09/10/2012 - Comune di Forlì

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09/10/2012 - Comune di Forlì
COMUNE DI FORLI’
VERBALE DI SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
IN SESSIONE ORDINARIA DI PRIMA
CONVOCAZIONE DEL GIORNO 09 OTTOBRE 2012
SEDUTA PUBBLICA ALLE ORE 15,56
Convocato con appositi inviti il Consiglio Comunale si è riunito oggi
nella Sala Consiliare con l’intervento dei Consiglieri qui appresso indicati,
come risulta dall’appello fatto dal Segretario Generale:
1) APRIGLIANO Francesco
16) MANCINI Enrica
2) BALESTRA Federico
17) MARETTI Paride
3) BALZANI Roberto
18) MAZZA Chiara
4) BENELLI Lucia
19) MICHEA Maria Francesca
5) BENELLI Maurizio
20) MONTANARI Massimo
6) BONGIORNO Vincenzo
21) MONTEBELLO Tommaso
7) BUCCI Giovanni
22) MORGAGNI Diana
8) BURNACCI Vanda
23) PASINI Andrea
9) CALISTA Rosella
24) PIRINI Raffaella
10) CASARA Paola
25) POMPIGNOLI Massimiliano
11) CASTRUCCI Evangelista
26) RAGAZZINI Paolo
12) DI MAIO Marco
27) RONDONI Alessandro
13) GIULIANINI Sonia
28) SAMPIERI Angelo
14) GUGNONI Gabriele
29) VALBONESI Franco
15) LOMBARDI Carlo
30) ZANETTI Veronica
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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Risultano assenti i Conss. Sigg.ri: Bandini Enzo, Gardini Francesca,
Gasperoni Roberto, Nervegna Antonio, Pantieri Luca, Ragni Fabrizio,
Rosetti Marcello, Samorì Sara, Sansavini Luigi, Spada Alessandro e Tappari
Daniele.
Partecipano alla seduta gli Assessori:
- BELLINI Alberto
- MALTONI Maria
- BRICCOLANI Emanuela
- RAVA Paolo
- DREI Davide
- RAVAIOLI Valentina
- LEECH John Patrick
- TRONCONI Gabriella
Partecipa alla seduta il Segretario Generale, Dott.ssa Campidelli
Margherita.
Essendo legale il numero degli intervenuti il Sig. Ragazzini,
assumendo la Presidenza, dichiara aperta la seduta e nomina Scrutatori i
Signori Consiglieri: Calista, Burnacci e Lombardi.
Partecipa alla seduta, in rappresentanza della Consulta degli stranieri,
la Vicepresidente Padurean Monica Veronica.
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COMUNICAZIONI PRESIDENTE
OGGETTO N. 21
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE.
Trattato
Presidente RAGAZZINI: Prima di iniziare la seduta consiliare, vi
prego di alzarvi in piedi per l’Inno d’Italia.
Viene eseguito l’Inno d’Italia.
Presidente RAGAZZINI: Buonasera. Prima di iniziare con la
trattazione degli argomenti, passiamo ai question time.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
OGGETTO N. 64
INTERPELLANZA QUESTION TIME, PRESENTATA IN
DATA 28 SETTEMBRE 2012 DAL CONS. ANTONIO NERVEGNA,
IN
MERITO
AI
CONTROLLI
EFFETTUATI
SUL
CIRCO
ATTUALMENTE IN CITTA'.
Rinviato
OGGETTO N. 67
INTERROGAZIONE QUESTION TIME, PRESENTATA IN
DATA 9 OTTOBRE 2012 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN
MERITO ALLA POSSIBILE ESENZIONE IMU PER LE ONLUS.
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Presidente RAGAZZINI: Ne posso dare lettura, Consigliere?
“Il sottoscritto Consigliere comunale
Rilevato che i comuni, in base all’Art. 21 del decreto legislativo
460/97, possono deliberare nei confronti delle Onlus la riduzione o
l’esenzione dal pagamento dei tributi di loro pertinenza e i connessi
adempimenti,
Contestato che tale disposizione è applicabile anche all’Imu in virtù
del richiamo generale ai tributi locali, contenuto nella norma, e non può
operare nei confronti della quota di imposta riservata allo Stato,
Visto che in previsione del pagamento della seconda rata Imu diversi
comuni, per quanto riguarda l’aliquota di propria competenza, hanno deciso
di esentare dal pagamento le cooperative sociali Onlus,
Considerato che i comuni possono deliberare fino al 31 ottobre sui
valori delle proprie aliquote Imu, compresa l’esenzione o meno per le
Onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale,
Osservato che l’esenzione andrebbe in aiuto di numerose realtà che a
Forlì operano senza scopo di lucro, con una funzione sociale nei vari campi
dell’assistenza all’educazione,
Valutato che nell’attuale situazione di crisi economica l’esenzione dal
pagamento dell’aliquota Imu comunale permetterebbe alle Onlus di svolgere
i propri compiti senza aumenti di rette e con un risparmio per l’ente
pubblico, che così non deve sostenere i costi per quei servizi ai cittadini
garantiti dalle Onlus,
Si interroga il Sindaco Prof. Roberto Balzani, al fine di conoscere i
tempi e i modi con i quali l’Amministrazione Comunale intende deliberare
l’esenzione per le Onlus dal pagamento dell’aliquota Imu di propria
competenza.”
Risponde l’Ass. Briccolani, mi raccomando nei tempi.
Entra il Cons. Gasperoni: Presenti N. 31.
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Ass. BRICCOLANI: Buonasera a tutti. In relazione al question time
di oggi, direi che la risposta era già stata data nell’ultimo Consiglio
Comunale, laddove veniva richiesto all’Amministrazione Comunale se ci
fosse intenzione di modificare o meno l’impostazione o l’ordinamento Imu.
Intanto qui la richiesta è stata fatta in maniera più specifica per
favorire in qualche modo le Onlus e farei una precisazione riguardante
proprio l’applicabilità dell’Imu agli immobili di proprietà delle Onlus. In
particolare bisogna precisare che le Onlus, così come tutte le altre
associazioni o cooperative che di diritto sono già Onlus, hanno l’esenzione
per tutti gli immobili che vengono utilizzati a fini istituzionali, quindi
laddove lo statuto delle associazioni delle Onlus preveda determinate attività
istituzionali, gli immobili preposti a questo tipo di attività sono già esclusi
dalla base imponibile.
Rimangono nella sfera di imponibilità gli immobili destinati a attività
commerciali e per “commerciali” si intende tutto quel patrimonio che è
destinato o a locazioni commerciali, oppure a utilizzi commerciali, quindi
legati allo svolgimento all’interno degli immobili di attività che hanno, per
loro natura, attività commerciale non rientranti nell’attività istituzionale
della Onlus. È già una previsione che definisce un comportamento per così
dire di favore per quanto riguarda tutta l’attività istituzionale delle
associazioni e delle Onlus, dall’altro un’uniformità di comportamento e
quindi impositiva per quanto riguarda, invece, l’applicazione di un’imposta
per la sfera commerciale.
Fatta questa premessa, l’Amministrazione Comunale aveva già
anticipato che non avrebbe adottato nessuna misura atta a modificare
l’impostazione anche in funzione delle difficoltà di reperimento di fondi,
quindi nell’ottica della previsione di entrata da parte dello Stato, perché noi
sappiamo che il differenziale tra quello che verrà introitato da Imu dovrebbe
essere corrisposto dallo Stato, cosa che invece sappiamo essere ancora posta
incerta. Su questo presupposto avevamo già anticipato la nostra volontà di
non modificare l’assetto normativo per l’anno 2012.
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Entrano il Cons. Ragni e la Cons. Samorì: Presenti N. 33.
Cons. RONDONI: Grazie all’Assessore. Siamo ovviamente non
contenti della risposta dell’Assessore, perché in questo momento di crisi la
ragione della nostra richiesta era molto semplice: aiutare le Onlus, aiutare
chi aiuta, quindi nell’ottica di non fare pesare costi in più alle casse
comunali, perché quando le Onlus in tempo di crisi faranno ancora più fatica
a erogare i servizi di assistenza e di educazione, è evidente che queste nuove
situazioni ricadranno pesantemente sulle casse comunali.
C’è una ragione di natura culturale, le Onlus le ricordo, Assessore, che
non hanno scopo di lucro e quindi aiutare queste realtà da parte del Comune,
che può e può entro il 31 ottobre esercitare questa possibilità, era un modo
in tempo di crisi di venire incontro a un’esigenza diffusa di queste realtà, ma
anche di una preventiva attenzione alle casse comunali. Si ritroverà il
problema più grande di prima.
Poi le dico anche, e lo dico con molto rispetto, visto che state per
votare Renzi, il Comune di Firenze ha fatto questo. Se volete votare Renzi,
fate anche quello che Renzi fa nel Comune, per cui il Comune di Firenze ha
usato questa leva e è diventato uno dei comuni capofila. Quando il Comune
di Forlì, che ha già elevato ai massimi livelli le proprie aliquote, poteva
almeno dare un segnale, e ve ne abbiamo chiesti tanti durante l’anno sul
nevone, sugli agricoltori, sui danni, va bene, ma almeno questo poteva
essere un segnale di attenzione in un momento particolarmente delicato, in
un settore ripeto dove scopo di lucro non c’è e quindi si poteva dare un
piccolo ma significativo contributo anche a non appesantire ulteriormente le
casse comunali. Questo per me rimane un punto di domanda e ve lo rigiro
ancora.
Entrano il Cons. Pantieri e la Cons. Gardini: Presenti N. 35.
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OGGETTO N. 66
INTERROGAZIONE QUESTION TIME, PRESENTATA IN
DATA 9 OTTOBRE 2012 DAL CONS. ANGELO SAMPIERI, IN
MERITO ALL'OMOLOGAZIONE DI ALCUNE PALESTRE.
Presidente RAGAZZINI: Per quanto riguarda il question time N. 66
è stata presentata una relazione al proponente Cons. Sampieri, quindi
eventualmente lo riproporremo la prossima seduta consiliare.
OGGETTO N. 68
INTERPELLANZA QUESTION TIME, PRESENTATA IN
DATA 9 OTTOBRE 2012 DALLA CONS. RAFFAELLA PIRINI, IN
MERITO AI CONTROLLI EFFETTUATI SUL CIRCO ROYAL.
Rinviato
Presidente RAGAZZINI: Invece i question time N. 64 e N. 68
verranno trattati successivamente, ma durante questa seduta consiliare.
ARGOMENTI
OGGETTO N. 82
HERA SPA - ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL 15
OTTOBRE 2012 PER FUSIONE ACEGAS - APS HOLDING SRL E
CONSEGUENTI MODIFICHE STATUTARIE - PARTECIPAZIONE.
Presidente RAGAZZINI: Passiamo ora agli argomenti. Come da
accordo in Conferenza dei capigruppo, partiremo dall’argomento N. 82, per
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il quale è previsto anche il voto dell’immediata eseguibilità. L’oggetto è
stato visto in I Commissione consiliare.
Entra la Ass. Zattoni.
Sindaco BALZANI: Consiglieri e cittadini, prima di lasciare la parola
all’Ass. Bellini per una disamina della deliberazione, vorrei dire poche
parole introduttive, poche perché la posizione dell’Amministrazione
Comunale è nota.
È dall’inizio del mandato che, con il sostegno degli elettori che hanno
votato una coalizione e un programma molto espliciti in questo senso, Forlì
si muove verso una politica ambientale chiara: reti pubbliche, raccolta
differenziata spinta, distretto del riciclo e conversione alla green economy
nei fatti, intervento deciso sul tema dell’energia, prefigurazione attraverso
una apposita legge regionale di strumenti fiscali, volti a favorire la
transizione verso la società del post-incenerimento.
Sapevamo e sappiamo che la nostra impostazione non è solo di una
parte, sapevamo e sappiamo che ovunque in Italia e in Europa i cittadini di
qualunque colore si orientano in prevalenza verso tali opinioni.
Come logico, dal momento che siamo azionisti di Hera e abbiamo
cooperato convintamente al rinnovo di un patto di sindacato, che prevedesse
da parte dei soci pubblici il tentativo di riorientare la politica industriale
della nostra grande Azienda, ci siamo rivolti alla multi-utility per realizzare
il nostro programma, consapevoli, come scriveva Keynes, che non è
sufficiente che lo stato delle cose che cerchiamo di promuovere sia migliore
dello stato delle cose che lo ha preceduto, deve essere sufficientemente
migliore da compensare i mali della transizione.
La transizione, cioè il passaggio, via via che il porta a porta e
l’economia del riciclo decollavano, a una fase di progressivo abbandono
dell’incenerimento, tra l’altro ulteriormente complicato nel nostro caso
dall’infelice ubicazione urbana degli impianti. Transizione significa
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consapevolezza degli investimenti fatti da ammortizzare, delle tariffe da
pagare, ma anche dello sviluppo di una nuova industria e di una chiara
scelta sulla raccolta da affermare.
Il nostro è un radicalismo temperato, il tutto e subito non ci appartiene
culturalmente. Abbiamo usato tutti i mezzi leciti a nostra disposizione,
incontri, progetti e controprogetti, conferenze, dati e discussione sui dati,
verifiche e anche infine l’arena regionale, la più appropriata per dirimere il
nodo del dove andare collettivamente sull’ambiente.
La nostra sensazione è stata quella di una debolezza strutturale della
politica verso le scelte imprenditoriali della multi-utility, che pure controlla
con il voto. Nonostante le cose scritte nei programmi dei partiti di governo e
in molta parte della Regione, le scelte operative erano e sono ispirate da
altre logiche, quella della grande impresa capitalistica per esempio, logiche
legittime che mirano a massimizzare i profitti e a offrire ai soci dividendi
assai interessanti, logiche che mirano all’espansione territoriale, alla ricerca
di capitali freschi e all’obiettivo di assumere, ove possibile, condizioni
monopolistiche e oligopolistiche, in modo da determinare da posizioni di
forza prezzi, tariffe, costi a carico dei consumatori pubblici e privati.
Sotto il profilo del percettore di rendita, e noi come Comune siamo
anche percettori di rendita, l’operazione industriale finanziaria della fusione
Hera Acegas è del tutto razionale e probabilmente positiva e fruttuosa, nulla
da dire da questo punto di vista. Non ne abbiamo mai fatto mistero.
Il fatto è però che noi siamo anche amministrazioni pubbliche, siamo
cioè azionisti e il nostro compito è quello di riorientare, nei limiti del
possibile, le politiche aziendali per portarle là dove vogliono i cittadini,
insieme elettori e consumatori, che ci hanno votato. Qui sta il nodo più
complicato e difficile da sciogliere, perché il grande disegno nato con Hera,
la nascita di un’impresa pubblica capace di migliorare la qualità dei servizi,
di contenere le tariffe e soprattutto di essere per i territori una sorta di
grande braccio secolare, nella prassi o almeno nella prassi che ho vissuto io
in questi anni, si è tradotto in una subalternità permanente a un management
aziendale di prim’ordine, dotato di forza contrattuale e di saperi che ormai le
amministrazioni locali non posseggono più.
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Questa asimmetria informativa fa sì che le negoziazioni tra territori e
Hera, almeno per i territori piccoli azionisti, ma come noi medi clienti, non
siano di carattere generale o di indirizzo come dovrebbe accadere, ma si
esauriscono sovente nel piccolo cabotaggio delle piccole e pure importanti
cose, come impianti e tariffe e reti, solo che il piccolo cabotaggio delle
piccole cose è fattivo e produttivo se alle spalle ci sono obiettivi chiari e
condivisi da parte degli azionisti pubblici e dell’Azienda. Se gli obiettivi
sono diversi, il cabotaggio diventa un bagno di sangue, i costi schizzano alle
stelle, i contributi richiesti alle realtà locali non bastano mai a garantire la
transizione da un sistema all’altro, che costerà sempre troppo per le nostre
tasche e così dovremo rimanere dove siamo.
Alla fine abbiamo dovuto dare ragione a Upton Sinclair, che diceva “è
difficile fare capire qualcosa a un uomo, quando il suo salario dipende dal
non capirla”.
Ecco perché crediamo che un segnale, un segnale da parte dei cittadini
e della politica che li rappresenta, vada dato, un piccolo segnale che tra
l’altro è senza conseguenze pratiche. Il Consiglio Comunale dà mandato al
Sindaco di votare contro il progetto di fusione Hera Acegas nel patto di
sindacato dei soci pubblici, il quale delibererà a maggioranza di votare sì
alla fusione, con l’obbligo per tutti i sottoscrittori del patto di adeguarsi alla
decisione, altrimenti che patto sarebbe? Un niente nel grande panorama
degli azionisti pubblici e privati e neanche un atto demagogico, perché sono
io il primo a dire che sul terreno industriale e societario il nostro
pronunciamento sarà irrilevante. Sul piano politico, però, no.
Noi intendiamo dire con chiarezza ai nostri amici soci pubblici che
questo ampliamento della base sociale rafforzerà sì il capitale, ma renderà
ancora più problematici i rapporti tra management e territori emilianoromagnoli, tra l’altro diluiti nelle percentuali, e che ciò indurrà l’Azienda,
una grande Spa quotata in Borsa, a muoversi secondo logiche privatistiche
ancora più marcate di quanto oggi non avvenga.
Il processo che abbiamo davanti è chiaro, perché mistificarlo? Questo
è il nostro scopo: dare un segnale politico preciso perché non vi siano più
alibi, perché è impensabile che la politica sull’ambiente e sui rifiuti
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ovunque, a Napoli, a Roma, a Forlì, in Emilia Romagna, non sia il prodotto
della riflessione, dell’impegno di chi è eletto a questo scopo pro tempore dai
cittadini, il quali dovrà dotarsi di strumenti adeguati per la programmazione
e la regolazione, che oggi possiede spesso in misura del tutto insufficiente, e
perché si chieda alle forze politiche, a tutte le forze politiche un atto di
chiarezza e di coerenza tra quello che si promette il giorno delle elezione,
per ottenere il consenso, quello che si dice nei convegni e quello che poi
materialmente si pratica nelle sedi in cui le politiche devono essere
individuate e assunte.
Noi non ci illudiamo, non finirà come ne Il Ruggito del Topo, un
celebre film satirico e pacifista con Peter Sellers. Resteremo topi e buona
notte, ma topi liberi pensatori e liberi attori sì, almeno questo!
APPLAUSI
Ass. BELLINI: Buon pomeriggio. Come già anticipato dal Sindaco,
introduco
alcune delle
motivazioni,
dei passaggi contenuti
nella
deliberazione che oggi discutiamo.
L’Amministrazione Comunale, all’interno di Hera, assume due ruoli,
il primo è quello di socio di capitale e il secondo è quello di rappresentante
dei cittadini, ovvero rappresentante dei clienti. Noi riteniamo che il secondo
ruolo sia prevalente e per i soci di una società di capitale l’operazione della
fusione è sicuramente positiva dal punto di vista finanziario, come già
dichiarava il Sindaco, in quanto questa operazione consente di recuperare
liquidità attraverso l’intervento di un importante investitore pubblico.
Tuttavia, in qualità di rappresentante dei cittadini, l’Amministrazione
Comunale propone un voto contrario alla fusione all’interno del patto di
sindacato dei soci pubblici.
Tale voto contrario è motivato da tre considerazioni che ora vi
enuncio, la prima dice che l’Amministrazione Comunale ritiene prioritaria
una
fusione
con
aggregazioni
di
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ambito
regionale,
invece
che
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extraregionale, se fusioni debbono essere, perché nell’ambito regionale sono
condivise la regolazione, la programmazione e la gestione dei servizi
pubblici locali. La seconda motivazione è che l’aumento di capitale e del
numero dei soci pubblici rendono la governance pubblica più debole e
favoriscono logiche di tipo finanziario rispetto a politiche industriali
orientate alla sostenibilità e alla qualità del servizio fornito ai cittadini.
La terza è che l’Amministrazione Comunale e tutto il Consiglio
Comunale aveva votato un documento di indirizzi quando, a novembre
2011, abbiamo sottoscritto il patto di sindacato di Hera e gli indirizzi
proposti vincolavano la presenza di una maggioranza pubblica di Hera a
precisi obiettivi, primo un forte impegno verso gli investimenti per
l’innovazione dei servizi e delle reti, verso una maggiore sostenibilità
ambientale, secondo migliori servizi per i cittadini e per le imprese, anche
per le fasce più deboli e per i servizi meno remunerativi; questi obiettivi
sono ritenuti prioritari per garantire una prospettiva di lunga durata
all’Azienda e per rispettare il ruolo dei soci pubblici. L’operazione di
fusione e il Piano industriale dell’Azienda non sono pienamente coerenti
con tali indirizzi, quindi questa deliberazione è un atto di coerenza rispetto
agli impegni già assunti da questa Amministrazione Comunale, come già
ricordava il Sindaco.
Tuttavia la deliberazione vuole porre in evidenza alcuni temi politici,
come diceva il Sindaco, in una forma costruttiva e propositiva. A questo
scopo nella deliberazione si propongono una serie di interventi per il nostro
territorio e questa proposte intervengono su 7 settori e contengono progetti
orientati a promuovere la riduzione degli impatti ambientali, a promuovere
lo sviluppo economico del territorio e migliore efficienza, ovvero
ottimizzazione del rapporto tra le tariffe e il livello dei servizi.
Questi progetti sono una parte fondamentale del programma di
mandato e la loro mancata realizzazione pone un tema sull’Azienda Hera,
perché si è dimostrata inefficace nella risposta a queste proposte. Il tema
riguarda la governance dell’Azienda, perché in particolare all’interno di una
multi-utility convivono servizi e settori di natura molto diversa. Gas e
energia sono mercati completamente liberalizzati, nei quali per competere è
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necessaria una dimensione superiore a quella dell’attuale Azienda; acqua e
rifiuti, invece, sono mercati regolati, per i quali è prevalente la natura di
servizio pubblico e di legami con i territori e le loro specifiche esigenze
locali.
