.
Voleva che anche lui sapesse come ci
si sente a perdere qualcuno davvero
importante, non potergli dire un’ultima parola o un semplice “ti voglio
bene”. Forse era egoismo o semplicemente troppo amore. Perciò se ne era
andata senza salutarlo o dirgli quanto le sarebbe mancato. Aveva pensato
che cosí sarebbe stato meglio per lei.
un bel niente: né le lacrime, né i sentimenti, né tantomeno gli errori. Si
siede su una panchina e inizia a pensare. Le piacerebbe tanto sapere dove siano finiti i suoi sogni; quelli in
cui era lei la stella che brillava di piú,
quelli in cui era lei l’unica che contava, quelli in cui era felice veramente.
Non li aveva rinchiusi in un cassetto perché pensava che avessero paura
del buio. Come tutti noi d’altronde.
Pensava che si sarebbero sentiti soffocare, che non ce l’avrebbero fatta.
Perciò li aveva lasciati liberi; liberi di
girovagare per il mondo intero. Ed
è proprio ciò che avevano fatto. Ora
però non riesce piú a ritrovarli. “Si
saranno persi per strada o semplicemente avranno capito che è inutile
tornare da me?” È una domanda che
aveva cominciato a tormentarla da un
bel po’ di tempo. Non aveva saputo
prendersi
cura di loro e adesso le tocAdesso cammina da sola sotto la
ca
aspettare.
Perché? Non lo sa. È
pioggia che di sicuro non porterà via
16
I colori della letteratura
l’unica cosa ragionevole che le viene
in mente invece di reagire. Forse è
stata la sua indecisione a farli allontanare. Ed ora è giusto che sia cosí.
Perciò aspetta. Sí, ha deciso di aspettare finché non si stancherà di farlo.
Forse lo è già, ma non vuole ammetterlo. Non ancora. Non può accettare
Numero 3 · Anno viii · Giugno 2011
il fatto di essere diventata un caso perso. Un altro ancora in questo mondo.
Sí, la verità è che lo siamo un po’ tutti; smettendo di credere in noi stessi,
nei nostri sogni, anche in quelli che
alla fine non sembrano tanto impossibili; persino ritenendo le cose piú
semplici banali, come un sorriso, un
abbraccio; eppure tutti ne abbiamo
bisogno per sopravvivere. Quante esitazioni, quante battaglie perse senza
nemmeno essere combattute. Dobbiamo ritornare con i piedi per terra e
reagire.
Bisogna che qualcosa finisca, bisogna che qualcosa cominci.
Una comunità vegetariana? Basta
andare ad Ascona, sul Monte Verità!
Insomma, se ne potrebbero citare altre, ma il concetto rimane uno: a
quanto pare se si vuole e le condizioni
sono favorevoli, si può.
Ora, però, sorge un interrogativo:
posto che si voglia, che le condizioni
siano favorevoli e che quindi si possa,
è giusto fare delle utopie realtà?
Ma certo! Come potrebbe non esserlo? Non sono altro che il tentativo
di mettere in piedi una società che
funzioni e che faccia star bene tutti,
in fin dei conti!
Ok, nessun problema allora: via
libera a qualsiasi Utopia!
Ma. . . un momento: chi decide
cosa fa star bene tutti?
Ma come chi decide!? L’utopista
decide! Chi altri?
Giusto! L’utopista. . . e se l’utopista dovesse essere un dittatore con
il pallino della razza ariana come la
mettiamo?
Beh. . . in quel caso le cose si complicherebbero non poco e allora l’utopia del dittatore potrebbe scontrarsi
con quella dell’ebreo che vuole un
mondo senza pallino della razza o
dell’omosessuale con il sogno di una
società che non lo pregiudichi per
chi gli capita di amare oppure del diversamente abile che non ha proprio
scelto di non essere “ariano”.
Questo esempio serva a considerare che ogni utopia può facilmente
tramutarsi in distopia e che non necessariamente, anzi, l’utopia di uno
può rendersi universale.
E cosí le vecchie classi militari invocano la costituzione di un nuovo
esercito, sia pure da usare solo in caso
di emergenza, la città ecologica dispera l’industria dell’energia non rinnovabile, le città verticali sono l’incubo
di chi soffre di vertigini e le verdure, salutari, è vero, ma oltre a non
essere sufficienti per una corretta alimentazione, non sono la passione di
molti!
