IL DOLORE DEL PARTO: CONOSCERLO E CONTROLLARLO

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IL DOLORE DEL PARTO: CONOSCERLO E CONTROLLARLO
IL DOLORE DEL PARTO: CONOSCERLO E CONTROLLARLO
Il dolore del travaglio di parto, pur variando da donna a donna, può manifestarsi con intensità molto
elevata. Ciò determina alcune modificazioni biochimiche, causate dagli ormoni dello stress, che
possono ripercuotersi negativamente sia sulle contrazioni uterine (diminuendone l’efficacia), sia sul
benessere fetale (diminuendo l’ossigenazione del bimbo).
Una buona analgesia di parto, oltre ad alleviare il dolore, può comportare un miglioramento delle
condizioni della mamma e del suo bambino. L’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione della
Mangiagalli (Fondazione IRCCS) offre l’analgesia di parto, nell’arco delle 24 ore, a tutte le pazienti
che ne facciano richiesta, previa visita anestesiologica, che può essere richiesta dal 6° mese di
gravidanza al Centro Unico Prenotazioni (CUP). Attualmente presso la nostra Clinica circa il 30%
dei parti per via naturale è espletato con analgesia epidurale.
Conoscere le metodiche
Una corretta informazione permette alla futura madre di avere una esauriente conoscenza della
dinamica del parto e di affrontare questo fondamentale evento della propria vita con minore ansia e
paura. Il corso di psicoprofilassi, accompagnato dall’apprendimento di semplici metodiche di
rilassamento, è importante per un parto più sereno, ma spesso non è sufficiente per ridurre il dolore
a livelli accettabili. Sono state perciò messe a punto diverse tecniche analgesiche, tra le quali la più
utilizzata ed efficace è l’analgesia peridurale.
Nel travaglio si distinguono due stadi:
Fase di dilatazione
le contrazioni ritmiche dell’utero provocano dolori che, con l’avanzare del travaglio, diventano più
frequenti ed intensi. E’ questa la fase più lunga (circa il 90%) di tutto il travaglio.
Fase di espulsione
In questa fase è necessaria la partecipazione attiva della madre, che tramite le sue “spinte” permette
la nascita del bambino. Il dolore, nei due stadi è sostanzialmente differente: mentre è
prevalentemente lombare nella prima fase, interessa la zona addominale e perineale nella seconda.
Tecnica peridurale
Consente di abolire o comunque di ridurre sensibilmente il dolore: le contrazioni uterine sono
percepite senza risultare dolorose. In questo modo non è compromessa la capacità di spinta e la
partecipazione attiva al parto. L’analgesia peridurale è una metodica ormai standardizzata e sicura.
Deve ovviamente essere effettuata da anestesisti esperti e applicata in strutture attrezzate, in stretta
collaborazione con ginecologi ed ostetriche.
ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO
Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico
UO di Anestesia e Rianimazione
Via Commenda, 12 – 20122 MILANO
Tel 0255032584 Fax 0255032380
Descrizione della tecnica
Consiste nell’introduzione, tramite un ago, di un sottile catetere nella zona lombare vicino alle
terminazioni nervose che trasmettono il dolore del travaglio (spazio peridurale). Attraverso questo
catetere sono somministrate le dosi di analgesico (in genere oppiacei) e di anestetico locale,
ripetibili secondo la necessità della donna e i tempi del travaglio, ma comunque sempre a bassa
concentrazione. Il posizionamento del catetere necessita di alcuni minuti e non è doloroso perché
viene praticato previa anestesia locale della cute. Il momento di applicazione viene scelto in
accordo con il ginecologo e l’ostetrica che seguono il parto, in considerazione dell’intensità del
dolore e comunque a travaglio ben avviato.
