Parola noi - Diocesi di Como
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Parola noi - Diocesi di Como
P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 13 MARZO 2010 REPERTORIO LITURGICO SU «ARMONIA DI VOCI» NOVITÀ IN LIBRERIA CANTI PER LA QUARESIMA RACCONTI PER RAGAZZI L a nuova annata della rivista della Elledici Armonia di voci si apre nel segno di un restyling grafico, della proposta di nuovi contenuti anche su Internet e della collaborazione con l’Ufficio liturgico nazionale della CEI. Edita a cadenza trimestrale, Armonia di voci si è specializzata, unica nel panorama italiano, nella proposta di testi e musiche nuovi per la liturgia, offrendo in ogni numero un fascicolo e un CD. Ma il numero di gennaiomarzo 2010, oltre all’editoriale del direttore Massimo Palombella e alla tradizionale proposta di audio e spartiti, inaugura alcune rubriche di taglio formativo pensate in particolare per i cori parrocchiali e i loro animatori (da “Guidare il canto dell’assemblea” a “Pregar cantando”, a “L’elaborazione di un canto”). Un’altra novità, la puntuale presentazione dei canti proposti (“Un canto non vale l’altro”), è invece firmata da mons. Antonio Parisi, esperto per la musica liturgica dell’Ufficio litur- gico nazionale CEI. I titoli proposti nel numero di gennaio-marzo 2010 sono cinque e consistono nell’elaborazione a più voci di altrettanti canti quaresimali del nuovo Repertorio nazionale di canti per la liturgia (curato dalla CEI ed edito dalla Elledici). I numeri successivi di Armonia di voci ruoteranno attorno al Tempo di Pasqua (n. 2 aprile-giugno), al culto eucaristico (n. 3 luglio-settembre) e alla celebrazione eucaristica (n. 4 ottobre-dicembre). Armonia di Voci, Elledici, euro 15,00 ogni numero trimestrale (abbonamento annuale: euro 55,00) Il cd propone brani della tradizione quaresimale eseguiti dal Coro Interuniversitario di Roma, istituzione che ha come finalità la tutela, la ricerca e la fruizione del patrimonio classico della “Scuola Romana” (la polifonia del XVI secolo) e del grande patrimonio operistico italiano. Musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Domenico Bartolucci, Gregorio Allegri. Il coro è diretto dal Maestro Massimo Palombella. Pascha nostra Christus est, Elledici, euro 12.00 UN RACCONTO VERSO LA PRIMA COMUNIONE Come i tasti dell’organo « S PAOLO CURTAZ – illustrazioni di MASSIMO ALFAIOLI, Mattia va alla Prima Comunione, San Paolo, pagine 64, euro 13,00 pero che sia un tipo simpatico, visto che deve venire ad abitare dentro di me”: è quel che pensa Mattia, detto Tatia, quarta elementare, un bambino come tanti – poco esperto di chiesa, segno di croce al contrario - che si sta preparando alla Prima Comunione insieme alla sua amica Marta, detta Tarta. La catechista è un tantino noiosa, il prete giovane don Giorgio un po’ formale. Dal vangelo a fumetti di Tarta comunque Gesù sembra un tipo in gamba. Ma Tatia non sa come fare ad incontrarlo davvero e non ha tanto capito cosa succede. E’ il signor Giovanni, l’organista, innamorato della musica di Bach e di Dio che, “per creare il mondo, ha cantato e le cose sono esistite”, ad aiutarlo a entrare nel mistero: “Così come non vedi la musica ma la ascolti, così come non vedi l’amore della tua mamma e del tuo papà ma sai che ti amano, anche Gesù, se vuoi, può aiutarti a crescere e a incontrare Dio. Per farlo si è fatto pane, quel piccolo pezzo di pane che ti verrà dato fra qualche domenica, e che noi crediamo essere la presenza stessa di Gesù”. Ha capito Tatia: “Siamo come i tasti dell’organo. Facciamo la comunione e Dio, se vogliamo, ci aiuta a diventare bella musica”. E’ pronto all’avventura della vita nell’amicizia con Gesù. ELENA CLERICI a cura di ELENA CLERICI Usare i ricordi di mamma e papà (lei vissuta a Bologna, lui a Siracusa) per scrivere una storia per ragazzi: così è nato questo libro, che racconta il secondo conflitto mondiale ai ragazzi di oggi con la “speranza che lo Stivale non si spezzi mai più”. Protagoniste due giovani cugine, Teresa e Lina, che vivono in due luoghi lontani, l’una al Nord e l’altra al Sud. La loro vita serena viene sconvolta dalla guerra che le dividerà per lunghi anni con il suo bagaglio di dolore e orrore: ma gli eventi della Storia si intrecciano con le piccole storie – i gelati, la moda, le canzoni, le amicizie – di due ragazze che crescono. Il romanzo è pubblicato nella Collana Il Parco delle Storie, ed è rivolto ai fanciulli 10+. ANNAMARIA PICCIONE – illustrazioni di TOMMASO D’INCALCI, Lo stivale spezzato, Paoline, pagine 196, euro 12,00. “Per salvare il mondo non servono grandi gesti, ma molte piccole attenzioni”. Con questo aforisma si apre la prima avventura di Mastino Macchiavelli, l’inventore col pallino di risolvere i problemi del mondo. In realtà poi Mastino finisce col combinare un sacco di guai: in questa storia allegra e coinvolgente egli mette a punto un potente spray per eliminare dal pianeta Terra tutte le mosche, perché lui proprio non le può sopportare, ma … che disastro! Egli è l’unico però in grado di rimediare al suo sbaglio e di farci scoprire alla fine, tra avventure divertenti, un tesoro molto importante. La serie di Mastino Macchiavelli con tutta la sua girandola di personaggi