test educatore con risposte esatte

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test educatore con risposte esatte
Concorso pubblico per esami per n. 3 posti a tempo indeterminato nella figura professionale di educatore
nido d’infanzia e di n. 1 posto a tempo indeterminato nella figura professionale di educatore nido
d’infanzia con competenza in lingua straniera tedesca o inglese, Cat. C – livello base a 14 ore settimanali.
Test di data 23 agosto 2016
1.
Secondo la teoria di J. Piaget, lo stadio senso motorio:
a) si caratterizza per la conquista dell’attività rappresentativa;
b) si caratterizza per l’assenza di una rappresentazione interna degli oggetti e di immagini
mentali che possano essere manipolate mentalmente;
c) è tipico dei bambini fino ai quattro anni di età.
2.
Secondo la teoria di Piaget, l’intelligenza:
a) è un caso particolare di adattamento biologico che porta alla costruzione di nuove strutture
mentali che servono a comprendere e spiegare l’ambiente;
b) è un processo sociale che risente della cultura e delle interazioni sociali;
c) è frutto del progressivo modellamento delle risposte del bambino da parte dell’ambiente in cui
vive.
3.
Possiamo parlare di Zona di sviluppo prossimale quando:
a) il bambino è ormai in grado di compiere da solo una certa operazione o ha bisogno
solamente di un piccolo aiuto;
b) il bambino dimostra competenza e sicurezza nel compiere una certa operazione;
c) il bambino riesce a compiere una certa operazione solo se è messo in contatto con i coetanei.
4.
Il legame di attaccamento consiste:
a) nel rapporto con chiunque assicura al bambino la risposta ai suoi bisogni primari;
b) in un rapporto di prossimità con le figure che garantiscono al bambino sicurezza emotiva e
affettiva;
c) nella relazione di fiducia che si instaura tra figure genitoriali ed educative.
5.
In occasione dei primi distacchi in fase di ambientamento, sono segnali tipici di un attaccamento
sicuro con le figure genitoriali:
a) la capacità del bambino di rimanere concentrato sulle proposte di gioco e non manifestare il
bisogno di contatto e vicinanza con l’educatore;
b) la capacità del bambino di esplorare attivamente l’ambiente e non avere particolari reazioni nel
momento della separazione dal genitore;
c) la capacità del bambino di esplorare attivamente l’ambiente e di manifestare sofferenza e
sconforto al momento della separazione dalla figura genitoriale.
6.
Secondo la Montessori, nella predisposizione di un contesto di sviluppo delle capacità è importante:
a) l’offerta di materiali naturali;
b) mettere a disposizione dei bambini una varietà di materiali diversi fra cui essi possano
scegliere in base al loro naturale interesse all’interno di un ambiente preparato.
c) offrire tanti esemplari dello stesso materiale con caratteristiche sensoriali diversificate affinché i
bambini possano far leva sull’imitazione tra pari per comprenderne il funzionamento;
7.
Secondo E. Pickler, nella predisposizione di uno spazio destinato ai bambini piccoli è importante:
a) offrire il più possibile angoli morbidi che permettano ai bambini di sentirsi sicuri e contenuti;
b) garantire massima libertà motoria anche attraverso la valorizzazione di superfici dure che
permettano al bambino di sperimentare tutte le forme del movimento;
c) che l’adulto metta il bambino nelle condizioni di assumere posizioni o eseguire movimenti che
non è ancora in grado di fare in autonomia.
8.
Il “cestino dei tesori” proposto da E. Goldschiemd deve contenere:
a) una ricca varietà di oggetti d’uso comune che l’educatore dovrebbe costantemente
rinnovare;
b) una ricca varietà di oggetti d’uso comune che deve rimanere stabile in corso d’anno affinché il
bambino possa attivare un’esplorazione approfondita che coinvolga tutti i sensi;
c) specifiche categorie di oggetti che i bambini possano classificare e nominare.
9.
La relazione con le famiglie all’interno del nido d’infanzia è finalizzata a:
a) considerare i genitori interlocutori a cui esplicitare il progetto educativo del servizio al fine
di poterlo discutere in una logica complementare.
b) offrire ai genitori un servizio di counseling psico-pedagogico;
c) acquisire informazioni attraverso i “dati sensibili” come previsto dalla legge sulla privacy;
10. In occasione del primo colloquio con le famiglie è importante:
a) prestare attenzione al buon clima dell’incontro per costruire una buona relazione;
b) raccogliere quante più informazioni possibile;
c) preoccuparsi di dare ai genitori tutte le informazioni della vita al nido.
11. Prima del colloquio con il genitore è soprattutto importante che l’educatore:
a) definisca con il resto del gruppo di lavoro l’obiettivo del colloquio, i suoi contenuti e lo stile
comunicativo da adottare;
b) rilegga le proprie osservazioni sul bambino e le considerazioni che ne ha ricavato;
c) pensi alle possibili strategie educative da suggerire al genitore.
12.
