g20: ue sotto accusa per la crisi dell`euro
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g20: ue sotto accusa per la crisi dell`euro
Sabato 24 Settembre 2011 Direttore Antonio Ciliento Anno III - Numero 25 www.gazzettinoeuropeo.it GAZZETTINO EUROPEO PARLAMENTO EUROPEO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO GAZZETTINO EUROPEO.IT Le banche centrali, che svolgono da molte settimane un ruolo di "pompiere" nella crisi, hanno annunciato che continueranno "a sostenere la ripresa" G20: UE SOTTO ACCUSA PER LA CRISI DELL'EURO, MA ARRIVANO LE RASSICURAZIONI SULL'INCREMENTO DEL FONDO SALVA STATI L'impegno dei Paesi europei ad adottare ogni misura per assicurare la Le maggiori economie mondiali si sono impegnate a impedire che stabilità economica e finanziaria è stato accolto con favore dagli USA la crisi finanziaria europea possa destabilizzare banche e mercati Schengen: senza passaporto, per circolare liberamente sul territorio di 25 paesi UE UE: RESPINTE ROMANIA E BULGARIA, RESTANO FUORI DALL’AREA SCHENGEN GERMANIA UN VIAGGIO DIFFICILE PER IL PAPA NELLA SUA TERRA NATALE COMMISSIONE UE UNA NUOVA RIFORMA PER MODERNIZZARE L'ISTRUZIONE SUPERIORE L'adesione di Bulgaria e Romania allo spazio di libera circolazione è stata rimandata a causa del veto dei governi olandese e finlandese, preoccupati per la vulnerabilità alla corruzione dei due paesi. Un modo efficace per tenere alta la pressione sul fenomeno. BANCHI ALIMENTARI FOLLIE BRITISH BIMBI IN GABBIA COME SUL RING, È SCANDALO IN GRAN BRETAGNA UE: 6 PAESI BLOCCANO IL PROGRAMMA DI AIUTI ALIMENTARI AI POVERI Accade a Preston, in Inghilterra, dove il Greenland Labour Club è stato trasformato in una location violenta per sfide tra bambini di 8-9 anni Sei Stati membri dell’Ue (Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia) rifiutano di allocare i fondi PAC agli aiuti alimentari per i più indigenti 2 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Le banche centrali, che svolgono da molte settimane un ruolo di "pompiere" nella crisi, hanno annunciato che continueranno "a sostenere la ripresa" G20: UE SOTTO ACCUSA PER LA CRISI DELL'EURO, MA ARRIVANO LE RASSICURAZIONI SULL'INCREMENTO DEL FONDO SALVA STATI Il fondo salva-Stati supporterà gli aumenti di capitale delle banche più fragili e entro metà ottobre arriverà un nuovo intervento da parte dei Paesi dell'Eurozona. Così i ministri del G20 hanno accolto a Washington l'«invito» del Fondo monetario internazionale, secondo cui ci sarà presto necessità di ricapitalizzazioni per le banche europee più fragili a causa dell'esposizione ai rischi dei debiti sovrani. Una «risposta forte e coordinata per affrontare le nuove sfide dell’economia mondiale». È questo l’impegno che hanno assunto i ministri delle finanze e i governatori della banche centrali del G20, assicurando che «prenderanno tutte le misure necessarie per preservare la stabilità del sistema bancaria e dei mercati finanziari». Un impegno anche per la crescita economica, che va sostenuta così come va contenuta la crisi europea del debito: «i paesi dell’area euro - si legge nel comunicato del G20 diffuso al termine della cena dei ministri e dei governatori a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) - stanno attuando le decisioni prese il 21 luglio 2011 e adotteranno le azioni necessarie per aumentare la flessibilità dell’Efsf e massimizzare il suo impatto per gestire il contagio entro al prossima riunione», in programma alla metà di ottobre a Parigi. A queste conclusioni si è giunti dopo una prima giornata di lavoro molto impegnativa e di difficile interpretazione. Ad inizioi lavori, Christine Lagarde e Robert Zoellik parlano di economia globale in zona di rischio a causa della crisi dell’euro. «La crisi finanziaria arrivata in zona di rischio» afferma Robert Zoellik, presidente della Banca Mondiale, illustrando l’agenda. «La ricaduta nella recessione è improbabile ma la crescita è in pericolo e tocca ai