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13 mm Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno IX - Numero 43 - 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP # 43 in questo numero in this issue La fabbrica a misura d’uomo The fabric on a human scale Organismo tecnologico vivo Technological living organism Rigenerazione urbana sostenibile Sustainable urban regeneration Speciale Milano design week 2013 GAS ARCHITECTS The liveliness of the places Lavivacità dei luoghi | Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use | Smart&Green editoriale Simona Finessi Generation C i sono parole che ormai sono entrate appieno nel linguaggio comune: green, sharing, sostenibilità, il suffisso eco e così via. Perlopiù anglismi, ma non solo, che hanno assunto un’identità di significato ben precisa e talvolta anche mutata rispetto a quella originale, per descrivere un nuovo modo di approcciarsi al mondo e al vivere quotidiano. Se negli anni ‘80 e ‘90 si parlava di sviluppo e di consumatori, oggi si incomincia a parlare di decrescita e di persone. Ciò non significa che si sia arrivati ad una condizione culturale di completa rinascita, ma semplicemente che in controtendenza agli ultimi decenni in cui la spinta consumistica ha partorito mostri ingombranti, in questi ultimi anni, vuoi anche a causa della profonda crisi economica, ha trovato la sua genesi un nuovo atteggiamento mentale più attento alle risorse ambientali, più incentrato sulla qualità della vita, decisamente proiettato alla condivisione sociale. Stiamo parlando di timidi segnali che non possono essere ancora codificati con un vero e proprio movimento culturale, tuttavia siamo all’inizio di un viaggio destinato, con molta probabilità, ad amplificare i propri principi fondamentali con grande velocità. La tecnologia, in questa “genesi”, ovviamente aiuta il processo di moltiplicazione in quanto amplifica le conoscenze, favorisce la condivisione e quindi permette un più veloce fenomeno di contaminazione globale. D’altraparte oggi la scala non è più quella nazionale ma si pensa in modo planetario e questo, già di per sé, rappresenta la grande rivoluzione. Al di là delle teorizzazioni (ndr. perché ancora a questo livello siamo), tuttavia, giorno dopo giorno assistiamo alla nascita di un numero sempre maggiore di gruppi di individui che concretamente applicano i principi del “vivere sostenibile” nel proprio quotidiano o addirittura si organizzano in gruppi sociali circoscritti, sperimentando nuovi stili di vita all’insegna dei valori della condivisione e della coscienza ambientale. Questo fenomeno, seppure ancora quantitativamente sporadico, fa presagire un movimento più ampio che potrebbe sfociare velocemente in una vera e propria trasformazione comportamentale; e questo ha un valore enorme in quanto, come ho già avuto modo di scrivere in qualche precedente editoriale, i movimenti che prendono vita dalla base e non sono frutto di una sperimentazione culturale imposta dall’alto, nascono e crescono con radici profonde e solide e hanno maggiori probabilità di crescita e sopravvivenza. Probabilmente questo processo avrà bisogno di alcuni decenni per raggiungere una propria maturità, ma siamo certi che il suo avvio c’è stato e sta progredendo in modo inequivocabile. Dalla società del possesso e del consumo, alla società della condivisione e del servizio: una trasformazione già teorizzata diversi anni fa, che sembrava una chimera filosofica e che invece oggi dà segnali di buona vitalità. Diamo il nostro benvenuto alla Smart&Green Generation. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 1 2 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 Palazzo del Lavoro, L’Aquila, 2013 - Ph. Tommaso Cassinis editorial guest Autocoscienza Alberto Apostoli C redo fermamente che l’architettura sia il riflesso della società in cui si sviluppa. Credo che l’autocoscienza sia un’arte difficile, ma necessaria, nella nostra società. E come italiano questo mi sconvolge. Spesso siamo convinti che “la bellezza” scorra nelle vene degli italiani salvo poi constatare come le nostre città e il nostro paese si stiano lentamente imbruttendo ed impoverendo. E non venitemi a dire che mancano i “schei” e che la crisi ci sta colpendo più degli altri. Come architetti amiamo, spesso, dare le colpe alla miopia dei nostri committenti, alla politica corrotta ed ignorante, alla scarsità dei budget, a funzionari ed amministratori frustrati…insomma sempre fuori da noi stessi. Tentiamo, con ogni sforzo, di dire che noi siamo vittime di un sistema che ci è estraneo. Diciamo o almeno pensiamo: “se il mondo fosse pensato dagli architetti sarebbe un mondo migliore”. Io sono invece convinto del contrario. L’individualismo esasperato, la frammentazione delle strutture professionali generato dall’egocentrismo, l’atteggiamento supponente alle richieste del mercato, la mancanza di rispetto delle culture dei territori o l’insopportabile snobismo con cui molti architetti o designer guardano alla tradizione artistica ed architettonica italiana; ebbene, sono queste le cause all’origine del nostro male, incancrenite nella mente degli italiani e degli architetti italiani. Tutto questo deflagra la nostra forza, smaterializza la grandezza insita nel modello di bellezza italiano fatto di proporzioni perfette, di equilibrio, di sottile ironia, di sincretismo culturale e via discorrendo. In giro per il mondo veniamo ammirati ed apprezzati fintanto che svolgiamo ruoli marginali e/o creativi, salvo guardarci con ironia nel momento in cui i giochi si fanno seri e il trittico “efficienza, tempistica ed organizzazione” diventa paradigma e unità di misura della professione. Il nostro modello professionale non riesce ad essere competitivo e, ben presto, dovrà cambiare o estinguersi. L’autocoscienza richiede la compunzione, termine cattolico etimologicamente legato al pentimento per le nostre mancanze, ma necessario per ripartire con slancio e forza verso una nuova stagione di successi e vero progresso. Dopo tutto questo troveremo la capacità di ripristinare il gioco di squadra, far rinascere la falange romana che conquistò il mondo perché in grado di fondere in un unico corpo diversi uomini, di organizzare il nostro “saper creare e fare”, di ridare voce al nostro ruolo culturale, imprenditoriale e artistico nella storia. L’architetto italiano, convinciamocene, non è un’eccezione del fallimentare e decadente sistema Italia, ma ne è uno degli artefici; con l’eccezione importante che può contribuire, più di altre professioni, al suo ripristino. La creatività è fondamentale ma, escatologicamente parlando, è uno strumento di progresso sociale che mai deve rimanere estraneo ai nostri pensieri. Tutto questo in un periodo che rimarrà nella mente e nel cuore di ognuno di noi per sempre, un periodo di forte cambiamento e che assegna a noi architetti - ambasciatori nel mondo dell’Italia migliore - un ruolo importante da svolgersi all’insegna di un’autocoscienza etica, professionale e creativa. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 3 CONTENTS # 43 ph. Angelo Dadda THIS COLOR ISSUE 1 2 4 Editoriale PANTONE 13-0756 LEMON ZEST 74 Anteprime 76 Designer Previews Editorial Editorial guest Editorial guest Designer Manuel Barbieri. Slash generation design Sommario Contents Current Affairs|Attualità 8 Reviews|Rassegna Il tema Focus Rigenerazione urbana sostenibile Sustainable urban regeneration 16 Scenari Materials Eco-Materials Scenarios Energy. Architettura, paesaggio ed energia Energy. Architecture, landscape and energy 20 80 Materiali 84 Eco-Materiali 90 Elementi 94 Green Arte Elements Green Arts FLUON. A cena da Andy Italia giardino d'Europa? FLUON. Dinner at Andy's 26 Storia di copertina Cover Story GaS Architects. La vivacità dei luoghi GaS Architects. The liveliness of the places 34 Il progetto raccontato Description of the Project The perfect balance La fabbrica a misura d'uomo The fabric on a human scale Naturali contaminazioni Natural contaminations Naturale dinamismo Natural dynamism Organismo tecnologico vivo Technological living organism Paesaggio della ricerca Research landscape A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 In brief News L'equilibrio perfetto 4 Profiles Speciale Milano Design Week 2013 News Projects|Progetti 38 96 Profili 98 In breve 104 Ambienti 106 Agenda 108 Libri 111 Pop art 112 Indirizzi Ambience Calendar Books Pop art Addresses r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 40 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impe nte itte lm ea n o zi titu res a rà ne peg i im s che val ore in all’ n qu ecc in thisuimsseersoto un dom val e ue ue lle to e n to d a pe x rea n cel za r len m a i s so ce sus os gn tai te a n r re via rin pito eca r o cat an di m o s ca la per O, CP a n avo di S ale ost P icio Uff all’ n LOOPING-ITALY.COM ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI [email protected] 019.838411 in questo num in this is newtop riqualificazion strategi strategic requalifica la casa sull’albe the tree ho str idl e uir a e c c i br ia Per continuare speciale lightin a ricevere A+D+M ® itCo erwr po druido dell' architettura % 50naturale 29,00 € ON EW OR KS GIANNI CAGNAZZO ABBONATI SUBITO r pianeta della RC MA il approfitta del di sconto EN RIC O FR IG anziche’ 58,00 € CINO ZUCCHI speciale milano design week 2012 “design cure” la “cura” del design water and architecture: what future? acqua e architettura: quale futuro? p in this issue in questo numero 12 p ato anc di m aso In c e iar inv to r api rec le sta Po icio Uff all’ la per O, CP na avo di S nte itte al m ne zio titu res ADMNETWORK.IT/INDEX.PHP/ABBONAMENTI [email protected] 019.838411 6 numeri annuali Lingua: Italiano e Inglese A+D+M®. Lo strumento di informazione, approfondimento e ricerca per professionisti, studenti e appassionati di architettura e design. p g Periodicità: a erà egn mp si i che la are pag rel www.admnetwork.it Direttore Responsabile / Editor in Chief Simona Finessi - [email protected] Direttore Editoriale / Publishing Director Chiara Dadda - [email protected] Direttore Creativo / Creative Director Angelo Dadda - [email protected] Cover photo by Enrico Basili Progetto Grafico / Graphic Project Angelo Dadda - [email protected] A+D+M architettura design materiali Anno IX numero 43 - 2013 Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005 ISSN 1826-0985 Editore / Publisher Publicomm S.r.l. Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy tel. +39.019.83841.1 - fax +39.019.83841.41 www.publicomm.it A+D+M è associato a ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA Impaginazione / Desktop Publishing Paolo Veirana - [email protected] Redattori / Editors Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda, Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari, Filippo Pozzoli, Domenico Tassone Collaboratori / Collaborators Simonetta Pegorari Si ringraziano / With thanks to Alberto Apostoli Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects Anna Masello - [email protected] Traduzioni / Translations Studio Micali Fotografo / Photographer Enrico Basili Stampa / Print INGRAPH Srl Via Bologna 104/106 - 20831 Seregno (MB) Pubblicità / Advertising Domenico Tassone - [email protected] Nota per inviare materiale alla Redazione Per segnalare nuovi progetti, contattare: Anna Masello - [email protected] A+D+M è membro dell'Associazione Italiana per il Design Per segnalare news, eventi e le novità di prodotto dalle aziende contattare: Chiara Dadda - [email protected] Informativa Privacy A+D+M è media partner di 6 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs 196/2003, la informiamo che l’utilizzo dei Suoi dati, trattati in forma scritta e/o con l’ausilio di strumenti informatici, è esclusivamente finalizzato all’invio della presente rivista e della relativa newsletter. Titolare e responsabile del trattamento dei dati è Publicomm S.r.l. con sede in Savona, Via D. Cimarosa 55r, tel. 019/838411. La informiamo inoltre che Lei può esercitare i diritti di cui all’art. 7 del citato decreto e che quindi in ogni momento potrà avere gratuitamente accesso ai propri dati e potrà richiederne l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione o la cancellazione se non desidera più ricevere la presente rivista e/o la relativa newsletter. ad: designwork / photo: Massimo Gardone I MA GINAI RE APLOMB DESIGN LUCIDI+ PEVERE FOSCARINI.COM IL TEMA l capitolo delle sempiterne sfide che i disegnatori dello spazio sono chiamati ad affrontare v’è un’appendice scomoda, lontana dalle linee nitide dei concept ma duramente legata a quegli spazi urbani che hanno esaurito il loro tempo di compromessi da urbanesimo di quantità e che, oggi, stentano a calarsi nelle strutture logiche e dialogiche di una città vivibile. È il tema del RIUSO, evocativo acronimo di “rigenerazione urbana sostenibile” che si propone di trovare nuova linfa per gli spazi costruiti esausti, energeticamente inadeguati e socialmente afasici attraverso strategie collaborative e non più conflittuali tra istituzioni, politica e progettisti. A Text by Filippo Pozzoli Photos by courtesy of CZA, MC Architects, Metrogramma Nuovi standard di efficienza e reti sociali: tutte le possibilità del RIUSO RIGENERAZIONE SUSTAINABLE URBAN REGENERATION New efficiency standards and social nets: all ways lead to RIUSO Metrogramma, Uffici direzionali CMC, Ravenna 8 A+D A+ A A+D+M +D + D+M +M | MAGAZINE MAG M MAGA MA AG A GAZI AZ A Z ZIINE NE | 2013 201 20 2 01 0 13||##4 43 43 3 Le linee guida per questo auspicabile nuovo corso sono state presentate al pubblico lo scorso 25 gennaio alla Triennale di Milano, in un incontro dove le autorità cittadine si sono confrontate con progettisti e le massime rappresentanze degli ordini professionali per tracciare un nuovo binomio tra normativa e buone prassi progettuali, promuovendo su ambo i fronti la necessità di una progettazione virtuosa per i luoghi da recuperare prima che per le nuove costruzioni. Abbiamo approfondito il tema con due progettisti che su questi principi hanno articolato la loro cifra professionale, interpretandoli ciascuno secondo la propria lettura: la parola a Mario Cucinella, cultore di una rigenerazione da ricercarsi in nuovi standard di sostenibilità ed efficienza tecnologica, e Andrea Boschetti dello studio Metrogramma, portavoce di una rivalorizzazione da impostare sul rapporto tra immobili e spazio pubblico. URBANA SOSTENIBILE Rigenerazione su scala urbana come creazione di reti sociali: come una città può diventare più vivibile e a misura d'uomo senza pesanti interventi strutturali? Mario Cucinella In realtà le reti sociali esistono a priori intese come "software", il nostro compito è quello di fornirvi il giusto "hardware": ci troviamo ad intervenire in aree dismesse magari nel cuore delle città, attorno alle quali c'è già un sistema di relazioni da leggere, interpretare e al più migliorare, ma il tema più difficile è rigenerare attraverso una vera riqualificazione fisica dello spazio, valorizzando i tessuti sociali già esistenti. L'architettura deve giocare un ruolo primario non necessariamente con importanti interventi strutturali, ma migliorando alcune condizioni critiche all'interno del sistema per incrementare anche il valore di quanto già costruito al contorno, vincendo quindi la partita su più fronti. Rigenerare richiede anche un taglio dei compromessi che finora hanno impedito l'attribuzione del giusto valore all'efficienza energetica di edifici frutto di una progettazione virtuosa. Si richiedono alle istituzioni nuove politiche di gestione del mercato immobiliare o si auspicano nuove misure anche da parte di progettisti e imprenditori? MC Bisogna allontanarsi dalla visione dell'efficienza energetica come sperimentazione e volontariato da intraprendere solo con qualche impresa virtuosa disposta allo strappo alla regola: ora deve essere la regola stessa, e in questo la politica gioca un ruolo fondamentale. Le politiche che incentivano il miglioramento della qualità del costruito innescheranno inevitabilmente un processo virtuoso, attraverso delle regole che devono essere condivise: ora l'imprenditoria ha paura di innovare, le istituzioni mancano della forza MC Architects, HINES Bergognone 53, Milano ph. Jean de Calan A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 9 IL TEMA mercato non ha ridimensionato più di quel tanto i propri investimenti, che si sono però spostati dal principio della strutturazione fondiaria al miglioramento, per esempio, della qualità energetica, investendo più nella prestazione che nella forma. L'innovazione nasce sia dall'offerta che dalla domanda e in questo momento su entrambi i fronti assistiamo a un ristagno: diviene qui importante anche il ruolo dell'editoria di settore, che sappia informare puntualmente i consumatori delle alternative esistenti. Mario Cucinella MC Architects politica per richiedere un cambiamento forte e quindi nemmeno di compromesso si può parlare. I progettisti non solo rispondono alle domande di mercato, ma al contempo forniscono le giuste sollecitazioni ad esso. La legislazione è molto indietro rispetto a quanto richiesto attualmente, non riuscendo a fare della domanda di maggiore efficienza energetica un vero e proprio valore politico come sarebbe lecito aspettarsi. Passando a una scala più architettonica che urbana, quali saranno le conseguenze per l'Italia nello scontare il ritardo, rispetto ad altre realtà europee, all'approcciarsi verso nuove tecnologie e nuovi sistemi costruttivi (es. tecnologie S/R, etc.), forse a causa di pregiudizi ideologici? MC Non solo, ma anche la clientela finora magari sprovveduta comincerà a pretendere il rispetto dei parametri che il mercato degli specialisti conosce, grazie alla rete e a una distribuzione delle informazioni più capillare. Anche in questa contingenza economica il 10 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Rigenerazione e pianificazione urbana: come i processi di riqualificazione possono nascere dalla carta e da strumenti amministrativi? Andrea Boschetti Secondo me esistono tendenzialmente tre punti che una pianificazione virtuosa deve e dovrà considerare per adeguare le proprie città alle richieste di domani. Il primo riguarda il concetto dell’estensione dei servizi, che siano rivolti più alla crescita della qualità della vita che alla persona. La sostenibilità è da leggersi in termini sociali, dello stare insieme. L’Europa sta tornando alla sua densità abitativa originaria dopo circa un ventennio di importato “mito della villetta”, con la necessità attuale di ripristinare una vera struttura urbana collettiva di relazione tra le abitazioni. La città densa necessita di servizi, e una vera ristrutturazione nasce dalla realizzazione di servizi in modo estensivo che coinvolgano pubblico e privati. Necessaria anche una maggior apertura del catalogo dei servizi: la città deve decidere annualmente con la cooperazione delle entità distrettuale i servizi da insediare, determinando a chi demandare oneri e onori. Il secondo punto strutturale riguarda la flessibilità del mix funzionale: è necessario che le destinazioni d’uso originariamente progettate sappiano adeguarsi alle nuove e sopraggiunte necessità sul modello londinese. Uno spazio lasciato privo di una funzione realmente necessaria è uno spazio morto a priori della sua salute fisica. Terzo e ultimo punto inderogabile sta nel riconoscere la priorità che le visioni progettuali hanno nei confronti di una gestione meramente politica e quan titativa dello spazio urbano. Una visione complessiva di sviluppo è fondamentale per l’elaborazione di logiche di crescita concrete e in questo deve essere centrale il ruolo dei progettisti più che degli amministratori. Il masterplanning non è più attuabile nella sua concezione tradizionale e statica, deve procedere per stimoli e visioni dinamiche e flessibili all’evolvere. SUSTAINABLE URBAN REGENERATION RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE Come si sposano i necessari interventi puntuali sul suolo cittadino con questa altrettanto fondamentale visione d'insieme per il futuro del territorio? Quale connessione esiste tra pianificazione come strumento culturale e i limiti operativi delle imprese? AB Non v’è gerarchia di interventi, le due cose sono parallele. L’impalcato normativo deve supportare e incoraggiare le visioni di una città possibile, non confinarle. Servirebbe una grande legge sulla rigenerazione che preveda i dovuti incentivi concreti (flessibilità funzionale, defiscalizzazioni per gli interventi, incentivi per uso di materiali e tecnologie innovative, etc.). Si creerebbe di conseguenza un notevole assetto di indotto possibile, che aprirebbe strade a tecniche e tecnologie oggi relegate alla sperimentazione. Devono essere in un certo senso riscoperti i principi del Bauhaus: in sintesi, un edificio è un buon edificio se trova senso dentro ad altri edifici. Bisogna focalizzarsi sul valore collettivo degli edifici, sul senso che le architetture trovano nel loro sistema più prossimo. Una distribuzione nodale dei poli di intervento è la soluzione migliore per fattibilità ed efficacia o rischia di favorire insostenibili squilibri locali, soprattutto nel brevissimo periodo e nelle zone più periferiche? È invece auspicabile che interventi dislocati generino una rigenerazione indotta e spontanea, puntando su una nuova coscienza civica degli utenti? AB La prima idea da rivoluzionare è proprio quella di “mappa”. La visione non è più confinabile nei recinti di legittimità della politica, deve potersi estendere. In più è da valorizzare il tessuto natio di distretti e di quartieri, con tutti i valori relazionali e sistemici che portano con sé. È molto importante progettare i confini tra l’uno e l’altro di questi nodi, quasi stessimo progettando in “negativo”, lavorando sulla pelle del ghepardo piuttosto che sulle macchie. È pensiero di un maestro come Yona Friedman che progettare il futuro significhi lavorare sui luoghi di ponte tra una condizione e l’altra, al fine di creare un’urbanizzazione agile, liquida e continua. Pensiamo, per esempio, alla cerchia dei grandi viali milanesi, luoghi di straordinaria importanza infrastrutturale oggi privati del proprio valore connettivo, quasi a dividere chi vive all’interno da chi invece ne sta fuori. Nessuno ha mai desiderato, almeno una volta, di vederli più simili a delle ramblas che a delle tangenziali? | www.admnetwork.it | follow us on | Andrea Boschetti Metrogramma A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 11 SUSTAINABLE URBAN REGENERATION RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE IL TEMA T he chapter of everlasting challenges designers are called to face include an uncomfortable appendix, far from the conceptual crisp lines but closely tied to those urban areas that have outlived their time compromised by mass urbanization and now struggling to descend into the logical and dialogical structure of a livable city. This is the theme of REUSE, evocative acronym for "sustainable urban regeneration" aiming to find new life for exhausted built spaces, which are now inadequate Metrogramma Edificio p.zza Edison Milano 12 in thermic performances and social value, through collaborative rather than conflictual strategies between institutions, politicians and designers. The guidelines for this very desirable new horizon were presented to the public on last January 25th at Milan Triennale, during a meeting where town authorities dialed with famous designers and highest representatives of professional bodies to draw a new combination between current law and good design practices, promoting on both sides the need to rethink the places to recover before focusing on new constructions. We have got deeper in the issue with two designers who articulate their professional profile basing on these principles, interpreting each according to their own vision: Mario Cucinella, committed to regeneration to be found in new standards of sustainability and technological efficiency, and Andrea Boschetti (Metrogramma), a spokesman for a re-evaluation to be set on the relationship between property and public space. A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Urban regeneration as creation of social networks: how can a city get to be more livable without heavy structural intervention? Mario Cucinella In fact, social networks do already exist as the "software", our task is to provide the right "hardware": we may be about to operate in brownfield close to the heart of city, around which there is already a relationships' system to read and at best improve, but the very issue is regenerating through a real physical regeneration of the area, enhancing the existing social fabric. Architecture has to play a primary role, not with unnecessary major structural changes, but improving some critical cases increasing the value of what already exists in the surroundings, winning the game on several fields at once. Regeneration also requires to cut the compromises that so far prevented the allocation of a fair value to energy efficiency of buildings as a result of a virtuous design. Will we require new management policies in the housing market? How can designers and entrepreneurs contribute? MC We must get away from the vision of energy efficiency as experimentation for few companies willing to get out of the rule: now efficiency has to become the rule, and in this institutions plays a key role. Policies that encourage the improvement of the quality of construction will trigger a virtuous cycle through rules to be shared. Now entrepreneurs are afraid to innovate, institutions lack the political power to require a strong change and therefore no compromise can be taken. Designers have to orient and not only meet the demands of the market. The law needs to be kept up to what the market requires today, now failing to make the demand for greater energy efficiency a real political value as it would be expected. By switching to a more architectural than urban scale, which will be the consequences for Italy for its delay in approaching to new technologies and new building systems (e.g. S/R technology, etc..), perhaps due to ideological prejudices? MC In addition to this, naive customers will begin to demand compliance with technical features that specialists already know, due to the web and to a wider distribution of information. Even in this current economic climate, market has not reduced the bare amount of the investments, which have actually moved from new construction to the improvement of quality, for example investing more in performance than in appearance. The innovation lies both DAL PAVIMENTO, AL COMPLEMENTO... BOISERIE, PORTE, SCALE, TOP, TAVOLI. 5 mm di nobile essenza per creare complementi, tavoli, top, boiserie, porte, scale e ogni tuo desiderio, ben oltre il concetto classico del pavimento in legno. Perché fermarti al pavimento quando puoi arredare e personalizzare tutti i tuoi progetti con il parquet? Scopri le esclusive creazioni di CP Parquet Lab Design. ISO 9001 ISO 14001 . 