Vantaggi
Il vantaggio della peridurale rispetto ad altre tecniche farmacologiche consiste nel fatto che gli
analgesici iniettati permangono nello spazio peridurale senza entrare nel circolo sanguigno della
madre, preservando il bambino dagli eventuali effetti collaterali. Trova inoltre specifica indicazione
in tutte quelle condizioni in cui lo stress del travaglio può far peggiorare patologie della madre quali
diabete, ipertensione, malattie respiratorie ed alcune cardiopatie. Infine, qualora ci fosse la necessità
di procedere ad un taglio cesareo, il cateterino peridurale può essere utilizzato per effettuare
un’anestesia chirurgica, aumentando in modo adeguato la quantità e la concentrazione
dell’anestetico locale. Nella paziente ostetrica l’anestesia periferica (peridurale o spinale) è sempre
da preferirsi all’anestesia generale, in quanto il carico farmacologico per la madre è più basso, evita
l’assorbimento dei farmaci da parte del feto, il recupero post-operatorio è più rapido e i rischi sono
complessivamente inferiori.
Controindicazioni
Le controindicazioni all’analgesia peridurale sono limitate: non è possibile praticarla in gravide con
deficit della coagulazione o in trattamento anticoagulante ed in tutte quelle pazienti con infezioni
generalizzate (temperatura superiore ai 38° o con infezioni localizzate in sede di inserzione del
catetere). Durante il colloquio preventivo con l’anestesista potranno emergere condizioni in cui
l’analgesia non è opportuna.
Complicanze
La peridurale è una tecnica sicura abitualmente priva di complicanze. In alcuni casi vi può essere
comparsa di brivido, calo della pressione arteriosa, prurito e cefalea (1%), sintomi che regrediscono
spontaneamente o con tempestivo trattamento farmacologico. La probabilità di parto strumentale
risulta aumentata in letteratura. Tuttavia in Clinica Mangiagalli vengono utilizzati dosaggi di
farmaci sensibilmente ridotti, soprattutto durante la fase espulsiva, per cui è ipotizzabile un minor
ricorso al parto strumentale rispetto ai dati pubblicati. Dopo il parto la puerpera può lamentare una
lombalgia. E’ questa una complicanza imputabile alla dinamica del parto, presente quindi sia nelle
pazienti sottoposte ad analgesia sia in quelle che non la richiedono. Le sequele neurologiche gravi e
persistenti sicuramente attribuibili alla tecnica sono molto difficili da indagare; la loro incidenza è
comunque decisamente rara e oscilla tra 1/10.000 a 1/20.000 (1-5).
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Metodiche alternative
Qualora non fosse possibile ricorrere alla peridurale si hanno a disposizione altre metodiche, che
tuttavia hanno efficacia inferiore. Le più utilizzate sono l’ analgesia per via endovenosa o
intramuscolare. In questo caso i farmaci analgesici devono però essere utilizzati a dosaggi inferiori
rispetto alla norma per non compromettere il benessere fetale.
Come richiedere la partoanalgesia
Dopo il 6° mese di gestazione deve essere eseguita una visita anestesiologica per evidenziare
specifiche problematiche o possibili controindicazioni. Trattandosi di un atto medico, la
partoanalgesia è effettuata previa sottoscrizione di uno specifico consenso informato, raccolto
durante il colloquio preventivo, dove vengono elencati i vantaggi e gli eventuali effetti collaterali
della metodica.
Il giorno del parto l’analgesia potrà essere richiesta all’ingresso in Sala Parto o a travaglio avviato
all’ostetrica che valuterà il momento opportuno per chiamare l’anestesista.
Per appuntamenti:
Centro Unico di Prenotazione: Tel. 800.638638
Orari: dal Lunedì al Sabato dalle 8.00 alle 20.00
Riferimenti bibliografici
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Usubiaga JE. Int Anesthesiol Clin 1975 ;13 :1-153
Scott DB, Hibbard BM. Br J Anaesth 1999 ;64 :537-41
Aromaa U et al. Acta Anaesthesiol Scand 1997 ;41 :445-52
Kane RE. Anesth Analg 1981;60:150-61
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