TicinoLibero Paper

Transcript

TicinoLibero Paper
N°
01
AGOSTO
2015
PIÙ
TICINO PIÙ LIBERO
www.ticinolibero.ch - tiratura 10.000 copie
Palacinema: in tempo
per le 70 candeline
Pensato come sede del Festival, destinato a
diventare un polo per l’audiovisivo - A pagina 5
Ai ticinesi piacciono
i film USA
Da Andy Garcia a
Teco Celio
Protagonista di film indimenticabili, Andy Garcia star a
Locarno. Un premio anche a
un ticinese. A pagina 3
«Mancanza di cultura cinematografica», dito puntato
contro i gestori delle sale.
Sempre meno pubblico al
cinema. A pagina 7
QUASI DIVERTENTE
«È quasi divertente fare l'impossibile»: nel (ri)pensare TicinoLibero ci siamo fatti ispirare da questa frase di Walt Disney. In
un mercato editoriale molto vasto, e, allo stesso tempo, con un piccolo bacino d'utenza, pensare di (ri)lanciare con successo un
portale online con risorse limitate è, appunto, «impossibile». Abbiamo dunque deciso di complicarci ulteriormente la vita,
ideando anche un periodico cartaceo, quello che avete fra le mani. Una sorta di ritorno al passato, per affrontare il futuro. Un
mini magazine mensile che affronterà di volta in volta una tematica in particolare. Il primo numero paper è tutto dedicato al
Festival del film di Locarno. Online, ancora più notizie. Scopri il ritorno del portale TicinoLibero: stesso indirizzo, nuova grafica, più approfondimenti e più velocità sul tuo PC, tablet e smartphone. A presto, su www.ticinolibero.ch.
www.ticinolibero.ch
AGOSTO
2015
N°
01
www.ticinolibero.ch | 3
La star di quest’anno:
Andy Garcia
Un meritato premio al
“Gran Maestro del Gorgonzola”
ndimenticabile nei panni di un giovane poliziotto italo-americano a fianco di Sean Connery e
Kevin Costner ne “Gli intoccabili”, candidato
all’Oscar grazie all’interpretazione di Vincent,
figlio illegittimo di Santino Corleone, nel terzo episodio
de “Il Padrino”. Nel recente passato molti l’hanno
invidiato nel ruolo di Terry Benedict, proprietario dei
casinò, nella trilogia iniziata con Ocean’s eleven, anche
se per finire George Clooney gli ha rubato la fidanzata,
niente meno che Julia Roberts, e svuotato il caveau. È Andy Garcia l’ospite più atteso di questa edizione del
Festival. All’attore di origini cubane venerdì 7 agosto in
Piazza Grande sarà consegnato il Leopard Club Award,
mentre il giorno successivo sarà possibile vederlo e
sentirlo da vicino allo Spazio Cinema (alle 13:30).
a collaborato con registi internazionali del
calibro di Krzysztof Kieslowski, Francesco
Rosi, Nanni Moretti e Silvio Soldini. In Francia
è una celebrità per le serie tv “Le licée” e “La
crim'”. Ci ha fatto ridere nei panni di Gran Maestro dell'Accademia del Gorgonzola nel film “Benvenuti al sud”, poi
ancora in "Benvenuti al nord" nel ruolo di un leghista.
L'abbiamo visto in “Zoran, il mio nipote scemo”, in “La
buca” e in molti altri film in oltre trent'anni di carriera. Stiamo parlando dell’attore ticinese Teco Celio, che mercoledì 12 agosto sarà omaggiato in Piazza Grande con il
“Premio Cinema Ticino”, attribuito ogni due anni dal Consiglio di Stato. Figlio del Consigliere federale Nello Celio (in
carica dal 1966 al 1973), voleva fin da piccolo fare l’attore,
malgrado il padre non fosse d’accordo. Dalla Leventina alle
comparsate nei primi film per la televisione all'inizio degli
anni ottanta, poi molti
ruoli in lungometraggi e
ora un meritato omaggio in Piazza Grande.