Ancora una volta il relativismo
impera sulle vicende umane.
La verità è che tentare di realizzare un’utopia, sfidare l’impalpabilità
è spesso molto pericoloso e lo è perché se i sogni sono sogni, forse è il
caso che rimangano nella dimensione
fatata in cui dimorano tutti i sogni.
La realtà sarebbe letale per qualsiasi
utopia e la strazierebbe a tal punto,
da farne emergere ogni difetto, ogni
pecca, di quelle che in linea teorica
non erano state considerate e di colpo sembrano eclatanti. Con questo
non si vuole incoraggiare a chiudere
ogni possibilità di miglioramento della società in un cassetto blindato e di
fonderne la chiave, ma semplicemente far notare che quelle utopie che
muoiono per rinascere città reali, il
piú delle volte perdono di perfezione
e lo fanno perché, facciamocene una
ragione, la realtà stessa è imperfetta e
anche dovesse esserci un sistema perfetto, è in dubbio che sia perfetto per
tutti.
Mentre l’umanità intera si muove
lentamente verso proposte di società
piú giuste e felici, perché il fine dell’uomo non può che essere la felicità,
adoperiamoci pure per la ricerca del
nostro angolo di “forse-il-paradiso”
(ammesso che il paradiso sia un’utopia), ma facciamolo con la cauta coscienza del “forse” e con l’ormai profonda sicurezza che nella metamorfosi del sogno in realtà può accadere
l’imprevedibile.
Detto questo, rimane un’ultima
grande domanda: cosa ne è di un
utopista senza la sua utopia?
Difendiamo le utopie!
di Gaia =P
topia” si intitola una celebre
opera di Thomas More, nella
quale l’umanista inglese procede ad
una descrizione della città perfetta:
un’isola, molto simile alla gran Bretagna, repubblicana, in cui vige la comunione dei beni e sono diffusi tolleranza religiosa, seppur con l’obbligo
della fede nella Provvidenza e nell’immortalità dell’anima, e lo studio delle
scienze e della filosofia.
Di qui Utopia è diventato sinonimo di una città perfetta il cui fine ultimo è la garanzia di benessere per tutti i cittadini. Fin qui pare che non ci siano intoppi. . . se non
fosse che, per definizione, Utopia è
un luogo inesistente, irrealizzabile,
irraggiungibile.
Detto questo, i piú si abbandoneranno a sogni di società piú o meno
complesse, basate sui piú disparati sistemi economici e sociali e sui piú
stravaganti princípi, alcuni, invece,
si metteranno con impegno all’opera
per lo snaturamento della loro utopia
in vista della sua realizzazione!
Ebbene sí, non tutti gli uomini sono nati per rimanere sognatori e a dimostrarlo sono quelle che, nate come
utopie, oggi sono società funzionanti a tutti gli effetti! Non ci credete?
Allora diamo uno sguardo al mondo!
Un paese senza guerra? Bene: il
Costa Rica ha rinunciato da piú di
cinquant’anni al suo esercito!
Un posto a misura di artista in
grado di isolare le menti creative dal
trambusto del mondo? È sufficiente
trasferirsi a Yaddo, nello stato di New
York!
Una città ecologica sviluppata in
verticale? Era l’utopia di Paolo Soleri
che ha preso vita in Arizzona!
“U
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la voce
Appendice ai giochi
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10. Sudoku
Soluzioni dei giochi
1. fa, ra, ri -2. 129, al doppio di ogni numero si somma o si sottrae alternatamente 1. 63, si aggiunge a ogni termine 2,
4, 8, 16, 32. - 3. 7, la somma è sempre 12. -4. 3 -5. 2 ore e 1 minuto, ogni minuto il volume raddoppia.