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Europe is returning to its original urban density after about two decades of imported "myth of the detached house," with the current need to restore a true collective urban structure of relationships between private houses. A dense city needs services, and a real restructuring comes out from the extensive realization of services involving both public and private. There is also the need for a greater openness of the catalog of services: town authorities must decide annually the services to be set with the cooperation of local districts, determining who to delegate duties and honors. The second point concerns the structural flexibility of the functional mix: it is necessary to adapt the functional destinations originally thought to new needs occurred, basing for example on the London model. A space left without a really needed function is a dead space in advance of his “physical” health. Third and last point consists in recognizing the priority that design concepts deserve on a purely political and quantitative management of urban space. An overview of development is a key-point for working out a concrete logic of growth and the role of designers must overcome the administrators’ opinion. The masterplanning is no longer viable in its traditional and static concept, it must proceed on flexible evolving and dynamic visions. How do you match the necessary specific interventions on the ground with this important overview for the future of the area? What connection exists between planning as a cultural tool and the operating limits of businesses? AB There is no hierarchy of interventions, the two are parallel. The deck environment should support and encourage the vision of a possible city, and not confine it. There is need for a large law on urban regeneration providing the necessary practical incentives (functional flexibility, tax exemptions for interventions, incentives for use of innovative materials and technologies, etc.). As a result, it could be created a significant possible induced structure, which would pave roads for techniques and technologies now relegated to bare experimentation. In some sense, we must rediscover the Bauhaus principles: in short, a building is a good building if it finds its meaning between other buildings. We must focus on the collective value of the buildings, on the sense that the architectures get in their closest system. A nodal distribution of the poles of intervention is the best solution for feasibility and effectiveness or is it likely to encourage unsustainable imbalances, especially in the short term and in the more remote areas? Shall we hope instead that virtuous interventions will generate a spreadinduced and spontaneous regeneration, promoting a new civic consciousness in the users? AB The first idea to revolutionize is the one of "map". The vision is no longer limited in the precincts of political legitimacy, but it must be able to extend. In addition, it is to exploit the hometown fabric of districts and neighborhoods, with all relational and systemic values they carry with them. It is very important to design the boundaries between the one and the other of these nodes, as if we were designing on a "negative" canvas, working on the skin of the cheetah rather than on the spots. It is thought of a master as Yona Friedman that planning for the future means to work on the bridging points between a condition and another in order to create a fluid and continuous urbanization. Consider, for example, the circle of grand boulevards in Milan: they are places of extraordinary infrastructural importance today deprived of their linking value, almost splitting those who live within from those who stand outside. As anyone wanted, at least for once, to see them looking more like ramblas than ring roads? | www.admnetwork.it | follow us on CZA Nuovo Portello Milano | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 15 ENERGY. ARCHITECTURE, LANDSCAPE AND ENERGY An exhibition among history, future and utopia deals with a highly topical issue: the impact of energy on architecture and landscape SCENARI Text by Anna Nosari Images courtesy of Fondazione MAXXI ENERGY ARCHITETTURA, PAESAGGIO ED ENERGIA UNA MOSTRA TRA STORIA, FUTURO E UTOPIA AFFRONTA UN TEMA DI SCOTTANTE ATTUALITÀ: L'IMPATTO DELL'ENERGIA SU ARCHITETTURA E PAESAGGIO 16 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 O ttanta disegni e progetti storici, tre fotografi e sette studi di architettura per un percorso che attraversa 60 anni di storia italiana: “ENERGY. Architettura e reti del petrolio e del post-petrolio” è la mostra da poco inaugurata al MAXXI per indagare l'impatto dell'energia su architettura e paesaggio. A cura di Pippo Ciorra, l'esposizione nasce da due obiettivi: espandere la sfera d'azione dell'architettura ed approfondire “una riflessione ad ampio raggio sul ruolo che architetti e architettura possono avere nella ricerca di un nuovo assetto delle relazioni tra l'uomo e l'ambiente”, sottolinea il curatore. “In particolare la nostra ricerca parte dalla convinzione che esista un contributo specifico - estetico e non meno importante di quello etico - che le discipline creative debbono offrire alla definizione di nuovi equilibri ecologici, nuovi stili di vita, nuove forme di mediazione tra la tecnologia e il cittadino”. Sono stati invitati ad immaginare come sarà la distribuzione nel terzo millennio gli italiani Modus e OBR Open Building Research, i cileni Guillermo Acua Arquitectos Asociados, i sudafricani Noero Architects, giapponesi Sou Fujimoto, Lifethings dalla Corea del Sud e i Terroir (Australia/Danimarca). La selezione si è basata su tre criteri: “Il primo è che fossero progettisti abbastanza giovani, non ancora inseriti nella generazione e nel circuito delle archistar, il secondo che fossero studi con forte propensione all'innovazione e alla ricerca”, racconta Ciorra. “Infine - last ma tutt'altro che least - che fossero in grado di raccontarci come il rapporto tra energia, architettura e spazio si modifichi con il cambiare del contesto geografico”. In mostra anche esempi concreti di progetti visionari che diventano programmi. Accanto a “Roadmap 2050”, ricerca commissionata a OMA/AMO di Rem Koolhaas per prevedere l'assetto energetico in Europa nei prossimi decenni, viene presentato un progetto di Freddy Grunen "materializzato” dai romani Ian+ per un'autostrada ecologica da Berlino a Palermo. Proposte che spingono a muoversi tra utopia e concretezza. “In tutti i progetti presentati c’è una parte visionaria e una propensa a evocare scenari e soluzioni piuttosto concreti”, osserva Ciorra. “Non è infatti difficile immaginare un futuro in cui l’energia sia in qualche modo razionata, come nelle farmacie energetiche di Soo-In o nella comunità sudafricana autosufficiente di Joe Noero, nonostante i due progetti appaiano fortemente visionari. Allo stesso modo l’idea di una trasmissione wi-fi dell’energia - presente negli scenari indagati da Acuña, dai Modus e da altri gruppi - è allo stesso tempo fantascientifica e imminente, così come la necessità di una nuova relazione tra produzione e accesso all’energia, affrontata da Fujimoto, dagli OBR e dai Terroir. Tutti si muovono con affascinante disinvoltura nella terra franca tra concretezza e utopia, proprio quella zona del progetto con la quale gli architetti italiani avevano una dimestichezza che hanno perso e che devono ritrovare”. In gioco è l'idea stessa di architettura e di spazio urbano, da ripensare come organismo in costante ed inarrestabile evoluzione. “ENERGY” fa parte di una trilogia dedicata al ruolo dell'architettura nella definizione e interpretazione di stili di vita e paesaggi. Mentre “RECYCLE” indagava il concetto di riciclo dal punto di vista di nuovi linguaggi e strategie espressive, l'attuale esposizione affronta “un tema da sempre presente nel lavoro degli architetti italiani, dal futurismo alla crescita del dopoguerra, all'incredibile patrimonio di sperimentazioni e progetti nati tra gli anni '50 e '70”, osserva Pippo Ciorra. La prossima tappa? “Una mostra che affronti il modo in cui le persone - e quindi le nuove comunità costruiscono e modificano il proprio spazio individuale e comune in modo diverso dal passato, dando luogo a relazioni diverse e più complesse con geografia e politica. Chiuderemo in questo modo un primo capitolo della nostra indagine/stimolo sulle forme e gli strumenti dello spazio contemporaneo”, conclude Ciorra, che rilancia: “Pronti però a proseguire su questo percorso con altre mostre e iniziative che vogliono incidere sia sull’intelligenza del mondo che l’architettura deve sviluppare, sia sull’evoluzione degli strumenti e della produzione estetica degli architetti.” | www.admnetwork.it | follow us on ↑ Energy Bridges, IaN+ / Freddy Paul Grunert ← Right to Energy, OBR Open Building Research ↓ Energy Forest, Sou Fujimoto Architects | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 17 ↑ Bozzetto Autogrill Pavesi a Montepulciano, A. Bianchetti, 1965-1972, Archivio J.J.Bianchetti E ↑ Stazione di servizio Agip, Libia, 1968. Archivio storico Eni ↓ Alessandro Cimmino, La Spezia, 2012. Courtesy Fondazione MAXXI 18 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 ighty drawings and historical projects, three photographers and seven architectural studios for a path that crosses 60 years of Italian history: "ENERGY. Architecture and oil and postoil networks" is the exhibition recently opened at the MAXXI to investigate the impact of energy on architecture and landscape. Edited by Pippo Ciorra, the exhibition arises from two objectives: expanding the sphere of activity of architecture and deepening "a wide reflection on the role that architects and architecture can play in searching a new structure for the relationships between man and environment”, the curator said. "In particular, our research starts from the belief that there is a specific contribution – aesthetic and, not less important, ethical - that the creative disciplines must provide to the definition of new ecological balances, new lifestyles, new forms of mediation between technology and the citizen”. We asked the Italian Modus and OBR Open Building Research, the Chilean Guillermo Acua Arquitectos Asociados, the South African Noero Architects, the Japanese Sou Fujimoto, Lifethings from South Korea and the Terroir (Australia/Denmark) to imagine how the distribution will be in the third millennium. The selection was based on three criteria: "The first one is that they were quite young designers, not included in the generation and circuit of starchitects yet, and the second one is that they were studios with a strong focus on innovation and research," Ciorra tells us. "Finally - last but far from least - that they were able to tell us how the relationship among energy, architecture and space has changed with the change of the geographical context."The exhibition also includes examples of visionary projects that become programmes. Next to "Roadmap 2050", a research commissioned to OMA/AMO by Rem Koolhaas to predict the energetic structure in Europe in the next decades, a project by Freddy Grunen is presented, "materialized" by the Romans Ian+ for an ecological highway from Berlin to Palermo. These proposals push to move between utopia and pragmatism. "In all the presented projects there is a visionary part and a part willing to evoke rather concrete scenarios and solutions", Ciorra notices. "It is not difficult to imagine a future in which energy is rationed in some way, such as in the energetic pharmacies of Soo-In or the self-sufficient South African community of Joe Noero, although the two projects appear strongly visionary. Similarly, the idea of a wi-fi transmission of energy - included in the scenarios investigated by Acuña, the Modus and other groups - is both science fiction and upcoming, as well as the need for a new relationship between production and access to energy, dealt with by Fujimoto, the OBR and the Terroir. Everybody moves with fascinating ease in the no man’s land between concreteness and utopia: it is the area of the project with which the Italian architects had a familiarity they have lost and must find again”. At stake there is the very idea of architecture and urban space to be rethought as an organism in constant and unstoppable evolution. "ENERGY" is part of a trilogy devoted to the role of architecture in the definition and interpretation of lifestyles and landscapes. While "RECYCLE" investigated the concept of recycling from the point of view of new languages and expressive strategies, the current exhibition deals with "a theme since always present in the work of the Italian architects, from the Futurism to the post-war growth and the incredible wealth of experiments and projects born in the '50s and '70s”, Pippo Ciorra declares. The next step? "An exhibition that deals with the way in which people - and then the new communities - build and modify their individual and common space in a different way compared to the past, creating different and more complex relationships with geography and politics. In this way, we will close the first chapter of our investigation/stimulus on the forms and tools of contemporary space”, Ciorra finishes, adding: "But we are ready to continue on this path with other exhibitions and initiatives that affect both the intelligence of the world that architecture must develop, and the evolution of architects' tools and aesthetic production”. | www.admnetwork.it | follow us on | ↑ Productive (re)public, Noero Architects, 2013 ↑↓Energy FARMacy, LIFETHINGS A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 19 Text by Anna Masello Photos by courtesy of Fluon and Paola Arpone DINNER AT ANDY'S ARTE 20 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 FLUON A CENA DA ANDY 1 2 1 Vespa 2 Andy Fluon 2 Geisha, 150x100 cm S iamo a Monza, in una zona industriale poco lontana dall'uscita della tangenziale. È qui che sorge il quartier generale della creatività di Andy Fluon. Musicista affermato e instancabile scienziato della sperimentazione, assieme al chitarrista Fabio Mittino e a Fabrizio Grigolo, ha dato vita a Fluon: un progetto musicale e artistico trasversale in continuo divenire. Immersi in un'atmosfera decisamente fluo, ad intervalli di Max Headroom e Grace Jones, ci siamo fatti raccontare la storia di questo visionario progetto . 3 Partiamo dall'inizio. Perchè nasce Fluon? Nasce dall'esigenza di avere uno spazio fisico enorme per poter sperimentare audio, video e pittorico. Provengo da un vecchio progetto di casa Studio chiamata Reset House, una casa di ringhiera che io e Roberto Bottazzi, designer di gioielli, avevamo trasformato in uno spazio aperto, un porto franco per artisti, accumulando una quantità di cose, di oggetti, di esperienze “ingombranti” dopo un po'... Separatisi poi i nostri percorsi, mi sono messo alla ricerca di uno spazio molto più grande dove poter sperimentare in ogni momento, uno spazio fisico dove potersi muovere in assoluta libertà, di tempo ed azione, senza la paura di disturbare il vicino di casa o sporcare per terra, uno spazio amplificato. La rigenerazione di un ambiente industriale si è rivelata l'occasione perfetta. Ho dato vita, assieme al mio socio Fabrizio Grigolo, a ciò che vedi: un quartier generale della creatività audio, video e pittorica. Questo è il centro nevralgico di tutte le nostre attività, un incubatore di fantasia che non lascia disperdere le energie e mantiene contaminati i flussi creativi. A proposito di flussi creativi, i processi di produzione artistica e musicale si sviluppano in parallelo oppure proseguono autonomamente l'uno dall'altro? Quando sei “in forma” le due attività si bilanciano, l'una stimola l'altra. La musica efficace suggerisce quadri altrettanto energici e viceversa. A volte esistono motivazioni di carattere logistico che ti costringono a dedicare più tempo alla musica piuttosto che alla pittura, ma la mia condizione ideale - mi piace l'idea di soddisfazione nel bilanciamento creativo - accade quando i due binari si sostengono alimentadosi a vicenda, non precludendo la capacità di mantenere attiva e attenta anche la parte più strettamente legata al contesto lavorativo. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 21 1 1 Mc love, 100x100 cm 2 Suggestion, 100x120 cm 3 Island pop life, 80x100 cm 4 05 Max, 60x60 cm 3 4 22 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 2 Da dove nascono le suggestioni dei tuoi dipinti? Mi piace immaginare il mio cervello come un hard-disk che ha memorizzato una serie di informazioni, fotografie, immagini, che mi hanno profondamente emozionato. L'atto creativo sta nell'aprire i cassetti/folders della memoria e mettere scenari ed icone in relazione tra loro riportandole su tela, al fine di creare una sorta di realtà parallela, una mia personale cartoonia. Questa realtà è però codificata da una cifra stilistica precisa: la bordatura nera, il colore fluorescente, la campitura piatta... Quello che oggi è il mio codice pittorico, è in realtà strettamente legato anch'esso ai ricordi del passato, dell'infanzia per la precisione. Il colore fluorescente dei cartelli Vendesi/Affitasi, gli outline da riempire di colore, l'Uniposca che ha infiammato la mia adolescenza: sono tutti elementi che mi hanno profondamente attratto e segnato. In un mondo di saturazione artistica, avevo la necessità di creare un mio codice identitario, personale ma comprensibile. Questo codice è il linguaggio di mezzo che traduce su tela le mie visioni - che non sono oniriche come quelle surrealiste, ma lucide - e le rende accessibili. Il colore fluorescente permette al quadro di dare due risposte diverse alla luce, offrendo quindi due letture diverse. Avendo io sempre avuto due vite, una diurna e una notturna, ben diverse, ho trovato nel colore fluo un ulteriore strumento di conferma della mia identità artistica. Chi ti ha ispirato nella ricerca del tuo linguaggio artistico, oltre alla tua memoria? Conoscere Bruno Munari mi ha senz'altro aiutato a capire l'importanza di creare un meccanismo creativo, di stabilire delle linee guida, un codice da plasmare e ripetere infinite volte. Una sorta di meta progetto creativo quindi... Che vale così per la musica come per la pittura. Perchè trasferire la tua pittura bidimensionale in oggetti tridimensionali? È una questione virale. La tela si scioglie e avvolge l'oggetto tridimensionale, lo invade. È anche una terapia tecnica in realtà: il tratto che potrei affrontare con padronanza, d'improvviso viene messo in discussione da piani concavi e convessi, e la cosa mi intriga molto. Come ti vedi tra dieci anni? Non ne ho la più pallida idea, come persona. Penso che uno step interessante per il mio lavoro potrebbe essere quello dell'animazione: tradurre il mio codice pittorico in un qualcosa in movimento mi piacerebbe molto, nonostante la mia sensazione, a volte, di caos-disagio nei confronti delle nuove tecnologie. Milioni di informazioni vengono buttate in questo bacino tecnologico e rivendute come flusso di comunicazione, per poi essere dimenticate immediatamente. Questo fiume d'informazione sclerotica mi fa venire voglia ogni tanto di mettermi sull'argine a guardare ciò che sta succedendo. Questa smania dell'esserci molto spesso provoca la vittoria del mezzo di comunicazione sul messaggio da comunicare. Tra dieci anni, comunque, mi vedo alla ricerca di qualcosa che mi faccia sentire efficace nei confronti di ciò che mi piacerà fare. |www.admnetwork.it |follow us on | R I V E S T I M E N T I M U R A L I / C O L L E C T I O N PA R A D I S I O / D I S E G N O P RO F U M O D’ O RO Ecco un nuovo tipo di metallo prezioso : il muro. Auteur & Éditeur. C A R T E D A PA R AT I , T E S S U T I , R I V E S T I M E N T I M U R A L I , M O B I L I S H O W R O O M , V I A S A V O N A 9 7 , 2 0 1 4 4 M I L A N O - W W W. E L I T I S . F R A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 23 MILAN DESIGN WEEK 9TH-14TH APRIL 2013 SUPERSTUDIO presents GLOBAL DESIGN QUALITY AND RESEARCH ART INTERACTION INTERNATIONAL BRANDS TOP DESIGNERS EMERGING TALENTS Milan - Superstudio Più, via Tortona 27 - Superstudio 13, via Forcella 13 and via Bugatti 9 - Ph +39 02 422501 24 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 info@superstudiogroup.com-www.superstudiogroup.com-onlineregistration:www.superstudioevents.com W e are in Monza, in an industrial area not far from the exit of the highway. This is where Fluon, - Andy's headquarters of creativity - grows. Being Andy a great musician and a tireless scientist of experimentation, with the guitarist Fabio Mittino and Fabrizio Grigolo, he has created Fluon: a musical and artistic project in constant evolution. In a very fluorescent atmosphere, at intervals of Max Headroom and Grace Jones, we were told the story of this visionary project. Let's start from the beginning. Why was Fluon born? It was born from the need of finding a huge physical space in order to experience audio, video and painting. I come from an old project called Reset Studio House, a house with balconies that me and Roberto Bottazzi, a great jewelry designer, had turned into an open space, a haven for artists, accumulating a lot of things, objects, experiences, I would say "bulky" after a while... Then our roads happened to turn separate, and so I started looking for a much larger space where I could experience at any time, a physical space where I could move with complete freedom of time and action, without fear of disturbing the neighbors or dirtying the ground, an amplified space. The regeneration of an industrial environment happened to be the perfect opportunity. I created, along with my partner Fabrizio Grigolo, what you see right now: a creativity headquarters of audio, video and painting. This is the nerve center of all our activities, an incubator of fantasy that does not permit energies to disperse and keeps the creative flows contaminated one with another. About creative flows, does the artistic and musical processes develop in parallel or continue independently of each other? When you're "feeling good" the two activities are balanced, one stimulates the other. Effective music suggests energetic paintings and vice versa. Sometimes there are matters that force you to devote more time to music than to painting, but my ideal situation - I like the idea of reaching satisfaction thanks to the creative balance - it happens when the two binary supports each other, not precluding the ability to keep active and attentive even the issues most closely related to the work context. Where do the suggestions of your paintings come from? I like to imagine my brain like a hard-disk that stored a lot of information, photographs, images, that I had been deeply moved by. The creative act consists in opening the drawers / folders of my memory and put scenarios and icons together, reporting them on canvas in order to create a sort of parallel reality, my personal Cartoonia. This reality, however, is encoded by a precise stylistic criteria: black border, fluorescent color, flat pattern... What you see today as my pictorial code, is actually closely linked also to the memories of the past, of childhood for accuracy. The fluorescent color signs Sale / For rent, the outline to be filled with color, the Uniposca that inflamed my adolescence: they are all elements that I was deeply attracted from. In a world of art saturation, I needed to create my own identity code, personal but understandable. This code is the language that translates on canvas my visions - they are not deamlike like the surrealism ones, instead they are lucid - and makes them accessible. The fluorescent color allows the painting to give two different answers to the light, thus providing two different ways of reading it. Since I have always had two lives, a diurnal and a night one, very different one from the other, I found in the fluorescent color a further tool to confirm my artistic identity. Who inspired you in your search for the artistic language, in addition to your memory? Knowing Bruno Munari has certainly helped me understanding the importance of creating a creative mechanism, of establishing guidelines, of building a code to be molded and repeated infinite times. A sort of creative meta-project... That is so for the music as for painting. Why did you decide to transfer your two-dimensional 1 painting in three-dimensional objects? It's a sort of viral matter. The canvas melts and surrounds the three-dimensional object, it invades it. Actually it is also an excercise of technique: the same line I could mastery deal with, suddenly becomes questioned by concave and convex plans, and this intrigues me very much. How do you see yourself in ten years? As a person, I have no idea. I think one interesting step for my work would be to animation: I would like to translate my painting code in something that actually moves, despite my feeling of uncomfortable chaos with new technologies. Millions of information are thrown into this technological basin and resold as a communication stream, only to be immediately forgotten. This river of scerotic information makes me willing to sit on the bank every now and to look at what's going on. This desire of being everywhere often provoke the victory of the media at the expense of the content. In ten years, however, I find myself looking for something that makes me feel efficacious with what I love to do. |www.admnetwork.it |follow us on | 1 Andy all'opera A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 25 | COPERTINA | | Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy GaS Architects | GaS Architects The liveliness of the places La vivacità dei luoghi 26 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 E ssere architetti spesso implica strane pantomime. Spesso ti chiede di vestire un alone di decadentismo posticcio, quasi i palchi scenici più importanti da calcare fossero prerogativa di quelle grandi firme che come filosofi del compasso paiono vivere dei propri stessi concetti, rinnegando le vesti di prezzolati professionisti al servizio di una - quanto mai vitale - committenza. C’è poi chi candidamente si riconosce commerciale, lontano da scuole o correnti di una martellante matrice accademica e senza una cifra stilistica da lasciare, immutabile e perentoria, ai libri di scuola. Profilo di André Straja, anima milanese di GaS Architects che progetta senza dogmi, fuma il sigaro e suona la chitarra. E odia chi parcheggia in doppia fila. André Straja, ovvero, come dall’estero si può sceglier l’Italia anche quando tutti vanno al contrario. Quali sono le ragioni di questa scelta quasi eroica? Più in breve che posso: sono nato in Romania, da cui sono uscito nel ’62 con la famiglia trovando nell’Europa il mio vero luogo di appartenenza (dalla Romania al Canada, dal Canada al Texas. Texas, California poi Parigi, sempre attratto dalle mie radici europee). Mi sono formato a Houston poi a San Francisco, senza dubbio la città più europea di là dell’oceano ma non abbastanza per i miei canoni, così ho scelto di tentare un esperimento in Italia per il suo grande palmares di architetti e designers. Qui alternavo la gavetta in studi blasonati con qualche lezione d’inglese per pagarmi da vivere, e fu proprio nelle vesti di improvvisato precettore che conobbi, inconsapevolmente, la mia futura moglie. Così, dopo essermi spostato a Parigi dove ho trascorso cinque anni meravigliosi, insieme decidemmo che era giunto il momento del grande passo e rientrai. E passai dall’essere un vagabondo migrante per professione a marito e padre nel giro di un mese. Scelte che con la mera professione hanno ben poco a che vedere, quindi… Assolutamente, assolutamente. Tornando all’architettura, saprebbe raccontare chi sono i GaS Architects attraverso delle costanti, delle cifre e delle invarianti che vi contraddistinguono? Non credo nello stile in architettura, penso la svilisca e la esaurisca prematuramente. È come per la lingua, tanti sentendomi parlare notano un accento francese, altri uno più americano, io rispondo che dipende dalla parola e dalla giornata. E così è anche l’architettura, ogni progetto deve nascere dalla sua realtà e non dalla facile scappatoia dello stile, che ti porta a replicare te stesso quando non hai tempo per pensare a qualcosa di nuovo. Quello che è certo è che il nostro approccio al progetto ha poco a che vedere con le visioni tradizionalmente italiane, dove ho avvertito vi sia la tendenza a catalogare tutti per scuole stilistiche o mentalità filosofiche in cui io non riesco davvero a riconoscermi, sarebbe come riconoscere che una poesia possa emozionare solo se scritta in una certa lingua. Una volta mi sono preso dell’audace da una nobilissima platea a La Sapienza definendo me stesso un architetto commerciale, ma onestamente non A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 27 ↑ Perseo Expo District, Rho Pero (Mi), 2010 ↓ Riqualificazione edificio per uffici di via Don L. Sturzo, Milano vedo come si possa non esserlo: come lavoreresti, altrimenti? Dimentichiamo che l’architetto debba essere il guardiano di una qualche moralità sopra le parti: deve seguire le regole e l’etica del buonsenso, certo, ma deve saper cogliere tutte le occasioni, anche quelle più commerciali, per creare un ambiente migliore per tutti. Architetto commerciale per necessità, dunque, anche quando la sfida è aggiungere valore tramite la riqualificazione dell’esistente. Al nostro tempo, è la flessibilità il vero surplus da dare agli spazi degli edifici e delle città? La sfida in architettura è sempre quella di saper gestire lucidamente tutte le idee in una chiara visione di unità, sia che si ponga a servizio del singolo che della collettività. Sono le priorità di chi investe a dettare quali sono i valori che la soluzione finale deve portare. Esistono a mio avviso due logiche creative: una formalista, in cui sia chiara la connotazione estetica che l’oggetto deve avere, e una concettuale, in cui impostare il processo progettuale per soluzioni progressive a problematiche potenziali. Indubbiamente mi colloco in questa seconda schiera: la soluzione finale si cristallizza gradualmente. La flessibilità è uno dei possibili valori, certamente tra i primi se il committente chiede, ad esempio, uffici o spazi polifunzionali, ma non è l’unico: anche in questo caso ogni progetto ha delle forzanti proprie che lo distinguono da ogni altro. Tra i vostri committenti, tra l’altro, figurano anche 28 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 ↓ ↑ Affori Centre, Milano, 2010 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 29 ↑ Sede Autodesk, Milano, 2012 società fortemente legate al proprio brand, che si direbbero tenacemente ancorate a un proprio bagaglio iconico spesso a partire dagli edifici che li rappresentano fisicamente. Come un architetto deve dialogare con questi attori dalla personalità così ingombrante? Anche qui dipende dai casi. Alle volte esiste un vocabolario già scritto, da rispettare adeguandolo alle necessità del caso, altre volte ci vuole una certa dose di creatività per adeguare dei concept altrui a delle occasioni progettuali locali, diverse da quelle in cui i concetti stessi sono stati partoriti. Questo ti porta molto spesso a formulare delle soluzioni che a loro volta finiscono per divenire parte del linguaggio del brand, creando inconsapevolmente una nuova icona. Lasciando momentaneamente i concetti e guardando alla sostanza, si nota un certo approccio metodico nell’affrontare il tema rovente della sostenibilità in architettura: molti vostri progetti sono stati premiati con i gradi della certificazione LEED, che non si limita a considerare la prestazione teorica ma coinvolge un’ampissima gamma di parametri energetici, ergotecnici e tecnologici. Come cambia la progettazione in quest’ottica? È sicuramente una visione lungimirante e innovativa, soprattutto in Italia dove spesso la sostenibilità viene ridotta all’abbattimento dei carichi per riscaldamento termico senza discrimini sulle destinazioni d’uso, quando chiunque abbia messo piede in un ufficio sa bene quanto pesi il raffrescamento nella stagione 30 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 ↑ Palazzo della Vetra, Milano, 2005 estiva. Il protocollo LEED (esprime una valutazione complessiva delle qualità e prestazioni di un immobile) si sta affermando anche qui e la sua forza risiede appunto nel non fermarsi ai consumi ipotizzati in sede di progetto ma nel prestare attenzione, per esempio, all’energia grigia dei materiali, a come vengono prodotti e trasportati, alla loro posa in opera e al loro ciclo di vita, ma anche ad altre considerazioni a metà tra etica, tecnologia ed economia, come il fatto che un ambiente più sano e luminoso ridurrà il rischio di malessere e aumenterà la produttività degli occupanti. È chiaro che una certificazione di questo tipo serve a dare un giusto riconoscimento alla progettazione virtuosa, per la quale servono strategie e dichiarazioni di intenti chiari fin dall’inizio dell’eventualità progettuale con la necessità di una cultura orientata in questa direzione. Per quanto riguarda i nostri progetti, a Milano la riqualificazione dell’edificio in via Don Sturzo e l’Affori