HOLY SIN - Il Bazar di Mari

Transcript

HOLY SIN - Il Bazar di Mari
FANFICTION su DEATH NOTE
HOLY SIN
8 capitoli (conclusa)
Note: NC-18 – Dark - Lime
Autrice: Lory chan
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. –
Tomo primo
Beato l’uomo che soffre la tentazione
Perché una volta superata la prova
Riceverà la corona della vita...
(Gc 1,12).
Mello era seduto sul divano e scartava lentamente una tavoletta di cioccolata come suo solito fare… ma sembrava che
qualcosa non andasse…era strano,perplesso …quasi sovrappensiero…
Erano oramai tre mesi che lui e Matt erano riusciti ad entrare nel giro:per fortuna il capo gli aveva presi in simpatia(e
non a torto date le doti mentali di Mello …e le ben più pratiche doti di Matt).
Certo,non era un modo molto ortodosso di cercare di superare Near,ma quel fottutissimo albino di merda aveva
un’intera squadra al suo servizio e lui non voleva essere da meno…solo che lui ci sarebbe uscito con le proprie forze.
Anche a costo di uccidere…
Tuttavia anche in quell’ambiente doveva sottostare a delle regole…
Una delle quali era farsi accompagnare da un killer provetto…una certa Ania.
La migliore assassina sul campo a detta del boss…
Per lui solo una fottuta baby-sitter…
-Mel che cazzo hai?
Matt si era avvicinato senza che Mello se ne accorgesse gli occhi fissi sulla Psp e la sigaretta in bocca.
-Nha nulla Matt è solo che mi rompe che tra poco sarà qui quella stupida killer del cazzo..
-Devi farci l’abitudine Mel…anche perché dovremo lavorarci assieme per un pò…
-Per piacere non ricordarmelo…
Improvvisamente qualcuno bussò lievemente alla porta.
Mello sospirò.
Bene,ci siamo.
Tomo secondo
Mello fissava la ragazza in piedi davanti alla porta,mentre ovviamente Matt se la mangiava con gli occhi. Tipico.
Anche se effettivamente quando aveva aperto la porta si aspettava di trovare una mezza puttanella…invece si era
presentata questa.
Sicuramente non era più grande di lui…poteva avere sedici,massimo diciassette anni…aveva i capelli mossi e neri che le
arrivavano fino a metà spalla e gli occhi pure neri,la pelle di un bianco quasi innaturale ed era vestita di tutto punto:un
vestito invernale nero con degli stivali beige, un giaccone marrone con una sciarpa e un basco neri e in mano portava
una custodia di violino…o almeno ne aveva tutto l’aspetto.
Gli aveva fissati per pochi secondi con sguardo vacuo e poi era entrata senza proferire parola …bizzarra.
-Hey Mel…ma l’hai vista??-disse Matt sotto voce dando una gomitata all’amico.
-Matt non vedo proprio cosa ci sia da vedere…-Ma dai!Hai mai visto una bellezza cosi??-Io non ci vedo nulla di speciale…-Allora hai bisogno di un paio di occhiali,amico…-Perdonatemi…I due ragazzi si voltarono verso la giovane killer.
-Credevo che voi odiaste i convenevoli ma a quanto pare mi sono sbagliata…-La giovane si sedette-In ogni caso io sono
Ania …sicario su commissione. Il vostro capo mi ha pagata per aiutarvi a risolvere una faccenda ma non mi ha ben
spiegato i dettagli…potreste mettermi al corrente della faccenda in questione?Ve ne sarei grataMello sentiva già di odiarla.
Ma come cazzo parlava questa qui??
Erano nella mafia non ad uno di quei fottutissimi balli delle debuttanti!
-Ma ceeeerto signorina^^-Se solo Matt non avesse avuto quelli stupidi occhiali da aviatore,la ragazza avrebbe
senz’altro notato il suo sguardo da pesce lesso…
-A proposito hai fame?Devi aver viaggiato tanto…-No ti ringrazio…sei molto gentile. Ma adesso è meglio pensare al lavoro.-Finalmente un discorso sensato…-Sbuffò Mello.
-Qualcosa non va?-No nulla…-La odio…
La discussione era andata un po’ per le lunghe ed era scesa la sera,così Matt aveva deciso di accompagnare Ania in
Motel,lasciando il più vecchio dei due solo nel monolocale con i suoi pensieri. Il biondo era davvero deluso che gli
avessero affibbiato quell’insulsa damina di porcellana per guidarli in una missione suicida…
-Se va a finire male non sarà certo colpa mia..però cazzo potevano mandarne una decente…scommetto che non sa
nemmeno sparare…che cazzo di sfiga…-Hey Mel sono a casa!-Capirai che casa…-Smettila di lamentarti…comunque Aniuccia ha detto che domattina ci vediamo al covo e…-Aniuccia…?-Bhe si…ma dai non riesco a immaginare che non ti piaccia nemmeno un po’ …-A te invece piace un po’ troppo…ricordati che dobbiamo lavorare. E comunque prima vedo cosa sa fare prima mi
piacerà…FORSE-Io ti dico che è in gamba me lo sento-Oh difatti le tue sensazioni si rivelano sempre giuste no?Matt mostrò il dito medio all’amico-Dicevo che ci ha dato appuntamento al covo OK?-Ok e adesso sparisci ho sonno-D’accordo vostra maestà adesso esco e la lascio in pace d’accordo?-Si vede che hai passato troppo tempo con quella …parli come un damerino del cazzo.-Vaffanculo, Mello- borbottò Matt chiudendosi la porta alle spalle.
Mello sospirò…già,quella ragazza portava solo grane…non vedeva l’ora che l’incarico fosse portato a termine…un paio di
mesi e se la sarebbe levata dalle palle…
Tomo terzo
La nottata non era stata propriamente delle migliori:Matt era tornato prima che Mello si addormentasse e si era messo
a giocare a quella cazzo di Psp facendo un sacco di casino per almeno quattro ore…e dopo due era spuntata l’alba.
Si,bella nottata di merda...
-Mello!Muovi il culo dobbiamo andare!-gridò il rosso
-Ch…co?Ma che ore sono?....-Le dieci!!Cazzo Mello di solito sei tu che mi svegli è per questo che arriviamo puntuali!!-Le DIECI??COGLIONE!Sei tu che mi hai tenuto sveglio tutta la notte!-urlò dando un pugno all’amico e prendendolo in
pieno viso.
-Merda mi hai fatto male!-biascicò Matt massaggiandosi l’occhio
Mello non lo stava a sentire si stava già infilando i vestiti e gli stivali.
-Si può sapere che cazzo aspetti?Andiamo in macchina e partiamo!-Si ma…-E’ un ORDINE CANE!-Sigh…agli ordini capo…Il posto distava mezz’ora di macchina e Mello stava raffreddando i bollenti spiriti sbocconcellando la terza
tavoletta(penso che Mello sia capacissimo di finire 3 tavolette in mezz’ora N.d.A)
Era seduto sul sedile anteriore con lo sguardo fisso sulla strada mentre Matt cercava di fare altrettanto ma non ci
riusciva molto bene:un occhio nero non va d’accordo con la guida.
