de`longhi consolida braun e vede il fatturato 2013 a
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de`longhi consolida braun e vede il fatturato 2013 a
DE’LONGHI CONSOLIDA BRAUN E VEDE IL FATTURATO 2013 A QUOTA 1,7 MILIARDI “Mantenere il focus su caffè espresso, cappuccino e preparazione dei cibi; salvaguardare posizionamento nella fascia alta del il mercato; rilanciare il marchio Braun; sviluppare nuovi mercati quali Est Europa, Asia e Nord America; consolidare le eccellenze delle piattaforme industriali; dotarsi di un’organizzazione che sappia gestire le sempre più frequenti crisi dei mercati”. Sono queste, puntualizza Fabio de’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, “le priorità strategiche a cui stiamo lavorando per contrastare l’avversa congiuntura e salvaguardare quella redditività a cui è abbinata una generazione di cassa che ci permetterà di quasi azzerare l’indebitamento entro il 2013”. Il tutto in presenza di un mercato che lascia intravvedere anche per il medio termine trend positivi. Fabio de’ Longhi illustra le strategie del gruppo De' Longhi Più in particolare, ricorda il Ceo di De’ Longhi, “il consumo di caffè a livello globale è caratterizzato da un trend di lungo termine che determina il graduale sviluppo dei consumi di qualità più elevata. Si assiste infatti a uno spostamento dal caffè nero lungo di tipo americano o tedesco verso caffè più corposi-cremosi e in alcuni paesi verso il caffè espresso. Inoltre – prosegue il capo azienda - in quasi tutti i paesi ha assunto importanza fondamentale il consumo di cappuccino, latte macchiato e caffelatte”. Scenario particolarmente favorevole in quanto noi, precisa il capo azienda, “grazie anche ai brevetti messi a punto in questi anni – tra cui il sistema IFD di cappucinatura automatica - siamo diventati leader nelle macchine per il caffè espresso ad uso domestico. Un vantaggio competitivo che vogliamo nell’innovazione consolidare e nella continuando ricerca di a investire nuove soluzioni tecnologiche anche nell’area della preparazione dei cibi; un segmento in crescita già da diversi anni, ma che nell’ultimo biennio ha registrato un’accelerazione merito la crescente attenzione alla salute, al mangiare sano e al mangiare bene”. Ma c’è pure altro poiché, come sottolinea Fabio de’ Longhi, “l’accelerazione della crescita della domanda di prodotti per la preparazione del cibo è connessa anche ad altri fattori. La crisi dei consumi e la riduzione del reddito disponibile hanno infatti contribuito ad aumentare la propensione a consumare i pasti in casa e ciò ha sollecitato pure l’attenzione dei media, anche televisivi, aumentando ulteriormente la visibilità dei prodotti per la preparazione del cibo”. Ed è anche per questo che “ci aspettiamo la prosecuzione della crescita della domanda, anche se sarà necessario accompagnare questo trend secolare con la tradizionale capacità innovativa e l’accelerazione nell’espansione sui mercati emergenti per sostenere uno sviluppo di lungo termine”. E noi lavoreremo anche per “salvaguardare il posizionamento nell’alto di gamma, segmento in cui si colloca più della metà del nostro fatturato, grazie a una precisa strategia che vede come corollari gli investimenti in innovazione e design finalizzati a creare un portafoglio marchi sempre più forte e di alta qualità”. Scelta vincente poiché, aggiunge de’ Longhi, “la crisi ha premiato le aziende posizionate nella fascia alta del mercato, caratterizzata da prodotti aspirazionali e di forte desiderabilità, che hanno risentito meno della recessione. Ed è anche per tutto ciò che noi continueremo a investire per rafforzare la posizione di high-end player, puntando su prodotti ben identificati e all’avanguardia”. Uffici direzionali di Treviso C’è poi il rilancio di Braun nelle categorie della cucina, della pulizia e dello stiro, “marchio consolidato dal gennaio 2013 e storicamente legato a design e innovazione, due principi comuni alla nostra cultura aziendale. Dovrebbe quindi essere per noi più facile rilanciare il marchio lavorando sul rinnovamento e ampliamento della gamma di prodotti e su un rafforzamento