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L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 14 SETTEMBRE 2014
Le storie
Bergamo senza confini
L’iniziativa
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza
confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere
gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
ALondrahotrovato
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DI ELENA CATALFAMO
È partito per la prima volta a 13 anni per un’estate in famiglia nel Devon
«Volevo vincere la timidezza» dice. Ed è rimasto folgorato dall’Inghilterra
Ogni anno, finite le lezioni al liceo, Matteo Guarnieri volava oltre Manica
E oggi, a 20 anni, frequenta i corsi di «International business» alla Regent’s
«Mi piace vivere in un ambiente cosmopolita e continuare a viaggiare»
Partito da Ciserano ora lo attende un anno di perfezionamento in Cina
E per il futuro? «Sogno un lavoro in un’impresa che mi permetta di girare»
Matteo Guarnieri, 20 anni, a Trafalgar Square a Londra, dove studia da un paio d’anni
inque anni di studio
dell’inglese all’estero
durante le estati del
liceo, primo anno in
«International business (indirizzo finanza)» alla
Regent’s University di Londra,
partenza a marzo 2015 per la
Cina per praticare la lingua alla
Zhejiang Gongshang University ad Hangzhou, stage lavorativo di due mesi e mezzo nella
City. Età: 20 anni.
Quando leggi la mail di presentazione di Matteo Guarnieri
immagini di trovarti davanti
quelli che un tempo definivi
«secchioni» e che oggi forse si
chiamano «nerd», insomma un
ragazzo tutto studio e carriera.
Invece, quando entra in redazione, con il ciuffo ribelle, i
jeans rivoltati, il bracciale di
cuoio nero e le scarpe nere con
la para scura, e soprattutto
quando lo senti parlare, capisci
che non potresti essere più fuori strada.
C
La scheda
L’università a Londra
Matteo Guarnieri
20 ANNI, STUDENTE DI
INTERNATIONAL BUSINESS
ALLA REGENT’S
UNIVERSITY DI LONDRA
Nato a:
Ciserano
Vive a:
Londra (Regno Unito)
L’Università:
«La retta è costosa: equivale
al numero di corsi previsti
ogni anno. Se per caso non
ne passi alcuni, devi
ripagarli l’anno successivo»
Prima tappa nel Devon
L’immagine che lo ritrae meglio
è una foto che invia tramite
mail: lui disteso sull’erba fine e
tagliata di fresco a Exeter nel
Devon, le mani incrociate sulla
pancia, gli occhi chiusi, il felpone e i jeans. Sullo sfondo il classico palazzo vittoriano very British. Matteo in Inghilterra ha
trovato prima di tutto se stesso
e la sua dimensione di giovane
felice di abitare una realtà cosmopolita come Londra e di lasciarsi incuriosire dal mondo.
«Ero molto timido – racconta
in Inghilterra. «Nel Devon è
difficile trovare italiani – spiega
–: essere completamente immersi nella cultura locale è
l’ideale per imparare una lingua».
–, e tutti dicevano ai miei genitori che imparare una lingua era
importante. Così in terza media, un po’ per cercare di essere
meno introverso e un po’ per
praticare l’inglese, ho passato
l’estate in una casa famiglia a
Exeter nel Devon. È stata una
folgorazione: ho capito subito
che lì stavo bene, era il mio posto». E così, durante gli anni
delle superiori, a Chiari in provincia di Brescia, al liceo scientifico San Bernardino, Matteo
passa almeno un mese d’estate
Bergamo senza confini è un progetto de
In quarta superiore ormai aveva deciso: «Non ho neppure
preso in considerazione di frequentare l’università in Italia
– ricorda –: il mio posto era
Londra, il mondo. E così, visto
che la lingua la conoscevo e ho
ottenuto facilmente il riconoscimento Ielts (International
english language testing system
ndr), ho inviato cinque richieste ad altrettante università attraverso il portale Ucas».
«Mi hanno risposto in tre –
spiega – e così alla fine delle
superiori ho optato per la Regent’s University di Londra, un
ateneo privato, dove frequento
“International business”, indirizzo in Finance, per unire la
mia passione per le lingue a
quella per la matematica.
