Koudougou, Pasqua 2007 Carissimi amici, Quest`anno farà più

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Koudougou, Pasqua 2007 Carissimi amici, Quest`anno farà più
Koudougou, Pasqua 2007
Carissimi amici,
Quest'anno farà più caldo del solito dicono i nostri vecchi qui, ma secondo loro, anche le piogge
arriveranno prima e questa è la cosa importante e la più attesa. Sapete bene quanto l'acqua è
importante per la vita della mia gente e quanto rispetto ha per questo liquido tanto prezioso. Il
bicchiere o la ciotola d'acqua sono l'equivalente del nostro caffè che si offre per dare il benvenuto
all'ospite e l'acqua non si rifiuta mai né quando te la offrono né quando te la chiedono. Spesso penso
a come Dio ha fatto bene le cose, anche i corpi delle persone che devono vivere sotto questo sole
che picchia sulla testa come se ti desse delle martellate, eppure è così bello e lo si aspetta al mattino
perché la gente non ama la notte ed il buio. Dicevo che il corpo dei miei fratelli africani è fatto
come quello dei cammelli: bevono una gran quantità d'acqua al mattino e questo basta per tutta la
giornata. Noi, nasaara, continuiamo a bere, sudare e sbuffare inutilmente perché l'Africa è così. Non
facile da vivere per il caldo, la polvere e altre piccole cose, ma affascinante per tutto quello che ti fa
capire e riflettere con le sue tradizioni, i comportamenti della gente il significato dei loro gesti. Non
sempre è facile capirli, anzi è tanto difficile, ma le cose di qui bisogna digerirle ed assimilarle prima
che la mente si apra e le accetti.
Tempo addietro è arrivato un vecchio musulmano, a piedi, accompagnato da una bellissima
bambina di circa 10-12 anni che camminava appoggiandosi su due piedi talmente deformi e contorti
da fare pena. Sembrava elle stesse per cadere ad ogni passo e credo che solo la grande abitudine alla
sua deformità le permetteva di stare in piedi e muoversi in qualche modo. Mi ha colpito il fatto che
il padre non l'avesse presa sotto braccio o sostenuta in qualche modo. Lui davanti e lei dietro, sola e
si doveva arrangiare per tenere il passo. Il padre ha chiesto se potevamo aiutarla a migliorare le sue
condizioni, perché fra qualche anno, avendone l'età, avrebbe dovuto diventare la moglie di
qualcuno, e con la deformazione che aveva, perdeva di valore e diminuivano le possibilità che
qualcuno la chiedesse in moglie. Albert, il chirurgo che si occupa del Centro Medico l'ha esaminata
ed ha diagnosticato che, anche se non completamente, almeno al 90% poteva ridarle la funzionalità
dei piedi. E' stato dato al padre un "preventivo" di spesa che si aggira attorno ai 600.000 Franchi
Cela (1.800.000 vecchie lire). Sapevamo benissimo che avrebbe cominciato a fare la sceneggiata
dicendo che era povero, che non poteva pagare, che aveva tanti figli a carico e così via. Non ci
aspettavamo certo che dicesse "si sta bene", perché qui, anche se possono, prima di sborsare
qualche franco fanno la commedia, che si ripete immancabilmente ad ogni occasione. Gli abbiamo
detto che avremmo cercato di aiutarlo e che doveva portare la bambina la settimana seguente per
fare gli esami pre-operatori e la visita con l'anestesista. Lo avete visto voi?
Per due mesi nessuna notizia della bambina. Ieri è arrivato, tranquillo e sereno, con la bambina al
seguito. Gli abbiamo chiesto se era successo qualcosa per giustificare questa lunga assenza e ci ha
risposto candidamente: "no, tutto va bene, ma non ho potuto venire prima perché sono andato in
pellegrinaggio alla Mecca". E' difficile tenere la bocca chiusa, ma è giocoforza farlo perché per
taluni il pellegrinaggio alla Mecca è più importante di qualsiasi altra cosa. Se lo rimandiamo a casa
lui ci va e non ci pensa più, la sua coscienza è tranquilla: ha chiesto aiuto e non gli è stato dato e
tutto finisce qui. Ma la bambina? Con elle coraggio possiamo chiudere gli occhi davanti ad una
bambina/quasi donna che sarà costretta a vivere in quelle condizioni tutta la vita? Certamente
troverà un uomo che la prenderà per farla procreare ma è giusto castigare lei per dare una lezione al
padre? Tornerà la prossima settimana e faremo quello che è necessario ma vi assicuro elle ci
sentiamo impotenti di fronte all'incoscienza e alla mancanza di sensibilità di certi genitori.