della distribuzione, estendendo la presenza commerciale del marchio anche ad aree attualmente non coperte”. Obiettivi facilitati dalle caratteristiche di Braun che, come ricordano alla De’ Longhi, “è un marchio con elevate potenzialità anche sui nuovi mercati poiché gode di una brand-awareness elevatissima in molte aree del globo. Ed è anche per questo che noi - completa il Ceo sull’argomento - potremo rafforzare ed espandere la presenza sui mercati promettenti dell’Est Europa, Asia-Oceania, Medio Oriente e Nord America, ove nel futuro si concretizzeranno le più elevate prospettive di crescita". Obiettivi facilitati “dall’eccellenza conseguita nelle piattaforme industriali poiché per noi l’ottimizzazione degli impianti riveste una valenza strategica tanto che nel corso degli ultimi 18 mesi abbiamo totalmente rinnovato uno degli impianti di proprietà in Cina e acquisito un nuovo stabilimento in Romania”. Due operazioni grazie le quali “è stato possibile incrementare la capacità, differenziando al tempo stesso la produzione: l’investimento in Cina permetterà di migliorare l’efficienza e contrastare le dinamiche inflattive tramite un maggiore controllo diretto sulla produzione”. L’avvio della produzione in Romania è invece collegato “alla maggiore efficienza sui costi abbinata a una riduzione del lead time per i vicini mercati dell’Europa centrale e orientale. Il nuovo impianto di Cluj sosterrà pertanto la crescita del Gruppo, permettendo anche una minore esposizione al dollaro, valuta in cui è espressa gran parte dei costi sostenuti in Cina”. Kitchen machine Kenwood Cooking Chef Una serie di interventi grazie ai quali “dovrebbe essere più agevole gestire la crisi e quindi mantenere una redditività elevata pur in presenza di uno scenario in cui si riscontra una progressiva accelerazione dei cicli e della frequenza con cui si manifestano situazioni di rallentamento dei consumi”. Scenario a fronte del quale “è fondamentale investire sul prodotto, posizionare correttamente i marchi e crescere sui mercati emergenti oltreché mantenere una struttura aziendale quanto più lean possibile per permettere adeguata redditività ed efficace controllo dei costi in qualsiasi contesto di mercato”. Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nel prossimo futuro ma già presenti nei conti in esame. Il 2012 è stato infatti un anno di crescita importante sia in termini di fatturato (+7,0%) sia di profittabilità (Ebitda +10,4%) e tali risultati – ricordano a Treviso - sono stati possibili grazie all’ottima performance delle macchine da caffè e degli elettrodomestici per la cucina, le due aree di punta del gruppo e quelle a più alta marginalità. Il tutto, però, all’interno di un percorso di crescita dei ricavi che ha subito un rallentamento: più 10,4% nel primo trimestre e più 4,9% nel quarto trimestre del 2012, mentre nel primo trimestre 2013 i ricavi sono aumentati solo dello 0,9% grazie al consolidamento di Braun Household ma flettono del 7,1% a perimetro costante. Tale flessione dovrebbe comunque essere recuperata poiché le aspettative per l’intero 2013 a parità di perimetro indicano una crescita low-single-digit grazie al lancio di nuovi prodotti e ad alcune attività promozionali oltreché per un meno penalizzante confronto con la seconda metà dello scorso anno quando, dopo un eccellente inizio anno ha fatto seguito un rallentamento nella seconda parte dell’esercizio. I ricavi Braun dovrebbero invece tendere a 170 milioni e il fatturato 2013 dovrebbe collocarsi al di sopra di 1,7 miliardi con un progresso puntuale nell’ordine del 12 per cento. Positiva anche l’evoluzione dell’Ebitda, che dovrebbe passare dai 224,6 milioni del 2012 ai circa 250 milioni attesi nell’esercizi in corso anche se i margini dovrebbero confermarsi sostanzialmente stabili a circa il 14,5% lungo un percorso che dovrebbe poi portarli al di sopra del 15% quando anche Braun sarà a regime. La neo acquisita dovrebbe infatti conseguire un sostanziale raddoppio ad oltre 300 milioni dei ricavi entro il prossimo quinquennio quando i margini dovrebbero collocarsi in linea con il gruppo e quindi varcare la soglia