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Enigmistica
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danyck & gianluca
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ORIZZONTALI: 2. Instradatore - 7. Magmatico, sedimentario o metamorfico - 12. Genere delle orchidee - 15. Commissione
Europea in inglese - 17. In francese - 18. Che non rispettano la coerenza tra le parti di una frase - 20. Colei che ha commesso la
colpa - 21. Pane in Kazaco - 23. In Grecia era maestro di virtú che si faceva pagare per i propri insegnamenti - 24. “Babe” famoso
giocatore di baseball statunitense - 26. Protagonista di una tragedia di Vittorio Alfieri - 29. Riproduzioni sessuali determinate
dall’unione di un gamete maschile con uno femminile morfologicamente differenziati - 33. FRASE DA SCOPRIRE - 37. Un
generico corpo nello spazio possiede un numero di gradi di vicolo pari al numero dei suoi gradi di libertà - 38. Ultima Online 39. Somma che si paga, per il vitto e l’alloggio in collegi - 42. Aspetto formale di un testo - 43. Di quella retorica si conosce
la risposta - 46. Istituto di ricerche esplosivistiche - 47. Parte finale dell’intestino tenue - 48. Titolo di un dipinto di Degas 50. Cavalierato inglese - 51. Elemento HTML che crea una lista numerata - 52. Il luogo del tuo martirio - 55. Targa automobilistica
di Landau in der Pfalz - 56. Il vero nome di Szyslak nei Simpsons - 57. Quello Volante è un veliero fantasma che viaggia senza
meta - 58. Quello di titanio si usa nelle vernici
VERTICALI: 1. Lo sterminio di una razza - 2. D musicale in italiano - 3. Sinonimo di acceso - 4. Il Principio di tutto nella
filosofia taoista - 5. Parola che deriva dal greco “esibisco” “mostro” - 6. Quando nacque era la URI - 7. I . . . Connection sono
un gruppo musicale - 8. Dotate di ali - 9. Up - 10. Le sue uova sono pregiate - 11. Metà dei suoi - 12. Non sono quelle giuste 13. Arriva con l’età - 14. “Aperture” delle figure retoriche - 16. Dopo di lui tutti a dormire - 19. Dispari in casa - 22. Giulio,
l’imperatore romano d’Occidente predecessore di Romolo Augusto - 23. Serata incompiuta - 25. L’elio sulla tavola - 27. Nel 1881
era un arnese per strizzare i limoni - 28. Famosa fabbrica di auto indiane - 30. Un famoso De Filippo - 31. in mezzo alle uova 32. Voltarsi - 34. Nell’antica retorica, descrizioni del carattere e delle qualità morali di personaggi, effettuate con particolare
vividezza - 35. Tomografica computerizzata - 36. Ne è ricca l’aria di mare - 40. Lo erano gli Occhi di Gatto - 41. Era famoso
l’Albatross - 44. Famosa serie televisiva con Marissa e Seth - 45. Mezzi di trasporto per l’artiglieria - 49. Reflex Canon - 53. En
Italien - 54. Prima degli Mp3
1. Trova le lettere che, unite a quelle fuori dalle parentesi, completano
sei parole da due sillabe.
(. . . )
ta
(. . . )
pa
(. . . )
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sa
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2. Completa le serie.
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-
7
3
-
15
7
-
29
15
-
59
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-
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?
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7
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3 − 2−?
4
4. Qual è il numero minimo di colori per dipingere un cubo in modo
che due facce adiacenti non siano mai dello stesso colore?
5. Un’ameba si divide in due esattamente ogni minuto. Due amebe in
una provetta possono riempirla esattamente in due ore. Quanto tempo
impiegherebbe un’ameba da sola per riempire esattamente la stessa
provetta?
A cura di Francesca Di Marco
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5−4−3
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3. Qual è il numero mancante?
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6. Sudoku
Le soluzioni sono a pag. 18.
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3
igor ["aIgO:*]
a
8
I nostri sponsor
Ottovolante, Coop. Sociale
Via Cona 97, 64100 Teramo
Ciprietti Vending S.r.l.
Via degli Arcioni 4/6, 64100 Teramo
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Via Madonna del Riparo 1, 64100 Teramo
Mida Gioielli
Via Costantini 13, 64100 Teramo
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Contrada Paduna 19/A
Carige Assicurazione di Angelo Crucioli
Piazza Martiri della Libertà, 64100 Teramo
Bienergy
Contrada Scalepicchio, S.P. Castagneto (TE)
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