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1. Il tennis: cenni storici sulle origini e sulla prima diffusione di Fabrizio Baldoni 2. La storia del tennis dal primo dopoguerra fino agli anni '70 di Elis Calegari 3. Evoluzione e personaggi del tennis moderno dagli anni '80 ai giorni nostri di Marco Mazzoni 4. Gli aspetti psicologici nel tennis: il mental training di Umberto Longoni “Nello sport agonistico è spesso la 'testa' capace di fare la differenza. Tecnica, tattica e fisico non sono tutto... In una società nella quale la ‘specializzazione’ riveste il ruolo principe, può spesso accadere che le differenze tra agonisti siano ridotte semplicemente alla gestione dei propri stati d'animo. In questo contesto si inserisce la figura dello psicologo nello sport… Se la personalità fosse un albero, le radici ne costituirebbero l'autostima, il tronco la motivazione e la chioma l'espressione di sé. Nel ‘mental training’ con un atleta, lo psicologo dovrebbe interessarsi all'albero intero, della sua personalità”. 5. Il tennis: preparazione atletica e nozioni di base del singolo colpo/gesto tecnico di Salvatore Buzzelli Dopo un’accurata ed attenta disamina sul modello prestativo del tennista, il Prof. Salvatore Buzzelli si sofferma su due aspetti, spesso trascurati, che, assieme all’allenamento fisico vero e proprio, potrebbero realmente migliorare la performance del tennista. L’allenamento, in buona sostanza, deve strutturarsi mirando al miglioramento delle varie qualità fisiche (neuromuscolari, coordinative, condizionali e metaboliche) ma sotto l’egida dell’aspetto attentivo, ovvero le varie esercitazioni finalizzate al miglioramento dei vari requisiti motori devono svolgersi mentre l’allievo è obbligato a stare attento e concentrato. Su tali premesse, il Prof. Buzzelli presenta un dispositivo, di sua creazione (il “SensoBuzz”), che ha già riscosso notevoli consensi. Attraverso la stimolazione dell’attenzione per mezzo di segnali acustici e visivi, si attiva il sistema percettivo-cinetico e, conseguentemente, utilizzando i mezzi allenanti selezionati e dosati opportunamente dall’allenatore, si permette all’allievo di sviluppare anche le varie qualità motorie specifiche del tennis. Il tutto è corredato di numerosi disegni. 6. L'alimentazione del tennista di Enrico Arcelli “Moltissimi tennisti non attribuiscono quasi mai importanza all’alimentazione. Di solito, il giocatore ricorre all’intervento di un dietologo soltanto quando si accorge di essere in sovrappeso. In realtà, seguire determinati e corretti criteri alimentari, come cercherò di spiegare in queste pagine, può essere utile sotto molti punti di vista…”. Il Prof. Arcelli, dietologo, con linguaggio scientifico ma di facile comprensione, illustra con dovizia di particolari le diverse tipologie di alimentazione del tennista a seconda dell’età, del livello di gioco (amatoriale/agonistico), del periodo sportivo (allenamento/tornei). Arcelli spiega con cura, ma in poche righe, l’importanza di un’alimentazione sana basata su semplici regole e senza particolari divieti facendo capire il funzionamento del nostro organismo. Insieme ai preziosi consigli su come dimagrire non perdendo massa magra, il Professore fa un sintetico ma esaustivo excursus sul tema integratori: che cosa sono e la loro funzione nel quotidiano e nel periodo di intensa attività sportiva. 7. Le patologie più frequenti del tennista di Simone Cigni “Il tennis è uno sport che “non conosce età”, in grado cioè di perpetuarsi con opportuni adattamenti lungo tutta la vita del giocatore. Tuttavia, le caratteristiche fisiche costituzionali, le patologie associate, le altre attività (sport aggiuntivi, danza, musica) ma anche i problemi familiari e personali predispongono all’insorgenza di problematiche legate alla pratica tennistica”. Il Dr. Simone Cigni, ortopedico, illustra le patologie più frequenti a carico del tennista e le possibili modalità di prevenzione e di trattamento facendo riferimento anche alla corretta esecuzione del gesto tecnico. Nel tennis, se le lesioni da contatto risultano pressoché inesistenti, le patologie da “overuse” (sovraccarico) assumono invece una rilevanza statisticamente significativa. Gli amatori rivelano spesso patologie da overuse mentre nelle donne si riscontrano più frequentemente traumi e/o lesioni a livello del tendinite rotuleo e della articolazione femoro-rotulea. Alla fine del contributo, Cigni riporta dieci regole da osservare per mantenere il proprio corpo in efficienza e in salute. 8. Le patologie del tennista: prevenzione e trattamento cinesiterapico di Rodolfo Lisi e Simone Cigni Cosa fare nelle ore immediatamente successive ad un trauma? Dopo un infortunio, quale tipologia di esercitazioni sono consigliate a breve, medio e a lungo termine? Quali sono, e a cosa servono, gli “esercizi propriocettivi”? Queste e tante altre domande troveranno risposta all’interno del capitolo – corredato di numerosi disegni – a firma del Dr. Cigni e del Prof. Lisi. Gli autori sfatano alcuni luoghi comuni “duri a morire”. Un esempio su tutti. Nella fase acuta (subito dopo un trauma), la capacità di traduzione dei meccanocettori è temporaneamente ridotta o alterata. L’attività propriocettiva, quindi, deve essere riattivata al più presto (ancora prima del recupero della forza muscolare) mediante particolari e specifici esercizi. Solo successivamente, e se non si avverte dolore, gli esercizi di rafforzamento possono essere eseguiti. Lisi e Cigni, poi, si soffermano sulle patologie più frequenti del