del 15 per cento. Notizie positive anche sul versante strutturale poiché il free cash flow 2013 dovrebbe tendere ai 90 milioni dopo aver assorbito circa 55 milioni di investimenti, di cui circa 40 di mantenimento, e aver distribuito ai soci 43,3 milioni di dividendi. Risorse grazie le quali si può ipotizzare di centrare l’obiettivo di azzerare entro fine anno i 92,9 milioni di debiti di fine 2012, che includono anche il potenziale pagamento, stimato in 64 milioni, che potrebbe essere dovuto a Procter & Gamble entro il 2017 in relazione alle performance di vendita di Braun nel primo quinquennio dalla data di acquisizione della licenza. E i progressi nella redditività e nella generazione di cassa potrebbero caratterizzare anche il 2014, nonostante il permanere delle difficoltà in Europa, che saranno più che bilanciate dalla crescita sui nuovi mercati oltreché dallo sviluppo di Braun, i cui risultati nel medio termine potrebbero anche andare oltre le prudenti attese del management. Uffici direzionali di Treviso Flagship store di Milano, Via Borgogna Flagship store di Milano, Via... Giuseppe De Longhi, Presidente del... Fabio De' Longhi Amministratore... Stato patrimoniale e grado di... Conto economico e indici per azione... Dati storici gruppo De' Longhi Analisti - Le attese sui fondamentali spingono la maggioranza a consigliare l’acquisto Intermonte rilancia l’outperform con target price a 14 euro perché “siamo positivi in una logica di mediolungo termine poiché apprezziamo il trend di crescita nel caffè, che dovrebbe confermarsi anche nel futuro, oltreché le prospettive di sviluppo nella gamma di prodotti a marchio Braun recentemente acquisito”. Equita conferma il neutral su De’ Longhi in quanto “permangono preoccupazioni sulla tenuta dei ritmi di crescita dei ricavi in quanto la difficile congiuntura difficilmente potrà lasciare indenni i prodotti della società veneta, che pur se eccellenti potrebbero risentire del forte calo dei consumi registrato in molti Paesi europei come rilevato nel primo trimestre 2013”. Questo anche se, conclude l’analista, “apprezziamo il posizionamento dei prodotti nella fascia alta del mercato, quella più protetta e redditizia, accanto alla buona generazione di cassa riveniente da una strategia vincente messa a punto da un management capace e proattivo”. Mediobanca ripropone l’outperform con prezzo obiettivo a 14,14 euro poiché “è una società ben gestita e presenta trend di crescita interessanti merito anche il posizionamento nella fascia alta del mercato con un mix vincente e superiore a quella dei principali competitor”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “riteniamo che De Longhi possa ottenere risultati superiori alle attese anche nel rilancio del marchio Braun, che nel medio termine potrà beneficiare anche della forza della rete distributiva del gruppo veneto”. Kepler Cheuvreux conferma il buy con target price a 14 euro perché “ci aspettiamo la prosecuzione della crescita dei ricavi nelle macchine per caffè e nei piccoli elettrodomestici da cucina, a cui si affiancherà l’apporto dei prodotti a marchio Braun, che sono consolidati dal gennaio 2013 e potranno beneficiare della forza della rete distributiva internazionale del gruppo veneto”. Siamo positivi anche perché, aggiunge l’analista, “De’ Longhi conserva un’ottima redditività e generazione di cassa grazie anche alla capacità difensiva permessa dall’ottimo posizionamento nell’alto di gamma”. Merrill Lynch conferma il buy con target price a 14,3 euro perché “ha registrato ricavi stabili e un miglioramento nei margini nonostante il generale rallentamento dei consumi. Un calo che De’ Longhi ha saputo fronteggiare grazie al posizionamento del mix prodotti nell’alto di gamma, quello più redditizio e resistente, oltreché alla moderna piattaforma di produzione, mentre per il futuro ci attendiamo un valido apporto dal marchio Braun, consolidato dal primo gennaio 2013”. Borsa - Il titolo è vicino al massimo ma la volatilità resta elevata De' Longhi archivia giugno con una sostanziale stabilità dei prezzi (-1,63%) ricollocandosi venerdì 28 poco al di sopra dei 12 