Inoltre la volontà popolare, espressa a grande maggioranza dal
referendum 2011, indica chiaramente la preferenza per una gestione dei
servizi senza rilevanza economica, ovvero senza profitti e marginalità per i
gestori. L’attuazione di questa volontà richiede importanti riforme, in
quanto è possibile gestire i servizi senza rilevanza economica solo
modificando le regolazioni e le normative fiscali dei servizi. In particolare è
necessario reperire le risorse necessarie per gli investimenti del servizio
idrico integrato e per i rifiuti, ovvero tecnologie per la raccolta e per gli
impianti di recupero e riciclaggio, al di fuori della tariffa.
La convivenza di questi settori di natura così diversa all’interno di
un’unica azienda pone un tema importante, che noi riteniamo indispensabile
sciogliere prioritariamente rispetto alla scelta di operazioni di natura
finanziaria. L’Amministrazione Comunale ha proposto strumenti, basati
sulla fiscalità ambientale, per reperire le risorse per gli investimenti e mi sto
riferendo alla Legge di iniziativa popolare sui rifiuti, che questo Consiglio
Comunale per primo ha proposto alla Regione Emilia Romagna, come
esempio di strumenti per fornire risposte a questo tema della mancanza di
rilevanza economica per la gestione dei servizi.
Inoltre propone di modificare le regole tariffarie per consentire
ammortamenti più rapidi degli investimenti e per evitare che i gestori dei
servizi siano penalizzati dal punto di vista fiscale, con ammortamenti troppo
lunghi per i loro investimenti.
L’attuazione della fiscalità ambientale e la definizione di nuove norme
per la definizione di servizi pubblici locali, idrico e rifiuti, rappresenta dal
nostro punto di vista una valida alternativa alle fusioni, che sono, invece,
operazioni necessarie solo per la gestione dei servizi energetici, quindi
l’obiettivo della deliberazione è di aprire, all’interno del patto di sindacato
dei soci pubblici, una discussione sulla governance di Hera e in generale una
discussione sulla normativa dei servizi pubblici locali, che dovrà essere
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riformata in accordo alla volontà popolare espressa con il referendum dello
scorso anno.
Esce il Cons. Gugnoni; entrano i Cons. Bandini e Tappari: Presenti N.
36.
Cons. APRIGLIANO: Ieri, Sindaco, durante l’esposizione in
Commissione di questa deliberazione, le chiedevo se questo di oggi
rappresentasse, attraverso la sua posizione, una tempesta in un bicchiere
d’acqua. In realtà, a leggere i tanti interventi apparsi anche oggi sulla
stampa, sembra che questo abbia innescato una vera e propria battaglia
culturale, una vera e propria battaglia politica, sulla quale noi le chiediamo
fino in fondo di fare la sua parte, cioè di non scherzare soltanto, di avere più
coraggio nell’affermare il diritto di rappresentare la propria cittadinanza e il
volere del proprio popolo, costi quello che costi.
Immaginiamo che, a seguito di questa deliberazione e di questa presa
di posizione politica, che poi sostanzialmente porterà comunque a approvare
la fusione per via del patto di sindacato, ci siano azioni concrete da qui allo
scadere della legislatura, che facciano percepire alla cittadinanza che quella
di oggi non è una tempesta in un bicchiere d’acqua.
È ovvio che non la invidiamo, perché all’interno del suo partito nel
sistema romagnolo, ma anche nel sistema emiliano-romagnolo, lei sembra
una mosca bianca e mi chiedo se avrà la forza sufficiente e necessaria per
affermare questi principi politici, oppure ci penseranno come al solito gli
apparati di partito a farla fuori e a farla pagare questa sua voce fuori dal
coro, con l’unico difetto di avere una volta tanto - io credo che sia
veramente la prima volta, mi dispiace ammetterlo, ma lo ammetto anche con
piacere, perché questo in qualche modo conferma il fatto che, quando si è
sindaco di una città, bisogna anche avere la percezione che si è il sindaco di
tutte le parti in causa - un sindaco che tira fuori gli attributi e dice chiaro e
tondo che a questo gioco al massacro nei confronti dei nostri cittadini, sulle
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bollette e sul non controllo della spesa della gestione dei servizi pubblici,
non ci stiamo più, quindi mettiamo in moto un meccanismo idoneo e forte
per fare capire che, all’interno di questo consesso, ci sono persone che fanno
valere, per quello che possono fare valere, i propri diritti.
Le chiedo, pertanto, più coraggio e le chiedo, se avessi avuto i 5
milioni per uscire dal patto di sindacato, a tanto ammonta la penale che
avremmo dovuto pagare per uscire dal patto di sindacato, se lei se la sarebbe
sentita di rompere il patto di sindacato costi quello che costi.
E vorrei capire, attraverso questo ragionamento politico, se c’è spazio
per pensare, all’interno della sua Giunta Comunale, all’affermazione della
gestione pubblica dell’acqua, all’affermazione della gestione pubblica dei
rifiuti e del trattamento dei rifiuti, della raccolta del trattamento dei rifiuti.
“Ci stiamo organizzando” abbiamo sentito, ma quanti anni ci vogliono?
Quanto tempo ci vuole? Quanti sacrifici ancora deve sopportare questo
territorio per cercare di rendersi conto che il non riconoscimento
dell’autonomia nella gestione fu un grandissimo errore e oggi ne paghiamo
tutti le conseguenze. Abbiamo creato mostri enormi che non solo bussano
alla porta, ma determinano i prezzi esattamente come meglio credono.
Mi chiedo, Sindaco, se sia consapevole di una questione e se questo
territorio è consapevole di una questione. Il Presidente dell’Unioncamere
degli Industriali oggi sulla stampa afferma che questa scelta è un errore, noi
diciamo beh una volta tanto che si parla di politica, ci si lamenta
dell’assenza della politica, oggi abbiamo l’affermazione della politica nelle
sue espressioni più alte, perché se non discutiamo di questo, se la politica
non discute di questo, mi chiedo su cosa dovrebbe discutere materialmente.
Ci si lamenta poi che un sindaco porta i cittadini all’interno del Consiglio
Comunale, interroga i propri cittadini, si fa parte attiva contro tutto
l’apparato per affermare il principio della politica, della difesa del proprio
territorio, ci si lamenta, c’è qualcosa che non funziona!
Allora il Sindaco ha il dovere di rispondere a coloro che ritengono che
questa posizione sia una posizione sbagliata, perché deve pure emergere che
ci sono posizioni che vanno contro gli interessi dei forlivesi, deve pure
emergere in modo chiaro che, all’interno dello stesso apparato di governo, e
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in questo caso ovviamente di Sinistra, ci sono posizioni che remano contro,
e non voglio immaginare per quali motivi e per quali interessi, ma che
remano contro il loro stesso popolo che li ha eletti, perché altrimenti, a
fronte di un tema come questo, bisognerebbe trovare un’unità di intenti
molto forte, almeno territoriale.
Non è possibile assistere a posizioni diverse, tipo quella di
Alessandrini, eletto all’interno di questo territorio e eletto all’interno del
partito che lei rappresenta, perché un confronto e una chiarezza definitiva su
come si vuole procedere, su come deve procedere sulla base del mandato
elettorale dato dei cittadini all’interno del partito, bisogna pure farlo, perché
altrimenti non ne veniamo fuori, altrimenti abbiamo all’interno dello stesso
partito diverse posizioni e ognuno se la canta e se la suona come meglio
ritiene opportuno. Così non è possibile più andare avanti!
Ci rallegriamo, Sindaco, del fatto che lei abbia preso posizioni di
questo tipo, che sono largamente posizioni dell’opposizione. Da sempre le
opposizioni hanno criticato lo strapotere e il modo in cui sono stati gestiti i
servizi pubblici. Noi speriamo che lei possa portare fino in fondo la
battaglia, perché ha le caratteristiche politiche, umane, morali per potere
imporre un ragionamento politico del territorio per i propri cittadini.
Entra il Cons. Sansavini; esce il Cons. Pasini: Presenti N. 36.
Cons. DI MAIO: La deliberazione che ci apprestiamo a votare oggi
pone in discussione un argomento quanto mai importante per il presente e il
futuro del territorio forlivese e romagnolo. Questo argomento evidentemente
è la gestione dei servizi pubblici locali, perché non dobbiamo mai
dimenticare che, quando parliamo di Hera, parliamo di questo, parliamo di
servizi pubblici e di servizi che impattano quotidianamente sulla vita di tutti
noi, sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre imprese. È su questa gestione
che Hera basa il proprio business.
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La scelta di fare nascere questo colosso industriale, giusta quando
venne fatta per semplificare la miriade di società municipalizzate, che
moltiplicavano i costi e non garantivano più efficienza e qualità dei servizi e
non erano più in grado, da sole, di rispondere alle esigenze di un territorio,
fu una scelta giusta che oggi non vogliamo mettere in discussione. È una
scelta che ha assicurato milioni di Euro di investimenti, occupazione,
importanti realizzazioni anche per i soci pubblici, che hanno potuto
beneficiare dei dividendi, e anche investimenti importanti sul nostro
territorio forlivese, tra i quali cito per tutti la centrale di telecontrollo, che
credo sia un gioiello di tecnologia e della tecnica, che ha sede proprio qui a
Forlì.
Così com’è stato giusto il tentativo di coniugare la qualità dei servizi,
il controllo pubblico dei servizi a beneficio di cittadini e imprese, con la
redditività, cioè il tentativo di fare stare insieme e di rispondere da un lato
alla trimestrale di cassa, di cui chiedono conto ogni 3 mesi gli analisti e gli
investitori di Borsa, e dall’altro rispondere anche al potere di indirizzo e
controllo pubblico che deve essere esercitato dagli enti locali che sono soci
di Hera.
È di questo che oggi vogliamo discutere e è su questo che si basa la
nostra deliberazione e il nostro voto a sostegno di questa deliberazione,
fermo restando, come veniva ricordato dall’intervento del Sindaco e
dall’Ass. Bellini, la bontà dal punto di vista industriale dell’operazione di
fusione per incorporazione con Acegas, analoga società che gestisce i
servizi a Padova e Trieste, anzi se fossimo esclusivamente azionisti di Hera
e non avessimo nessuna altra funzione che quella di investitori di Hera,
l’operazione andrebbe salutata solo positivamente, anche perché porta con
sé maggiori garanzie occupazionali, maggior solidità, maggior possibilità di
attuare economie di scala e di potere essere competitivi sul mercato e anche
ci auguriamo di potere lavorare su tariffe inferiori a quelle attuali.
È un’operazione che aumenterà sicuramente la remuneratività delle
azioni di Hera e auspichiamo anche contribuisca a farne risalire il prezzo sul
listino azionario, dove evidentemente, anche per la crisi finanziaria di questi
anni, il valore delle azioni ha perso parecchio valore.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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Il Comune di Forlì però non è solo un azionista, a differenza per
esempio della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, che detiene
anch’essa quote di Hera. Il Comune di Forlì è anche un cliente importante di
Hera e è soprattutto rappresentante degli interessi dei cittadini e delle
imprese forlivesi, ai quali deve rendere conto e da cui è stato eletto sulla
base di un programma di mandato ben preciso, un programma che metteva
al centro della nostra idea di sviluppo e che mette al centro della nostra idea
di sviluppo il tema dell’ambiente, della gestione dei rifiuti, del risparmio,
del riciclo, delle energie rinnovabili e della possibilità di costruire una
nuova filiera produttiva proprio investendo su questi settori.
Siamo quindi convinti, sulla base delle cose che hanno spiegato il
Sindaco e l’Assessore Bellini, che votare favorevolmente a questa
deliberazione non sia un voto contro Hera, né è possibile ridurre questa
scelta a una semplice diatriba interna a una forza politica. È un voto che
portiamo avanti nell’interesse prima di tutto dei cittadini, delle imprese, del
futuro del nostro territorio e del rapporto con l’Azienda.
Crediamo sia necessario costruire una relazione con Hera, che sia più
coraggiosa, che sia fondamentale riportare il potere di indirizzo e di
influenza sulle scelte che vengono compiute dai manager che gestiscono
l’Azienda di più in mano pubblica. Oggi lo sono solo in minima parte,
almeno per quanto riguarda Forlì, e l’ingresso di nuovi soci pubblici diluirà
dal punto di vista azionario il peso specifico, quindi anche la possibilità per
il Comune di Forlì di farlo, come ricordava l’Ass. Bellini.
La deliberazione di oggi, che conferirà al Sindaco il mandato di votare
contro l’operazione all’interno del patto di sindacato dei soci pubblici e non
nell’assemblea degli azionisti, dove essendo contraenti del patto, ci
allineeremo con ciò che deciderà la maggioranza, è più di un segnale
politico. È la volontà di sancire un principio per cui un’azienda come
questa, un’azienda come Hera, dove ci sono soci pubblici, i soci pubblici
non possono essere considerati alla stregua degli altri azionisti o di azionisti
qualsiasi, perché c’è in mezzo l’interesse collettivo.
La logica che deve governare il patto di sindacato e gli indirizzi
aziendali deve andare oltre il semplice misurare con il bilancino il peso
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percentuale di ogni azionista, ma deve tenere conto anche del peso in
termini di altri parametri. Le quote azionarie non possono essere l’unico
criterio che viene preso in considerazione, perché c’è anche un dato relativo
alla quantità di servizi dati in gestione e soprattutto alle esigenze e alle
richieste che la comunità locale pone all’Azienda.
Dobbiamo quindi essere messi nelle condizioni di potere sviluppare i
punti che abbiamo già indicato un anno fa, quando votammo un documento
di sollecito all’Azienda, che vengono ripresi in questa deliberazione, perché
riteniamo che da questi punti, da questi investimenti passi una fetta
importante dello sviluppo del futuro di Forlì e non solo del territorio
forlivese. Lo vogliamo fare con Hera, sapendo che l’Azienda è in grado, se
vuole, di fornire servizi di qualità, deve avere più coraggio, e vogliamo
rivendicare il nostro ruolo di soci pubblici e dunque di soggetto deputato a
determinare l’indirizzo da seguire nello svolgimento di politiche di sviluppo
gestione di questi servizi nel territorio forlivese.
Vogliamo ribadire, inoltre, che è sbagliato dare per scontato il
consenso del territorio forlivese su questa operazione, come su altre partite
di scala sovracomunale, a prescindere, solo per una comunanza di
provenienza politica e senza che vi sia un reale e effettivo coinvolgimento e
senza che tali scelte abbiano una vera e positiva ricaduta sul nostro
territorio. Vogliamo sottolineare e ricordare che con questa deliberazione
svolgiamo il nostro ruolo di rappresentanti eletti dai cittadini, tutti coloro
siedono su questi banchi sono qui perché sono stati scelti da migliaia di
persone, che hanno scritto il nostro cognome sulla scheda elettorale, e
troppo spesso ce lo dimentichiamo.
Non siamo nominati, non siamo cooptati e non siamo profumatamente
pagati per fare ciò che ci dice un azionista privato o colui o colei che ci ha
nominati. Siamo qui sulla base del voto di migliaia di persone, per svolgere
una funzione di interesse pubblico, e questa funzione va ascoltata e bisogna
tenerne conto. Riteniamo che sia interesse pubblico, per Forlì e per i comuni
del comprensorio, cogliere questa occasione per lanciare un segnale che ci
attendiamo venga recepito e sia l’inizio, l’avvio di una relazione diversa,
migliore con l’Azienda.
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Ci attendiamo che le richieste di impegno, che abbiamo sottoposto a
Hera sulle cose che sono scritte e che indichiamo in delibera, vengano
onorate e ci attendiamo che ci sia più attenzione per questo territorio e per le
esigenze che abbiamo posto, non per una semplice rivendicazione
campanilistica, ma anche perché siamo convinti che Forlì, prima città
capoluogo in Emilia Romagna a avere avviato la raccolta dei rifiuti porta a
porta, possa essere utile anche per aiutare altre zone del nostro territorio,
altre zone servite da Hera a crescere, anche in settori inesplorati, o quasi
inesplorati, oltre a sviluppare buone pratiche non solo dal punto di vista
finanziario, ma anche nella gestione dei servizi.
Noi ci crediamo e chiediamo perlomeno di provarci e avere più
coraggio all’Azienda.
Esce la Ass. Briccolani; entra il Vicesindaco Biserna.
Cons. RONDONI: Sindaco, ancora una volta si è messo in una
condizione di grande difficoltà e mettendosi lei mette in difficoltà la Città.
Io credo che ci sia un modo di andare contro i poteri forti, e lo dico subito,
chiaro chiaro: con l’alternanza politica, con il gioco delle due parti si fa più
fatica, fare maggioranza e opposizione al tempo stesso. O si ha il coraggio
di una strada o si ha il coraggio di un’altra.
Evidentemente qualcosa non torna, perché le faccio la domanda più
banale: perché gli altri comuni votano in un modo, governati dal Pd, e noi
che abbiamo una maggioranza del Pd andiamo da un’altra parte? Dov’è la
coerenza politica? Evidentemente queste preoccupazioni che avete detto
pubblicamente, anche largamente condivisibili, le abbiamo solo noi,
esistono solo a Forlì.
Questa è una situazione di fatto che genera una situazione
problematica territorialmente. Mi permetta anche un’osservazione di
metodo. Noi la deliberazione l’abbiamo vista lunedì alle 12.45, non è giusto
che su un argomento così delicato l’opposizione possa valutare in tempi
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brevi in Commissione, i nostri Consiglieri si sono lamentati e lo dico
pubblicamente. Un tema così richiede più tempo e più attenzione anche
nella valutazione politica prima del Consiglio Comunale, ma comunque non
sfuggiamo al dibattito, vi lasciamo giocare questa che noi definiamo una
partita più di facciata che di sostanza.
L’ha detto lei, Sindaco, questo voto è irrilevante. Dite e accontentata
la piazza qui a Forlì, i vostri pezzi di coalizione che non sono rappresentati
in Consiglio Comunale, ma a Bologna abbassate la testa: questo è il
problema! La coerenza vorrebbe che, se si prende una posizione, si va fino
in fondo, perché a fine luglio il Sindaco doveva andare a Bologna a dire
queste cose, al patto di sindacato bisogna mandare il referente non a votare a
favore ma a votare contro. Le chiedo cosa ha votato il nostro referente a fine
agosto.
Ci sono degli atti precisi, non c’è una dichiarazione, per l’amor del
cielo ripeto largamente condivisibile sul piano dei contenuti, ma la politica è
fatta di atti, di fatti e di voti concreti. Cosa succederà dopo questo voto?
L’avete detto voi: tutto andrà avanti come prima, ci sarà un segnale di
natura simbolica, ma nulla cambia.
Allora faccio la domanda al Partito Democratico e la faccio
pubblicamente: avete la forza voi, dopo che su Sapro e su Seaf avete
dimostrato di essere l’ultima ruota del carro di questa Regione, isolando
sempre di più questa Città, siete in grado di fare quello che state dicendo
oggi o ancora una volta subirete i comandi superiori? Cosa volete fare di
questa Città? Siccome ne avete il comando, ne avete il governo, ne avete
l’amministrazione, non dovete fare delle sceneggiate, dovete assumervi la
responsabilità.
Siate chiari nei confronti della Città che vi ascolta su cosa volete:
volete la multi-utility grande o non la volete? Perché non si può dire una
cosa là e un’altra cosa qui, come Partito Democratico esprimetevi anche a
livello regionale. Volete un’alternativa? L’avete un’alternativa? Se non
volete quello, cosa volete dare ai cittadini? D’accordo la politica ambientale,
siamo tutti d’accordo, ma da dove passa? Al di là dello schiaffo che oggi
volete dare simbolicamente, che ci troverà… noi lo diciamo da sempre che
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Hera è lontana dai cittadini! Noi abbiamo fatto la campagna elettorale su
questo.
Qual è il punto di diversità che portate oggi? Qual è la vostra
proposta? Non vogliamo trasformare la questione di Hera in una battaglia
intestina al Partito Democratico, le vostre primarie, i vostri congressi, le
vostre difficoltà interne, le vostre valutazioni tenetele giustamente nelle sedi
del Partito, la Città non può pagare il prezzo, non può pagare questo prezzo!
Oggi voi fate alzare la temperatura della Città, già ampiamente critica, per
qualcosa che non ha rilevanza politica, ce l’ha simbolicamente, ma
vogliamo fare un passo in avanti sullo sviluppo concreto della Città?
I soci pubblici contano poco, certamente avete scoperto l’acqua calda!
La privatizzazione però è un percorso che voi non sapete affrontare, la
privatizzazione il confronto con il mercato globale, le dimensioni europee è
un tema che vedo fa fatica in questi territori, evidentemente li governate voi
e dovete farvi qualche domanda, perché non è che il mercato è un mostro
punto, c’è uno scenario dove oggi si interviene che è diverso da 10 anni fa e
evidentemente su questo caricate di un’enfasi eccessiva, che danneggia la
Città, che la spacca, ma vi spaccate voi e non certamente noi che abbiamo
sempre avuto un atteggiamento, quando già su Seaf e Sapro questa Città
soffre molto.
Io non vedo molta coerenza, chiedo quindi al Pd che tipo di politica
vuole fare di questi territori coesa con gli altri comuni, coesa con gli altri
territori, perché noi ci stiamo isolando su tutto, noi siamo l’ultima ruota del
carro isolati e facciamo di questo isolamento un orgoglio, per certi aspetti è
anche condivisibile, ma ripeto l’efficacia qual è? A Bologna tenete una
posizione e a Forlì ne tenete un’altra, abbiate il coraggio di andare fino in
fondo, perché altrimenti noi rischiamo forte.
Sul contenuto di Hera è da tempo che si dice, noi abbiamo solo una
stella di riferimento: le utenze dei cittadini. Voglio sapere tra un anno se le
utenze dei comitati saranno aumentate sì o no, è su questo che misuriamo la
qualità dei servizi certamente, ma il costo e le tariffe. Avevate promesso che
con Hera si sarebbe ridotto il costo delle utenze e noi abbiamo visto di anno
in anno aumentare, oggi vi lamentate di cose dette da noi da tempo. Anche,
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e lo dico come esempio, persino sui rimborsi Iva della tariffa di igiene
ambientale, che la Corte di Cassazione ha riconosciuto non essere dovuta ai
cittadini, ci eliminate la possibilità del rimborso ai cittadini. Evidentemente
non c’è coerenza su questo, forse questo è più efficace e più sensibile anche
alle orecchie e alle tasche dei cittadini.