Paesi industrializ- zati mettere in ordine i conti» aggiunge l’americano Zoellick, avvertendo che «se ciò non avverrà la conseguenza avremo il contagio delle economie emergenti che producono metà del pil globale». Pochi minuti dopo Christine Lagarde, direttore esecutivo del Fmi, parla all’unisono nella sala conferenze della I Street: «Siamo interconnessi, ci troviamo in una fase di pericolo e il motivo è anzitutto dovuto alle due crisi europee, il debito sovrano e le banche». La richiesta ad Eurolandia è di «applicare in fretta gli accordi raggiunti al summit del 21 luglio perché il fattore-tempo è fondamentale» incalza Lagarde al fine di far comprendere alle litigiose capitali dell’euro che il problema è «nella differenza esistente fra gli impegni presi e le azioni adottate in seguito». La pressione, verbale e politica, nei confronti dell’Ue è riassunta dall’espressione «bisogna fare in fretta» che Lagarde e Zoellick ripetono, ribadendo sostegno per le «giuste decisioni adottate dall’Europa» per lamentare che gli aiuti alla Grecia ancora non sono arrivati, le banche traballano e la coesione monetaria resta incompleta. «Sappiamo tutti che dietro queste difficoltà economiche ci sono problemi di integrazione politica fra nazioni che per secoli sono state in guerra fra loro» è l’ammissione della francese Lagarde. Terminate le conferenze stampa, a prendere il testimone delle pressioni sull’Europa sono i ministri di sette Paesi del G20 che scrivono alla presidenza di turno francese per esplicitare la richiesta che sarà in cima all’agenda dei lavori: «Governi e istituzioni della zona euro devono agire in fretta per risolvere la crisi della moneta unica al fine da prevenire il contagio dell’economia globale». Australia, Canada, Indonesia, Gran Bretagna, Messico, Sudafrica e Sud Corea rappresentano uno schieramento nuovo negli equilibri dell’economia globale, lasciando intendere che Eurolandia è sotto assedio: «Devono considerare tutte le opzioni possibili per assicurare la stabilità di lungo termine della seconda valuta internazionale del mondo». Il ministro del Tesoro americano, Tim Geithner, si esprime in marcata sintonia: «Prevenire il default della Grecia è più importante che sostenere la crescita europea, gli Stati Uniti nel 2008 reagirono in fretta alla crisi e così ora devono fare i Paesi della zona euro». «Abbiamo fiducia nell’Unione Europea e sappiamo che il Fmi ha la capacità di aiutare in simili situazioni» termina Geithner ed a spiegare cosa intende arriva nel pomeriggio il comunicato congiunto dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali dei Brics. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica si dicono «aperti a considerare, se necessario, ulteriore sostegno al Fmi o ad altre istituzione finanziarie internazionali per affrontare le sfide alla stabilità globale» ovvero per aiutare l’Europa. Il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, è lapidario: «La crisi nella quale ci troviamo nasce dall’Unione Europea come quella del 2008 si originò dagli Stati Uniti, gli europei stanno impiegando troppo tempo per trovare una soluzione, devono essere più veloci e cooperare in maniera più efficace perché il rischio è un indebolimento del commercio internazionale e dunque un rallentamento della crescita dei nostri Paesi». Ministri e governatori di Cina e India confermano che «abbiamo esaminato possibili aiuti all’Europa» evitando di entrare nei dettagli, che vengono però discussi in maniera informale durante la cena ministeriale del G20. Un comunicato alla fine dei lavori della cena del G20 non era atteso ma «l'importanza della situazione» e le «turbolenze sui mercati» - ha spiegato il ministro delle finanze francese, Francois Baroin - «ci hanno spinto alla diffusione». Baroin evidenzia inoltre come nel corso dei lavori sia stata avanzata l'idea di includere lo yuan nel paniere di valute che determina gli Sdr (Special Drawing Rights), la moneta del Fmi. Il