scalini reggia caserta
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scalini reggia caserta
Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Tra i documenti del fondo “Secrezia” dell’archivio di Stato di Trapani ho scoperto tre attestazioni che complementano quelle scoperte da Antonio Buscaino, autore della pubblicazione del contratto della “scala regia della reggia di Caserta” del 1990. La prima attestazione risale al 9 marzo 1753, altra al 7 aprile 1755 e l’ultima al 4 novembre 1757. Nell’insieme i documenti esaminano la spedizione di un lastrone di pietra capricciosa, l’appalto e la commessa degli scalini collocati nello scalone d’accesso del palazzo reale di Caserta voluto da Carlo III Borbone, realizzato con progetto di Luigi Vanvitelli nel 1751 ed ultimato nel 1774 regnante il figlio Ferdinando IV Borbone re di Napoli e di Sicilia. Giuseppe Maria di Ferro rammenta con orgoglio l’opera di Alessio Ferro, cavaliere gerosolimitano, che ebbe l’onere e l’onore di seguire l’estrazione del marmo e la costruzione dei gradini ultimati da esperti scalpellini trapanesi nel 1757. 1 La Corte nell’anno 1756 ordinò al Cavaliere Gerosolimitano D. Alessio di Ferro, di farne costruire in Trapani tutti i gradini, facendoli lavorare da questi periti artefici. Questa esattissima opera, che incontrò il sovrano gradimento, si compiè nel 1760; come lo contesta il Real Dispaccio dei 29 Marzo di quell’anno, comunicato dal Marchese Tanucci al detto Cavaliere Di Ferro. Questa sontuosa scala nel suo primo riposo si divide in due bracci, e contiene cento gradini, tutti di un solo pezzo, e puliti a specchio. La loro lunghezza è di palmi dieciotto, con una corrispondente larghezza. Il patrizio, anticipando la lunghezza di ciascuno scalino corrispondente agli attuali quattro metri e cinquanta centimetri, descrive il luogo da cui sono stati cavati e spediti a Napoli. 2 Giuseppe Maria Berardo XXVI di Ferro (nella Guida per gli stranieri in Trapani, capo VII, sulle cave di marmi) 2 Idem 1 www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Dalla parte occidentale della Città in quel braccio di terra, che porta sino alla torre di Lignè, e lungo ancora gli edifizj di Trapani, si cava il marmo Capriccioso, detto volgarmente Rosone. Le sue prime strade presentano una pietra non men bella, ma meno apprezzata, che chiamasi Pidocchiosa. E’ questo un marmo di color bigio chiaro, come il granito orientale, e con quantità di macchie grandi, vaghe, e di capricciosi accidenti. Nella deliziosa Regia di Caserta, opera veramente degna dell’immortale Carlo III la scala famosa, e brillante, venne formata della nostra pietra Capricciosa. www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Nel documento del 9 marzo 1755 da me scoperto, il duca di Montalbo ordinava al secreto trapanese Antonio Fardella marchese di Torrearsa di gestire la spedizione a Napoli di un “masso di pietra” nella misura espressa con palmo napoletano, per esporlo con altri all’approvazione di Vanvitelli e l’obbligazione di pagare il relativo nolo entro il 15 aprile. All’Illustrissimo Signore Padrone Obligatissimo Di regal ordine di Sua Maestà, vengo incaricato di far cavare e rimettere in Napoli un masso di pietra di Pietro Palazzo, lungo palmi 21, grosso palmi 2 e ½ di quadro, che deve inservire per mostra de’ scalini da farsi alla scala del nuovo regio Palazzo di Caserta. E avendosene dato il partito a mastro Domenico Pinco, vengo a pregare a Vostra Signoria Illustrissima, perché allo arrivo del medesimo, gli facci accordare il permesso di far detta pietra ed insieme farli somministrar due mastri di aggiuto a spese del Partitario, che deve