Dite che non siete in grado di riordinare o di dare indirizzi a una
politica industriale: questo credo che sia un problema grande per un partito
che vuole ancora avere - questo sì - il monopolio dell’amministrazione di
questa Città. Attenzione, perché la Città ci sta guardando e vuole sapere
cosa riuscirete a fare per ridurre i costi delle tariffe ai nostri cittadini: questo
è il punto! Tutto il resto può essere giusto sui principi, ma non è efficace
nella sostanza, per cui vi chiediamo non delle boutade o delle situazioni
anche carine e simpatiche, ma che non portano risultato per la nostra Città.
Noi chiediamo qualcosa che vada oltre.
E poi lo dico sottovoce perché i cittadini devono sapere. In tutta
questa operazione io credo che ci siano dei livelli nazionali e cito un nome:
Bassanini. Sapete che le operazioni hanno un rilievo anche dovuto a
personaggi a voi cari, allora se siete capaci andate da questi personaggi a voi
cari e ditegli in faccia quello che venite a dire a noi qui, ditegli quelle che
sono le questioni dei vostri mal di pancia e governateveli all’interno del
vostro mondo. Perché li deve pagare la Città? Evidentemente questo risulta
essere un passaggio difficile, politicamente difficile.
Forlì temiamo - l’avete detto voi - che alla fine di questo non
succederà un’altra Forlì, succederà la Forlì che accetta, che rimane
schiacciata da Bologna, che subisce, che ha fatto un attimo un fuoco
d’artificio, ma non cambia.
Ve ne dico un’altra. Siete capaci di fare abbassare gli emolumenti dei
manager di Hera? Visto che c’è la riduzione giusta e legittima e oggi
invocata dai cittadini del taglio dei costi della politica, siete in grado di fare
tagliare pesantemente i compensi dei manager di Hera? Qui mi limito a
descrivere il titolo, ma ci sarebbe da aprire un capitolo, perché allora sì che
sareste credibili ai cittadini se fate una battaglia ma forte e naturalmente
dovete andare dai vostri superiori e riuscire a vincere questa partita.
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Concludo, Presidente. Un’altra pagina per noi non esaltante, per noi,
Sindaco, i cittadini non sono topi e glielo dico come battuta ovviamente,
sono uomini che soffrono la crisi economica e anche in questa Città
pesantemente, per cui rispetto ai nostri cittadini significa anche rispetto alle
loro utenze e alle loro tariffe. C’è difficoltà, noi vediamo una parte molto in
difficoltà, la parte della maggioranza, noi l’abbiamo sempre detto che su
Hera bisognava aprire tanti discorsi, quando li dicevamo noi ci avete detto
no e credo che il riferimento principale - lo ribadisco una volta di più - non
sia tanto quello che voi ci avete proposto oggi e potevamo speculare
politicamente molto di più sulla posizione che avete preso e non abbiamo
fatto di questo un’occasione particolare per appesantire la Città di una
battaglia che, forse, non avrebbe capito.
Noi continuiamo a dire su questo siamo d’accordo, sul punto che da
questa battaglia - se ne sarete capaci non lo so, ho molti dubbi - per i
cittadini ci possa essere una migliore qualità dei servizi e una migliore
anche possibilità di vedere ridotte le tariffe. Credo che tra un anno sia giusto
misurarsi su questo.
Entra il Cons. Gugnoni: Presenti N. 37.
Cons. RAGNI: Io credo che siamo di fronte a una grande ipocrisia e
mi rivolgo ai colleghi del Partito Democratico. Loro sanno benissimo che
oggi, votando no, in realtà votano sì, e perché? Quello che mi sorprende, e
dopo vi spiego perché, è come mai l’operazione fusione Hera Acegas non è
stata stoppata prima, stoppata quando il Partito Democratico regionale ha
deciso che la fusione andava bene, e per Partito Democratico regionale
indico l’organo del partito che ha deciso sì alla fusione.
Mi chiedo oggi voi, che fate finta di ostacolare la fusione, in realtà
sapete benissimo che il patto di sindacato voterà sì alla fusione, perché
comuni come Bologna, Modena e Ravenna hanno già detto sì e ora
detengono molte azioni. Altri comuni hanno detto sì, quindi dirà sì il patto
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di sindacato, quindi il nostro no, il vostro no ma sarà anche il nostro, perché
noi abbiamo sempre detto no, voi lo dite oggi no, il vostro no sarà un no al
patto di sindacato e poi una successiva adesione a quella che è la
maggioranza del patto di sindacato, che invece dice sì.
Non prendiamoci in giro, signori, voi non avete fatto nulla prima, non
siete intervenuti a livello politico, a livello regionale nel vostro partito, per
impedire che venisse fatta questa scelta che andrà a ricadere sulle tasche dei
cittadini, perché è prevista anche una modifica statutaria che voi sapete
benissimo, che consentirà che soci non enti pubblici possano entrare,
possano acquisire quote societarie, con il rischio concreto che gli enti locali
perdano il controllo, quindi non ci sia più il controllo pubblico della società
e che quindi le tariffe vengano offerte al libero mercato.
Se di ipocrisia parliamo, oggi voi dovete riconoscerlo, perché il vostro
no di oggi è un no che, al di là degli applausi di facciata dati al Sindaco,
nella sostanza è fumo negli occhi ai cittadini e credo che i cittadini non lo
meritino… (intervento fuori microfono) dopo parli, adesso esco io, dopo
intervieni e dici quello che pensi! Avrai tutto il tempo per smentire quello
che sto dicendo, ma non credo di potere essere smentito nei fatti.
Credo che oggi noi viviamo una commedia in diretta e spero che i
cittadini capiscano che in realtà il vostro retropensiero è quello di aderire,
nella sostanza, a quella che è la decisione regionale del partito, che è quella
di fare sì che la fusione avvenga e di esporre i cittadini alle tariffe del libero
mercato.
Cons. MONTANARI: Ogni tanto mi lascio trasportare dalla
polemica, chiedo scusa al collega che ho interrotto. Mi pare che i colleghi
dell’opposizione intervenuti non abbiano saputo resistere alla tentazione di
qualche speculazione politica, tentando di mettere noi in difficoltà e
dimenticando che il tema è ben più serio e dimenticando anche che, dove la
maggioranza ce l’hanno loro, le multi-utilities non si comportano molto
diversamente da Hera! Per cui il tema è di tutti, dobbiamo riflettere tutti allo
stesso modo.
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Io credo che il tema che affrontiamo oggi vada ben al di là del suo
significato più immediato, che è quello di esprimere un nostro parere di
azionisti di una società pubblica su una normale, seppure importante
operazione di fusione societaria. Com’è stato ampiamente detto, le
implicazioni sociali e politiche di questa decisione sono assai rilevanti e vi
assicuro molto sentite dalla popolazione, ne è prova ciò che sta succedendo
non solo oggi qui con tutto il pubblico in sala, ma nei vari Consigli
Comunali che stanno affrontando il tema.
A Bologna si è discusso fino a mezzanotte con i cartelli etc. etc., mi
dispiace dirlo, il mio Partito è stato isolato e la deliberazione è passata
grazie a un voto di un esponente dell’opposizione. Questa in effetti è una
società che per i servizi che eroga ha a che fare con la vita quotidiana di tutti
i cittadini e non è vero che noi oggi scopriamo l’acqua calda, perché c’è una
coerenza degli atti di questa Amministrazione Comunale, perché un anno fa,
quando abbiamo rinnovato il patto di sindacato, e l’ha ricordato sia il
Sindaco che l’Ass. Bellini, noi abbiamo messo dentro un atto di indirizzo a
quel patto che parlava di sostenibilità, di attenzione ai territori, alle loro
istanze, alle loro articolazioni associative, parlava di energie rinnovabili,
parlava di attenzione al cliente, riguardo per le fasce socialmente più deboli.
Ebbene oggi ci troviamo di fronte a un’operazione che non mi pare
vada in questo senso e per questo esprimiamo il nostro parere contrario, non
andiamo nella direzione di avvicinare la società ai territori. I territori
dell’Emilia Romagna scendono sotto il 51% di proprietà di questa società,
quindi conteranno di meno. A seguito della fusione, la proprietà sarà ancora
più parcellizzata, ancora meno in grado e in condizione di guidare e
indirizzare l’azione della società, che ormai è una grande realtà industriale,
il cui management agisce in pura logica di profitto, come suo dovere tra
l’altro.
E la storia di questi anni ci dice che questa logica tende a confliggere
con gli obiettivi di sostenibilità e di socialità che persegue una Pubblica
Amministrazione. Inoltre la presenza di un soggetto economico così potente,
che opera in regime di sostanziale monopolio, e io non so, ho visto che gli
industriali la pensano in un certo modo, ma vi assicuro che tutto questo
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suscita le perplessità del mondo dell’artigianato e della piccola impresa,
contrattualmente sempre soccombenti in ogni tipo di rapporto nei confronti
di Hera.
Per questo io credo una cosa e lancio anche una riflessione
all’opposizione. Credo che in chiave strategica, se vuole gettare uno sguardo
oltre l’immediato, la politica si deve porre il problema di affrontare il nodo,
ancora
irrisolto, del ruolo insostenibile
degli amministratori
che
continuamente sono proprietari, pro quota naturalmente, della società, sono
controparte in quanto enti che appaltano i servizi praticamente alle loro
società e controllori sempre di sé stessi nell’erogazione del servizio.
Se poi la società che gestisce i servizi è una società per azioni quotata
in borsa, è chiaro che il suo obiettivo prioritario diventerà quello di
realizzare profitti, anche a scapito degli interessi stessi che noi come
amministratori siamo chiamati a tutelare, interessi che - lo ripeto - non sono
solo quelli legati al sociale, ma sono anche quelli del nostro tessuto
imprenditoriale, di piccole imprese che ogni giorno denunciano e lamentano
costi alti e tempi di risposta troppo lunghi. Il problema, quindi, è che questo
modello non regge più e la politica deve mettervi mano e ripensarlo.
A mio modesto parere, io nel Partito Democratico faccio solo il
cameriere alla festa del pesce etc., però voglio lasciare questa testimonianza.
Questa Amministrazione Comunale, questo Consiglio Comunale - lo ridico
- con il voto di oggi non è che scoprono chissà cosa, ma non fanno che
confermare un’impostazione e una linea che in questo quadro voglio
ricordare le decisioni assunte negli anni precedenti: 1) di non cedere le reti a
Hera, 2) di impostare il patto di sindacato come detto prima, in modo
diverso, 3) di costituirci parte civile nel processo sui danni dell’inceneritore,
4) di essere promotori di una nuova legge regionale sulla gestione dei rifiuti,
che comunque a livello regionale è stata sottoscritta da rappresentanti di tutti
i gruppi politici della maggioranza.
Mi auguro che avrà un suo corso nell’assemblea legislativa regionale,
anche se a molti non è simpatica, quindi magari se anche il Centro-destra ci
desse una mano in questo senso, forse avremmo qualche opportunità in più.
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Altrettanto chiare sono le questioni su cui da tempo attendiamo
risposta, i famosi 7 punti dell’allegato F del materiale della deliberazione di
oggi, che ha ricordato l’Ass. Bellini e che per brevità non ricordo, ma sono
progetti in sospeso su cui attendiamo risposte da Hera che non vengono.
Questo territorio merita risposte!
Il nostro comprensorio, i 15 comuni del forlivese, tutti noi pagando le
bollette portiamo in dote a Hera una quota di fatturato importante, molto
superiore a quanto riceviamo sottoforma di dividendi azionari. Ciò significa
che risorse prelevate nel nostro territorio vengono impiegate altrove.
Voglio anche segnalare una cosa che mi ha colpito. Se avete visto
l’allegato C, sempre nella documentazione di oggi, che illustra le modifiche
da apportare al patto a seguito della fusione, questo documento a pagina 27
prevede che i soci entranti, Padova e Trieste, con una partecipazione che pro
capite è poco più del 5% abbiano un componente a testa nel nuovo
Consiglio di amministrazione, oltre a un componente nel nuovo Comitato
esecutivo di Hera, che è un organismo dotato di ampi poteri, ampie deleghe,
che passa da 3 a 4 componenti a seguito dell’operazione.
A me, a prima vista, pare che i nuovi soci, a fronte della loro
partecipazione societaria, siano abbastanza sovrarappresentati sia in
Consiglio che nel Comitato esecutivo, quindi negli organismi esecutivi della
società. Immagino che tutto ciò sia stato oggetto di trattativa, tuttavia non
mi risulta che questa trattativa abbia coinvolto i nostri territori.
Ho inoltre personalmente qualche ulteriore riserva sulla politica dei
dividendi adottata da Hera. Nel 2011 la Società ha distribuito dividendi pari
al 96% del proprio utile, in un esercizio in cui l’esposizione finanziaria della
società è aumentata da 1,86 miliardi di Euro a 1,99, praticamente a 2
miliardi di Euro, quindi probabilmente anche dal punto di vista di Hera
potere disporre di una proprietà più solida di quella attuale, che
difficilmente è in grado di rinunciare a quel tipo di remunerazione del
capitale, sarebbe più salutare e più sano, sempre in merito a quel
ripensamento che dobbiamo fare.
Come vedete ci sono, dal nostro punto di vista, ampie e circostanziate
motivazioni che ci portano a fare prevalere le ragioni contrarie alla ratifica
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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di questa operazione. Aggiungo che questa volta più di altre sento che
stiamo assumendo una decisione che è in sintonia con il sentire dei nostri
concittadini e mi auguro e spero che ciò contribuisca a colmare, almeno in
piccola parte, l’enorme distanza che ormai li separa dalla politica.
Entra il Cons. Nervegna: Presenti N. 38.
Cons. BALESTRA: Innanzitutto tengo a puntualizzare in che modo
le amministrazioni e i consigli comunali devono, purtroppo, affrontare le
deliberazioni di Hera. Purtroppo, in questi anni, i comuni con la quotazione
in Borsa di Hera, l’aumento continuo della dimensione della società e il
patto di sindacato di primo e secondo livello hanno costruito un meccanismo
che porta i Consigli Comunali a affrontare questi temi di fatto a giochi fatti,
al fine probabilmente di evitare sorprese, che però questa volta
probabilmente ci saranno, questo come dimostrano gli esiti dei Consigli
Comunali che ci hanno preceduto.
Vediamo numerosi piccoli comuni che hanno votato contro la fusione,
nel Comune di Modena passa con l’astensione di 4 Consiglieri del Partito
Democratico, a Bologna viene approvata grazie al voto del civico
Aldrovandi, ex amministratore delegato di Hera, a Rimini la deliberazione
non è stata neanche presentata in Consiglio Comunale, Forlì invece voterà
contro.
Per questo, penso che si debba dare atto a questa Amministrazione
Comunale di avere la capacità di essere all’avanguardia da questo punto di
vista, non di fare salire la temperatura della Città, perché quando si tratta
probabilmente di difendere i nostri diritti, probabilmente l’Amministrazione
Comunale qualcosa lo fa, il tentativo in qualche modo, come ha detto il
Sindaco, l’abbiamo fatto.
Premesso ciò, è fuori da ogni ragionevole dubbio che l’Azienda Hera
sia sempre più lontana rispetto alla mission iniziale, lontanissima dalla
mission che dovrebbe avere una società di maggioranza pubblica sul proprio
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territorio, in quanto le risorse che dovrebbero essere impiegate in primis per
migliorare il servizio da una parte e calmierare le tariffe dall’altra, in questo
momento non risponde con efficacia alle problematiche che abbiamo.
Faccio un esempio: implementare la raccolta differenziata porta a
porta a Forlì ormai è diventata una corsa a ostacoli, nonostante gli utili fatti
con il rincaro delle bollette pagate dai cittadini. Forse, se invece di pensare
agli utili, la nostra Azienda si concentrasse sugli investimenti e sul
calmierare le tariffe, noi come Consiglio Comunale faremo anche il nostro
dovere, ma non si può, perché l’Azienda è quotata in Borsa e il mercato ci
chiede utili, anche a costo di rincarare le tariffe.
A fronte di mancati investimenti e delle tariffe stellari, sottolineiamo
l’alto livello di costo della struttura manageriale e dirigenziale. È di dominio
pubblico il fatto che, con le nuove nomine dei dirigenti Hera, arriviamo a
ben 132, raggiungendo un rapporto tra dirigenti e lavoratori del 2%.
Immaginate che comunque questo rapporto, in un’azienda privata, è sotto
l’1%. Inoltre c’è da evidenziare che con la decisione relativa alla fusione
con Acegas Aps sono stati nominati altri dirigenti e nel processo di fusione i
membri del Consiglio di amministrazione aumenteranno da 18 a 20.
In tema di governance, la triste realtà è che una volta conclusa
l’operazione la quota del patto di sindacato, controllata dai comuni
emiliano-romagnoli, scenderà ben al di sotto del 50% e con il successivo
ingresso della Cassa Depositi e Prestiti andrà addirittura sotto il 45.
Contando sempre meno nella bilancia azionaria, i comuni emilianoromagnoli, che già oggi si trovano più che protagonisti vittime delle
decisioni del management Hera, con la fusione saranno ancora più deboli e
impossibilitati a riequilibrare gli indirizzi aziendali, in quanto al contrario di
quello che da troppo tempo sta succedendo, si rende necessaria e urgente
un’inversione di tendenza, che oltre all’attenzione verso la produzione di
utili si rivolga alla soluzione di tutte le problematiche e le criticità presenti
sul territorio.
Questo va aggiunto al concetto che una politica di contenimento delle
tariffe e riduzione dei costi aziendali non farebbe altro che seguire la strada
tracciata nei referendum votati dai cittadini. Vogliamo ricordare, inoltre, che
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parliamo di una società che di fatto è considerata pubblica, ma che
purtroppo viene gestita in maniera privata, facendosi forza del paradosso
che il controllato e il controllore coincidono, situazione che inevitabilmente
spinge le tariffe verso l’alto per garantire ai comuni abbondanti dividendi.
A tale proposito, possiamo portare un semplicissimo esempio di
quello che sta succedendo in questi anni. Se l’Amministrazione Comunale si
impegna, con 100 Euro, per costruire un asilo pubblico, il cittadino se lo
ritrova in bolletta di Hera a 300 Euro: questo perché fondamentalmente
quello che deve passare per tutti i passaggi, quindi la tassazione dei
dividendi, il 40% dei dividendi che va ai privati, ai comuni e alle
amministrazioni rimane il 60% di quello che i cittadini avevano
fondamentalmente pagato con le loro tariffe e nelle tariffe ci sono anche i
dividendi della società.
L’Italia dei Valori, come dovrebbe fare sempre la politica, vuole
tutelare l’interesse dei cittadini e per questo riteniamo che la fusione tra
Hera e Acegas non porterà nessun beneficio, anzi, metterà in pericolo la
territorialità dell’Azienda, nonché la governance di un’azienda che è nata,
cresciuta e si è sviluppata grazie alle risorse della nostra comunità.
Vogliamo spingerci oltre e ci chiediamo come sia accettabile questa
svendita sostanziale del patrimonio pubblico, con una costante e progressiva
privatizzazione che riguarda servizi pubblici essenziali come l’acqua,
scenario per noi inaccettabile, in quanto disattende la volontà espressa
tramite referendum nazionale sull’acqua pubblica e ribadita recentemente
anche dalla Corte Costituzionale.
Chiediamo, a chi sostiene questa operazione, trasparenza sugli
obiettivi. Si abbia l’onestà intellettuale di affermare che si sta usando
un’azienda pubblica con logiche di profitto privato, che si realizza tramite
tariffe al rialzo approvate proprio dagli stessi azionisti, per poi beneficiare
dei maggiori dividendi.
Concludendo riassumo i motivi per cui l’Italia dei valori si opporrà a
questa fusione. Le altre tariffe e i minori servizi di questa operazione, un
debito sempre più alto sulle spalle dei cittadini, questo è un punto
fondamentale. Per questa fusione Hera sborserà 15 milioni di Euro, dei quali
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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6 milioni andranno a coprire i buchi di bilancio della holding Acegas Aps,
3,4 andranno ai Comuni di Padova e Trieste, a cui tra l’altro, come abbiamo
sentito prima, viene garantito un certo potere all’interno del Consiglio di
amministrazione, 5,6 milioni andranno ai soci privati di Acegas Aps,
chiaramente per liquidarli. Questo esborso procurerà a Hera un’ulteriore
perdita in bilancio, portando il debito complessivo a quasi 3 miliardi di
Euro, risultato: la direzione aziendale punterà a aumentare ancora di più le
tariffe per sostenere i costi e tutelare i dividendi.
Perdita della territorialità e del controllo pubblico. Con questa fusione
il patto di sindacato dei soci pubblici, pure restando al 51%, vedrà scendere
la componente degli enti emiliano-romagnoli al 47, attaccando così anche il
carattere territoriale di Hera nella Regione Emilia Romagna. La mancanza
di rappresentanza territoriale, però, comporta anche una progressiva perdita
di potere e di controllo da parte del pubblico e dei servizi fondamentali.
Nel caso di Hera questo rischio arriverà già nel 2013, quindi 140
milioni di obbligazioni emesse in questi anni potranno essere convertite.
Hera potrà ricapitalizzare, con l’aumento di quote in mano ai soci privati, a
danno della proprietà pubblica.
Cda sempre più numerosi e costosi. Hera oggi conta 132 dipendenti l’ho ricordato prima - con un rapporto tra numero di dirigenti e numero di
lavoratori pari al 2%. Solo nel 2014 Hera vedrà ridursi a 15 i membri del
Cda, e perché non ora?
Pertanto come Italia dei valori non possiamo fare altro che dichiararci
contrari alla fusione, in quanto non ha come unico obiettivo i cittadini e la
protezione dei nostri beni comuni.
Cons. SANSAVINI: I colleghi del Partito Democratico che mi hanno
preceduto hanno ben rappresentato non solo gli argomenti a sostegno
dell’approvazione della deliberazione, ma anche il contorno politico e il
profondo dibattito che l’hanno accompagnata. Mi fa un po’ specie sentire,
dai banchi dell’opposizione, alcune riflessioni che forse non colgono fino in
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fondo, invece, il valore politico vero di questa scelta, sul quale vorrei che
loro riflettessero più profondamente.