Dopo qualche chilometro giunsero al ‘covo’,un vecchio edificio apparentemente abbandonato,che in passato era stato un
ostello della gioventù e che adesso ospitava la banda di malavitosi di cui i due facevano ormai parte…assieme a quelle
sgualdrine di cui il capo amava circondarsi.
Una di loro,appena entrarono,gli fece l’occhiolino.
A Mello quelle donne facevano ribrezzo,gli ricordavano troppo quella troia di sua madre…una donna che pur di avere
una manciata di soldi in più aveva dato via il figlio ad un estraneo come una scarpa vecchia.
Ma si sa,la mente è forte,mentre la carne è debole,per cui più di una volta il biondo si era ritrovato tra le braccia di una
di quelle schifose.
Le quali a dirla tutta facevano a gara per accaparrarselo:almeno aveva un bel fisico e un viso meraviglioso,a differenza
di quel cavernicolo del boss…
E Mello sentiva il disgusto che provava per le donne crescere dentro di sè.
In quel momento vide Mitch, uno dei cani del capo,avvicinarsi ad una figurina delicata,questa volta vestita di
grigio(sembrava ancora più minuta con quel colore addosso…)e mettere il viso all’altezza del suo.
Lo sentì distintamente dire:
-Senti piccola perché non vieni con me di sopra..? Ti farò divertire un po’ se mi dici quanto vuoi…Si,l’ennesima puttana,stava per pensare Mello.
Ma quello che vide non glielo permise…
Accadde tutto molto in fretta.
La bambola viva fece uno scatto assurdo all’indietro e contemporaneamente diede un calcio all’inguine di quel porco,che
cadde sulle ginocchia.
Prima che lui potesse rendersene conto,la giovane aveva estratto da una tasca del vestito un coltello e con il manico
l’aveva colpito al naso e fatto sbattere di testa contro il pavimento.
Poi,con molta calma,gli puntò la lama alla gola,sfiorandogliela leggermente,un ginocchio piantato nello stomaco.
-Vedila così:questo è il mio divertimento.-detto ciò liberò l’uomo impaurito dalla sua presa.
-Oh e se ti azzardi di nuovo a parlarmi o anche solo a sfiorarmi…rammenta che non saresti il primo porco che sgozzoMitch si allontanò velocemente (per uno che ha preso un calcio all’inguine)tenendosi il naso sanguinante e cercando di
non guardare nella direzione della ragazza che adesso aveva almeno dieci pistole puntate contro.
Escluse quelle di Mello e Matt,troppo stupiti per agire.
Ania era al centro della sala e aveva lo stesso sguardo assente del giorno prima nonostante l’evidente minaccia:tutti
erano pronti a fare fuoco al minimo movimento.
-Devo forse dedurre che mi considerate un pericolo…?-Zitta troia o sparo!-Ragazzi…-il capo apparve sulla soglia muovendo leggermente la testa in segno di disapprovazione-ricordatevi che è un
ospite…soprattutto tu Mitch-Ma capo io non ho fatto nient…-l’uomo si ritrovò una magnum calibro nove piantata in mezzo agli occhi.
-Mitch…è evidente che la signorina non gradisce le tue attenzioni e…ricorda- aggiunse piano-che abbiamo bisogno di lei
…non rovinare tutto con le tue solite cazzate o te ne faccio pentire amaramente…chiaro…?L’uomo deglutì- Certo capo…mi-mi dispiace signorina non lo farò più…-Bene,accetto le sue scuse. Allora se non vi dispiace- disse Ania allontanandosi mentre parlava- io e i miei nuovi
colleghi dovremmo parlare di lavoro…-concluse la giovane uscendo dalla stanza e portandosi dietro i due ragazzi ancora
sbigottiti per l’accaduto.
-Dio Santo Mel ma hai visto???Come cazzo avrà fatto?E’ stata fantastica e…Ma Mello non l’ascoltava.
Guardava quel piccolo e letale angelo bruno precederli sulle scale quasi a passo di danza…pensava ai fluidi eppure
scattanti movimenti del suo corpo quando si era ritrovata in mezzo ad una situazione che poteva alla fin fine regalarle
qualche extra in denaro…ma invece aveva preferito difendere la sua integrità…nessuna lo avrebbe mai fatto(secondo
lui) perché lei si?
E perché…adesso non riusciva a smettere di fissarla?
Mello era stravaccato sul divano del loro appartamento e pensava alla giornata appena trascorsa
-Sai Matt per una volta ti do ragione …non è cosi male in fondo…-Visto?E poi ammettilo:si muove che è una favola …vero?-Si abbastanza…ma pensarci nemmeno a scopartela sennò ti mena un calcione nei coglioni e poi li sono dolori…-Tranquillo…semmai pago una di quelle belle fighe che lavorano per il capo -Già…è vero…-
Dall’altra parte della città Ania,uscita dalla doccia,si studiava allo specchio,addosso solo un asciugamano.
I capelli imperlati di mille goccioline le scendevano sul viso formando una cornice quasi fiabesca…gli occhi scuri erano
pieni di lacrime.
-Due mesi…e finirà…si…questa volta…finirà-
Tomo quarto.
Tenebre.
Freddo.
Paura.
La piccola killer avvertiva tutte queste maledette sensazioni semplicemente chiudendo gli occhi per addormentarsi…
Solitudine.
Dolore.
Vuoto.
La pallida giovane non riusciva a dormire per più di tre ore a notte…perché ogni volta era assalita da crudeli
incubi…misti a ricordi.
Violenza
Violenza
VIOLENZA
Mello,Matt e Ania stavano facendo i primi appostamenti al boss rivale sotto l’attenta vigilanza di quest’ultima.
Passate due settimane oramai Mello si era convinto della sua bravura,ma era ben lontano da ammetterlo in sua
presenza… era un po’ troppo snob con il suo portamento e i suoi vestiti sofisticati del cazzo…era taciturna per tutto il
tempo tranne quando le si chiedeva qualcosa…non si faceva toccare nemmeno con un dito…
..e la cosa era stranamente…
Interessante….
Eccitante…
Ma che cazzo…??
LAVORO Mello è solo LAVORO.
Non puoi permetterti di fissarti con una DONNA…figuriamoci con quella.
I tre erano sul tetto di un palazzo abbandonato e spiavano il bersaglio mentre impartiva degli ordini ai suoi
scagnozzi:fortunatamente non poteva sapere di essere nel mirino di tre giovanissimi assassini,altrimenti erano già
fottuti…
A questo punto il biondo senza rendersene conto spostò lo sguardo dal binocolo alle gambe dell’assassina, molto in vista
dato il vestito corto di lana che indossava:non erano affatto lunghe (era alta si e no uno e sessanta) ma cazzo se erano
arrapanti…si meravigliava che Matt se la fosse lasciata scappare.
Ma dopo una settimana e mezza di uscite non molto stimolanti,senza nemmeno un
bacetto,un’occhiatina,un’ammiccata…beh si sarebbe arreso anche Playboy.
