Reti di distribuzione

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Reti di distribuzione
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Acquedotti
Idraulica
RETI DI DISTRIBUZIONE
I
Struttura generale e funzionale. Individuare l’area urbana interessata
(con riferimento al piano regolatore e altri strumenti urbanistici) e la sua altimetria.
Carichi piezometrici: compresi fra 20 e 80 m; oscillazioni dei carichi piezometrici
nelle diverse fasi d’esercizio: da contenere in 20–30 m.
Gli schemi piezometrici sono: a) distribuzione a gravità da serbatoio (fig. A);
b) distribuzione a gravità da due serbatoi: l’uno di testata (il più alto dei due,
posto prima dell’ingresso dell’acqua nella rete di distribuzione) e l’altro di estremità
(fig. B); il serbatoio di estremità è adottato nel caso di reti di distribuzione estese
quando si vogliano limitare le oscillazioni piezometriche nelle zone distanti dal
serbatoio di testata; c) distribuzione sotto pompaggio con serbatoi di estremità
(fig. C), adottata quando convenga l’immissione diretta in rete dell’acqua sollevata
e per evitare la costruzione di una condotta adduttrice indipendente dall’impianto
di sollevamento al serbatoio; le curve caratteristiche delle pompe debbono essere
adeguate al compito tanto nella fase diurna di alimentazione della rete con la
integrazione proveniente dal serbatoio, quanto nella fase notturna di alimentazione
del serbatoio. Se sono adottate più reti distributrici, tali schemi si ripetono.
Tipo e tracciato. Le reti possono essere: a ramificazioni o a maglie chiuse
(anelli). Il primo tipo è riservato a piccoli acquedotti o alle diramazioni periferiche
delle reti principali, il secondo tipo è assai più diffuso, essendo preferibile per la
sicurezza del servizio e per la regolarità e costanza delle pressioni d’esercizio. Studiare la rete su piano quotato della città (scala: 1/1000–1/5000) che comprenda:
la distribuzione della popolazione lungo le strade, l’azzonamento secondo il piano regolatore, le probabili direttrici di sviluppo future. Individuare ubicazione e
diametri delle tubazioni esistenti nel sottosuolo per acqua e altri servizi. Fissate
quota e posizione dei serbatoi, lo schema del tracciato delle tubazioni a maglie
chiuse o a ramificazioni, segue le strade: definire prima il tracciato delle tubazioni
principali, poi quello delle secondarie. In piccoli centri abitati la tubazione principale percorre la via più importante e su di essa si chiudono la maggior parte
delle maglie che costituiscono la rete (fig. D). Adottare diametri ≥ 100 mm per
non pregiudicare il funzionamento in situazioni di emergenza (incendi). Fontanelle
pubbliche, se richieste, una ogni 1000 abitanti; idranti possibilmente a 100 m uno
dall’altro; bocche antincendio ogni 200–300 m inserite preferibilmente in un anello.
Convenzioni progettuali e criteri costruttivi. Considerare incluse nelle perdite continue quelle localizzate che non derivino da valvole strozzatrici e
trascurabile la differenza fra la lunghezza orizzontale della tubazione e quella effettiva. Profondità media interramento: 1–1,20 m sulla generatrice superiore del tubo.
Nelle condotte principali, anche in zone pianeggianti, inserire sfiati automatici, dispositivi di scarico e saracinesche di intercettazione (ogni 300–500 m); misuratori
di portata indipendenti da quelli per gli usi privati nei punti caratteristici della rete
e all’inizio di ogni diramazione per servizi pubblici. Installare tutti gli apparecchi
in pozzetti di muratura. Diramazioni ai privati. Sono realizzate normalmente con
collari e prese sotto carico. Se occorrono diametri > 40 mm inserire diramazione a
T nella condotta stradale. In strade larghe per alimentare utenze sul lato opposto
a quello della condotta principale, inserire diramazione a T e posare sul lato da
alimentare condotta secondaria (diametro 60–80 mm) parallela alla principale.
Costi. Sono dell’ordine di 100–500 E/m di tubo.
Normativa. DM LLPP 12-12-1985. Esistono inoltre normative tecniche
nazionali e internazionali per le diverse tipologie di tubazioni e giunzioni.
Alessandro Paoletti