G20 si impegna a un «piano d'azione comune, ambizioso, in cui ognuno farà la sua parte a sostegno della crescita» e all'attuazione di piani di «risanamento credibili». «Siamo impegnati a prendere tutte le misure necessarie per preservare la stabilità del sistema bancario e dei mercati finanziari. Assicureremo che le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano un accesso sufficiente ai fondi necessari per affrontare gli attuali rischi e per attuare Basilea 3. Le banche centrali continueranno a restare pronte a fornire liquidità alle banche. Le politiche monetarie manterranno la stabilità dei prezzi e continueranno a sostenere la crescita». L'impegno dei Paesi europei ad adottare le misure necessarie per assicurare la stabilità economica e finanziaria è stato accolto con favore dagli Stati Uniti. La tua pubblicità su Efficace, conveniente, diversa. Plausibile alternativa. [email protected] Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 3 GAZZETTINO EUROPEO.IT UNIONE EUROPEA Il Consiglio dei ministri UE ha deciso di rinviare a tempo indefinito l’ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen. Una decisione non troppo sorprendente che ha il merito di avere messo d’accordo, almeno per un giorno, le Istituzioni comunitarie e l’opinione pubblica. Il 73% dei romeni, infatti, pensa che il proprio paese non sia pronto ad aderire allo spazio Schengen, e l’85% approva il veto. Inoltre, un bulgaro su tre ritiene addirittura giustificata la ritardata soppressione dei controlli alle frontiere. Dunque, gli ultimi due paesi dell’Europa dell’est ad entrare nell’Unione Europea hanno perso la battaglia per l’ingresso nell’area Schengen, che avrebbe consentito ai cittadini romeni e bulgari di viaggiare negli altri paesi europei (che hanno aderito agli accordi di Schengen) senza passaporto. Le principali cause del rifiuto di Bruxelles sono riposte nella dilagante corruzione e nel diffuso crimine organizzato di Romania e Bulgaria. Il duro colpo inferto alla classe politica dei due paesi europei ha scatenato polemiche tra i principali sostenitori della “causa Romania-Bulgaria” come la Polonia e i fermi oppositori come la Finlandia e i Paesi Bassi. Per potere aderire all’accordo di Schengen occorre il consenso di tutti gli altri paesi membri (attualmente 25). I governi dei Paesi Bassi e della Finlandia hanno opposto il loro veto, ROMANIA E BULGARIA NON ENTRERANNO NELL'AREA SCHENGEN: RIBADITO IL NO DALL'UNIONE EUROPEA preoccupati dalla mancanza di garanzia sulla sicurezza dei due candidati, che non riescono ad assicurare un efficace controllo delle frontiere, ad esempio. Dal loro ingresso nell’Unione Europea nel 2007 Romania e Bulgaria non sono riusciti a convincere gli altri stati sull’efficacia delle riforme contro la corruzione, sulla criminalità organizzata interna che hanno intrapreso. Pochi i paesi che si sono detti favorevoli all’ingresso della Romania e Bulgaria nell’area Schengen: solo la Polonia (cui spetta la presidenza di turno dell’Unione fino alla fine del 2011) tramite le parole del suo Ministro degli Interni Miller, ha spesso sostenuto che i due paesi in questione rispettino le condizioni di sbarramento per l’ingresso già da qualche mese: «Dobbiamo avere la certezza che l'acquis di Schengen sia pienamente applicato, in particolare per quanto concerne la lotta alla corruzione e al QUESTIONE TURCO-CIPRIOTA crimine organizzato», ha dichiarato il ministro olandese dell'Immigrazione, Gerd Leers, al suo arrivo a Bruxelles. Il rinvio dell'adesione romena e bulgara era praticamente certo da giorni. «Se questo non accade, allora potete avere anche la porta con i migliori lucchetti del mondo, ma dietro questa porta vi ritrovate qualcuno che fa passare chiunque, allora avrete comunque un problema serio», ha insistito il ministro olandese. L'area di libera circolazione di Schengen è composta da 22 Paesi Ue (esclusi Gran Bretagna, Cipro e Irlanda) più Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein. Per