Tattoo - Connessioni

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Tattoo - Connessioni
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Il termine “tatuaggio”ha origine tahitiana
e deriva da “tatau”, ossia “scrivere sul
corpo”, “marcare con segni”. Trasformato
poi in “tattoo” si è diffuso in Europa.
Fin dalla Preistoria l’uomo ha sentito
l’esigenza della decorazione, per rendere i
luoghi a lui più intimi e familiari
In origine i tatuaggi avevano uno scopo
sociale, essendo utilizzati come riti di
iniziazione: i giovani si sottoponevano al
dolore della deposizione sottocutanea di
pigmenti indelebili per segnare il
passaggio all’età adulta.
Oggi il tatuaggio viene utilizzato come
forma
di
comunicazione
biografica,
commemorativa, propiziatoria, affettiva,
esprimendo legami, e talvolta negli
adolescenti manifesta il desiderio di
appartenenza ad un gruppo. In alcuni casi
diventa un bene di consumo, esibito per
far emergere la propria bellezza.
Negli anni Novanta del Novecento la
pratica del tatuaggio esplode come
espressione di uno stile di vita personale,
per affermare la propria individualità in
un contesto di massificazione pervasiva.
Giorgia, Michela, Veronica, Laura (II F)
Il dipingersi la pelle sin dalle origini ha
assunto per l’uomo carattere sociale ma
anche profondamente personale. Nelle
società arcaiche marchiare la pelle con
segni
serviva
a
simboleggiare
il
passaggio dalla vita alla morte, per
esorcizzare la morte stessa.
Oggi il tatuaggio, pur avendo perso quasi
del
tutto
questa
connotazione
–
adattandosi al cambiamento della società
moderna, che sempre più spesso tende a
rimuovere l’idea del dolore e della morte
– diventa talora un amuleto contro le
fobie. Il tatuaggio si rivela come qualcosa
per controllare ciò che di per sé è
incontrollabile.
Il tatuaggio avrebbe anche una funzione
psicoterapeutica: favorirebbe l’unità tra la
mente ed il corpo, riequilibrerebbe lo
spirito e servirebbe ad incanalare le
energie.
Solitamente le donne scelgono tatuaggi
come segno di grazia ed eleganza,
situandoli in zone del corpo che possano
essere facilmente nascoste, mentre gli
uomini tendono a preferire tatuaggi con
linee marcate e più grandi, che siano ben
visibili e che esprimano virilità
Martina P, Evelina, Irene,
Alessandra,Veronica,Martina C. (II F)
una parte di sé, del proprio vissuto, di
un’esperienza passata, ed auspica la
volontà di riprogettare una nuova vita.
Il genere di tatuaggio prescelto fa
emergere tratti della personalità. Chi
sceglie il tribal è molto critico nei
confronti della realtà e vuole evitare che
la propria esistenza si perda
nell’anonimato. Chi preferisce gli eroi
guerreschi e le divinità mitologiche cerca
un’identità etnica. La preferenza per i
temi della cultura degli Indiani d’America
simboleggia la sensibilità verso le
popolazioni oppresse e la condivisione
con la loro condizione. Infine chi si fa
tatuare il drago, la lucertola o il geco
vuole tornare alle origini, a forze
primigenie.
Helene,Elisa,Sara,Valeria (II F)
In Italia il tatuaggio diviene moda che
esprime ribellione durante gli anni
Sessanta del Novecento; negli anni
Settanta ed Ottanta i Punk fanno del
tatuaggio
uno
degli
elementi
per
Il tatuaggio veicola il pensiero, un’idea,
manifestare la loro trasgressione e
un’emozione e contribuisce alla
contrapposizione alla società, ma anche
definizione dell’identità durante
segno
di
appartenenza
e
di
l’adolescenza, perché consolida
identificazione.
un’immagine positiva di sé. Il tatuaggio
La letteratura specialistica ritiene che
dunque diviene un fattore del processo di per il tatuaggio predominano le funzioni
individuazione.
esorcizzanti,
terapeutica,
estetica,
Se rimosso, il tatuaggio lascia una
comunicativa e sociale. .
cicatrice, che simboleggia una rottura con Marcello,Michela,Giulia,Eleonora (II F)