effetto danilovic: «il derby era la mia partita

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effetto danilovic: «il derby era la mia partita
LA STELLA SERBA DEGLI ANNI NOVANTA RIVIVE
UN EVENTO AL QUALE E' RIMASTO LEGATO
«FRA ME E CARLTON CE' ANCORA AFFETTO»
BASKET SERIE A2
IL 6 GENNAIO TORNA LA STRACITTADINA
EFFETTO DANILOVIC: «IL DERBY
ERA LA MIA PARTITA»
ATTORI CONSUMATI
ACCCW7APOD7ATA
«IN EUROLEGA COL MIO RIVALE DELLA FORTITUDO
CI SIAMO SCAMBIATI GESTI NON AMICHEVOLI:
TUTTA SCENA, ANCORA OGGI CI RIDIAMO SOPRA»
«NON POTRÒ' ESSER PRESENTE ALL'EPIFANIA,
MA PRIMA 0 POI MI RIVEDRETE A BOLOGNA:
FA PARTE DELLA MIA STORIA, E' SEMPRE CASA MIA»
L'ex Zar della Virtus «Tensioni e rivalità, questo match ha un gusto unico, lo e Myers
ci siamo divertiti, nel tiro da quattro ho avuto anche fortuna»
Alessandro Gallo
Bologna
E' IL QUARTO marcatore di tutti i
tempi nella storia del derby - 354
punti in 18 partite, con 11 successi e sette sconfitte -, alle spalle di
Myers, Villalta e Abbio. Rispetto
ai due colleghi bianconeri, però,
vanta una media punti migliore,
19,6. E, più in generale, il peso
più ingombrante di alcuni canestri.
Buongiorno Danilovic: se le diciamo la parola derby a cosa
pensa?
«A tensioni enormi, in senso sportivo, com'è giusto che sia. A tante
vittorie e pure a qualche sconfitta,
perché no?».
Il presidente Bucci, che da allenatore la guidò alla conquista di un paio di titoli, recentemente ha detto che lei non subiva i derby. Li aggrediva.
«I derby non sono partite come
tutte le altre. Penso, qua a Belgrado, alla rivalità tra Partizan e Stella Rossa. Anche a livello calcistico. I l derby non ha favoriti, è un
confronto che sfugge a qualsiasi
tentativo di essere etichettato».
Il suo sbarco a Bologna, in
maglia bianconera, coincise
con il ritorno del derby, dopo
tre anni e mezzo di silenzio.
Brunamonti la prese da parte
per darle qualche consiglio?
«Sinceramente no. Roberto si era
speso per farmi arrivare in Virtus.
Me lo aveva detto anche da avversario. Poi, una volta arrivato a Bologna, mi ha lasciato libero di giocare».
Fin qui centotré derby. Molti
ricordano che l'ultimo fu deciso da una tripla di Vukcevic. Ma tutti hanno scolpito
nella mente un altro tiro...
«Quale?...».
Il tiro da quattro.
«L'ho raccontato mille volte
e in tutte le maniere possibili».
Lei è l'unico che può dire
se, in quel momento, sentiva che quel pallone significava riscrivere la storia
della finale scudetto 1998.
«Volete la verità?».
Tutta la verità.
«Intanto è servita anche un po'
di fortuna. Poi, quando tiri, pen-
• • E' una gara speciale,
che sfugge alle etichette
e non conosce favoriti
si solo a guardare il canestro. Osservi la parabola. Sicuramente
non sei concentrato sulla storia».
Un tiro, quattro punti e tanto
coraggio: lei arrivò stanchissimo a quella finale.
A2 EST
MI I M F R f ì C
Sasha Danilovic
con la canotta che
è stata sua per sei
stagioni (Schicdìi)
A destra, proprio
contro Myers
Quattro scudetti e l'Eurolega
con la V nera di Messina e Bucci
r
Bologna
PREDRAG DANILOVIC, per tutti Sasha, è nato a Sarajevo il 26 febbraio 1970. In Virtus 197 partite 4.412 punti (dal 1992 al 1995, dal
1997 al 2000). Relativamente al derby 354 punti in 18 gare. Esordio
(nella stracittadina) il 12 settembre 1993 con 16 punti, l'ultimo faccia a faccia (con Myers) il 4 dicembre 1999, 13 punti. Il bottino
minimo 6 punti, il massimo 31. Con la Virtus ha vinto quattro scudetto (1993,1994,1995 e 1998) e una Coppa dei Campioni (1998).
Nel 1998, quando la frequenza del derby era notevole, coniò l'ormai classico «Io può». Il tiro da quattro è passato alla storia ma,
fondamentale, per incoraggiare i compagni dopo un derby (di Coppa Italia) perso che avrebbe potuto minare l'autostima del gruppo,
la frase «Non me ne può fregar di meno di questa partita».
«Avevo problemi piuttosto seri alle caviglie. Mi facevano male. Faticavo ad allenarmi come avrei voluto. Ma quando tiri, come non
pensi alla storia, non pensi nemmeno al dolore. Sei lì, con il pallone tra le mani. E devi aiutare la
squadra».
Lei da una parte, Carlton
Myers dall'altra: il momento
>iu alto della rivalità del der-
e:
«Con Carlton c'è sempre stato rispetto. Ci siamo voluti bene».
Lei ha voluto Carlton all'Unipol Arena, quando la Virtus
ritirò per sempre la maglia
numero cinque. Myers volle
H i Non sono stato
il protagonista più grande,
ma uno dei più grandi sì
Danilovic alla sua partita di
addio.
«La conferma che ci siamo sempre voluti bene».
Ci fu un derby, però, nel quale alcune immagini...
«Quello di Eurolega?».
Proprio quello, marzo 1998.
«Nulla di speciale».
Lei da una parte, Carlton
dall'altra. Diciamo che la mi-
A2 EST
mica, evidenziata anche da
alcuni scatti dell'epoca, non
è proprio quella di un saluto
tra due vecchi amici.
«Ma faceva parte del gioco, di
quel momento. La verità è che ci
siamo divertiti. E che ancora oggi, quando ne
parliamo, ci ridia- ^
mo sopra».
Lo Zar Danilovic il più grande giocatore
del derby?
«No, il più grande
no. Ma uno dei più
grandi, sì. Quello sì».
Bucci ha detto di volerla invitare per il 6
gennaio.
«Sì, ma è il nostro Natale. Non posso davvero
muovermi in quei giorni da Belgrado. E poi ho
anche dei dovere e delle
responsabilità come dirigente».
Niente Bologna il 6 gennaio e poi?
«Prima o poi tomo. Io a Bologna ci sto bene».
Per cinque anni è stata casa sua.
«Bologna fa parte della mia storia. La considero sempre casa
mia. Per questo torno sempre
volentieri».
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