ogni nuova adesione è necessario un parere favorevole all'unanimità. Oltre all’Olanda, la Finlandia ha espresso ufficialmente la sua contrarietà all'apertura dello spazio a Romania e Bulgaria perché «non ha piena fiducia» nei due paesi. «La nostra posizione riguardo la loro adesione è negativa» ha detto il ministro degli Interni Paivi Rasenen alla radio pubblica finlandese YLE. Rasenen ha spiegato che la decisione presa dalla Grande commissione del Parlamento e dalla Commissione ministeriale per gli affari europei è stata motivata con gli insufficienti sviluppi nei due paesi in materia di lotta alla corruzione e contro il crimine organizzato e in tema di protezione delle minoranze. «Soddisfano le condizioni tecniche per entrare, ma non abbiamo piena fiducia nella capacità di questi paesi di proteggere le frontiere esterne della Ue a causa della corruzione, tra l'altro» ha detto la signora. Le ritorsioni, se così possiamo definirle, contro questa posizione sono già iniziate: dal 17 settembre alcuni camion che trasportano tulipani olandesi sono bloccati fuori dai confini romeni, in attesa di entrare nel paese. Secondo i doganieri il carico di fiori trasporterebbe un pericolosissimo batterio, e anzi, diversi camion sono già tornati in patria. Basterà questa “guerra dei fiori” per risolvere la situazione? Anche il ministro degli esteri bulgaro ha annunciato alcune misure “restrittive”. Se l’ingresso negato alla Romania e Bulgaria è, per gli europei “una mancanza di fiducia politica”, il governo di Bucarest e di Sofia saranno liberi di esprimere una mancanza di fiducia nei tulipani olandesi? Vedremo come andrà a finire. Intanto, c’è da ricordare che i Paesi Bassi non sono nuovi alla pratica del diritto di veto; già bloccarono in questo modo l’iter di adesione della Serbia all’Unione Europea perché il governo di Belgrado si rifiutava di collaborare per l’arresto dei criminali di guerra. Le pressioni in questo senso sono servite alla fine per la cattura di tutti i ricercati, chissà che questo rifiuto non sarà uno sprono per Romania e Bulgaria per migliorare la propria sicurezza interna così da non costituire più una “terribile minaccia” per gli altri 25 paesi. TURCHIA PRONTA A CONGELARE I RAPPORTI CON L'UE SE CIPRO NEL 2012 SUBENTRERÀ ALLA PRESIDENZA SEMESTRALE DI TURNO La Turchia è pronta a congelare le relazioni con l'Europa se Cipro avrà la presidenza di turno europea prevista per giugno 2012. Lo ha detto il vice premier turco Besir Atalay, secondo quanto riportato dall'agenzia Anatolian. "Se i negoziati di pace non saranno conclusi - ha detto Atalay, al termine di un viaggio a Cipro nord - e l'Unione europea assegnerà la presidenza di turno a Cipro Sud", prevista per il secondo semestre 2012, "la vera crisi sarà tra Turchia e Ue. Perché congeleremo le relazioni" con Bruxelles. "Si tratta - ha precisato - di una decisione appena presa dal governo". La Repubblica turca di Cipro nord è riconosciuta da Ankara ma non dall'Unione europea. Cipro (parte Sud), invece, è Paese membro dal 2004, e come tale ha diritto ad assumere la presidenza per sei mesi, come previsto dal regolamento. Ma la Turchia non accetta che a capo dei 27 ci sia uno Stato che nemmeno riconosce. Se i negoziati di pace per l'isola non saranno conclusi entro il prossimo giugno (quando Nicosia assumerà la presidenza Ue), la vera crisi sarà tra Turchia e Ue, questo il messaggio del governo turco. Ma, su questo versante la situazione è complicata, in quanto le speranze che possa raggiungersi un accordo sull'isola entro il giugno 2012 sono pressoché nulle. L'elezione di Dervish Eroglu, 72 anni, alla presidenza - dello Stato-fantoccio - di Cipro Nord, avvenuta il 18 aprile dello scorso anno, sembra aver affossato le speranze di una prossima pacificazione. Eroglu sostiene la divisione dell'isola nel quadro di una confederazione di Stati indipendenti, proposta che i grecociprioti non vogliono