tennista (dal dolore cervicale e lombare all’ipercifosi, dalle patologie di spalla, polso, gomito ai traumi di ginocchio e di caviglia, e così via), illustrando gli esercizi più idonei e sottolineando l’importanza della prevenzione. Esempio di esercitazione per dolore lombare Il dolore lombare può essere trattato, e gestito, con la corretta acquisizione di alcune abitudini nella vita quotidiana, l’interiorizzazione di particolari automatismi (chiamati pure “meccanismi funzionali”) e l’esecuzione di esercizi che permettono di ridurre i problemi causati dal dolore stesso e dalla rigidità muscolare. Accanto al trattamento ginnastico, il recupero funzionale del paziente affetto da lombalgia richiede una serie di accorgimenti – che riguardano gli aspetti della vita di relazione – indirizzati precipuamente alla prevenzione di eventuali recidive. Parimenti, gli stessi accorgimenti trovano utile collocazione in un più vasto protocollo di lavoro per quell’esiguo numero di persone esenti da algie a livello del tratto lombare. Oltre agli accorgimenti di cui sopra, si ritiene indispensabile imparare a “sfruttare” alcuni automatismi […] La riduzione della sintomatologia dolorosa può avvalersi anche di alcune posture giovevoli, dette “antalgiche”, come quella raffigurate nel primo dei due esercizi proposti, idonee cioè a decomprimere i dischi intervertebrali lombari e a riequilibrare le strutture del rachide. L’esercizio successivo, invece, mira al potenziamento dei muscoli paravertebrali perché “un apparato di sostegno e muscolare tonico è in grado di opporsi alla forza gravitazionale e di rallentare il processo alterativo della corretta statica”. Fig. 1. POSTURA ANTALGICA . In decubito supino, braccia lungo i fianchi, piegare gli arti inferiori e assumere una delle due posizioni riportate in figura (A, B). In questo modo si ottiene la detensione del muscolo ileo-psoas e la riduzione della lordosi lombare. Queste due posizioni garantiscono una condizione di riposo posturale e favoriscono una detensione muscolo-legamentosa passiva. La delordosizzazione della colonna lombare riduce i carichi a livello delle articolazioni inter-apofisarie. Respirare in maniera lenta e profonda. Fig. 2. LAVORO IN QUADRUPEDIA . Appoggio armonico e simmetrico su mani e ginocchia (A), elevare un arto superiore e contemporaneamente sollevare e distendere l’arto inferiore controlaterale, facendo attenzione a conservare l’allineamento rachide-capo (B). Mantenere la posizione per alcuni secondi. Nella fase B, la stabilità del sistema dorso-lombo-pelvico viene garantita dalla contemporanea contrazione dei muscoli addominali (retroversione del bacino e riduzione attiva della lordosi lombare). Quando si ritorna nella posizione quadrupedica, rilasciare i muscoli addominali. Ripetere con gli arti controlaterali, con lo stesso controllo attivo della postura e della stabilità vertebrale e pelvica. Conservare per tutta la durata dell’esercizio una respirazione regolare. 9. Una seduta di allenamento al tennis club: strategie motorie - rafforzamento muscolare miglioramento dell’equilibrio di Rodolfo Lisi È fuor di dubbio che un tennista arrivato a una certa età, o l’atleta praticante lo sport del tennis in maniera saltuaria, sia tenuto al rispetto rigoroso di alcune regole generali per poter proseguire senza rischi l’attività sportiva. Ma è altrettanto importante un’accurata impostazione tecnica dei colpi di base. E, quando possibile, integrata da alcune strategie motorie e da esercizi di rafforzamento muscolare e di miglioramento dell’equilibrio. Il veterano e il tennista dilettante (o il cultore sportivo della domenica) saranno così in grado di praticare la disciplina sportiva meno faticosamente, preservare il sistema neuro-muscoloscheletrico riducendo il rischio di contrarre infortuni e, contemporaneamente, migliorare la prestazione in campo. Nel presente lavoro, dunque, tutti gli interessati a qualsiasi livello troveranno spunti e nozioni tecniche utili a rendere la pratica sportiva più gratificante, qualitativamente migliore e sicuramente meno rischiosa. Esempio di miglioramento dell’equilibrio Fig. Dalla stazione eretta, braccia in avanti (A), elevarsi sugli avampiedi (B). Il soggetto deve cercare di mantenere – per quel che gli è possibile – la posizione assunta. Ripetere varie volte. Successivamente, eseguire lo stesso esercizio ad occhi chiusi. 10. Tennis e biomeccanica di Renato Rodano Il Prof. Renato Rodano, già titolare dell’insegnamento di “Biomeccanica” presso il Politecnico di Milano, illustra brevemente la storia della biomeccanica e della biomeccanica dello sport. Successivamente, lo specialista indirizza la sua attenzione alle possibili problematiche a livello fisico derivanti da un’esecuzione errata del gesto tecnico tennistico. Rodano, rifacendosi anche agli studi di specialisti del settore (tra tutti, il Prof. Bruce Elliott), indica gli accorgimenti da adottare per evitare e prevenire possibili infortuni sia a livello della colonna vertebrale, sia a livello degli arti inferiori e superiori. Si potranno comprendere, così, quali siano le modalità del servizio più convenienti dal punto di vista biomeccanico, migliorando la performance e, al contempo, preservando l’integrità fisica del tennista. Stessa cosa dicasi per il diritto e per il rovescio. Poi, la stessa superficie di gioco e l’abbigliamento (vedi la calzatura) saranno trattati in modo esaustivo, fornendo al principiante e al tennista agonista i suggerimenti per una pratica corretta ed esente da rischi.