studiare musica aumenta il qi meglio cominciare da bambini

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studiare musica aumenta il qi meglio cominciare da bambini
zoom scuola
STUDIARE MUSICA
AUMENTA IL Q.I.
MEGLIO COMINCIARE
DA BAMBINI
A
ristotele nel suo “Metafisica”
diceva: “L’uomo ha un desiderio naturale di conoscere”.
Elementi indispensabili alla conoscenza sono il desiderio, l’entusiasmo e la
curiosità. La parola curiosità deriva
dal latino “cur” che significa “perché?”. Ad ogni perché a cui riusciamo a dare una risposta, facciamo un
piccolo balzo in avanti nella capacità
di osservazione e quindi di analisi
di ciò che ci circonda. è vero che
tutte le strade portano a Roma, ma
è altrettanto vero che solo una è la
più breve. Lo studio in genere, ed in
particolare quello di una disciplina
artistica, è un prodigioso strumento
di sviluppo interiore.
Secondo il professor Gordon Shaw
dell’Università Irvine in California,
a seguito di una ricerca, pubblicata
dalla rivista scientifica Neurological
Research, un bambino che frequenta
la seconda elementare, dopo quattro
mesi di lezioni di pianoforte, sviluppa
una capacità di ragionamento molto
superiore a quella di un coetaneo
che non si è mai avvicinato allo studio della musica. è ormai provato
che studiare musica coinvolge un
allettante mix di funzioni cognitive e,
soprattutto negli ultimi decenni, molti
neuroscienziati hanno dedicato il loro
tempo alla ricerca delle ragioni. Un
secondo motivo per cui la musica
ha attratto la loro attenzione è che
l’abilità di percepirla sembra essere presente già molto precocemente
durante lo sviluppo. I bambini sono
in grado di distinguere varie combinazioni armoniche, dando fin da
subito una chiara preferenza a quelle
consonanti rispetto alle dissonanti.
Possono fin da subito riconoscere,
anche a distanza di tempo, melodie
ascoltate precedentemente.
Produrre un suono è anche avere una
esplicita consapevolezza del gesto
che lo genera; ascoltare un suono è
percepire le reazioni neurovegetative che esso induce e, leggendolo
in una essenziale dimensione simbolica, conferisce alla musica un
collegamento diretto con il mondo
delle emozioni. Il suono della voce
della madre, chiamandolo per nome,
immette il bambino in un suo universo
simbolico. Il bambino ha una naturale
attitudine al simbolismo e, attraverso
esso, la musica diventa immagine.
Producendo e ascoltando musica
acquisisce la capacità di indurre gli
stati emotivi desiderati e, così facendo, si aprono in lui sempre nuove ed
ulteriori dimensioni simboliche.
E’ ormai indubbio che lo studio di una
disciplina musicale sia uno straordinario strumento per l’educazione del
bambino. Anche se sarebbe obiettabile il fatto che, comunque, comprendere il mondo che lo circonda
fa parte delle sue capacità generali,
è certo che studiando musica fin da
piccolo ne trarrà sicuramente grandi
vantaggi, potendone maggiormente
godere per tutta la sua vita.
La musica, non solo come mezzo per
una sempre migliore relazione intersoggettiva, ma anche come palestra
per accrescere le performance in
ogni campo cognitivo. Una ricerca canadese, pubblicata sulla rivista
Psychological Science, sostiene che
studiare musica aumenta il cosiddetto
Q.I., il quoziente intellettivo.
Lo studio è stato condotto su alcuni
bambini di sei anni che, per un intero
anno scolastico, hanno frequentato
lezioni di musica o di canto. Test
psicologici effettuati prima e dopo
le lezioni hanno dimostrato, rispetto
al gruppo di controllo, un maggiore
incremento del quoziente intellettivo
nei bambini che avevano seguito
questi corsi. Le lezioni di musica
possono portare quindi anche ad
una crescita “aggiuntiva” del quoziente intellettivo perché sono vere e
proprie attività di studio, pur essendo
nel contempo anche divertimento. La
disciplina e l’ordine nell’organizzazione dello studio, la forza interiore nell’imporsi la perseveranza, la
ricerca di continue e sempre nuove
motivazioni, una crescita costante
delle abilità nelle funzioni esecutive,
una qualificata pianificazione delle
azioni motorie, un’assidua attenzione al controllo dell’impulsività, una
maggiore sensibilità nella capacità
di osservazione del mondo esterno e
quindi la migliore conoscenza di se
stessi. Questi ed altri elementi fanno
si che la musica diventi multimediale. Aumenta le capacità cognitive
ed intellettive del bambino, migliora
le sue abilità nelle funzioni esecutive, gli suggerisce sempre nuove ed
inesplorate dimensioni simboliche,
consentendo una connessione diretta
con il mondo delle emozioni. Platone
sosteneva: ”Quando penso allo studio perfetto, vedo l’educazione dei
suoi custodi basata sulla musica”.
Stefano Darra
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