All'attore capace e all'uomo coraggioso, che ha
saputo
scegliere
la
propria passione e farne
una professione.
I
H
Andy Garcia - Il Padrino - parte III
Teco Celio - Zoran, il mio nipote scemo
Il fantasma di Clint Eastwood, vent'anni dopo
Gli altri big
Aprirà le proiezioni in Piazza Grande, con "Ricky and the flash", ma
la magnifica Meryl Streep sarebbe potuta essere sugli schermi di
Locarno già vent'anni fa. Nel lontano 1995, l'allora direttore artistico Marco Müller era riuscito nel colpaccio, ospitare Clint Eastwood
in carne ed ossa ed il suo film "I ponti di Madison County", grazie al quale Meryl
Streep avrebbe poi ottenuto una nomination agli Oscar come migliore attrice
protagonista. Peccato però che il distributore svizzero del film, la Warner Bros,
si mise di traverso. Locarno, a quanto pare, non rientrava nei loro "piani di
promozione". La pellicola quindi non giunse mai in Piazza Grande e anche Clint
Eastwood rimase oltre oceano. Per Müller quella di Eastwood deve essere una
maledizione, dato che nemmeno nella sua lunga direzione alla Mostra di Venezia
è mai riuscito ad avere come ospite il cineasta americano. Presente invece tra gli
ospiti illustri di quest'anno a Locarno Michael Cimino, che debuttò nella sua
carriera con "Una calibro 20 per lo specialista", con, neanche a dirlo, Clint
Eastwood come attore protagonista.
Tre nomination agli Oscar,
in particolare come attore
protagonista in “American
History X”. Sarà Edward
Norton il primo ospite di peso a Locarno. Da non perdere Michael Cimino, a
cui andrà il Pardo d’onore, premio
assegnato anche all’italiano Marco
Bellocchio, presente a Locarno gli
ultimi giorni del Festival. Dall’Italia
arriverà anche un altro regista, Mario
Martone, mentre l’attrice Maria Grazia
Cucinotta sarà la star del post-festival
con il suo “Asino vola”. Parlerà invece
francese il Pardo alla carriera, che sarà
consegnato all’attrice Bulle Ogier.
A
T
AGOSTO
2015
N°
01
4
Pubblicità
Niente sarà più
come prima
“
Mangiare
in Piazza
Ristorante Contrada
Niente sarà più come prima", stava scritto al
Canetti durante i suoi ultimi mesi di vita. Il
Festival di quest'anno sarà il primo senza la
storica osteria affacciata su Piazza Grande. I locali
pubblici di certo non scarseggiano, a mancare sarà
però per certo quel "melting pot" che solo al Canetti si
poteva respirare: dal concerto del cineasta statunitense Abel Ferrara, fischiato la sera prima in Piazza,
all'apparizione dell’ex Consigliere federale Moritz
Leuenberger, fermatosi allo stesso tavolo degli abituali
avventori, ma anche i prezzi popolari per un piatto di
pasta o di roastbeef. L'osteria era «uno dei pochi
luoghi dell'anima rimasti in Ticino, l'ultimo a Locarno», si diceva. Forse la semplicità di questo locale, a
due passi dalla mondanità del Festival, la potremo
trovare altrove. Qualche lettore ci può dare una dritta?
Gallery
Abel Ferrara
Gustati comodamente sulla
terrazza un buon menu a
prezzo interessante e il film
di Piazza Grande. Vasta
scelta di pizze e diverse
specialità (risotti, polenta,
griglia, tagliatelle fresche,
…). Passa per riservare il
tuo tavolo!