-Bene per oggi abbiamo finito.La ragazza un po’ infreddolita si strinse nelle spalle e si mise in piedi.
Ma Mello continuava a fissarle le gambe e non si rese subito conto che si stava alzando.
Finchè non si trovò puntati due occhi neri che lo fissavano…
-Che cosa stavi facendo poco fa eh?Ma sei diventato proprio un maiale…-Matt che cazzo sono un uomo e lei è un bel pezzo di carne non sono mica fatto di ghiaccio…-Però quando ti ha fissato il ghiaccio c’era nel suo sguardo…-…e allora come mai con te non ha fatto storie?Ci hai provato per tutto il tempo!-IO sono discreto fratellino e comunque ho gettato la spugna…quella non scoperebbe nemmeno se avesse un fucile
puntato alla testa…lasciala perdere anche tu.-E IO non avevo nemmeno intenzione di provarci fratellino ma non è una tua prerogativa farsi delle fottute seghe
mentali…-Amico ammettilo:hai bisogno di una donna…Quando Matt tirava fuori l’ argomento,Mello lo mandava automaticamente affanculo.
E ora il biondo camminava nervosamente su e giù per il vicolo vicino all’appostamento:era in momenti come quelli che
avrebbe voluto che Matt non l’avesse mai seguito e fosse rimasto in quell’orfanotrofio del cazzo,cosi per lo meno non
avrebbe sentito le sue fottutissime prediche senza senso
-.…sono cazzi miei…e non ho bisogno di una donna…Ania se ne stava morbidamente appoggiata al muretto del vicolo e lo guardava…
Guardava quello strano ragazzo aggirarsi nello stretto vicolo come un leone in gabbia…era davvero un mistero per
lei:non esitava a trattarla come uno zerbino eppure quando l’aveva beccato a guardarle le gambe aveva gli occhi di un
bimbo sorpreso con la manina nel vaso della marmellata…
Aveva uno sguardo freddo in apparenza…
Ma se lo si guardava più affondo…
Era semplicemente…
Un ragazzo solo…
Come lei…
Una persona sola…
…e triste…
Mentre pensava tutto ciò la giovane donna volse per caso lo sguardo.
Un uomo enorme stava importunando pesantemente una ragazzina.
Lei…
Piangeva.
Gridava.
E lui…
Lui RIDEVA.
-No non voglio smettila NON VOGLIO BASTA!!-Con quella gonna corta che ti lascia il culo al vento non dovresti nemmeno fiatare sai…?-NON VOGLIO LASCIAMIIIIIIII!!!-Mi scusi signore…La rabbia iniziava a prendere il sopravvento.
-Co…?Hey bella figa!Vuoi unirti alla festa…?
I pensieri più crudeli si facevano strada nella sua mente.
-Diciamo…
La piccola rivoltella che teneva nascosta sotto la giacca sparò subito tre colpi.
-…di siLa ragazzina restò immobile a fissare il cadavere che poco prima aveva tentato di violentarla…poi guardò la sua
salvatrice…
-G-grazie…E poi scappò.
Ania guardò con malcelato disgusto i resti di quel…
Come lo poteva definire…?
Come poteva descrivere una persona che…
Che faceva quelle cose orribili a delle ragazze indifese…???
La ragazza sentì le sue interiora contorcersi e pochi secondi dopo vomitò violentemente in un bidone li accanto…
Si sentiva cosi dannatamente debole in quel momento…come se oltre ad aver rovesciato il contenuto del suo stomaco
avesse buttato via anche la forza che aveva in corpo…
I contorni degli edifici iniziarono a sfumare…
Ora era LEI che stava piangendo.
Piangeva per quello che aveva visto.
Piangeva per quella pratica brutale che gli uomini chiamano stupro…
Piangeva per le urla di quella ragazza…
Piangeva perché si sentiva sporca.
Sola e SPORCA.
Sola negli incubi che l’assalivano la notte…
Sola nell’oscurità della sua anima…
Sola perché tutti avevano paura di un sicario come lei…
Adesso non riusciva nemmeno a reggersi in piedi…vomitò di nuovo,aggrappandosi al bidone con le poche forze che le
rimanevano…
Poi scivolò sull’asfalto.
Mello aveva assistito a tutta la scena e ora guardava incredulo Ania accasciarsi a terra.
Corse velocemente nella sua direzione…
-Ma che minchia le è saltato in mente?!?!
Poteva farsi scoprire…
Per difendere quella mocciosa!
Assurdo…
Adesso le stava vicino…ma non sapeva come comportarsi.
Ania era diventata violacea e aveva delle occhiaie mai viste…le lacrime rigavano il suo visetto di porcellana…e i
singhiozzi la facevano sussultare.
Mello si sentiva impotente di fronte a quel piccolo essere devastato…
-Che cazzo devo fare…adesso?
-MEL!
Il ragazzo si voltò.
-Mel che è successo ad Ania?
-Ha fatto un casino ed è svenuta…te ne occupi tu del corpo?
-No problem capo…portala in Motel e cerca di farla rinvenire.
Mello esitò.
-Mel…?
PORTARLA….
-Mello…?
…in BRACCIO??
-MELLO!!
-CHE AZZO VUOI???
-Portala in Motel che qui ci penso io!
-VA BENE SOLO UN …solo un secondo.
Il ragazzo la fissò per un istante.
Poi la prese in braccio…
Aveva sognato per giorni di poter sfiorare quel corpo longilineo …
E adesso…
Adesso provava un imbarazzo indescrivibile.
Che cazzo gli aveva fatto…?
Ania fece una smorfia sofferente.
Mello fece un bel respiro e la portò in macchina.
Quando Ania aprì gli occhi si pentì subito di averlo fatto.
La testa le rimbombava come se al suo interno ci fosse racchiuso un piccolo temporale…
Vide una sagoma seduta sul letto accanto a lei…
Una sagoma alta…
Vestita di nero…
Una sagoma bionda…
Dai preoccupati occhi cerulei.
-Me…Mello…Con tutte le forze si mise a sedere e notò con lieve imbarazzo che le mancavano gli stivali.
-Mello…che ci fai qui?
-Dimmelo tu. Hai fatto una cazzata ammazzando quello lì potevi essere scoperta…o meglio sei già stata scoperta quella
ragazzina ti ha vista.-Non lo dirà a nessuno…
-Come cazzo fai a dirlo???
-L’ho salvata…e mi ha ringraziato
-E tu credi che questo basti??
A quel punto Ania lo guardò
Ma non con espressione vitrea,non con la sua solita maschera da bambola,ma con uno sguardo cosi nero e profondo da
lasciarlo completamente smarrito…peggio di poco prima quando l’aveva vista inerte sul freddo asfalto.
-Si basta.
Se c’era una cosa che Mello odiava ma che al contempo gli tappava la bocca era la sconfitta.
E quella ragazza,quel giorno…l’aveva decisamente sconfitto.
Tomo quinto.