euro in una seduta conclusa con un meno 0,58 per cento. Una stabilità che però nasconde quel pendolo che ha caratterizzato il titolo della multinazionale veneta anche in questo non facile 2013. Le quotazioni si sono infatti riportate in prossimità di quei 12,38 euro registrati il 12 giugno, quando è scattata l’ennesima scivolata che ha riportato i prezzi vicini agli 11 euro prima dell’ennesimo recupero. Un andirivieni che colloca la parte superiore della forchetta di questo 2013 vicino ai 13 euro mentre quella inferiore è posta nell’intorno degli 11 euro e cioè con oscillazioni nell’ordine del 15 per cento. Un movimento che viene da lontano e ripropone nella sostanza l’andamento del mercato dalla crisi dei mutui sub-prime americani della tarda primavera del 2007 oltreché dal fallimento dell’americana Lheman nel settembre del 2008; un punto di cesura poiché di fatto ha segnato il passaggio della crisi dalla finanza all’economia reale. Un fenomeno esploso in Italia nell’ultimo trimestre del 2008 con il blocco degli ordini e il crollo di ricavi e margini. Ed ecco che De Longhi, in sintonia con il sistema, segna il minimo di questo lungo periodo di crisi vicino al 9 marzo del 2009, uno dei tanti giorni neri che si sono succeduti in questi ultimi cinque anni a quota 0,986. Da allora il gruppo ha però inanellato un lento ma costante recupero, seppur contrastato, fino agli 8,415 euro del 30 giugno 2011; ventisette mesi nel corso dei quali De’ Longhi ha moltiplicato per oltre otto volte il proprio valore borsistico prima di imboccare quella brusca rettifica che ha portato i prezzi a ai 5,646 euro dell’8 agosto. E l’agosto del 2011 è stato un mese veramente difficile per i mercati finanziari e per l’Italia in particolare, che ha segnato il punto di minimo anche sul versante della credibilità del sistema e del merito di credito del debito pubblico. Agosto 2011 è infatti passato alla storia ed ha segnato il punto di non ritorno anche per il Governo Berlusconi, che poche settimane dopo lascerà per testimoniata incapacità ad affrontare i problemi del Paese. De’ Longhi, pur perdendo il 27% in una settimana, perde meno e recupera prima riportandosi al di sopra dei 10 euro il 10 marzo del 2010 prima di ridiscendere a 7,56 euro nel luglio del 2012 per poi risalire al massimo di 13,3 euro del 12 marzo 2013; il massimo del periodo in esame. Un picco sostenuto dai fondamentali e dalle valutazione degli analisti, che considerano De Longhi un gioiello ben gestito e con un’eccellente strategia (vedere servizi in pagina). Criticità - La recessione preoccupa e il calo dei consumi colpisce anche il caffè De' Longhi è considerata dagli analisti “un gioiello gestito da un management che ha saputo reagire con proattività mettendo a punto una strategia vincente: forte attenzione alla produzione, rafforzamento della rete distributiva e posizionamento nell’alto di gamma”. Scelte grazie le quali “ha conseguito un vantaggio competitivo determinante per contrastare la congiuntura e conseguire un’eccellente redditività e generazione di cassa” (vedere servizi in pagina). È quindi difficile individuare criticità connesse alla gestione o al management, ma, nonostante ciò, c’è forte attenzione sulla congiuntura poiché lo scenario macro si conferma pesante e potrebbe pure peggiorare con rischio di estensione della recessione ad altre aree del Centro Nord Europa, mentrerallenta la corsa dei Paesi del BRIC. Scenario generato pure dalla sostanziale insipienza di una classe dirigente che in Italia si colloca decisamente al di sotto delle richieste di una situazione straordinaria che richiederebbe interventi straordinari, mentre il tono e la forma del confronto in atto non esprime nessun guizzo che superi la barriera di una pozzanghera di fango. E forse è anche per questo che le aziende più dinamiche si trovano nella necessità di ricercare al di fuori del Paese quelle condizioni produttive indispensabili per restare competitivi in un mercato che non perdona. Dinamica che però accentua il rischio di deindustrializzazione del paese. Approfondimenti - Fabio De' Longhi racconta il consolidamento del