424_Incontro_giovani_e_teatro_2016_03_04
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LICEO STATALE “SANDRO PERTINI” Liceo Linguistico - Liceo delle Scienze Umane (con Opzione Economico-Sociale) Liceo Musicale e Coreutico – Sez. Musicale Via C. Battisti, 5 - 16145 Genova - Corso Magenta, 2 A - 16125 Genova Tel. 010313824 - Fax 010315428 Cod. Fisc. 80041570104 - C.M. GEPM04000P email: [email protected] - www.liceopertini.gov.it Circolare 424 / a.s. 2015-2016 Agli alunni Genova, 3 Marzo 2016 Alle famiglie degli alunni Ai Docenti All’Albo e, p.c. al Personale ATA al D.S.G.A. Oggetto: Incontro “Giovani e Teatro” – percorso teatrale “Quelli della Tosse” Si comunica che, nell’ambito dell’attività “Quelli della Tosse”, venerdì 4 marzo p.v. dalle ore 14.30 alle ore 16.00, nella palestra della sede di Via C.Battisti, gli attori Gianmaria Martini e Pietro Fabbri incontreranno gli studenti del Liceo Pertini per una riflessione su “I giovani e il teatro”. Durante l’incontro gli studenti si potranno confrontare direttamente con i due attori, interpreti negli spettacoli “Caligola”, “Prometeo” e “Buio a mezzogiorno”, per avviare una riflessione sul tema del potere. L’incontro è aperto a tutti i docenti e gli studenti interessati. Il Dirigente Scolastico Prof. Alessandro Cavanna Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi dell’art. 3, comma 2 del D.L.vo 39/93 Allegato: Scheda didattica del prossimo spettacolo: “Buio a mezzogiorno” a cura della regista Laura Sicignano 424_Incontro_giovani_e_teatro_2016_03_014 Note dalla regia! Il teatro mi porta sempre lontano nel tempo o nello spazio, alla ricerca di storie vere, grandiose come miti, che possano illuminare il nostro presente attraverso la luce delle complessità del passato. Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler è un romanzo, notissimo alla generazione del dopoguerra, ancora di potente attualità: è il ritratto di un’epoca leggendaria e feroce, il periodo più cupo dello stalinismo; ma è anche il ritratto di un uomo, Rubasciov, che, dopo aver speso tutta la propria vita in lotta per l’ideale magnifico della salvezza dell’umanità attraverso la Rivoluzione, si trova a fare i conti con il fallimento. Fallimento della Grande Idea. Fallimento personale. La sua radicale scelta di vita fu quella di cancellare il privato, l’Io, a favore dell’Idea, del Noi. Fino alle estreme conseguenze. Questo estremismo, questa devozione all’Idea Rivoluzionaria è qualcosa che oggi, nel nostro Primo Mondo, in un tempo effimero e individualistico, in un tempo del virtuale e del relativo, mi appare di grandezza mitologica e meravigliosa, pur nella catastrofe che ne conseguì. Questa è una storia scomoda ed emblematica, che l’autore ha scritto ispirandosi ai tanti rivoluzionari della prima ora, falcidiati dal furore del N. 1 con modalità che ricordano in modo inquietante quelle dell’Inquisizione e della caccia alla streghe: Stalin alla fine degli Anni Trenta è riuscito a conquistare un potere enorme e ad esercitarlo impietosamente per la conservazione del Partito. Fu imbalsamato, dopo morto, come una sacra reliquia. Nonostante le stragi e i terribili sacrifici che impose al suo popolo, i suoi funerali furono fra i più solenni mai tributati ad un capo di stato; durarono tre giorni e la ressa provocò persino dei morti. Era morto un Dio tirannico, ma pur sempre un Dio. Il fine giustifica i mezzi? Un individuo è soltanto il risultato di una massa di un milione diviso un milione? E pertanto può essere sacrificato in nome del Bene collettivo? Perché ogni società ha sempre bisogno di un capro espiatorio? Il popolo è un’entità da governare con la propaganda e il terrore perché non è pronto a prendere in mano il proprio destino? Oppure ad esso va lasciato comunque il potere di autodeterminarsi? Come può un’idea di salvezza universale, nata per redimere enormi masse di diseredati dalla miseria materiale e spirituale, trasformarsi in una delle più feroci dittature autoritarie? “Abbiamo gettato a mare tutte le convenzioni. La nostra sola guida è la logica. Navighiamo senza zavorra etica. Forse è qui l’errore: la ragione da sola è una bussola difettosa che ci porta nella grande tenebra” Riflette il protagonista alla fine del proprio calvario. Accanto a lui, grandi personaggi emblematici: uomini che hanno creduto fermamente nella Rivoluzione e da essa sono stati schiacciati in nome di un Bene Superiore; uomini che in nome della Rivoluzione schiacciano fino a distruggere altri uomini. Quanti equivoci sono stati deliberatamente alimentati anche dall’intellighenzia e dalla politica europea per insabbiare le stragi staliniste? Voglio realizzare uno spettacolo sui grandi interrogativi del potere in rapporto all’individuo. Uno spettacolo tutto al maschile, con interpreti di potente intensità espressiva, in uno spazio astratto, visionario, animato da suoni e immagini che dialogano con il testo, dove si consuma l’ultimo atto di un martire silenzioso, sconfitto, ma titanico. LAURA SICIGNANO 424_Incontro_giovani_e_teatro_2016_03_014