accettare. Inoltre, non vuole consentire il ritorno dei greci alle loro proprietà abbandonate in seguito all'invasione turca nel 1974. A complicare la vicenda si aggiunge la questione gas e petrolio. Il levante mediterraneo si sta rivelando un autentico forziere di idrocarburi, dopo le recenti scoperte dei giacimenti offshore (in particolare Leviathan) situati tra Cipro e le coste di Israele e Libano. I rafforzati pattugliamenti navali turchi nel Mediterraneo, annunciati da Erdogan per proteggere futuri convogli di aiuti umanitari diretti a Gaza, in questi giorni stanno monitorando a distanza gli spostamenti di una piattaforma per trivellazioni mobilitata per ispezionare tali giacimenti. Cipro ha ribadito di voler iniziare le perforazioni già nei prossimi giorni, ma la Turchia ripete che le ricchezze dei fondali dovranno essere ripartite secondo un piano concordato con la parte Nord (e quindi, di riflesso, con Ankara). Nel minacciare il congelamento dei rapporti con l'Ue, il governo turco ha messo in correlazione la minaccia sia con le perforazioni cipriote, sia con la crescente crisi turco-israeliana. Che la Turchia nutra delle mire geostrategiche su Cipro non è un mistero. Quello che molti non si spiegano è come mai Ankara si ostini a non cercare una soluzione, considerato che la questione Cipro è di fatto il principale ostacolo all'ingresso del Paese in Europa. Questo perché siamo ancora convinti che la Turchia voglia davvero l'Europa, ma non è così. Quando nel 2002 l'Akp (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) salì al potere, il neoeletto premier Erdogan rassicurò l'opinione pubblica interna ed estera che l'adesione all'Europa avrebbe costituito la priorità della sua politica. L'impegno per l'ingresso nell'Unione si tradusse in importanti riforme grazie alle quali, nel 2005, la Turchia fu promossa dal Consiglio Europeo a Paese candidato. Negli ambienti comunitari, molti entusiasti, non senza ingenuità, parlavano della Turchia come futuro “Paese ponte” tra l'Europa ed il mondo islamico. Nove anni dopo la Turchia non diventata né Paese ponte, né membro della Ue, e né sembra avere interesse a diventarlo. Semmai sta assurgendo al ruolo di testa di ponte del mondo islamico contro l'Europa. Probabilmente l'Akp non ha mai creduto nel destino europeo della Turchia. Ma l'immagine filoeuropeista era necessaria per acquistare credibilità all'estero, ripulendosi dalle sembianze islamiste. E per tenere a bada i militari all'interno, evitando un nuovo colpo di Stato come già era successo nel 1980. 4 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Il programma europeo di aiuti alimentari distribuisce ogni anno 440mila tonnellate di viveri in venti stati, Polonia, Italia e Francia in testa UE: VETO AI FONDI EUROPEI PER IL CIBO AI POVERI. SEI PAESI DICONO NO AGLI AIUTI PER LE ONG CHE FORNISCONO PASTI A 18 MILIONI DI INDIGENTI Sei stati membri dell’Unione Europea (Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Danimarca, Svezia), in sede di Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Ue, si sono opposti al ripristino del programma di aiuti alimentari per i più indigenti. Il budget di un programma che aiuta 18 milioni di europei rischia di passare da 480 a 113,5 milioni di euro. Il programma europeo di aiuti alimentari, cui i Paesi possono partecipare su base volontaria, è stato lanciato dalla Ue nel 1987 sotto la presidenza Delors con una dotazione pari a 100 milioni di euro. Nel 2009 era arrivato a distribuire alimenti, per lo più provenienti dalle giacenze, per quasi 500 milioni di euro grazie ai quali venivano forniti pasti a circa 13 milioni di indigenti nei 19 dei 27 paesi membri. In prima fila tra i beneficiari, Italia, Polonia e Francia. Di recente però, una decisione della Corte europea ha però rilevato l'illegittimità formale dei finanziamenti che venivano prelevati dal fondo destinato alle politiche agricole e non da quello del welfare. La sentenza a suo tempo provocò