Libretto ELEKTRikA

Transcript

Libretto ELEKTRikA
ELEKTRA_ un’opera techno
di
Carmen Giordano
Personaggi
Elektra
Oreste
Madre e Padre (Voci Off)
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Ouverture
Coro - Emotivamente instabile. Problemi relazionali e disturbi del comportamento. Non
intrattiene sufficienti rapporti con i coetanei. Non si applica a scuola. Non parla
abbastanza di sé.
Figli
Elektra – Sono emotivamente instabile. Ho problemi relazionali e disturbi del
comportamento. Non intrattengo sufficienti rapporti con i coetanei. Non mi applico a
scuola. Non parlo abbastanza di me. Mi chiamo Elektra. Mia madre ha ammazzato mio
padre. Ha riempito la vasca da bagno. L’ha spogliato. Ha aspettato che s’immergesse.
L’ha colpito con un’accetta. Poi è arrivato il suo compagno e l’hanno fatto a pezzi. Io
stavo davanti alla porta. Tenevo la mano a mio fratello.
Oreste – Non li ho sentiti gridare. Solo rumore di colpi nell’acqua. Spiavo la faccia di
mia sorella. L’ho capito dagli occhi.
Elektra – La porta era socchiusa. Lui l’ha lasciata così. Uscivano vapore, acqua e
sangue. Hanno pulito in meno di sei ore.
Oreste – È stato un incidente, non parliamone più. E si sono sposati. A casa non ci
torno da allora. Mia sorella vive con loro.
Elektra – Sono emotivamente instabile. Ho problemi relazionali e disturbi del
comportamento. Non intrattengo sufficienti rapporti con i coetanei. Non mi applico a
scuola. Non parlo abbastanza di me. Mi chiamo Elektra. Ho diciotto anni. E penso che la
vita è una merda.
Elektra - Voi parlate, voi ridete. Non vi ascolto, siete rumore.
Mi vesto di nero. Come il mio umore. La mia estetica del dolore.
Alzo il volume. E chiudo gli occhi. La musica mi porta in un posto mio. Non vi sento.
Stanotte ho sognato che tornavi. Andavamo a una festa. Tu ballavi.
Coro - Ragazzi ricchi. Annoiati e infelici. Comprano pistole e poi sparano.
Venuti al mondo da madri distratte e padri che non li vedono.
Oreste - Voi parlate, voi ridete. Non vi ascolto, siete rumore.
Bevo per dimenticare il mio nome. La mia estetica del dolore.
Le notti in discoteca a non pensare. Io mi voglio sballare. Io mi voglio sballare.
Stanotte ho sognato che tornavo. Andavamo a una festa. Sorridevi.
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Coro - Ragazzi ricchi. Annoiati e infelici. Comprano pistole e poi sparano.
Venuti al mondo da madri distratte e padri che non li vedono.
Genitori
Strumentale. Montaggio Voci Off.
Madre – Quando lo facevamo di nascosto era bello.
Padre – Ho voglia di stare da solo con te.
Madre – Quando lo facevamo dappertutto era bello.
Padre – Ho voglia di stare nudo con te.
Madre – Mi mettevi le mani nei capelli.
Padre – Ho voglia di chiudere la porta. Abbracciarti. Non pensare a niente.
Strumentale.
Padre – Non siamo genitori, siamo amanti.
Madre - Ci siamo scelti tanto tempo fa.
Padre – Mi sembra ieri.
Madre – Io portavo un vestito verde.
Padre – Sei bella.
Madre – Davvero?
Padre – Sì.
Strumentale
Madre – Ho sognato di rivedere mio figlio
Padre – Non capisco che c’entra con me.
Madre – Ho sognato che tornava.
Padre – Non capisco perché.
Madre – Perché l’ho sognato.
Padre – Vuoi rivedere tuo figlio?
Madre – Sì.
Padre – Perché?
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Madre – Mi manca.
Padre – Fallo tornare.