Moritz Leuenberger
Giorno per giorno tutte le foto del Festival 2015 su www.ticinolibero.ch
www.ticinolibero.ch | 5
Palacinema in tempo per il 70esimo
compleanno del Festival
Da sede del Pardo a polo per l’audiovisivo, più idee che spazi
N
on si contano le volte che
nella città sul Verbano si
è parlato di un edificio
dedicato al Festival, con
idee, negli anni e per motivi diversi,
sempre naufragate. Ma questa è la
volta buona, grazie alla tenacia
dell’ex sindaca Carla Speziali e del
suo Municipio, il Pardo potrà finalmente avere una sua casa. Dopo una
lunga fase di gestazione, spesa fra
progetti, discussioni, crediti e
rapporti, il cantiere è finalmente in
pieno svolgimento, come ci conferma
il direttore della PalaCinema Locarno SA, Michele Dedini. «I lavori
procedono secondo il piano che
avevamo prospettato all’inizio. Ci
sono stati alcuni ritardi, su cui però
abbiamo recuperato, per cui posso
tranquillamente dire che la data di
consegna, prevista per luglio 2017,
non è in pericolo. Terminare prima?
No, si stanno compiendo già degli
sforzi molto importanti per rispettare la tempistica».
val, poi a lungo e nelle stesse vesti a
Venezia e Roma, incaricato dal Municipio di Locarno di pensare a possibili
progetti futuri nel campo della
formazione. Partendo dalla constatazione - sottolinea Dedini - «che in
Ticino esiste solamente una formazione di base», sono nati progetti
ambiziosi, sino a quelli di creare i
“futuri direttori del Festival” e la
figura del curatore e programmatore
di eventi. «Si è riflettuto su cosa
proporre come master, alcuni filoni
saranno attivi già dall’anno prossimo.
Si tratterà di un programma elastico».
Il Palazzo del cinema, come ci confida Michele Dedini, «a livello di idee e
di concetti» è già più grande rispetto
a quello progettato, mentre da un
punto di vista della struttura è
prematuro pensare ad un possibile
ampliamento di quella che era nata
come una sede per il Festival e che,
idea dopo idea, sta prendendo vita
propria, apprestandosi a diventare
un polo per l’audiovisivo di punta a
livello svizzero.
Grandi prospettive dunque, nonostante il Palazzo del cinema fosse
stato circondato, sin dall’inizio, da
dubbi e perplessità. Presentato e
ritenuto da subito un investimento
per l’intera regione e per il Cantone
tutto, ha incontrato l’opposizione di
alcuni Comuni, poco propensi a dare
il loro contributo. «Inizialmente si
trattava di questioni prettamente
politiche, dove non si vedeva il bene
superiore come obiettivo finale ma si
poneva l’accento solamente sugli
interessi locali», rievoca Dedini. Ma,
in un secondo momento, la bontà del
progetto ha avuto la meglio, «è stato
determinante il fatto che tutto ciò che
abbiamo sempre detto sull’importanza del Palazzo del cinema si sia
rivelato vero e tante opposizioni sono
cadute. Noi abbiamo creduto sin
dall’inizio nel progetto ed è servito un
grosso lavoro per far sì che la gente lo
capisse, grazie anche all’interesse
mostrato dagli enti audiovisivi che ci
hanno chiesto di poter essere presenti».
«Inizialmente il Festival richiedeva
una sede all’avanguardia che gli
permettesse di essere al passo con i
tempi», spiega Dedini. Poi, l’interesse di enti audiovisivi come la RSI, la
Cineteca nazionale, l’Associazione
Film Audiovisivi Ticino e la Fondazione Ticino Film Commission, lo ha
trasformato in qualcosa in più, un
vero centro in grado di valorizzare
determinate sinergie. «L’essere sede
del Festival ha fatto da catalizzatore,
da lì in poi l’opera si è ingrandita».
Ancora di più grazie a Marco Müller,
Carla Speziali
Lo stato delle finanze è evidente fonte
di preoccupazione per molti, e la
stessa PalaCinema Locarno SA presta
particolare attenzione a questo aspetto. Michele Dedini spiega anche il
superamento di spesa di 410 mila
franchi, «si è trattato di errori
progettuali concernenti le opere di
sottomurazione.