l'immediato taglio dell'80% della dotazione per il 2012 (scesa a 113,5 milioni) e l'azzeramento per il 2013. Il rappresentante della Germania, il sottosegretario Robert Kloos, per spiegare la posizione assunta dal proprio governo ha affermato che «in linea di principio l'aiuto ai poveri è una buona cosa, ma è un dovere che spetta ai governi nazionali», sostenendo che quindi tali fondi dovrebbero essere forniti «dai bilanci nazionali e non dal budget della politica agricola europea». La decisione ha scatenato molte polemiche e l'ira del presidente francese: "E' inaccettabile che l'Europa abbandoni i suoi concittadini più deboli", ha commentato Nicolas Sarkozy. A sua volta il ministro francese dell'agricoltura, Bruno Le Maire, ha detto senza messi termini che ''abbandonare i più poveri in piena crisi è un insulto a tutte quelle organizzazioni che lavorano per loro''. Anche il commissario all'agricoltura Dacian Ciolos ha alzato i toni affermando che ''non è un problema finanziario, non è un problema giuridico (la base giuridica del provvedimento è stata modificata dopo la sentenza del Tribunale europeo), è solo un problema politico''. La Commissione – ha proseguito il commissario – ''chiede di mantenere in vigore il programma alimentare per i poveri, come lo chiede il Parlamento europeo, ora spetta ai ministri prendere le loro responsabilità''. E proprio i parlamentari europei hanno reagito con fermezza all'impasse in cui si trova il Consiglio Ue. Al blocco degli aiuti alimentari ai più poveri ha reagito immediatamente il gruppo socialista al Parlamento europeo che per bocca del vicepresidente Stephen Hugues, ha definito questa decisione «moralmente inaccettabile», ricordando che «ci sono circa 43 milioni di persone nella Ue che non possono permettersi un pasto caldo al giorno». «Il blocco di minoranza», ha detto Hugues, «è composto da sei Paesi dei quali cinque neppure partecipano al programma». E pensare che nel 2010 si celebrava l'anno della lotta alla povertà, ha ricordato ancora il socialista, «e questi governi avevano dichiarato addirittura di voler rafforzare il loro impegno». Gli eurodeputati italiani del Pd, Patrizia Toia e Paolo De Castro, hanno annunciato che l'argomento sarà inserito nell'ordine del giorno della plenaria GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE: NUMEROSI EVENTI PER UNA RINNOVATA SENSIBILIZZAZIONE "Per ogni nuova lingua che parli hai una vita in più; se conosci solo una lingua, vivi una volta sola". Questo proverbio ceco è uno degli slogan della 10a Giornata europea delle lingue, che il 26 settembre e per alcuni giorni sarà segnata da vari eventi, tra cui convegni, quiz, letture di poesie e giochi di strada. Lo scopo è di promuovere l'apprendimento delle lingue e di celebrare la diversità linguistica europea, a partire dalle 23 lingue "ufficiali" dell'UE fino ad arrivare alla profusione di lingue e dialetti coufficiali, regionali e minoritari. Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, e Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d'Europa, firmeranno una dichiarazione congiunta per riaffermare l'impegno per il multilinguismo. La presidenza polacca dell'UE ha attribuito un'importanza prioritaria all'apprendimento delle lingue, invitando i giovani ad imparare due lingue in aggiunta a quella materna, per favorire il raggiungimento dei propri obiettivi personali e professionali. "I benefici procurati dalla padronanza di una lingua diversa dalla propria sono evidenti. Che si tratti di un'esperienza di lavoro all'estero in Germania, di un soggiorno di studio in Francia o di un periodo di vacanze a Cipro, la capacità di comunicare direttamente con la popolazione locale costituisce un enorme vantaggio. Le lingue allargano la mente, aprono nuovi orizzonti e accrescono la propria occupabilità", ha affermato il commissario Vassiliou. L'UE investe 1 miliardo di euro all'anno in programmi volti a rafforzare le abilità linguistiche e le