la croce di san damiano

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la croce di san damiano
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XXXI Giornata Mondiale della gioventù – Cracovia 2016
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5,7)
Veglia di preghiera dei gruppi francescani OFMConv
presso la Basilica di San Francesco a Cracovia, 26 luglio 2016
Bazylika św. Franciszka, Pl. Wszystkich Świetych 5
(davanti al Palazzo Vescovile)
Preghiera davanti al Crocifisso di san Damiano
14.00 Inno GMG – canto in diverse lingue
14.15 Saluto del guardiano del convento francescano di Cracovia.
14.30 Canto: Ubi caritas et amor... Ubi caritas Deus ibi est
P. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
P. Il Signore vi dia la sua pace!
G. (in più lingue)
Siamo qui riuniti insieme da varie parti del mondo davanti ad una copia del Crocifisso di san
Damiano che ha percorso le strade dell’Italia sostando in varie diocesi prima di arrivare qui ed essere
regalata alla diocesi di Cracovia.
Nell’autunno del 1205 o nella primavera del 1206 Francesco è un giovane di circa 20 anni pieno
di sogni e di speranze. Oggi vogliamo rivivere insieme l’incontro tra il giovane Francesco e il Crocifisso,
che ha cambiato la sua vita. Siamo invitati a posare il nostro sguardo negli occhi grandi e profondi di
“Colui che tutto vede”, anche le profondità del nostro cuore; ascoltiamo le parole che anche a noi il
“Signore l’Altissimo” ha rivolto a Francesco d’Assisi: “Va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in
rovina”.
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I Simbolo
Crociffisso San Damiano
Luogo dove san Francesco ha trovato la sua propria vocazione
Mentre si esegue il canto viene portato il Crocifisso dal fondo della chiesa (o se il momento di preghiera
non si fa in chiesa dal fondo di dove si trovano le persone) fino al luogo previsto.
Canto: Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Laudamus et glorificamus. Resurrectionem tuam laudamus Domine.
LODI DI DIO ALTISSIMO
Alcuni solisti pregano le lodi di Dio Altissimo in varie lingue: quelle messe qui sono indicative. Le
modifichiamo in base ai gruppi presenti.
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. (italiano)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.(solo prima parte)
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre Santo, re del cielo e della terra. (polacco)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. (inglese)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu dei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine,
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. (tedesco)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei nostra speranza,
Tu sei giustizia,
Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza. (spagnolo)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine,
Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio. (portoghese)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità.
Tu sei la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. (altra lingua?)
Rit. Crucem tuam adoramus Domine. Resurectionem tuam laudamus Domine.
Segue la lettura francescana letta in una sola lingua, mentre tutti hanno la traduzione sul loro libretto.
Momento di silenzio e preghiera personale durante il quale ognuno può leggere personalmente la lettura
francescana.
Dalla vita Seconda di san Francesco scritta da Tommaso da Celano (2Cel 6,593-595)
Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno,
passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito,
entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla
grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso,
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all’improvviso- cosa da sempre inaudita! – l’immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla,
muovendo le labbra, «Francesco, - gli dice chiamandolo per nome – va’, ripara la mia casa che, come
vedi, è tutta in rovina». Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole.
Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito. Ma, a dir vero, poiché neppure
lui riuscì mai ad esprimere la ineffabile trasformazione che percepì in se stesso, conviene anche a noi
coprirla con un velo di silenzio.
Da quel momento si fissò nella sua anima santa la compassione del Crocifisso e, come si può
piamente ritenere, le venerande stimmate della Passione, quantunque non ancora nella carne, gli si
impressero profondamente nel cuore.
Cosa meravigliosa, mai udita! chi non è colpito da meraviglia? E chi, o quando mai ha udito qualcosa di
simile? Nessuno potrà dubitare che Francesco, prossimo a tornare alla sua patria, sia apparso realmente
crocifisso, visto che con nuovo e incredibile miracolo Cristo gli ha parlato dal legno della Croce, quandoalmeno all'esterno- non aveva ancora del tutto rinunciato al mondo! Da quel momento, appena gli
giunsero le parole del Diletto il suo animo venne meno. Più tardi, l'amore del cuore si rese palese
mediante le piaghe del corpo.
Inoltre, da allora, non riesce più a trattenere le lacrime e piange anche ad alta voce la passione di
Cristo, che gli sta sempre davanti agli occhi. Riempie di gemiti le vie, rifiutando di essere consolato al
ricordo delle piaghe di Cristo. Incontrò un giorno, un suo intimo amico, ed avendogli manifestato la
causa del dolore, subito anche questi proruppe in lacrime amare.