Mello guardava Ania addormentata sul letto,con le mani in grembo e la testa poggiata morbidamente sul
cuscino,lievemente reclinata di lato.
Era cosi piccola,cosi innocente in quel momento,che sembrava una bimba piccola…Non che Mello le avesse perdonato la
risposta a tono di poche ore prima,anzi da quel suo ‘’Si basta’’ non si erano detti altro.
Tuttavia l’aveva più volte guardata di sfuggita dal divano a molle ai piedi del letto.
L’aveva vista sedersi a leggere con il cuscino dietro alla schiena.
L’aveva vista mentre sbadigliava e si stropicciava gli occhi.
E l’aveva contemplata mentre piano piano il sonno si impossessava di lei…
In realtà si era sinceramente preoccupato per lei quando l’aveva vista vomitare e poi svenire,ma non tanto per il fatto in
sé,quanto per il motivo per cui era avvenuto:lei,che di solito era così fredda e calcolatrice,che uccideva a sangue freddo
chiunque le fosse comandato di uccidere,che aveva messo a terra un porco due volte più grande di lei dicendo che
l’avrebbe sgozzato se s’azzardava a riprovarci…Come poteva avere quella reazione vedendo una scena simile…
Nell’ambiente in cui lavoravano,scene come quelle erano all’ordine del giorno,e per quanto tipi come Mello o Matt non
fossero d’accordo a riguardo,ma anzi ne fossero disgustati,c’era sempre chi commetteva quel genere di nefandezze,e a
loro non era rimasto altro che voltarsi dall’altra parte e accettare il corso degli eventi…ma perché allora Ania,che era nel
giro da quattro anni e che vedeva cose ben peggiori,si ergeva ,anche a costo di far saltare la propria copertura,a
paladina del giusto,quasi come…Kira?
Mello scacciò quel pensiero assurdo dalla testa.
Kira era solo un megalomane che voleva diventare il signore e padrone del mondo,e che lui,e non l’albino,doveva
smascherare ad ogni costo,per concludere il lavoro di L e dimostrare una volta per tutte al mondo che lui ne era il degno
successore.
Contava solo questo e nulla più.
La stanza era abbastanza squallida,con le pareti che cadevano a pezzi e il divano pieno di molle aguzze a arrugginite
che fuoriuscivano dall’imbottitura,per non parlare degli scarafaggi grossi come il suo pugno…
Era anche peggio del suo appartamento.
Si chiedeva come facesse una ragazza cosi ordinata ed elegante a stare in un buco di culo come quello,ma
evidentemente le sue finanze non erano migliori di quelle di Mello.
Si stava già appisolando quando sentì Ania fare un urlo agghiacciante.
Immediatamente balzò in piedi e vide che la ragazza stava tremando nel sonno con tale forza che il letto sussultava e
cigolava.
-
Smettila…basta…no non….SMETTILA!!
La ragazza sembrava indemoniata e le lacrime stavano scorrendo sul suo volto
-
Ania,che cazzo succede??
Mello tentò di svegliarla e lei lo colpì al volto con la mano,graffiandolo con le unghie.
Dopo un attimo di stordimento,Mello si riprese e prese a scuotere Ania e a urlarle con tutta la forza che aveva in corpo.
-
ANIA!! SVEGLIATI!! E’ SOLO UN INCUBO,SVEGLIATI ADESSO!!
In quell’istante,la ragazza aprì gli occhi impauriti.
Dopo aver constatato che quel che aveva visto non era reale,si drizzò a sedere abbracciando Mello,lasciandolo
alquanto basito * e scoppiò in lacrime.
Il giovane avrebbe tanto voluto consolarla,tant’era disperato il suo pianto,ma non sapeva che dire…
Si limitò ad abbracciarla a sua volta e a darle qualche impacciato colpetto sulla schiena.
-
E’…ehm…tutto apposto,Ania…era solo un incubo non c’è niente di cui aver paura adesso…
M..Mello…- e riprese a piangere stringendosi a lui.
Ania si sfogò ancora per una buona mezz’ora,poi i singhiozzi iniziarono a scemare e lei si ritrovò seduta sul letto ad
asciugarsi gli occhi con Mello al suo fianco.
-
Ma si può sapere che ti è preso?Un attimo prima stavi dormendo e un attimo dopo…
Sta…sta tranquillo. In realtà mi succede abbastanza spesso…
Quanto spesso…?
Tutte le notti.
E la cosa non ti preoccupa?
Non più delle altre cose…non preoccuparti per me…ma…ma stai sanguinando??
Mello si portò una mano al viso e si rese conto che sanguinava.
-
Oh,questo?Non è nulla,prima mi hai colpito…hai una bella mira anche nel sonno…
Vieni,in bagno ho qualcosa per farlo smettere…
- Di un po’,ti ho davvero colpito così forte…?- chiese Ania guardando preoccupata i due tagli profondi sulla guancia
sinistra di Mello e tamponandola con dell’alcool etilico
- Mio Dio Benedetto,sembravi pazza!! Che cazzo hai sognato??
La ragazza era di spalle,stava strappando dei cerotti,e il suo corpo per un istante s’irrigidì. Poi si rivolse a Mello.
- Nulla. Mostri. Sai,i soliti incubi che si fanno da piccoli. Ora sta fermo o rischio di metterlo dalla parte sbagliata e di
farti male…
Ania posò delicatamente un grosso cerotto sui tagli e il suo viso si ritrovò a pochi centimetri da quello di Mello…
In quel momento qualcuno aprì la porta.
La proprietaria del Motel aveva sentito i rumori e non aveva gradito.*
-
Dove sei,fottuta ragazzina??-
Sembrava arrabbiata.
Ania sbucò dal bagno,seguita a ruota da Mello,e lo sguardo della donna si incupì ancora di più.
- Ascoltate bene:non me ne frega un cazzo se scopate qui o se fate dei giochetti da pervertiti,ma dovete farlo in
silenzio,o mi fate scappare tutte le famiglie,chiaro??E TU marmocchia- e puntò il dito su Ania- fai troppo casino da
troppo tempo. Ti voglio fuori dal mio albergo,subito!!E anche tu,se avete intenzione di passare una seratina romantica!!
- Albergo??-rispose Mello- ma quale albergo,è una topaia per puttane!! Ma su una cosa ha ragione,non intendiamo
restare qui un secondo di più brutta baldracca acida!!*- poi l’afferrò per la spalla- E se s’azzarda a sputtanatci in questo
modo anche mentre usciamo se la vedrà con ME!!Detto questo,le sbattè la porta in faccia.
Ania era immobile dietro di lui e lo fissava.
-
Coraggio vieni .Dov’è la tua valigia?
Mello…
Ah eccola qui…c’è qualcos’altro?
No…Mello…?
Si?
Perché mi hai difeso?Non ci guadagni niente a difendermi…- e abbassò lo sguardo.
Mello si avvicinò.
-
In realtà…non lo so nemmeno io. Però sono contento di aver zittito quella puttana.