Sapeste quante volte mi chiedo come sarei se Lui mi avesse fatto nascere in un paese di fede
islamica o induista? Il nostro posto sulla terra non è stabilito dal caso ma, sono convinto, dal Suo
disegno che ci comprende tutti, uno ad uno, e ciascuno è messo nel luogo che più gli è utile per la
sua evoluzione mentale e spirituale. Se non lo possiamo comprendere ora lo comprenderemo dopo,
quando potremo vedere il mosaico completo e la sua bellezza.
Per fortuna le cose non sono sempre così spiacevoli. Al Centro tutto funziona bene e nonostante gli
immancabili piccoli inconvenienti viviamo come se fossimo una grande famiglia. Ho avuto la
soddisfazione di sentire i commenti di alcuni che sono venuti a trovarci ed hanno detto che
veramente il Centro Oasis è una Oasi.
I bambini stanno bene, il Padre ci sta tenendo una mano sulla testa perché anche al CREN non
abbiamo avuto che due decessi in un anno e vi assicuro che è un miracolo. Vengono anche dal Mali
e dalla capitale a vedere come funziona questo Centro di Recupero Nutrizionale e le nostre tre
animatrici sono gelose e non vorrebbero dire e spiegare cosa facciamo, come nutriamo i bambini,
com'è il nostro menù settimanale. Sono gelose perché, giustamente si sentono artefici della riuscita
e del buon nome che ha il CREN. Vedete: è difficile anche con loro, che in fondo sono le mamme e
le nome dei nostri piccoli "calimeri", spiegare che non dobbiamo tenere per noi qualcosa che può
essere utile ad altri, anche se questo qualcosa lo abbiamo costruito noi in tanti anni di lavoro. Non
possiamo vivere, lavorare e produrre soltanto per noi: siamo membri della famiglia umana e se
scopriamo qualcosa che può giovare ad altri dobbiamo divulgarlo e regalarlo ai nostri fratelli come
il Padre ce lo ha regalato.
Le cose belle qui sono tante. Un giorno ero andato in città, faceva caldo (ormai tocchiamo i 40°), e
vedo due giovani, un ragazzo ed una ragazza, che camminavano pacifici: lui indossava giubbino e
pantaloni di pelle, scarpe chiuse, berretto in testa. Lei un abito rosso fuoco che scendeva fino alle
caviglie, chiuso al collo e con le maniche lunghe. Vi assicuro che per un momento mi sono sentito a
disagio perché involontariamente mi sono sentito nei loro panni. Faceva caldo ed anche i due amici
sudavano, ma imperterriti continuavano a far bella mostra dei loro abiti. Chissà? Forse li avevano
ricevuti in regalo e volevano sfoggiarli a tutti i costi. Fatto sta che hanno continuato per la loro
strada senza batter ciglio. Ma quello che mi è venuto in mente non è tanto il fatto del caldo quanto
l'indifferenza della gente che non vedeva nulla di anormale nella loro esibizione. Qui sci libero di
esprimerti come vuoi, di vestirti come vuoi di ballare o cantare se hai voglia di farlo, di dormire con
la testa appoggiata sul tavolino di un bar senza che nessuno ti venga a svegliare. Anche le mamme
dicono che ai bambini bisogna lasciar fare quello che vogliono (le limitazioni sono veramente
poche) perché il bambino deve essere se stesso. Povera la mia gente!! Considerata primitiva, eppure
nella sua cultura ha dei principi che forse il benessere ed il consumismo hanno annebbiati. Ognuno
di noi è un mondo a se stante, deve potersi esprimere e manifestare per quello che è. Qui le
limitazioni sono quasi inesistenti mentre nel mondo del benessere sono quasi inesistenti le libertà.