Credo che il Consiglio Comunale di Forlì, nell’affrontare questa
deliberazione debba porsi un interrogativo, anzi 2 interrogativi, il primo:
rispetto a un’assenza di risposte che l’ente gestore ha dato in questo anno su
7 temi strategici che l’Amministrazione Comunale aveva per tempo e con
forza sottolineato e posto all’attenzione di quei dirigenti, quali strumenti può
avere un sindaco per ribadire e rafforzare le proprie tesi, per portarsi a casa
quei risultati, per potere concretizzare, come dice Rondoni, le cose sulle
quali ha scommesso e sulle quali si è presentato a giudizio dei cittadini,
quando da questi si è fatto votare? E quale strumento può avere un sindaco
di una grande città come Forlì di potere dimostrare, al proprio Consiglio
Comunale ma alla Città intera, di non essere appiattito, come giustamente
dice Rondoni, rispetto ai poteri “forti” che stanno fuori da questa Città?
Quali sono gli strumenti che egli ha in mano? Ne ha uno solo forte, se è
sostenuto dalla forza della sua Città, che è quello di dire no, dire no quando
le risposte non arrivano, dire no quando si impongono scelte che non sono
condivise.
E quali sono le scelte che non sono condivise? Sicuramente il fatto che
con questa operazione, certo dal punto di vista economico forte, dal punto di
vista economico da molti giudicata opportuna, si perdono alcune
caratteristiche che per noi sono fondamentali, prima di tutto il fatto che
quando si decise, dopo un dibattito profondissimo e difficile anche a loro, di
dare vita a Hera, si era dato un’indicazione chiara che la territorialità di
Hera, che allora sembrava potere essere tutelata dal carattere del
mantenimento della maggioranza pubblica di questa Società, non dovessero
mai essere messe in discussione. Nessuno si sarebbe potuto immaginare che
la quota pubblica non sarebbe diminuita, ma si sarebbe spalmata su un
territorio che è molto più ampio di quello emiliano-romagnolo, anzi che
interessa realtà extraregionali senza avere omogeneizzato, cosa che invece
avrebbe avuto molto più senso, le realtà regionali, perché ci sono alcune
politiche che quella Società deve portare avanti, che per forza di cose si
devono rapportare su scala regionale (basta pensare ai rifiuti), che non
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possono confrontarsi con realtà troppo distanti dalla nostra (basta pensare
alla scarsa problematicità della forte irriguità della Pianura padana, con
invece la siccità che abbiamo noi nelle nostre colline romagnole), è difficile
riuscire a omogeneizzare e a parametrare, come invece saranno costretti a
fare con parametri che siano oggettivi i grandi dirigenti di questa Società,
ormai extraregionale.
Ma soprattutto qual è il giusto punto di equilibrio tra la ricerca
dell’utile di una società pubblica, come ricordava giustamente il mio Cons.
Montanari, ma che rimane una società quotata in Borsa e che quindi deve
perseguire come finalità quella dell’utile? Come si concilia questo aspetto?
Per noi che veniamo da un’esperienza tutta romagnola, costruita negli anni,
in decenni, che ci ha portato a attraversare la fase rispetto alla quale l’Acag,
la società municipalizzata di Forlì, è diventata l’ente che in qualche maniera
ha consentito di portare l’acqua di Ridracoli alle frazioni della nostra
campagna, anche dell’Appennino, e di portare la metanizzazione ovunque
20 anni prima che arrivasse dalle altre parti di questa Nazione, noi che
veniamo da quell’esperienza non riusciamo a potere essere sbilanciati tra la
tutela dei servizi e l’utile verso l’utile, perché per noi inevitabilmente il
baricentro è spostato verso la tutela dei servizi, perché fa parte del nostro
patrimonio.
E quando vediamo che questo baricentro pian piano si posta e corre il
rischio di precipitare dall’altra parte, è ovvio che a quel punto non possiamo
fare altro che marcare il nostro dissenso, tanto più forte quando questo
dissenso si è sviluppato non alzandosi dalla sera alla mattina e cambiando
opinione, ma nel corso di una serie di atti che in questi anni sono stati posti
in essere. Li ricordava prima giustamente, in maniera molto chiara,
Montanari e non voglio ripeterlo.
Siccome siamo convinti che non si viva di solo Pil, perché il Pil può
crescere per cose e atti corretti, come può crescere per cose e atti non
corretti, noi siamo convinti che una società pubblica debba comunque essere
un’interlocutrice forte rispetto alle realtà amministrative che sono socie, ma
che sono anche clienti. E noi questo legame l’abbiamo visto annacquarsi nel
corso di questi anni e è qui che non capisco l’atteggiamento di disponibilità
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a votare dell’opposizione, ma sicuramente critico rispetto, invece, a una
richiesta di distinguo che da quei banchi è venuta tantissime volte.
Quante volte si è detto “l’Amministrazione Comunale è troppo supina
rispetto alle impostazioni di Hera”? E noi l’abbiamo vissuto con sofferenza,
anche perché ci rendevamo conto che, pure dovendo rispondere a logiche
che sono più ampie, che in qualche maniera ti avviluppavano, questo
problema di Hera che stava diventando un potere forte l’abbiamo vissuto
sulla nostra pelle e, oggi che siamo posti di fronte a questa situazione di
responsabilità tutti, bisogna che tutti, chi c’è arrivato prima e chi c’è arrivato
dopo, adesso qui non è un problema di una gara “noi l’avevamo detto prima,
noi l’avevamo detto dopo”, certo ognuno potrà spendere le cose che vorrà
dire, noi abbiamo detto “abbiamo fatto una lotta da dentro” e qualcuno dirà
“noi l’avevamo detto con più forza da fuori”: benissimo, ognuno avrà svolto
il proprio ruolo.
Ma oggi quello che deve essere chiaro è che da Forlì, non da una parte
di Forlì, deve partire un segnale chiaro rispetto ai vertici di quella Società,
per cui per Hera a Forlì nulla è più scontato, perché quello che Rondoni
secondo me non ha percepito, su cui vorrei che riflettesse, è questo: non è
vero, come egli ha detto nella sua relazione, se lo dice fa una valutazione
errata, che questa è una cosa che non ha alcun impatto, perché se fosse così,
anch’egli cadrebbe in una contraddizione in termini, non può dire
contestualmente “è un no di facciata” e “è salita la febbre in Città”, perché è
vero
che
è
salita
la
febbre,
perché
di
fronte
all’ipotesi
che
l’Amministrazione Comunale di Forlì, che il Consiglio Comunale di Forlì,
con un’ampia maggioranza, e io mi augurerei unanimità, voti una presa di
posizione di questo tipo, è ovvio che sale la febbre, ma sale la febbre perché
questo significa che le cose non sono più come prima e non saranno più
come prima.
Questa non è un’operazione di facciata, questa è un’operazione di
forte sostanza che ha e avrà delle ripercussioni. Su questo sarò chiaro, noi
sappiamo benissimo che oggi siamo in una posizione difficile, lo sappiamo
benissimo, sappiamo benissimo che siamo in una situazione difficile dentro
questa grande cosa che è il Partito Democratico, perché Forlì ha una
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posizione sua forte, in altre realtà ci sono spaccature, però noi sappiamo
benissimo che siamo in una posizione difficile.
Il Consiglio Comunale, se deciderà di assumersi questa responsabilità,
sarà in una posizione difficile certamente, ma io credo necessaria per i
motivi che ho detto prima e che tanti altri prima di me hanno rimarcato, ma
è chiara anche una cosa: chi si espone più di tutti è una persona, perché
rappresenta questa Città e perché ha proposto questa linea e è evidente che
questa persona potrà essere più forte nell’affrontare questa battaglia, che
ripeto non finirà domani, ma anzi inizierà domani, se in qualche maniera,
come io mi auguro, dietro avrà un consenso ampio e io mi auguro unanime
da parte del Consiglio Comunale.
Cons. GUGNONI: Innanzitutto faccio le mie scuse, ma purtroppo,
come diceva Baccarini, madonna “professione” è la prima cosa e
conseguentemente è difficilmente conciliabile il nostro mestiere con una
presenza assidua ai Consigli Comunali. Mi scuso anticipatamente con i
colleghi di maggioranza e di opposizione.
L’intervento del Cons. Sansavini è, come al solito, un intervento
estremamente intelligente, un intervento che suscita delle reazioni
immediate, ma per capire bene quello che ha detto il Cons. Sansavini,
bisognerebbe fare un ragionamento di natura politica, per cui chiedo già
scusa perché l’intervento del Cons. Sansavini è di chiara matrice politica,
quindi chiedo già scusa alla Cons. Mazza e al Cons. Montanari in anticipo,
dicendo che svolgerò alcune riflessioni di natura prettamente politica, in
modo che evitiamo una querelle che si potrebbe instaurare. È a livello di
battuta naturalmente.
L’intervento del Sindaco è un intervento estremamente coraggioso. Io
divergo nell’interpretazione dell’intervento del Sindaco da quella che ha
dato l’amico Sandro, perché l’intervento del Sindaco dice due cose,
innanzitutto, a mio modesto parere naturalmente, dice “io non mi
ricandiderò più a fare il Sindaco di Forlì, io personalmente Sindaco Roberto
Balzani non mi candiderò più a fare il Sindaco di Forlì”, seconda cosa dice
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come ha detto alla fine “io sono un libero pensatore”, solo che è un
momento storico nel quale i liberi pensatori all’interno del Pd, caro Sindaco,
non è che siano particolarmente amati. E termino qui, perché altrimenti il
mio leader nazionale mi direbbe che mi occupo di cose di cui non ci
dovremmo occupare. In tutti questi giorni ha detto questa cosa.
Per cui l’intervento di Sansavini è un intervento estremamente
significativo, perché fa capire alla Città una cosa: che il Pd forlivese prende,
e è proprio qui che concentrerò la maggior parte del mio intervento,
cercando di essere il più breve possibile, le distanze e assume una posizione
forte rispetto al resto della classe dirigente dell’Emilia Romagna e anche
rispetto al resto della classe dirigente di una parte della nostra Provincia, a
partire dalle vallate, perché come ho sempre detto il sindaco di un comune
capoluogo, secondo me, dovrebbe essere l’espressione, per quanto possibile,
dei sindaci delle vallate, l’ha detto Sansavini prima - non l’ho detto io quando ha fatto riferimento a Ridracoli, ha detto una cosa molto chiara. Il
Sindaco di Forlì allora si fece parte diligente per portare l’acqua da Pieve di
Rivoschio fino a Premilcuore.
Invece oggi assistiamo a un cambio di rotta, che è quello che il Partito
Democratico che governa questa Città, e non per mancare di rispetto agli
amici dell’Italia dei valori, ma che anche a livello numerico è la
maggioranza bulgara della maggioranza di questa Città, si diversifica dal
resto della classe dirigente. Questo vuol dire due cose: o che il Partito
Democratico a livello forlivese è in grado di costituire nel tempo - non dico
domani, Luigi, dico nel tempo - un’alternativa a un sistema di potere che in
questa Regione, da 60 anni, governa con le più varie alleanze, oppure sta a
significare un’altra cosa: che il Gruppo consiliare di Forlì segue il suo
Sindaco e il Partito rimane collegato al resto dell’Emilia Romagna. Questa è
la vera domanda che ci dobbiamo porre, perché io ho sempre fatto una
valutazione sbagliata e lo dico dopo 3 anni, dopo quasi 4 anni.
Io ho sempre detto che prima o poi saremmo arrivati ai ferri corti tra
Gruppo consiliare e Sindaco, l’ho sempre detto in questo Consiglio
Comunale dal primo giorno fino a oggi. E oggi dico da persona intelligente
quale mi reputo, senza falsa modestia, che una persona intelligente
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riconosce i propri errori e quindi dico che il Gruppo consiliare ha seguito il
Sindaco, ma ha ragione Sansavini, questo è un punto di non ritorno, ma è un
punto di non ritorno anche a livello di una strategia nuova di questo Partito
Democratico, perché è evidente che, se l’ipotesi è l’ipotesi A, per una forza
come la nostra che è una forza di Centro si renda necessario un dialogo reale
con questo Partito Democratico, perché se il Partito Democratico si
disancora da un certo sistema di potere che noi abbiamo sempre contestato,
è chiaro che noi ci dobbiamo fare parte diligente per un ragionamento. E se
così fosse lo dico molto apertamente.
Ma se così non fosse e fosse semplicemente che il Gruppo consiliare
segue il suo Sindaco, perché oggi la vittoria di fronte a questa situazione è la
vittoria del Sindaco Balzani e uno bisogna che lo ammetta. Ha ragione
Sansavini, c’è poco da girarci intorno! Condivisibile o non condivisibile che
sia, è evidente però che se così non fosse si aprirebbe una clamorosa
spaccatura all’interno del Partito Democratico forlivese e questa è la
domanda alla quale io credo che non il Sindaco, perché il Sindaco è il
Sindaco della Città, ma il Capogruppo del Partito Democratico debba
fornire una risposta, perché se fosse l’ipotesi B, il ragionamento di Rondoni
sarebbe assolutamente corretto.
Non mi voglio sbilanciare, perché ho detto che avrei creduto tutto,
fuorché che il Gruppo consiliare, in una situazione di questo tipo, seguisse il
Sindaco, per cui non mi voglio sbilanciare su questa posizione, però faccio
una domanda, perché allora sì che vige il ragionamento di Sansavini, che ha
fatto più volte in questo Consiglio Comunale, che il problema è un problema
non più di opposizione, ma un problema di opposizioni, e penso che anche
parte del Pdl sarebbe disposta a fare un ragionamento di questo tipo, però
alla prova dei fatti io credo che sia necessario verificare.
Dopodiché sul tema specifico, e concludo, Presidente, è molto
semplice. Nel bilancio del 2004 di questo Consiglio Comunale dissi una
cosa molto semplice, si ricorda benissimo Montanari: io proposi una cosa,
dissi che la prima cosa da fare, siccome erano già i primi momenti in cui
con il patto di stabilità delle problematiche cominciavano a averle gli enti
pubblici, doveva immediatamente vendere le azioni di Hera. Lo dissi nel
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2004 e a oggi posso dire che, se ho sbagliato su una cosa, sull’altra potevo
avere ragione, perché questa è la descrizione dei fatti. E lo dicevo - badate
bene - quando Hera era stata fondata dall’ex Assessore al bilancio del
Comune di Bologna, ora Onorevole e responsabile economico dell’U.D.C.
Gianluca Galletti. E lo dicevo a Gianluca Galletti, colui che aveva spinto più
di tutti per creare Hera, era lui che diceva, faceva la proposta della vendita
delle azioni. Poi abbiamo letto di tutti, dagli attacchi di Servadei, di
Baccarini, abbiamo letto di tutto, però questo era il dato, oggi alea iacta est.
Io penso che la posizione assunta dal Partito Democratico sia una
posizione che secondo me è una goccia nel mare, lo continuo a ripetere:
secondo me non avrà una capacità clamorosa di cambiare le cose, perché ci
troviamo di fronte a un elefante che è in grado di schiacciare qualsiasi cosa!
Però dico adesso ci misuriamo su questo e io do credito, perché non dovrei
dare credito? Do credito a questa cosa, però è chiaro che nella prossima
deliberazione, in cui non si parlerà di Hera, ma magari si parlerà di un’altra
cosa, perché tanto tra poco bisognerà che ricominciamo a discutere anche
della questione Zangheri e sulla questione Zangheri vediamo se c’è la stessa
posizione, perché il Partito Democratico regionale ragiona come azienda
pubblica. Ci sono ricorsi e controricorsi, vediamo se il Partito Democratico
di Forlì, su una questione che ci sta particolarmente a cuore, è in grado di
fare un passo decisivo verso questa direzione.
Concludo dicendo che, proprio perché Galletti ha fondato Hera, io
penso che questa decisione spetti a chi amministra, per cui noi al momento
del voto usciremo dall’aula.
Cons. BURNACCI: Spesso ho invitato il Sindaco a trovare, nel suo
Consiglio Comunale, la forza per fare delle buone politiche ambientali. Noi
non abbiamo avuto difficoltà, come Pdl, a votare due atti importanti
precedenti a questa deliberazione, il no alla cessione delle reti a Hera e il
documento di novembre sui temi ambientali.
Perché abbiamo sempre avuto una posizione contro le fusioni che, di
volta in volta, Hera proponeva ai comuni? Perché sono dei romantici
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difensori del piccolo? Perché siamo dei romantici difensori della funzione
pubblica? No. Perché noi siamo favorevoli a imprese e a aziende che, nate
come aziende a rilevanza economica, tuttavia tutti i passi di crescita che
fanno li fanno facendo mantenere ai loro comuni che le hanno create la
titolarità dei diritti e rendono i cittadini, quindi i clienti, titolari di diritti di
garanzia di migliori tariffe e di migliori qualità, affinché il gigantismo
inevitabile e l’investimento inevitabile non pesi solo sulle tariffe, ma vada
innanzi una politica che vede investimento e tariffe e qualità insieme.
È avvenuto esattamente il contrario, non siamo contro, come dice
qualcuno, l’Associazione industriali dice “ma siete di impostazione liberale
e vi opponete a una crescita di Hera”: non è vero affatto! Noi ci opponiamo
da sempre alle aberrazioni che un’azienda pubblica ha assunto nel tempo,
diventando una specie di mostro, in cui i controllati sono anche controllori,
in cui non si sa più distinguere tra politiche dei rifiuti, politiche delle acque,
politiche energetiche, quindi in una multi-utility in cui non c’è più occhio
attento per le politiche sui rifiuti e per le politiche dell’acqua, ma c’è
ovviamente un occhio che guarda soprattutto ai profitti e meno alle esigenze
dell’ambiente e del cittadino.
Sono queste aberrazioni che hanno trasformato, nel tempo, Hera in
una processo di ribaltamento, per cui i Consigli Comunali non contavano
più niente, assolutamente niente, e venivano chiamati come i sindaci a
ratificare successivamente i piani industriali nati in altre sedi, quando invece
il processo avrebbe dovuto essere un processo contrario. E si doveva
assentire successivamente, perché? Perché tutti i contropoteri che i comuni
potevano usare, votare prima, dare il parere prima delle decisioni, un patto
di sindacato, guardate quando si avviò il patto di sindacato - voi
consentirete, in base ai miei anni, che lo racconti - il patto di sindacato
nacque come un patto Forlì-Cesena perché i comuni contassero di più, tutti
quindi poi si fece un patto di sindacato romagnolo per fare contare di più i
sindaci della Romagna e poi si fece il patto di sindacato.
Ma anche il patto di sindacato, che era un contropotere, come dice
Sansavini la territorialità che era un contropotere e il potere dei Consigli
Comunali che era un contropotere, contro una verticalizzazione che
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inevitabilmente sarebbe avvenuta, questi tre contropoteri non hanno avuto la
funzione che dovevano avere.
Come si può smontare una situazione così? Può il Sindaco essere detto
oggi vittorioso, come dice Gugnoni? Io dico no, il Sindaco oggi non è
vittorioso, il Sindaco ingoia una medicina coraggiosa, ma amara, perché è
costretto a votare in un modo nel Consiglio Comunale nel patto di sindacato
e poi nell’assemblea a conformarsi al parere dei più, quindi è un imbuto
amaro, è un imbuto drammatico anche. E tuttavia come si può pensare che
sui temi, per esempio, dell’incenerimento non si debba arrivare a un punto
di rottura, come si può pensare che continuino a essere sordi quelli che non
ascoltano un ragionamento semplice, cioè che l’incenerimento esiste solo se
i cittadini non sono impegnati a fare una raccolta dei rifiuti più virtuosa e se
i comuni invitano i loro cittadini a fare una raccolta più virtuosa e difficile,
ci deve essere qualcuno che decide che l’incenerimento deve calare.
Quindi c’è un punto di rottura. Mi auguro, Rondoni non voleva
sicuramente dire altro che questo, voi imboccate una strada che è una
rivoluzione in un bicchiere d’acqua, voi del Pd, voi prendete solo una
posizione di facciata, o invece iniziate oggi un punto di rottura che avrà un
seguito, avrà un poi che sarà duro e difficile, ma che vedrà protagonisti i
comuni che devono mantenere, ripeto, la titolarità.
Voglio finire dicendo quindi che noi, finché non vedremo un tracciato,
e ripeto abbiamo incoraggiato due atti, la mancata cessione delle reti e il
documento di novembre, finché però non vedremo un percorso, noi
continueremo a temere, come dice Rondoni, che si tratti di un’operazione
puramente di facciata, simbolica, non decisiva, ma non daremo comunque
un giudizio affrettato su questo atto, che pure pare possa essere una
rivoluzione in un bicchiere d’acqua. Noi diciamo che potrebbe essere anche
l’avvio di una decisione importante, l’avvio della titolarità degli enti locali,
l’avvio di una valida territorialità.
Non è un caso che Hera abbia distrutto tutti i segni di territorialità che
c’erano, tutti li hanno distrutti! Dice “dobbiamo risparmiare e quindi non ci
saranno più gli enti territoriali e quant’altro”, distrutte tutte le territorialità,
sì c’è rimasta nella nostra realtà la Fondazione, ma le fondazioni hanno una
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loro storia, le fondazioni non sono enti locali, non sono comuni, non
prendono la titolarità dai cittadini, non vengono votati direttamente dai
cittadini, quindi non hanno il dovere del rendiconto, così come ce l’ha il
Comune.
Per cui noi, e ripeto non per romantiche e neanche se volete, cari
Consiglieri, perché l’abbiamo sempre detto o perché l’abbiamo detto prima,
non rivendichiamo questa primogenitura, noi siamo a perseguire un
percorso e certo diciamo che l’abbiamo sempre pensata così, non è la prima
volta che esprimiamo queste valutazioni e non ci illudiamo che tutto sia
modificabile in una materia così complicata con una bacchetta magica,
quindi potrebbe essere una rivoluzione in un bicchiere d’acqua, un bluff, un
millantato credito, oppure l’avvio di un’operazione che potrebbe dare alla
lunga risultati importanti. Noi ci auguriamo che sia così e vediamo quindi
l’operazione con questo segno, salvo poi dire agli elettori cosa diversa se
lungo la strada ci accorgessimo, invece, che il segnale non è stato un segnale
fortemente significativo, ma è stato soltanto un segnale di facciata.