Centre hanno ottenuto rispettivamente i livelli Silver e Gold, mentre con il centro civico a Portola Valley in California abbiamo alzato l’asticella fino al livello Platinum (e in termini di interni la sede di Autodesk leed Gold commercial& interiors). I GaS oggi si dividono in tre studi: Milano, Roma e San Francisco. Come si lavora da un capo all’altro dell’oceano? Come ci si scambia esperienze, tecniche e opinioni? Da quando mi sono stabilito in Italia, la mia intenzione è sempre stata quella di mantenere i ↑ ↗ Burberry showroom, Roma ↓ Fendi showroom, Roma, 2011 ↓ Nespresso, Corea, 2013 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 31 ↑ ↓ Hilton Hotel Double Tree, Milano, 2008 rapporti costruiti nel mio girare il mondo; in particolare a San Francisco ho lavorato per un grande maestro come William Turnbull e nel suo studio ho conosciuto il mio partner Jim Goring. L’idea era quella di aprire simultaneamente due realtà facendone un gruppo internazionale con tutte le opportunità del caso. Eravamo convinti che gran parte del lavoro sarebbe partito da San Francisco, palcoscenico tra i più attivi sulla scena mondiale, e giunto in Italia i costi inferiori e lo sfasamento dell’orario lavorativo avrebbero concesso maggior stabilità a noi di Milano e maggior flessibilità allo studio americano. È successo l’esatto contrario: sulle prime lo studio di San Francisco si è fermato su progetti istituzionali, mentre noi abbiamo dovuto diversificare la nostra offerta per inserirci in un mercato in cui non eravamo conosciuti. Questo ci ha portato ad ottenere una serie sostanziosa di commesse in cui spesso, per comodità geografica, abbiamo coinvolto anche i nostri partner oltreoceano. Molti vostri progetti recenti convergono su Milano. Che stimoli offre questa città a un architetto contemporaneo e dal profilo quanto mai cosmopolita? L’architettura è sempre espressione del luogo in cui nasce. Oggi, ovunque nel mondo ti trovi a relazionarti con realtà molto diverse cui proporre soluzioni in sintonia. Alle volte è evidente, altre no. Un nostro progetto mai realizzato presentava una disposizione dei frangisole a “camouflage” studiato per rispondere in maniera ottimale alle ombre portate dagli edifici adiacenti. Quell’edificio nasce lì, in quel luogo e in nessun altro, e così tutti i nostri progetti ricercano il dialogo con il vicinato più intimo, non per forza leggibile nella città su grande scala, consapevoli del rischio di apparire troppo fuori dal coro. L’architettura deve esprimere la vivacità di un luogo, uno che non ne produce è un luogo creativamente morto. Sembra quasi che (a volte noi in italia vogliamo limitare la creatività invece di essere promotore di innovazione e dinamismo) sia ostile a chi vuole proporre qualcosa di originale e che porti la voce del proprio tempo, ma non dimentichiamo che nemmeno la Tour Eiffel piacque poi tanto sulle prime… Una curiosità, per concludere: quella serigrafata lì sulla porta in vetro è la famosa “mano” di Le Corbusier a Chandigarh, ci spiega come mai? Beh, semplice: Le Corbusier è un’icona e quella è la porta, come a dire: metti qui la mano e spingi… |www.admnetwork.it 32 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 |follow us on | eing architects often involves strange B pantomimes. You are often asked to wear an artificial aura of decadence, as the most important stages to walk on were prerogative of those big names that seem to live out of their own concepts, denying the guise of hired professionals serving customers who are more than ever vital. There are others who candidly acknowledges to be commercial, keeping the distance from schools or academic philosophies and without a clear stylistic signature to leave, immutable and peremptory, to school books to come. Profile of André Straja, Milan soul of GaS Architects who design without dogmas, smokes cigars and plays the guitar. And hates those who park their car where forbidden. André Straja, that is, how you can André Straja, that is, how you can still choose Italy coming from abroad when they all go the other way. What are the reasons for this choice almost heroic? As brief as I can: I was born in Romania, from which I got out in '62 with my family finding in Europe the place I belonged to. I trained in Houston first and then in San Francisco, arguably the most European city across the ocean but still not enough for my view, so I chose to grope an experiment in Italy for its great tradition in architecture and design. Here I alternated some internship in well-known ateliers with some English lessons to pay for my living, and as improvised teacher I got to know, unconsciously, my future wife. So, after I moved to Paris where I spent five wonderful years, we decided together it was time for the real big step and I got back to Italy. And I passed from being a professional vagabond to husband and father within a month. Choices that have very little to share with the mere profession, so... Absolutely, absolutely. Getting back to architecture, would you know who are GaS Architects through their most characterizing constants and invariants? I am not that keen on the existence of some invariant concept of style in architecture. It's like the language, a lot of people when talking with me notice a French accent, others a more American one, I would say that it probably depends on the word and on the situation. And so architecture is: each project must come out from reality, not from the easy way-out we call “style”, leading you to repeat yourself when you do not have time to think about something new. What is certain is that our design approach has a little to do with the traditionally Italian visions, where I perceive a sort of scholastic tendency to catalog all designers under stylistic or philosophical precast genders, in which I cannot really place myself. It would be as saying that a poem can be written only in a certain language. Once a noble audience at La Sapienza defined me a bold designer for calling myself a commercial architect, but I honestly do not see how you could not be: how would you work otherwise? Forget the idea that the architects should be the guardians of some morality: they have to follow the rules and the basic ethic principle, of course, but they also must be able to seize every opportunity, even the most commercial ones, to create a better environment for all. Commercial architect as a need, therefore, even when the challenge is adding value through regeneration. Nowadays, is flexibility the real essential surplus to be given to buildings and cities? The challenge in architecture is always to clearly know how to manage all different ideas in a clear vision of unity, both when you are working for an individual and for the community. Your priorities are the ones of those who invest, they say what are the values that the final solution should express. According to me there are two creative logical paths: one formalist, in which there is a clear aesthetic connotation that the object must have at the end, and a conceptual design process in which you set for progressive solutions to potential problems. Undoubtedly, I place myself in the second row: the final solution gradually becomes true. The flexibility is one of the possible values, certainly among the first if you are called to design, for instance, offices or multifunctional spaces, but it is sure not the only one: also in this case each project has its own features distinguishing it from any other. Some of your most known customers are strongly linked to their company brand, seeming stubbornly anchored to their own baggage often starting from the iconic buildings that physically represent them. How an architect must deal with these actors with a deeply bulky personality? Even now the answer is “it depends on the cases”. Sometimes there is an already written vocabulary that you have to verge to meet the needs of the case, other times it takes a certain amount of creativity to adapt others’ concepts in each local opportunities, often different from those in which the same concepts were born. This often leads to formulate solutions which end up becoming part of the language of the brand, unwittingly creating a new icon. Looking at your projects, we can notice a methodical approach in dealing with the hot received respectively Silver and Gold levels, while the civic center in Portola Valley in California was awarded level Platinum. Talking about interiors, finally, new Autodesk headquarter got a Leed Gold Commercial&Interiors. GaS A rchitects is now divided into three studies: Milan, Rome and San Francisco. How can you work with an ocean in the middle? How do you share experiences, opinions and techniques? Since I moved to Italy, my intention has always been to maintain the relationships I built up in my travel around the world, particularly in San Francisco, where I worked for a great master like William Turnbull where I met my partner Jim Goring. The idea was to simultaneously open two ateliers making an international group out of them, with all the opportunities this instance offers. We were convinced that much of the work would be started from San Francisco, one of the most vivid places worldwide, and would arrive in Italy where lower costs and the displacement of working schedules would have given us a greater stability and a greater flexibility to the American atelier. It happened just the opposite: at the beginning, they stopped on institutional projects, while we had to diversify our offer to insert ourselves into a market where we were barely known. This led us to obtain a substantial number of orders in which, due to geographical convenience, we often involved our partners overseas. topic of sustainability in architecture: many of your projects have been awarded the degrees of LEED certification, which does not just consider the theoretical performance but involves a wide range of energetic, ergonomic and technological parameters. How does the design process change under this vision? It's definitely a long-term and innovative vision, especially in Italy where sustainability often means only reducing loads for thermal heating without distinguishing cases basing on the intended use: anyone who has set foot in an office knows how much weight cooling in summer. LEED protocol express an overall evaluation of building’s quality and performances, not stopping to considering theoretical consumption, but paying attention, for example, to materials embodied energy, to how they are produced and transported and to their life cycle, but also to other considerations halfway between ethics, technology and economy, such as the fact that a healthy environment and light will reduce the risk of illnesses and increase the occupants’ productivity. It is clear that a certification of this type aims to give a proper recognition to virtuous design, for which there is a need for strategies clear from the outset contingency planning and for a culture oriented to this direction. With regard to our projects, the renewal of the Don Sturzo building and Affori Centre in Milan have Many of your recent projects converge on Milan. Which inputs this city can offer a contemporary and cosmopolitan architect? The architecture is always an expression of the place where it was born. Today, wherever in the world you have to relate to very different realities where solutions proposed should be in tune. Sometimes it is obvious, some not. One of our projects ever built had a sort of "camouflage" shading envelope, designed to optimally respond to shadows coming from adjacent buildings. That building was born there, in that very place and nowhere else, and so all our projects seek dialogue with their closest neighborhood, not necessarily readable in the city on a wide scale, aware of the risk of appearing too outside the box. Architecture must express the liveliness of a place, a place that does not produce new architecture is one creatively dead. It almost seems that in Italy there is a tendency to constrain creativity instead of promoting innovation and dynamism, but do not forget that nor the Eiffel Tower was loved that much at first... To conclude: the monumental hand silkscreened on the glass door is the famous one in Chandigarh by Le Corbusier, could you explain why? Well, simple: Le Corbusier is an icon and that is the door, as if I was saying: just put your hand here and push... A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 33 news GAE AULENTI. GLI OGGETTI E GLI SPAZI - TRIENNALE DESIGN MUSEUM Triennale Design Museum ricorda Gae Aulenti attraverso una selezione dei suoi più iconici oggetti di design realizzati dal 1962 al 2008. La mostra, a cura di Vanni Pasca con progetto di allestimento di Gae Aulenti Architetti Associati, è aperta dal 9 aprile all'8 settembre 2013. Triennale di Milano e Triennale Design Museum negli ultimi anni hanno avviato un percorso di promozione e valorizzazione dei maestri del design e dell'architettura italiani con una serie di mostre e iniziative specifiche. Dal 2003 Gae Aulenti è stata protagonista della mostra itinerante “Maestri del design italiano” presentata al Grand Hornu in Belgio, a Tokyo, Osaka, Hong Kong e Mosca e nel 2012 è stata insignita dalla Triennale della Medaglia d'Oro alla carriera. Ora è protagonista di un omaggio volto a ricordare un aspetto meno valorizzato della sua progettazione, rispetto agli interventi in campo urbanistico, alle architetture e ai progetti di allestimento: il design. La mostra ripercorre la storia progettuale di Gae Aulenti, capace di guardare al razionalismo e al 'good design' attraverso la lente del Neoliberty e dell’Art Deco e di reinventarli con eleganza (come nella Pipistrello o nello Sgarsul) ma anche capace di recuperare con ironia la pratica dell’assemblage e la lezione delle avanguardie (come nel Tavolo con ruote). Triennale Design Museum conferma così la sua duplice natura di luogo della sperimentazione, da una parte, e luogo della memoria e della conservazione, dall’altra, sulla scia dei recenti omaggi a figure fondamentali per il design italiano come Carlo De Carli e De Pas D'Urbino e Lomazzi”. DESIGN PER IL SOCIALE: UNA MOSTRA ALL'ADI Dalla formazione e dallo sviluppo dei prodotti per le comunità artigiane in situazioni di disagio sociale, alla creazione di laboratori permanenti di oreficeria, confezione e decorazione in Asia, al sostegno alla piccola 34 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 imprenditoria femminile in Africa, al progetto dell’ambiente urbano per le zone terremotate dell’Emilia (nell'immagine: Un modello di intervento che fa parte del progetto IN-SITE, promosso dal Politecnico di Milano. Colonizzazione www.triennale.org temporanea dell’Aquila postsisma.), alla comunicazione su temi significativi, come l’uso corretto della fondamentale risorsa dell’acqua. Esempi di come i designer riescano concretamente a svolgere la loro funzione sociale quando mettono le loro capacità progettuali e organizzative a disposizione di chi, nel mondo, da solo non riuscirebbe a sfruttare le competenze professionali tradizionali per affacciarsi sui mercati moderni. ADI riunisce a Milano le undici iniziative in una mostra (a cura di Patrizia Scarzella, Valentina Downey, Maria Cristina Tommasini) aperta nelle giornate del Salone (9-14 aprile 2013), per sottolineare www.adi-design.org l’importanza che attribuisce alla responsabilità sociale del design e delle imprese produttrici: dall’edizione 2014 ADI Design Index, il volume che pubblica ogni anno la preselezione degli oggetti destinati a competere per il Compasso d’Oro, comprenderà una nuova categoria, quella del Design per il sociale. Secondo l'ADI nessun prodotto che violi valori etici o sociali merita di essere preso in considerazione per il Compasso d'Oro. Ma è il momento di andare oltre e di individuare le iniziative che, attraverso il design, promuovono la crescita e il benessere di una comunità. Il design è uno strumento potente, capace di agire a livello sociale ed economico. Torna l’appuntamento torinese di DNA.italia, giunto quest’anno alla sua terza edizione, dedicato alla tutela, alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Attraverso 6 focus tematici (Riqualificazione del Costruito, Restauro e Conservazione, Paesaggio Naturale e Urbano, Tecnologie per la Fruizione, Turismo e Attività Culturali, Creatività e Design dei servizi) si svilupperà il racconto della filiera, che verrà approfondito in un ricco programma di convegni, incontri B2B, tavole rotonde, workshop, presentazioni di prodotti e case history. Nell’area “Paesaggio Naturale e Urbano” viene declinato in modo puntuale e rigoroso il tema del paesaggio in tutte le sue forme, tra cui l’esplorazione delle grandi trasformazioni urbane. Questi i principali obiettivi: ǩDFFHQGHUHLULIOHWWRULVXXQWHPD trasversale determinante per una vera innovazione delle aree urbane ed extra-urbane; ǩFUHDUHXQDSSXQWDPHQWR costante nel tempo, di sensibilizzazione sul valore del paesaggio e del rispetto dell’ambiente, anche in funzione degli obiettivi comunitari 20/20/20; ǩFRQVHQWLUHDLGHFLVRULSXEEOLFL e agli operatori, in un’occasione irripetibile, di dialogare e di confrontarsi su un tema troppo spesso trattato con superficialità; ǩRIIULUHDOOHLPSUHVHHDL professionisti del settore un’opportunità di conoscenza e di relazioni essenziale per garantire una corretta gestione e fruizione RUDOLF STINGEL A PALAZZO GRASSI FRANÇOIS PINAULT FOUNDATION Curata dall’artista stesso, la personale di Rudolf Stingel si inserisce nel programma di Palazzo Grassi a Venezia che, in alternanza e complementarietà con esposizioni tematiche della collezione François Pinault Foundation, presenta progetti monografici di grandi artisti contemporanei. Per la prima volta, l’intero spazio del www.dnaitalia.it news DNA.ITALIA - TORINO, 18 E 19 APRILE 2013 del patrimonio paesaggistico. L’intero programma è stato concepito e strutturato in funzione del congresso mondiale IFLA 2016. Il programma dell’area “Paesaggio Naturale e Urbano” è sviluppato in collaborazione con AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio - Sez. Piemonte e Val d’Aosta) all’interno delle attività di Nutrirsi di Paesaggio. www.palazzograssi.it contraddistingua la poetica dell’artista. Elemento centrale nell’arte di Stingel è un’idea non convenzionale di dipinto, con una varietà di tipologie e tramature, spesso in relazione con la superficie e l’architettura dello spazio espositivo. Accanto a quadri astratti, sono esposti ↑Untitled, Rudolf Stingel, 2009 Ph. Alessandro Zambianchi a Palazzo Grassi anche alcuni ←Untitled, Rudolf Stingel, 2012 Ph. Tom Powel Imaging dipinti in stile foto-realista, museo (5000 mq) è dedicato a sono presentate anche alcune una tecnica pittorica con cui Stingel ha creato, partendo da un unico artista, sia con opere opere realizzate negli anni immagini fotografiche, ritratti inedite che creazioni degli Novanta e Duemila, esposte di amici e di se stesso, colto anni passati e installazioni per la prima volta al pubblico, site-specific. L’esposizione, la e rappresentative della ricerca in diverse fasi della sua vita, paesaggi alpini e raffigurazioni prima personale in un museo artistica di Stingel, da sempre italiano dopo quella del MART indirizzata verso la ridefinizione di antiche sculture lignee a soggetto religioso. La mostra nel 2001, è la più importante del significato di “pittura” “Rudolf Stingel” rimarrà aperta mostra monografica europea e della sua percezione. La dedicata all’artista. Tra le opere mostra mette in luce il dialogo a Palazzo Grassi dal 7 aprile fino al 31 dicembre 2013, nel in mostra, molte sono state tra astrazione e figurazione, corso di tutta la 55a Biennale di create appositamente per il osservando come il fluire progetto. Insieme a queste, continuo tra queste due polarità arte contemporanea. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 35 www.arteaccessibile.com news IL GENIO E IL DESIGN ALLA V EDIZIONE DI ARTE ACCESSIBILE MILANO ↑Carlton, Marco Chiurato ←Marco Petrus, Casa del vento, 2012 ↙Ieva Petersone, La situazione, 2011 AAM apre per la prima volta una finestra sull'ArtDesign, dove spesso materiali di scarto vengono riscoperti, (Ri)nascono, mutano la loro forma originale e ottengono una seconda possibilità di vita La quinta edizione di Arte Accessibile Milano, che si svolge in contemporanea al Fuorisalone, mette interamente a disposizione dell’Art-Design la Sala Collina, 900 mq tutti da intercettare, per un affascinante percorso nell’arte della metamorfosi quotidiana: creatività, tecnologia, processi artigianali, pittura, poesia, scultura, tutto si intreccia per dar vita a nuove e inusuali combinazione estetiche. Si potranno incontrare Art Designer che offrono i loro saperi ad un pubblico che sempre più vuol conoscere da vicino il 36 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 processo di trasformazione di un prodotto, la sua genesi e la sua rinascita. Nasce così la prima edizione dell’AAM Art-Design, in cui impegno artistico e prodotto trovano espressione all’interno di spazi ognuno dei quali custodisce nuove idee e nuove forme unite nell’espressione delle loro caratteristiche funzionali, tecniche ed estetiche. Il progetto propone il confronto tra designer internazionali, artisti emergenti e realtà artigiane, con un desiderio comune: far emergere l’eccellenza dell’eccellenza “Interpretazioni del design e dell’architettura” si concentra il progetto di Laboratorio V.I.P. partendo dalla giovane artista lettone Ieva Petersone (classe 1984), le cui opere artigiana. Questi alcuni pittoriche raffigurano pezzi degli artisti/art-designer che hanno fatto la storia coinvolti: Marco Chiurato del design ambientati in ripropone lo storico mobile interni, realistici o di pura “Carlton” di Ettore Sottsass astrazione. Accanto a Ieva completamente costruito Petersone, Marco Petrus con zucchero, colla di pesce e limone, dipinto con i colori e Umberto Agnello: due originali ed infine laccato. Un visioni complementari omaggio al grande designer delle grandi architetture italiano. Gianni Depaoli affida urbane. Mentre Petrus si concentra su i palazzi di a oltre 650 chili di squame pregio, che hanno fatto la di salmone norvegese il suo storia dell’architettura o EKO500 PROJECT: ricoprire la Fiat 500, la vettura che più hanno lasciato un segno di ogni altra ha caratterizzato caratterizzante nel tessuto urbano, Agnello osserva la storia dell’automobile invece gli edifici anonimi, in Italia e in particolare la storia della Fiat. Elio Fiorucci presenti in tutti i grandi centri del mondo, ma le sue approda per la prima volta inquadrature li trasfigurano, ad AAM con la mostra trasformandoli in estetizzanti curata da Raffaella Caruso, segni astratti. “Street Love Terapy. Moda, arte, design nel mondo” AAM che celebra, attraverso 33 Arte Accessibile Milano 2012 pannelli illuminati dai colori 12 – 15 aprile 2012 fluo dei neon degli storici Spazio Eventiquattro negozi, la straordinaria Gruppo 24 Ore, carriera dell’artistavia Monte Rosa 91, Milano designer milanese. Sulle FEED YOUR CREATIVITY 0 10 20 30 40 50 www.polidesign.net Master Universitari e Corsi di Alta Formazione organizzati da POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 37 THE PERFECT BALANCE L'equilibrio perfetto 38 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 IL PROGETTO RACCONTATO Nuova sede dell’A.S.I. (Agenzia spaziale Italiana), Roma, 2012 - project by 5+1AA, photos by Ernesta Caviola An outskirt that somebody calls centrality Una periferia che qualcuno chiama centralità L' edificio della Nuova Sede di A.S.I., al suo esterno è composto come un insieme teso e dotato di una sorta di equilibrio instabile, capace di fare raggiungere alla percezione del territorio una soglia tale da determinare un mutamento qualitativo della percezione stessa, una massa critica: si tratta di una composizione dotata di un asse principale, quello degli edifici della Facoltà di Ingegneria, sul quale giace il sistema dell’Atrio Monumentale, collocato in modo asimmetrico rispetto al peso degli altri volumi che compongono il complesso; il principale di essi è il Crescent, una figura semicircolare che occupa la grande parte degli uffici, il suo raggio di curvatura e la sua posizione rispetto al volume dell’Atrio-Auditorium che lo attraversa, dichiarano ancora di più la condizione di disequilibrio interrotto; a est, rispetto alla schiena del Crescent sono collocati gli altri volumi, principalmente di servizio: il sistema Mensa-Bar, la PalestraInfermeria, l’Asilo, la Biblioteca, il Laboratorio (nel corso dei lavori trasformato in edificio per uffici) e il resto degli uffici. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 39 Tutti questi edifici sono caratterizzati da forme geometriche elementari (par allelepipedi, coronacircolare semi-coronacircolare), affiancate fra esse con punti di contatto che corrispondono ai sistemi di percorsi, interni ed esterni ai volumi, e hanno tutti un trattamento cromatico di nero totale, assoluto. Esiste un insieme semi-continuo di rampe e scale che collega, a quote continuamente diverse, tutti i volumi del complesso di A.S.I.; questa sequenza semi-interrotta di percorsi è caratterizzata da scelte espressive differenti, nell’utilizzo dei materiali e nel rapporto con l’esterno. I contatti fra i volumi divengono così una rete di percorsi percettivi e una sequenza di esperienze architettoniche, un vero e proprio insieme complesso di promenade architecturale. L’Atrio monumentale, per il suo ruolo di apertura rispetto all’esterno, è l’unico spazio-organo che mantiene la colorazione nera dell’esterno; si tratta, del resto, di un vero e proprio spazio urbano, caratterizzato da lunghe scalinate e rampe che dichiarano le differenti quote dell’edificio e che si appoggia e si adatta con queste gradazioni di livelli, al movimento naturale del terreno. La Mensa è uno spazio ipostilo a doppia altezza, caratterizzato da un dialogo diretto fra le numerose colonne strutturali e il sistema di luce naturale zenitale: i coni in copertura si differenziano per una serie di colorazioni all’interno, che contrastano con il nero del controsoffitto. Il colore in questo spazio, 40 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 è l’elemento di identità e piacere, oltre la noia e la prevedibilità degli spazi di questo tipo. La Mensa si affaccia su uno specchio d’acqua che accoglie, come un’isola interna, lo spazio circolare, ad anello del Bar, collocato a una quota inferiore rispetto al livello dell’acqua. Gli spazi interni degli uffici sono trattati con colorazioni differenti, fra pareti, soffitto e pavimenti, con l’utilizzo di quattro differenti gradazioni di grigio e di arancione. Il Centro Congressi, dotato di una sala grande da 400 posti, di una media da 99, e di tre sale piccole da 30 posti, è innestato nel volume rettangolare dell’atrio, ed è appoggiato, con la sua pendenza interna, all’inclinazione del terreno; i suoi interni confermano il colore nero del volume, utilizzando pannelli in legno fonoassorbenti (topacustick). Tutti gli spazi della circolazione comune sono pavimentati in ardesia, mentre gli spazi del lavoro sono in gomma e linoleum. L'edificio corpo, nero e misterioso, composto di organi interni articolati e differenziati per qualità dello spazio, materiali e colore, si propone e si fa guardare in un territorio disperso e quasi disperato, trasformandone la percezione, provando a rendere accettabile uno sviluppo senza regole, sia attraverso l’inserimento di funzioni e attività di ricerca, sia attraverso l’idea di qualità dell’architettura come atto di generosità e di riscatto. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 41 YEAR OF FOUNDATION 2005 CONTACT Via Interiano 3/11 16124 Genova ASSOCIATES Simonetta Cenci NO. OF COLLABORATORS 48 [email protected] comunicazione @5piu1aa.com www.5piu1aa.com 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo Arch.tti Alfonso Femia, Gianluca Peluffo CORE BUSINESS La nostra esperienza di sviluppo come struttura progettuale operativa, nasce direttamente dall’organizzazione e dalla gestione del team di consulenza che opera, grazie a diversi anni di esperienza, per assicurare valore e integrità ai nostri progetti. Questo è il motivo per cui, nel corso degli anni, abbiamo intrapreso collaborazioni continue con aziende e professionisti. L’agenzia di architettura 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo si occupa di: Architectural design & integrated design Urban design Structural design Services design Sustainability & project management Ingegneria impiantistica Servizi di consulenza a supporto della progettazione CORE BUSINESS Our experience of development comes out directly from our organization and management of the consulting team that operates, thanks to several years of experience, to assure value and integrity to our projects. That is the reason why, over the years, we have undertaken organic and continuing partnerships with companies and professionals. 