Lo sai…sono contenta che tu mi abbia difeso...- e l’abbracciò
Anche se impercettibilmente,il ragazzo arrossì.
da
Senti…se vuoi puoi venire da me…li il solo rischio è che quel deficiente di Matt riprenda a farti la corte…
In realtà lo trovo dolce…non ha molto successo con le donne vero?
No…ma…DOLCE?? MATT? Ma stiamo parlando della stessa persona?E’ uno stronzo al cubo,e fidati che ci conosciamo
quando avevamo nove anni…
Ania scoppiò a ridere,per la prima volta da quando lei e Mello si erano conosciuti,e Mello non si potè trattenere a dire
-
Lo sai? Sei ancora più bella quando sorridi…
Ma lei,che ancora stava ridendo,non lo sentì.
Tomo sesto.
La piccola mora fissava i nuvoloni neri e minacciosi seduta proprio sulla finestra,accarezzando distrattamente la
copertina sgualcita di un libro…rifletteva…si rifletteva su quanto successo la sera prima:Mello…quel ragazzo solo e triste
come lei…l’aveva tirata fuori da quel piccolo inferno che erano i suoi sogni,l’aveva accolta in casa sua nonostante il poco
spazio a disposizione…l’aveva …protetta…protetta come nessun’altro prima di allora…Matt era stato ben felice di
accogliere Ania,ma con lei non ci aveva nemmeno più provato,forse aveva capito che non gli interessava,e forse aveva
incontrato lo sguardo minaccioso di Mello,fatto sta che non aveva nemmeno provato a osservarla troppo a lungo.
-
Ania,oggi niente esercitazione?
Mello era spuntato accanto a lei e la osservava guardare la finestra.
- In verità non credo che sia il caso,per via della pioggia…e poi Big Boy non da segni di vita da due giorni…(Big Boy è
il boss a cui danno la caccia,N.d.A)
- Si non hai tutti i torti…che leggi?- chiese indicando il volumetto che aveva sulle ginocchia.
- ‘’Romeo & Giulietta”,ma l’ho letto molto tempo fa …
- …allora perché tieni con te questa vecchia copia?
- Per ricordarmi della persona che me lo ha regalato…una persona…molto importante -sussurrò Ania accarezzandolo
nuovamente.
D’un tratto lo sguardo azzurro di Mello s’incupì.
In quel momento Matt arrivò in casa fracassando la porta d’ingresso e,ignorando lo sguardo omicida dell’amico:- Mello,il
colpo è andato-disse tutto d’un fiato- Big Boy ha saputo del complotto contro di lui,non si sa da chi,e ha lasciato il Paese
per andare chissà dove. Di sicuro non tornerà prima di tre quattro mesi,se siamo fortunati,se non lo siamo,non prima di
un anno…- Che COSA?-ruggì Mello- ci stavamo avvicinando al potere…CI STAVAMO AVVICINANDO AD AVERE LECCACULO
SUFFICIENTI PER EFFETTUARE IL MIO PIANO CONTRO QUEI BASTARDI DI KIRA E NEAR!!Che cazzo dovremmo fare ora
secondo te,eh?!?!
Matt lo guardava impaurito:sembrava pazzo.
Ania invece parve riacquistare la sua consueta freddezza.
-
Aspetteremo.- disse soltanto.
Mello la guardò come se avesse voluto sbranarla: - Aspettare?E’ questo sarebbe il tuo grande piano,brillante serial-killer
dei miei stivali??- Si. –rispose impassibile- Arrivati a questo punto,non si può fare di meglio. E inoltre posso prepararvi al meglio in
tre mesi anzi che in uno soltanto,non è cosi?
Mello cercò di trovare una falla in quel ragionamento,ma non faceva una grinza,il che non contribuì a migliorare il suo
umore nelle successive sei ore, per cui Ania ebbe tutto il tempo di accendere il Pc di Matt e fare alcune ricerche mentre
quest’ultimo giocava rassegnato alla Psp…
Intanto la pioggia iniziò a cadere.
Erano da poco passate le undici di sera,ma il biondo era già steso sul divano,masticando pensieri omicidi e parole non
dette. Quasi non s’accorse della figurina pallida che si sedette al suo fianco.
-
Ania…che storia è …?
Fidati di me,è un buon piano,vi preparerò al meglio…oh intendevi perché mi sono messa qui sul tuo letto?
Mello annuì.
- Dopo quello che è successo ieri sera,avrai capito che è meglio che ci sia una persona accanto a me quando
dormo...ecco tu sei stato bravo a gestire la situazione e ho deciso di dormire vicino a te…ma se ti do fastidio posso
sempre dormire con Matt…- disse facendo per alzarsi.
Lui la bloccò per un braccio.
-
Meglio di no fidati…fa un puzzo di sigarette allucinante. Dai,mettiamoci a dormire…
Il ragazzo si girò verso lo schienale del divano e Ania constatò che era abbastanza largo per due persone,ma non
abbastanza lungo per Mello,i cui piedi spuntavano felicemente fuori dalla coperta di lana. Sospirando,si sfilò le scarpe e
la cintura e si sistemò accanto a lui,addormentandosi subito.
Si trovava in una stanza male illuminata.
Una giovane donna la guardava inginocchiata sul pavimento,implorava pietà...non per se,ma per i due gemelli che
l’abbracciavano convulsamente dai lati.
Non c’entravano niente con gli affari del marito morto,né con loro,poteva risparmiarli…ma fece un ghigno,e la colpi con
la mazza che aveva in mano.
E d’improvviso tutto divenne nero…
La ragazza si svegliò di soprassalto,inizialmente stupita per le sue mancate urla. Poi sentì di due braccia che la
stringevano,e capì che l’abbraccio di Mello nel sonno,pur involontario, aveva scacciato via i demoni del suo passato per
una notte, una notte di pace.
Si addormentò tra le braccia del ragazzo,scivolando dopo anni in un sonno finalmente tranquillo e senza sogni. Il
ragazzo biondo aprì gli occhi e,per un secondo,parve bearsi dell’accaduto. Poi si riaddormentò.
Nel mese e mezzo che seguì,Ania insegnò ai due giovani mafiosi tutto ciò che conosceva,temendo che non sapessero
cavarsela quando fosse arrivato il momento. In realtà i due avevano già ucciso in un ‘altra circostanza :si trattava di un
trio di spacciatori che li ricattavano saputa per caso la loro vera identità,chiedendo ventimila dollari a testa per tenere la
bocca chiusa,come se non sapessero che non ne guadagnavano nemmeno la centesima parte. Ai due non era restato
che freddarli con le pistole che avevano rubato a uno dei cani del capo…non fu cosi difficile,e sapendo la posta in gioco
in fondo ne era valsa la pena. Potevano facilmente farlo di nuovo,no?
- No,non è cosi facile. –disse loro una volta- Sarà molto meno indifeso di quei tre sprovveduti,e con molti uomini,per
cui dovete essere pronti a tutto.