Cons. POMPIGNOLI: Io mi sarei aspettato, visto che in
Commissione consiliare c’è stata più di una richiesta, di avere oggi i dati di
tutti quei comuni che hanno votato questo tipo di fusione. Lo so, Presidente,
la invito perché il Dott. Foschi aveva detto che ci avrebbe fornito oggi,
prima dell’intervento del Sindaco, tutti i dati delle votazioni dei vari
comuni, cosa che non è assolutamente avvenuta.
Preso atto di ciò, è ovvio che questa è una fusione che vede il
movimento della Lega Nord contrario, siamo stati sempre contrari a questo
tipo di fusioni, perché crediamo che non vadano nell’ottica e nella direzione
di uno sconto di tutte quelle che sono le varie tariffe in favore dei cittadini,
ma più che altro vadano a aumentare quelle che sono le tariffe.
In più oggi non capisco francamente questa discussione che ci stiamo
dilungando da circa 2 ore, quando già i giochi sono stati fatti: di fatto oggi,
come dicevano giustamente gli altri Consiglieri comunali, andiamo a votare
un qualcosa contrari alla fusione, ma che di fatto all’assemblea dovremo
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dare seguito poi a quella che è la maggioranza degli azionisti, quindi è una
fusione che è stata sicuramente architettata e progettata nel corso del tempo
e che oggi arriva al triste epilogo di ovviamente un voto di facciata, che
questo Consiglio Comunale e in particolar modo la maggioranza ci vuole
fare credere. Siamo di fronte a un vero e proprio teatrino della politica, che
vede oggi il Sindaco compattare i suoi Consiglieri su un voto che non ha
condizionamenti, nel senso che ovviamente si andrà oggi a votare contro,
ma domani si andrà a votare a favore: questo è il senso del discorso.
Ovvio che da tutte queste operazioni di fusione i cittadini si
aspetterebbero e si aspettano maggiori e migliori servizi a costi più
contenuti. In realtà, ogni volta che si è preceduto a manovre simili, ciò non è
mai accaduto, l’esito del referendum dell’acqua, il disagio espresso da
alcune comunità per lo smaltimento dei rifiuti, le tariffe sempre maggiori
per l’erogazione dei servizi richiedono ai sindaci dei comuni, soci di questa
multi-utility, una serie di riflessioni che andrebbero quantomeno valutate
molto criticamente.
Ovviamente in questo tipo di discussione non intendo rivolgermi tanto
ai manager di queste aziende, che sono ovviamente chiamati a fare il loro
lavoro, impresa e profitto; semmai questo tipo di ragionamento lo potrei fare
e esprimere alcune riserve non tanto sulla capacità, come dicevo prima, ma
sul sistema di reclutamento, che spesso è di stampo chiaramente politico.
Ma vi do alcuni dati che il Cons. Balestra non ha espresso in modo
esaustivo, su quelli che sono i risultati economici del management di Hera. I
manager di Hera costano circa 19 milioni di Euro l’anno, solo 2 milioni in
meno rispetto agli investimenti fatti in tutto il 2011 sulla rete idrica. Come
diceva il Cons. Balestra si è rilevato una corsa a nuove nomine dirigenziali,
sono addirittura 7, solo il giorno dopo l’approvazione del Piano che porterà
alla fusione con Acegas e si arriverà, quindi, a 132 dirigenti.
Siamo in presenza di stipendi più bonus più incentivi e benefit che
porteranno il Presidente della Spa vicino ai 500 mila Euro l’anno.
L’amministratore delegato oltre 500 mila Euro e molti altri dirigenti sopra i
300 mila Euro l’anno. Io sarei curioso di capire se, in virtù anche di quello
che esprime il vostro Governo sulla spending review, avrete il coraggio di
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chiedere a questo management di ridursi ovviamente lo stipendio, in virtù
del fatto che il decreto Monti pone un limite di tetto massimo agli
amministratori come stipendio di 294 mila Euro. Probabilmente io
abbasserei ancora di più questo limite, questo è fuori discussione.
I
veri
responsabili
di
tutta
questa
organizzazione
e
internazionalizzazione di questa impresa, e ricordiamo che con Acegas Hera
acquisisce partecipazioni in Bulgaria e in Serbia, con tutte le implicazioni
del caso, quindi i responsabili sono i dirigenti e i sindaci e le coalizioni di
Centro-sinistra che in 50 anni hanno governato questo Comune e questa
Regione, che provocano l’allontanamento della gestione di risorse comuni
nel nostro territorio come l’acqua o lo svolgimento dei servizi come la
raccolta e, in termini ancora più critici, le tecniche di smaltimento dei rifiuti.
È per questi motivi che la Lega Nord voterà a favore della
deliberazione ovvero contro la fusione.
Esce il Presidente Ragazzini: Presenti N. 37; assume la Presidenza il
Cons. Burnacci.
Cons. CASARA: Non voglio ripetere cose già dette e già sottolineate
ampiamente dagli interventi precedenti. Prima, rispetto a quello che diceva
il Capogruppo dell’U.D.C. Gugnoni, piano B e piano A, mi sono un po’
persa.
Sinceramente a me non interesse che tipo di lotte ci siano all’interno
del Pd, io valuto solo i fatti. Questa non è né una vittoria del Sindaco
Balzani, sicuramente è una sconfitta del Pd, e perché del Partito
Democratico? Perché avete votato in maniera diversa in vari comuni, avete
dimostrato di avere molte anime all’interno del vostro partito, anche in
contraddizione, un po’ ciò che avviene a livello nazionale si ripercuote a
livello locale, quindi credo sia il caso forse di farvi anche una critica
all’interno del vostro partito, una critica costruttiva. Credo che oggi non si
debba festeggiare nulla, anche perché non abbiamo portato a casa nulla.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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Sicuramente una cosa ci accomuna oggi, quella che siamo da quello
che ho capito, a parte qualche consigliere che esce dall’aula per motivi non
ho capito quali, tutti allineati verso la nostra posizione negativa contro la
fusione di Acegas e Hera.
Non voglio ritornare su cose già dette, ma quando parlavamo di Hera
anche negli anni passati, quando abbiamo affrontato anche il discorso della
raccolta porta a porta, noi abbiamo sempre portato esempi molto più
virtuosi, non gestiti da Hera, ma gestiti da altri consorzi in altre regioni
d’Italia e abbiamo sempre manifestato tutte le criticità, evidenziato tutte le
criticità che Hera ha portato avanti in questi anni.
Dal nostro punto di vista Hera, anche se ha la maggioranza di
partecipazione pubblica, proprio per la frammentazione del pubblico con la
partecipazione in tante piccole quote, ha sempre dimostrato che sfugge il
controllo dei piccoli territori rispetto a Hera e ci troviamo di fronte a un
colosso talmente grande, che chiamarlo “colosso”… io lo chiamerei
carrozzone forse, perché lì montano su tutti, non si sa quanta gente ci lavora,
gli stipendi abbiamo visto i dati che esponeva il collega prima sono
allucinanti. In un’ottica di spending review, credo che andiamo a rendere
ancora più granitico un colosso che lo era già, perché andiamo a fondere
anche con un’altra società, società peraltro che, leggendo i bilanci di
Acegas, è un’azienda indebitata, indebitata non perché non fa utili, ma
perché ha fatto degli investimenti abbastanza imputati.
Quindi una domanda che mi sorge spontanea per esempio, alla quale
non ho avuto nessuna risposta, è il perché un’azienda come Hera va a
assumersi, a accollarsi un’azienda indebitata, quindi per quale motivo
andiamo a accollarci degli altri debiti. Questa cosa forse non è emersa, o è
emersa solo prima dal Consigliere dell’Idv, però è una cosa molto grave
secondo me.
Ormai siamo già in un monopolio di Hera, la quale gestisce già un
sacco di servizi, ma pensate addirittura che questa Acegas - mi sono
documentata - gestisce anche trasporto pubblico, parcheggi, affissioni,
servizi cimiteriali e funerari, teleriscaldamento, illuminazione pubblica,
gestione impianti semaforici, risanamento condutture fognarie… (intervento
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 45
fuori microfono) Montanari, le è stato già detto che non deve… (intervento
fuori microfono) a Padova lo gestite voi del Partito Democratico, non
c’entra niente la Lega Nord, quindi il suo intervento è assolutamente
inopportuno!
Dopo questa acquisizione, sicuramente ci sarà anche un’estensione del
monopolio e non mi stupirebbe che tra qualche anno, magari, vedessimo
girare anche i mezzi pubblici con scritto “Hera”. Bisogna stare molto attenti
a quello che stiamo facendo.
Comunque, visto che noi non abbiamo nessun peso, perché tanto le
decisioni vengono prese in altre sedi e quindi la discussione che è stata fatta
oggi io credo sia stata costruttiva, perché c’è stato un confronto aperto e una
condivisione, un allineamento, però non porta a casa nulla, porta a casa solo
una grande consapevolezza: che il Pd, che ha sempre gestito questa Regione
e ha sempre gestito questi colossi, queste società, oggi ancora di più è
ancora più forte e, nonostante ci sia qualche piccola lucina in un buio pesto,
dove non abbiamo dati, non abbiamo nulla, è irrilevante.
Ribadisco già quello che ha detto il collega prima: siamo coesi,
coerenti con la linea che abbiamo sempre tenuto anche precedentemente e
diamo il nostro appoggio per fermare questa operazione assolutamente
verticistica, appoggio che forse non servirà a nulla ripeto, però comunque
siamo assolutamente allineati a un voto contrario per la fusione di queste
due società.
Cons. PIRINI: Direi che comincio subito con esprimere la mia
contrarietà alla fusione, insieme al Gruppo consiliare che rappresento,
quindi voterò positivamente a questa deliberazione, alla deliberazione in
oggetto, portando la volontà della Lista Civica Destinazione Forlì e del
Movimento 5 Stelle.
Sono anche contenta della decisione presa dal Sindaco e dai
Consiglieri di maggioranza di mostrare la loro dichiarazione di contrarietà
alla medesima fusione. È una decisione di semplice buonsenso, però questo,
come ogni tanto mi piace dire, spesso manca e spero anche che sia un
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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prodromo alla rottura effettiva nei confronti di Hera, soprattutto che si
concretizzi quanto prima per quanto riguarda la partita dei rifiuti, che è
quella che è aperta e è in corso.
Sono anche fiera, a differenza del Cons. Rondoni, di fare parte di un
comune che ha avuto il coraggio di esprimere la mia contrarietà alla fusione
insieme a altri comuni, però sicuramente più piccoli. Il nostro è l’unico di
dimensioni rilevanti, almeno per ora, ci sono dei mal di pancia a Rimini e
vedremo in cosa si concluderanno, però finora siamo gli unici.
È vero che, secondo me, se avessero votato a favore, sarebbe stato
comunque sicuramente peggio, quindi in ogni caso, sperando che non sia di
facciata, sono soddisfatta di questa posizione della nostra Amministrazione
Comunale. Il Sindaco tra l’altro dice, giustamente, e ce l’ha detto anche in
Commissione, che è un percorso che ha fatto a partire dalla mancata vendita
delle reti, dal sostegno alla Legge di iniziativa popolare e ora vota contro la
fusione. Gliene do atto, io avrei preferito che avesse fatto, a dicembre
dell’anno scorso, quello che chiedevo io, di non rinnovare il patto di
sindacato, perché avremmo potuto farlo. Hanno cercato, invece, di legare
Hera con delle linee di indirizzo citate prima dall’Assessore, ben sapendo
che purtroppo, e almeno secondo me dovevano saperlo bene, che queste
linee di indirizzo, anche se avessero poi legato la parte pubblica, non
avrebbero legato in alcun modo i vertici di Hera, perché ormai abbiamo
visto chiaramente, come anche da tanti Consiglieri si è sentito, che le
direttive sono unidirezionali da Hera nei confronti dei sindaci e mai dai
sindaci nei confronti di Hera.
Avevo anche chiesto di avere alcuni dati per capire quanto ci potrebbe
costare l’uscita da Hera, reale e totale, slegandoci completamente.
Effettivamente sarebbero soldi, perché per uscire dal patto di sindacato di
primo livello occorrerebbero 5 milioni, per uscire da quello di secondo un
milione, poi c’è il discorso delle azioni che, se venissero vendute ora,
perderemmo comunque una parte del patrimonio, perché come indicato
anche dal documento che c’è stato recapitato dal Comitato acqua, c’è stata
una svalutazione del 40% delle azioni, però non sarebbe un gruzzolo da
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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poco, saremmo intorno ai 26 milioni e ne varrebbero 34 circa. Sono cifre
indicative.
È anche vero che con questa operazione i mercati, che per nulla
prestano attenzione alla bontà delle operazioni per quanto riguarda la società
e i cittadini, comunque guardano alla bontà e per quanto riguarda gli
speculatori si sono già rianimati e le azioni hanno ripreso corpo, quindi
forse, se abbiamo un po’ di fortuna, arriveremo anche a potere recuperare il
patrimonio per intero.
Qualcuno potrebbe dire “una perdita notevole e un rischio inutile”, ma
in questa maniera non saremmo più legati in nessuna misura a un’azienda
che mai ha perseguito il bene pubblico, e mi dispiace contraddire quello che
ho sentito in alcuni casi dai Consiglieri che mi hanno preceduto, ha
perseguito soltanto gli interessi privati di un’azienda che ha anche il
coraggio di dire alle amministrazioni che non ci sono i soldi per gli
ammodernamenti delle varie infrastrutture, come per esempio per quelle
dell’acqua, quando questi soldi vengono trovati nelle bollette pagate dai
cittadini, ma poi questi dirigenti di Hera si dimenticano di dirci che da
queste bollette vengono anche trovati i soldi per pagare i dipendenti,
compresi
gli
amministratori,
quindi
compreso
il
Consiglio
di
amministrazione.
Se facciamo i conti delle migliaia di Euro che abbiamo sentito prima,
cominciamo anche a capire come forse qualche denaro in più per qualche
miglioria in più ci potrebbe essere, se questi fossero stipendi consoni e direi
decenti, anche visto la crisi nella quale ci troviamo, perché leggere che
all’amministratore delegato vengono corrisposti 30 mila Euro per 7 giorni di
ferie non godute, devo dire che mi ha fatto venire abbastanza un senso di
impotenza e di rabbia.
Non avremmo poi neanche più a che fare con un’azienda che strozza
le cooperative con le quali va in subappalto e che non ne rispetta la valenza
sociale, in quanto spesso cerca di trattare o tratta addirittura le cooperative B
come se fossero delle normali cooperative, o addirittura come delle aziende
normali. La cosa che dispiace è sentire ancora qualche tentativo di
blandimento nei confronti di Hera, ma dalle cose che ho detto e anche
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Pag. 48
dall’analisi di quello che succede all’interno del patto di sindacato, dove non
c’è nessuna libertà per i singoli sindaci di esprimere liberamente il loro
parere, visto che poi, se non si uniformano alla maggioranza dove sappiamo
che ci sono comuni come Imola, Ravenna, Ferrara, che sono completamente
adeguati alle richieste di Hera, è assolutamente impossibile, si va in
assemblea e si vota positivamente, prendendosi anche gli insulti dei
cittadini, che sono ovviamente spesso contrari a queste decisioni. Tanto vale
non esserci dentro questo patto di sindacato! Non si conta nulla e ci si
prende anche l’ignominia del voto altrui.
Tra l’altro un’altra cosa per la quale a questa fusione sono contraria,
oltre a tutti i motivi più volte detti in Consiglio Comunale, proprio già legati
solo alle criticità di Hera c’è anche l’entrata della Cassa Depositi e Prestiti,
che non è altro che un fondo pubblico completamente slegato delle
amministrazioni, che serve a questa fusione per sostenersi e la cosa quasi
divertente è che testualmente, nel sito che parla della Cassa Depositi e
Prestiti, si legge che è un servizio di interesse economico generale e che,
pertanto, viene svolto in assoluta trasparenza, accessibilità e uniformità di
trattamento.
Per quanto riguarda la trasparenza ho qualche dubbio, perché vorrei
sapere se i cittadini che hanno versato i loro soldi nella Cassa Depositi e
Prestiti con la raccolta postale fossero poi stati messi a conoscenza di questa
operazione, che li lega a questa nuova super multi-utility.
In ogni caso, è anche vero che la nostra decisione forse non conterà
nulla, e perché? Perché ci sono gli altri sindaci, ma era un gesto forte e
obbligato, per me è obbligato ovviamente per coscienza e per convinzione,
ma io penso che debba essere una scelta obbligata e mi piacerebbe che tutto
questo Consiglio Comunale esprimesse un sì alla deliberazione per dire il no
alla fusione, anche se obtorto collo, per rispettare l’esito referendario
sull’acqua e sui servizi pubblici, perché l’altro problema è che ovviamente
una fusione di questo tipo non garantirebbe nulla rispetto a quello che è la
volontà popolare dei cittadini che si sono espressi ben chiaramente nel
referendum.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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Tra l’altro il Comitato acqua ha anche pubblicato dei dati, dove si
capiva chiaramente che questa è una mera e - permettetemi il termine becera operazione per sanare delle situazioni debitorie, che porterà
probabilmente
anche a danni economici
per i comuni,
per le
amministrazioni comunali, oltre al mancato rispetto dell’esito referendario,
quindi tanto perché sia chiaro ribadisco il no alla fusione e il sì alla
deliberazione, sperando che la nostra Città sia il primo esempio virtuoso in
cui finalmente la gestione dei servizi pubblici ritorna a essere una gestione
di beni pubblici, che quindi sia fatta a misura di cittadino.
Entra il Cons. Pasini: Presenti N. 38.
Cons. MAZZA: Io credo che oggi sia un’occasione importante per
fare il punto sulle politiche ambientali del Comune di Forlì, purtroppo in
un’occasione che non è esattamente allegra, perché comunque siamo
chiamati a un voto negativo. Le scelte del Comune di Forlì, però,
rispondono pienamente al programma del Sindaco, vale a dire l’avvio del
porta a porta, la nascita di Forlì Città Solare, l’illuminazione a led e tante
altre scelte.
Purtroppo si deve constatare che Hera non ha mai risposto, ha
completamente disatteso le richieste di questo Comune, anzi ha ostacolato
direi in molti modi il porta a porta e, invece che considerare questo Comune
come un fiore all’occhiello delle proprie politiche ambientali, l’ha sempre
trattato come un ostacolo alla propria politica di profitto.
Io voto convintamente contro la fusione Hera Acegas non solo perché
sostengo le posizioni del Sindaco e dell’Assessore, ma perché nutro
fortissimi dubbi circa questa fusione. Sono gli stessi dubbi già espressi
anche dai comitati per l’acqua pubblica e mi stupisco che il Cons.
Pompignoli abbia fatto riferimento ai dati che i comitati per l’acqua
pubblica avevano raccolto circa questa questione, anche perché non mi
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risulta che la Lega Nord avesse sostenuto il referendum, ma anzi avesse
sostenuto un voto per la privatizzazione dell’acqua.
L’acquisizione della holding Acegas dai Comuni di Trieste e Padova
varrebbe, stando ai soli valori di capitalizzazione di borsa, 126 milioni di
Euro contro la cessione del 14,5% di Hera a quegli stessi comuni di un
valore di circa 164 milioni di Euro, quindi l’operazione si caratterizzerebbe
per un saldo negativo pari a 38 milioni di Euro per i soci pubblici emilianoromagnoli. L’indebitamento complessivo arriverebbe, ammonterebbe a oltre
2 miliardi di Euro.
A seguito della cessione del 14,5% delle azioni di Hera ai Comuni di
Padova e Trieste, il pacchetto azionario detenuto dal patto di sindacato dei
comuni emiliano-romagnoli potrebbe scendere sotto il 50% di Hera e quindi
i comuni emiliano-romagnoli non avrebbero più il controllo di Hera, ma
questo scenderebbe probabilmente sotto il 50%, questo dopo avere fatto
votare a noi Consigli Comunali il patto di sindacato in cui si consolidava
l’indirizzo dei soci pubblici per Hera, quindi è una contraddizione in
termini, perché avviene esattamente un ridimensionamento strategico del
ruolo dei soci pubblici. Tra l’altro si abbandona l’idea del soggetto
aggregatore regionale, ma si aprono propaggini in Serbia e in Bulgaria.
Tutto ciò non era previsto dal patto di sindacato e questo orientamento non
si concilia assolutamente con la governance pubblica.
Altre questioni. La modifica dello statuto prevede all’Art. 7 che il
51% della proprietà di Hera Spa non debba più essere saldamente in mano
solo agli enti locali, quindi comuni, province, consorzi di essi, ma veda
anche la presenza di altri enti e autorità pubbliche, questo per aprire
l’ingresso del fondo strategico italiano, che non è altro che una holding di
partecipazioni il cui azionista strategico è la Cassa Depositi e Prestiti, che è
sicuramente la banca pubblica italiana più grande, che è stata trasformata nel
2003 in una Spa pubblica, che da allora finanzia gli enti pubblici a tassi di
mercato, così come fa una normale banca privata.
È chiaro, quindi, a questo punto il futuro impoverimento del ruolo del
pubblico determinato da questa modifica. Voi direte “ma il fondo strategico
italiano è comunque pubblico”, sappiamo però benissimo, e i tempi ce lo
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Pag. 51
confermano, che pubblico si definisce tale in funzione delle finalità
perseguite e non solo della mera proprietà delle risorse che utilizza, perché
abbiamo esempi quotidiani di gente, società che utilizzano risorse pubbliche
per fini privati.
Una valutazione politica. Noi Pd abbiamo sostenuto fortemente il
porta a porta, continuiamo a sostenerlo, continuiamo a sostenere le scelte
ambientali di questa Amministrazione Comunale e non mi risulta che
abbiano fatto lo stesso i Consiglieri di opposizione, non tutti perlomeno.
Sono scelte che comunque costano, sono scelte difficili, perché sono scelte
che a volte risultano impopolari, soprattutto quando Hera non le sostiene,
per cui è molto facile demagogicamente, come fa il Cons. Rondoni,
sostenere posizioni che vanno verso la risposta immediata dei cittadini che
vorrebbero, magari, continuare la raccolta tradizionale.