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo architecture agency main business: Architectural design & integrated design Urban design Structural design Services design Sustainability & project management Viability and infrastructures Consulting service in support of design MAIN PROJECTS Centro Visite e Antiquarium del Foro di Aquileia, Udine Campus Universitario di Savona, Savona Low Emission Building, Savona Palazzo del Ghiaccio e dei Frigoriferi Milanesi, Milano Assago Retail Park, Milano Nuove direzioni amministrative Ministero degli Interni, Roma Ricostruzioni residenziali a San Giuliano di Puglia, Campobasso Bì - La fabbrica del gioco e delle arti, Cormano (Mi) Blend Building e Blend Tower per Generali Properties, Milano Marina Residence, Cotonou Benin - Africa Torre Orizzontale, Milano Nuova sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roma Riqualificazione dell’area ex metalmetron, Savona IULM - Knowledge Transfer Centre, Milano Nuova sede BNL, Roma Riqualificazione dei Docks di Marsiglia Porto di Tangeri, Lot 9, Marocco Housing Sociale. MAIN PROJECTS Visitor Centre and Antiquarium of the Foro di Aquileia (Udine, Italy) Savona University Campus (Savona, Italy) Low Emission Building (Savona, Italy) Milanese Ice Factory and Ice Palace (Milan, Italy) Assago Retail Park (Milan, Italy) Headquarters of the Ministry of the Interior (Rome, Italy) Reconstruction of residences in San Giuliano di Puglia (Campobasso, Italy) Toys and Art Factory (Cormano, Milan) Blend Building & Blend Tower for Generali Properties (Milan, Italy) Marina Residence (Cotonou, Benin, Africa) Horizontal Tower (Rho, Milan, Italy) Headquarters of the Italian Space Agency (Rome, Italy) Redevelopment of the Metalmetron area (Savona, Italy) IULM - Knowledge Transfer Centre (Milan, Italy) New BNL-Paribas Headquarters (Rome, Italy) Requalification of the Marseille Docks Lot 9 of Tanger Harbour, Maroc AZIENDE / COMPANIES 42 serramenti / windows rivestimenti interni / internal coatings Safas, Schuco Casalgrande Padana, Fantoni vetri / glass rivestimenti esterni / external coatings AGC YourGlass Reynobond, Safas luci / lighting porte / doors Norlight Lualdi sanitari / santaryware ascensori / elevators Globo ThyssenKrupp Elevator pavimenti interni / internal flooring arredi interni / furniture Casalgrande Padana, Euroslate, Interface floor, Liuni, Tavar, Vesmaco Ares line, Moroso pavimenti esterni / external flooring parete in ceramica loghi esterni / ceramic wall and logos Odorizzi Porfidi, Vesmaco La casa dell’arte - Danilo Trogu A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 sistemazioni esterne verde / green Chiti O n the outside, the building of the new headquarters of the Italian space agency is composed - in geometric and architectural terms - like a tightly-knit unit in a state of what might be described as unstable balance, allowing the surrounding land to be perceived at a threshold such as to bring about a positive change in perception itself, a critical mass: the composition has a main axis formed by the buildings belonging to the Faculty of Engineering accommodating the Monumental Lobby system (also designed to be a display facility for Italian space agency operations and as a Conference Centre), set asymmetrically in relation to the weight of the other structures forming the complex; the main structure of this complex is the Crescent, a semicircular figure taking up most of the offices; its radius of curvature and position in relation to the Lobby-Auditorium structure running through it assert, even more powerfully, a state of interrupted disequilibrium; the other structures, mainly serving service purposes, are located to the east in relation to the rear of the Crescent: the Canteen-Bar System, the Sickbay/Fitness Room, Kindergarten, Library, Laboratory (which will be converted into an office building during the works) and rest of the offices. All these buildings feature simple geometric forms (parallelepipeds, annulus, semi-annulus) with points of contact between them corresponding to the pathway systems, both inside and outside the structures, and they all have an absolutely all-black colour scheme. There is a semi-continuous set of ramps and stairways connecting all the different structures belonging to the A.S.I. complex at constantly different heights; this semi-interrupted sequence of pathways features different stylistic choices in terms of the use of materials and interaction with the exterior (exposed concrete and zenith light, glass and transparency towards the outside, darkness and pathways through the water). Due to its purpose of opening up towards the outside, the Monumental Lobby is the only spaceorgan which is the same black colour as the outside; this is, after all, an authentic urban space featuring long stairways and ramps indicating the different heights of the building and resting/ adapting to the natural contours of the land through its different levels. The Canteen is a double-height hypostyle space featuring direct interaction between the numerous structural columns and system of natural zenith light: the cones on the roof have different colour schemes on the inside, contrasting with the black of the double-ceiling. Colour is the distinctive and most pleasurable feature of this space, combating the inevitable monotony and predictability of spaces like this. The Canteen faces onto a pool of water, which, like an internal island, encompasses the ring-shaped circular space of the bar that is set at a lower level than the surface of the water. The interiors of the offices feature different colours on the walls, ceiling and floors, drawing on four different shades of grey and orange. The Conference Centre, which has a large 400-seat hall, medium-sized hall with seating for 99, and three small 30-seat rooms, is incorporated in the rectangular lobby structure and rests across the sloping land through its own internal angle of inclination; its interiors are the same black colour as the main structure, drawing on sound-absorbing wooden panels (topacustick). All the communal circulation spaces are paved in slate, while the workspaces are covered with rubber and linoleum. The black and mysterious building structure, composed of elaborate internal organs distinct in terms of their quality of space, materials and colour, offers itself and is viewed across a dispersed and almost desperate plot of land, changing how it is perceived and attempting to make its non rule-governed development as acceptable as possible, both by incorporating research facilities and activities and through the idea of quality architecture as an act of generosity and redemption. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 43 THE FABRIC ON A HUMAN SCALE Lafabbrica amisurad'uomo 4444 A+D+M A+D+M||MAGAZINE MAGAZINE||2013 2013||##43 43 IL PROGETTO RACCONTATO Technogym Village, Cesena (Fc), 2012 – project by Antonio Citterio Patricia Viel and Partners, photos by Leo Torri, Marc Eggimann©Vitra and courtesy of Technogym Bio-architecture and eco-sustainability to promote the welfare of workers Bioarchitettura ed eco-sostenibilità per favorire il benessere dei lavoratori area scelta per l'insediamento del Technogym Village ha il suo punto di forza nella prossimità con l'autostrada A14, casello di Cesena. Grazie, infatti, al suo lunghissimo affaccio sull'autostrada, lo stabilimento gode di grande visibilità, diventando punto di riferimento di ogni automobilista; è inoltre agevolata la mobilità dei mezzi della società. Il "Technogym Village" vero e proprio, invece, che raggruppa l’edificio per uffici, il Wellness Center ed i laboratori del Centro ricerche e sviluppo, affaccia sul parco. Il nuovo edificio per uffici, che si sviluppa, linearmente, parallelo all'edificio industriale L' A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 45 per una lunghezza di 200 metri su quattro piani con una superficie complessiva di circa 10.700 mq, è realizzato a ridosso dell’insediamento produttivo, a completamento delle unità funzionali previste nell’ambito più ampio del progetto Technogym. La distribuzione verticale è garantita da tre blocchi scala, oltre a una colonna di due ascensori separati e ad una scala panoramica. L’ingresso principale avviene attraverso il parco, in prossimità dell’area più rappresentativa, che raccoglie i locali della presidenza e dell’auditorium. Una grande copertura curva in legno lamellare e la facciata continua in legno e vetro rivolta verso il parco arricchiscono l’edificio realizzato per il resto con una struttura, molto semplice ed economica, mista di elementi prefabbricati in cemento armato e acciaio. Internamente, gli uffici sono organizzati secondo due affacci distinti; quello a sud, verso il parco, protetto dal sole grazie alla copertura curva, e quello a nord, più operativo, che guarda dall’alto la copertura a onde della fabbrica. La zona centrale del corpo uffici accoglie i blocchi servizi e gli spazi comuni di riunione o di lavoro in openspace, mentre verso le facciate si distribuiscono i singoli uffici chiusi. In sintonia con il concetto di “wellness” il progetto accentua la relazione tra interno dell’edificio e affaccio sul parco (partizioni interne trasparenti) e sull’uso di materiali naturali di alte prestazioni (legno e vetro). L’insediamento si completa con il “Wellness Center”, edificio a pianta ellittica di circa 2.700 mq. immerso nel parco e collegato agli uffici in prossimità dell’ingresso principale. Una palestra e una SPA occupano lo spazio, a due livelli, interamente progettato in legno lamellare e trasparente verso l’esterno del parco. | www.admnetwork.it | follow us on | 46 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 47 YEAR OF FOUNDATION 2000 CONTACT via Cerva 4 20122 Milano NO. OF COLLABORATORS [email protected] 50 www.antoniocitterioandpartners.it Antonio Citterio Patricia Viel and Partners facciata continua wellness center / wellness centre curtain wall Uniform | www.admnetwork.it Project team Augusto Barichello, Fabrizio Ferranti, Elenora Grassi, Barbara Soro, Andrea Ravogli, Stefan Kastner CORE BUSINESS Antonio Citterio e Patricia Viel sono i soci fondatori della società con sede a Milano. Lo studio opera a livello internazionale sviluppando programmi progettuali complessi, ad ogni scala ed in sinergia con un network qualificato di consulenze specialistiche. Queste le tipologie progettuali realizzate: piani urbanistici, complessi residenziali e commerciali, stabilimenti industriali, ristrutturazioni conservative di edifici pubblici, pianificazione di spazi per il lavoro, uffici, showroom, alberghi. La società di progettazione è inoltre attiva nel settore della comunicazione aziendale e realizza progetti di immagine coordinata ed allestimenti. CORE BUSINESS Antonio Citterio Patricia Viel and Partners develops projects for residential and commercial complexes, industrial facilities, restructuring and conservation of public buildings, space planning for work areas, offices, showrooms and hotels. The company has a strong expertise in providing detailed project documentation covering both the shell and core and the interior of a building, from building envelope to interior fit-out, including bespoke millwork elements and furniture. The firm is also active in the sector of corporate communication, handling projects of coordinated image, installations and graphics. MAIN PROJECTS Tra i progetti recenti: l‘edificio milanese nuova sede corporate del gruppo Ermenegildo Zegna; il Bulgari Hotel di Londra; la conversione dall’Ex Palazzo delle Poste a Milano in un importante centro per il terziario e la nuova sede Technogym a Cesena. Tra i lavori in cantiere si segnalano :il progetto di sviluppo Cascina Merlata e le opere di accessibilità per Expo 2015 a Milano. MAIN PROJECTS Recent built works include the Bulgari Hotel in London, Ermenegildo Zegna Group headquarters in Milan (Italy) and the Technogym Village in Cesena (Italy). Projects currently under construction include the Cascina Merlata mixed-use urban development in Milan, Italy, along with the project for the Milan Expo 2015 site accessibility. AZIENDE / COMPANIES general contractor pavimenti in legno / wooden flooring Maire Tecnimont Fiemme travi in legno lamellare / wooden glulam beams divisioni in vetro edificio per uffici / office building glass partitions Holzbau Gemino tetti metallici / metal roofs Iscom falegnameria / millwork Barth Innenausbau KG facciata continua edificio / office building curtain wall Sermeca mobili uffici /office building loose furniture Vitra 48 T he main strength of the area chosen for the creation of the Technogym Village is its position not far from the A14 motorway, Cesena exit. Since the building façade looks onto the motorway, these facilities will enjoy great visibility and will become a reference point for car drivers; furthermore, the mobility of the company’s vehicles will thus be facilitated. The "Technogym Village” that gathers other office buildings, the Wellness Centre and the laboratories of the R&D group, looks onto the park. The new office building (block B), that linearly develops along the industrial building (block D) for 200 metres distributed on four floors providing a total surface of about 10,700 square metres, will be erected next to the production site, in order to complement the functional units that have been included in the largest Technogym project. The vertical distribution is guaranteed by the presence of three staircases, plus a shaft of two separated lifts and a panoramic staircase. The main entrance is through the park, near the most representative area which gathers the rooms of the presidency and the auditorium. A big curved roof in lamellar wood and the continuous façade in wood and glass looking onto the park enrich this building which, generally speaking, has a very simple and economic structure with a mixture of prefabricated elements in steel and reinforced concrete. Inside the building, the offices are organised on two different sides: the south side, towards the park, is shaded against the sun by the presence of the curved roof, whereas the north side, more operational, looks over the undulated roofing of the factory. The central area of the office building hosts the services, common spaces for meetings and open space work areas while along the façades there are the individual, closed offices. In line with the concept of “wellness”, this project underlines the relationship between the inside of the building and the outside looking onto the park (transparent indoor partitions) and the use of high performance natural materials (wood and glass). The site is complemented by the “Wellness Centre” (block A), a building with an elliptical plan on a 2,700 square metre surface area, which is connected to the offices situated near the main entrance. A gym and a SPA cover a two-level area which has been entirely designed in lamellar wood with transparent walls to look onto the park. Arch.tti Antonio Citterio, Patricia Viel A+D+M | MAGAZINE | 2013||##43 43 | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 49 Naturali contaminazioni NATURAL CONTAMINATIONS 50 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 IL PROGETTO RACCONTATO Travel Charme Bergresort Werfenweng, Werfenweng (Austria), 2012 - interior design by Lorenzo Bellini (architecture by Hermann Eisenköck), photos by Licia Papini The design that shapes the environment Il design che valorizza l'ambiente S ituato a mezz’ora da Salisburgo, nel cuore della regione salisburghese del Pongau, il Bergresort Werfenweng è il terzo resort in Austria del gruppo tedesco Travel Charme. Propone un interior design originale firmato da Lorenzo Bellini che, mixando contemporaneità e tradizione, ha dato vita ad un prodotto che supera il concetto del classico hotel di montagna, dando vita ad un moderno mountain resort hotel. Si tratta di un elegante e al tempo stesso A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 51 divertente quattro stelle Superior composto da 120 camere e 46 appartamenti di diversa metratura; una vastissima hall con sitting area e biblioteca è ravvivata da originali camini e si protende verso coffe shop e wine bar; sono presenti due ristoranti, una SPA di 1.600 mq. con piscina interna ed esterna. Nonostante l’imponenza del complesso, progettato dall’architetto austriaco Hermann Eisenköck, esso si integra perfettamente nella natura e nel panorama, attraverso l’uso di materiali locali come il legno e la pietra, e la scelta di rendere intercomunicabili gli spazi interni ed esterni con grandi vetrate e terrazze. Un progetto avviato nel 1997 da Eisenköck, che affronta positivamente temi quali sostenibilità e tutela del clima e della natura delle Alpi, dando vita a iniziative turistiche ecocompatibili: bici, mountain-bike e fun-bike offerte gratuitamente mentre sono disponibili auto elettriche alimentate da una stazione di ricarica solare nel centro del villaggio e da un impianto fotovoltaico che produce 294.000 kWh all’anno. Difficilmente definibile all’interno di una precisa cifra stilistica, il concept di Bellini mixa con equilibrio formale elementi della tradizione salisburghese, rivisitati in chiave contemporanea, con altri di architettura minimale unificati dal sapiente uso dei materiali, dei cromatismi e della luce. Varcando l’ingresso si percepisce subito la contrapposizione fra la forza delle pareti di fondo rivestite in pietra e la leggerezza delle vetrate a tutta altezza che percorrono la struttura in tutta la sua lunghezza: un’interminabile e rassicurante quinta fa da sfondo a tutte le aree dell’hotel e diventa protagonista del progetto proiettando l’hotel verso la valle. Pensati per favorire la socialità, gli spazi pubblici del Bergresort si articolano in un continuum di ambienti fortemente interconnessi organizzati intorno ad alcuni elementi cardine; fra questi il moderno camino in metallo brunito che accoglie l’ospite all’ingresso offrendogli coloratissimi pouf, mentre alle due estremità della hall sono state collocate rispettivamente una library e un wine bar che precede la vasta zona dedicata alla ristorazione. Fra i materiali sono protagonisti il legno di rovere - spazzolato tinto grigio - e la pietra a spacco, entrambi rigorosamente del posto per garantite la massima eco-compatibilità anche nell’architettura d’interni; materiali austeri che vengono valorizzati 52 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 dall’originale uso del colore nei tessuti e ravvivati dal ricorso ad elementi ludici, come le poltrone a dondolo o i cristalli di ghiaccio, intagliati nelle pareti in legno per ottenere un intrigante effetto vedo-non vedo. A livello stilistico, i vari linguaggi utilizzati da Bellini in questo hotel si fondono nell’armonia di un eclettismo rigorosamente controllato che nasce da un originale processo di contaminazione e contrapposizione stilistica. In questo gioco sottile di dissonanze armoniche dal forte contenuto emozionale assume un ruolo primario la luce: da un lato quella naturale proveniente dalle vetrate a tutta altezza, sempre controllata grazie all’utilizzo di materiali non riflettenti; dall’altro l’illuminazione artificiale d’accento che, in un alternarsi di chiaroscuri, valorizza e scolpisce gli elementi di maggior pregio. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 53 YEAR OF FOUNDATION 1997 ASSOCIATES Lorenzo Bellini, Fabiano Rebecchini, Nedda Geotti NO. OF COLLABORATORS 15 CONTACT Via Umberto Moricca 90 00167 Roma [email protected] www.lorenzobellini.com Lorenzo Bellini Associates Arch. Lorenzo Bellini CORE BUSINESS Lorenzo Bellini inizia la sua carriera internazionale con rinomati progetti in Camerun, Medio Oriente e Caraibi. Negli ultimi vent’anni si è dedicato principalmente alla progettazione di strutture alberghiere d’alto livello, assorbendo le metodologie di stampo anglosassone improntate alla massima funzionalità, guadagnandosi una posizione di prestigio nel panorama dell’hotellerie internazionale. CORE BUSINESS Lorenzo Bellini began his international career with renowned projects in Cameroon, the Middle East and the Caribbean. Over the past twenty years, he has been devoted mainly to the design of high-end hotel structures, absorbing the Anglo-Saxon methods characterized by maximum functionality and has attained a position of prestige in the world of international hotels MAIN PROJECTS Tra i numerosi 5 stelle / Selected among the many 5-stars: Royal Meridien Eden, Rome Rocco Forte Hotel Savoy, Florence Saint George, Rome Terme di Saturnia SPA & Golf Travel Charme Ifen Hotel, Kleinwalsertal Austria Is Arenas SPA & Golf Resort, Sardinia Tra i numerosi 4 stelle / Selected among the many 4-stars: Crowne Plaza Malpensa Grande Baia SPA Hotel, San Teodoro Hilton Rome Airport Hotel Stendhal, Rome Hotel Mascagni, Rome In progress: Grand Hotel Stresa Pullman Twin Tower Doha Travel Charme Resort Il Giardino, Salò Hotel Giustiniano Imperatore Hotel Valle dei Casali Rome Millenium Fajairah - UAE AZIENDE / COMPANIES illuminazione / lighting tavoli / tables Chary Martini Illuminazione B2 sedute e outdoor /seatings and outdoor Brintons moquette Schönhuber Franchi tessuti / fabrics imbottiti e tendaggi / cushions and curtains Italpoltrone 54 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Baumann Dekor Viganò S ituated a half hour outside of Salzburg, in the heart of Salzburg’s Pongau region, the Bergresort Werfenweng is the third resort in Austria from the German group Travel Charme. It offers an original interior design by the hand of Lorenzo Bellini who, blending modernity and tradition, has created a product which goes beyond the concept of the classic mountain hotel, making way for a modern mountain resort hotel. It is elegant while, at the same time, fun; four-star Superior and composed of 120 rooms and 46 apartments of various sizes; a grand hall with a sitting area and library is enlivened by original fireplaces and extends into a coffee shop and wine bar; there are two restaurants and a 1,600 sq. meter SPA with indoor and outdoor pools. Despite the grandeur of the complex, designed by Austrian architect Hermann Eisenköck, it perfectly integrates nature and landscape, through the use of local materials such as wood and stone, and the choice of making the interior and exterior spaces intercommunicative by means of large windows and terraces. A project started in 1997 by Eisenköck who addresses positive themes such as sustainability and the protection of the climate and nature of the Alps, creating environmentally friendly tourism initiatives: bicycles, mountain-bikes and fun-bikes offered free while there are electric cars powered by a solar charging station in the village center and a photovoltaic system that produces 294,000 kWh per year. Difficult to define with any great precision, Bellini’s concept mixes, with a formal balance, elements of Salzburg tradition, revisited in a contemporary context, with others of minimalist architecture unified by the clever use of materials, colors and light. Passing through the entryway, you immediately perceive the contrast between the strength of the stone-covered back walls and the lightness of the floor-to-ceiling windows which run throughout the length of the structure: an endless and reassuring wing makes for the background to all areas of the hotel and is the protagonist of the project, projecting the hotel upon the valley. Designed to promote sociability, the public spaces of the Bergresort are divided into a continuum of strongly interconnected environments organized around several key elements; among these the modern fireplace in burnished metal that welcomes guests at the entrance, offering colorful ottomans, while at the two ends of the hall there have been placed, respectively, a library and a wine bar above the vast area intended for dining. Among the materials are the protagonists of oak - brush-stained gray - and split stone, both placed strictly the for guaranteed maximum ecofriendliness even in the interior; austere materials that are enhanced by the original use of color in fabrics and enlivened by the use of playful elements such as rocking chairs or ice crystals, carved into the wooden walls for an intriguing “Now you see it, now you don’t.” effect. On a stylistic level, the various motifs used by Bellini in this hotel come together in harmony in a strictly controlled eclecticism that comes from an original process of contamination and stylistic contrast. In this subtle game of harmonic dissonance with a strong emotional content, light plays a key role: on the one hand, there is its natural emergence from the floor to ceiling windows, always controlled through the use of nonreflective materials; on the other hand, there is artificial accent illumination which, through an alternation of light and shade, enhances and sculpts the items of greatest value. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 55 NATURAL DYNAMISM 56 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 IL PROGETTO RACCONTATO Bentini Headquarters, Faenza (Ra), 2011 - project by Piuarch, photos by Andrea Martiradonna Historical landscapes and contemporary forms Paesaggi storici e forme contemporanee L HD9FAE=LJA9 KAL=HD9F f a nuova sede amministrativa e operativa della società Bentini si trova a Faenza, in un contesto a bassa densità abitativa in cui il paesaggio è fortemente caratterizzato dalla presenza della campagna agricola. L’edificio destinato agli uffici è costituito da un volume unitario e lineare arretrato rispetto al fronte stradale ed è stato progettato con standard qualitativi elevati, che uniscono alla grande flessibilità degli spazi interni un disegno di pianta semplice e ben organizzato sui vari livelli. L’ultimo piano è stato pensato come uno spazio utilizzabile per eventi e convegni anche dalla popolazione residente, dando l’occasione di vivere lo spazio dell’azienda che si apre alla città che la ospita. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 57 Il fronte sul lato della strada conferisce un carattere distintivo e unico all’edificio, ed è realizzato sovrapponendo alla vetrata continua degli uffici una struttura a griglia modulare di filtri solari orientati, che ripartisce la facciata in vani rettangolari di varie dimensioni. Questa soluzione compositiva rende la percezione dell’edificio un’esperienza continua di mutamento a seconda della posizione rispetto alla facciata e alla luce che durante il giorno la illumina, modellando con le ombre i volumi, e allo stesso tempo regala una sequenza di visuali dinamiche e cangianti della vita lavorativa interna. Il lato posteriore dell’edificio è progettato per mantenere una continuità visuale forte con la campagna circostante attraverso una facciata totalmente vetrata. Le due facciate sono diverse tra loro ma caratterizzate entrambe dalla volontà di apertura all’esterno attraverso la trasparenza, schermata sul lato verso la strada e aperta al paesaggio della campagna sul lato opposto. |www.admnetwork.it 58 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 59 YEAR OF FOUNDATION 1996 CONTACT Via Palermo 1 20121 Milano NO. OF COLLABORATORS 30 [email protected] www.piuarch.it Piuarch Arch.tti Francesco Fresa, German Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario CORE BUSINESS Piuarch progetta e realizza complessi per uffici, residenze, spazi commerciali, edifici pubblici e boutiques sino al disegno di piani urbanistici, con il contributo di consulenti di diverse discipline. CORE BUSINESS Piuarch designs and builds offices complex, residences, commercial spaces, public buildings and shops up to the design of urban planning, with the help of consultants from different disciplines. MAIN PROJECTS Porta Nuova office Building (Edificio E1-E2), Milano, Italy - 2006/2013 New Dolce&Gabbana Office, Milano, Italy - 2009/2012 Quattro Corti Business Centre, Saint Petersburg, Russia - 2006/2010 Bentini Headquarters, Faenza (Ra), Italy - 2009/2011 AZIENDE / COMPANIES facciate / facades Seralwall vetro / glass Guardian lavori di muratura / masonry Coop. Edile di Predappio strutture prefabbricate / precast structure Sicap arredi / furniture MDF, Level arredo bagno / bathroom equipment Duravit, Fantini illuminazione / lighting Erco, iGuzzini, Zumtobel 60 A+D+M | MAGAZINE | 2013||##43 43 T he new administrative and operational headquarters of Bentini Building & Engineering is in Faenza, set in a sparsely populated area where the landscape is strongly characterized by the presence of farmland. The office building consists of a single, linear volume set back from the road, and has been designed according to the highest standards of quality, combining great flexibility of the interior spaces with a simple and wellorganized floor plan on different levels. The top floor can be utilized for events and conferences also by the local residents, offering townspeople an opportunity to experience the space of the company that opens onto the city that hosts it. The street-side façade lends a distinctive and unique character to the building, superimposing over the continuous glass facing of the offices a modular grid of angled solar filters that divide the façade into rectangular compartments of varying dimensions. This compositional solution creates a perception of the building as being in a state of continuous transformation, depending on the viewer’s position, as well as on the light that shapes the volumes with shadows while at the same time generating a sequence of dynamically shifting views of the work being conducted inside. The rear façade of the building, entirely in glass, is designed to maintain strong visual continuity with the surrounding countryside. While the two façades are different from one another, they share an impetus toward the outside through transparency, screened on the street side and open to the landscape on the opposite side. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 61 Organismo tecnologico vivo TECHNOLOGICAL LIVING ORGANISM 62 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 IL PROGETTO RACCONTATO Autogrill Villoresi Est, Milano, 2012 - project by Giulio Ceppi/Total Tool, photos courtesy of Giulio Ceppi and Federico Brunetti A model for the third millenium Un modello per il Terzo Millennio V illoresi Est sorge sull’Autostrada Milano-Laghi, lungo una tratta che, con un flusso di circa 30 milioni di veicoli annui, è una delle più trafficate d’Italia. Disegnata da Giulio Ceppi/Total Tool, la struttura emerge nella forma di un “conoide” in modo graduale dal territorio fino a raggiungere un’altezza di 27,5 m. Allo stesso tempo si immerge non solo visivamente in esso, attraverso un sistema di 420 sonde geotermiche che raggiungono una profondità di 25 metri e sviluppano una potenza termica frigorifera di circa 380kw. Dall’asfalto della pavimentazione alla copertura, Villoresi Est A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 63 si impone allo sguardo come un 'unicum' percettivo. Visto invece, dall’Autostrada dei Laghi l’edificio forma, insieme allo storico Villoresi Ovest, disegnato dal duo Pavesi / Arch. Bianchetti, un grande portale di accesso a Milano e all’Italia. Sul piano del funzionamento energetico, è stato concepito come un organismo tecnologico vivo, sensibile ai cicli naturali e nutrito, attraverso l’innovativa combinazione di geotermia e solare termico, dall’energia della terra e del sole. Oltre a un sistema di free cooling, che sfrutta al meglio la ventilazione naturale per il condizionamento e un sistema di raccolta delle acque piovane e di falda utile a: climatizzazione dell’aria, irrigazione, toilette e come riserva antincendio, l’edificio, che si sviluppa su una superficie di circa 2.500 mq, ha uno scheletro interamente realizzato in legno lamellare certificato PEFC. Villoresi Est, caratterizzato per l’utilizzo di materiali ecocompatibili e al 100% riciclabili, è un progetto altamente sostenibile realizzato attenendosi ai principi del Protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) con scelte progettuali e impiantistiche tese a ridurre l’impatto energetico e ambientale e ad assicurare l’integrazione con il territorio e il paesaggio circostante. La totale accessibilità dell’area di servizio è uno dei tratti più significativi di Villoresi: sul fronte del design di interni rappresenta un’esperienza pioneristica di abbattimento delle barriere architettoniche e delle limitazioni alla libera circolazione della clientela. L’interior design è stato infatti elaborato a partire dalla molteplicità di esigenze specifiche delle persone in viaggio (businessmen, famiglie, donne, truckers, bambini, anziani, disabili, non-vedenti, etc.). Per garantire una sosta sicura, il parcheggio di Villoresi Est è dotato di un articolato sistema di videosorveglianza e di passaggi pedonali protetti. La pavimentazione del tragitto parcheggio-porta d’ingresso è identificata da un percorso tattile per i non vedenti e da una colorazione particolare come guida per tutti. Nell’area destinata alle autovetture speciali è presente una segnaletica bilingue, 16 posti auto per il car pooling, 15 per famiglie o donne incinte, 2 per ricarica di auto elettriche. L’area ospita inoltre i servizi già progettati da Giulio Ceppi negli anni passati tra cui Fido Park, Biker Club, Trucker Club, che con i suoi 80 stalli risulta essere l’area attrezzata per camionisti più grande d’Italia. | www.admnetwork.it 64 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 65 YEAR OF FOUNDATION 1999 CONTACT Viale Francesco Restelli 3 20129 Milano NO. OF COLLABORATORS 10 [email protected] www.totaltool.it Total Tool Arch. Giulio Ceppi CORE BUSINESS Total Tool è uno studio di design, comunicazione ed architettura fondato nel 1999 e con sede centrale a Milano. Total Tool è attivo anche a livello internazionale tramite un’efficiente rete di designer e consulenti nei settori della creatività e dell’innovazione del business. CORE BUSINESS Total Tool is a design, communication and architecture firm, active since 1999 with is headquarters based in Milan. Total Tool operates throughout the world thanks to an efficient team of design professionals, consultants, and experts in the creativity sector and business innovation. MAIN PROJECTS Total Tool, società per management dell'innovazione e progettazione strategica, collabora con aziende quali Albatros, Andersen Windows, Autogrill, Coop, Danese, Deborah, Festo, Fiat, Leuci, Gruppo Auchan/ la Rinascente, Illycaffè, Luceplan, Mitsubishi, Motorola, Nestlè, Nike, Nissan, Oikos, Pirelli RE, SaporitiItalia, Terme di Cianciano, TerraMoretti, Vertu, Viacom, 3M ed enti vari, tra cui Bormio 2005, Comune di Venezia, PepsiCo, Politecnico di Milano, Provincia di Lecco, Reggio Children, Torino 2006. Total Tool ha vinto diversi premi internazionali: premio Impresa Cultura (2000), XX e il XXI Compasso d’oro (2004-08), l’Hall of Fame ICSID (2007), il premio ConfCommercio per l'Innovazione (2010) e ha esposto propri progetti in diversi musei e istituzioni culturali. MAIN PROJECTS Total Tool, company for innovation management and strategic planning, working with companies such as Albatros, Andersen Windows, Autogrill, Coop, Danese, Deborah, Festo, Fiat, Leuci, Gruppo Auchan/la Rinascente, Illycaffè, Luceplan, Mitsubishi, Motorola, Nestlè, Nike, Nissan, Oikos, Pirelli RE, SaporitiItalia, Terme di Cianciano, TerraMoretti, Vertu, Viacom, 3M and various other bodies, including Bormio 2005, Comune di Venezia, PepsiCo, Politecnico di Milano, Lecco, Reggio Children, Torino 2006. Total Tool has won several international awards: Impresa Cultura Award (2000), XX and XXI Compasso d'Oro (2004-08), the Hall of FameICSID (2007), ConfCommercio per l'Innovazione Award (2010) and exhibited their projects in a number of museums and cultural institutions. AZIENDE / COMPANIES geotermia / geothermal Energy Paccani impianti elettrici / electrical services Agie strutture di calcestruzzo armato e di acciaio / steel and concrete structure impianti meccanici / mechanical System Vona Edilizia Panzeri strutture di legno lamellare / lamellar wood structure illuminazione / ligthing iGuzzini Holzbau progetto impiantistico / plant design rivestimento copertura / roof covering Geoenergia Idroflorence, KME 66 opere edili / construction building progetto strutturale ed esecutivo / structural and executive project Prelios Starching A+D+M | MAGAZINE | 2013||##43 43 V illoresi East is located on Milano - Laghi Highway, along a segment, with a flow of about 30 million vehicles per year, that is one of the busiest in Italy. Designed by Giulio Ceppi, the structure emerges in the form of an "asymmetrical conoid" in a phased manner from the territory up to a height of 27.5 m. At the same time plunges not only visually in it, through a system of 420 geothermal probes that reach a depth of 25 meters and develop a thermal cooling capacity of approximately 380kw. The asphalt pavement to cover, Villoresi East imposes itself as a unique perceptive gaze. Looked at prospectively from the lake’s highway form the building, along the historic Villoresi West, designed by Pavesi and Arch. Bianchetti, a Great portal into Milan and Italy. In terms of the effect of this energy, Villoresi East was conceived as a living organism sensitive to natural cycles and fed through the innovative combination of solar and geothermal energy,combining the energy of the earth and the sun. In addition to a free cooling, which takes full advantage of natural ventilation for cooling and a system of rainwater harvesting and groundwater useful: air-conditioning, irrigation, toilet and a store fire, the building, which spread over an area of about 2,500 square meters, it has a skeleton made entirely of laminated wood PEFC certified. Villoresi East, characterized by the use of environmentally friendly materials and 100% recyclable, it is a highly sustainable project built according to the principles of the Protocol LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) with design choices and plant aimed at reducing the impact energy and environment and to ensure integration with the territory and the surrounding landscape. The overall accessibility of the service is one of the most significant features of Villoresi: the front of the interior design represents a pioneering experience of architectural barriers and restrictions to the free movement of customers. The interior design has been elaborated from the multiplicity of needs of people traveling (businessmen, families, women truckers, children, elderly, disabled, blind, etc.). To ensure secure stopping, the Villoresi East 's parking has an extensive system of video surveillance, and protected walkways. The paving of the parking route-gateway is identified by a tactile path for the blind and a particular color as a guide for everyone. In the area intended for car passengers there are bilingual signs, 16 parking spaces for car pools, 15 for families or pregnant, 2 for charging electric cars. The area is also home to the services already designed by Giulio Ceppi in the past including Fido Park, Biker Club, Trucker Club, with its 80 stalls appears to be the largest area for truckers in Italy. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 67 Paesaggiodella RESEARCH LANDSCAPE 68 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 ricerca IL PROGETTO RACCONTATO Nuovo Centro Ricerche MTA, Codogno (Lo), 2012 - project by Nicola Tommaso Bettini, photos by Marcela Grassi Flexible spaces and undefined trajectories to solve functional complexity Spazi flessibili e traiettorie indefinite per risolvere una grande complessità funzionale I l progetto del nuovo laboratorio di ricerche MTA, azienda leader nella produzione di componenti elettronici ed elettromeccanici per il mercato Automotive, OffHighway e Race, risponde al bisogno specifico della committenza di uno spazio funzionale e rappresentativo e al contempo di un nuovo luogo per le persone e per il lavoro. L’idea di creare un ”paesaggio della ricerca” si è concretizzata nella definizione di un ambiente complesso ed organizzato ma al tempo stesso di grande suggestione. Sebbene uno spazio creato sia il risultato di un processo A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 69 rigido e artificiale, in un senso più ampio e generale il progetto di architettura può esistere parallelamente come un luogo privo di alcuna pianificazione, realizzato istintivamente senza intenzionalità specifiche. Nel caso specifico del nuovo Centro Ricerche MTA, in contrasto ad un programma funzionale estremamente complesso presentato dal cliente, la risposta progettuale si è concretizzata in una pianta distributiva randomizzata che ha generato una naturale flessibilità ed adeguatezza degli spazi; al massimo della complessità funzionale ha corrisposto il massimo della flessibilità progettuale. La proposta nasce propriamente da un metodo compositivo libero venendo a definire uno schema che risulta banalmente sparpagliato ma sorprendentemente preciso. Dal punto di vista strettamente architettonico il risultato è un ambiente dalle traiettorie indefinite, sorprendente in cui la qualità dello spazio stesso 70 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 è dovuto all’ambiguità di non essere intenzionale. All’interno del capannone tutte le attività di ricerca sono distinte in volumi separati e dislocate rispetto il loro utilizzo e reciproca interazione. I volumi definiscono un sistema connettivo estremamente fluido e funzionale ed essendo caratterizzati da altezza, proporzioni e colori differenti generano un nuovo paesaggio sempre mutevole. Questi solidi puri non sono semplicemente separati, la loro prossimità o distanza definisce un rapporto spaziale preciso venendo a così a realizzare una micro urbanizzazione che nel suo insieme costituisce un luogo nuovo, continuo ed integrato. Ogni parte del progetto è differente ma è al contempo parte integrante della stessa unità progettuale. Anche il rapporto con l’architettura preesistente nella sua natura originaria di contenitore è rafforzato; i volumi infatti mantengano un rapporto organico e proporzionale con le strutture esistenti rispettano l’ortogonalità della griglia del capannone che li contiene. Anche il suo perimetro così lineare e definito in rapporto con i nuovi volumi viene a generare un sistema sempre variabile di spazi per il lavoro. La facciata esterna costituisce il primo stralcio di un piano di rifacimento generale di tutti i prospetti dei capannoni produttivi di MTA. La nuova pelle è realizzata mediante un sistema modulare di facciata continua semistrutturale. La profondità dei telai strutturali in alluminio, il trattamento dei vetri trasparenti, traslucidi ed opachi creano un effetto di dissimulazione dei volumi che nell’arco della giornata restituiscono un gioco di luci, ombre e riflessioni sempre mutevole. Anche il paesaggio circostante si riflette e moltiplica sulla nuova facciata. Al volgere del giorno il contrasto con la luce artificiale interna trasforma radicalmente la lettura dell’edificio da ritmico verticale ad orizzontale cromatico. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 71 YEAR OF FOUNDATION 2007 CONTACT Via A. Costa, 202 40134 Bologna NO. OF COLLABORATORS 3 www.bettiniarchitetto.com www.bettiniarchitetto.com Bettini Arch. Nicola Tommaso Bettini CORE BUSINESS Lo studio si occupa della progettazione architettonica in ogni ambito, dalla residenza agli uffici, dal settore scolastico al recupero dell’esistente, dalla singola unità abitativa al disegno di arredi. Il lavoro si sviluppa attraverso la ricerca e l’uso di tecnologie innovative, l’osservazione della natura e lo studio della storia. L’approccio alla progettazione si struttura attraverso l’attento coordinamento di un sistema integrato di consulenze relative alle differenti discipline che regolano la pratica dell’architettura. CORE BUSINESS The study is concerned with architectural design in all areas, from residential to commercial, from educational buildings to the renovations, from studio apartments to the furniture design. The work is developed through the research and use of innovative technologies, the observation of nature and the study of history. The design approach is structured through the careful coordination of an integrated system of consultancies related to the different disciplines involved in the practice of architecture. MAIN PROJECTS Rolo Nuovo polo produttivo MTA: 13.000 mq (in costruzione) Vicchio Nuova scuola secondaria: 2.000 mq (in corso) Schneider Electric Nuovi uffici direzionali: 1.000 mq Nuovo polo scolastico San Pietro Viminario: 5.000 mq, concorso 1°premio Masterplan nuovo comparto residenziale e terziario a Rosignano Marittimo: 62.300 mq FCI Italia nuovi uffici direzionali: 1.000 mq (parzialmente realizzato) Nuovo Headquarter MTA: 5.600 mq MAIN PROJECTS Rolo New manufacturing site MTA: 13.000 sqm (under construction) Vicchio New secondary school: 2.000 sqm (ongoing) Schneider Electric New head offices: 1.000 sqm New school campus for San Pietro Viminario: 5.000 sqm, competition 1°prize Masterplan new residential and commercial sector in Rosignano Marittimo: 62.300 sqm FCI Italia New head offices: 1.000 sqm (partially completed) Nuovo Headquarter MTA: 5.600 sqm AZIENDE / COMPANIES tavoli e armadi da ufficio / tables and office cabinets pareti vetrate ed armadi su misura / made to measure glass walls and closets Sinetica Montana Contract sedie / chairs facciata esterna / external facade Sitland Amitti porte a scomparsa / doors Portarredo 72 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 T he design of the new MTA laboratory research, a leading manufacturer of electronic and electromechanical components for the automotive market, and OffHighway Race, responds to the specific need of the client of a functional space and at the same time representative of a new place for people and for work. The idea of creating a "research landscape" is the result of the definition of an organized complex but at the same time of great beauty. Although a created space is the result of a rigid and artificial activity, in a broader sense and general architectural design can exist side by side as a place without any planning, realized instinctively without specific intent. In the specific case of the new MTA Research Centre, in contrast to a highly complex functional program presented by the client, the design response has resulted as a random plan distribution that has generated natural flexibility and adequacy of space; at the peak of functional complexity has paid maximum design flexibility. The proposal aims specifically to a method of composition being free to define a pattern that is trivially scattered but surprisingly accurate. From a strict architectural point of view the result is an environment with undefined trajectories, surprisingly in which the quality of the space itself is due to the ambiguity of not be intentional. Inside the shed all research activities are divided into separate volumes and spread over their use and mutual interaction. The volumes define a connective extremely fluid and functional, being characterized by height, proportions and colors creating a new landscape always changing. These are not just pure solid separated, their proximity or distance defines a precise spatial relationship coming to realize a micro urbanization as a new place to be, continuous and integrated. Each part of the project is different but at the same time an integral part of the same unit design. The relationship with the existing architecture in its original nature of container is reinforced; volumes in fact maintain an organic and proportional with existing structures meet the orthogonality of the grid of the shed that contains them. Even its perimeter so linear and defined in relation with the new volumes is to generate an increasingly variable workspace. The external facade is achieved by a modular system of semi-structural curtain wall. The depth of the structural aluminum chassis, the processing of transparent glass, translucent and opaque create an effect that conceale the volumes throughout the day, return play of light, shadows and reflections are always changing. The surrounding landscape is reflected and multiplied on the new facade. At the turn of the day the contrast with the artificial light inside the building transforms the reading of it by rhythmic vertical to cromatic horizontal. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 73 Project Progetto Feltrinelli per Porta Volta Location Milano anteprime Designed by Herzog & de Meuron Un punto di riferimento per la città di Milano Il progetto costituirà un importante intervento di valorizzazione dell’area Porta Volta A landmark for the City of Milan This project will be a major element in the improvement of the Porta Volta area L’area milanese interessata è quella tra viale Pasubio e viale Crispi, di proprietà della famiglia Feltrinelli da fine ’800, e quella tra viale Montello e Porta Volta, di proprietà del Comune di Milano. Si tratta di un importante progetto di riqualificazione per la città e i suoi abitanti e in cui sorgerà la nuova sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, con spazi di aggregazione culturale aperti alla città e una importante sistemazione dell’area pubblica e verde. Il completamento del progetto è previsto per l’estate 2015. Fortemente ispirato alle linee architettoniche lombarde, rivisitate in chiave attuale, il progetto di Herzog & de Meuron disegna una struttura edilizia composta di due corpi, che esaltano gli elementi urbanistici e valorizzano l’antica Porta, grazie a due strutture gemelle. Viene così riproposta la ricca tradizione lombarda degli edifici gemellari, valorizzando e ampliando le superfici verdi pubbliche create dalle antiche cinte murarie. L’area interessata è quella tra viale Pasubio e viale Crispi, di proprietà della famiglia Feltrinelli da fine ’800, e quella tra viale Montello e Porta Volta di proprietà del Comune di Milano. Il piano di riqualificazione prevede inoltre la creazione di ampi spazi verdi, piste ciclabili e percorsi pedonali, affiancati da attività commerciali. Il progetto nel suo insieme costituirà un importante intervento di valorizzazione dell’area Porta Volta, a favore della città e dei suoi abitanti. I nuovi edifici si ispirano alla semplicità e alla imponente scala delle architetture che 74 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 The part of Milan concerned is the area between Viale Pasubio and Viale Crispi, which has been owned by the Feltrinelli family since the end of the nineteenth century, and that between Viale Montello and Porta Volta, owned by the City Council of Milan. This is an important regeneration project for the city and its inhabitants, which also includes the new headquarters of the Giangiacomo Feltrinelli Foundation, spaces for cultural events open to the city’s inhabitants and a substantial facelift for the public green spaces. The project is planned to be completed by the summer of 2015. Strongly inspired by Lombard architectural style, modified in a contemporary key, Herzog & de Meuron’s design is a building composed of twin units built to an excellent urban design and setting off the ancient Gate. Thus the rich Lombard tradition of twin buildings returns to the city, enhancing and expanding the public green spaces created by the old city walls. The part of Milan concerned is the area between Viale Pasubio and Viale Crispi, which has been owned by the Feltrinelli family since the end of the nineteenth century, and that between Viale Montello and Porta Volta, owned by the City Council of Milan. The improvement plan also includes the creation of extensive green spaces, bicycle tracks and pedestrian routes lined by commercial activities. The project as a whole will be a major element in the regeneration of the Porta Volta area for the use of the city and of its inhabitants. The new buildings are designed under the influence of the simplicity and imposing scale of buildings that are features of the history of Milanese architecture such as the Ospedale Maggiore, the Rotonda della Besana, the Lazzaretto and the Sforza Castle. They are also inspired by the long, linear style of the typical Lombardy farmhouses, which were an important point of reference for Aldo Rossi and his Gallarate design. Structure and repetition are the main themes of the new long and narrow buildings, with their inclined roof becoming one with the façade. They fit into the historical confines of the area, adapting themselves to its past and striking the right balance between transparency and the separation of interior spaces. The composition of empty and full spaces generates rhythm along the whole structure, enabling different spaces to be inserted in spite of the obviously organic nature of the design as a whole. The Feltrinelli project for Porta Volta is the result of the constant quest for the themes which, in the course of Milan’s history, have characterised the city’s unique style and its most emblematic projects. anteprime caratterizzano l’architettura storica milanese, costituita da esempi come l’Ospedale Maggiore, la Rotonda della Besana, il Lazzaretto e il Castello Sforzesco. I nuovi edifici sono anche ispirati dal tratto lungo e lineare delle tipiche cascine della campagna lombarda, che già rappresentarono un importante punto di riferimento per Aldo Rossi e per il suo progetto del Gallaratese. Struttura e ripetizione sono i principali temi della nuova architettura, lunga e stretta, dove il tetto inclinato diventa un tutt’uno con la facciata dell’edificio. La struttura si adatta ai confini storici dell’area, con un adattamento dei suoi edifici al tracciato storico e con il giusto equilibrio tra trasparenza e definizione degli spazi interni. La composizione dei pieni e dei vuoti genera ritmo lungo tutta la struttura, che permette la presenza di spazi diversi, pur nella chiara unitarietà del progetto. Il progetto Feltrinelli per Porta Volta rappresenta il risultato di una costante ricerca dei temi che nel corso della storia hanno definito la particolare architettura di Milano e hanno caratterizzato i progetti più emblematici della città. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 75 Old school, new youth 76 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 Photo Aaron Olzer DESIGNER Manuel Barbieri Slash generation design Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Romano Corsini, Mirko Gaspari, Aaron Olzer, Stefano Mirandola Manuel Barbieri Slash generation design La nuova gioventù delle vecchie maniere Giovani, liberi e selvaggi. Ma soprattutto con le idee chiare, lontane dai castelli in aria dei concetti e per questo, forse, già al centro della scena. Due chiacchiere con Manuel Barbieri, alfiere di una sedicente 'slash generation' dalle maniche perennemente rimboccate. Manuel Barbieri, ventitré anni, titolare di Barbieri Design Lab, una personale in portfolio, art director e direttore editoriale. Come si bruciano le tappe, burocrazia accademica inclusa? Sapere da subito di voler lavorare nel design rende ogni scelta più facile e diretta. Ho frequentato un istituto d’arte come scuola superiore e poi ho preferito l’istituto di Interior Design a Verona a una tradizionale prosecuzione universitaria. La filosofia con cui mi sono avvantaggiato al via è stata quella di costruirmi un bagaglio di esperienze già durante gli studi, per poi spostarmi a Milano dove intraprendere la mia attività. In particolare dalla sinergia con Kartell Verona nacque il progetto Designspeaking, in cui poi ho continuato da solo ritenendolo fondamentale per creare quel network che oggi non si costruisce suonando campanelli e lasciando curriculum. Parliamone subito: qual è la mission di Designspeaking? Come un designer può parlare di altri con occhio critico e obiettivo? Designspeaking vuole valorizzare i giovani designers, superando gli ostacoli delle cifre spesso richieste per promuoversi e della spocchia di altre vetrine certamente più altezzose. Non è una vetrina per me, è una cosa distinta dalla mia attività di designer. Quanto all’obiettività della critica, su Designspeaking pubblico solo chi mi piace, che conosco e reputo in gamba, con un punto di vista personale e senza pretese di un giudizio definitivo e autoritario. Mi concedo anche il lusso di selezionare gli inserzionisti, poiché questa non è la mia sola fonte di reddito ma un progetto che vorrei crescesse mantenendo queste qualità. L’obiettivo è farlo diventare un network inteso come insieme di testate che trattino materie diverse, ma di questo ne riparleremo tra anni… Più anime completamente distinte, quindi? Sì, e non lo vedo come un unicum. Noi giovani d’oggi siamo per definizione la 'slash generation', ovvero, se a vent’anni vuoi fare il designer, devi prendere atto che sarai designer/cameriere o designer/barista o designer/qualsiasi altra cosa. Devi essere capace di reinventarti e crearti da solo i mezzi per crescere le tue ambizioni. Verissimo. E come mai tutto questo nella Milano dalle infinite possibilità ma anche dai costi soffocanti? Come affrontarli partendo dal niente? Non è stata una scelta premeditata, diciamo che è nata dai contatti sorti durante i miei stage estivi. Andare altrove sarebbe stato un azzardo e non è decisamente tempo. E poi, per uno che viene da Villafranca di Verona, Milano equivale a New York... Il segreto di BDL è la collaborazione: al posto che una serie di competenze in studio da stipendiare ho un network di persone che conosco cui delegare parti specifiche del lavoro. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 77 ↑Ariva Collection, (Big Ariva Chair, Baby Ariva Chair, Ariva Cup Table, Ariva Trio) - Ph. Mirko Gaspari ↑Ariva Big Chair, (new color) - Ph. Romano Corsini Con questi è importante che l’atteggiamento sia di condivisione e non di subordinazione, mi piace che chi lavora con me si senta parte del progetto anche in termini di remunerazione. È con queste stesse logiche che t’immedesimi nella parte di art director di Linea Zero? Con loro è stato un bell’incontro. Si tratta di un’azienda fresca di quarantesimo dalla fondazione e appena riacquistata dai primi fondatori, che ho conosciuto per amicizie comuni. Insieme iniziammo a pensare a nuovi prodotti e a curare anche gli aspetti promozionali, finora piuttosto carenti essendo stata una realtà legata più alla grande distribuzione che al mondo del design. Entrambe le collezioni disegnate finora, Calle e Roller, nascono con la volontà di un passaggio morbido tra le due sfere e in continuità con l’immagine dell’azienda. Le prime intuizioni sono venute giocando col materiale delle loro produzioni, un particolare foglio di polietilene: questa è una mia costante, mi piace passare ore in azienda e avere un forte contatto con le tecniche e le persone piuttosto che spendermi in render foto-realistici. Chi mi conosce dice che con questa mia vecchia maniera sarei stato perfetto negli anni ’70… Parlando di metodo, ci racconti com’è nata Ariva, la tua collezione personale? Proprio perché personale, nata peraltro da un concorso, ha una genesi tutta sua: non sono partito con l’idea di disegnare una sedia, ma l’oggetto finale è stato il frutto dell’estrusione delle spinte leggibili nella tela “Giovane uomo seduto in riva al mare” di Hippolyte Flandrin (1836, Louvre). Dopo la vittoria del concorso ho realizzato i primi prototipi in ottica Fuorisalone, aggiungendo alla struttura in legno un’anima in ferro che ne migliora stabilità e comodità. Quest’anno ripresenterò la collezione, aggiungendo le tinte del verde e del legno grezzo al bianco classico. Metodo ricorrente quello dell’estrusione delle linee da un’opera d’arte o che con Ariva comincia e finisce? Sicuramente sì, ogni qualvolta disegnerò qualcosa di personale. Quando invece disegno per un’azienda l’approccio è completamente diverso, subentrano vincoli di immagine e di briefing aziendale e in questo non celo la mia flessibilità commerciale alla visione di designer. Anche perché, altrimenti, a ventitré anni di lavoro ne avresti ben poco… Progetti nel cassetto? Quali materiali scomoderai? In questo momento sto collaborando con Purapietra per cui ho disegnato due collezioni di rivestimenti, una delle quali si chiama KEY. È nata una sera a cena, mentre scarabocchiavo forme geometriche sulla mia tovaglietta di carta cercando una forma complessa ma immediatamente comprensibile. Declinata in Key-y e Key-a, affascina per i giochi che si possono creare invertendo l'andamento della pietra, enfatizzando la fuga di modo che contrasti con il colore del marmo o giocando con texture diverse tra di loro così da far emergere la forma, senza sovrastare la bellezza del marmo Eramosa dai colori intensi e terreni. Young, wild and free. But above all, with clear ideas, far from the castles in the sky of bare concepts and for this reason, perhaps, already standing in the middle of the scene. A chat with Manuel Barbieri, bishop of so-called slash generation with the sleeves permanently rolled up. Manuel Barbieri, 23, owner and founder of Barbieri Design Lab, a personal collection in portfolio, art and editorial director. How you burn the stages, including academic bureaucracy? Knowing immediately that you want to work in design makes every choice easier. I attended an art high school and then I preferred the Institute of Interior Design in Verona to a traditional academic education. The philosophy with which I got a plus at the start was building a wealth of experiences during my studies and then move to Milan and start off my business. In particular, the synergy with Kartell Verona brought to life Designspeaking, that I carried on by myself considering it essential to create the network that today is not built by ringing bells and leaving resumes. Let's talk about it: what is the mission of Designspeaking? How a designer can talk about others with a critical and neutral eye? Designspeaking aims to promote young designers, overcoming the expenses often required them for promotion and the distance of more haughty windows. It is not a showcase for me, it is something different from my business as a designer. Dealing with the required objectivity, I public only who I like and I know, with a personal point of view and not pretending to give a final judgment. I can afford the luxury of selecingt advertisers, since this is not my only business but a project that I would like to grow maintaining those qualities. The goal is to make a network out of it, a set of publications dealing with different subjects, but we'll talk about in years... More souls completely different, then? Yes, and I do not see me as a special one. All us young are, by definition, the slash generation, that means, if you want to be a twenty-years-old designer, you must accept | www.admnetwork.it 78 | follow us on A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 | ↓ Key-y, render pavimento in marmo Eramosa, Purapietra, 2013 ↑Ariva Collection, fase di realizzazione that you will be a designer/waiter or a designer/bartender or a designer/whatever. You must be able to reinvent and create yourself the means to grow your ambitions. True. And could you do all this in Milan, town with never ending possibilities but also suffocating costs? How to deal with them starting from nothing? It was not a deliberate choice, it came from contacts arose during my summer internships. Going elsewhere would be a gamble and it is definitely not the right time. And do not forget that for someone coming from Villafranca di Verona, Milan is equivalent to New York... The secret of BDL is cooperation: instead of a range of professionals to pay monthly, I have a network of people I know, whom I delegate specific parts of the work. With these it is important to keep an attitude of sharing and not of subordination, I want people working with me to feel part of the project, even in terms of remuneration. It is with this same logic that you play the role of Linea Zero art director? With them it has been a very nice meeting. The company was established forty years ago and it just regained the early founders, whom I have known by common friends. Together we began thinking of new products and also taking care of promotional issues, so far rather weak as the reality was more linked to store retailers than to the world of design. Both collections designed so far, Calle and Roller, born with the desire for a smooth transition between the two spheres, carrying on the company's brand. The first insights came playing with the material of their productions, a special polyethylene sheet: this is a constant of mine, I like spending hours in the company and have a tight contact with techniques and people rather than spend myself in photo-realistic rendering. Anyone who knows me says that with this my old school I would have been perfect in the 70s... Talking about method, could you tell us how your personal collection Ariva came to birth? I did not start with the idea of designing a chair, the final object was the result of the extrusion of the strength-lines legible on the canvas “Young man sitting on seashore” by Hippolyte Flandrin (1836, Louvre). After winning a contest, I had first prototypes made for Fuorisalone, adding to the base wooden structure an iron soul improving stability and comfort. This year I will present the collection again, adding the shades of green and raw wood to classic white. Extruding lines from a work of art is your recurrent method or with Ariva it begins and ends at the same time? It is, whenever I design something personal. When I work for a company, my approach to design is completely different, because I have to consider the brand constraints. I do not conceal my commercial flexibility to the designer's vision, also because, otherwise, you would work very little when you are twenty-three… Any project to come? Which materials will you call on the stage? Right now I'm working with Purapietra, for whom I designed two tiles' collections, one of which I called KEY. It was born one evening at dinner, while I was scribbling geometric shapes on my paper towel looking for a complex pattern but still readily understandable. Declined in Key-a and Key-y, it fascinates for the effects that can be created by reversing the nerves of the stone, emphasizing the drain so that it contrasts with the color of the marble or playing with different textures to underline the shape, without overwhelming the beauty of Eramosa marble's rich and landy colors. DESIGNER ↑ Ariva Trio, schizzi ↑ Roller, Linea Zero, 2013 - Ph. Romano Corsini ↓ Calle Collection, (applique e sospensione), Linea Zero, 2013 - Ph. Romano Corsini A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 79 Come il design MATERIALI generativo diventa realtà How generative design becomes reality Text by Simonetta Pegorari Photos by courtesy of Do the mutation 3D Printing e materiali compositi altamente performanti per un progetto che esplora il confine tra fisico e virtuale 3D printing and high functional composite materials for a project that explores the boundaries between physical and virtual space 80 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Filippo Nassetti e Alessandro Zomparelli, architetti, sono i fondatori di Do the Mutation, uno studio di designer con sede a Bologna. Do the Mutation sviluppa progetti innovativi in ambito di design generativo. Il design generativo parte dal 3D Printing. Attraverso l’esplorazione delle proprietà estetiche e performative dei sistemi biologici, si applicano simulazioni di formazione e crescita al design materiale. Forma, materiale, colore, dimensioni, ergonomia e pattern degli oggetti possono essere radicalmente trasformati in accordo alle preferenze e caratteristiche personali, e realizzate in esemplari unici attraverso il 3D Printing e tecniche di fabbricazione CNC. Grazie a questa tecnologia di prototipazione rapida (3D Printing) e ai materiali compositi è stato possibile, per i progettisti dello studio bolognese, realizzare tre diverse maschere presentate al Carnevale di Venezia, partendo dalla scansione del viso di tre persone. Il sistema di design sviluppato da Do the Mutation consente di creare oggetti anche molto diversi tra loro personalizzabili sui diversi volti. È stato possibile realizzare questi oggetti complessi tramite i materiali Windform, compositi altamente performanti prodotti dal Gruppo CRP di Modena che, grazie alle loro caratteristiche meccaniche, rendono possibile la costruzione di oggetti di design e prototipi dal forte impatto estetico oltreché funzionali. Si tratta di materiali poliammidici caricati con fibra di vetro o fibra di carbonio che, grazie alle loro proprietà, vengono utilizzati per settori ad alta prestazione come la F1, ma che grazie alla versatilità propria dei materiali compositi possono essere utilizzati anche per un progetto come questo. Windform ha permesso pertanto di utilizzare il design generativo in modo completamente nuovo realizzando forme altamente complesse per realizzare oggetti di design. La maschera prende forma in ambiente digitale grazie ad una applicazione software scritta dai designer. Concettualmente, si è indagato sulla relazione tra corpo e indumento immaginando la maschera come crescita di un organismo virtuale sul volto. Filippo Nassetti e Alessandro Zomparelli raccontano: “Per portare avanti la nostra idea, avevamo la necessità di trovare una tecnologia e un materiale in grado di trasformare questo nostro progetto in realtà. Dopo aver investigato diversi processi produttivi, siamo giunti alla conclusione che il 3D Printing fosse la soluzione giusta. Il problema successivo è stato l’identificazione del materiale. Dovevamo trovare un materiale esteticamente molto bello e accattivante, in grado di mantenere le caratteristiche cromatiche nel tempo, ← ↑ ↓ → Maschere realizzate tramite il 3D Printing in Windform LX 2.0 prodotto da CRP, materiale poliammidico caricato con fibra di vetro di colore nero A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 81 ↑ ↗ Scansione dei volti attraverso l'uso del sensore kinect, che consente di acquisire nell'ambiente di programmazione digitale i dati topografici e cromatici dei modelli. ↓ → Il modello prende forma in ambiente digitale grazie ad una applicazione software. senza accusare perdite di tonalità e al tempo stesso dotato di caratteristiche meccaniche importanti, tali da permetterci di realizzare figure geometriche molto complesse senza rischiare la rottura o la deformazione. Abbiamo trovato quello che cercavamo nel Windform”. Dopo aver fatto la scansione dei volti con l'uso del sensore kinect, che consente di acquisire nell'ambiente di programmazione digitale i dati topografici e cromatici dei modelli, la maschera è stata creata disegnando tracce sui volti digitali dei modelli, a partire dalle quali è stato generato l'insieme di curve che forma il sistema fibroso. Dalle fibre l'applicazione ha generato la geometria tridimensionale, che rappresenta il corpo della maschera. 82 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 “Con questa idea progettuale - continuano i progettisti - abbiamo voluto esplorare il territorio di confine tra fisico e virtuale, connettendo le astrazioni del codice informatico con l'intima, viscerale dimensione del senso di alterazione corporea portata dal tema della maschera. Grazie al supporto di CRP, abbiamo potuto tramutare in realtà le tre maschere”. La tecnologia del 3D Printing e dei materiali compositi ha permesso di creare degli oggetti complessi, di grande interesse formale e caratterizzati anche da una piacevole texture che permette di indossare le maschere senza problemi. | www.admnetwork.it | follow us on | The architects Filippo Nassetti and Alessandro Zomparelli are the founders of Do the Mutation, a studio of designers based in Bologna. Do the Mutation develops innovative projects in the field of generative design. Generative design starts from 3D printing. Through the exploration of the aesthetic and functional properties of biological systems, simulations for training and development are applied to the material design. Shape, material, colour, dimensions, ergonomics and patterns of objects can be radically transformed in accordance with the preferences and personal characteristics, and produced in individual pieces through 3D printing and CNC manufacturing techniques. Thanks to this technology of rapid prototyping (3D printing) and to composite materials, it has been possible for the designers of the Bologna-based studio to create three different masks presented at the Venice Carnival, starting from scanning the face of three people. The design system developed by Do the Mutation allows to create very different objects, customizable on different faces. It has been possible to create these complex objects by using Windform materials, high functional composites produced by CRP Group of Modena. Thanks to their mechanical properties, they make possible the construction of functional design objects and prototypes with a strong aesthetic impact. Thanks to their properties, these polyamide materials filled with glass fibre or carbon fibre are used for high functional sectors such as F1, but thanks to the versatility of composite materials they can also be used for a project like this. Therefore, Windform has allowed to use the generative design in a completely new way using highly complex shapes in order to create design objects. The mask takes shape in a digital environment thanks to a software application written by the designers. Conceptually, we investigated the relationship between body and garment, imagining the mask as the growth of a virtual body on the face. Filippo Nassetti and Alessandro Zomparelli tell us: "To carry out our idea, we needed to find a technology and a material able to turn our project into reality. After investigating different manufacturing processes, we concluded that the 3D printing was the right solution. The following problem was the identification of the material. We had to find an aesthetically beautiful and attractive material, capable of maintaining the colour characteristics over time, without loss of shades and at the same time equipped with important mechanical characteristics, so as to enable to create very complex geometric shapes without risking breakage or deformation. We found what we were looking for in Windform." After scanning the faces with the use of the kinect sensor, which captures in the programming digital environment the topographic and colour data of the models, the mask was created by drawing digital traces on the digital faces of the models, from which the set of curves that form the fibrous system was generated. From the fibres, the application generated a three-dimensional geometry which represents the body of the mask. "With this project idea - the designers go on - we wanted to explore the borderland between physical and virtual space, connecting the abstractions of computer code with the intimate, visceral sense of body alteration brought by the theme of the mask. Thanks to CRP's support, we were able to turn the three masks into reality." The technology of 3D printing and composite materials has allowed the creation of complex objects of great formal interest and characterized by a pleasant texture that allows to wear the masks without any problems. | www.admnetwork.it | follow us on | ↑ Le maschere diventano reali grazie a Windform LX 2.0 prodotto da CRP, materiale poliammidico caricato con fibra di vetro di colore nero. ↓ La maschera è stata creata disegnando tracce sui volti digitali dei modelli, a partire dalle quali viene generato l'insieme di curve che forma il sistema fibroso. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 83 Eco-innovazione dei materiali: ECO MATERIALI Text by MATREC - EcoMaterials Library IL BAMBÙ Eco-innovation of materials: THE BAMBOO Resistente, leggero, energeticamente efficiente, naturale e rinnovabile, il bambù, grazie a nuove tecnologie di lavorazione, è un materiale versatile sia per l'architettura che per il design. Durable, lightweight, energy efficient, natural and renewable, the bamboo is a versatile material, thanks to the use of new processing technologies, both in architecture and in the design field 84 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Il bambù è una pianta legnosa sempreverde composta da fibre di cellulosa inserita in una matrice di lignina. Può essere alta pochi centimetri ma può raggiungere anche notevoli dimensioni, arrivando anche a 40 m di altezza e 30 cm di diametro, con una velocità di crescita che può arrivare anche a 120 cm nell’arco di 24 ore. Il bambù comprende oltre 68 generi e circa 1000 specie. Originaria dell'Asia e dell'America, questa pianta cresce a qualsiasi latitudine (basti pensare a quelle che si trovano sull'Himalaya a 3000 m di altitudine) e molto spesso anche spontaneamente: alcune specie si trovano anche in Africa, Europa e Oceania. Resistente, leggero, energeticamente efficiente, di origine naturale e rinnovabile, sono tutte caratteristiche che fanno del bambù un materiale estremamente versatile e ad elevata valenza ambientale. Negli ultimi anni c’è stata una particolare riscoperta di questo materiale anche grazie all’impiego di nuove tecnologie di lavorazione che fanno del bambù un materiale da utilizzare sia in ambito architettonico che in quello del design. A tal proposito, nel panorama internazionale, non possiamo dimenticare Shigeru Ban, il celebre architetto giapponese che ha progettato costruzioni residenziali temporanee e grandi edifici, dimostrando le potenzialità architettoniche di materiale poveri, naturali, leggeri e sostenibili, come la carta, il cartone e il bambù. È noto in tutto il mondo per il suo impegno nelle situazioni di emergenza, che conseguono a catastrofi naturali, con soluzioni a costi contenuti, come le abitazioni provvisorie Paper Log Houses, allestite in Giappone, Turchia e India. Ma la massima espressione del bambù come elemento strutturale e di arredamento firmata Shigeru Ban è rappresentata dalla Bamboo Furniture House costruita in Cina, nella quale arredi e struttura sono interamente realizzati con lo stesso materiale: il compensato laminato di bambù. Negli Stati Uniti l’architetto DeBoer è stato tra i primi a progettare e realizzare edifici universitari e abitazioni in bambù, mentre nei paesi dell’America Latina il bambù viene ad oggi utilizzato per realizzare interi quartieri residenziali. Padiglioni, abitazioni, musei e spazi temporanei, sono solo alcune delle strutture e costruzioni architettoniche realizzate in bambù negli ultimi anni a livello internazionale che sembrano avere sempre più spazio grazie alla flessibilità costruttiva del materiale stesso. ← ↑ ↓ → Materiale riciclabile da fonte rinnovabile composto da fibre compresse di bambù. Impiegato principalmente come pavimentazione. Materiale naturale certificato: 94-96% fibre di bambù. Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto Consumi energetici: 0,03 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,01 kg CO2 eq/kg MATREC code: NBAM0360 www.matrec.com Benefici ambientali La caratteristica ambientale più significativa del bambù riguarda la sua rinnovabilità: può essere tagliato e impiegato già dopo 3-5 anni di vita, A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 85 a differenza di un albero tradizionale che necessita almeno di 20-30 anni per svilupparsi completamente. Ad ogni taglio o potatura si rigenera autonomamente, senza dover essere ripiantato e senza l'utilizzo di concimi od altre sostanze chimiche. Il bambù costituisce una risorsa inesauribile con una eccezionale velocità di rigenerazione e l’insieme di queste caratteristiche lo rendono un materiale largamente utilizzato in moltissimi ambiti ed applicazioni. Va inoltre considerato che la pianta di bambù è in grado di ← ↑ ↓ → Materiale riciclabile da fonte rinnovabile realizzato in polpa di bamb˘ pressata. Caratterizzato da un buon isolamento acustico, viene utilizzato come rivestimento murale modulare nella realizzazione di superfici decorative. Materiale naturale: bambù Consumi energetici: 0,03 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,01 kg CO2 eq/kg MATREC code: NBAM0997 www.matrec.com 86 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 riequilibrare i livelli di ossigeno e anidride carbonica in atmosfera. Una piantagione di bambù è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all'anno, una quantità di circa 40 volte superiore a quella assorbita da un bosco delle stesse dimensioni. Applicazioni Molteplici sono gli usi a cui sono destinate le diverse specie di bambù. Le sue eccellenti caratteristiche di resistenza alla flessione ne fanno un materiale particolarmente indicato per il settore edile e architettonico. A tal proposito, il bambù è stato utilizzato per armare il calcestruzzo in alcune antiche costruzioni in Asia e al giorno d'oggi viene impiegato in molti paesi asiatici per realizzare i ponteggi dei grattacieli. L’architetto cinese Ming Tang, prendendo spunto dalla tecnica giapponese di piegatura della carta, l’origami, ha realizzato delle case sostenibili temporanee pieghevoli in bambù per far fronte alle calamità naturali come terremoti o tsunami. Altrettanto significativi i progetti dell’architetto colombiano Velez, illustre sostenitore del bambù come componente essenziale nel settore delle costruzioni: ponti, pareti, tetti, stadi sportivi, centri commerciali, musei e altri suoi numerosi progetti sono realizzati con “l’acciaio della natura”. I suoi fusti vengono utilizzati come legname da costruzione per realizzare condotte d'acqua, impalcature e sostegni. Laminato o pressato, viene invece impiegato come materiale da rivestimento per pareti e pavimenti. Il parquet in bambù, utilizzato in alternativa al tradizionale parquet in legno, è molto ricercato per la sua bellezza, eleganza e sostenibilità: è particolarmente leggero ma allo stesso tempo molto resistente e presenta texture e colori unici. È comparabile alle prestazioni che ha il legno di quercia ma è notevolmente più economico. Alcune sue specie vengono utilizzate a scopo ornamentale, o trovano impiego nei campi del design e dell’arredamento: utensili da cucina, piatti, ciotole, sedie e mobili vengono prodotti a partire dai fusti e dai rami; mentre attraverso particolari tecniche artigiane di taglio ed intreccio avviene la realizzazione di stuoie, panieri e altri oggetti decorativi. La sua elevata elasticità lo rende anche un materiale particolarmente idoneo alla realizzazione di attrezzi e componenti che richiedono prestazioni di flessibilità, come ad esempio canne da pesca di gran lusso. Ad oggi il bambù è oggetto di studi e ricerche per lo sviluppo di nuovi materiali soprattutto orientati all’impiego architettonico, sia come rifinitura sia come legante per parti strutturali e portanti. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 87 ← ↑ ↓ Pannello composito realizzato parzialmente da fonte rinnovabile, per il 50% in fibre di bambù e 50% in fibre di carta riciclate post-consumo legate con una resina in parte a base di mais e anacardi. Finiture: opaco, satinato e lucido. Ideale per progetti commerciali e residenziali per rivestimenti interni ed esterni. Materiale naturale: 50% fibre di bambù Materiale riciclato post-consumo: 50% fibre di carta Altri materiali presenti: resina Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto Consumi energetici: 0,12 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,03 kg CO2 eq/kg MATREC code: RNPAPBAM0871 www.matrec.com The bamboo is a woody evergreen plant composed of cellulose fibers inserted in a lignin matrix. It can be a few centimeters high but may also reach considerable dimensions, reaching even 40 m in height and 30 cm in diameter, with a growth rate that can reach even 120 cm over a period of 24 hours. The bamboo includes over 68 genera and about 1000 species. Native from Asia and America, this plant grows at any latitude (just think about those on the Himalayas at 3000 m above sea level) and very often spontaneously: some species can also be found in Africa, Europe and Oceania. Durable, lightweight, energy efficient, natural and renewable: these features make the bamboo an extremely versatile material with a high environmental value. In recent years there has been a particular rediscovery of this material thanks to the use of new processing technologies that make the bamboo a material to be used both in architecture and in the design field. With regards to this, in the international scene we cannot forget Shigeru Ban, the famous Japanese architect who designed temporary residential buildings and big structures, demonstrating the architectural potentials of poor, natural, lightweight and sustainable materials, such as paper, cardboard and bamboo. It is worldwide known for its efforts in emergency situations following natural disasters, with cost-effective solutions, such as the Paper Log Houses, temporary houses set up in Japan, Turkey and India. But the ultimate expression of bamboo as a structural and furniture element signed by Shigeru Ban is represented by the Bamboo Furniture House built in China, in which furniture and structure are entirely made with the same material: the bamboo laminated plywood. In the United States the architect DeBoer was among the first to design and build universities and houses made of bamboo, while in Latin America the bamboo is now used to create entire residential neighborhoods. Halls, houses, museums and temporary spaces are just some of the structures and architectural constructions made of bamboo in recent years at an international level that seem to have more and more importance thanks to the construction flexibility of the material. Environmental benefits The most significant environmental characteristic of bamboo regards its renewability: it can be cut and used after 3-5 years of life, unlike a traditional tree that requires at least 20-30 years to completely develop. For each cutting or pruning it autonomously regenerates, without having to be replanted and without the use of fertilizers or 88 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 other chemicals. The bamboo is an inexhaustible resource with an exceptional speed of regeneration and the combination of these features makes it a material widely used in many fields and applications. In addition, the bamboo plant is able to balance the levels of oxygen and carbon dioxide in the atmosphere. A plantation of bamboo is capable of capturing up to 17 tons of carbon per hectare per year, an amount about 40 times higher than the one absorbed by a forest of the same size. Applications There are many uses of the different species of bamboo. Its excellent flexural strength features make it a material particularly suitable for the construction and architecture industry. With regards to this, the bamboo was used to reinforce the concrete in some ancient buildings in Asia and today it is used in many Asian countries to create the scaffolding of skyscrapers. The Chinese architect Ming Tang, inspired by the Japanese technique of paper folding, the origami, has created sustainable temporary folding houses made of bamboo to cope with natural disasters such as earthquakes or tsunamis. Equally significant are the plans of the Colombian architect Velez, a famous supporter of bamboo as an essential component in the construction industry: bridges, walls, roofs, sports stadiums, shopping malls, museums and his many other projects are carried out with the "steel of nature". Its trunks are used as timber to create water pipes, scaffolding and supports. On the other hand, if laminated or pressed, it is used as a cladding material for walls and floors. The bamboo parquet floor, used as an alternative to the traditional wood floor, is highly sought after for its beauty, elegance and sustainability: it is particularly light, but at the same time very durable and has unique textures and colours. It is comparable to the performance of oak wood, but it is considerably cheaper. Some of its species are used for ornamental purposes or are used in the fields of design and furniture: kitchen tools, plates, bowls, chairs and pieces of furniture are made from trunks and branches. On the other hand, mats, baskets and other decorative items are made through special artisan cutting and twist techniques. Moreover, its high elasticity makes it a material particularly suitable for the construction of tools and components that require flexibility, such as luxury fishing rods. Today, the bamboo is the subject of studies and research for the development of new materials to be used in the architecture field, both as finishing and as a binder for structural and bearing parts. ↑ ↓ → Pannello costituito da strati di bambù incollati tra loro. Generalmente viene utilizzato per la realizzazione di armadi, arredi, pavimenti e in altre applicazioni non strutturali. Materiale naturale: 90% bambù Altri materiali presenti: 10% urea Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto. Parzialmente da fonte rinnovabile Consumi energetici: 1,89 kWh/kg Emissioni climalteranti: 0,34 kg CO2 eq/kg MATREC code: NBAM0107 www.matrec.com A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 89 ELEMENTI Text by Filippo Pozzoli Photos by courtesy of Messe München GmbH - BAU 2013 Sostenibilità, Energia 2.0, Sviluppo urbanistico ed Edilizia multigenerazionale: i temi principali di BAU 2013 Sustainability, Energy 2.0, Urban Development and Multigenerational Building: main themes of BAU 2013 90 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Vocazione alla concretezza Commitment to concreteness Atmosfera festaiola e qualità rigorosamente teutonica le chiavi del successo dell'edizione di BAU, la biennale dell’edilizia, quella di pochi concetti e tanta tecnica da sporcarsi le mani. Quattro i temi principali che hanno attratto a Monaco di Baviera, 235.000 visitatori dal mondo in barba al maltempo: Sostenibilità, Energia 2.0, Sviluppo urbanistico ed Edilizia multigenerazionale, trattati attraverso forum, convegni ed esposizioni speciali estemporanee che hanno affiancato gli spazi dedicati alla presentazione di oltre duemila espositori provenienti da ogni parte del globo. Un fil rouge intellettuale a intrecciare le proposte più attuali, con attenzione particolare alla crescita dei centri urbani per vincere la scommessa di un futuro sostenibile e green-oriented. Significativo, in tal senso, il contributo delle istituzioni allo sviluppo di strumenti adeguati: come la DGNB, l’associazione tedesca per la promozione dell’edilizia sostenibile a partecipazione federata che si è, nell’occasione, cimentata in una delle sfide più ingaggianti della comunicazione tecnica, ovvero il tentativo di chiarezza nel ginepraio di certificazioni, requisiti e parametrizzazioni on-site per il riconoscimento della qualità costruttiva. Da ammirare (ed esportare auspicabilmente nel Belpaese) l’approccio estremamente metodico e pragmatico alla gestione delle forzanti climatiche ed energetiche e della domanda demografica, finalmente priva di dogmatismi filosofici spesso tradotti in una stanzialità malsana e improduttiva. Rilevante ed encomiabile anche l’attenzione ai temi social, trattati con la stessa etica obiettiva e lontana da inconsistenti slogan ideologici: l’istanza è qui stata tradotta in un’esposizione sull’edilizia multigenerazionale con attenzione agli aspetti di economia, flessibilità e accessibilità, congiungendo con rara efficacia gli interessi