terminarli a tutti li 15 del prossimo aprile e portarselo poi anche a proprie spese. Il mastro alluogo dell’imbarco procurerà Vostra Signoria Illustrissima la più pronta occasione di rimetterlo in drittura in Napoli alla Direzione di quel Signore Don Luigi Vanvitelli, Architetto di Sua Maestà, accordandone Ella il nolo, con maggior risparmio che sarà pagato al Padrone, in istesso in Napoli o in Palermo. Sicuro intanto della zelante condotta di Vostra Signoria Illustrissima in questo servigio di Sua Maestà, mi raffermo con tutto lo spirito a’ suoi comandi. di Vostra Signoria Illustrissima Palermo 9 Marzo 1755 Il Duca di Montalbo Il primo aprile Carlo Bruno, capo mastro della regia corte, ebbe incarico dal duca di Montalbo di recarsi a Trapani per scegliere un campione di marmo “di colore vago” da spedire a Napoli con assistenza e visione del citato secreto trapanese designato a promulgare il bando sulle offerte della committenza degli scalini con il designato appaltatore. www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © D’ordine del Re nostro Signore vengo incaricato dal Signor Marchese di Vallesantoro, che scrivessi subbito in codesta per rinvenire de’ mastri capaci a lavorarsi 54 gradini della pietra capricciosa, giusta la qualità, e misure ch’appuriatola l’ingionta nota dell’Ingegniero Regio don Vanvitelli ed indi aggiustarne, e convenire il prezzo, con umiliarlo alla sovrana intelligenza di Sua Maestà per riceverne le ulteriori deliberazioni. A vista d’un tal venerato cenno, o risolto, senz’altro ritardo, di spedire costì il Capo mastro Carlo Bruno con altri Artefici, sotto la Direzione di Vostra Signoria Illustrissima (anche, secondo l’insinuazione me ne fa’ detto Ministro) acciò Ella, come tanto zelante ed attenta nel disimpegno del Real Servigio, si compiaccia di dare immediatamente l’indrizzo pello ritrovamento dell’accennata pietra capricciosa, che sia della più bella macchia, e vaga nel colore, e che nelle misure corrisponda alla nota del riferito Ingegniero. Ed accertato questo punto come lo spero dall’abile ed efficace condotta di Vostra Signoria Illustrissima potrà servirsi di farmene giugnere un pezzetto per mostra; ed al tratto medesimo publicar bando per chi di codesti Artefici attender volesse al partito di detti 54 gradini, che ne facesse giugnere a me in Palermo le offerte: mentre qui poi se ne formeranno le Capitolazioni: si bandirerà il Lavoro: e se ne farà la liberazione al minor offerente in vantaggio del Regio Erario, con darsene conto alla Maestà Sua per attenderne gli ordini risolutivi. Non mi spiego di vantaggio, sapendo bene, che Vostra Signoria Illustrissima non men di me attenta nell’ossequio verso l’amabil Sovrano, e quindi sicuro del buon successo, mi rafforzo costantemente a comandi di Vostra Signoria Illustrissima. Palermo primo Aprile 1755 www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Con diversa calligrafia e nello stesso documento, il duca di Montalbo annotava: Prego sopra ogni altro a V.S. Ill.ma a far che detti mastri si portassero sopra luogo con artefici pratici, ad esaminar ove cavarsi detta pietra così per la qualità, fortezza, e circostanze, che la rendano più plausibile a secondare il desiderio di S. M., ed acciò si stabilisca il luogo, la miglior qualità, le circostanze necessarie per l’imbarco, il tempo che necessita, per renderlo atto a questo, e nella maggior brevità; e fatto questo, coll’intervento, e intelligenza anche a codesti periti e pratici, che V.S. Ill.ma stimerà, e conferendo sodamente possa qui ritornare subbito detto Capo mastro, per far qui, li Capitoli e bandirsi, potendo far costì dal medesimo Capo mastro