Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Elsa Morante e Alda Merini

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Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Elsa Morante e Alda Merini
Dopo il Neorealismo
Intorno agli anni ‘60 del XX secolo il neorealismo in
Italia conosce un naturale esaurimento viste le
profonde trasformazioni economiche ma anche
sociali e culturali: il boom economico, la diffusione
dei mass media (televisione in primo luogo), ma
anche nuove problematiche. Nacquero così nuove
forme di letteratura impegnata.
Gli autori più importanti sono Pier Paolo Pasolini e
Italo Calvino, che affrontarono nelle sue opere temi
sociali: la condizione del lavoro moderno nelle
fabbriche, la speculazioni edilizia, l’isolamento degli
immigrati del Sud nell’Italia settentrionale, la crisi
della famiglia tradizionale, la condizione della donna.
Al di là di questa nuova area letteraria, si sviluppano
filoni narrativi attenti ai problemi dell’individuo, alla
sua psicologia, il senso della solitudine, la noia
esistenziale, il senso della precarietà della condizione
umana: le autrici che più approfondiscono questa
tendenza furono Elsa Morante (prosa) e Alda Merini
(poesia).
Pier Paolo Pasolini
Visse la sua giovinezza a
Bologna dove compì gli studi
universitari in letteratura.
Durante la guerra la famiglia si
rifugiò in Friuli; qui iniziò
l’insegnamento e lo studio del
dialetto locale. Nel 1949 si
traferì a Roma: qui nei
successivi decenni, a cause
delle
sue
scelte
anticonformiste, fu uno dei
più importanti intellettuali
italiani della seconda metà del
XX secolo.
1922-1975
La figura di Pasolini è particolarmente eterogenea per
quanto concerne la produzione: si passa cioè dalla
letteratura alla saggistica, dal teatro al cinema
passando per il giornalismo, con la collaborazione al
Corriere della Sera. Le problematiche sociali
emergono nei romanzi Ragazzi di vita (1955) e Una
vita violenta (1959) dove vengono descritte situazioni
di forte disagio delle classi più umili. Importanti sono
poi le raccolte poetiche Le ceneri di Gramsci (1957) e
La religione del mio tempo (1961).
Tommaso e Irene
Il racconto è tratto dal romanzo Una vita violenta,
pubblicato nel 1959, quasi una sorta di continuazione
di Ragazzi di vita. I personaggi sono inseriti nel
povero ambiente del sottoproletariato della periferia
romana negli anni ‘50. Il linguaggio presente un forte
elemento dialettale romanesco.
Italo Calvino
1923-1985
Nato da una famiglia italiana a Santiago de Las Vegas,
a Cuba, trascorse la sua giovinezza a Liguria. Qui
avrebbe partecipato, poco più che ventenne, alla
Resistenza nelle file partigiane. Nel 1947 si laureò in
lettere e iniziò la collaborazione con la casa editrice
Einaudi di Torino.
La sua è una produzione particolarmente vasta che
copre differenti tematiche narrative, anche se si
concentra nella prosa del romanzo: Il sentiero dei
nidi di ragno (1947), che racconta la guerra
partigiana; il trio Il visconte dimezzato (1952), Il
barone rampante (1957), Il cavaliere invisibile
(1959); la raccolta di storie Marcovaldo (1963); la
fantascienza umoristica de Le Cosmicomiche (1964).
Il bosco sull’autostrada
Racconto della raccolta Marcovaldo, ovvero Le
stagioni della città (1963), contenente venti racconti
brevi. Il titolo coincide con il nome del protagonista,
povero manovale trasferitosi dalla campagna alla
città con una famiglia. La città descritta sembra avere
una dimensione disumana e consumistica.
Elsa Morante
1912-1985
Nata a Roma, esordì come giornalista
nelle cronache di costume per le
riviste culturali; da questa esperienza
sarebbe poi nato il suo primo libro, la
raccolta di racconti Il gioco segreto
(1941). Il suo capolavoro è
considerato L’isola di Artuto (1957),
romanzo ambientato nell’isola di
Procida dove il protagonista, il
giovane Arturo, affronta le difficoltà
della crescita.
Elsa Morante scrisse anche raccolte di poesie (Alibi
1958, Il mondo salvato dai bambini 1968), libri di
favole (Le straordinarie avventure di Caterina 1959),
raccolte di racconti (Lo scialle andaluso 1963). Il
grande successo per la Morante fu la pubblicazione
nel 1974 del romanzo La storia, ambientato durante
la Seconda Guerra Mondiale, dedicato agli umili e ai
vinti della società e della storia. Una sorta di revival
della letteratura del XIX secolo di Manzoni e Verga.
Alda Merini
1931-2009
Nata a Milano, cominciò a scrivere i
primi versi a quattordici anni; nel
1953 fu pubblicata la sua prima
raccolta di poesie La presenza di
Orfeo. Nella sua esistenza è segnata
dalla degenza presso l’ospedale
psichiatrico di Milano, tra il 1965 e il
1972, e negli anni ‘80 presso la
struttura di Taranto. Un’esperienza
tragica che si risolse grazie all’amore
per la poesia.
Tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo
altre raccolte di poesie: Tu sei Pietro (1961), La Terra
Santa (1984), Ballate non pagate (1995). La figura
della Merini è singolare: infatti la sua vicenda poetica
è svincolata da qualsiasi legame poetico con le
correnti del XX secolo. Le sue poesie esprimono una
forte tensione interiore e una volontà incontenibile
di confessarsi. Le tematiche soni legate alla tragica
vicenda del manicomio e alla separazione dal mondo.