Intanto si prese cura di quella immagine, e si accinse, con ogni diligenza, ad eseguirne il
comando. Subito offrì denaro ad un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l’olio, e la sacra
immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell'onore, doveroso, di un lume. Poi, si dedicò
con impegno al resto, lavorando con intenso zelo a riparare la chiesa. Perché, quantunque il comando
del Signore si riferisse alla Chiesa acquistata da Cristo col proprio sangue, non volle di colpo giungere alla
perfezione dell’opera, ma passare a grado a grado dalla carne allo spirito.
II Simbolo
Quadro: Divina Misericordia
La mia vita oggi: Gesu confido in Te
15.00
Mentre si esegue il canto viene portata l’immagine della divina Misericordia “Gesu Confido in Te” dal
fondo della chiesa (o se il momento di preghiera non si fa in chiesa dal fondo di dove si trovano le
persone) fino al luogo previsto.
Canto: Misericordias Domini in aeternum cantabo...
La Corona della misericordia in diverse lingue – recitata (dipende dalle presenze)
1. Italiano
2. Tedesco
3. Polacco
4. Spagnolo
5. Inglese
Canto al Vangelo: Laudate omnes gentes, laudate Dominum. Laudate omnes gentes, laudate Dominum.
Viene proclamato il vangelo in una lingua. Da decidere quale in base al numero dei presenti per ceppo
linguistico.
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Lettore:
Durante l'incontro con i giovani argentini a Rio de Janeiro, Papa Francesco ha detto: "Leggete le
Beatitudini, vi farà bene." Questo è il compito che dobbiamo svolgere nell'attesa di luglio 2016:
rileggere il messaggio delle beatitudini e tentare di comprenderlo di nuovo. Il Santo Padre ne ha scelte
per noi in particolar modo tre:
2014 Beati voi poveri in spirito, perché vostro è il regno dei cieli.
2015 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
2016 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Ascoltiamo adesso le parole che Gesù ci ha lasciato:
Dal Vangelo di Matteo (Mt 5,3-12)
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia».
15.40 Breve saluto da parte del Ministro Generale.
III Simbolo
Quadro Madonna Nera
Sempre con Te Maria sulle mie strade di vita
Mentre si esegue il canto viene portata l’immagine della Madonna Nera dal fondo della chiesa (o se il
momento di preghiera non si fa in chiesa dal fondo di dove si trovano le persone) fino al luogo previsto.
Canto: Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum. Magnificat, magnificat, magnificat
anima mea.
Mistero del Rosario chiedendo lo Spirito Santo che sarà con noi in questi giorni:
Padre nostro, Ave Maria in diverse lingue (tutte presenti), Gloria al Padre...
Gesto. Durante la preghiera e il gesto si esegue un canto/canone.
P. Ora affidiamo a Cristo Crocifisso, a Gesù Misericordioso e alla Madonna anche le nostre intenzioni di
preghiera
Chi lo desidera si accosta ai tre simboli e depone ai suoi piedi una preghiera che ha scritto in quel
momento o preghiere che porta da casa o che altri gli hanno affidato.
Durante il canto: Jak wielki jest Bóg (polacco e inglese)
Preghiera nella propria lingua tutti insieme: Padre nostro, Ojcze nasz.....
Canto: “Pokój wam...” (polacco e inglese)
P. Ora scambiamoci un segno di pace e fraternità.
Scambio di pace tra i giovani
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BENEDIZIONE E CONGEDO
P.
T.
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio concedi a noi miseri di fare, per tua grazia, ciò
che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che ti piace, affinché interiormente purificati,
interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del
Figlio tuo, il Signor nostro Gesù Cristo e a te, o Altissimo, giungere con l’aiuto della tua sola
grazia. Tu che vivi e regni glorioso nella Trinità perfetta e nella semplice Unità, Dio onnipotente
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Oppure in latino
P.
T.
P.
T.
P.
T.
P.
T.
Omnipotens, aeterne, iuste et misericors Deus, da nobis miseris propter temetipsum facere,
quod scimus te velle, et semper velle, quod tibi placet, ut interius mundati, interius illuminati et
igne sancti Spiritus accensi sequi possimus vestigia dilecti Filii tui, Domini nostri Jesu Christi, et ad
te, Altissime, sola tua gratia pervenire, qui in Trinitate perfecta et Unitate simplici vivis et regnas
et gloriaris Deus omnipotens per omnia saecula saeculorum.
Amen.
Dominus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.
Benedicat vobis Dominus et custodiat vos, ostendat faciem suam vobis et misereatur vestri
convertat vultum suum ad vos et donet vobis suam pacem. Et benedictio Dei omnipotentis,
Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, descendas super vos et maneat semper.
Amen.
In nomine Domini ite in pace.
Deo gratias.
