Reti di distribuzione
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Reti di distribuzione
164 Acquedotti Idraulica RETI DI DISTRIBUZIONE I Struttura generale e funzionale. Individuare l’area urbana interessata (con riferimento al piano regolatore e altri strumenti urbanistici) e la sua altimetria. Carichi piezometrici: compresi fra 20 e 80 m; oscillazioni dei carichi piezometrici nelle diverse fasi d’esercizio: da contenere in 20–30 m. Gli schemi piezometrici sono: a) distribuzione a gravità da serbatoio (fig. A); b) distribuzione a gravità da due serbatoi: l’uno di testata (il più alto dei due, posto prima dell’ingresso dell’acqua nella rete di distribuzione) e l’altro di estremità (fig. B); il serbatoio di estremità è adottato nel caso di reti di distribuzione estese quando si vogliano limitare le oscillazioni piezometriche nelle zone distanti dal serbatoio di testata; c) distribuzione sotto pompaggio con serbatoi di estremità (fig. C), adottata quando convenga l’immissione diretta in rete dell’acqua sollevata e per evitare la costruzione di una condotta adduttrice indipendente dall’impianto di sollevamento al serbatoio; le curve caratteristiche delle pompe debbono essere adeguate al compito tanto nella fase diurna di alimentazione della rete con la integrazione proveniente dal serbatoio, quanto nella fase notturna di alimentazione del serbatoio. Se sono adottate più reti distributrici, tali schemi si ripetono. Tipo e tracciato. Le reti possono essere: a ramificazioni o a maglie chiuse (anelli). Il primo tipo è riservato a piccoli acquedotti o alle diramazioni periferiche delle reti principali, il secondo tipo è assai più diffuso, essendo preferibile per la sicurezza del servizio e per la regolarità e costanza delle pressioni d’esercizio. Studiare la rete su piano quotato della città (scala: 1/1000–1/5000) che comprenda: la distribuzione della popolazione lungo le strade, l’azzonamento secondo il piano regolatore, le probabili direttrici di sviluppo future. Individuare ubicazione e diametri delle tubazioni esistenti nel sottosuolo per acqua e altri servizi. Fissate quota e posizione dei serbatoi, lo schema del tracciato delle tubazioni a maglie chiuse o a ramificazioni, segue le strade: definire prima il tracciato delle tubazioni principali, poi quello delle secondarie. In piccoli centri abitati la tubazione principale percorre la via più importante e su di essa si chiudono la maggior parte delle maglie che costituiscono la rete (fig. D). Adottare diametri ≥ 100 mm per non pregiudicare il funzionamento in situazioni di emergenza (incendi). Fontanelle pubbliche, se richieste, una ogni 1000 abitanti; idranti possibilmente a 100 m uno dall’altro; bocche antincendio ogni 200–300 m inserite preferibilmente in un anello. Convenzioni progettuali e criteri costruttivi. Considerare incluse nelle perdite continue quelle localizzate che non derivino da valvole strozzatrici e trascurabile la differenza fra la lunghezza orizzontale della tubazione e quella effettiva. Profondità media interramento: 1–1,20 m sulla generatrice superiore del tubo. Nelle condotte principali, anche in zone pianeggianti, inserire sfiati automatici, dispositivi di scarico e saracinesche di intercettazione (ogni 300–500 m); misuratori di portata indipendenti da quelli per gli usi privati nei punti caratteristici della rete e all’inizio di ogni diramazione per servizi pubblici. Installare tutti gli apparecchi in pozzetti di muratura. Diramazioni ai privati. Sono realizzate normalmente con collari e prese sotto carico. Se occorrono diametri > 40 mm inserire diramazione a T nella condotta stradale. In strade larghe per alimentare utenze sul lato opposto a quello della condotta principale, inserire diramazione a T e posare sul lato da alimentare condotta secondaria (diametro 60–80 mm) parallela alla principale. Costi. Sono dell’ordine di 100–500 E/m di tubo. Normativa. DM LLPP 12-12-1985. Esistono inoltre normative tecniche nazionali e internazionali per le diverse tipologie di tubazioni e giunzioni. Alessandro Paoletti