marchio Braun “Il primo settembre 2012 abbiamo finalizzato l’acquisizione della licenza perpetua del marchio Braun nei segmenti della cucina e della cura della casa ‘Braun Household’ e questo costituisce un elemento chiave per la crescita futura del gruppo De’Longhi” dichiara Fabio De’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo. Braun Household, specifica il capo azienda, “è un marchio tra i più noti a livello globale, come dimostrato da analisi di mercato indipendenti (fonte: ricerca GFK) e per noi presenta notevoli opportunità di sviluppo. L’attuale portafoglio prodotti di Braun Household è costituito per oltre l’80% dai prodotti per la cucina, di cui gli handblenders (il famoso “Minipimer”) rappresentano la maggioranza, facendo di Braun il leader mondiale in questo segmento. La rimanente quota di fatturato è realizzata prevalentemente nello stiro, categoria nella quale Braun è percepito dai consumatori come uno dei marchi leader”. La nostra strategia di rilancio del marchio Braun, racconta Fabio De’ Longhi, “si basa essenzialmente su due pilastri: distribuzione e prodotti. Da un lato, la distribuzione dei prodotti Braun Household, che attualmente è limitata principalmente a Russia, a parte dell’Europa occidentale e ad alcuni mercati del medio ed estremo oriente, può ricevere un grande impulso grazie alla presenza diretta che vantiamo nei quattro continenti tramite oltre 30 filiali commerciali. Esiste pertanto un forte razionale per il nostro gruppo a fare leva sulla nostra rete distributiva, non solo per ampliare la presenza internazionale del brand Braun - in primis in quegli importanti mercati ove oggi questo marchio non è distribuito, quali UK, Francia, Nord e Sud America, ma anche per incrementare ulteriormente e consolidare le quote di mercato nelle aree “core” dell’Est Europa, del Medio Oriente e dell’Oceania”. Dall’altro lato, seguita l’amministratore delegato di De’ Longhi, "verranno messe a disposizione importanti risorse sul fronte del rinnovamento prodotti. Inoltre è doveroso sottolineare che il marchio Braun è un marchio tedesco, storicamente considerato simbolo di design all’avanguardia abbinato ad affidabilità del prodotto e funzionalità. Questa tradizionale vocazione di Braun troverà quindi un supporto ideale nel nostro gruppo, da sempre contraddistinto da una forte vocazione all’innovazione e alla qualità”. “Il nostro target è quello di arrivare ad avere una gamma di prodotti Braun Household totalmente rinnovata nel giro di 3 / 4 anni. Un traguardo a cui cominceremo a lavorare già da quest’anno quando introdurremo le prime novità, con due nuovi modelli di handblenders. Per il 2014, invece, è previsto il lancio di una nuova gamma di sistemi stiranti a marchio Braun, completamente ridisegnati, che combineranno il nostro know-how sviluppato in questi anni con un marchio che rappresenta uno dei punti di riferimento nel comparto”. Top Approfondimenti - Fabio de' Longhi descrive l'assetto produttivo del gruppo e la sua evoluzione “L’assetto produttivo del Gruppo De’Longhi fino all’inizio del 2012 includeva uno stabilimento in Italia, da cui proviene circa il 30% del fatturato totale, situato a Mignagola (Treviso), tre stabilimenti in Cina (di cui uno in joint-venture al 50%) e uno stabilimento di minori dimensioni in Russia. Complessivamente, circa il 65% del fatturato viene originato dalle strutture produttive interne del gruppo” illustra Fabio De’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo. Nel corso del 2012, continua Fabio De’ Longhi, “al fine di sostenere la crescita organica dei prossimi anni e il rilancio del marchio Braun, abbiamo acquistato da Nokia un impianto situato in Romania, nell’area industriale di Cluj. Un investimento che comporterà una modificazione dell’assetto produttivo verso un sistema più ‘regionale’. L’acquisizione ha infatti una forte motivazione strategica, legata principalmente alla vicinanza ad alcuni importanti mercati di sbocco europei e a una maggiore diversificazione produttiva rispetto all’attuale presenza nel far east”. Sul primo fronte, descrivono alla sede trevigiana, “la Romania ha una