Non è certo da puristi, ma navigare spinti da una “vile

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Non è certo da puristi, ma navigare spinti da una “vile
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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Cazza e lasca
Per i piccoli trasferimenti,
spesso si preferisce usare il motore
Navigare
a motore
Non è certo da puristi, ma navigare spinti
da una “vile” elica capita a tutti, quindi meglio essere
coscienti dei problemi di questo tipo di navigazione
di Giorgio Sanna
uò sembrare strano che su una rivista di vela si parli di come
navigare a motore, ma tutti noi sappiamo che una parte non
indifferente dei nostri trasferimenti viene effettuata con questo mezzo, quindi vale la pena soffermarsi sulle problematiche di
questo tipo di navigazione.
A meno che non si disponga di una barca particolarmente performante, il velista è condannato a spendere molte ore della sua navigazione tra i fumi del proprio motore. Specialmente d’estate, le giornate di calma piatta o quelle in cui il vento è tanto debole da non
permettere alla maggior parte delle imbarcazioni da crociera di pro-
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cedere spinte da questo, sono molte. Poi ci sono i giorni in cui il
vento c’è e bello, ma la nostra destinazione è sopravento e per raggiungerla a vela occorrerebbero troppi bordi e troppo tempo, quindi
ci si deve accontentare di mettere in moto e procedere a motore.
SURRISCALDAMENTO
Una busta di plastica sulla presa a mare del motore, una girante danneggiata che smette di aspirare acqua salata e il motore rapidamente va in surriscalmento sino a bruciare, da prima la guarnizione della testata e poi la testata stessa. Questo è un pericolo spesso sottovalutato, ma è il motivo principale per cui occorre sostituire una
guarnizione di testata. Per ovviare a questo incidente e garantirsi di
Un tipico quadro motore senza
l’indicatore della temperatura
finire la vacanza, dobbiamo lavorare di udito. Il rumore del motore ci deve accompagnare in ogni nostro spostamento insieme a quello dell’acqua che
viene scaricata a mare dal tubo di scarico. Ciò è
tanto più vero quanto più vecchio è il motore, specialmente nelle barche di serie da crociera, dove il
pannello comando del motore è del tipo economico e non riporta nessun strumento analogico se
non il contagiri. In questi casi l’allarme per il surriscaldamento è lasciato a un avviso acustico collegato a un termometro posto nel motore, ma
quando questo si aziona, la maggior parte delle
volte il guaio è fatto. Se, invece abbiamo la fortuna di navigare su una barca con un visore analogico della temperatura del motore e, ancora meglio,
se da armatori abbiamo provvisto la nostra barca
dello strumento, si avrà la possibilità di tenere sotto controllo questo. Con uno strumento analogico, anche se il sensore non è tarato bene, lo skipper potrà facilmente accorgersi che
qualcosa non va perché vedrà la lancetta salire.
MOTORE E VELA
Dobbiamo raggiungere gli amici all’isola lontana svariate miglia, il
vento di traverso è insufficiente a far camminare la nostra barca a
più di tre nodi, quindi si decide di accendere il motore e affidare la
navigazione alla spinta dell’elica. In questo caso è meglio non ammainare le vele. Grazie al vento di velocità, il vento apparente si sposterà verso prua, ma trattenuto da quel poco di vento reale che ci
colpiva prima al traverso, non raggiungerà l’asse della nostra barca,
il che permetterà di navigare di bolina. La spinta delle vele si sommerà a quella del motore e si avrà una maggiore velocità con minor
numero di giri, quindi minor rumore e minor sforzo della macchina.
Quando si naviga a vela e motore, le vele vanno regolate esattamente come si procedesse con la sola forza del vento. A volte quando il vento rinforza, è talmente piacevole vedere la barca filare veloce, che ci si dimentica di levare il motore e il nostro scafo si impegna in bolinate eccitanti che portano la barca con la falchetta in
acqua. In questo caso, le barche moderne, soprattutto se dotate di
La randa quando si procede
a motore serve
a stabilizzare la barca,
tuttavia bisogna fare
attenzione che non sbatta
piedino S-Drive, non devono temere nulla, ma per le barche più vecchie, diciamo dal 1980 in giù, bisogna sincerarsi che la presa a mare del motore sia a centro barca, altrimenti si rischia che questa, nel
caso sia sopravento, si venga a trovare fuori dall’acqua e nell’impossibilità quindi di fornire liquido di rafffreddamento al motore.
Nel caso il vento dovesse diminuire e le nostre vele non ce la facessero più a gonfiarsi,bisogna provvedere immediatamente a chiuderle, non c’è nulla di più dannoso per le vele che lasciarle sbattere nel
vento di avanzamento creato dalla barca che procede a motore.
PRENDERE L’ONDA
Procedendo a motore controvento e contro mare, non si potrà affrontare l’onda con una rotta perpendicolare a questa, se la stessa è
formata e ripida. La barca tenderebbe a ergersi sulla cresta dell’onda uscendo dall’acqua per un buon quarto dello scafo, per poi ricadere violentemente nel cavo.
Il modo migliore per affrontare un onda quando si va a motore e
quindi si ha maggior manovrabilità della barca è prenderla al mascone, cercare di salire la cresta con una traiettoria di circa 45° con
la rotta del moto ondoso e come se si andasse di bolina, fare i bor
di per raggiungere la meta.
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