In quel mese e mezzo poi,le notti di Ania furono serene,e tutto grazie alla vicinanza di qualcuno che potesse
calmarla,qualcuno di cui non sapeva nulla,ma di cui si fidava ciecamente,non poteva non farlo,non dopo quella prima
notte di pace. D’altro canto,nemmeno lui sapeva nulla di lei,eppure aveva imparato a fidarsi della mora,forse per quella
strana empatia che li legava, o forse perché iniziava a sentire qualcosa che si muoveva dentro di lui ogni volta che la
vedeva…ma non era,come all’inizio,un mero ,sudicio desiderio delle sue forme,era il desiderio del suo affetto,delle sue
attenzioni,e ,si,anche della sua gelosia.
Era diventata un’amica,la prima in assoluto dopo Matt.
E lui era diventato il suo punto di riferimento,il suo rifugio a cui si aggrappava ogni volta che gli incubi iniziavano ad
affacciarsi nella sua mente.
Si sentivano al sicuro l’uno accanto all’altra.
Ania voleva saperne di più sul suo amico tanto quanto Mello ne voleva sapere di lei,quindi una sera di Novembre gli
chiese senza preamboli perché un ragazzo intelligente e forte come lui avesse scelto quella vita .
-
…e chi è Near di cui a volte ti sento parlare?
Dopo che l’ebbe guardata a lungo negli occhi,si decise a raccontarle tutto: raccontò della sua ignobile parentela con
quella puttana della madre,una tedesca che si prostituiva nelle strade di Londra,che l’aveva venduto per una bottiglia di
vino ad un commerciante d’organi. Scappato a quel destino grazie ad una retata della polizia locale,era stato notato dal
direttore dell’orfanotrofio ‘’Wammy’s House’’,Roger, e per la prima volta aveva una casa,pur essendo quello un istituto
speciale,per geni,lo stesso che aveva ospitato il grande detective L,e Mello era tra i candidati alla sua successione…per
la precisione era il secondo,mentre il terzo era Matt,anche se non gliene era mai fregato più di tanto.
- Mentre il primo era questo Near,giusto?- disse Ania con dolcezza,avendo notato l’espressione tesa dell’amico.
- Si,il primo era quell’albino di Near. Comunque,il vero L è morto tempo fa,ucciso da Kira,e quello che ora fa le sue
veci è un impostore per rassicurare la popolazione mondiale,probabilmente ha a che fare con Kira ma non ne sono
ancora sicuro. Quando è morto,io…non potevo crederci…è stato un mentore,un fratello maggiore per me…Certo il mio
migliore amico era Matt,dividevamo anche la stessa stanza…ma L era la cosa che più s’avvicinasse ad un parente per
me, e Kira me lo ha portato via…poi,quando ci hanno chiesto di lavorare insieme,il piccolo stronzo ha accettato,ma si
vedeva che era già sicuro della sua superiorità…per cui io sono scappato in America(Matt mi ha seguito) e dopo due
anni di lotta per il territorio della malavita,sono arrivato a questo punto. E ora che finalmente posso avere l’opportunità
di dimostrare il mio valore al boss e a Near,non voglio assolutamente tirarmi indietro.- concluse,deciso.
Ania lo guardò:forse la strada che aveva scelto era sbagliata,ma era cosi sicuro di se,cosi deciso a raggiungere uno
scopo,che non riusciva a provare altro che ammirazione e rispetto per lui,il ragazzo solo e forte.
-
Mentre tu…perché sei qui?
La ragazza lo guardò di nuovo,e fece un sorriso,un sorriso triste,che sconcertò Mello,e rispose:
- Il mio passato è importante tanto quanto quello che sono,ma proprio per questo…è meglio che tu non le conosca.
- C’entra per caso chi ti ha regalato la copia del tuo libro?
- …preferisco non parlare di questo.
- Oh,certo,io devo sputtanare la mia vita davanti ai tuoi occhi perché tu ti possa fidare di me,ma tu non puoi fare lo
stesso con me,perché in realtà non ti fidi affatto,vero?!
- Non è per questo…io…io mi fido di te…-tentò di dire lei,ma Mello proseguì.
- Non abbastanza perché tu mi dica chi era il fottuto ragazzo che ti ha regalato quel libro però…!!
- NON CHIAMARLO COSI!!NESSUNO PUO’ CHIAMARLO COSI!!TU NON SAI NIENTE,TU NON PUOI CAPIRE!!TU
NON…non…
Ania annaspava nelle sue stesse parole,l’aria l’abbandonò e lei cadde priva di sensi.
Ma due braccia forti che per tanto tempo l’avevano cullata ,ora la sorreggevano prima che potesse toccare terra,con il
loro proprietario che si diceva che era proprio vero,era un degno insensibile figlio di puttana.
Tomo settimo.
l biondo era steso sul divano ,con le braccia dietro alla testa,e fissava il soffitto lurido,col solo sottofondo dell’acqua
della doccia che scrosciava in bagno.
Matt,stanza accanto,non si era accorto di nulla,troppo preso da Super Mario e Sonix.
Non riusciva a capire bene che cos’era accaduto.
Dopo lo svenimento Ania aveva iniziato a respirare male e ad avere le convulsioni,poi le urla,i calci…
Adesso guardava i due bambini che aveva reso orfani…li guardava piangere e gemere accanto al cadavere della madre.
Non potevano avere più di dieci anni all’epoca.
Erano un maschio e una femmina.
Proprio ciò che stava cercando…
Mello sconvolto dalla visione strinse con tutte le sue forze Ania che si dibatteva tra le sue braccia:per quasi due mesi
non aveva avuto alcun attacco isterico e comunque non era mai accaduto in seguito ad uno svenimento…
Il biondo non sapendo che altro fare prese il bicchiere colmo d’acqua che si trovava sul tavolino e ne rovesciò il liquido
sul viso di lei,che aprì istantaneamente gli occhi. Si alzò da quella posa scomoda ed imbarazzante e fissò l’amico con
un’inquietante luce negli occhi
Che cazzo ho combinato sta volta??
-
Mello. Vado a farmi una doccia. Ci vediamo dopo.
Ania,senti,io non volevo…
A dopo.
Mello sperava soltanto che,dopo l’accaduto,lei non l’odiasse completamente…
Ania uscì con indosso uno striminzito abitino grigio da casa e delle pantofole,i capelli ancora umidi raccolti in una coda
lenta dietro la nuca. Il biondo imbarazzato distolse lo sguardo,proprio mentre lei gli comunicava che sarebbe andata a
dormire.
E in effetti si stese sul divano,vicino a lui,come sempre.
Forse non era del tutto scazzata,allora…
Ore 04:10,un fruscio indistinto di un corpo femminile che sguscia fuori dalle coperte.
Sonno interrotto del suo compagno di letto.
- Mello. Debbo chiederti scusa per ieri sera non dovevo prenderla in questo modo …-mormorò Ania mettendosi seduta
accanto a lui, ancora supino- dopotutto tu non sai nulla. E in effetti…nemmeno io.
Il giovane rimase per una manciata di secondi imbambolato dalle scuse e dall’aspetto seducente e sonnacchioso della
ragazza,poi si riebbe.