strampalati - interpretati tra l’altro con garbo e ironia sapiente dall’illustratore - vuole essere un modo simpatico per riflettere sull’ambiente. L’Editore promette che seguiranno altre esilaranti avventure! ANNALISA STRADA -illustrazioni di FRANCESCO MATTIOLI, Laboratori Scientifici Mastino Macchiavelli. Fino all’ultima mosca, San Paolo, pagine 122, euro 10,00. Timotheè De Fombelle è un autore noto ai ragazzi: ha scritto infatti Tobia. Un millimetro e mezzo di coraggio (vincitore di una trentina di premi, tra cui il Premio Andersen 2007) ed il suo seguito Tobia. Gli occhi di Elisha. La sua scrittura particolare si ritrova anche in questa storia, “non abbastanza lunga per farne un romanzo” ma tale da “lasciare una traccia”: si tratta di una riflessione sull’ambiente e sul futuro della Terra, di una storia d’amore che diventa avventura ecologica. Celeste è malata: tutte le ferite ecologiche del mondo appaiono sul suo corpo ... quella macchia ricorda l’ultimo ettaro di foresta amazzonica, la pelle spelata disegna i contorni dell’Artide: per salvare Celeste si deve curare il mondo. La sua vita dipende da tutti i gesti e le azioni della vita quotidiana di miliardi di esseri umani! E solo un ragazzo molto innamorato può davvero aiutarla, perché solo l’amore può salvare il mondo. TIMOTHEE’ DE FOMBELLE – illustrazioni di JULIE RICOSSE’, Tu sei il mio mondo, San Paolo, pagine 96, euro 9,50. QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C Parola FRA noi GS 5,9-12 SAL 33 2 COR 5,17-21 LC 15,1-3.11-32 Il peccato scortica e deforma l’immagine di Dio nell’uomo di ANGELO SCEPPACERCA QUARTA SETTIMANA del Salterio LA MISERICORDIA È IL NOME DI DIO... PADRE S e quello di Luca è chiamato il “Vangelo della misericordia”, questo di oggi ne è il manifesto insuperabile, capace di ritrarre l’indicibile vicenda eterna dell’amore del padre per il figlio. Un amore capace di far tornare indietro il figlio dalla morte, di scambiare la pena con la festa di nozze per averlo ritrovato dopo averlo perduto. Questa è la domenica Laetare, della letizia, incastonata al centro della Quaresima, tutt’altra cosa rispetto ai nostri carnevali. Il peccato scortica e deforma l’immagine di Dio nell’uomo. Funziona così. Pensiamo a un Dio geloso e rivale invincibile, impedimento alla nostra libertà e realizzazione. E ci ritroviamo lontani, in fuga dinanzi a Lui, certi di poter e dover fare da soli. Gesù reagisce e mette a tacere tutti quelli che non sopportano la misericordia del Padre perché non sanno che misericordia è il nome di Dio. La parabola di Luca ha diversi dettagli, che convergono sempre al centro indicato dalle parole del Padre: “Bisognava far festa”. I peccatori l’hanno capito e fanno festa a Gesù. Più che dei due figli – lo scialacquatore e il presuntuoso – questa è la parabola del Padre che non riceve altra gioia più grande che quella di essere capito come padre e che, infine, vede i fratelli riconoscersi come tali. È chiaro l’invito a fare anche noi da padre. È commovente poter pensare la conversione come il rovesciamento dell’immagine di Dio, riscoprire il suo volto di tenerezza, rialzarsi dalla delusione del proprio peccato o dall’arroganza del sentirsi a posto, per gioire semplicemente di essere figli del Padre. Basta da sola questa pagina così piena di buone notizie a far cedere dinanzi al dono di grazia che è la fede. Fronteggiarla o tradirla è alla radice di ogni possibile peccato riconducibile ai due tipi di figli. “Un uomo aveva due figli”: in realtà non ne aveva nessuno vero. Uno andato via, l’altro estraneo al suo sentimento. Uno diventa schiavo, l’altro si sente garzone. Entrambi non conoscono il padre, ne hanno una cattiva opinione. Il minore prova a sostituire il padre con il proprio piacere, ma alla fine sarà travolto dall’abbraccio del padre. Il maggiore è in collera e si ritiene addirittura migliore del padre grazie al dovere compiuto. Nessuno dei due conosce il padre, per questo non si riconoscono fratelli. E solo questo dovrebbero fare. Tutta la strada, in fondo, l’ha già fatta il padre, uscito incontro al figlio perduto e, ancora lui, uscito a convincere (a consolare!) quello presuntuoso. Il passaggio alla grazia avviene non quando ci sentiamo bravi, ma quando lo chiamiamo Padre nostro. La misericordia è il nome di Dio e “Padre” è il suo volto perché lui ci vede e si commuove, come il buon samaritano. Al Padre, quando vede il male del figlio, gli si sconvolgono le viscere, il suo è un amore uterino. Padre e madre, capace solo di abbracciare e baciare ogni figlio. Come nella parabola, il Padre ha fretta, è stanco di avere dei servi invece che dei figli. Fretta di far festa, di porgere l’anello e di rivestire il figlio. Per questo banchetto occorre il vitello cresciuto a grano. È la festa dell’Eucaristia, il pane sfornato a Pasqua. È la domenica della gioia. Non chiudiamoci nella tristezza perché ci si riconosce nel peccato del minore o in quello del maggiore. Guardiamo nel cuore del Padre. Ci aiutano le parole del santo curato d’Ars: “È più facile salvarsi che perdersi, tanto è grande la misericordia di Dio. Brama più il buon Dio di perdonare un peccatore pentito che non una madre di strappare il suo bambino dal fuoco in cui è caduto”.