In pratica servivano più pali e più
cemento rispetto a quanto preventivato inizialmente. La cifra è stata
comunque assorbita nelle riserve di
1,7 milioni di franchi che abbiamo a
disposizione. Certo, sono inconvenienti che non fanno piacere, ma
siamo subito intervenuti con i dovuti
correttivi». Le demolizioni e i lavori
di scavo hanno dunque fatto lievitare
i costi di 410 mila franchi, dovendo
doverosamente ricordare che si tratta
di un importante intervento di
restauro e che l'investimento complessivo supera i 33 milioni di franchi. Da ultimo, rimanendo nel mondo
dei numeri, non si può nemmeno
tralasciare che il Palazzo del cinema
avrà indubbiamente una significativa
ricaduta positiva in termini finanziari
e, a quel momento, le discussioni sul
suo finanziamento e i necessari investimenti per la sua realizzazione,
saranno solo un lontano ricordo.
Aspettiamo quindi il mese di agosto
del 2017, quando il Festival festeggerà il suoi 70 anni, regalandosi una
casa, per nuovi successi.
pb
Michele Dedini
AGOSTO
2015
N°
01
6
Jean-Luc Godard e Ken Loach
contro Locarno
«
Una vetrina promozionale dello Stato d’Israele», così oltre duecento cineasti
di tutto il mondo hanno bollato la proiezione di 7 film israeliani in fase di
post-produzione durante gli “industry days” al Festival di Locarno. Ad irritare fra gli altri anche Jean-Luc Godard (pardo d’onore nel 1995) e Ken Loach (pardo
d’onore nel 2003) la collaborazione con l’Israel Film Fund, un «organismo legato al
ministero degli esteri israeliano».
Ma la direzione del Festival non ci sta, «Locarno è sempre stato un luogo di libertà
d’espressione per cineasti, produttori, attori provenienti da tutto il mondo, senza distinzione di etnia, confessione, nazionalità».
Alla base delle proteste forse anche un malintesto. «Non si tratta di un palcoscenico per
lo Stato d’Israele» - ha precisato il Pardo - «la scelta dei film è stata operata unicamente
dalla direzione artistica del Festival». E proprio per questa ragione «abbiamo deciso di
cambiare il nome della rassegna in “First Look”, in quanto il nome “Carte Blanche”
semplicemente non corrisponde alla natura del progetto».
Un nuvolone sulla Svizzera
Truculenta sparatoria
a Locarno
ll’improvviso una minacciosa nuvola appare sopra
la Svizzera, prima o poi si
abbatterà la tempesta del
secolo, il paese è in allarme. Questo lo
spunto dato a dieci giovani registi,
osservando come gli svizzeri affronterebbero «il peggior disastro possibile,
l’essere dipendenti dall’estero». “Heimatland”, unico film svizzero fra i 19
nel Concorso internazionale, sarà
proiettato lunedì 10 (Fevi 16:30),
martedì 11 (Fevi 09:00) e mercoledì 12
(Palavideo 18:30).
Ci sarà anche “Il mucchio
selvaggio”, uno dei migliori film western di sempre,
nella retrospettiva dedicata a Sam Peckinpah (1925–1984).
«Credo che sia sbagliato, e pericoloso,
rifiutare di riconoscere la natura
animale dell'uomo», replicò il regista
americano a chi lo criticava di portare
troppa violenza sul grande schermo.
Fra i suoi film verrà proiettato anche
“La ballata di Cable Hogue”, un western
comico senza nemmeno una pallottola,
considerato uno dei migliori film di
Peckinpah.
veva vinto la “Vela d’argento” nel 1965 la prima
opera di Marco Bellocchio,
proiettato nel parco del
Grand Hotel. “I pugni in tasca” a
distanza di cinquant’anni torna a
Locarno, questa volta in Piazza Grande
in versione restaurata (venerdì 14 alle
21:30).
