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Viaggio al centro delle etichette italiane – Supermarket
Pubblicato il 19 marzo 2016
di Gabriele Naddeo
Se chiedete ad un salernitano che cos’è Sabatino, la prima cosa che gli
verrà in mente sarà una rosticceria d’asporto minuscola, semi-nascosta in
un vicoletto del centro. I piatti forti del locale sono sostanzialmente
tre: pizzette quadrate, crocchè, calzoni. Se Sabatino esiste fin dal 1948
il motivo è uno soltanto: la bontà dei prodotti. Un negozio come quello
di Sabatino incarna alla perfezione l’idea di ‘persone oltre le cose’
che, per quanto sia carino lo slogan della Conad, non si riuscirà mai ad
essere davvero associato ad un qualsiasi supermercato. Il supermarket è
anonimo per antonomasia: è code di carrelli e casse e surgelati rincarati
e quel luogo qualsiasi scelto da Jarvis Cocker dei Pulp per introdurre
alla studentessa greca del Saint Martin’s College il fantomatico mondo
della Common People. L’idea della nuova rubrica di Talassa – Viaggio al
centro delle etichette italiane – è quella di portarvi per una volta a
fare un giro da Sabatino, più che al supermercato. Farvi conoscere più da
vicino alcune realtà capaci di lasciare un’impronta bella evidente in
quanto a musica italiana contemporanea, pur non facendo parte di quelle
tre o quattro case discografiche che controllano da sempre la fetta più
grande del mercato. No no, vi prego, non chiamate in causa neanche per un
secondo i termini ‘indie’ e ‘mainstream’: che la label in questione sia
totalmente indipendente o distribuita da major poco importa. Ciò che
questa
rubrica
cercherà
di
fare
sarà
piuttosto
raccontare
quelle
etichette che, partendo da zero o quasi, sono state in grado di mettere
in
piedi
un’offerta
musicale
di
un
certo
livello,
mescolando
alla
competenza e alla necessità di far quadrare i conti una generosa dose di
passione. Sarà presto la 42 Records ad aprire le danze, nel frattempo voi
che avete deciso di prendere tra pizzetta, calzone e crocchè?