Canto finale: Laudato sii o mi Signore
Canto: Inno GMG
I ragazzi durante il canto escono dalla Chiesa
Davanti alla finestra da dove Papa Francesco, seguendo i precedenti Papi farà i suoi discorsi ai giovani
facciamo un gesto:
Prepariamo 5 palloni con una benda con su scritto “Pace e bene” in diverse lingue come simbolo che
vogliamo portare Pace e bene a tutti i continenti.
Appendice
LA CROCE DI SAN DAMIANO
Il Crocifisso di san Damiano è un’icona, dipinta da un anonimo artista (probabilmente un monaco
che viveva nella piana spoletana) tra il 1000 e il 1050 d.C., prendendo ispirazione dai Vangeli canonici e
dalla tradizione della Chiesa. Quella croce venne poi collocata nella chiesetta di san Damiano, fuori le
mura di Assisi.
Davanti a quella croce il giovane Francesco pregava: “Altissimo glorioso Dio, / illumina le tenebre
de lo core mio / e damme fede retta, speranza certa e caritade perfetta, / senno e cognoscemento,
Signore/ che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen” (FF 276)
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Davanti a quella croce, nel 1206, il giovane Francesco d’Assisi percepì l’invito a “riparare la sua
casa”. Il Crocifisso rimase a san Damiano contemplato, custodito e invocato da Chiara e dalle sue sorelle,
finché visse santa Chiara (1253). Quando, nel 1257, le clarisse si trasferirono all’interno delle mura di
Assisi, il crocifisso venne portato in città, nella basilica di santa Chiara, dove si trova tutt’ora.
Nella Settimana Santa del 1957 venne mostrato al pubblico per la prima volta sopra il nuovo altare nella
cappella di San Giorgio nella Basilica di Santa Chiara d'Assisi. Da allora questa immagine ha avuto una
diffusione imprevedibile e straordinaria.
Il significato ecumenico di questa icona
Mons. Crispino Valenziano ha definito il Crocifisso di san Damiano un’icona ecumenica. Il primo
motivo è dato dal fatto stesso che è stata dipinta prima del grande scisma tra l’Oriente e l’Occidente
cristiano, consumatosi nel 1054 attraverso la reciproca scomunica tra papa Leone IX e il patriarca di
Costantinopoli Michele I Cerulario. Il secondo motivo di ecumenicità di questa icona lo ritroviamo nel
fatto che tutti e cinque i patriarcati del primo millennio cristiano sono in qualche modo citati attraverso
particolari iconografici: l’anastasis (discesa agli inferi) collocata sotto i piedi del Crocifisso trova la sua
codificazione iconografica nel patriarcato di Gerusalemme, il suppedaneum (l’assicella sulla quale sono
inchiodati i piedi di Gesù) appartiene alla tradizione costantinopolitana, il linteum (il grembiule di lino
che copre i fianchi di Gesù) deriva dalla tradizione di Antiochia di Siria, gli occhi grandi del Cristo che
tutto vede (panopton) sono tipici della tradizione della chiesa di Alessandria d’Egitto, infine la
raffigurazione del Cristo innalzato nella gloria, collocata nella parte alta del Crocifisso appartiene alla
tradizione romana. Seguendo l’ispirazione divina, l’iconografo ha perciò raffigurato il mistero della
Pasqua e della Chiesa che nasce dalla Pasqua di Gesù, come un mistero di unità.
C’è anche una terza valenza ecumenica presente in questo crocifisso ed è la valenza ecumenica
che deriva dalla chiamata che rivolge al giovane Francesco: “Non vedi che la mia casa cade? Va dunque e
restauramela!” È possibile leggere in questa chiamata un contenuto ecumenico? Penso di sì! Infatti tutta
la missione evangelizzatrice di Francesco d’Assisi ruota attorno a una proposta continua di
riconciliazione e di pace, che rifugge la polemica e propone di lasciarsi interiormente purificare,
illuminare e accendere dal fuoco dello Spirito, per poter seguire Gesù e giungere così al Padre.
Nel contesto attuale di rinnovato impegno ecumenico, accogliere l’invito del Crocifisso significa operare
con amore, in modo positivo, perché la Chiesa, sposa del Cristo sposo, famiglia che nasce sotto la croce,
popolo che riunisce tutti i popoli ritrovi la via dell’unità nella carità.