Padre/Figlia
Elektra - Mio padre non urla. Sa farmi ridere. E tremare. Mio padre non fa domande.
Mi conosce. Quando torna da un viaggio, porta qualcosa che ha scelto per me.
Padre - Non sono il padre. Mi sforzo. Io e sua madre ci amiamo. Lei non ce lo perdona.
Elektra - Mio padre non ha bisogno di scuse. Quando parla ti guarda negli occhi.
Padre - È come se qualcuno decidesse per te. Tutto si complica di un pensiero. Sono
padre. E realizzi un surrogato dei tuoi desideri.
Elektra - Mio padre non ha rimpianti. Gira il mondo e torna a casa.
Padre – Tutto è stato fatto prima e meglio. Sono il surrogato di un padre. Non voglio
figli.
Elektra - Mio padre mi trova bella. E io gli credo.
Padre – Procreare. Educare. Comandare. Preferisco vivere.
Elektra – Mio padre l’hanno fatto a pezzi.
Demoni che passano
Coro -Vive la sua vita. Come un salto nel buio.
Ma non ha paura. Di sentire dolore/lei non sente il dolore.
E di notte deve affrontare demoni che passano. La circondano. L’afferrano.
Trascinandola indietro. Ai peggiori ricordi. Trascinandola indietro.
Vive la sua vita. Come un grido muto.
Ma non ha paura. Lei non sente il dolore.
E di notte deve affrontare demoni che passano. La circondano. L’afferrano.
Trascinandola indietro. Ai peggiori ricordi. Trascinandola indietro.
Madre/Figlia
Elektra - A mia madre piace ridere. Cenare fuori. Viaggiare. Con lui.
Madre – Cerco di stare attenta. I gesti. Le parole. Interpreto i segni. Consulto gli
specialisti. Non riesco a raggiungerla.
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Elektra - Mia madre è una carta di credito. Mi copre di soldi e va in vacanza.
Madre – Non mi sente.
Elektra - Quando la vedo mi sudano le mani. Respiro male. Ho la tachicardia.
Madre – Non si fida di me.
Elektra – Mia madre mi ha rovinato la vita.
Madre - Facciamo una festa?
Elektra – No.
Madre – Compi diciotto anni.
Elektra – No.
Madre - Viene tuo fratello.
Elektra – Facciamo una festa.
Fratello
Oreste – Torno a casa. Dove è morto mio padre. Dove vivono gli assassini di mio padre.
Credo. Credo a Elektra. L’ho visto. Nei suoi occhi. Sono il figlio di un uomo fatto a pezzi
dalla moglie. Non riesco a mettere insieme i pezzi di mio padre. Mia madre me la
ricordo. Bella e distratta. Chiama tutti i giorni. Non sa niente di me. Mi mantiene, in
vita. Torno da Elektra. Mia sorella. Credo. Me la immagino. Bella e triste. In lutto per la
vita. E io? Gioco d’azzardo. Io. Me la spendo la vita. Mi piacciono gli sprechi. Sprecare la
vita. Ci vuole talento. Credo. Nessuno mi somiglia. Non ho casa. Non capisco l’amore. Mi
annoia la vita. Torno a casa. Dove ho imparato a camminare. Dove ho imparato a
parlare. Dove sono nato. La morte è contagiosa. Credo. Sono nato morto. Vivo fuori.
Morto dentro. Mi riconoscerà?
Coro - Il sogno tradisce il pensiero. Ti prego, non chiudere gli occhi.
Il sogno tradisce il pensiero. Chiudi gli occhi e sogni quello che non puoi.
Dormi senza sogni. O spingi questa notte oltre il limite del dicibile.
Quello che non sai. Quello che non vuoi. Lo ritroverai nel tuo sogno.
Il sogno realizza il pensiero
Fa luce su luoghi segreti
Tra volti di vecchie ferite
Chiudi gli occhi e sogni quello che non vuoi
Dormi senza sogni. O spingi questa notte oltre il limite del dicibile.