Noi crediamo nel porta a porta, ricordo che su Il Sole 24 ore in un
articolo Hera viene definita, tra le doti che Hera porterà a Acegas c’è anche
quella di tre termovalorizzatori, probabilmente uno sarà quello di Forlì,
quindi probabilmente Hera pensa di continuare l’incenerimento se non di
potenziarlo. Ditemi questo come si concilia con il porta a porta! Non si
concilia affatto.
Vorrei concludere facendo una nota politica, una notazione politica. Io
credo che oggi sia stata una buonissima occasione, una volta di più, per
alimentare Forlì come laboratorio politico, così come si era proposto alle
primarie, così come si era proposto con l’elezione del Sindaco Balzani. Io
credo che forse questa sarà una goccia nel mare, ma sicuramente la forza
propulsiva politica di questo atto è da tenere in forte considerazione.
Credo che Rondoni non si debba fare carico di preoccupazioni circa il
nostro allineamento o meno alla linea regionale del Pd, noi apparteniamo a
un Partito Democratico in cui rivendichiamo la libertà di pensiero, di
posizione, anche prendendo delle posizioni che non sono allineate con il
sentire comune del nostro Partito.
Esce il Cons. Gugnoni: Presenti N. 37.
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Pag. 52
Entra la Ass. Briccolani.
Cons. ZANETTI: Questa posizione che oggi andiamo a assumere
nella deliberazione, quindi di votare contro a questa fusione, e mi sembra
che da tutti gli interventi che mi hanno preceduta sia bene ribadirlo, è una
posizione che si pone in assoluta continuità e coerenza con tutte quelle che
sono state le politiche ambientali che questa Amministrazione Comunale e
questo Sindaco hanno sostenuto, sia in fase di campagna elettorale sia in
fase poi di programmazione del mandato del Sindaco sia nelle scelte finora
operate.
Su questo non possiamo cedere e arretrare neppure di un passo su tutto
quello per cui ci siamo spesi fino a oggi, cioè sulle politiche che abbiamo
voluto perseguire. Mi riferisco al porta a porta, mi riferisco alla costituzione
di Forlì Città Solare, mi riferisco alla proposta di cui il nostro Comune si è
fatto comune capofila, seguito da tanti altri comuni per una proposta di
Legge regionale, per una gestione diversa dei rifiuti e lo smaltimento dei
rifiuti. Mi riferisco alla visione che ha questo Comune di una società post
incenerimento, quindi con un modo diverso di porsi nei confronti dello
smaltimento dei rifiuti, del riciclaggio, del riciclo, del riuso, tutte politiche
che noi abbiamo cercato, in tutte le occasioni in cui abbiamo potuto farlo, di
portare avanti, non da ultimo anche la previsione, nel nostro territorio, di un
distretto del riciclo vero e proprio. Questo Comune, quindi, si è sempre
distinto con linee chiare e precise.
Un altro esempio può essere il non avere ceduto le reti, altra questione
importante, e sicuramente il privilegiare anche, all’interno della proposta di
Legge regionale, una fiscalità ambientale che vada proprio nell’ottica di
premiare quei comuni più virtuosi e disincentivare, invece, quei
comportamenti messi in atto da comuni che non perseguono queste stesse
politiche.
Ora è evidente che questa operazione di oggi, su cui oggi andiamo a
esprimerci, presenti dei vantaggi e risponde a logiche imprenditoriali, che
correttamente una multi-utility di queste dimensioni persegue e deve anche
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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perseguire. Tuttavia fin dalla sua costituzione i piccoli soci hanno sempre
ritenuto di mantenere un reale radicamento con i territori della nostra
Regione e dei piccoli comuni come il nostro, che detengono l’1,9% delle
azioni del pacchetto Hera, non potevano fare altro che unirsi tra loro,
abbracciare il principio per cui l’unione fa la forza, costituire un patto di
sindacato, in modo da avere o da tentare almeno di mantenere la governance
pubblica e quindi di controllo su Hera, radicata al territorio, alla Regione
Emilia Romagna.
Non c’è una discontinuità, in quello che noi oggi stiamo dicendo, con
quello che abbiamo fatto nel passato o che il nostro Partito o altre persone
hanno fatto nel passato, semplicemente stanno cambiando le cose. Oggi
questa fusione porterà con sé inevitabilmente un ampliamento della
compagine sociale, che disancorerà il radicamento sul territorio e che
fluidificherà ancora maggiormente il peso dei vecchi soci. Il Comune di
Forlì, per esempio, che già deteneva l’1,9 a termine di questo processo verrà
a trovarsi con una quota pari all’1,6, quindi cosa ancora più grave è che, se
da un lato la quota pubblica da un certo punto di vista innegabilmente
aumenterà, dall’altro non saranno più i comuni compresi all’interno del
patto di sindacato che potranno mantenere la governance.
L’anno scorso, quando abbiamo votato il rinnovo del patto di
sindacato, l’abbiamo corredato di linee di indirizzo, perché pure sapendo di
essere piccoli, davvero eravamo convinti che fosse necessario indicare
questi indirizzi e che, con la collaborazione anche degli altri soci, si potesse
in qualche modo ottenere la possibilità di governare anche una grande
macchina come quella di Hera. Quindi oggi ci troviamo di fronte
sicuramente a una decisione che ha una valenza prettamente simbolica e
politica, ma che non ci pare che non porti a alcun risultato e lo dimostra
l’ampia partecipazione del Consiglio Comunale, lo dimostra come altri
amministratori abbiano puntato l’attenzione su quello che oggi sta
succedendo in questo Consiglio Comunale, come i manager di Hera abbiano
focalizzato anche la loro attenzione su di noi.
Noi oggi non facciamo altro che rivendicare le scelte fatte finora e
difenderle, allo stesso tempo mettiamo inevitabilmente un’ipoteca anche
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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sulle scelte future, dicendo a chiare lettere quali sono le politiche che
governano questo Comune sulle quali noi non mancheremo mai di
presidiare neanche nelle scelte future.
Qualcuno ha detto che votare in modo contrario, all’interno del patto
di sindacato, per poi uniformarsi in sede di voto sull’assemblea appare
contraddittorio e si potrebbe anche definire schizofrenico, ma non è così,
perché noi diciamo la nostra opinione dove abbiamo diritto di farlo,
all’interno del patto di sindacato, e nel momento in cui riconosciamo che la
maggioranza dei soci ha un’idea differente ci uniformiamo a quella
maggioranza, anche perché in questo momento, come diceva prima la Cons.
Pirini riportando qualche numero, non credo che sia una scelta responsabile
quella di forzare la mano e eventualmente uscire dal patto di sindacato,
perché avrebbe una ricaduta patrimoniale non indifferente sul bilancio del
nostro Comune.
Diceva prima la Cons. Pirini 6 o 7, forse anche 8 o 9 milioni alla fine
ci potrebbe costare tutta questa operazione, se decidessimo di uscire dal
patto di sindacato di primo livello, secondo livello e vendere anche le quote,
che praticamente quasi coincide con quello che è il nostro Piano degli
investimenti che andremo a approvare per il 2013.
Non voglio scendere ora nelle questioni, nelle provocazioni politiche
del Cons. Rondoni e di quanti altri dai banchi dell’opposizione hanno
cercato di darci lezioni di democrazia, o lezioni di coerenza, soprattutto da
parte di chi, come il Pdl, ha votato veramente con atteggiamenti
schizofrenici mi viene da dire in altre deliberazioni, come quelle che
riguardano l’aeroporto, o la Lega Nord che oggi difende questa decisione in
base al fatto che l’acqua, per esempio, sia un bene pubblico, quando mi
ricordo che il referendum è stato fatto proprio perché l’allora Governo
Berlusconi, con anche la Lega Nord, proponeva di privatizzare l’acqua. Mi
sembra che “coerenza” non sia la parola, o lezioni che possiamo accettare da
voi.
Però il Cons. Pompignoli poneva anche la questione dei compensi.
Siamo d’accordo che i compensi siano eccessivi, non su Hera in particolare,
ma che oggi abbiamo bisogno di recuperare una sobrietà della politica e non
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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solo, dell’intero sistema. Nel nostro piccolo quello che potevamo fare,
all’interno di questo Comune, è stato fatto riducendo nelle società
partecipate sia il numero dei consiglieri sia le indennità dei consiglieri,
quindi non avremo nessuna difficoltà a portare avanti questa iniziativa
anche nelle sedi opportune.
Rispondendo, invece, al Cons. Rondoni che diceva che il punto di
riferimento dell’azione che dobbiamo porci, che si deve porre la politica è
quello di avere un riguardo per i costi della bolletta, penso che non sia
questo l’unico interesse che dobbiamo perseguire, ma anche quello di
garantire dei servizi di qualità e di quantità. Non voglio riprendere, perché
mi dilungherei troppo, le considerazioni che ha già fatto perfettamente il
Cons. Sansavini.
Riteniamo che la difesa di un interesse pubblico, e in questo caso del
nostro territorio, vada al di là delle speculazioni politiche, perché siamo tutti
cittadini, indipendentemente da chi ha votato questa Amministrazione
Comunale e quindi da chi condivide queste politiche ambientali che stiamo
portando avanti, ma soprattutto nei confronti di chi non ha votato questa
Amministrazione Comunale abbiamo il dovere e la responsabilità di
governare, quindi riteniamo che la difesa di un bene pubblico, di un
interesse pubblico del nostro territorio superi anche delle posizioni scontate
e precostituite. Abbiamo anche l’ambizione di dichiararlo con coraggio.
Per questo noi, come gruppo di maggioranza, non siamo appiattiti sul
nostro Sindaco, come diceva il Cons. Gugnoni ponendo una questione di
carattere politico; noi condividiamo le scelte del nostro Sindaco come
gruppo di maggioranza e per questo lo appoggiamo. Questo gruppo al suo
interno ha anche il segretario territoriale e il segretario comunale, quindi nel
momento in cui si esprime, si esprime anche come partito.
E qui vorrei spezzare una lancia proprio su questo, perché noi
vediamo, e probabilmente è solo una questione di punti di vista, ma anche le
posizioni diverse che possono esserci dentro il Partito Democratico noi le
vediamo non come criticità o elementi di rottura, ma come elementi di
ricchezze. Abbiamo fatto delle primarie una bandiera, perché non abbiamo
paura di metterci in discussione e di fare delle riflessioni quando le
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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riteniamo necessarie. Vorremmo che lo stesso coraggio venisse anche dalle
altre forze di opposizione.
Entra il Cons. Ragazzini: Presenti N. 38; riassume la Presidenza.
Cons. BONGIORNO: Da sempre per noi sono evidenti i limiti della
gestione di Hera, con le tariffe imposte ai comuni e non decise insieme ai
comuni, con una gestione sempre più lontana dalle esigenze, dai bisogni dei
cittadini e delle imprese. Non lo scopriamo oggi, noi l’abbiamo sempre
detto questo.
Dagli interventi ascoltati oggi in quest’aula, capisco invece che per la
maggioranza questa consapevolezza è arrivata solo oggi all’improvviso,
questa consapevolezza dei limiti di Hera da noi sempre denunciati. Rispetto
a questa situazione è evidente che è necessario che la politica torni
protagonista e storicamente, per i numeri che il Partito Democratico ha, per
la quantità di enti locali che ancora governa, ahimè dico io, in questa
Regione, la responsabilità principale dal punto di vista politico per trovare
una rotta per uscire in maniera decisa da questa situazione di scacco ce l’ha,
in primo luogo, il Partito Democratico, che evidentemente deve anche
mettersi d’accordo tra i vari livelli di governo che esprime a livello
romagnolo.
Mi riferisco alle contraddizioni che vi sono tra il Partito Democratico
di Forlì e quello di Ravenna, di Rimini, piuttosto che di Imola o di altre
città.
Oltre alle votazioni simboliche, come quella di oggi, quindi sarà
necessario trovare una strada politica, perseguibile concretamente, per
rimettere al centro il bene dei cittadini nei servizi da erogare con tariffe
adeguate, perché quello delle tariffe è il vero punto da mettere al centro del
dibattito e troppo spesso ce lo dimentichiamo. Se così non fosse, ci dovete
spiegare come farete con queste premesse a convincere un domani Hera a
procedere alla progressiva dismissione degli inceneritori di Coriano, man
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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mano che aumenterà la quantità di raccolta differenziata. Come farete che
ormai in Hera il Comune di Forlì non conta più nulla? Ce l’ha spiegato
anche poco fa il Capogruppo del Partito Democratico Zanetti, ha detto “noi
passiamo dall’1,9 all’1,6”, quindi diminuiamo ancora come capacità di
incidere e di condizionare Hera. Come farete? Ha ragione il collega
Gugnoni, diceva prima “ci troviamo veramente di fronte a un elevante”.
Comunque, per incentivarvi con forza a chiarirvi le idee una volta per
tutte, e mi rivolgo alla maggioranza di Centro-sinistra che da decenni
governa questo territorio, vi ricordo che mentre oggi giustamente, con il
nostro plauso anche, guardate al post incenerimento, voi stessi, questa
maggioranza di Centro-sinistra, appena 5 anni fa nel 2007 deliberò il
raddoppio degli inceneritori di Coriano, sia dell’inceneritore dei rifiuti solidi
urbani, sia dell’inceneritore dei rifiuti speciali ospedalieri. E in questa aula
me lo ricordo ancora quel dibattito, quando da quei banchi arrivavano i
ragionamenti per i quali non vi era la prova scientifica che il raddoppio
dell’inceneritore avrebbe portato a maggiori danni per la salute dei cittadini,
mentre da questi banchi già all’epoca dicevamo che noi eravamo contrari a
quel raddoppio e abbiamo votato contro a quel raddoppio, mentre alcuni
colleghi che oggi si sono erti a difensori dell’ambiente - li ricordo, non
faccio nomi per rispetto all’aula - votarono a favore a quel raddoppio. Non
si venga sempre a farci lezioni di coerenza e si guardi un po’ alle proprie
azioni.
Vi ricordo che all’epoca questa decisione avvenne fregandosene
letteralmente di 17 mila firme raccolte contro e del parere di 400 medici di
base che erano preoccupati per la salute delle persone, della serie comunque
meglio tardi che mai! Allora il mio invito, e qui chiudo il mio intervento, è
quello: datevi da fare, perché l’operazione di oggi, come ricordava la
collega Burnacci, non sia solo un’operazione simbolica, un’operazione
retorica di facciata, ma sia veramente l’inizio di un cambiamento di rotta
reale, di cui questo territorio ha veramente bisogno.
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Cons. MICHEA: Anch’io vorrei ripartire da quanto ha appena finito
di dire il Cons. Bongiorno, tanto è stato detto ma devo dire che, sin
dall’inizio di questa riunione, già all’ingresso nell’aula sono rimasta
piuttosto perplessa di vedere che all’appello del Sindaco tanti cittadini
hanno risposto e sono contenta che siano qui, perché come cittadina sono
seduta accanto a voi per dire anche un qualcosa che penso sarà condiviso da
voi stessi. Primo il richiamo a questa continua coerenza, a cui rimanda la
Cons. Zanetti, o anche il trionfalismo della Cons. Mazza sempre sulle
politiche ambientali, ben vengano - l’ha appena finito di dire Bongiorno - le
politiche ambientali, non abbiamo mai detto niente di negativo quando la
politica ambientale era a favore per il cittadino, il cui benessere spesso e
volentieri, sulla bocca sulle parole espresse da tutti, sia da parte della
maggioranza che da parte della minoranza, ma senza tenere conto che quella
qualità a cui spesso richiamano è ampiamente, lautamente pagata dai
cittadini. Questo non sarà importante, come dice la Zanetti non sempre si
può puntare sul pagamento di quanto viene erogato, ma è importante.
Anche sulla politica porta a porta, che è diventato il fiore all’occhiello
e ne siamo anche noi soddisfatti oggi come oggi, siamo arrivati in ritardo
qui a Forlì e soltanto nel sud - faccio un piccolo esempio - a Caserta è già da
20 anni che il porta a porta è attivo, così spostandoci a nord Novara, che non
mi pare che sia un centro grandissimo, il porta a porta l’ha realizzato e
spesso in una maniera anche più completa e più soddisfacente per il
cittadino.
“Baricentro sull’ottimizzazione dei servizi” diceva il Cons. Sansavini.
Questo continuo richiamo alla qualità mi chiedo, come cittadina soprattutto,
questo bollino di qualità in realtà chi è che lo deve dare? Visto che la
responsabilità tra chi gestisce e chi controlla non è chiara, non c’è una linea
chiara che possa in qualche modo dare al cittadino rassicurazioni che questa
qualità pagata, come ho già detto, sia effettivamente controllata.
Tanto per restare un attimo ancora su quanto diceva il Cons.
Montanari, anch’io sono letteralmente stupida rispetto a ciò che ascolto per
l’amor del cielo, però mi stupisco che soltanto oggi, come dice lei, il
modello non regge più: strano, vi calzava quasi bene fino a ieri,
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improvvisamente il modello non regge più, un modello va bene che sarà
superato, ma se superato e se i servizi non sono stati dati così come vi
eravate prefissati, evidentemente il controllo non c’è stato. Chi doveva
controllare? Non certo io, non certo io come cittadina o io adesso appena
arrivata come consigliera.
Detto questo, mi trovo anch’io in quel paradosso, come ho letto oggi
sul giornale che il Comune voterà contro solo nel patto di sindacato, ma
nell’assemblea dei soci poi sarà costretto a votare in favore per non pagare,
come si diceva, quella penale a cui gli altri Consiglieri che hanno parlato
prima di me più volte hanno fatto riferimento. Eppure da questo grande,
vorrei anche che i cittadini si rendessero conto di quanto materiale avremmo
dovuto consultare in tempi brevissimi. Ieri nella riunione del Consiglio - lo
ribadisco ancora - alle 12,45, se permettete, noi siamo pronti a lavorare per i
cittadini che ci hanno eletto, ma non mi pare che sia un orario per fissare
un’assemblea, quindi per fissare un momento di lavoro comune su una
tematica così complessa.
Detto questo, sulla questione del voto contro e a favore, che come
diceva giustamente l’Avv. Pompignoli mi sembra di vivere una realtà
strana, un atto teatrale altrettanto strano, leggo sempre in questo materiale
che ci hanno dato che il 28 agosto 2012 il Consiglio di amministrazione
Hera ha approvato il progetto di fusione, quindi di cosa stiamo parlando?
Non lo so, boh.
Noi voteremo contro la fusione, però già Hera il 28 agosto e non solo,
l’assemblea straordinaria di Hera sarà chiamata a approvare la fusione e
delibererà un aumento scindibile dal capitale sociale fino a un importo
massimo. Il numero, la cifra è talmente lunga e talmente alta che vi invito a
andare a leggerla personalmente, per rendervi conto che stiamo parlando di
143 milioni etc. etc., non stiamo parlando di sciocchezze e noccioline.
Il richiamo ancora a quei famosi 7 punti, ritorno ancora su questi 7
punti perché ripeto, se Hera non li ha mantenuti, qualcuno avrebbe dovuto
per tempo, non a posteriori, fare il pianto del coccodrillo e addirittura
cercare, sempre in quell’atteggiamento di grandi educatori e grandi
dispensatori di consigli politici, si permettono di rilanciare anche alla parte
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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della minoranza che è qui non certo per dare fastidio a nessuno, ma per fare
quello che i cittadini hanno chiesto loro: tutelare su quello che è il bene
comune.
Dice ancora, questo vorrei che i cittadini, al di là delle vuote parole
che spesso pronunciamo, spesso in un desiderio di autoascoltarci o di
autolesionismo verbale, non lo so, “la fusione tra queste due società si può
considerare positiva” e quindi è già scritto, “le due aziende hanno una
struttura simile in termini di rapporto tra le varie aree di attività (ambiente,
energia, gas) e la fusione si traduce in un aumento di competenze e di
efficienza”, ma mi chiedo: le competenze e l’efficienza promesse da Hera
come mai sono andate a ramengo e soltanto oggi vengono in qualche modo
denunciate in questa aula? Questo è veramente strano e, se permettete, come
cittadina è altrettanto preoccupante, perché mi chiedo quando la fusione
avverrà, perché avverrà sicuramente, chi controllerà? Ci troveremo chi verrà
dopo di noi, ancora una volta, qui a discutere sull’inefficienza e
sull’incompetenza anche della seconda Azienda, unita adesso a quella che
non ha dato prove di efficienza?
Lascio ai cittadini, visto che siete qui anche voi per ascoltare, ma
soprattutto per riflettere e se possibile, in maniera molto umile, portare a
casa come io porterò il malumore e il malcontento, ancora una volta come
cittadina, di non sentirmi tutelata.
Cons. NERVEGNA: Chiedo scusa, pensavo di non intervenire, però
alcune affermazioni che ho sentito ultimamente, soprattutto dalle care
colleghe Mazza e Zanetti, mi hanno stimolato a intervenire, soprattutto due
parole: una quando si è detto radicamento sul territorio di Hera e quando si è
detto che questa è una deliberazione di presa in continuità su un’azione che
sta portando questo Governo della Città.
Sapete spero, cerco sempre di essere molto obiettivo, essendo critico,
ma anche facendo autocritica su quello che può essere avvenuto nel passato,
e ritengo che questa operazione (la fusione) è un’operazione in continuità di
una scelta fatta quando si è costituito Hera, è la fusione che è una continuità
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di quando si è fatto Hera. A chi era in Consiglio Comunale quando si è
costituito Hera, ci dicevano - perché noi qui dai banchi dell’opposizione a
Forlì, che poi a Bologna no, ma a Forlì eravamo contro - che bisognava
costituire questa holding, questa società per azioni, perché dovevamo
fronteggiare il mercato in occasione di una possibile e probabile
liberalizzazione del mercato, quindi per fronteggiare i colossi francesi,
tedeschi, di tutte le razze possibili e immaginabili, che sarebbero venuti qui
a partecipare alle gare, dovevamo fare questo colosso e quindi dovevamo
attrezzarci per affrontare questa cosa.
