07/10/2005 Invito alla festa
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07/10/2005 Invito alla festa
Incontro Giovani 07-10-2005 INVITO ALLA FESTA • • • • • Gesù nel vangelo ci dice che è andato a prepararci un posto nel Cielo… Ci assicura che c’è posto per tutti. Che idea hai del Paradiso? Pensi che tutto finisca qui sulla terra? Gesù ci invita alla festa di ogni Domenica per ricordare la sua “resurrezione” con l’accostarci alla mensa che Lui ci ha preparato… Ci offre l’unione con Se stesso quando riceviamo l’Eucarestia. Ci invita a questa mensa Eucaristica che ci prepara alla festa finale con Lui per tutta l’eternità. Gesù ci racconta una parabola significativa di un invito alla festa. Noi siamo liberi di parteciparvi… Ma ci prepariamo la felicità o la tristezza… Vangelo di Matteo 22, 1-14: Parabola del banchetto nuziale 1Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. 4Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. 5Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 10Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l`abito nuziale, 12gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz`abito nuziale? Ed egli ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». La Parola del Signore è molto forte. A quali di questi commensali mi posso assimilare?... Dio è pieno di bontà e misericordia, soltanto io posso decidere di seguire l’invito… Leggiamo dalla saggezza umana: L'invito alla festa (Rabindranath Tagore) Ho ricevuto il mio invito alla festa di questo mondo; la mia vita è stata benedetta. I miei occhi hanno veduto, le mie orecchie hanno ascoltato. In questa festa dovevo soltanto suonare il mio strumento: ho fatto come meglio potevo la parte che mi era stata assegnata. Ora dico: è venuto alfine, il momento di entrare e guardare il tuo volto e offrirti il mio silenzioso saluto. L'invito di Dio (Paulo Coelho, I racconti del maktub) Santa Teresa d'Avila dice: "Ricorda: il Signore invitò tutti noi, e - dal momento che Egli è pura verità - non possiamo dubitare del suo invito. Egli disse: 'Vengano a me tutti coloro che sono assetati, ed Io gli darò da bere'. Se l'invito non fosse stato per ciascuno di noi, il Signore avrebbe detto: 'Vengano a me tutti quelli che lo desiderano, perché non avete niente da perdere. Ma darò da bere solo a coloro che sono preparati'. Egli non impone condizioni. E' sufficiente camminare e desiderare, e tutti riceveranno l'Acqua della Vita del Suo Amore". Alla festa della Creazione (Bruno Ferrero, Solo il vento lo sa) Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale. L'uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. "Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo". L'uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali. Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l'uomo fu preso dal panico. Arrivò il suo turno. Allora l'uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: "Ti voglio bene!". Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l'uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico. "Per qual fine Dio ci ha creati? Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in Paradiso" (Catechismo di Pio X). Lascia che ti ami, mio Dio. Che cosa ho in cielo, che cosa ho in terra, all'infuori di te? Tu, Dio del mio cuore e mia parte nell'eternità, lascia che mi aggrappi a te. Sii sempre con me, e se sarò tentato di lasciarti, tu, mio Dio, non mi lasciare. Tienimi alla tua porta (Rabindranath Tagore) Degnati di tenermi alla tua porta, come servo sempre vigile e attento; mandami come messaggero per il regno ad invitare tutti alle tue nozze. Non permettere ch'io affondi nelle sabbie mobili della noia, non lasciarmi intristire nell'egoismo, in pareti strette senza cielo aperto. Svegliami, se m'addormento nel dubbio e sotto la coltre della distrazione; cercami, se mi perdo nelle molte strade tra grattacieli d'inutili cose. Non permettere ch'io pieghi il mio cuore all'onda violenta dei molti; tienimi alta la testa, orgoglioso d'essere tuo servo. Tu appartieni al Signore (Fonte non specificata) Rendine grazie al Signore! Offri a Gesù la tua mente e la tua intelligenza; chiedigli che le riempia con i suoi pensieri. Chiedigli perdono per non averla saputa usare come Lui desiderava. Offri i tuoi occhi al Signore, chiedi perdono per i peccati commessi con gli occhi e supplicalo perché ti aiuti a guardare con i suoi occhi… Tu sei la sua casa! E' la più bella