la merenda reale nell`ottocento

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la merenda reale nell`ottocento
Sabato 4 dicembre 2010
LA MERENDA REALE NELL’OTTOCENTO
LA TRADIZIONE, IL COSTUME GASTRONOMICO, I BISCOTTI, L’APPARECCHIATURA
La nuova storia dell’Italia, indipendente e unita, parte da Torino il 17 marzo, un secolo e mezzo
fa. Ed è proprio dalla prima capitale d’Italia che, nel 2011, iniziano i festeggiamenti dell’Unità
d’Italia con un ricco calendario di eventi e mostre per raccontare la storia, l’arte, la moda e.. il
gusto.
Gusto che, nel corso dell’Ottocento, ha trovato la sua massima espressione nella creazione di
piatti tipici e gustose ricette che hanno contribuito a fare la storia d’Italia sapientemente
raccolte e tradotte in italiano nel volume "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di
Pellegrino Artusi; una sorte di bibbia a cui si deve l’unificazione dell’Italia a tavola.
Nel corso della storia dell’Italia a tavola, il capitolo della pasticceria ha rivestito un ruolo
decisivo come testimonia il grande cuoco di corte Vialardi: trent’anni al servizio della Casa Reale
permisero a Vialardi di affinare la sua Arte, soprattutto quella di Pasticceria tanto che quando il
Re si trasferì dapprima a Firenze (1865 al 1870) e poi a Roma (dal 1871), i pranzi (compresi i
dolci) di Stato venivano preparati e serviti secondo le regole e le ricette utilizzate dal grande
Cuoco.
Ed è proprio per evidenziare l’aspetto gastronomico che, Turismo Torino e Provincia propone in
occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unita d’Italia, la rievocazione di uno dei momenti
più golosi dell’epoca, la Merenda Reale. Seppur il rito trova le sue origini nel Settecento, nel
corso dell’Ottocento ha assunto nuove abitudini e caratteristiche.
Se nel settecento infatti i regnanti di Casa Savoia amavano deliziarsi a corte, tra una chiacchiera
e l’altra, con cioccolata calda e i “bagnati”, dando origine al rito della Merenda Reale,
nell’Ottocento amavano recarsi presso i molteplici caffè presenti in città per degustare il famoso
Bicerin che, dal 1840, divenne la consumazione abituale del mattino, da consumare entro l’ora
di pranzo (le 12.00). Un vero e proprio rito ben presto copiato anche dalla classe più abbiente e
dalla borghesia che portò a dei forti cambiamenti negli usi e costumi della società.
Il Bicerin nasce dalla reinterpretazione dei caffettieri torinesi di un'antica bevanda anch'essa
nata a Torino nel XVII secolo, la cosiddetta bavarèisa; se in quest’ultima bevanda gli ingredienti
venivano serviti già mescolati e bisognava berla all'istante per evitare che il cacao si
depositasse, nel Bicerin vengono presentati separatamente e, invece che in una tazza, in
bicchieri di vetro, probabilmente per rendere visibili le piacevoli variegature di quei liquidi
eterogenei che stanno miscelandosi.
Al Bicerin si deve un ruolo fondamentale nella storia del costume dell’epoca perché consentì alle
signore per bene, che non potevano assolutamente metter piede in un caffè, di fare, per la
prima volta nella storia, uno strappo alla regola. I caffè si trasformano così in salotti mondani,
un ritrovo per la conversazione delle dame, perdendo la caratteristica di luoghi esclusivi per
uomini dove si parla solo di politica.
Accanto al Bicerin, molteplici le specialità già note e apprezzate da oltre un secolo: dalle paste
di meliga ai canestrelli, dai torcetti ai savoiardi. Ma nell’Ottocento nascono anche nuove
tipologie di biscotti più adatte a definire l’epoca e il costume gastronomico del Bicerin: il chifel
(derivato dal croissant viennese), il foré (ciambella), il biciolan tipico di Vercelli, la brioss di
pasta frolla con o senza finocchio, il parisien piccolo e friabile, il panino detto democratic, la
michetta di semola, i nuovissimi (nati nel 1850) noaset – nocciolini- di Chivasso; alle guerre
d’indipendenza sono legati a doppio filo il Pan Gindru (focaccia farcita all’albicocca) e ben due
omaggi a Garibaldi: il garibaldin è la fetta di pane semplice (“che va con tutto”), e il ben più
blasonato biscotto Garibaldi, di pastafrolla farcita di uvetta e confettura d’albicocche, nato in
Inghilterra in onore dell’eroe dei due Mondi.
Così si presentava la “Merenda Reale” nell’Ottocento. E’ così viene riproposta nell’arco del
2011 a turisti e golosi: tutti i weekend da domenica 6 febbraio a domenica 10 luglio e da
domenica 4 settembre a sabato 31 dicembre.
Merenda che, come da calendario, si presenta anche in versione estiva, in quanto la corte
durante i mesi più caldi dell’anno usava trasferirsi nei castelli; il Bicerin viene quindi sostituito
dal bisquit, delicata cioccolata fredda e in alternativa, dai sorbetti al limone o alla pesca,
oppure dal gelato di fior di latte o dai dolci al cucchiaio “da rinfresco” come Coppa Torino,
Dolce Torino, Turinois e Coppa Reale.
Turisti ed appassionati potranno quindi scegliere di trascorrere ore piacevoli in locali storici,
pasticcerie e castelli di Torino e Provincia che si adopereranno, per quanto possibile, nel
ricreare l’atmosfera dell’ottocento. Il progetto si è avvalso della preziosa consulenza di Barbara
Ronchi della Rocca - giornalista, esperta di storia del galateo - la quale ha svolto un corso di
formazione ai titolari dei locali interessati su come comporre il menu, come allestire la sala e
quale tipo di abbigliamento è opportuno, per far conoscere al meglio un preciso momento
storico che ha connotato la storia dell’Unità d’Italia.
Le tavole saranno quindi decorate con tovaglie e coprimacchia bianchi e con tovaglioli bianchi di
stoffa e il Bicerin verrà servito in tazze da cioccolata (alte, di forma tronco-conica) oppure
bicchieri di vetro spesso con manico o bicchieri da punch, con struttura metallica; immancabile
la “stissa” ovvero un altro bicchierino a parte contenente un po’ di latte, o caffè o cioccolato,
per una “correzione” di gusto personale della bevanda.
Gli ospiti saranno accolti da personale formato sulla storia della Merenda Reale e sul periodo
storico e vestito con abiti di colore bianco e nero, come nella tradizione ottocentesca: per gli
uomini, camicia bianca con gilet e pantaloni neri e ampio grembiule bianco lungo fino ai piedi;
per le donne, gonna lunga nera con camicia bianca e grembiulino bianco corto, anche con pizzi.
Suggestivi i luoghi che faranno da cornice agli appuntamenti: Palazzo Cavour, la Pasticceria
Pfatish Peyrano dal 1963, il Castello di Rivoli, il caffè San Carlo, il caffè Fiorio, il caffè Al
Bicerin, solo per citarne alcuni.
Turismo Torino e Provincia, Ufficio Stampa Silvia Lanza
349.8504589 – [email protected]