formar cossì li Capitoli, accettarsi offerte, e libero bandizarsi, senza liberarsi, giacchè la liberazione da farsi in questa, per veder se arrivino altri offerte; mentre in ciò, caro Signor Marchese, devo lambicarsi, come lo deve anche fare V.S. Ill.ma in avverso del Real Serviggio come lo spero dal suo zelo. Ed insomma confido che da lei si faciliterà tutto e che farà ritornar il tutto compiuto, giusta il comun desiderio. Duca di Montalbo Nel bando si stabiliva che gli scalini approntati dal partitario (di buona qualità, di colore vago, delineati nella superficie) e trasportati alla marina, s’imbarcassero per Napoli e che il medesimo rispondesse d’eventuali danni con obbligazione a rifarli. Come asserito da Antonio Buscaino, il tre aprile si presentarono al secreto diverse offerte, la prima di mastro Vincenzo Incrivaglia che proponeva 30 onze a scalino, per finire con l’ultima di 20 onze di mastro Mercurio Artali, accettata dal Fardella. www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © la mia foto di un quadro esposto in una sala della reggia di Caserta Giorni dopo lo scalpellino palermitano Antonio Bruno (forse fratello di Carlo) venuto a conoscenza delle complessive 1.080 onze della fornitura dei 54 scalini, sapendo di possibili altre offerte migliorative accettate dal duca di Montalbo, propose il ribasso del 7,5% (pari a 1.000 onze) per accaparrarsi l’appalto e s’impegnava a consegnargli entro nove mesi rispetto ai dodici esposti da mastro Mercurio Artale nel capitolo non ancora liberato. Io infrascritto Antonio Bruno dono la mia offerta per l’opera da farsi nella Città di Trapani, cioè li numero 54 pezzi di pietra di ciaca detta capricciosa da cavarsi nella pirriera nominata il Pietro Palazzo quali pezzi devono servire per la scala del nuovo Palazzo di Caserta, e per la quale opera avendosi fatta offerta da Maestri Scarpellini della Città di Trapani, nella somma di onze 20 a pezzo, perciò io infrascritto in vantaggio di sua Real Maestà offerisco meno della offerta data in tutto, e per tutto onze 80 della totale somma ed importo de’ medesimi, obligandomi di più di fornire detti pezzi tre mesi avanti, dell’offerta data da detti Maestri Scarpellini con doverli consignare di tempo in tempo in detto spazio di un anno, ed io mi obligo a finirli fra il termine de’ novi mesi, siccome per ultimo mi obligo a fare detti pezzi con tutti quelli patti, e condizioni espressati nelli Capitoli, e liberazione fatta nella Città di Trapani, sotto la giornata delli 3 Aprile 1755 e questa è la mia offerta firmata di mia propria mano. Mastro Antonio Bruno www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Diffusa la notizia dell’offerta in ribasso d’Antonio Bruno, due mastri scalpellini trapanesi, Giovanni Battista Artali e Giuseppe Artali, orgogliosi di non perdere quella presentata occasione, offrirono la riduzione d’ulteriori cinque onze a scalino comunicandola direttamente al duca di Montalbo e s’impegnarono anch’essi a consegnarli allo scadere del nono mese dalla data d’aggiudicazione del capitolo. Nel documento da me scoperto, il 7 aprile il duca comunicava la migliorativa offerta al secreto Fardella e gli anticipava di dare la liberazione dell’appalto il 20 del medesimo mese ad effetto, che in concorso di tutti, se ne facesse la finale liberazione al minor Dicitore, in vantaggio della Regia Corte. È arrivato il Capo Maestro Carlo Bruno da cui mi fù reso il cortese foglio di V.S. Ill.ma de 3 corrente, ed in esso compiegata la scrittura dei Capitoli, bandizazioni, offerte e liberazione del partito de 54 gradini di cotesta pietra capricciosa, ordinati da S.M. per la scala del regio