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Quello che non sai. Quello che non vuoi. Lo ritroverai nel tuo sogno.
Il sogno tradisce il pensiero. Stai sveglio. No, non chiudere gli occhi. Non ancora. No.
Il sogno tradisce il pensiero. Stai sveglio. No, non chiudere gli occhi. Non ancora. No.
Dormi senza sogni. O spingi questa notte oltre il limite del dicibile.
Quello che non sai. Quello che non vuoi. Lo ritroverai nel tuo sogno.
Il sogno tradisce il pensiero. Ti prego, non chiudere gli occhi.
Il sogno tradisce il pensiero. Ti prego, non chiudere gli occhi.
Oreste – Sogno di tornare a casa. Nessuno mi riconosce. Sono un ospite. Chiedo a mia
madre se ha un figlio. Lei dice: “Ce l’avevo, ma è morto”. Saluto e me ne vado.
Sorella
Elektra - È tutta la vita che aspetto di vederlo. Perché? Non lo so. Sembra che mi
conosca. Come se sapesse chi sono. Che musica ascolto. Perché non dormo la notte. Mi
troverà bella? Devo scegliere un vestito.
Elektra - Essere bella. Cosa vuol dire. Passo l’eyeliner e poi non mi vedo più.
Apro l’armadio in cerca di un segno. Io chi sarei se non fossi nata qui.
Vieni a prendermi. Riconoscimi. E regalami un’identità.
Vieni a prendermi. Non deludermi. Dimmi che la vita non è qui.
Essere bella. Non mi appartiene. Passo la vita a nascondermi.
Chiedo allo specchio la soluzione. Io chi sarei se tu fossi stato qui.
Vieni a prendermi. Riconoscimi. E regalami un’identità.
Vieni a prendermi. Non deludermi. Dimmi che la vita non è qui.
BALLAD ORESTE
Oreste - Neve sulle nostre apparenze
Fredda su di me
L'ombra della nostra distanza
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Mentre mi sfiori
Vorrei cominciare da zero
E sorprenderti
Vorrei fare finta di niente
E sorriderti
Mentire è ogni giorno più semplice
Non ti accorgi di me
All'ombra della nostra distanza
Siamo soli
Vorrei cominciare da zero
E sorprenderti
Vorrei fare finta di niente
E sorriderti
Persi in traiettorie ellittiche
Ci rincorriamo senza prenderci
Soli nell'universo
Leggi immobili ci rendono inafferrabili
Vorrei cominciare da zero
E sorprenderti
Vorrei fare finta di niente
E sorriderti
Madre e figlio
Madre - Ecco l’uomo della mia vita
Oreste - Ciao mamma
Madre - Che mi racconti?
Coro + Oreste - È strano vederti in un posto diverso dal sogno.
Oreste - Niente
Madre - Ce l’hai una ragazza?
Oreste - No
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Madre - Hai bisogno di soldi?
Coro + Oreste – Parliamo di mio padre?
Madre - Come fai ad ascoltare questa musica?
Coro + Oreste – Non mi ascolti, sono rumore.
Madre - Hai pensato a un lavoro?
Oreste – No
Madre - Hai pensato al futuro?
Silenzio.
Oreste – Ciao
Elektra - È strano vederti in un posto diverso dal sogno.
Oreste – Che?
Elektra – Niente.
Duetto Elektra/Oreste
Elektra - Crisantemi nelle mani, occhi asciutti di dolore
Non riesco a piangere per te
Oreste - Scendono le nuvole sulle nostre ceneri
Non riesco a piangere per te
E & O - Prigionieri addormentati, vittime e carnefici
Nella strage si confondono
Coro - And you stay in the play of love
In the play of blood
In the play of tears
And you die when the play of love
Is the play of blood
Is the play of tears
Elektra – Non si può tornare indietro, sulle nostre decisioni
Sangue, lacrime e rinascere
E & O - Prigionieri addormentati, vittime e carnefici
Nella strage si confondono
Coro - And you stay in the play of love
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In the play of blood
In the play of tears
And you die when the play of love
Is the play of blood
Is the play of tears
Complesso di Elektra
Mio padre è la mia sicurezza, l’idea che mi faccio del mondo. Il limite tra bene e male.