posizione geografica strategica che la pone a un passo sia dai mercati dell’Europa Occidentale (che rappresentano ancora oltre il 50% del fatturato di Gruppo) sia dai mercati dell’Europa dell’Est e della Russia, in forte ascesa. Rappresenta pertanto una combinazione molto efficiente in termini di prossimità ai mercati finali, con conseguente riduzione del time-tomarket. Inoltre, l’attuale forte presenza produttiva in Cina, che determina una base di costi legata al dollaro americano, fa sì che abbiamo una dipendenza dalla valuta statunitense ritenuta eccessiva nel lungo termine. Tramite l’investimento in Romania vedremo pertanto anche ridursi il peso dell’esposizione complessiva al dollaro con una conseguente minore fluttuazione del costo del prodotto”. Approfondimenti - Fabio de' Longhi illustra la strategia di espansione nei mercati emergenti “A fronte del generale rallentamento che ha caratterizzato la crescita dei mercati tradizionali e più maturi negli ultimi trimestri, l’espansione nei mercati emergenti è un obiettivo ancor più sensibile. Nel corso degli anni abbiamo registrato una costante crescita del peso del fatturato generato negli emerging markets sul totale del business, fino a raggiungere il 34% nel 2012” annuncia Fabio De’ Longhi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo. La nostra strategia nei mercati extra-europei ed emergenti, specificano al quartier generale di Treviso, “è basata in primis sulla crescita per vie interne, piuttosto che sull’espansione per acquisizioni, grazie alla rete distributiva costituita dalla proprie filiali commerciali, che rappresentano tipicamente il perno su cui viene avviata la penetrazione dei nuovi mercati. Questo tipo di approccio permette il pieno controllo delle dinamiche commerciali sui singoli mercati, tra cui fondamentale è il posizionamento dei marchi nei segmenti più premium”. “La nostra presenza nelle due categorie di prodotto che costituiscono i principali drivers della crescita, quali le macchine per il caffè espresso e i prodotti per la preparazione dei cibi e la cottura, è legata all’esistenza di trend secolari che contraddistinguono questi due segmenti. In relazione alle macchine per il caffè espresso – approfondisce il capo azienda - le dinamiche principali interessano da un lato l’ampliamento della base dei consumatori (la migrazione dal the al caffè) e dall’altro la diffusione di più alti standard qualitativi nel consumo domestico di caffè”. Il primo trend, seguita l’amministratore delegato, “contraddistingue quelle aree del mondo in cui i consumatori sono tradizionalmente bevitori di the, quali ad esempio il Medio Oriente, la Russia, l’Asia. C’è una crescente evidenza che le nuove generazioni, più influenzate dallo stile di vita occidentale, stiano gradualmente sostituendo la bevanda tradizionale dei loro padri e nonni, il the, con il caffè. Il secondo trend è tipico di mercati legati a un consumo di caffè tradizionale, come il caffè lungo americano; in questi mercati si sta sperimentando una crescente migrazione dei consumatori da caffè di più bassa qualità verso caffè di qualità più elevata, quali single-serve ed espresso. Negli Stati Uniti, ad esempio, il mercato delle macchine da caffé single-serve ed espresso è in forte crescita, a discapito delle più tradizionali drip coffee makers”. Il segmento della cucina invece, puntualizzano alla sede, “beneficia di una crescente attenzione del consumatore verso il coinvolgimento personale nella preparazione dei cibi e di una nuova sensibilità rispetto alle tematiche della salute, testimoniate dalla proliferazione di show televisivi dedicati alla cucina e al mondo gourmet. In questo senso, il marchio Kenwood presenta un potenziale molto interessante. Pur essendo infatti il brand leader in Europa, ma con un posizionamento molto forte anche in Medio Oriente e Russia, a partire da fine 2012 Kenwood è stato introdotto anche in Canada per essere poi lanciato a seguire negli Stati Uniti e Brasile nella seconda metà di quest’anno, iniziando quindi un percorso di penetrazione commerciale di questi promettenti mercati”. 08 luglio 2013 - 09:00:00