Palaggio di Caserta. Dalla medesima ò rilevato abbastanza le applicazioni di V.S. Ill.ma e le parti del suo zelo, che à contribuite nel dissimpegno de’ Regj interessi, colla gara di codesti artefici offerenti, l’ultimo de quali che fù il liberatario, rimase sul piede del prezzo di onze 20 per ciascun gradino, convenendo pertanto al mio dovere, lo sforzar tutto l’essere nel servigio dell’amabilissimo Padrone. Mi fù d’uopo di far qui publicare li bandi, per chlamar nuovi Dicitori, e designai la giornata de’ 20 corrente per la liberazione. In punto mi vien presentata l’offerta, della quale ne racchiudo copia a V.S. Ill.ma, scorgendosi in essa il di basso di onze 80; da tutta la somma del partito; ed in dove abbreviato il tempo della terminazione del lavoro a soli nove mesi per la total consegna dell’opera, e da farsi di tempo, in tempo che però senz’alcuna dimora stimo di farne intesa V.S. Ill.ma perché si compiaccia di rinovare costi li bandi, publicare a codesti Artefici la detta offerta, e chi volesse dire, ed offerir meno al partito, che comparisca, o facci assistere persona innanti me, per detto giorno 20 Aprile, ad effetto, che in concorso di tutti, se ne facesse la finale liberazione al minor Dicitore, in vantaggio della Regia Corte. Spero intanto che V.S. Ill.ma mi darà nuova ripruova della sua zelante, ed efficace maniera per ossequio verso il Sovrano, ed anzioso de di Lei preziosi comandi, con immutabile attenzione mi confermo. Palermo 7 Aprile 1755 Di Vostra Signoria Illustrissima www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Ora il costo della fornitura dei 54 scalini ammontava a 995 onze siciliane, il 7,9% in meno dell’originaria di 1.080 onze di Mercurio Artali. Era una cifra elevata se considero che per costruire il mistere della “coronazione di spine” lo scultore trapanese Antonio Nolfo percepì dall’arte dei fornai 22 onze, con le quali ipoteticamente si sarebbero costruiti quattro gruppi dei misteri di Trapani. A maggio, si stesero i formali capitoli e la liberazione dell’appalto ai due mastri trapanesi che erano stati garantiti da pleggeria prestata da Antonio Nobili il 10 aprile, il quale si soscrisse al loro posto per “essi non saper scrivere”. Tra l’altro, i due scalpellini, onore di propria arte, contribuirono a loro spese a far riempire i fossati e spianare uno slargo eseguito probabilmente da relegati 3 solitamente addetti a tale attività suppletiva. Capitoli fatti da me infrascritto Carlo Bruno Capo Mastro della Regia Corte per ordine dell’Eccellentissimo Signor Duca di Montalbo come commissionato da Sua Real Maestà Carlo di Borbone / che Dio guardi / per li Gradini che si devono fare nella Città di Trapani di pietra di Ciaca detta Capricciosa, in servizio della Real Scala del nuovo Palazzo di Caserta, secondo la nostra esistente in cotesta fatta da Mastri Scalpellini della Città di Trapani, nel tenore che segue cioè: Li Partitari, che saranno, sieno e s’intendono obbligati fare numero cinquantaquattro pezzi di pietra di Giaca detta Capricciosa della Città di Trapani nella Pirrera nominata Pietra Palazzo, esportarli alla Marina con lesine, o Carrozzoni, o altra sorziame necessaria per detto trasporto. Che siano fatti bene, e magistralmente secondo richiede l’Arte. Con questo che li sudetti pezzi non abbiano peli, vernuli, scise, versi, sfolature, e mollure, siccome ancora che sieno intieri di buona qualità, e tutti di un colore, che è la maggiore perfezione di detta Pietra. Di più che la macchia sia della miglior qualità della detta Perrera, sbozzate di tutte le quattro faccie, e portati a squadra nelle sue teste e linee, atti a potersi commodamente serrare, e