Noi dicevamo intanto le gare non si fanno, sono passati 15 anni e le
gare non si sono fatte, Hera è diventato il monopolio che tutti conosciamo e
oggi continua nel suo percorso, quello di guardare al suo bilancio e
sicuramente non guardare il radicamento sul territorio, perché vi sfido tutti a
chiamare Hera al telefono, capire e riuscire a parlare con un funzionario per
chiedere spiegazioni su qualcosa, a meno che questo esula da quella che
potrebbe essere l’efficienza delle operazioni, i controlli, i meccanismi.
Se qualcuno si mette al telefono la mattina e dice “voglio chiamare
Hera per chiedere spiegazioni sulla bolletta”, o ci va di persona o altrimenti
deve fare talmente tanti “chiama 1, chiama 2, chiama 3, chiama 4” che non
arriverà mai! Quindi il radicamento sul territorio zero, perché se succede
qualcosa su ciò che riguarda il servizio di Hera, difficilmente si riesce a
avere un rapporto di un certo tipo.
Quindi oggi questa questione della fusione è un’ulteriore patata
bollente che cade addosso del Sindaco Balzani, dopo le precedenti che
abbiamo già, Sapro, l’aeroporto e via discorrendo. Balzani non ha votato la
realizzazione di Hera, le precedenti amministrazioni l’hanno voluta, le
precedenti maggioranze l’hanno voluta, oggi lui si trova e fa una scelta di
sentimento, dice “mi sembra una cosa sbagliata, perché innanzitutto va
contro quello che era lo spirito di tutti coloro che hanno appoggiato il
referendum sull’acqua”. Io non l’ho appoggiato, perché per me nasceva quel
referendum da un equivoco fondamentale, perché nessuno voleva
privatizzare l’acqua, si voleva solamente dire di liberalizzare il mercato dei
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servizi, compresa l’acqua, ma la proprietà dell’acqua rimane sempre al
pubblico.
Su quell’equivoco si è giocato un referendum, su quell’equivoco è
passato, ma io mi chiedo coloro che oggi promuovono questa fusione a
livello bolognese, e parlo della maggioranza del Comune di Bologna, del Pd
bolognese e Pd regionale, che ha sostenuto quel referendum, mi deve
spiegare come fa oggi a portare avanti un percorso che va contro la scelta
del referendum, perché questa è la contraddizione, è qui che cade proprio il
problema di questa questione.
Noi siamo con la coscienza a posto, abbiamo votato a suo tempo
contro la costruzione di Hera, perché ritenevamo che comunque a suo tempo
il Cis stesse dando delle risposte al territorio fondamentali, soprattutto
quello che riguarda il discorso della costruzione di una solidarietà
comprensoriale e ricordo ai tempi del Cis che si è portata l’acqua in
montagna, il gas, le reti del gas, con una coesione sociale che oggi non c’è
più. Oggi tutti fanno riferimento a Hera, ogni comune cerca di portarsi a
casa qualcosa, vota sempre a favore tutto quello che c’è da votare e questa è
la prima occasione in cui il Comune.
Però l’altro lato della medaglia è che comunque vota a favore della
fusione, perché qui dice che è contraria, però lì dopo è costretta a votare a
favore, allora mi chiedo perché non è uscito dal patto di sindacato quando
altri comuni l’hanno fatto, perché si poteva anche uscire dal patto di
sindacato.
Io credo che su questa questione, non vedo il collega Gugnoni che
dice che vota e esce dall’aula perché non gestisce, ma l’operazione Hera è
stata fatta dal Pd e dall’U.D.C. e lo dico perché, se vogliamo essere
obiettivi, Aldrovandi appoggiato dall’U.D.C. alle ultime elezioni del
Comune di Bologna era l’amministratore delegato di Hera, quello che ha
portata avanti l’operazione di Hera. In Consiglio di amministrazione c’è
sempre stato l’Onorevole Galletti, poi quando è diventato onorevole c’è
andato un altro senatore di Bologna di cui adesso non ricordo il nome.
Questo è quanto.
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Anche allora sia Forza Italia che Alleanza Nazionale a Bologna hanno
votato a favore, quindi io critico, ho sempre criticato nelle sedi opportune
quella scelta, però siccome c’era, dopo 60 o 50 anni quanti erano, un
sindaco di Centro-destra a Bologna, era difficile votargli contro se il
Sindaco di Bologna era favorevole a portare avanti quell’operazione, quindi
la responsabilità ce l’abbiamo tutti su questa vicenda, chi più chi meno.
Da queste parti non possiamo dire sicuramente che questa operazione
l’abbiamo condivisa, ormai c’è e credo sia difficile tornare indietro,
facciamo qualcosa per migliorarla, ma non la miglioriamo oggi vietando una
visione, perché se la scelta è quella di fare un’azienda sempre più grande,
perché deve competere nel mercato, è un errore oggi votare contro, perché o
si scioglie Hera e si torna alle vecchie aziende comprensoriali consorziali, o
andiamo avanti e costruiamo l’Azienda del mercato.
La nostra scelta di coraggio la facciamo, votando a favore della
proposta che fa il Sindaco, consapevoli però che significa votare a favore
della fusione, perché oggi votiamo a favore di una deliberazione che vota a
favore della fusione.
Cons. LOMBARDI: Io sarò, come sempre, brevissimo. Ringrazio
tutti i cittadini che hanno avuto la pazienza, coloro che sono ancora seduti in
quest’aula e coloro che l’hanno già lasciata, per la pazienza che hanno avuto
di ascoltare tutti i nostri bei discorsi.
Non ho la capacità di analisi politica che ha dichiarato di avere il
collega Gugnoni, non ho avuto la scuola democristiana come ha avuto lui e
dopo più di 30 anni mi interrogo ancora su cosa volesse dire De Mita,
quando parlava di convergenze parallele, quindi dichiaro tutta la mia
ignoranza politica.
Però visto che, nel bene o nel male, mi trovo a occupare questa
poltrona, a me piace andare alla sostanza delle cose e la sostanza delle cose,
Sindaco, è che alla fine della storia, tutte le belle parole che abbiamo speso e
stiamo spendendo, questo Consiglio Comunale le darà mandato di votare
contro la fusione di Hera con Acegas Aps Holding, ma quando si troverà nel
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momento in cui, continuando a votare in quel modo, ci sarebbe da tirare
fuori un sacco di soldi, voterà a favore. Questa è la sostanza, con buona pace
di tutti coloro che hanno votato per un referendum e l’hanno applaudita
pensando che, con questo voto, si ponesse una pietra miliare sulla possibilità
di Hera di continuare a gestire tutto il sistema delle utenze nel modo in cui
l’ha gestito fino a oggi, con buona pace di coloro che hanno dei rapporti
conflittuali con Hera rispetto alla gestione delle utenze, a quando vengono
fatte richieste per i contatori e tutto quello che ci va dietro.
Sostanzialmente questa cosa mi sembra più che altro uno spot
elettorale per dire “noi abbiamo votato contro, cosa possiamo fare se dopo
Hera è andata avanti lo stesso?”. Il Sig. Tommaso Tomasi di Vignano, che è
il Presidente di Hera, e tra l’altro nell’organigramma viene citato come
membro del Consiglio, Presidente perché candidato dal Comune di Forlì, tra
parentesi c’è scritto “Comune di Forlì” e io non so se quando è stato
nominato fosse indicato dal Comune di Forlì, ma quando alla fine di questa
sera gli verrà riportato che il Comune di Forlì ha votato contro, andrà a
dormire tranquillo come la sera prima, in quanto sarà ben consapevole che
questa è solo una posizione di facciata.
Questa è la sostanza delle cose. Per ultimo vorrei rispondere in modo
pacato alla Cons. Zanetti, che non c’è stata una riduzione di società
partecipate in questa Città, in questa Città sono fallite le società che sono
sparite, Sapro è fallita e ci sono 130 milioni di Euro e più che ballano dentro
le casse vuote delle banche, ci sono 40 milioni di Seaf che era in
liquidazione, che sono spariti dalle casse pubbliche, ci sono 20 milioni di
Euro dell’A.S.L. che, con il licenziamento del precedente Direttore
Generale, si è messo tutto a tacere, ma i cittadini lo stanno pagando.
Guardiamo in faccia le cose come stanno realmente, non andiamo a
cercare il niente.
Esce la Vicepresidente della Consulta.
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Cons. SAMPIERI: Ci sono un po’ di mal di pancia in questa seduta
del Consiglio Comunale, ma il mal di pancia deriva da una situazione che
non si riesce più a governare in qualità di Amministrazione Comunale,
perché l’Amministrazione Comunale si rende conto, e forse se ne è già resa
conto da tempo, ma oggi comincia a dare dei segnali di mal di pancia che
non si conta assolutamente niente di fronte a un colosso che si chiama Hera.
Questo colosso io ricordo quando nacque, perché l’allora Pci che era
contrario alle Trust, alla Holding, etc. etc. ne parlava sempre malissimo,
però su quella vicenda chinò il capo, perché Bologna esigeva la situazione
che poi è andata a concretarsi in Hera. Bologna aveva delle esigenze, voleva
trasformare le proprie quote delle aziende pubbliche in maniera da potere
fare delle infrastrutture in quel di Bologna: questa è storia, non è possibile
dimenticare queste questioni.
Abbiamo dovuto tutti, da Bologna in giù, da Modena in giù, fare
questo tipo di operazione. Bologna ha sempre fatto sul territorio la sua
politica, è inutile che noi pretendiamo oggi di pensare di fare la nostra
politica! Oggi bisogna cercare di mediare su questa situazione, perché
bisogna riconoscere a Hera difetti e pregi, bisogna riconoscere come diceva
giustamente Di Maio prima che abbiamo delle eccellenze come il
telecontrollo, bisogna riconoscere che abbiamo purtroppo di fronte non più
un’azienda familiare, abbiamo un’azienda di tipo finanziario industriale,
tutta un’altra questione! Forse Forlì, che conta neanche il 2%, non riesce
ancora a avere ben chiaro.
Cosa possiamo fare noi in questa situazione? È inutile che parliamo di
mal di pancia, è inutile che continuiamo a pensare di potere contare
qualcosa anche votando contro la fusione, poi andiamo invece nella seduta
di là e votiamo a favore: ho capito, ma questa è una presa per i fondelli
anche per i Consiglieri comunali! Vorrei sapere, e l’ha detto bene Nervegna,
cosa votiamo questa sera, esattamente non ho capito: votiamo contro la
fusione e poi votiamo a favore? Perché noi votiamo una deliberazione che
avrà questo percorso, questa deliberazione funziona come un voto contrario
alla fusione e poi di là il Sindaco andrà e farà un voto favorevole alla
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fusione: sì ho capito è un segnale, ma mi sembra un segnale che a livello
istituzionale sia esattamente una presa in giro.
Guardiamoci invece dalla parte di Hera. Mi sono chiesto “ma perché
Hera si mette a fare questa fusione? Perché si prende un’azienda con dei
debiti?” e ho pensato che qualche motivo ci sarebbe stato, perché non credo
che siano impazziti ai livelli dirigenziali di Hera. Penso - forse penso male,
ma delle volte dicevano che ci si prende - che il problema di Hera in questo
momento sia la scadenza prossima che se ne parla da tempo e la gara che
verrà fatta su tutta l’operazione.
Se guardiamo in questa ottica, i problemi che ha Hera non sono i
nostri problemi, qui bisogna mettersi in testa che, quando si è fatto Hera,
probabilmente non sono state richieste, da parte di tutti i comuni, delle
garanzie tali da potere governare i processi. Oggi i processi li governa solo
Hera, noi non li governiamo più. Hera per difendersi dall’assalto delle
multinazionali che vorranno mettere piede dentro questa situazione, ha
pensato, sperando forse anche di prenderci, che allargando la base sociale e
facendo una fusione, ingigantendo la sua dimensione rende più difficoltoso
questo famoso assalto.
Il problema che noi dobbiamo anche configurare con i piedi per terra,
oltre che dare dei segnali etc., è quello di dire “caro Sindaco, non so se
andrai con il mal di pancia o meno dentro al Consiglio a fare il tuo voto,
alzando la mano e dicendo sì, ma se vuoi essere una persona seria e mi fai
votare contro la fusione, almeno quel sì sarà un sì condizionato spero con
delle motivazioni. Dato che è una persona che sa parlare e sa spiegarsi e sa
chiedere, io credo che in questa occasione dovrebbe chiedere qualcosa,
qualche garanzia per i comuni, per i piccoli comuni come siamo noi, perché
noi siamo un piccolo comune, è inutile che pensiamo di essere determinanti.
Forse lo è Bologna, forse lo è Modena, non certamente lo è Forlì.
Cons. GASPERONI: Molte cose sono già state dette, cerco di non
ripetere. Dice bene il collega Sampieri quando ricorda una delle motivazioni
della nascita di Hera, cioè il Comune di Bologna, con l’entrata in Borsa di
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Hera, avrebbe monetizzato un importo tale da potere avviare due opere
pubbliche sul proprio territorio, la metropolitana e quello che poi si è
chiamato Civis. Ora sappiate che la metropolitana non si farà mai, è facile
informarsi: Bologna non è lontana! Non è una previsione mia, non si farà
mai la metropolitana di Bologna. Il Civis giace inutilizzato in decine e
decine di milioni di Euro di impianti già fatti, che girando per Bologna
potete facilmente vedere, con anche pensiline sopraelevate pericolose,
perché l’autobus normale non può avvicinarsi più di tanto, mentre il Civis
che aveva la guida ottica si sarebbe avvicinato un po’ di centimetri etc.. Non
sto a dilungarmi, perché sono cose che riguardano Bologna.
Siamo in una situazione abbastanza pirandelliana: Bologna voleva
ottenere un certo obiettivo, la Bologna di Guazzaloca e quindi una giunta
diversa da quella che poi c’è sempre stata e che c’è tuttora. Quello che allora
si è chiamato con una parolaccia “il perimetro bolognese”, e ricordo questa
espressione perché era sprezzante nei confronti del nostro territorio, perché
parlare di perimetro bolognese invece che parlare di Romagna - perdonate è una parolaccia, è sprezzante, è un modo becero di intendere questo
territorio, che non a caso già da allora andava a rimorchio.
Ora Forlì, che è andato a rimorchio e che improvvisamente si sveglia
con un “contrordine, compagni!” di cui non riuscirete mai a convincerci
della coerenza, mai riuscirete! Come potete pensare di convincerci? Di
quale coerenza stiamo parlando? Vi siete semplicemente accorti che stavate
perdendo un sacco di voti, prima delle ultime elezioni, e avete cambiato
delle cose. In questo senso avete fatto un’operazione politicamente
intelligente, perché una parte delle striscioni “no al terzo inceneritore” c’è
ancora in giro per Forlì. Non so cosa votino quelle persone, sarei curioso di
saperlo, che il terzo inceneritore è lì, progettato a caro prezzo, tra l’altro da
un grande architetto che, come fa il grande architetto, mette il tratto di penna
e incassa quello che avrà incassato Gae Aulenti.
Noi vogliamo ricordarvi anche gli effetti di questa situazione e da
opposizione lo facciamo anche a malincuore, perché sappiamo di dire delle
cose spiacevoli. Forlì è diventata un cattivo cliente di Hera al momento a cui
ha avviato il porta a porta e pian piano lo costringe a sottoutilizzare
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l’inceneritore, oggi con questo voto diventa un cattivo azionista di Hera.
Pensate che questo non avrà delle conseguenze per Forlì realisticamente?
Perché qui siamo tra persone adulte, non è che ci raccontiamo delle favole!
Questo avrà delle conseguenze, e la Città le pagherà volentieri per una
fuga in avanti che non sappiamo esattamente dove porta? Perché se qui
avessi sentito dal Sindaco, invece che un discorso per prendere degli
applausi dal pubblico, una strategia di uscita - lo dico in italiano perché non
mi piace questo inglese tanto per farsi belli - da Hera, sarebbe stato
credibile, altrimenti l’unico modo che ha avuto per dimostrare che è in
grado di fare quello che dice di volere fare è stata una cosa piccola: non
avere venduto le reti, questo glielo riconosciamo, è l’unica cosa che ha fatto
in coerenza, quello che state propugnando in questo Consiglio Comunale.
Da ultimo la citazione del Sindaco ahimè gli si ritorce contro, peraltro
Keynes forse si rivolta anche nella tomba! L’ha detto il collega: l’aumento
delle tariffe che Hera ha preteso e ottenuto per realizzare il porta a porta è
esattamente quei costi di trasformazione da una situazione precedente a una
trasformazione successiva, che non sono per niente controbilanciati dallo
sforzo che stiamo facendo. Caro Sindaco, la citazione ti si rivolta contro!
Cons. PASINI: Non è mia abitudine fare delle oratorie, quando ci
sono tematiche così importanti e non ho argomentazioni per potere
sostenere determinate posizioni, se non quelle della coerenza. Il mio
Capogruppo ha preso una posizione, io ne ho un’altra, che va un po’ in linea
con quello che secondo me ha detto coerentemente il Cons. Nervegna, di cui
gli do atto, un atto di onestà.
E come in Commissione ho detto che davo coerenza alle posizioni che
il Partito Democratico ha preso a livello forlivese, ho evidenziato però come
poi nel patto di sindacato ci si doveva, ci si sarebbe dovuti attenere a quelle
che erano le disposizioni, ritengo che ci sia una responsabilità personale e io
seguo la mia responsabilità personale, quindi mi asterrò dal voto.
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Cons. POMPIGNOLI: In virtù delle considerazioni che abbiamo
espresso prima io e la mia collega, ovviamente voteremo contro questo tipo
di fusione, quindi a favore della deliberazione. Mi permetterà, Presidente, di
replicare un attimo alla Cons. Zanetti che ricorda male sul discorso legato
alla privatizzazione dell’acqua, perché la Lega Nord è sempre stata
contraria, quindi oggi non mi venga a dire, Consigliera, che noi eravamo a
favore della privatizzazione, questo assolutamente no!
E in altro senso, quando lei mi dice che avete fatto tutto per ridurre i
costi, pure nel piccolo del Consiglio Comunale, abbiamo ridotto i costi di
cosa? I dirigenti prendono le stesse somme, tutti i funzionari prendono le
stesse somme, quindi in ogni caso non si è fatto granché rispetto a quello
che lei ha detto.
Cons. RONDONI: Se siamo arrivati a questo punto la responsabilità
politica è di una parte sola, evidentemente richiama alla continuità, gliela
lasciamo tutta. Se siamo arrivati a questo punto della commedia è perché voi
non siete riusciti a gestire i processi di sviluppo di quello che è il rapporto
tra pubblico e privato, che è un tema dominante nel mondo globale, quindi
c’è un tema caldo della nostra realtà. Noi siamo dalla parte dei cittadini: sì
esattamente, delle utenze dei cittadini e questo è il punto che qualifica la
nostra azione.
L’altra cosa che devo al collega Sansavini, avrei creduto non a Alice
nel paese delle meraviglie, che oggi viene e scopre un mondo nuovo, ma a
un’azione politica del Sindaco di Forlì, se ne fosse stato capace supportato
da voi, con il Sindaco di Cesena, di Bologna, di Modena, a fare un’azione
politica vera, forte, capace di determinare le scelte di Hera. Oggi hanno
ragione i Consiglieri che dicono “alla fine questo è un voto a favore della
fusione”, quindi voi affermate una cosa e ne fate un’altra, non ho ancora
capito cosa ha votato il rappresentante del Comune di Forlì a fine agosto,
non ho capito se uscirete dal patto di sindacato e quale azione concreta
inciderà nella realtà dopo il dibattito di oggi. È una commedia!
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Noi votiamo sì per la parte che riguarda le utenze dei cittadini e tra un
anno vi voglio ritrovare qui a discutere sul valore delle utenze, perché
questo è il punto che fa da discriminante, oltre alla qualità dei servizi.
Chiediamo questo.
Escono i Conss. Bucci, Castrucci, Pantieri e le Conss. Mancini e
Morgagni: Presenti N. 33.
Vedi deliberazione n. 101
APPLAUSI
Presidente RAGAZZINI: Pubblico, non è previsto! Non sventolate
bandiere che non è previsto dal regolamento, grazie. Ringrazio comunque
anche il pubblico per la cortesia e la correttezza con la quale ha seguito il
dibattito.
OGGETTO N. 57
ACCORDO
TERRITORIALE
TRA
PROVINCIA
CESENA , AUTORITA' BACINI REGIONALI
FORLI'
ROMAGNOLI,
SERVIZIO TECNICO DI BACINO ROMAGNA E COMUNI DI
FORLI' E FORLIMPOPOLI PER RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE
DEL RONCO / BIDENTE NEL TRATTO PONTE VIA EMILIA /
CONFLUENZA TORRENTE SALSO EX ART. 15 L.R. 20/2000 APPROVAZIONE SCHEMA.
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Pag. 71
Presidente RAGAZZINI: L’oggetto è stato visto in II Commissione,
è prevista anche per questo argomento l’immediata eseguibilità.
Entrano la Cons. Morgagni e il Cons. Castrucci: Presenti N. 35.
Ass. RAVA: Buonasera a tutti, sarò molto veloce. Andiamo a
approvare questa sottoscrizione allo schema di accordo territoriale, ne
abbiamo parlato in Commissione II. La Giunta Comunale, sotto
naturalmente la richiesta anche della Commissione II, ha messo alcune linee
guida in più in funzione della verifica reale della riqualificazione territoriale
e fluviale del Ronco Bidente, che per questa Amministrazione Comunale è
veramente importante.
Mi scuso, perché naturalmente il lavoro relativo alla realizzazione di
queste linee guida, che vi avevo letto in Commissione II, sono state
naturalmente riportate in deliberazione come elemento di filtro, che darà
modo all’Amministrazione Comunale di verificare poi tutti gli accordi di
programma relativi al contratto al sistema fluviale che andiamo a
sottoscrivere come accordo territoriale.
Per cui gli indirizzi sono testualmente riportati in deliberazione,
oggetto N. 57, e se volete li riassumo molto velocemente, per cui “1)
eventuali interventi di nuova costruzione a destinazione residenziale
turistico-ricettiva previsti dall’accordo devono essere localizzati non solo
all’esterno del confine del Sic, sostanzialmente coincidente anche con la
zona di tutela fluviale, ma anche in aree compatibili con lo studio di
valutazione ambientale e di incidenza del progetto; 2) eventuali nuove buche
per attività golfistica e percorsi equestri dovranno essere progettate al fine di
salvaguardare adeguatamente il patrimonio idrico del Lago Foma e il
delicato ecosistema del Sic” come abbiamo messo e approfondito all’interno
della Commissione II.