Per bisogno educativo speciale s’intende:
a) una situazione di disabilità determinata da condizioni fisiche e/o psichiche problematiche;
b) una situazione di svantaggio socio culturale che necessita l’attivazione di un lavoro di rete fra
nido, famiglia e operatori socio-sanitari.
c) una qualsiasi difficoltà evolutiva in ambito educativo che ostacola il funzionamento;
13. Il paradigma dell’inclusione prevede che in un servizio educativo:
a) siano attivate a favore dei bambini con bisogni educativi speciali tutte le risorse disponibili
nel servizio, a partire da quelle più quotidiane (es. relazioni tra pari, proposte progettate
per il gruppo, ecc.).
b) vengano attivati a favore dei bambini con bisogni educativi speciali percorsi il più possibile
individualizzati, anche di carattere tecnico;
c) vengano segnalati tempestivamente ai servizi sanitari tutti i bambini che presentano difficoltà
evolutive lievi affinché possano essere intrapresi tempestivamente percorsi riabilitativi;
14. Alla luce delle recente ricerca in campo glottodidattico, l’incontro con una lingua straniera in età
prescolare:
a) non è adatto a bambini che non hanno ancora raggiunto completa padronanza nella lingua
madre.
b) è finalizzato all’insegnamento formale della lingua per valorizzare la naturale predisposizione
dei bambini piccoli ad apprendere codici linguistici diversi;
c) si traduce in un accostamento, ossia in un’esposizione più o meno frequente a una o più
lingue in situazioni comunicative familiari;
15. Per promuovere un accostamento efficace alle lingue straniere in bambini di età prescolare è
importante (il candidato indichi fra le tre risposte la più importante):
a) offrire ai bambini un input linguistico ricco e sostenuto da supporti extralinguistici che ne
sostengano la comprensione.
b) che l’educatore sia in possesso di una pronuncia perfetta e di un eloquio fluido;
c) offrire ai bambini un input linguistico ricco affinché i bambini possano concentrarsi
spontaneamente su quanto viene detto;
16. L’osservazione in un servizio educativo deve essere fatta soprattutto per:
a) dare significato a ciò che si è visto attraverso la riflessione e il confronto;
b) tenere sotto controllo la situazione;
c) riferire ai genitori.
17. Che cosa dobbiamo intendere per “bambino competente” al nido:
a) un bambino che impara quanto gli viene insegnato con relativa facilità;
b) un bambino attivo, che crea, che progetta le sue azioni con i mezzi che ha a disposizione;
c) un bambino che sa ben eseguire i compiti a lui affidati.
18. Punto di partenza per la progettazione di un’esperienza/proposta di gioco è:
a) un’osservazione attenta degli interessi manifestati dai bambini, in vista del sostegno e
dello sviluppo delle loro potenzialità;
b) un’analisi obiettiva delle competenze che i singoli bambini devono sviluppare bene;
c) un’idea il più possibile suggestiva e condivisa dal gruppo di lavoro.
19. Oltre alla comunicazione con le famiglie, la documentazione in un servizio educativo ha il
principale obiettivo di:
a) rendere piacevole l’ambiente e comunicare un senso di accoglienza;
b) risignificare le azioni e i percorsi realizzati e diventare stimolo per la loro riprogettazione;
c) offrire ai bambini la possibilità di rivedersi in situazioni significative.
20. Quale fra quelle indicate rappresenta una funzione centrale della figura di riferimento?
a) mantiene e consolida un legame affettivo con il bambino attraverso la risposta puntuale ai
bisogni di cura;
b) mantiene e consolida un legame di stima e amicizia con la famiglia;
c) le sue azioni fanno riferimento al gruppo dei bambini affidati.
21. ASIF CHIMELLI:
a) è un ente con personalità giuridica pubblica
b) è un’azienda - ente strumentale provinciale con personalità giuridica propria
c) è un’articolazione del Comune di Pergine Valsugana, priva di personalità giuridica
22. ASIF CHIMELLI ha per oggetto delle proprie attività:
a) la gestione del servizio di scuola dell’infanzia provinciale
b) la gestione di servizi nel campo sociale, educativo, sportivo e culturale conferiti dal
Comune di Pergine Valsugana
c) l’erogazione di buoni di servizio per l'acquisto di servizi per la prima infanzia
23. La permanenza massima di uno stesso bambino presso i servizi socio-educativi per la prima
infanzia, anche se diversi, non può superare giornalmente:
a) le dieci ore
b) le dodici ore
c) le undici ore
24. Il nido familiare – servizio tagesmutter:
a) è sempre sostitutivo del nido d’infanzia
b) è complementare al nido d’infanzia
c) non è mai sostitutivo del nido d’infanzia
25. Il sistema dei servizi socio educativi per la prima infanzia in Provincia di Trento:
a) sostiene progetti di auto-organizzazione di servizi da parte dell’associazionismo familiare
b) regolamenta i nidi d’infanzia sui luoghi di lavoro
c) comprende i servizi di conciliazione per la prima infanzia in fascia zero - tre anni