Heimatland
Il mucchio selvaggio
I pugni in tasca
A
C
Dal Grand Hotel alla Piazza
A
www.ticinolibero.ch | 7
Die Schweizermacher
Il miglior film
svizzero di sempre
Voice of America
Nei cinema della Svizzera italiana fra i dieci film più visti
nove sono americani, ma a preoccupare sono i numeri
M
algrado oltre la metà dei film
proiettati lo scorso anno nei
cinema svizzeri provengano
dall’Europa (262 svizzeri e
767 europei, su un totale di 1'683 film),
sono le pellicole a stelle e strisce a dominare. Nella Svizzera tedesca fra i dieci film
più visti ben sette erano americani, in
Romandia solo sei, mentre nella Svizzera
italiana addirittura nove. «In Ticino gli
esercenti sono meno abituati a proporre
un ventaglio di titoli più ampio», ci spiega
il critico cinematografico Mariano
Morace. «Manca un interesse per un’offerta maggiormente diversificata. Troppi
gestori di cinematografi hanno puntato
sull’incremento degli incassi. Propongono
ciò che viene promosso sui giornali e sugli
altri canali pubblicitari, dove chi è più
forte vince. In Svizzera tedesca si tende a
spaziare maggiormente».
Fra i film svizzeri a sfondare al botteghino
lo scorso anno troviamo unicamente “Der
Goalie bin ig” di Sabine Boss, decretato
migliore film svizzero del 2014 dai critici
cinematografici. «Il nostro cinema è più
penalizzato di altri per mancanza di cultura cinematografica», ci dice ancora
Morace.
Ma a preoccupare ancor di più sono i
numeri: se nel 2013 nelle sale al sud delle
Alpi il primi dieci film avevano venduto
complessivamente 118'564 biglietti, nel
2014 ci si è fermati a quota 80'287, ossia
un crollo di un terzo rispetto all’anno
precedente. «La diminuzione si osserva su
certi titoli proposti», commenta Salvatore De Nardo del Rialto di Muralto.
Per invogliare la gente a ritornare al
cinema difficile pensare ad una riduzione
del biglietto. «Noi, per esempio, siamo
solo in affitto, e per potercelo permettere
dovrebbe diminuire anche quello. Si desiderano le tecnologie, il 3D, l’audio perfetto, e per averli servono investimenti che
poi vanno recuperati», afferma ancora De
Nardo. «Quando c’erano le pellicole da 35
millimetri era diverso. Ora ogni film in
programmazione si trova immediatamente
anche in rete, i giovani li guardano da
casa».
I numeri del botteghino
decretano il miglior film
svizzero di sempre: si
tratta di “Die Schweizermacher” (1978), con
qualcosa come 940'742
biglietti venduti. Il film di
Rolf Lyssy, ispiratore
ancora ai giorni nostri di
uno spot televisivo,
surclassa senza appello
il film in assoluto più
visto in Svizzera lo
scorso anno, “The Hobbit
– The Battle of the Five
Armies”, che ha venduto
426’606 biglietti.
Momòllywood
Se il 2014 è stato quasi
tutto a stelle e strisce,
fra i film più visti nelle
sale della Svizzera
italiana nel 2013 troviamo
un film momò. Si tratta di
“La Palmira” (www.lapalmira.ch), piazzatosi al
quinto posto con ben
11'220 biglietti venduti.
Un successo che il
regista Alberto Meroni
spera di replicare dal
prossimo 15 ottobre,
quando nelle sale uscirà
il sequel, o meglio, “Ul
düü”.
magi/pb
Mariano Morace
TicinoLibero, Bellinzona
[email protected]
Resp. Editoriale Matteo Gianini
Layout: [email protected]
Riproduzione riservata