- Non scusarti…ma…in che senso non…non sai nemmeno tu quello che ti succede?
- Vedi Mello…il mio passato,la mia…vita prima di cominciare questo lavoro…sono tutti ricordi sfumati. Io in realtà non
ricordo quasi nulla di chi fossi prima di essere qui. E non so nemmeno perché…deve essere accaduto qualcosa…qualcosa
mentre io entravo nell’ambiente…che mi ha traumatizzata.
- I tuoi sogni…sono il tuo passato che tenta di riaffiorare…mi sbaglio?
- Forse. Non ne sono sicura…oh Mello…io non ricordo nemmeno il mio vero nome…a volte sogno delle tenebre che mi
inghiottono…altre sogno me stessa uccidere una donna innocente con due gemelli…due bambini…e mi eccito per
l’adrenalina che scorre…ma non so altro…ho solo dei…frammenti…
- Ma ti ricordi chi ti ha regalato quel libro…?
- Un ragazzo,questo lo ricordo.
qualcuno molto legato a me...
qualcuno della mia stessa età…
qualcuno che non c’è più…a causa mia…- e si coprì il volto con le mani,mentre delle lacrime iniziavano a scorrerle lungo
le guancie
- Ania…
- Era un ragazzo…mi ricordo ancora il suo aspetto…aveva gli occhi e i capelli neri come i miei ma più corti…era pallido
come me…eravamo…simili...ci amavamo …e per colpa mia…per proteggermi…lui ora non c’è più….
Continuava a piangere.
Mello mise da parte ogni remora e la prese tra le braccia per rassicurarla…come la prima volta che l’aveva vista in quelle
condizioni…appena un paio di mesi prima.
Ma sembravano trascorsi dei secoli.
Ania…che cosa ti è accaduto?
Una settimana dopo…
- Allora Matt,ancora nulla?!?
- Mello cazzarola io faccio quello che posso…non possiamo scoprire molto su di lei con cosi poche informazioni…borbottò il rosso premendo freneticamente sui tasti del portatile.
- Su Kira ci siamo riusciti…
- Senti,vai a mangiare la tua fottuta cioccolata che è meglio,biondino…
- Sempre meglio delle tue sigarette-fotti-polmoni-del-cazzo,rosso…
Ania era uscita per fare spese,un pretesto per tenerla lontana da casa per un po’; dopotutto Mello voleva solo scavare
nel suo passato,aiutarla a ricordare,perché non poteva credere che lei avesse fatto del male ad una persona che
amava…
Non Ania…
di
-
TROVATO QUALCOSA!!!
Eh…? Cosa??
Guarda qua:prima pagina di un giornale ucraino di sette anni fa,una donna uccisa a colpi di mazza,i figlioletti gemelli
dieci anni scomparsi…a quanto pare era la moglie di un povero diavolo indebitato che si era suicidato l’anno prima…
Quindi…è stata opera sua…
La polizia ha dato per morti i bambini,ma non ha mai trovato i loro corpi. Però…aspetta un attimo…
Mello era sconvolto…aveva davvero ucciso una donna innocente e i suoi due bambini…
-
…Mello…guarda un po’ le foto dei bambini…-disse Matt un po’ titubante…
Obbedì,e vide che i lineamenti dei bambini gli erano dannatamente familiari…
Non può essere…
-
Mello? Matt? Ragazzi,siete qui? Sono tornata…
Ciao Ania…
Mello!
…
Perché quella faccia?
Ania…siediti. Dobbiamo parlare.
La ragazza confusa obbedì,e Mello le si sedette di fronte. In realtà non sapeva da dove cominciare.
-
Ania…sai…credo di avere capito chi sei.
…cosa…?
Ania…quel sogno sui gemelli…non è un parto della tua mente. E’ reale.
Vuoi dire che io…io…ho…
No. Ania,tu eri uno dei due bambini.
…
E penso che a regalarti quel libro …sia stato tuo fratello.
Come…come fai a sapere che non ho ucciso quella famiglia?
Guarda tu stessa.
Mello mostrò la stampa delle foto di due bambini quasi identici:avevano entrambi i capelli neri,fluenti e mossi,ma la
bimba portava un caschetto piuttosto lungo. Gli occhi di entrambi erano dei pozzi neri e lucenti. Avevano dei vestiti
molto simili…ma la bimba aveva una deliziosa,piccola fossetta sulla guancia destra.
Il ritratto di Ania da piccola.
-
Mello…tu…hai scoperto…i nostri nomi?
Si. Lui si chiamava Alexander e…
E io?
-
Ti chiamavi Alexey…
La ragazza rimase immobile,ripetendo tra se e se quel nome…il nome che aveva tanto temuto…e a cui aveva tanto
anelato…adesso sembrava cosi dolce…
Alexey…
- Ania?
- Mello…scusa mi sono distratta…hai scoperto altro?
- Tuo padre si è suicidato l’anno prima che foste rapiti,sembrerebbe per debiti e alcolismo,tua madre è …bhe lo hai
capito…riguardo a tuo fratello non sappiamo com’è andata a finire…ma se tu dici che non c’è più qualche traccia ci
sarà…noi continueremo ad indagare per capire che cosa vi è accaduto dopo.
- Grazie…
- Ania ecco…io…
- Alexey…
- Cosa?
- Da oggi chiamami Alex o Alexey…te ne prego…
- D’accordo…Alex…ey
- grazie…Michael…-sussurrò avvicinando le labbra al suo viso per posargliele sullo zigomo.
Era la prima volta che lo chiamava cosi…
Era la prima volta che gli dava un bacio…
Era la prima volta che realizzava di essere innamorato di lei.
Tomo ottavo
Una mattinata tranquilla nell’appartamento dei tre corrieri di Los Angeles.
Alexey ,seduta come suo solito sul davanzale della finestra,stava leggendo per l’ennesima volta Romeo e Giulietta,
mentre Mello e Matt se le davano di santa ragione per rivendicare il reciproco diritto a sedere sull’unica poltrona
presente nella casa. Alex faceva finta di non vedere,o forse si era cosi abituata al casino che non lo sentiva più
nemmeno…quando qualcuno iniziò a bussare vigorosamente alla porta.
TOC ! TOC! TOC!
-
Ma chi cazzo è alle dieci di domenica mattina??- sbraitò Mello staccandosi da Matt e aprendo la porta.
Un omone altissimo e calvo ,vestito con un abito di gessato e con un sigaro puzzolente in bocca,entrò deciso nella
stanza: Roger,il capo banda. Mello e Matt erano evidentemente stupiti di ritrovarsi il boss in persona in casa
propria,mentre Alex continuava a leggere come se nulla fosse.
Roger guardò torvo i tre e poi si sedette sulla poltrona (sotto lo sguardo sconsolato dei due ragazzi) e si sporse in
avanti,con le nocche sotto il mento.
Pareva agitato.
- Bene ragazzi. Come ben sapete,Big Boy è scomparso. Quello che forse non sapete,è che non ha mai lasciato Los
Angeles…
- Che cosa?!?- esclamò Mello.