porre tutto quello vi abbisognasse per scaricare. La perrera sia di ferramenti, o altri ordignj tanto pella fattura, siccome per il trasporto di detti Pezzi. Per anni si è estratto tanto marmo in quella cava usato per la costruzione di colonne e di scaloni di chiese trapanesi, come ad esempio, quello per tutta la fabrica facienda della chiesa dell’isola di Formica, di proprietà del Condominio Pallavicini. Nel 1762, l’ingegniero beneficiale sacerdote Paolo Rizzo (discepolo di Giovanni Biagio Amico) dispose il disegno e scelse il partitario per realizzare in detta chiesa al prezzo di 125 onze e con pietra nera del Pietro Palazzo, i gradini e scaloni del Piede dell’altare lavorata con arabeschi e la Pietra Inisca. Nel capitolato d’appalto, Paolo Rizzo impose la costruzione del delfinato, che consisteva nella realizzazione della scarpa dei pilastri e lo smarrato, cioè del cornicione costruito con la chiappa. 3 www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Quali pezzi bene e magistralmente fatti, trasportati al luogo della Marina, che gli sarà designato dalla Persona eligenda dall’Eccellentissimo Duca di Montabo, ed altro a esso ben visto sieno nelle loro lunghezze di palmi venti, ed oncie due, larghi palmi due, ed oncie quattro, grossi palmi due fuori della ubbidienza solita darsi nelle Perrere considerandosi allo stesso tempo, che il palmo, di cui io infrascritto Carlo Bruno mi sono servito, è quello napolitano, quale a confronto del palmo siciliano cresce per ogni canna un’oncia, e mezza, e così siccome cresce la larghezza, così a proporzione cresce la lunghezza, e la grossezza di detti pezzi. E più detti partitari s’intendano riempire ed impianare quelle fossate, che saranno formate per causa di detti pezzi colla robba medesima, che hanno terrato dagli stessi luoghi, e questo tutto a sue spese, siccome ancora per fare dette fossate nel luogo detto di Pietro Palazzo detti Partitari non sieno molestati, ed incorrere a fare spese per detta causa, fuorché detti Partitari in conto alcuno e senza verun pretesto abbiano a molestare e disfare per ritrovare li massi. E più detti Partitarj al mentovato numero quattro della stessa Mastranza di Scalpellini s’intendano obbligati di assistere all’imbarco di detti Pezzi, con aggiutare a caricarli sopra il Bastimento, talchè semmai mentre si caricano detti pezzi avere a sortire disgrazia di rompersene qualcheduno, o più di uno, in questo caso detti Partitarj s’intendano obbligati a rifarli tutti a suo danno, di maniera che la consegna allora si sente fatta da detti Partitarj alla Persona Sopraintendente, che assisterà a detta opera. Mastro Giovanni Battista Artale, Mastro Giuseppe Artale di questa Città di Trapani offeriscono per la costruzione delli cinquantaquattro pezzi di Pietra di Ciaca detta Capricciosa della perrera di questo Pietro Palazzo che servir devono per la Scala del nuovo Reggio Palazzo di Caserta, onze cinque contrarie alle onze ottanta offerte di meno al prezzo totale di onze venti per ogni pezzo offerte da Mastro Antonio Bruno della Felice Città di Palermo con sua offerta vale a dire che li sudetti offerenti di Artali in virtù della presente in vantaggio del Reggio Erario si obbligano fra mesi nove da contarsi dal giorno della liberazione costruere li detti numero cinquantaquattro pezzi di pietra come sopra giusta la misura condizioni e patti nelli Capitoli fatti dal capomastro Carlo Bruno ed inserti nelli bandi fatti per l’atti dell’Officio di questa Reggia Segrezia sotto li tre del corrente Aprile. Per prezzo onze ottantacinque meno del totale prezzo di detti Scalini raggionati ad onze venti l’uno da pagarsi all’offerenti