CULTO E IMMAGINE DELLA DIVINA MISERICORDIA
Il culto della Divina Misericordia è legato alle rivelazioni della modesta suora della Congregazione
delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, suor Faustina Kowalska. Nel 1935 le apparve
Gesù e le chiese di diffondere in tutto il mondo il messaggio della Divina Misericordia. Il culto iniziò a
svilupparsi dopo la morte di suora Faustina, soprattutto nei difficili anni della seconda guerra mondiale. I
soldati polacchi, nei cui berretti venivano cuciti piccoli ritratti di Gesù Misericordioso, portavano il
messaggio in tutto il mondo. Grazie ai soldati dell'esercito di Anders, creato nel 1941 nell'URSS, il culto
della Misericordia giunse perfino in Iran, Palestina, Libano, Egitto e da lì in Africa e Italia. Il quadro più
famoso della Misericordia fu dipinto nel 1943 da un pittore polacco Adolf Hyła come ex-voto per la
salvezza della famiglia dell'artista dalla guerra. In Polonia il culto e l'attività dei centri della misericordia
rinacquero dopo il 1981 quando fu pubblicato il primo studio critico del Diario di Suor Faustina nella sua
forma originale. Dalla metà degli anni '80 in ogni diocesi polacca esiste una parrocchia intitolata alla
Divina Misericordia.
"Io sono tutto amore e misericordia" disse Gesù chiedendo a suor Faustina di diffondere questo
messaggio in tutto il mondo. Gesù indicò a suor Faustina cinque mezzi con i quali le persone possono
chiedere la misericordia per loro stessi e per il mondo intero: la coroncina della Divina Misericordia, la
preghiera davanti all'immagine con la scritta "Gesù, confido in Te", la preghiera nell'ora della morte di
Gesù sulla croce, chiamata l'Ora della Misericordia (15.00), la celebrazione della festività della
Misericodia e la diffusione del culto della Misericordia Divina con la preghiera, le parole e gli atti.
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La Polonia è il posto con la maggior diffusione del culto ma ci sono molti altri paesi dove esso si
sviluppa in maniera molto dinamica. In Australia opera la Confraternita della Misericordia Divina che
unisce oltre 5 mila persone; in Canada, a Verdun esiste la comunità che aiuta le persone perdute
moralmente. Dalla beatificazione di suor Faustina, nel 1993, presso la chiesa dello Spirito Santo a Roma
agisce il Centro di Spiritualità della Divina Misericordia. Il culto, nato grazie alle rivelazioni a suor
Faustina, è molto diffuso in America del Sud, Africa, Filippine, Corea e Nuova Zelanda.
Il centro più grande e più importante del culto della Divina Misericordia in Polonia è il Santuario
della Divina Misericordia a Cracovia-Łagiewniki, dove ogni anno si reca un milione di pellegrini
provenienti dalla Polonia e da tutto il mondo. Il maggior numero di fedeli giunge ogni anno la prima
domenica dopo Pasqua, ovvero nella Festa della Divina Misericordia, celebrata dall'intera Chiesa
cattolica a partire dall’anno 2000. Il culto della Misericordia si sviluppa in maniera più dinamica dopo la
beatificazione di suor Faustina e la sua canonizzazione nonché grazie ai pellegrinaggi di Giovanni Paolo II
a Łagiewniki. La diffusione del culto portò all'ampliamento del santuario e alla costruzione della basilica,
consacrata da Giovanni Paolo II nel 2002.
MADONNA NERA DI CZĘSTOCHOWA
Fin dal medioevo da tutta la Polonia si svolge il pellegrinaggio a piedi verso il santuario di
Częstochowa dove è conservata l'immagine della Madonna con il Bambino, da secoli oggetto di culto e
di venerazione. In tutti i momenti di difficoltà della Polonia il popolo polacco si è stretto attorno alla
Madonna Nera del Santuario di Jasna Gora a Częstochowa incrementando così il numero di pellegrini.
Ancora oggi questo pellegrinaggio vede la partecipazione di decine di migliaia di persone che in estate si
mettono in marcia a piedi verso il santuario.
La Vergine Nera di Częstochowa (nota anche come Madonna nera) è un'icona di tradizione
medioevale bizantina della Madonna col Bambino. La leggenda vuole che sia stata dipinta da san Luca
che, essendo contemporaneo alla Madonna, avrebbe dipinto il vero volto. Nel 1382 l'icona venne
portata al Santuario di Częstochowa a Jasna Góra dal principe Ladislao di Opole. Nel 1430, durante le
guerre degli Ussiti, l'icona venne profanata a colpi d'ascia, tanto che ancora oggi ne sono visibili gli
sfregi. Nel XVII secolo la Madonna nera per i polacchi rappresentava la resistenza dei polacchi alle
dominazioni straniere. Il servo di Dio, cardinale Stefan Wyszyński, scelse il santuario di Jasna Góra come
altare e confessionale della Polonia. Hanno fatto visita al Santuario come pellegrini anche gli ultimi due
papi predecessori di quello attuale: il santo Giovanni Paolo II (1979, 1983, 1987, 1991 – GMG a
Częstochowa, 1997, 1999) e Benedetto XVI (2006).