delle categorie più future-oriented con il rispetto delle necessità avanzate dall’associazione tedesca di gerontotecnica, con la creazione di blocchi urbani multistrato in cui si instaurino spontaneamente relazioni di solidarietà e collaborazione. Un approccio alla progettazione che prende la crisi per la gola, richiamando i pensatori dalle cattedre accademiche a rimboccarsi le maniche per uno sviluppo concreto. Della medesima caratura anche gli attori chiamati a interpretare e tradurre questo corso ideologico, vere stelle dei palchi scenici dell’architettura a loro agio in regia e dietro le quinte, dove l’idea viene resa progetto prima degli applausi: tra i tanti, presenti Stefan Behnisch, Mario Cucinella, Daniel Libeskind, Werner Sobek e Patrick Schumacker di Zaha Hadid Architects. Le tematiche discusse sono state articolate in una moltitudine di convegni sia di inquadramento che specifici, coinvolgendo tutte le sfide aperte su larga scala territoriale con una visione concentrata sulle circostanze fattuali e sull’operabilità nell’immediato. In particolare, si sono affrontati i temi della gestione di una complessità crescente nelle dinamiche di progetto e di forzanti ↑ BAU 2013, International guests, delegation architects, f.l.t.r., Juhani Pallasmaa, Andrey Bokov, Mario Cucinella, Daniel Libeskind ← BAU 2013, Novelis Deutschland GmbH → BAU 2013, Forum, 1st Archi-World Academy Award Ceremony - winner ↘ BAU 2013, Forum, Prof. Dr. Patrik Schumacher (Zaha Hadid Architects) ↓ BAU 2013 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 91 → BAU 2013, Special show, DGNB ↓ BAU 2013, Graphisoft Deutschland GmbH da includere, della mobilità interurbana da orientare a una sostenibilità strutturale e delle sopraggiunte possibilità di una progettazione parametrica e modellizzata, non più governata da logiche di machismo formale in scuola Gehry e Zaha Hadid ma ora largamente ingegnerizzabile per la miglior risposta alle varie richieste tecniche, prestazionali e funzionali. Avanzati in questo ultimo settore i risultati presentati in forma di prototipo dagli espositori leader di mercato, tra cui la proposizione di un’avveniristica curtain wall modellata interamente via software per reagire in modo attivo alle diverse sollecitazioni termiche e illuminotecniche attraverso sistemi di frangisole integrabili nella struttura di base, o anche i moduli per una gestione “smart” dei sistemi di parcheggio automatizzato con nuovi minimi funzionali che li rendono adeguati anche a installazioni di volumetrie relativamente ridotte. Il tutto a confermare la vocazione verso una concretezza operativa e fattibile nell’immediato piuttosto che orientata alla stesura di visioni futuribili, di grande valore programmatico ma inadatte all’incedere forzatamente lento del nuovo in tempo di recessione. | www.admnetwork.it 92 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 | follow us on | Party atmosphere and strictly Teutonic quality the keys to the success for BAU 2013, the biannual fair of few concepts and loads of techniques to get your hands dirty. Four main themes have attracted 235,000 visitors in Munich from the world, in spite of the bad weather: Sustainability, Energy 2.0, Urban Development and Multigenerational Building, treated through forums, conferences and special exhibitions who joined the spaces dedicated to the presentation of over two thousand exhibitors from all over the globe. A common intellectual bond to weave the most current proposals, with particular attention to the growth of urban centers to meet the challenge of a sustainable future and green-oriented. Significant, in this regard, the contribution of institutions to develop appropriate tools, such as DGNB, the federated German association for the promotion of sustainable buildings which, for the occasion, ventured into one of the biggest challenges of technical communication, meaning the attempt to clarify the maze of approvals, requirements and on-site parameterizations for the recognition of quality construction. To admire (and hopefully export in Italy) the extremely methodical and pragmatic approach to the management of issues ← BAU 2013, Outdoor area, Special show, Textile Architecture ↓ BAU 2013, Special show, Fraunhofer as energy consumption, climate forcings and demand demographic, finally free of philosophical dogmatism often translated into an unhealthy and unproductive permanence. Significant and commendable is also the attention to social issues, treated with the same ethical objective and away from inconsistent ideological slogans: the instance has here been translated into an exhibition on multigenerational buildings with attention to the topics of economy, flexibility and accessibility, meeting with rare efficiency the interests of the most future-oriented users with respect to the needs claimed by German association for elderly people, with the creation of multilayered urban blocks in which will be spontaneously established relationships of solidarity and cooperation. An approach to design that takes the crisis by the throat, calling thinkers from their academic chairs to roll up their sleeves for a concrete development. Of the same caliber were also the actors called upon to interpret and translate this ideological current, real stars of architectural stages at ease in directing behind the scenes: among others, public could meet Stefan Behnisch, Mario Cucinella, Daniel Libeskind, Werner Sobek and Patrick Schumacker of Zaha Hadid Architects. The topics discussed were divided into a multitude of conferences and specific duties which, involving all the challenges of largescale land with a vision focused on the factual circumstances and on immediate feasibility. In particular, discussion have focused on the issues of managing a growing complexity in design dynamics, on directing long-distance mobility towards a sustainable structure and on possibilities added by parametric design, no longer governed by logics of bare formal research but now widely engineered for best fitting the various technical and functional requirements. Advanced in this last area were the results presented as prototypes by leading exhibitors, including the proposal of a futuristic curtain wall entirely CAD modeled to respond actively to the different thermal and lighting loads through sunshades integrated in the base structure, or even the management modules for a "smart" systems of automated car park now suitable also for installations of small volumes. All this confirms the vocation to an operational and immediately feasible concreteness rather than to future-oriented visions of great programmatic value but unsuitable for slow walking on in these times of recession. | www.admnetwork.it | follow us on | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 93 GREEN Text and photos by Gruppo Giardini Vannucci Piante ITALIA GIARDINO D’EUROPA? Il nostro Paese deve tornare ad essere il giardino d’Europa, oltre che per i giardini storici, anche per le città in cui il verde pubblico e privato troppo spesso vengono trascurati 94 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 È noto che il nostro Paese gode, per la sua posizione geografica, di particolari condizion i climatiche che lo privilegiano anche per le sue produzioni agricole, che sono le più varie: tra queste spicca da tempo il florovivaismo paesaggistico. È una attività che sta acquistando una importanza sempre maggiore poiché permette di produrre piante per il verde pubblico e privato, alberi per le città e per le riqualificazioni ambientali. È un vivaismo particolare che l’Europa ci invidia, come dimostra il grande interesse del mercato dovuto alla disponibilità di materiale verde di “pronto effetto” con piante anche grandi (sino a esemplari secolari) per interventi paesaggistici di notevole impatto, consentendo di realizzare impianti fortemente emotivi. Si tratta, in fondo, di seguire quella che per il vivaismo pistoiese è una autentica vocazione e che condizioni pedo-climatiche particolari (terreni che facilitano i trapianti ‘con zolla’ e fotoperiodo che consentono incrementi legnosi maggiori rispetto al centroEuropa) avvantaggiano in modo determinante il settore. Oltre che per i nostri giardini storici dobbiamo infatti ‘tornare’ ad essere il giardino d’Europa anche per le nostre città dove il verde pubblico e privato sono troppo spesso trascurati; fatto inaccettabile per un territorio che si gioca sui beni ambientali e sulla capacità di ospitare il proprio presente ma soprattutto il prossimo futuro! Pensiamo a nuovi parchi moderni, a interventi di riqualificazione nelle città, a ripristini ambientali dovunque sia possibile, a preservare con attenzione e cura il nostro paesaggio naturale ed antropico. È utile sottolineare quanto, grazie alla realizzazione di queste opere, sia immediato e a tutti i livelli il ritorno d’immagine per il nostro paese e di come vengano innescate sinergie positive anche dal punto di vista sociale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e far conoscere di più il mondo degli spazi verdi, della loro progettazione e del verde in senso specifico del termine Anche grazie ad iniziative di ‘vivai aperti’ capaci di attirare la cittadinanza in tutte le sue fasce generazionali. È necessario poi programmare gli strumenti tecnici e finanziari per dotare le città di nuovo verde, revisionando e incrementando le alberate esistenti, e recuperare gli spazi residuali incolti, ripulendo, sistemando il terreno e piantando nuovi alberi. Educare al pulito e al bello paga sicuramente, almeno nel lungo periodo! | www.admnetwork.it | follow us on ↑ → Nursery Park, Pistoia ← Giardino a Pomaia (Li) Realizzazione Gruppo Giardini, fornitura piante Vannucci Piante ↘ Giardino a Pistoia Realizzazione Gruppo Giardini, fornitura piante Vannucci Piante ↓ Giardino a Nizza (Costa Azzurra) Realizzazione Gruppo Giardini, fornitura piante Vannucci Piante | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 95 Where is the light going PROFILI Text edited by Chiara Dadda PHILIPS, LEADER NEL SETTORE DELL'ILLUMINAZIONE, CI SPIEGA IL RUOLO DELLA LUCE PER I GRANDI PROGETTI DI ARCHITETTURA PHILIPS, THE LEADER IN THE LIGHTING INDUSTRY, EXPLAINS US THE ROLE OF LIGHT FOR BIG ARCHITECTURAL PROJECTS PHILIPS S.p.A. DIV. LIGHTING Via G. Casati, 23 20900 Monza (Mb) tel. 039 2031 www.philips.it/illuminazione 96 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Dove va la luce Dopo aver ricoperto per due anni in Philips il ruolo di General Manager per Italia, Israele e Grecia, è stata nominata, lo scorso gennaio, President Lighting Europe. Un ruolo significativo alla guida del percorso che Philips, leader nel settore dell'illuminazione, sta conducendo verso la progressiva trasformazione digitale, abbracciando la rivoluzione “green” e l’avvento dei LED e favorendo l’utilizzo delle più avanzate tecnologie in ogni contesto applicativo. Maria Letizia Mariani ci spiega l'evoluzione della luce secondo Philips e il suo ruolo qualificante per i progetti di architettura. Come si sta evolvendo il mondo dell’illuminazione con le nuove tecnologie? Come Philips sta adeguandosi? La luce gioca oggi un ruolo fondamentale in tutti gli ambienti della vita e la tecnologia LED diventa protagonista del nostro tempo illuminando case, uffici, negozi e strade. Philips ha saputo conquistare una posizione da leader nel settore dell'illuminazione, combinando sapientemente l’avanzamento della tecnologia LED con le esigenze dei singoli clienti e le opportunità offerte. Ha saputo anticipare e rispondere alle esigenze del mercato presentando soluzioni illuminotecniche complete, dall’apparecchio alla sorgente di illuminazione stessa: nuove soluzioni con tecnologia a LED caratterizzate da alta qualità, attenzione all’efficienza e al risparmio energetico. Quanto la luce è importante nel valorizzare l’architettura, come mezzo scenografico e di comunicazione? Le soluzioni di illuminazione sono il mezzo fondamentale per evidenziare ciò che ci circonda ed un importante veicolo di comunicazione, sia per l’azienda che per i consumatori. Un esempio eccellente si può ritrovare nel progetto che ci ha coinvolti, quello dell’Empire State Building di New York, dove l'illuminazione è divenuta, al tempo stesso, pura scenografia, fonte di valorizzazione architettonica e strumento di tutti, permettendo al singolo di personalizzare in una veste unica, e almeno per una notte, lo skyline newyorkese. Come coniugare estetica e tecnica in un progetto illuminotecnico? Illuminare vuol dire creare emozioni, dare comfort e benessere. La luce fa vivere uno spazio, risaltandone il suo linguaggio architettonico in perfetta unione tra arte e tecnica, estetica e scienza, architettura e luce. Un progetto appena inaugurato, dove architettura e luce diventano un inscindibile binomio è l’intervento sulla Cometa del Mi-CO, Centro Milano Congressi di Milano. Philips ha realizzato l’illuminazione dell’intera struttura di 8000 mq con un sistema di luci a LED per creare l’effetto finale di un fascio luminoso che attraversa il cielo di Milano diventandone un nuovo simbolo. Il mondo Eataly è unico al mondo. Quali complessità ha comportato un importante progetto come Eataly Roma? Nel successo di questo impianto qual è il ruolo della luce? Questo progetto è stato estremamente sfidante per la sua complessità, sia in termini di qualità della luce per il retail food che per l’attenzione al risparmio energetico. La combinazione delle ultime soluzioni ad alta efficienza di Philips, abbinate al design “Made in Italy” di Luceplan, hanno permesso di realizzare un intervento illuminotecnico capace di soddisfare le specifiche della più grande superficie dedicata al cibo italiano, con una struttura 16.000 mq su quattro livelli. Il privilegio di diventare protagonisti di questo bellissimo progetto imprenditoriale, è stata la dimostrazione di come Philips abbia saputo combinare l’ultimo avanzamento del LED con l’attenzione al gusto e al design italiano che Eataly desiderava. After two years in Philips as General Manager for Italy, Israel and Greece, was appointed, in January, President Lighting Europe. A significant role in the route guidance that Philips, a leader in the lighting industry, is leading to the progressive digital transformation, embracing the "green" revolution and the advent of LEDs and encouraging the use of the most advanced technologies in each application context. Maria Letizia Mariani explains us the evolution of the light according to Philips and its decisive role for architectural projects. How is changing the world of lighting with new technologies? How Philips is adapting to this? Today the light plays a key role in all areas of life and LED technology becomes the star of our time illuminating homes, offices, shops and roads. Philips has earned a leading position in the lighting industry wisely combining the advancement of LED technology with the needs of individual customers and opportunities. Philips knew how to anticipate and respond to market needs by presenting integral lighting solutions, the fitting to the light source itself: new solutions with LED technology featuring highquality, attention to efficiency and energy saving. How much the light is important in enhancing the architecture, as a communication and scenographic mean? The lighting solutions are the fundamental means to highlight what is around us and are an important vehicle of communication, both for the company and consumers. An excellent example can be found in the project that has involved us, the Empire State Building in New York, where lighting has become, at the same time, pure scenery, architectural valorising source and mean of all, allowing the individual to customize an unique representation, and at least for one night, the New York skyline. How to combine aesthetics and technology in a lighting project? Illuminating means creating emotions, give comfort and well-being. The light gives life to a space, highlighting his architectural language in perfect union between art and technology, aesthetics and science, architecture and light. A project just opened, where architecture and light become an inseparable duo is the work on the Comet of Mi-CO, Centro Milano Congressi in Milan. Philips has developed the illumination of the entire structure of 8000 square meters with a system of LED lights to create the final effect of a light beam through the skies of Milan, becaming a new symbol. The Eataly world is unique in the world. What complexity has involved for an important project like Eataly in Rome? What is the role of light for the success of this system? This project was extremely challenging because of its complexity, both in terms of light quality for the retail food and for attention to energy saving. The combination of the latest Philips's high-efficiency solutions, combined with the "Made in Italy" by Luceplan, made it possible to create a lighting design that meets the specifications of the largest area devoted to Italian food, with a structure of 16000 square meters on four levels. The privilege of becoming involved in this wonderful project business, was a demonstration of how Philips has been able to combine the latest advancement of the LED with attention to taste and Italian design as Eataly wanted. | www.admnetwork.it | follow us on Eataly, Roma Empire State Building, New York Mi-CO, Milano Mi-CO, Milano | A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 97 IN BREVE Edited by Chiara Dadda SAPORITI ITALIA | INSIDE ART Saporiti Italia presenta “Shining Surface”, un progetto dello studio Park Associati, a cura di Cloe Piccoli. L’installazione, studiata per gli spazi della Sala Fontana del Museo del Novecento, è l’ottava edizione di Inside Art, il laboratorio di Saporiti Italia per la ricerca di arredi per i grandi spazi dell’arte e dell’architettura. Partendo da uno dei più celebri Concetti Spaziali di Lucio Fontana “la struttura al neon per la IX Triennale di Milano” (1951), lo studio Park Associati ha creato “Shining Surface”, un intervento architettonico che interagisce sia con l’architettura storica dell’Arengario di Muzio sia con l’installazione al neon di Lucio Fontana. Una grande superficie cangiante, una struttura, una parete orizzontale posta a terra, che riflette l’arte e l’architettura, il paesaggio e l’atmosfera della Sala Fontana da un nuovo punto di vista. Opening cocktail (su invito): 9 Aprile | h. 19-21 (Ingresso gratuito al Museo del Novecento) 9-14 Aprile | h. 9.30-21 www.saporiti.com FOSCARINI Ad Euroluce 2013 Foscarini presenterà in anteprima i nuovi nati della collezione in uno stand disegnato da Ferruccio Laviani. Uno spazio di 880 mq la cui funzione è quella di fare da vetrina ai nuovi modelli ma, ancor di più essere luogo di incontro e dialogo tra azienda e professionisti del settore. Un'area di 200 mq sarà dedicata alla collezione Succesfull Living from Diesel, presentata in uno spazio disegnato dal Diesel Creative Team.Foscarini apre in contemporanea due nuovi spazi nelle città simbolo del design contemporaneo: Milano e New York. Installazioni site-specific, scenografie create ad hoc da artisti e designer si susseguiranno in spazi nati per essere non solo showroom, ma portavoce dei valori di innovazione e creatività di Foscarini. Euroluce | Pad. 11 Stand A19B18 - A29B24 Foscarini Milano | via Fiori Chiari n. 28/via Pontaccio n. 19 | Inaugurazione: 9 aprile h. 18.30 98 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 www.foscarini.com MEGAMAN® AL MOST 2013 Il Salone 2013 del MOST è la destinazione perfetta per i creativi del design promossa dal designer britannico Tom Dixon. La prima apparizione del MOST risale al Salone del Mobile 2012 e la sua inaugurazione ha registrato 30.000 visitatori per le 35 installazioni ed esposizioni di 108 marchi e designer. Oltre a partecipare al MOST 2013 come Event Partner ufficiale, MEGAMAN® fornirà le sorgenti luminose per alcuni spettacolari impianti fissi di Tom Dixon, innovazioni che verranno lanciate durante l'evento. Epicentro per design e creatività, il MOST 2013 è la location perfetta per esibire la bellezza dell'illuminazione a elevate prestazioni e basso consumo energetico, sullo sfondo di alcune delle architetture ed esposizioni visivamente più impressionanti al mondo. MOST 2013 | 9-14 aprile h. 10-21 Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia | Via Olona 6 www.megamanlighting.com MITSUBISHI ELECTRIC Kirigamine, il nuovo climatizzatore in 3D di Mitsubishi Electric, sarà presentato al Fuorisalone presso HI HOME di Andrea Castrignano. Equipaggiato con l’innovativo “human sensor” 3D I-See Sensor, dotato di 8 sensori, Kirigamine è il climatizzatore top di gamma di Mitsubishi Electric in Classe A+++ con tecnologia DC Inverter e integra la tecnologia Plasma Quad che rimuove con efficacia batteri, virus, polveri e allergeni. Il progetto HI HOME nasce dalla trasformazione di un loft nel nuovo studio dell'interior designer e in una “casa campione” dalle caratteristiche uniche, il tutto concepito all’insegna del design innovativo e sostenibile. Le migliori soluzioni Mitsubishi Electric per la “casa campione” proiettata al futuro di Andrea Castrignano. c/o HI HOME | via Adige 11 | 9-14 aprile h. 10- 21 | 10 aprile h. 10-18 www.mitsubishielectric.it FELTRINELLI + HERZOG & DE MEURON Una mostra dedicata al Progetto Feltrinelli per Porta Volta firmato dallo studio Herzog & de Meuron. I curatori Luca Molinari e Simona Galateo analizzano la valenza urbana del complesso di edifici in costruzione nell’area di Porta Volta, mettendone in luce i riferimenti che hanno ispirato la prima opera milanese dello studio elvetico. Le architetture di Aldo Rossi, maestro ispiratore di Herzog, e alcuni esempi di architetture lombarde si confrontano e dialogano con i modelli della nuova opera, mentre i disegni accompagnano gli approfondimenti tecnici del progetto e la sua visione urbana. Jacques Herzog terrà inoltre una 'lectio magistralis', dedicata ai lavori recenti dello studio, martedì 9 aprile alle 12 al Politecnico di Milano, in via Ampere 1 (Sala Rogers). SpazioFMGperl’Architettura | Via Bergognone 27 | 9-14 aprile h. 10-20 Vernissage: 9 aprile h. 18.30 | 15 aprile-10 maggio lun-ven 15-19 www.feltrinelliportavolta.it www.spaziofmg.com <CREATE> DAL FANGO ALL’ARCHITETTURA ATTRAVERSO UN’IDEA Ospitata nella Galleria dell’Architettura della Triennale di Milano - nelle sale che furono disegnate da Gae Aulenti - la mostra <CREaTE> parte dalla filosofia progettuale di Philippe Starck, che vede il pensiero e le idee essere superiori alle “cose”, per divenire un vero e proprio manifesto di quella sorta di rivoluzione copernicana che cambia, con un processo irreversibile, il punto di vista nei confronti del rivestimento ceramico. <CREaTE> racconta di come la piastrella, dall'incontro tra il design più rivoluzionario al mondo e il know-how di Ceramica Sant'Agostino, è diventata flessibile grazie al progetto FLEXIBLE ARCHITECTURE. La mostra si articola attraverso un percorso, al quale si accede tramite una promenade, dove il visitatore viene accolto dalle prime parole con cui Philippe Starck ha voluto descrivere la nascita di FLEXIBLE ARCHITECTURE. La prima stanza è un tributo alle origini della ceramica: una speciale betoniera mescola i quattro elementi - terra, acqua, aria e fuoco - realizzando così la creta, o meglio, il fango - come lo chiama Starck - dal quale prende forma l’intero progetto. Nella seconda stanza, ecco svelarsi il prodotto: dal fango all’architettura attraverso un’idea. Al centro, ospitata in una teca museale, l’incipit: la prima piastrella della collezione, dalla quale si sviluppano tutte le possibili declinazioni, in questo spazio esposte nelle diverse variabili cromatiche e compositive. Mostra a cura di Aldo Colonetti, progetto Franco Origoni (studio Origoni&Steiner) Ideazione logo e coordinamento generale Angelo Dadda (Looping Italy). Triennale di Milano | 9-14 aprile 2013 | h. 10:30 - 22:00 www.ceramicasantagostino.it A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 99 CASTELLI E DOMUS ACADEMY In occasione del Salone del Mobile 2013 Castelli e Domus Academy continuano la loro collaborazione organizzando MySpaces, mostra dei progetti realizzati durante l’omonimo workshop dagli studenti del Master in Design della scuola milanese. Nell’ambito dell’allestimento Castelli Timeless Vision, il percorso che racconta il design senza tempo di Castelli attraverso le sue icone Office Cult, saranno esposti progetti, immagini e schizzi ispirati al tema dei microsistemi ambientali realizzati dagli studenti di Domus Academy. Da un’idea di Nic Bewick, project leader del workshop, e con la curatela di Philippe Casens. Il workshop ha inteso esaminare il dissolversi delle differenze tra lo spazio casa, lo spazio lavoro e lo spazio mobile. Inaugurazione Castelli Timeless Vision: 10 aprile h. 19 9-14 aprile h. 10-18 | c/o Castelli, Piazza Castello 19 www.domusacademy.com BOCCI Bocci esporrà per la prima volta a Euroluce nell'ambito dei Saloni di Fiera Milano. Al centro dello stand Bocci, in una installazione di grande impatto emotivo, verrò presentato un nuovo lampadario ad utilizzo flessibile, chiamato “57”. Creato da Omer Arbel, direttore creativo di Bocci, 57 intende sperimentare una nuova tecnica, simile a quella usata per produrre la schiuma a celle aperte. Il processo prevede l'inclusione di vuoti d'aria di diversi calibri e conformazioni dentro una matrice in vetro, iniettando poi ulteriore aria nella composizione e modellandola in una forma che assomiglia vagamente a un nembo. Questi vuoti d'aria rimangono invisibili quando la luce è spenta, ma si ravvivano e rivelano un universo interiore quando essa viene accesa. La maggior parte degli altri lampadari è fondamentalmente concepita in verticale; di contro, “57” è stato pensato come uno o più strati di luce, o in altre parole, come un lampadario orizzontale. Euroluce | Pad. 15 stand C27/D20 www.bocci.ca MOLOSTORE + TEAHOUSE Uno spazio fisico temporaneo creato dal famoso sistema partizioni in carta modulare di molo per molostore, il negozio online, dove i prodotti più innovativi di molo saranno esposti e disponibili per essere subito acquistati. Il negozio condividerà lo spazio con l’altra metà dell’esposizione molo, una sala da té e un cortile in cui molo servirà un originale menù di stagione e presenterà installazioni in costante evoluzione di carta e luci, costruite con gli elementi della collezione soft. molostore + teahouse ospiterà anche il primo lancio in edizione limitata della nuova cloud floor softlight + cloud table softlights di molo, la collezione di lampade create con il textile bianco della cloud, composto da centinaia di celle a nido d’ape, illuminato internamente da LED a basso consumo per una luce di qualità, gentile e diffusa. c/o ESE European School of Economics | Via Tortona 7 | 9-14 aprile h. 10-22 www.molodesign.com ALL'ODA DI MILANO UNA MOSTRA SU MARCO ZANUSO In occasione del Salone del Mobile 2013, nella sede di via Solferino 19, cuore del Brera Design District, è allestita la mostra “MZ Progetto Integrato. Marco Zanuso: design, tecnica e industria”, a cura Alberto Bassi e Fiorella Bulegato, promossa dall’Archivio del Moderno di Mendrisio (Università della Svizzera Italiana) - che conserva l’archivio dell’architetto - dal Corso di laurea in design dell’Università Iuav di Venezia - Università degli Studi di San Marino e dall’Ordine degli Architetti di Milano. La mostra, che ha il patrocinio del Consolato della Svizzera a Milano, si inserisce nell’ambito del progetto “Marco Zanuso tra tecniche costruttive e tecniche di progettazione”, avviato dall’Archivio del Moderno nel 2011. Allestimento: arch. Franco Raggi. Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano | via Solferino 19 9-30 aprile | h. 10-20 www.ordinearchitetti.mi.it ZANOTTA-MASERATI Giulio Cappellini e Gisella Borioli 100 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 Zanotta e Maserati presentano la lounge chair Zanotta-Maserati: dall’incontro tra due protagonisti dello stile italiano nasce un progetto unico ed esclusivo, presentato in anteprima nello showroom milanese, in occasione del Salone del Mobile 2013. Disegnata da Ludovica e Roberto Palomba, e realizzata in tiratura limitata, la nuova lounge chair Zanotta-Maserati è un oggetto che racchiude in sé lo spirito e i valori che i due marchi esprimono da sempre, ciascuno nel proprio settore: esclusività, raffinatezza, comfort, ricercatezza dei materiali, delle forme e dei dettagli, avanguardia progettuale e altissima artigianalità nella realizzazione. Un omaggio alla nuova Maserati Quattroporte, disegnata presso il Centro Stile Maserati da Marco Tencone sotto la direzione di Lorenzo Ramaciotti come sintesi ideale tra lusso e sportività, tecnologia e qualità artigianale. Zanotta Shop Milano | Piazza del Tricolore, 2 | 10-14 aprile h. 11-20 | Inaugurazione (su invito): 9 aprile h. 19.30 Salone Internazionale del Mobile | Pad. 16 Stand A23-B16 www.zanotta.it STASERA SI RECITA A SOGGETTO L’architettura e il design raccontati dai protagonisti della scena internazionale 1 2 3 4 5 6 STASERA SI RECITA A SOGGETTO | SMART&GREEN NATURAL DESIGN THINKING Visioni, idee e concetti per una serata esclusiva sul topic del natural design thinking Retorica pirandelliana per un party esclusivo, dedicato al pubblico e agli operatori che si incontreranno a Milano durante la settimana del design e dell’architettura e che racchiude un evento dai notevoli contenuti culturali e tecnici. Appuntamento il prossimo giovedì 11 aprile allo STUDIO NOVANTA presso lo spazio MAD@EastEndStudios (via Mecenate 90, Milano) con una serata sul topic del natural design thinking. Pre-evento a partire dalle 19.00, con una videoinstallazione in loop con contributi di Roberto Marcatti (Associazione H2O), Marco Capellini (MATREC), Aldo Colonetti (IED), Mario Mastropietro (IDEA), Mario Morazzoni (Mazars), Stefano Anfossi (Politecnico di Milano) ed Andy Fluon (artista e musicista). Alle 21.00 via al main event, uno spettacolo di narrativa teatrale unico del suo genere orchestrato e vissuto in una serata nel cuore del Salone del Mobile. Sei personaggi cui un autore non serve interpretano in stile libero la filosofia del natural design thinking di cui, ciascuno a suo modo, è portavoce: 1 Andrea Boschetti e Alberto Francini (Metrogramma), 2 Enrico Frigerio (Frigerio Design Group), 3 Leonardo Cavalli (One Works), 4 Mario Cucinella (MC Architects), 5 Gianluca Peluffo (5+1AA) e 6 Stefano Trombini (Trombinistudio). Voci autorevoli per una nuova scuola informale e trasversale, fondata sul principio di spogliare l’architetto dalle sue vesti di star sopra le parti per riproporre l’uomo al centro del progetto e dell’opera. Un design che riguadagna così il suo ruolo di organizzatore e metodo progettuale, prendendo le distanze da logiche di pura produzione ma riavvicinandosi a una visione naturale in una rappresentazione scenica che coinvolge pubblico e attori, con mise en scène in evoluzione continua e governate dagli improvvisati showman su due palchi frontali indipendenti tra loro. Due arene dove condividere, senza vincoli di canovaccio, visioni, idee e concetti per progetto del futuro, sposando i credo delle aziende partner selezionate. Dalle 23.00 la platea si rende pista per un open party diretto in consolle da Andy Fluon, artista eclettico già noto come co-fondatore del gruppo musicale Bluvertigo e oggi riconosciuto come uno dei maggiori esponenti italiani della Pop Art. Un evento Looping Italy - A+D+M media partner giovedì 11 aprile | STUDIO NOVANTA c/o spazio MAD@EastEndStudios | Via Mecenate 90 h. 19.00-21.00 Pre-event | Welcome/Videoinstallazioni/Interview/Cocktail h. 21.00-23.00 Main Event | Show/Case Histories/Presentations/Meeting h. 23.00-01.00 Open Party | Djset by Andy Fluon main sponsor sponsor tecnico www.admnetwork.it www.smartandgreen.info ideazione+organizzazione+ufficio stampa Banqueting b in collaborazione con H2 H2O nuovi scenarii p per er la ssopravvivenza A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 101 TEMPORARY MUSEUM FOR NEW DESIGN 2013 La nuova edizione del Temporary Museum for New Design organizzata per il Fuori Salone da Superstudio Group, su progetto di Gisella Borioli e con l’art direction di Giulio Cappellini, si sviluppa come sempre nelle due iconiche location di zona Tortona: il grande Superstudio Più, centro espositivo e di creatività, di via Tortona 27 e lo storico Superstudio 13, i famosi studi fotografici pionieri della zona aperti nel 1983, in via Forcella 13/Bugatti 9. Il percorso si snoda attraverso installazioni e esposizioni che raccontano l’evoluzione del design in tutte le sue forme: i grandi brand internazionali e i famosi designer con le “mostre” che ci parlano del futuro, ma anche gli spazi dedicati alla ricerca, ai giovani progettisti nelle cui mani sono i nuovi frutti delle nostre radici. ROOTS - come heritage, sviluppo, tradizione, cultura, slancio verso nuove idee - è infatti la parola chiave data come tema comune e fonte di ispirazione a tutti i partecipanti nel concepire la loro esposizione e il loro allestimento. 1 2 1. GLOBAL DESIGN: CASA, TECNOLOGIA, VITA Sul filo del Design Globale che intercetta tutte le esigenze della nostra vita l’area principale del Temporary Museum, in via Tortona, presenta le grandi installazioni virtuali di Hyundai, con la dimostrazione di come un’auto immateriale nasca dal vento e dall’acqua, di Samsung con le novità ad alta tecnologia a cura del designer visionario François Confino, di Alcantara con gli incredibili video del multimedia-artist Jared Mezzocchi, di Kaneka con l’immaginifico tunnel di luci Oled, dei turchi IMIB in giardino con le grandi opere scultoree di marmo di top designers tra cui Massimiliano e Doriana Fuksas e Arik Levy. La casa che verrà si scopre con le proposte di Michael Young, Xavier Lust, Richard Hutten per Gispen, di Marco Piva per Cristalplant, di David Trudbrige, di Lg Hausys e altri ancora. Il mondo intero è presente con le collettive di design svedese “Swedish Design goes Milan”, tailandese “Thailand’s Slow Hand Design”, croato “Solid Acts/Design from Croatia”. Progetto speciale, il beauty salon realmente operativo progettato da Elisa e Stefano Giovannoni, la cui immagine è stata firmata da Oliviero Toscani per Maletti. Sarà possibile, su prenotazione, sperimentare gratuitamente le ultime tecniche di nail-design e hair-design, grazie alla collaborazione con L’Oreal e hair stylist di fama. 2. DISCOVERING, LA RICERCA E I NUOVI TALENTI Nel Basement di Superstudio Più ritorna “Discovering, other worlds, other talents, other ideas”, lo spazio della ricerca dedicato a nuove realtà produttive e nuovi talenti: una ventina di nomi che propongono oggetti interessanti cui Superstudio offre la chance di partecipare a Superstudio Selection, vendita immediata on-line in sinergia con il sito di e-commerce www.dalani.it 3 102 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 3. FREEDOMDESIGN, CREATIVI E ARTIGIANI IN LIBERTÀ AlSuperstudio13prendeilviailnuovoprogettofreedomDesign, il “suk” delle buone idee che offre, con spazi piccolissimi in un ambiente effervescente, a tutti i creativi che ne hanno fatto richiesta la possibilità di mostrare il loro lavoro, a prescindere dalla produzione industriale, e, volendo, anche di venderlo in loco. A freedomDesign 20 creativi e il gruppo di 10 designer vincitori della rassegna Product Design Madrid, oltre a Temporary Shop e spazi per incontri e attività. Contigua a freedomDesign l’eccezionale mostra “Arts & Crafts & Design - Il Tempo secondo Alessandro Mendini e i suoi artigiani”, oggetti artistici realizzati dai migliori artigiani italiani, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. 4. CONTAINER, NUOVO MODO DI ESPORRE ED ABITARE Altro tema di grande attualità è l’ISBU (Intermodal Steel Building Units and Container Homes) sviluppato nell’area esterna di Superstudio attraverso quattro proposte. La container-art di Marshal Office of the Wielkopolska Region è un candido contenitore targato Polonia. L’architettura rossa a due piani di Zava è insieme spazio ricettivo ed espositivo delle sue luci. La casa ecologico-tecnologica dei brasiliani di Itinerant Structures è un esempio di habitat nomade con il container reso irriconoscibile dal rivestimento in legno. Completa l’esperienza dei container la mostra fotografica “ISBU? Vivere (bene) in scatola”, prodotta dall’Associazione M.A.T. Milano Altri Talenti, che racconta come in tutto il mondo la trasformazione dei container marittimi abbia prodotto interessanti architetture e, nel rispetto della sostenibilità, abbia risolto funzionalmente ed esteticamente problemi abitativi permanenti e temporanei. 5. ART INTERACTIONS, L’ARTE CONTEMPORANEA DIALOGA CON LO SPAZIO Ad esplorare i sempre più labili confini tra arte contemporanea e design, ma sottolineando anche la vicinanza temporanea tra Miart e Salone del Mobile, intervengono le Art Interactions, installazioni site-specific affidate ad artisti d’avanguardia, prodotti e curati direttamente da Superstudio. Tra questi le proiezioni in 3D di Apparati Effimeri, le installazioni luminose di Carlo Bernardini, il video-mondo interattivo di ProvocActionArt fino al gioco di luci, colori e sensazioni di Romano Baratta, realizzati in collaborazione con il portale www.hiwhim.com 4 6 5 7 8 Nuovo orario fino a tarda notte nelle due location di Superstudio: ore 10/23 (chiusura cancelli alle 22). TORTONA DESIGN WEEK 2013 Superstudio Più - Via Tortona 27 Superstudio 13 - Via Forcella 13 / Via Bugatti 9 9 9-13 Aprile 2013, ore 10-23 / 14 Aprile 2013 ore 10-18.30 www.superstudioevents.com www.superstudiogroup.com 1 Samsung, What a Wonderful World, project by François Confino 2 Hyundai, FLUIDIC Sculpture in Motion 3 IMIB, Arik Levy Designer Artist per IMIB 2013 4 Dorolifestyle by Dorodesign 5 PRODUCT DESIGN MADRID, Noviembre estudio Little Friend 6 Paolo Fabri, libreria Molecolare 7 Svensk Form, woodstock, yellow 8 David Trubridge, Adorn Wing Inspiration 9 Itinerant Structures 10 MMW Architects, GAD Art Gallery, Oslo 10 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 103 VIMAR PER IL REINASSANCE TUSCANY RESORT & SPA AMBIENTI Edited by Chiara Dadda Situato in un affascinante angolo della Toscana, tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco Emiliano, e completamente ristrutturato secondo il concept dello studio di Architettura Design International di Londra, il Renaissance Tuscany Il Ciocco Resort & Spa - con le sue 180 camere, centro benessere, due ristoranti, beauty Spa, diverse sale meeting e una piscina esterna - offre ogni genere di comfort. L'elegante atmosfera è ulteriormente impreziosita dalle esclusive placche Eikon Evo di Vimar - qui con finiture in alluminio anodizzato - che incorniciano interruttori, prese e comandi. Le loro forme ricercate, abbinate ad una cornice cromata, rappresentano una nuova definizione di stile e un nuovo concetto di lusso che rende l’impianto elettrico in linea con le ultime tendenze di interior design. Eikon Evo garantisce anche il massimo della sicurezza, del comfort e della praticità. In ogni camera ad esempio è presente un termostato Vimar che consente di impostare anche manualmente l’intensità della climatizzazione. Un’ampia gamma di prese rispondono ad ogni tipo di esigenza. Infine, discrete ma utilissime, delle lampade segna passo dotate di diffusori a Led di ultima generazione sono posizionate in punti strategici e possono essere attivate da bordo letto tramite comando. Composte da sorgenti ad alta efficienza luminosa, queste riescono a far arrivare la luce solo dove e quando serve, indicando la presenza di possibili ostacoli e attivandosi automaticamente in caso di black out. www.vimar.com I MOSAICI TREND PER L'HOTEL MISSONI KUWAIT La Maison Missoni ha scelto Kuwait City come sede per il secondo Hotel Missoni dopo quello aperto nel 2009 ad Edimburgo. Trend Group, azienda vicentina produttrice di pregiati mosaici in vetro e oro, smalti e agglomerati, si sposa con la filosofia Missoni contribuendo a realizzare i vasi dall’inconfondibile fantasia della Maison italiana e a rivestire la piscina, i bagni e i 'public spaces' dell’Hotel, tra cui gli imponenti e scenografici vasi collocati accanto all'ingresso principale della struttura. Sotto la direzione creativa di Rosita Missoni si è realizzata una formula di lifestyle che esprime calore, ospitalità, comfort e moda, attraverso l’utilizzo di prodotti selezionati dalle collezioni Missoni Home e di alcuni pezzi di design scelti tra le eccellenze del made in Italy. La scelta delle collezioni Trend - tra cui AUREO, KARMA, BRILLANTE, SHINING, VITREO - si deve alla comprovata maestria dell'azienda veneta nelle tecniche di lavorazione della pasta vitrea, combinata all'uso delle tecnologie più avanzate nella gestione del colore: un know how onnicomprensivo che si traduce in collezioni di mosaici che permettono l'ottenimento di un'ampia gamma di combinazioni cromatiche, traslucenze ed effetti luce. Inoltre, la disponibilità di vari formati a seconda della collezione, rende possibile non solo l’utilizzo sia a pavimento sia parietale, ma anche la realizzazione di pattern artistici di superba eleganza. www.trend-group.com 104 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 105 The Innovation Cloud Interzum 8-10 maggio 2013 | Rho Fiera Milano (Mi) 13-16 maggio | Colonia, Germany “Il mondo dell’energia è cambiato”. È da questo presupposto che nasce “The Innovation Cloud, una piattaforma di integrazione fra tutte le tecnologie energetiche innovative e che ricomprende al suo interno Solarexpo, da sempre l’evento di riferimento in Italia e tra i primi tre al mondo specializzati nel solare. Fotovoltaico e rinnovabili elettriche, storage, smart grid, e-mobility, rinnovabili termiche, efficienza energetica. Ulteriore elemento di forza dell’Innovation Cloud è la programmazione convegnistica di respiro internazionale che punta sull’offerta di contenuti tecnico-scientifici rigorosi, momenti di aggiornamento sui quadri normativi, efficaci strumenti di market intelligence. Interzum si svolge ogni due anni e mostra le tendenze delle aziende all'avanguardia nel settore della fornitura per l’industria del mobile al fine di ispirare la progettazione di ambienti di vita futuri e presenta tutto ciò che l'industria ha da offrire nel campo della fabbricazione di mobili e di design per interni. La 28^ edizione di Interzum rappresenta uno dei più importanti eventi del settore, dove i decision-makers si incontrano per ottenere le migliori informazioni sui prodotti e per trarre ispirazioni per i progetti futuri. Una piattaforma per i trend del momento dove i visitatori troveranno l’ispirazione dal lancio di prodotti globali e gli espositori potranno dettare le ultime tendenze in materia di attrezzature e materiali. www.innovationcloud-expo.com www.koelnmesse.it/interzum INDEX EIRE NeoCon 20-23 maggio | Dubai, UAE 4-6 giugno | Milano 10-12 giugno | Chicago, USA Il Salone di arredamento più importante di tutta l’area del Medio Oriente e del Nord Africa, cambia date. La 23° edizione di Index Dubai 2013 si terrà per la prima volta in primavera. Oltre a questa novità vi sarà anche il fatto che il rinomato salone mediorientale dedicato all'arredamento sarà unito al salone The Office Exhibition, abbinamento che fornirà all'industria del design una piattaforma completa, dedicata a tutte le categorie e ai comparti dell’arredo. Un “Mega Show” destinato a far alzare il livello qualitativo di entrambe le manifestazioni, portando in visita migliaia di operatori professionali provenienti dall’intera Regione. La nona edizione di EIRE - Expo Italia Real Estate si svolgerà per la prima volta nel quartiere di FieraMilanoCity (Portello, viale Teodorico). EIRE è il luogo di lavoro della community del real estate. Rappresenta la vetrina ideale per la presentazione di progetti di sviluppo e valorizzazione. La Community italiana e internazionale del Real Estate si incontra, si riconosce e si confronta in uno spazio progettato secondo il migliore Italian Style. EIRE rappresenta da sempre un punto d'incontro degli operatori del mercato immobiliare italiano e di discussione delle best practice che in esso si sono determinate. Un momento sinergico in grado di favorire lo sviluppo di questo importante segmento dell'economia e la sua sempre maggiore internazionalizzazione. Il NeoCon è la fiera di riferimento per il mercato nord americano dell'arredo ufficio e del contract. Le categorie merceologiche esposte vanno dall'arredo agli accessori, dai prodotti per l'edilizia ai rivestimenti per pavimenti, all'illuminazione per esterni: un "universo" completo di prodotti per l'ufficio e il contract. Accanto all'esposizione si svolgeranno come ogni anno numerosi seminari e conferenze, per un totale di oltre un centinaio di eventi. Uno degli aspetti caratterizzanti questa manifestazione è la ricchezza di premi conferiti ai prodotti presentati, tra cui spicca il premio "Best Of NeoCon", giunto alla sua 24a edizione, e che da anni premia i nuovi prodotti dal design innovativo, funzionali, di qualità, durevoli e dal basso impatto ambientale introdotti nel mercato USA. www.indexexhibition.com www.italiarealestate.it www.neocon.com AGENDA 106 A+D+M A+D+M| MAGAZINE MAGAZINE| 2013 2013| # 43 Tutte le soluzioni per PROGETTARE _ COSTRUIRE _ RIQUALIFICARE BIENNALITÀ _ SPECIALIZZAZIONE _ INTERNAZIONALITÀ I saloni di MADE expo: Costruzioni e Cantiere | Involucro e Serramenti | Interni e Finiture | Software e Hardware | Energia e Impianti | Città e Paesaggio Promossa da Partner www.madeexpo.it www.federlegnoarredo.it +39 051 66 46 624 A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 107 [email protected] BOOKS A cura di Greta Ruffino e Raul Betti ÁLVARO SIZA. VIAGEM SEM PROGRAMA Red Publishing, Bologna, 2012 Pag. 168 Il libro dell’omonima mostra “Álvaro Siza. Viagem Sem Programa” (Evento Anna Scaravella DAL PAESAGGIO AL GIARDINO Idea, progetto, realizzazione Electa, Milano, 2013 Pag. 200 Nel suo nuovo libro Anna Scaravella 108 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 collaterale della 13. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia) fa parte di un progetto editoriale realizzato da Dumbo Design Studio, che comprende anche una serie di strumenti (il kit di tre quaderni per schizzi e appunti, la cartella dei disegni e un special gift con 10 cartoline) utilizzati quotidianamente dallo stesso architetto nello svolgimento del proprio lavoro, prodotti in una speciale edizione limitata. Il volume, risultato degli incontri con uno degli architetti più noti del panorama internazionale, approfondisce il lato più intimo e meno conosciuto del maestro lusitano, attraverso una selezione di 53 straordinari disegni e ritratti, (stampati su una speciale carta ecologica by Favini) che coprono un arco temporale di sessant’anni anni e sono accompagnati dal testo integrale dell’intervista (tradotta in 4 lingue), realizzata dai due curatori, Greta Ruffino e Raul Betti, nell’agosto del 2011, presso il suo studio di Porto. Un’occasione per conoscere, attraverso un avvincente racconto in prima persona, l’intima relazione che da sempre lega Siza al disegno, vissuto come progetto, liberazione, registro e forma di comunicazione, dubbio e scoperta, riflesso e creazione, gesto contenuto e utopia. ci svela un segreto: come nasce un giardino. Non come si costruisce (a questo ci aveva già pensato con l'ultimo, “Creare un giardino”) ma come si origina il processo immaginativo e il cammino progettuale. Anna Scaravella ha deciso di raccontare quali elementi l'hanno indotta a compiere le scelte che hanno portato alla realizzazione dei suoi giardini. Per poter trasformare un terreno in un giardino da sogno la prima parola che serve conoscere è "paesaggio". Non è un nuovo libro sui giardini ma un libro di giardini: parla del paesaggio e insegna a leggerlo; analizza come il terreno influenza il progetto; svela le connessioni tra interno e esterno; parla del giardino italiano che da classico diventa contemporaneo, passando per le attuali correnti paesaggistiche e i cambiamenti del gusto. Giardino dopo giardino, il libro documenta un ventennio di dibattito e mutamento del verde costruito, mettendo in evidenza 13 esempi di giardini capaci di cogliere una grande tradizione, quella italiana, nel passaggio tra modernità e contemporaneità. Il volume documenta per ogni intervento effettuato la situazione territoriale "prima" e "dopo", a progetto finito, presenta inoltre una testimonianza fotografica di tutte le fasi di cantiere (i lavori, le difficoltà, gli artigiani, i vivaisti) e il dialogo con i committenti. LORENZO BELLINI Emotional Architecture Edizioni Grafiche dell'Artiere, Bologna, 2013 Pag. 170 Tre giorni in Sardegna sul set fotografico di altrettanti hotel progettati da Lorenzo Bellini: è Silvia Piardi, Silvia Tieghi, Vincenzo Natile OFFICE DESIGN Smart organization & layout: dall'analisi al progetto FrancoAngeli, Milano, 2012 Pag. 224 Il testo, dedicato sia ai progettisti e così che Bill Mazza - l’art director & image creator di Boston, docente allo IED di Roma - fa la sua conoscenza sul finire del 2010, rimanendo colpito dalla complessità del processo che porta alla realizzazione di un hotel, ma soprattutto affascinato dal suo modo di progettare l’architettura e concepire interni e oggetti di design. Così impressionato da proporgli di realizzare una pubblicazione che ora ne mette in luce gli aspetti più interessanti, descrivendo sensazioni e atmosfere provate vivendo i suoi progetti. Una carica energetica che esprime concetti profondi con un pizzico di glamour e comunica joy de vivre attraverso poche parole non convenzionali e molte immagini forti. Il Book Bellini, così citato dagli addetti ai lavori, va ben oltre la descrizione degli otto progetti selezionati; senza soluzione di continuità, come la maggior parte delle opere dell’architetto romano, la pubblicazione diviene la scatola che racchiude gli elementi basilari, il gusto e i viaggi, l’amata capitale, un modo tutto speciale di pensare, un life style e un concetto di abitare già destinati a lasciare il segno nel panorama del design contemporaneo. agli studenti di progettazione, sia ai responsabili delle risorse umane e al management, avvia un riflessione sulle relazioni tra le persone, gli ambienti fisici e le attrezzature, all'interno dello spazio del lavoro contemporaneo. Frammentato in mille luoghi e disperso su tutte le ore del giorno e della notte, in bilico tra situazioni quasi domestiche e scenari alla “Blade Runner”, il lavoro non industriale si sta profondamente modificando, rivedendo continuamente i propri modelli organizzativi e relazionali. Risulta più lenta, invece, l'evoluzione degli spazi a esso dedicati, più viscosa la capacità di adattamento e di evoluzione. Gli autori, a partire da diverse competenze professionali e dall'occasione di un lavoro di ricerca congiunto, esplorano la complessità delle relazioni che si instaurano tra le organizzazioni, fatte di persone, con le loro peculiarità, desideri e motivazioni, e gli edifici dedicati agli uffici. Ne nasce un testo agile e ricco di indicazioni pratiche che guidano dall'analisi del caso concreto, alle soluzioni progettuali. Il testo è organizzato in quattro parti: la prima introduttiva; la seconda finalizzata a delineare il contesto contemporaneo; la terza presenta gli strumenti e le modalità di analisi; la quarta parla di progetto attraverso la presentazione di alcuni casi esemplificativi. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 109 BOOKS DESIGN FOR 2013 Logo Fausto Lupetti Editore, Bologna, 2013 Pag. 284 Prodotto da Promote Design, il progetto nato per promuovere il lavoro dei designer, Design For 2013 è il secondo capitolo di una storia che parla di persone e di oggetti e di come può nascere un progetto di design. Moreno Gentili GUZZINI Infinito design italiano Skira Editore, Milano, 2012 Pag. 202 Editato in occasione dei cent'anni dalla fondazione di una delle aziende 110 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43 I protagonisti di questo racconto non sono solo i designer, come si potrebbe erroneamente pensare, ma “molte persone dalle diverse specifiche competenze tecniche” come ricorda Castiglioni, senza il cui impegno nessun prodotto di design sarebbe mai esistito. Non solo progettisti quindi, ma anche imprenditori, industriali, editori ed esperti di comunicazione. Design For 2013 offre ai progettisti l’occasione per entrare in contatto con le più importanti aziende di design. Questa pubblicazione scopre le carte anche nei confronti degli utilizzatori di design, per far comprendere meglio quali sono i meccanismi iniziali che conducono a un prodotto finito. Design For, inoltre, vuole avvicinare e sensibilizzare i destinatari e i produttori di design ad una sempre crescente offerta di creatività, quale irrefrenabile forma di espressione insita in ogni designer. Ecco qui dunque, 119 schede designer, 238 concept, oltre 1100 immagini, interviste inedite, biografie e approfondimenti speciali su designer e aziende del panorama internazionale come Mario Bellini, Andrea Branzi, Massimo Iosa Ghini, Foscarini, Meritalia e Zanotta. più rappresentative del design italiano, la Fratelli Guzzini, questo libro ne racconta l'evoluzione. Nata a Recanati nel 1912, l'azienda viene qui descritta in modo avvincente con un alternarsi di personalità della cultura e dell'imprenditoria italiana e internazionale: Gillo Dorfles, Diego Della Valle, Oscar Farinetti, Luca Cordero di Montezemolo, Moreno Cedroni, Alessandro Cannavò, Guido Corbetta, Aldo Bonomi, Gianfranco Zaccai, Giorgio Di Tullio, Moreno Gentili e altri ancora fino ai protagonisti diretti della storia dell'azienda, vale a dire i componenti della numerosa famiglia Guzzini, imprenditori di successo che hanno saputo dare continuità ai valori storici dei loro progenitori. A queste voci si aggiungono quelle di molti esponenti del design e della comunicazione i ieri e di oggi tra cui Luigi Massoni, Rodolfo Bonetto, Bob Noorda, Antonio Citterio, Renzo Piano, Pierluigi Cerri, Denis Santachiara, Ettore Sottsass, Robin Levien, Angeletti Ruzza, Karim Rashid, Carlo Colombo, Ross Lovegrove, Ora-ïto e altri autori contemporanei per testimoniare la loro vicinanza a quella cultura d'impresa che la Fratelli Guzzini ha sempre rinnovato nel tempo. Un libro dunque per conoscere la storia di oggetti che da un secolo testimoniano il valore del made in Italy nel mondo. andy fluon "the bubble of love" acrilicofluo su tela cm. 60 x 80 anno 2013 Alberto Apostoli xxxxxxx DELLE SPA Editrice Il Campo, Bologna, 2012 Pag. 160 Un terzo di creatività e cultura del benessere, un terzo di tecnica e capacità progettuale, un terzo di conoscenza degli aspetti manageriali e gestionali connessi con il benessere. Un progetto di Francesca Appiani, Museo Alessi xxx xxxx TEA & xxxx TOWERS vol. 1 e vol. 2 Corraini Edizioni, Mantova, 2011 Libro + DVD Ecco gli ingredienti di questo testo che non intende esaurire la materia (estremamente complessa e in divenire) né diventare o essere un “manuale” di progettazione tecnica quanto essere testo fondante per chi desidera un approccio maturo e multidisciplinare alla tematica del benessere. Negli ultimi anni, il numero di imprese legate al mondo del benessere ha conosciuto una notevole crescita percentuale. Non tutte le strutture, però, sono riuscite a ottenere risultati economici soddisfacenti e in grado di ripagare i notevoli investimenti sostenuti. La causa di molti fallimenti va ricercata nella visione parziale e limitata dell’imprenditore. Scritto da un architetto con grande esperienza nella progettazione di centri benessere e spa in tutto il mondo, e di conseguenza, da un particolare punto di vista, il volume si propone di illustrare nella sua complessità la progettazione di un centro benessere, a partire dagli ambiti creativi, passando da quelli legati alle tecnologie e agli impianti, fino ad esaminare alcuni concetti di marketing e di comunicazione; il tutto alla luce di considerazioni gestionali, economiche e finanziarie. Si evidenziano, inoltre, come sottofondo all’iter progettuale, alcune considerazioni etiche e filosofiche, legate ad un mondo che si incarica di incidere sull’equilibrio psicofisico ed emotivo delle persone e della collettività. Due volumi dedicati al progetto di ricerca “Tea & Coffee Towers” lanciato da Alberto Alessi nel 2000 che aprono un nuovo filone all'interno della collana delle Design Interviews, nata dal desiderio di conoscere da vicino i progettisti attraverso il racconto in prima persona della loro esperienza e del loro metodo. I volumi raccolgono le interviste ad una serie di architetti internazionali (William Alsop, Wiel Arets, MVRDV, Gary Chang, UN STUDIO, Greg Lynn Form, Thom Mayne Morphosis, Tom Kovac, Deszö Ekler, Toyo Ito, Doriana e Massimiliano Fuksas, Dominique Perrault, Future Systems, Juan Navarro Baldeweg, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, David Chipperfield, Alessandro Mendini) chiamati a progettare un servizio da tè e caffè per Alessi come se fosse una micro-architettura. È stato chiesto loro - alcuni hanno reagito in modo più spontaneo, per altri è stato un po' più difficoltoso - di spiegare le motivazioni e la storia del loro progetto, che cosa c'era dietro e come l'avevano vissuto. Ad ogni libro è associato un dvd: una video intervista realizzata in esclusiva dal Museo Alessi ( regista e autrice Anna Pitscheider) che costituisce una testimonianza unica di riflessioni, esperienze e considerazioni sul “fare design”. La trascrizione del filmato, curata in modo da conservare la spontaneità e l'immediatezza della conversazione, è presentata all'interno del libro insieme alle istantanee più significative del video stesso, a fotografie, a schizzi e a studi preparatori dei progetto più vari. A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43 111 INDIRIZZI Si ringraziano: GaS Architects Via Friuli, 65 20135 Milano tel. 02 78622050 www.gasarchitects.com Arte Ipse Dixit Ltd 29 Harley Street London W1G 9QR United Kingdom www.arteipsedixit.com CP Parquet Via Rosset 2 31017 Crespano del Grappa (Tv) tel. 0423 53305 www.cpparquet.it Élitis Via Savona, 97 20144 Milano tel. 02 42296677 www.elitis.fr Icas S.S. 415 km. 28,650 26010 Vaiano Cremasco (Cr) tel. 0373 278045 www.icas.it MADE Eventi Mitsubishi Electric Europe Centro Direzionale Colleoni Viale Colleoni 7 20864 Agrate Brianza (Mb) tel. 039 60531 www.mitsubishielectric.it Performance in Lighting Viale del Lavoro, 9/11 37030 Colognola ai Colli (Vr) tel. 045 6159211 www.performanceinlighting.com Philips - Div. Lighting Via G. Casati, 23 20052 Monza (Mb) tel. 039 2031 www.philips.it/illuminazione POLI.design 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo Via Interiano 3/11 16124 Genova tel. 010 540095 www.5piu1aa.com Alberto Apostoli architecture&design Via Cá Nova Zampieri, 4/e 37057 San Giovanni Lupatoto (Vr) tel. 045 8779190 www.albertoapostoli.com Andy Fluon Via Montegrappa, 4b 20052 Monza (Mb) tel. 039 2005973 www.fluon.it Antonio Citterio Patricia Viel and Partners via Cerva 4 20122 Milano tel. 02 7638801 www.antoniocitterioandpartners.it Foro Buonaparte 65 20121 Milano tel. 02 806041 www.madeexpo.it Consorzio del Politecnico di Milano Via Durando, 38/a 20158 MILANO tel. 02 2399 7206 www.polidesign.net Barbieri Design Lab Via Luigi Veratti 4 20155 Milano cell. +39 348 9062932 www.barbieridesignlab.it MATREC - EcoMaterials Library Superstudio Group Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20 00159 Roma tel. 06 4440286 www.matrec.com Via Tortona, 27 20144 Milano tel. 02 422501 www.superstudiogroup.com Bettini Architetto Via A. Costa 202 40134 Bologna cell. +39 333 1392332 www.bettiniarchitetto.com Vannucci Piante Via della Dogaia 51039 Quarrata (Loc. Piuvica) Pistoia tel. 0573 79701 www.vannuccipiante.it Herzog & de Meuron Basel Ltd. St. Johanns-Vorstadt 98 4056 Basel, Switzerland tel. +41 61 385 5757 www.herzogdemeuron.com Lorenzo Bellini Associates Via Umberto Moricca, 90 00167 Roma tel. 06 39724176 www.lorenzobellini.com Piuarch Via Palermo, 1 20121 Milano tel. 02 89096130 www.piuarch.it Total Tool Viale Francesco Restelli, 3 20129 Milano tel. 02 76317571 www.totaltool.it 112 A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 43