in detta Città di Trapani o per via della tavola della Città di Palermo successivamente, per l’adempimento di sudetta offerta l’offerenti sudetti si rendono pronti a prestare idonea pleggiaria in detta Città di Trapani ove hanno tutta la facilitazione a prestarla e però la presente resta di volontà di detti offerenti sottoscritta di mano propria di D. Antonio Nobile in Trapani oggi li 10 Aprile 1755. Don Antonio Nobili mi sottoscrivo per presente Stipulante delli sudetti di Artali per essi non saper scrivere e di loro volontà confirmo come sopra. Misura delli pezzi di pietra di Trapani, che si nomina Capricciosa secondo la mostra già esistente in Caserta, li quali pezzi occorrono per fare li Gradini della Reale scala del nuovo Palazzo. Ogni pezzo dev’essere intiero di buona qualità, non sbucato, e tutto d’un colore. Longo palmi 20 ½ Largo palmi 2 ¼ Grosso palmi 2. Ve ne occorreranno della detta misura n. 54; il palmo di cui ci siamo regolati è quello napoletano. www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © A dì 11 Maggio 1755 Caserta Luigi Vanvitelli Regio Ingegnero La mia foto della cascata di Diana nella reggia di Caserta Ritornando alla pubblicazione del 1990 dello scomparso Antonio Buscaino, ricordo il suo interrogativo: Furono solamente 54 i gradoni commissionati? Il Ferro asserisce che la Corte nel 1756 ne commissionò 100; nella Guida del T.C.I. si afferma che gli scaloni sono 116. Chi scrive ne contò salvo errori 209, così disposti: n. 56 nella prima rampa, n. lo di raccordo nel primo ballatoio, n. 98 nelle due rampe parallele superiori, n. 17 nel secondo ballatoio, ed infine n. 28 nelle quattro piccole rampe a tenaglia che portano al piano superiore. Sono tutti di un sol pezzo, tranne i 56 della prima rampa, ed in buono stato d’uso, anche se un po’ consumati, ed alcuni con qualche rappezzo; hanno lo stesso spessore, la stessa caratteristica, e perciò è da ritenere che provengano dalla stessa località. Da quanto precede si può supporre che le forniture siano state tre: la prima nel 1755, la seconda nel 1756. E la terza?Allo stato delle conoscenze attuali non si sa niente di preciso. www.trapaniinvittissima.it Gli scalini di pietra capricciosa trapanese nel palazzo della reggia di Caserta di Salvatore Accardi © Ho trovato la prova e la testimonianza della consegna degli ultimi scaloni nella lettera scritta dal duca di Pratoameno, il 4 novembre 1757, due anni dopo la stesura del contratto, il quale decise di esentare la spedizione degli scalini trasportati a Napoli dal capitano Galatola, dalla tassa di porto e diporto, poi denominata diritto di attracco. Come che per venerata di Sua Eccellenza Signor Vicerè in data de’ 15 ottobre or caduto mi s’impone di dover fare affrancare di diritto di Porto e di tutt’altro, che dovrebbe pagare Padron Galatola, che deve qui imbarcare li scalini lavorativi per la scala del Regio Palazzo di Caserta, perciò ubbidendo il mentovato preggevol ordine, passo a Vostra Signoria la notizia di non molestarlo per tali diritti, e così Riverendola resto. Trapani 4 Novembre 1757 Il Duca di Pratoameno delegato Esemplari di comune pietra giaca è rintracciabile ancor oggi nei gradini di scale di vecchie abitazioni trapanesi, soprattutto nei quartieri antichi, ed è ammirabile soprattutto nello scalone del palazzo regio di Caserta, posto al giusto posto da Luigi Vanvitelli nella sontuosa scala nel suo primo riposo che si divide in due bracci, e contiene cento gradini, tutti di un solo pezzo, e puliti a specchio. La loro lunghezza è di palmi dieciotto, con una corrispondente larghezza”. © Salvatore Accardi, luglio 2010 www.trapaniinvittissima.it