“3) per salvaguardare adeguatamente il patrimonio idrico del Lago
Foma, nonché in via prioritaria l’alto grado di bio diversità dell’intero Sic e
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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le attività concernenti vela, canottaggio, balneazione di qualsiasi tipo nel
Lago Foma, sono da ritenere possibili soltanto alla luce della valutazione di
incidenza;
4)
qualsiasi
intervento
prospettato
nell’accordo,
anche
concernente la gestione del rischio idraulico, il rialzo e la profilatura inclusi,
il ripristino dei livelli di funzionalità ecologica, la tutela e il miglioramento
della biodiversità, il trasferimento delle attività estrattive e di triturazione
degli inerti - che sono elemento fondamentale per quanto riguarda la
rivalutazione e la rigenerazione di questo sito - è attuabile solo se conforme
agli obblighi previsti dalle norme ambientali, previa valutazione di impatto
ambientale, valutazione di incidenza e valutazione di sostenibilità
ambientale e territoriale”.
Questi sono elementi che la Giunta Comunale ha messo in campo per
definire precisamente il livello di tutela che questa Amministrazione
Comunale vuole fare in ambito e in tutela del nostro territorio.
Entrano il Cons. Bucci e la Cons. Mancini: Presenti N. 37.
Cons. PIRINI: Devo dire che su questa deliberazione ho molto
apprezzato il lavoro fatto dall’Ass. Rava per cercare di recepire quanto era
stato chiesto dagli esperti che avevano analizzato, ovviamente ambientalisti,
e devo dire che purtroppo è riuscito a portarsi a casa solo molto poco
rispetto a quello che speravamo e questo mi lascia un po’ perplessa sul mio
voto.
Sicuramente però, qualsiasi decisione io prenda, qualsiasi voto io
voglia dare a questa deliberazione, voglio ribadire che è anche un voto che
tiene conto di questo sistema di organizzazione dei lavori, nel senso che è
vero che siamo ancora alla fase dell’accordo territoriale, che non siamo
ancora alla fase dell’accordo di programma, però quando ci si comincia a
impegnare su dei progetti che sono più o meno in essere, o comunque non
sono mai visibili e non ci si può confrontare chiaramente su questo, mette in
condizioni difficili chi deve tutelare al massimo grado il nostro ambiente.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 73
Capisco perfettamente tutto il lavoro fatto dall’Assessore, il mio sarà
un voto di contrarietà, però con qualche dispiacere, nel senso che vorrei che
gli fosse riconosciuto questo lavoro, ma è proprio non un qualcosa che ha
fatto lui, ma è questo sistema di impegnare dei Consiglieri su degli accordi
che in realtà prevedono già dei programmi di massima, ma che non sono
ancora concretizzati, sono nell’aria. Il problema è che, intendo che non si
vedono, dire se uno è contento oppure no non può farlo.
È ovvio che seguirò con attenzione tutte le fasi del procedimento e il
mio voto potrà trasformarsi in qualcosa di diverso nel momento in cui si
vedranno concretizzate le richieste proposte dall’Assessore e dalla Giunta
Comunale, che dimostreranno come questo percorso tutto sommato alla
fine, insomma avrò piacere di avere torto in questo caso! Spero che
comunque venga fatto un bel lavoro per la Città di Forlì.
Esce il Cons. Nervegna; entra il Cons. Pantieri: Presenti N. 37.
Cons. PASINI: Brevemente, colgo l’occasione e rinnovo l’invito,
come ho fatto in Commissione, all’Assessore. Visto che in Commissione ha
cercato di portare un dibattito e un approfondimento con eventualmente
delle proposte anomale, perché - perdonatemi - non sempre, quando si va a
proporre una deliberazione con un accordo di programma, si ascolta in
Commissione l’Assessore che porta già delle osservazioni e dei punti come
ordine del giorno integrativi.
Visto che secondo me è l’inizio di un percorso e proprio perché è
l’inizio di un percorso c’era modo di potere in qualche maniera fissare
paletti e regole anche all’interno di un accordo di programma che andremo a
esaminare in fase successiva, dove avremo modo anche di esaminare le
progettualità di queste aree, quindi secondo me poteva benissimo essere
lasciato così com’era questo accordo, capisco la sensibilità e l’attenzione di
altri Gruppi consiliari, capisco l’operazione che ha fatto l’Assessore, però a
questo punto gli chiedo al più presto di prendere un impegno, con la Città e
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 74
con noi Consiglieri, di portarci al più presto in esame le modifiche al Poc,
che è in scadenza quest’altro anno, e eventualmente di prendere in esame,
come stanno facendo in altre città vicine, per esempio Cesena, potere vedere
e potere prendere in esame anche il regolamento edilizio per potere cercare
non tanto di costruire ancora, ma di andare in un’ottica di riqualificazione,
di sostenibilità, ma cercare in qualche maniera di rendere più attrattiva la
nostra Città e nello stesso tempo di dare un impulso a un settore come
quello edilizio, che sicuramente ora è fermo e soffre di una tremenda crisi,
come altri comparti.
Io
penso
che
anche
gli
strumenti
devono
essere
snelliti,
sburocratizzati, ma permettere anche determinate opere che sicuramente,
nella riqualificazione del nostro patrimonio, sarebbero importanti. Piuttosto
che andare a mettere dei paletti nei singoli accordi, penso che questo nostro
strumento come il Piano operativo comunale sia ora che iniziamo a
dibatterlo qui, all’interno di quest’aula, nelle commissioni, nelle varie parti e
nelle varie stanze, cercando di tenere conto di tutte quelle che sono le
sollecitazioni che ci stanno venendo o sono arrivate in amministrazione da
parte del nostro territorio.
Vedi deliberazione n. 102
OGGETTO N. 80
REGOLAMENTO
AREE
SGAMBATURA
CANI
-
APPROVAZIONE.
Presidente RAGAZZINI: L’oggetto è stato visto in II Commissione
consiliare, anche per questo argomento è previsto il voto dell’immediata
eseguibilità.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 75
Cons. PIRINI: Ringrazio tutti per il lavoro fatto, è stato
difficilissimo. Se ci saranno problemi con i cittadini, perché il regolamento è
uno dei più stringenti visti in tutto il territorio nazionale, dovremmo essere
pronti a confrontarci con la cittadinanza per spiegarci, ma penso che questo
sia un regolamento che comunque fa quello che deve fare, cioè tutelare gli
animali, visto che sono delle aree appositamente studiate per loro e non
tanto per le famiglie o i bambini in sé, ma proprio per il benessere degli
animali.
Dott.ssa CAMPIDELLI: Nel testo della deliberazione c’è un refuso a
causa di un copia e incolla, qualcosa che non ha assolutamente a che vedere
con il regolamento sgambatura cani. Il testo non ce l’ho qui sottomano… è
nella parte in premessa nel secondo foglio, nella seconda pagina della
deliberazione è “ritenuto di prelevare successivamente, con separato atto, la
quota da destinare al fondo di incentivazione etc.”, è ben chiaro che non ha
nulla a che vedere con il regolamento sgambatura cani, quindi tutta questa
parte fino al punto è da cassare.
Escono i Conss. Aprigliano, Maretti e Sansavini, il Sindaco Balzani e
la Cons. Michea: Presenti N. 32.
Vedi deliberazione n. 103
Esce il Cons. Lombardi; entra il Cons. Maretti: Presenti N. 32.
OGGETTO N. 81
VARIANTE
A
PIANO
OPERATIVO
COMUNALE
E
REGOLAMENTO URBANISTICO ED EDILIZIO IN ATTUAZIONE
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 76
PIANO ALIENAZIONI
E VALORIZZAZIONI
IMMOBILIARI
COMUNALE ADOTTATA CON DELIBERAZIONE CONSILIARE
N. 1 DEL 9.1.2012 - CONTRODEDUZIONI A RISERVE E
OSSERVAZIONI E APPROVAZIONE.
Presidente RAGAZZINI: L’oggetto è stato visto in II Commissione
consiliare. Anche in questo caso è previsto il voto dell’immediata
eseguibilità.
Esce il Cons. Sampieri: Presenti N. 31.
Cons. PIRINI: Rapidissimamente, il mio voto sarà di astensione e è
comunque giusto se ci sono dei beni immobili che sono assolutamente non
recuperabili, o che rischiano di risultare dei ruderi, che questo venga
affidato ai privati. Quello che si cerca sempre di sollecitare è la non svendita
dei beni soltanto a dei fini di costruzione di villette.
Comunque a questo proposito vorrei ricordare nuovamente, in modo
che rimanga traccia anche nei verbali, che i cittadini di Villafranca, le cui
osservazioni e obiezioni sono state rigettate e chiedevano che non ci fosse
quella variazione di destinazione d’uso, in modo da consentire la
permanenza della caserma all’interno del paese, in uno di questi edifici da
mettere in vendita, vorrei ribadire quanto detto in Commissione e quindi che
si tenga conto di questa forte esigenza del paese e che si cerchi una
soluzione alternativa, per esempio, per potere fare rimanere la Caserma dei
Carabinieri all’interno dei locali dell’ex Istituto agrario. Non si può lasciare
sguarnita una zona come Villafranca che è particolarmente una piccola città,
un piccolo comune, tra l’altro con delle serie difficoltà dal punto di vista
della sicurezza.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 77
Io faccio presente questa cosa, che l’istanza dei cittadini non venga
assolutamente tradita, perché è un bisogno assolutamente da tenere in
considerazione.
Escono le Conss. Casara e Giulianini e il Cons. Pompignoli; entrano i
Conss. Lombardi e Sansavini; esce il Cons. Valbonesi.
Vedi deliberazione n. 104
Entra il Cons. Valbonesi: Presenti N. 30.
INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
OGGETTO N. 2
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 23 MAGGIO
2011 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN MERITO ALLA
PARTECIPAZIONE
DI
QUESTA
AMMINISTRAZIONE
ALL'ASSEMBLEA DEL MAR.
Rinviato
OGGETTO N. 3
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 21
GIUGNO 2011 DAI CONSS. FABRIZIO RAGNI E ALESSANDRO
SPADA N MERITO ALLE PROBLEMATICHE DELLA ZONA DEI
GIARDINI ANNALENA TONELLI/GALLERIA VITTORIA E ALLA
ZONA DEI GIARDINI ORSELLI.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
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OGGETTO N. 8
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 19 AGOSTO
2011 DAI CONSS. FABRIZIO RAGNI E ALESSANDRO SPADA,
PER CONOSCERE LE INIZIATIVE E I PROGETTI ATTIVATI
DALL'AMMINISTRAZIONE
A
SOSTEGNO
E
SUPPORTO
DELL'ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO.
Rinviato
OGGETTO N. 15
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 12
OTTOBRE 2011 DAL CONS. ANDREA PASINI, SULL'AREA
SPORTIVA DEL RONCO LIDO.
Rinviato
OGGETTO N. 16
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 12 OTTOBRE
2011 DAL CONS. ANDREA PASINI, SUL CONTRATTO DI
GESTIONE DEL CAMPO DI ATLETICA "CARLO GOTTI".
Rinviato
OGGETTO N. 17
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 12
OTTOBRE 2011 DAL CONS. ANDREA PASINI, SUI CONTRATTI
DI GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI DI VILLANOVA E
VECCHIAZZANO.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 79
OGGETTO N. 20
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 13
OTTOBRE 2011 DAL CONS. ANDREA PASINI, IN MERITO AI
TEMPI DI ACCESSO AI SERVIZI PER GLI ANZIANI NON
AUTOSUFFICIENTI.
Rinviato
OGGETTO N. 24
INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 20 NOVEMBRE
2011 DALLA CONS. RAFFAELLA PIRINI, IN MERITO AL
COINVOLGIMENTO
DELL'UFFICIO
DEL
BENESSERE
ANIMALE NELLE PROCEDURE CHE RIGUARDANO I CANI
MORSICATORI.
Rinviato
OGGETTO N. 26
INTERROGAZIONE URGENTE, PRESENTATA IN DATA 28
NOVEMBRE 2011 DAI CONSS. POMPIGNOLI, APRIGLIANO E
CASARA, PER AVERE INFORMAZIONI IN MERITO ALLE SEDI
DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELLA ROMAGNA E DELLA
SOCIETA' START.
Rinviato
OGGETTO N. 27
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA, PRESENTATA
IN DATA 28 NOVEMBRE 2011 DAI CONSS. ALESSANDRO SPADA
E FABRIZIO RAGNI, IN MERITO AL COINVOLGIMENTO DEL
MUSEO “VILLA MUSSOLINI” ALL’INTERNO DI “PROGETTO
NOVECENTO”.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 80
OGGETTO N. 28
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA, PRESENTATA
IN DATA 28 NOVEMBRE 2011 DAI CONSS. ALESSANDRO SPADA
E FABRIZIO RAGNI, IN MERITO AL COINVOLGIMENTO DEL
MUSEO "VILLA MUSSOLINI" ALL'INTERNO DI "PROGETTO
NOVECENTO".
Rinviato
OGGETTO N. 31
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 16 GENNAIO
2012 DAL CONS. TOMMASO MONTEBELLO, IN MERITO ALLA
LIQUIDAZIONE DI HERA COMM MEDITERRANEA.
Rinviato
OGGETTO N. 33
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 26 GENNAIO
2012
DEL
CONS.
ANDREA
ALL'INTEGRAZIONE-FUSIONE
FRA
PASINI,
LE
IN
AUSL
MERITO
DI
FORLI'
CESENA E LO "SCENARIO DI AREA VASTA".
Rinviato
OGGETTO N. 34
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 26 GENNAIO
2012
DEL
CONS.
ANDREA
PASINI,
IN
MERITO
ALL'INTEGRAZIONE DEI REPARTI OSPEDALIERI FRA FORLI'
E CESENA.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 81
OGGETTO N. 39
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA
PRESENTATA
IN
DATA
29
MARZO
2012
DAL
CONS.
FRANCESCO APRIGLIANO, IN MERITO AGLI STIPENDI DEI
DIRIGENTI
E
DEI
DIPENDENTI
COMUNALI
ED
ALLE
PRESTAZIONI PROFESSIONALI E CONSULENZE.
Rinviato
OGGETTO N. 40
INTERROGAZIONE PRESENTATA IN DATA 17 APRILE 2012
DAL CONS. RONDONI ED ALTRI, IN MERITO AI RIMBORSI DA
PARTE DI HERA PER L'IVA INDEBITAMENTE RISCOSSA
SULLA TARIFFA DI IGIENE AMBIENTALE.
Rinviato
OGGETTO N. 42
INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA,
PRESENTATA
IN
DATA
26
APRILE
2012
DAL
CONS.
FRANCESCO APRIGLIANO, PER AVERE CHIARIMENTI IN
MERITO ALLA GESTIONE DI SEAF SPA.
Rinviato
OGGETTO N. 43
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 27 APRILE
2012
DAL
CONS.
ALESSANDRO
RONDONI,
PER
AVERE
CHIARIMENTI IN MERITO ALLA COPERTURA ASSICURATIVA
GARANTITA DALLA SOCIETA' MARSH RISK CONSULTING AL
COMUNE DI FORLI'.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 82
OGGETTO N. 48
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 18 MAGGIO
2012 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN MERITO ALLA
RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO DELLA RESISTENZA.
Rinviato
OGGETTO N. 49
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 21 MAGGIO
2012 DEL CONS. ANDREA PASINI, IN MERITO AL DOCUMENTO
REDATTO DALLA REGIONE SULLA FUSIONE FRA LE AUSL DI
FORLI’ E CESENA.
Rinviato
OGGETTO N. 50
INTERPELLANZA, PRESENTATA IN DATA 21 MAGGIO
2012 DALLA CONS. RAFFAELLA PIRINI, IN MERITO AI
TERRENI ADIACENTI L'IMPIANTO DI BIODIGESTIONE, IN
FASE DI AUTORIZZAZIONE, IN VIA BEVANO A CASEMURATE.
Rinviato
OGGETTO N. 51
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 22 MAGGIO
2012 DAI CONSS. BONGIORNO, GASPERONI E LOMBARDI, PER
CONOSCERE I COSTI DELL'INIZIATIVA "LA NOTTE VERDE
EUROPEA A FORLI'".
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 83
OGGETTO N. 52
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 12 GIUGNO
2012 DALLA CONS. RAFFAELLA PIRINI, IN MERITO AI LAVORI
DELLO STADIO “TULLO MORGAGNI”.
Rinviato
OGGETTO N. 54
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA, PRESENTATA
IN DATA 2 LUGLIO 2012DAI CONSS POMPIGNOLI E CASARA,
IN MERITO AL SISTEMA PORTA A PORTA.
Rinviato
OGGETTO N. 55
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 23 LUGLIO
2012 DEL CONS. ANDREA PASINI, PER AVERE CHIARIMENTI
IN MERITO ALLA SITUAZIONE DELL'IPAB "O.P. ZAULI" DI
DOVADOLA.
Rinviato
OGGETTO N. 56
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 3 AGOSTO
2012 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN MERITO ALLA
POSSIBILE
ISTITUZIONE
DI
UN
"PREMIO
GILBERTO
GIORGETTI".
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 84
OGGETTO N. 57
INTERROGAZIONE, PRESENTATA IN DATA 6 AGOSTO
2012 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN MERITO AI FURTI
DI BICICLETTE IN CITTA'.
Rinviato
OGGETTO N. 58
INTERPELLANZA
URGENTE
A
RISPOSTA
SCRITTA,
PRESENTATA IN DATA 16 AGOSTO 2012 DALLA CONS.
RAFFAELLA PIRINI, IN MERITO AL SERVIZIO VETERINARIO
DEL COMUNE DI FORLI'.
Rinviato
OGGETTO N. 59
INTERROGAZIONE
PRESENTATA
IN
DATA
13
SETTEMBRE 2012 DAL CONS. ALESSANDRO RONDONI, IN
MERITO
ALLA
SEDE
DELL''ASSOCIAZIONE
ITALIANA
ARBITRI.
Rinviato
MOZIONI E ORDINI DEL GIORNO
OGGETTO N. 2
ORDINE DEL GIORNO A SOSTEGNO DELLA REVOCA DEL
TRATTAMENTO
PENSIONISTICO
PER
I
SOGGETTI
SOTTOPOSTI A MISURE RESTRITTIVE DELLA LIBERTA'
PERSONALE O CONDANNATI PER I REATI DI TERRORISMO O
DI CRIMINALITA' ORGANIZZATA.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 85
OGGETTO N. 3
MOZIONE PER LA PREVENZIONE A SOSTE E CAMPEGGI
ABUSIVI.
Rinviato
OGGETTO N. 4
MOZIONE PER IL CONTRASTO ALLE MAFIE E PER LO
SVILUPPO DELLA LEGALITA'.
Rinviato
OGGETTO N. 6
MOZIONE PER UN IMPEGNO AL RIFIUTO DI QUALUNQUE
FORMA DI STOCCAGGIO NEL TERRITORIO COMUNALE.
Rinviato
OGGETTO N. 7
ORDINE DEL GIORNO VOLTO A PERSEGUIRE UN
AUMENTO DELLA PERCENTUALE DI COPERTURA DI ALCUNI
SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE.
Rinviato
OGGETTO N. 8
MOZIONE VOLTA A METTERE IN ATTO LE PROCEDURE
DI ACCERTAMENTO DEI SITI CONTAMINATI DA AMIANTO.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 86
OGGETTO N. 9
MOZIONE PER UN IMPEGNO AD ISTITUIRE L'ANAGRAFE
PUBBLICA DEGLI ELETTI.
Rinviato
OGGETTO N. 10
MOZIONE SULL'ISTITUZIONE DEL REGISTRO DELLE
DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO.
Rinviato
OGGETTO N. 11
MOZIONE PER LA SOLUZIONE DI PROBLEMATICHE DEL
CENTRO STORICO.
Rinviato
OGGETTO N. 14
ORDINE DEL GIORNO SUL CONTENIMENTO DELLA
SPESA NAZIONALE.
Rinviato
OGGETTO N. 17
MOZIONE SULLA SICUREZZA.
Rinviato
OGGETTO N. 19
ORDINE DEL GIORNO PER RICHIEDERE AL GOVERNO
FONDI DI EMERGENZA NEVE E IL RIPRISTINO DEI DANNI
PUBBLICI E PRIVATI.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 87
OGGETTO N. 23
MOZIONE CONTRO LA TESORERIA UNICA.
Rinviato
OGGETTO N. 25
MOZIONE IN MERITO ALL'INSTALLAZIONE DI NUOVE
ANTENNE O DI POTENZIAMENTO DI IMPIANTI ESISTENTI.
Rinviato
OGGETTO N. 33
MOZIONE VOLTA AD ADERIRE ALLE INIZIATIVE DELLA
CGIL PER RICORDARE PLACIDO RIZZOTTO.
Rinviato
OGGETTO N. 34
MOZIONE PER L’ATTIVAZIONE DI UNO STRUMENTO
PIANIFICATORIO PER BIODIGESTORI.
Rinviato
OGGETTO N. 41
MOZIONE VOLTA A PREDISPORRE UN PIANO PER I
PAGAMENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI VERSO
LE AZIENDE FORNITRICI.
Rinviato
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 88
OGGETTO N. 42
MOZIONE VOLTA A TRASFORMARE IN PARCHEGGIO
TEMPORANEO L'AREA PRIVATA IN VIALE DELLA LIBERTA',
DI FIANCO ALLA SEDE DELL'INAIL.
Rinviato
Presidente RAGAZZINI: Il Consiglio Comunale termina qui, ci
ritroviamo esattamente tra 7 giorni per il Consiglio Comunale inerente la
sicurezza urbana. Grazie a tutti.
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 89
La seduta ha termine alle ore 19,40.
Fatto, letto e sottoscritto.
Il Presidente
(Paolo Ragazzini)
La dipendente
(Dott.ssa M.Lolita Giorgioni)
Il Segretario Generale
(Dott.ssa Margherita Campidelli )
Consiglio Comunale di data 09 ottobre 2012
Pag. 90