La definizione di me. La declinazione della mia vita nella bellezza. L’intelligenza che fa
soffrire. L’ironia. Mi manca mio padre.
Coro
Arriva la deriva
Con le conclusioni
Recidere i legami
Senza sentire niente
Il padre la guardava
Poi le sorrideva
E lei s’addormentava serena
I giorni non posson tornare indietro
I giorni non posson tornare indietro
Potessero i giorni tornare indietro
Potessero i giorni tornare indietro
Arriva la deriva
Riaccende le passioni
Di limpide giornate
Sepolte nel rumore
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Il padre l'ascoltava
Poi le rispondeva
E lei lo accompagnava serena
Tranquilli pomeriggi
I compiti di scuola
Le lunghe passeggiate e poi ritornare
Ai lunghi pomeriggi
Nei riti sempre uguali
Le lunghe chiacchierate e poi disegnare
Genitori e figli
Madre - Ecco l’uomo della mia vita. Che mi racconti?
Ce l’hai una ragazza?
Hai bisogno di soldi?
Come fai ad ascoltare questa musica?
Hai pensato a un lavoro?
Hai pensato al futuro?
Oreste - Quando torno a casa voglio silenzio. Solo il rumore del mio cervello.
Elektra - Questa non è casa mia. Sono in ostaggio. Vieni a salvarmi?
Oreste - Questa non è casa mia. Sono in visita al museo. Sono qui per te.
Elektra - Quello che faccio non ha senso. Io non ho senso. Io non esisto. Ecco la
famiglia.
Oreste - Mi fa schifo Il lavoro. Il tempo libero. Il divertimento. Mi fa schifo la gente. Le
scuole. Gli ospedali. Gli ascensori. L’unico posto dove sto bene, sei tu.
Elektra - Voglio essere bella. Voglio essere orfana. Appena nata. Nessuno mi mette al
mondo. Nessuno mi tiene in vita. Nessuno mi conosce. Solo tu.
Oreste - Voglio essere leggero. Forte. Voglio partorirmi. E crescermi. Venire dal buio
alla luce. Vederti per la prima volta.
Elektra - Non siamo fratelli. Ci siamo appena incontrati.
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Oreste - Siamo quello che voglio. Siamo quello che vuoi.
Loop voci dei genitori. Due colpi di pistola. Silenzio.
Orfani
Oreste - Si può imputridire da vivi? Ci si può consumare senza essere malati?
Consumarsi, da svegli. E poi mi addormento. E sogno. Sogno. Non so chi sia a farmi
questo. Ma adesso che ti guardo, penso che fai parte del gioco. Ma chi sei tu? Che vuoi
da me? Che hai voluto dirmi? Perché mi hai messo in mano la pistola? Perché mi hai
aspettato per anni? Faccio parte del tuo piano? Io non ce l’avevo un piano. Ho
improvvisato. Ho la sensazione di aver fatto qualcosa di tremendo. Ma sono calmo.
Quando mi chiederanno perché, cosa dirò? Per vendicare mio padre. Invece l’ho fatto
per me. Per te. L’ho fatto per loro. Era uno strazio.
Elektra – Non senti questo silenzio?
Oreste – Siamo soli. Ecco il traguardo. La partenza. Soli come appena nati. Orfani. E
adesso?
Elektra – Facciamo una festa.
Coro
Chiudere gli occhi e farsi portare
Ballare, ballare, ballare
Come acqua corrente
Non pensare più a niente
L’aria è più fresca
Le nuvole partono
E’ libero il cielo
Senza Dei
In gesti minuscoli e isterici
Restiamo da soli
Chiudere gli occhi e farsi portare
Ballare, ballare, ballare
Come acqua corrente
Non pensare più a niente
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