la percezione del disagio nei contenitori educativi
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la percezione del disagio nei contenitori educativi
LA PERCEZIONE DEL DISAGIO NEI CONTENITORI EDUCATIVI IL RUOLO DELLA SCUOLA Dr.sa Laura Pedrinelli Carrara Dalla percezione del disagio a scuola al modello di intervento Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 2 • Esiste un’ampia letteratura sul disagio giovanile, i cui termini correlati sono disadattamento, devianza, marginalità. • Associata al disagio c’è una vasta tipologia di comportamenti messi in atto da soggetti in età evolutiva,soprattutto preadolescenti e adolescenti, con un livello di gravità variabile. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 3 Il disagio scolastico Il disagio scolastico è un esempio del disagio giovanile, che può manifestarsi con comportamenti di: • disturbo in classe, • irrequietezza, • iperattività, • difficoltà di apprendimento, di attenzione, • difficoltà di inserimento nel gruppo. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 4 Il disagio si può classificare in: 1.non grave: • Consiste in stati di malessere per esperienze di insuccesso scolastico (nei compiti, nelle interrogazioni, nelle performances, nelle relazioni con gli altri compagni e/o con i professori) • Il ragazzo si esprime con comportamenti di chiusura, di aggressività, di autosvalutazione; Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 5 2. intermedio • si manifesta con comportamenti trasgressivi, spesso agiti nel gruppo e con il gruppo (scherno e intimidazione a soggetti più deboli anche durante la lezione; uso occasionale di stupefacenti; appartenenza a bande); Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 6 3. grave Si manifesta con comportamenti : • Autolesivi:fuga dalla scuola (assenteismo, dispersione scolastica), tossicodipendenza • Trasgressivi (comportamenti sessuali condivisi ed esplicitati ai compagni, anche attraverso foto o video, furti fuori e dentro la scuola, spaccio) Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 7 Termini spesso associati al disagio scolastico sono anche: • la scarsa motivazione, • il basso rendimento, • l’insuccesso, • l’abbandono, • la dispersione scolastica. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 8 Il disagio scolastico è un fenomeno complesso E’ legato sì alla scuola, come luogo di insorgenza e di mantenimento, ma anche a variabili personali e sociali, come le caratteristiche di personalità da una parte e la situazione familiare dall’altra. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 9 • Pensare a semplici spiegazioni causali per individuare i fattori responsabili del disagio è riduttivo e fuorviante. • E’ importante, invece, inquadrare una multifattorialità come causa del disagio scolastico e, individuando gli obiettivi principali, valutare le modalità di intervento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 10 • Più modalità di intervento conosciamo più possiamo personalizzare il nostro intervento. • Ogni intervento va scelto in base all’esigenza che può riguardare alcuni alunni o l’intera classe. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 11 Obiettivi primari ¾ aiutare lo studente in difficoltà a percepirsi positivamente nella relazione con l’altro, abituarlo alla tolleranza, alla flessibilità; ¾ prevenire le prepotenze e promuovere la convivenza civile a scuola; ¾ aiutarlo ad essere più competente nel fronteggiare il compito-scuola; ¾ motivarlo ad assumersi la responsabilità dell’andamento del proprio percorso formativo, perché si orienti nel suo futuro; ¾ abituarlo a porsi e conseguire scopi, ad avere fiducia nel futuro, ad adattarsi al cambiamento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 12 Quale può essere il ruolo della scuola nel gestire il disagio e nel prevenirlo? Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 13 1. Interventi sulle variabili personali o sociali Molti interventi già sperimentati intendono incidere: 1. sulle variabili personali legate al disagio, come l’autostima e l’autoefficacia; 2. sulle variabili sociali, quali il rapporto tra l’alunno e l’insegnante, tra la famiglia e l’insegnante. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 14 2. Interventi di tipo psicopedagogico • Una possibilità è data dalla consulenza individuale, come nei CIC o nelle scuole elementari. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 15 Esiste anche una via alternativa, complementare, a questi tipi di intervento • Finora si è lavorato nell’ottica del recupero (come i corsi pomeridiani condotti dagli stessi insegnanti) che, in base ad alcune valutazioni ufficiali, non sembrano produrre risultati significativi in termini di miglioramento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 16 L’intervento indiretto • Oltre a tipologie di programmi di recupero e prevenzione, realizzabili a fianco dell’attività didattica quotidiana, è possibile pensare di intervenire indirettamente sul disagio scolastico, lavorando sul contesto specifico in cui questo si realizza, cioè la scuola e, più specificamente, sulle modalità di istruzione che sembrano di fatto essere legate ad esso. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 17 • I metodi di insegnamento tradizionali privilegiano una asimmetria nel livello di partecipazione richiesto agli studenti, per cui l’insegnante è responsabile di gran parte del lavoro in classe e ai discenti rimane da assumere un ruolo passivo. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 18 3. Il Cooperative Learning • Un’alternativa è data dall’utilizzo del lavoro di gruppo. Precisamente, dalle tecniche di lavoro di gruppo cooperativo. • Esse consistono in strutture di apprendimento in cui gli studenti lavorano in piccoli gruppi, in classe, su contenuti di apprendimento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 19 • L’apprendimento cooperativo può rivelarsi più efficace di altri tipi di modalità didattiche, ma solo se all’interno di esso si applicano determinati principi: 9 interdipendenza positiva, 9 responsabilità individuale, 9 interazione simultanea, 9 ecc. • In questo senso esso si differenzia profondamente dal lavoro di gruppo che si attua solitamente a scuola. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 20 • La differenza tra il tradizionale lavoro di gruppo e quello cooperativo sta nella modalità con cui viene stimolata la cooperazione. • Questo termine è generalmente associato all’idea di aiuto reciproco, di collaborazione, di rispetto per l’altro. In realtà, l’unico elemento comune alle due modalità di lavoro di gruppo è l’obbligo a lavorare insieme per un compito e la durata nel tempo dell’esperienza di apprendimento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 21 • Se nell’organizzazione tradizionale del lavoro di gruppo questi comportamenti di interazione positiva vengono consigliati dall’insegnante e lasciati alla buona volontà e alla disposizione naturale degli studenti, nell’organizzazione della lezione in termini cooperativi essi sono stimolati mediante un’opportuna pianificazione del lavoro dei gruppi e, talvolta, esplicitamente insegnati mediante spiegazioni, simulate e riflessioni condivise. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 22 Cosa rende questa modalità didattica utile per la prevenzione del disagio scolastico? • il disagio si manifesta con comportamenti e fenomeni diversificati e risulta correlato a variabili quali: il rendimento, la motivazione e le relazioni. Usare un metodo didattico piuttosto che un altro consente di influenzare in modo diverso i comportamenti con cui il disagio si manifesta. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 23 • Una manifestazione del disagio scolastico è il livello basso di motivazione e di coinvolgimento nelle attività scolastiche. • Il disagio sembra anche legato a difficoltà di inserimento sociale, di relazione, di isolamento e alla difficoltà di stare bene con gli altri. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 24 • La validità di queste affermazioni è stata verificata in rapporto al grado di simpatia e di attrazione interpersonale. • In generale, la cooperazione promuove gradi più elevati di simpatia rispetto alla competizione. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 25 Il Cooperative Learning: • favorisce le occasioni di conoscenza reciproca in un contesto altamente strutturato, con regole di interazione stabilite, • crea un ambiente favorevole al contatto, • dà a tutti la possibilità di contribuire al lavoro del gruppo, promuovendo così il contributo di persone che altrimenti rimarrebbero ai margini. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 26 4. l’approccio psicorelazionale • Oggi i docenti si rendono conto, sulla base della loro esperienza diretta, che insegnare le strumentalità di base non è sufficiente e che, all’interno della classe, le dinamiche relazionali, sempre più complesse e di difficile gestione, sono determinanti per la qualità dell’apprendimento stesso. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 27 • La tecnica psicorelazionale si propone di coniugare le esigenze di tipo cognitivo (legate all’apprendimento e alla didattica) con quelle emotivorelazionali (relazione empatica, ascolto attivo). Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 28 I contenuti e i programmi didattici vengono svolti attraverso un’ottica che: • focalizza maggiormente l’attenzione al clima sociale e relazionale positivo; • stimola la partecipazione attiva e la collaborazione fra studenti e fra studenti e docenti; • promuove la valorizzazione delle risorse (individuali, collettive e culturali); • focalizza la lezione come momento di scambio, utilizzando agganci alla storia attuale e personale. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 29 Per questo approccio, L’UNICO MODO CHE ABBIAMO PER “ARRIVARE” A QUESTI RAGAZZI È LA RELAZIONE Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 30 Come si deve preparare la scuola? La scuola può svolgere un ruolo importante nella prevenzione e nella gestione del disagio scolastico agendo nell’ambito dell’ attività quotidiana. Proprio per questo è importante avere una formazione specifica riguardo all’educazione socioaffettivo-morale dei bambini e dei ragazzi nelle varie fasi evolutive. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 31 Una formazione diretta ad acquisire una maggiore competenza: • Per trasmettere il senso di responsabilità, di tolleranza, di sensibilità. • Per acquisire tecniche e strategie atte a facilitare una migliore gestione della classe, del gruppo e insieme la capacità di facilitare un migliore controllo emotivo. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 32 Il percorso formativo riguarderà: • Incontri teorico-esperienziali sulle dinamiche psicologiche ed educative. • Incontri teorico-esperienziali sulle tecniche didattiche e di conduzione dei gruppi. • Circle-time: incontri di condivisione esperienziale mirati alla comprensione delle dinamiche psicorelazionali proprie e dei ragazzi. • Tecniche di counselling per migliorare il rapporto con gli studenti e con i genitori. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 33 In conclusione • La scuola può favorire un “agio” invece che un “disagio”, lavorando per creare un clima favorevole all’apprendimento, e questo semplicemente ottimizzando il proprio repertorio di azione didattica e fornendo agli studenti la possibilità di interagire in classe con obiettivi di apprendimento e coinvolgimento. Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 34 Grazie per l’attenzione! Dott.sa Laura Pedrinelli Carrara 35