dimora di Dio. Gli uomini si costruiscono case e le abitano, ma lui desidera vivere in te Anche per questo ti ha fatto a sua immagine e somiglianza, tu sei il suo capolavoro! Invitalo, allora, a prendere pieno possesso della sua dimora in te, perché ne faccia il suo Tempio Santo secondo il suo piano d'amore. Affidati veramente al Signore; ripeti più volte il nome di Gesù, sarà Lui a trionfare sulla tua mente e sul tuo cuore. Gesù vincerà le tue inclinazioni negative perché è il tuo Salvatore. Intercessioni … Padre nostro Benedizione e Canto finale La gioia è la prima testimonianza del vangelo (Oscar Battaglia, La Madre del mio Signore) Il timore di Dio (A. Hesche, Dio alla ricerca dell'uomo) Il timore è un modo di essere in rapporto con il mistero di tutta la realtà. Il timore che percepiamo o dovremmo percepire quando ci troviamo alla presenza di un essere umano è un momento di intuizione della somiglianza di Dio che si cela nella sua essenza. Non soltanto l'uomo, ma anche gli oggetti inanimati hanno relazione con il Creatore. Segreto di ogni creatura è l'attenzione e la sollecitudine di cui sono investite da parte di Dio. Qualcosa di sacro è in gioco in ogni avvenimento. Il timore è l'intuizione della dignità di creature comune a tutte le cose e del grande valore che esse hanno per Dio; è il riconoscere che le cose non sono soltanto quello che sono ma implicano anche, se pure alla lontana, qualcosa di assoluto. Il timore è percezione della trascendenza, percezione del fatto che tutto in ogni luogo si riferisce a colui che è al di là delle cose. Un'intuizione che si manifesta meglio negli atteggiamenti che nelle parole. Tanto più siamo desiderosi di esprimerlo, tanto meno vi riusciamo. Il significato del timore è di rendersi conto che la vita si svolge sotto orizzonti vasti, che si estendono oltre il breve lasso di tempo di una vita individuale o perfino della vita di una nazione, di una generazione o di un'epoca. Il timore ci permette di percepire nel mondo le allusioni al divino, di sentire nelle piccole cose il principio di un significato infinito, di sentire ciò che è essenziale nel comune e nel semplice; di avvertire nel fluire del transitorio il silenzio dell'eternità. E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù. Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede. Le campane a festa (Fonte non specificata) In un convento di clausura, ogni volta una suora, che ha vissuta l'intera vita sempre e solo con Dio, torna al Padre, le campane suonano a festa. Fu chiesto alla superiora il perché di queste campane a festa: "Noi, spose di Cristo, siamo come le vergini in continua attesa che arrivi lo sposo: e, quando arriva, è festa, grande festa. Ci vestiamo di bianco come per le nozze e riempiamo di gioia tutta la liturgia". Quando la vita è una festa (Madeleine Delbrel) Ciascun atto docile ci fa ricevere pienamente Dio e dare pienamente Dio in una grande libertà di spirito. Allora la vita è una festa. Ogni piccola azione è un avvenimento immenso nel quale ci viene dato il paradiso. Non importa che cosa dobbiamo fare: tenere in mano una scopa o una penna, parlare o tacere, rammendare o fare una conferenza, curare un malato o usare il computer. Tutto ciò non è che la scorza della realtà splendida: l'incontro dell'anima con Dio rinnovata ad ogni minuto, che ad ogni minuto si accresce in grazia, sempre più bella per il suo Dio. Suonano? Presto, andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci. Un'informazione?...Eccola: è Dio che viene ad amarci. È l'ora di metterci a tavola? Andiamoci: è Dio che viene ad amarci. Preghiera per le vocazioni (Giovanni Paolo II, Messaggio Giornata Mondiale per le vocazioni 1987) Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il Tuo dolce invito: "Vieni e seguimi"! Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla Tua voce! Sostieni nelle loro fatiche apostoliche i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate. Dona perseveranza ai nostri seminaristi e a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrato al Tuo servizio. Risveglia nelle nostre comunità L'impegno missionario. Manda, Signore, operai nella Tua messe e non permettere che l'umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari e di persone votate alla causa del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci a rispondere di "sì" al Signore che ci chiama per collaborare al disegno divino di salvezza. Amen.