Il giorno 8 marzo si è festeggiata la giornata della donna (non dimenticate che la mia gente, anche
se ha fanne ed è piena di problemi, ama festeggiare perché, dicono, che col muso lungo e sempre
imbronciati non si risolvono i problemi. Meglio essere sorridenti). Allora, abbiamo regalato alle
mamme del CREN un pezzo di stoffa che portava impresso l'emblema della festa della mamma.
Sono stoffe che vengono messe in commercio nelle varie occasioni ed a prezzi sociali.
Non lo avessimo mai fatto! Le nonnine del Centro sono arrivate in delegazione a reclamare le loro
stoffe dicendo che anche loro sono "donne" perché nel corso della loro vita hanno messo al inondo
tanti figli e quindi non è giusto dimenticarle adesso che purtroppo non possono più farne. E poi
hanno detto che anche attualmente loro sono mamme perché preparano da mangiare per Jean,
Georges, Papu, Landry e Bazomboc. Già, perché dovete sapere che i "banditi" che ho nominato e
che sono i nostri figli fissi del Centro, per quanto riguarda la cucina, hanno disertato le mamme del
CREN ed hanno fatto un accordo con le nonne: i ragazzi procurano la legna per far fuoco e le nonne
preparano da mangiare anche per loro.
Abbiamo avuto anche il piacere di ricevere le donne del "Groupernent Corhonier" al quale avevamo
donato un mulino anni addietro. Sono 60 donne che hanno capito l'importanza di lavorare insieme e
lo stanno facendo da due anni. Hanno portato il quaderno sul quale segnano le entrate e le uscite e
sembra che la cosa funzioni.
Hanno presentato una domanda per ottenere un '"forage"(pozzo) ed ho detto che andrò da loro un
giorno e che se le cose corrispondono a quanto hanno detto faremo anche il foraggi. Era il sogno di
mio "papà' Silvestro. Che la gente si metta a lavorare insieme, accantonando gli egoismi e
l'ingordigia. Creare delle piccole cooperative e lavorare tutti insieme per il bene della comunità e
non quello personale. Il tornaconto personale viene dal tornaconto comune.
L'altra sera stavo guardando le stelle che qui sembrano più vicine e luminose e pensavo che anche la
nostra terra è uno degli innumerevoli puntini luminosi che si vedono in cielo, e mi sentivo come
schiacciato dall'immensità della volta celeste e consapevole che la terra è un granellino di sabbia in
un deserto che non ha fine. Ed io? Un granellino nel granellino! E nel dire grazie al Padre che mi ha
fatto il grande regalo della vita e sopratutto della consapevolezza di esistere, mi domandavo:
"perché chi fa la guerra, chi assale, chi uccide, chi prevarica e distrugge questo granellino, non alza
almeno una volta gli occhi al cielo e cerca di capire che anche lui può Sparire al sopravvenire di una
folata di vento!_
Fortunati i miei fratelli africani che non hanno problemi di questo genere. Per loro è importante
nutrirsi e nutrire la famiglia. Fatto questo tutto il resto è festa!
Fra poco ci si ricorderà del nostro fratello maggiore. Cristo, che ha parlato non ai teologi ma alla
sua gente di Galilea e non ha fatto discorsi filosofici ma ha semplicemente detto " vogliatevi bene,
amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati' E' questo il mio augurio di una felice e serena Pasqua
con i vostri cari con i nonni e i bambini. Agli ammalati mando un bacio e auguro che il Padre dia
loro la forza di sopportare meno faticosamente la sofferenza. Sappiate, che i nostri bambini, le
mamme, le nonne e noi tutti vi vogliamo bene e vi siamo riconoscenti perché permettete loro di
vivere più serenamente.
Vi abbraccio tutti e vi saluto dicendovi.... vogliamoci sempre bene.