Quando in quarta superiore ho
detto ai miei genitori che volevo
studiare a Londra, mi hanno
chiesto di pensarci un po’, poi
hanno visto che sono rimasto
fermo nei miei propositi e alla
fine della quinta hanno appoggiato la mia scelta. Loro non
sanno l’inglese e non hanno mai
vissuto all’estero. Studiare a
Londra poi costa molto, non
solo in termini di tasse universitarie ma anche di vita quotidiana. Un bel sacrificio ma mi
hanno sempre appoggiato».
in collaborazione con
«Agli esami non
basta aver studiato.
Conta molto
il nostro parere»
«I prof vengono
da tutto il mondo
e hanno esperienze
in aziende»
«Ho imparato
a essere autonomo
e fare le mie scelte:
non tornerei indietro»
Una stanza in uno studentato
con cucina in comune, un’estate
di lavoro in un ristorante dopo
la maturità per racimolare
qualche soldo, e poi via, questa
volta non solo per un mese ma
per almeno tre anni e mezzo.
«Ormai sono sempre più indipendente – dice –: a casa non
avrei mai imparato a fare le lavatrici e a fare ogni giorno scelte in autonomia» ammette sorridente.
Dei corsi a Londra apprezza la
presenza di docenti che non
sono cresciuti sui libri o nelle
stanze accademiche, ma che
hanno alle spalle anni di espe-
rienza lavorativa di settore, le
lezioni teoriche e pratiche con
esercitazioni di una decina di
studenti e che «all’esame devi
dimostrare di sapere le cose ma
anche esprimere un parere, rielaborare, fare collegamenti con
l’attualità».
rale completamente diverso da
quello europeo. Potevo scegliere Pechino o Nanchino e invece
ho optato per un luogo più remoto, la città di Hangzhou, così
mi immergerò nella vita e nella
lingua in maniera totale» dice
entusiasta.
Dalla City alla Cina
Gli stage in azienda
Ma quello che di Londra e del
suo corso lo conquista di più è
il carattere cosmopolita dell’ateneo e di una metropoli di
oltre 8 milioni di abitanti. «Frequento un ateneo con 4 mila
studenti – racconta ancora –
che provengono da 142 nazioni.
Sui banchi di scuola incontro il
mondo e ogni giorno di più capisco che è quello che desidero. È
la mia scelta di vita. Non dico
che all’inizio non è stata dura,
ma ne valeva la pena: sono passato da un paese di cinquemila
abitanti a una grande città, e
non mi ero mai mosso prima di
allora. Eppure a Londra ho incontrato il mondo e ora sono
curioso di immergermi anche
in altre realtà internazionali».
Il percorso universitario di
Matteo infatti prevede le lezioni all’università, ma anche un
anno in un altro Paese per perfezionare la seconda (per lui
terza) lingua che studia dal primo anno. E lui ha pensato bene
di puntare sul cinese.
«A marzo partirò per la Cina per
studiare alla Zhejiang Gongshang University fino al gennaio 2016 per perfezionare il
cinese e per studiare moduli di
business in un ambiente cultu-
«Spero anche di fare uno stage
lì – spiega –: sempre l’ateneo
prevede per ogni anno di corso,
10 settimane di stage lavorativo
in azienda. Quest’estate ho fatto
uno stage a Londra in una società di event management musicale per persone non udenti. Il
prossimo stage mi piacerebbe
farlo in Cina o magari in Italia,
ma in un’impresa che mi permetta anche di spostarmi».
Mentre si impratichisce con la
scrittura a ideogrammi cinesi
(«parlo il cinese ma scrivere a
mano non è facile, ogni figura
apre a un pensiero filosofico»
dice) Matteo è pronto per ripartire: tra una settimana riprendono i corsi a Londra, la vita
sociale tra pub e club, l’incontro
in classe con ragazzi europei,
asiatici e arabi.
Steso sull’erba di Regent’s park
può aprire gli occhi, guardarsi
intorno e schiacciare un occhiolino alla sua vita. Good
luck. 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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