- Esattamente,ragazzo. Big Boy ha saputo da un doppiogiochista del cazzo del pericolo che correva,ma chissà perché
non ha lasciato la città:due dei miei lo hanno sorpreso in giro più volte. Sapete che significa,non è cosi…?
Silenzio.
- Esatto miei cari. Scoprirete il suo nascondiglio e eliminerete il problema alla radice. Avete due settimane di tempo.
- Ma capo!!- tentò di ribattere Matt- non abbiamo la minima idea di dove si possa trovare…
- Due settimane,non un giorno di più. Ho già speso una fortuna per il vostro addestramento e non lo farò più del
dovuto.
Roger si alzò dalla poltrona e aprì la porta.
Prima di uscire,si voltò e guardò tutti negli occhi.
-
Vedete di non deludermi ragazzi. Non vorrei sbarazzarmi di elementi cosi meritevoli…
Nell’appartamento calò nuovamente il silenzio.
Il primo a riprendersi fu Matt.
-
CAZZO CAZZO CAZZOOOOO!! SIAMO SPACCIATI MORIREMO TUTTI PORCA PUTTANA!!!
Ok ,’’riprendersi’’ non era il termine più adatto.
- Matt vedi di calmarti,ti prego. Agitarsi non serve a niente…- disse la bruna avvicinandosi a lui.
- Alexey, non sappiamo dove trovarlo e adesso la situazione è peggio di prima…io…IO NON VOGLIO MORIRE SONO
TROPPO GIOVANE!!
Un movimento fulmineo,e Matt si ritrovò con l’impronta di uno schiaffo sulla guancia destra.
- ASCOLTAMI BENE MATT:TROVEREMO QUEL FIGLIO DI PUTTANA,NON MORIREMO AFFATTO!! E ORA PIANTALA CON
QUESTE LAGNE INDECENTI,O GIURO CHE MORIRAI PRESTO MA PER MANO MIA!! SONO STATA ABBASTANZA CHIARA??
Mello e Matt la guardarono stralunati:non aveva mai perso le staffe in quel modo,tuttavia proprio la sfuriata sembrò
dare una calmata a Matt,che andò vicino alla finestra a fumare.
Mello guardò Alex.
- E come faremo a trovarlo? Almeno prima sapevamo che sarebbe tornato al suo covo ‘’ufficiale’’,mentre adesso
dobbiamo trovare il covo e lui-chiese sottovoce.
- Mello,per quanto la città sia grande,Los Angeles è pur sempre una città. Considerando che è stato visto comunque
dai tirapiedi del boss,terremo gli occhi aperti.-gli prese una mano- fidati di me.
Mello ricambiò la stretta.
Non poteva non fidarsi.
I giorni passavano,e allo scadere del tempo mancavano solo otto giorni:ne erano passati sette senza alcun indizio.
Alexey,ogni mattina,usciva per un giro di ricognizione nei quartieri meno raccomandabili della città,accompagnata ora
dall’uno ora dall’altro coinquilino (era una killer provetta,ma era pur sempre una ragazza che girava sola per quartieri
malfamati…)mentre la sera giravano tutti assieme presso i complessi residenziali ,tanto per non lasciare aperta nessuna
via.
Matt iniziava a dare segni di isteria praticamente tutte le sere,mentre la sicurezza di Mello e Alex vacillava.
Almeno finchè…
- Ragazzi!!- Alex entrò in casa senza nemmeno salutare Matt che le aveva aperto la porta- l’ho trovato! Oggi l’ho visto
vicino ad un tombino,e l’ho seguito nei sotterranei:è nella vecchia metropolitana abbandonata!!
Il rosso era cosi sollevato che per poco non svenne.
Dopo aver avvisato Roger (‘’ero sicuro che ce l’avreste fatta’’) concordarono di completare finalmente la missione tre
giorni dopo,il tempo di prepararsi e riposarsi a dovere.
La sera stessa,Alex ricevette una busta,firmata da Big Boy. Sapeva bene di doverla mostrare a Mello,però decise prima
di leggerne il contenuto: vi trovò soltanto una piccola catenella con un crocifisso dorato come ciondolo…e sul
ciondolo,microscopiche macchioline di sangue.
Improvvisamente un vortice di ricordi le invase la testa,mentre lei si accasciava a terra in preda di quelle immagini cosi
vive…cosi orribili…cosi…familiari…
Nella mente della killer ucraina il puzzle si ricompose: dopo che lei e suo fratello erano stati rapiti,avevano subito
l’elettro-shock per mesi e mesi…una nuova tecnica per addestrare i futuri assassini di domani,e dietro a tutto questo ,si
nascondeva Big Boy,alias Dimitri Stkoprozki. L’assassino di sua madre.
Lei e Alexander,dopo quell’adattamento disumano,erano diventati gli automi della mafia organizzata,per omicidi e
missioni troppo pericolose per chi ci stava dentro fino al collo,soprattutto per la loro fedina penale.
Poi Alexander aveva avuto quell’incidende.
Dopo il solito omicidio perfettamente riuscito,uno scagnozzo in agonia aveva sparato contro Alexey,e il fratello le aveva
fatto da scudo con il suo corpo…La pallottola aveva colpito la spina dorsale,e il ragazzo era diventato paralitico.
Era diventato INUTILE.
Cosi,era diventato una cavia perfetta per altri esperimenti,ora con l’elettricità,ora con l’azoto liquido…Alexander era
diventato una bambola immobile,pallida,irriconoscibile e fin troppo distinguibile dalla sorella,malgrado lei l’andasse a
trovare ogni giorno e gli ripetesse che lo riteneva ancora il suo bellissimo fratellino,malgrado fosse diventato cieco e gli
fossero caduti tutti i capelli.
Una sera,lui l’aveva mandata a chiamare,perché stava particolarmente male,e lei era corsa dal suo amato fratello:lui le
aveva dato la copia di Romeo e Giulietta,dicendole che un giorno avrebbe trovato colui che l’avrebbe amata veramente.
Allo sguardo preoccupato e incerto di lei,lui aveva sorriso e le aveva chiesto un ultimo,disperato favore…
Uccidimi,sorellina.
Lei era sbiancata,l’aveva supplicato di desistere,ma che argomentazioni poteva trovare,quando la vita del suo unico
parente era un inferno quotidiano??
Aveva ceduto,ma prima aveva fatto una promessa, scappare dal controllo di Big Boy.
E alla fine,dopo avergli baciato le labbra e la fronte,aveva posto fine alle sue sofferenze con una pallottola dritta al
cuore. Poi gli aveva chiuso gli occhi,ed era scappata verso una nuova vita.
Tutto questo era successo un anno e mezzo prima.
La catenina…era di Alexander.
Big Boy sapeva tutto.
E rivoleva Alexey con se.
Evvai capitolo concluso,non ve l’aspettavate vero?? Xd allora alla prossima gente!! E buon mesiversario milly e mors
v.v.t.t.t.t.t.b. ^^
FINE
Il Bazar di Mari
www.ilbazardimari.net
Online da: Novembre 2009