competenze di altro tipo mediante iniziative quali l'Erasmus, che consente agli studenti universitari di trascorrere parte del loro periodo di studi o di formazione in un altro paese. Sono 400.000, prevalentemente giovani, i beneficiari delle borse di "mobilità" finanziate dall'UE ogni anno, mediante l'Erasmus o altre iniziative quali il programma Leonardo da Vinci (formazione professionale) e il programma Gioventù in azione (volontariato/lavoro giovanile). La prima Giornata europea delle lingue, celebrata in 45 paesi, si è tenuta nel 2001 su iniziativa del Consiglio d'Europa. L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle lingue parlate in Europa, promuovere la diversità culturale e linguistica ed incoraggiare i cittadini ad imparare altre lingue. A tale scopo, la Commissione europea dispone di una rete di traduttori (le cosiddette "Antenne della traduzione") dislocati presso le proprie Rappresentanze negli Stati membri UE, il cui compito consiste nell'adattare i messaggi scritti della Commissione al pubblico locale e nel promuovere una migliore comprensione delle politiche e priorità dell'UE in materia di lingue e apprendimento del Parlamento europeo che si terrà a Strasburgo la prossima settimana. Il portavoce per le politiche agricole dell'eurogruppo ha «lanciato un appello ai sindacati, ai movimenti sociali e a tutti i gruppi politici del Parlamento europeo affinché reagiscano fermamente contro questa decisione» e «facciano pressione sui Paesi responsabili di questa irresponsabile opposizione» al rilancio del programma. COMMISSIONE EUROPEA PROMUOVERE IL VOLONTARIATO: AL VIA IL CORPO VOLONTARIO EUROPEO DI AIUTO UMANITARIO La Commissione europea ha annunciato la sua intenzione di migliorare ulteriormente il riconoscimento e la promozione del volontariato nell'Unione europea. Nel contesto dell'Anno europeo del volontariato 2011, la comunicazione della Commissione sulle politiche dell'UE e il volontariato presenta una serie di misure che contribuiranno a promuovere le attività di volontariato nell'Unione europea. Le attività di volontariato contribuiscono direttamente agli obiettivi fondamentali delle politiche dell'UE quali l'inclusione sociale, l'occupazione, l'istruzione, lo sviluppo delle competenze e la promozione della cittadinanza. Tuttavia, non esiste un quadro giuridico chiaro per le attività di volontariato e le competenze che i volontari acquisiscono spesso non sono sufficientemente riconosciute. La Commissione si è impegnata a superare questi ostacoli al volontariato, in particolare a livello transfrontaliero. In tale contesto, la Commissione ha proposto di creare un corpo volontario europeo di aiuto umanitario entro il 2012. Sono già in corso i preparativi per definire un quadro per i contributi dei volontari europei agli interventi di aiuto umanitario dell'Unione europea. La Commissione si sta altresì adoperando per incrementare il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso attività di volontariato, mediante lo sviluppo di un "passaporto europeo delle competenze". Ciò garantirà il riconoscimento a livello transfrontaliero delle qualifiche professionali e inoltre permetterà alle singole persone di conservare un riscontro delle capacità e delle competenze acquisite con il volontariato. Il passaporto calcherà l'esistente modello Europass (CV europeo), per registrare le competenze in modo trasparente e comparabile. Vi sono già vari meccanismi di finanziamento del volontariato a livello dell'UE, di cui il più noto è forse il servizio volontario europeo (parte del programma dell'UE Gioventù in azione), che quest'anno celebra il 15° anniversario. delle lingue. Esse sono impegnate in una serie di importanti attività esterne quali: - lanciare eventi volti a promuovere le carriere della traduzione e dell'interpretazione, sia nelle istituzioni UE che al di fuori delle stesse (Juvenes Translatores, Master europeo di traduzione; - organizzare conferenze sia per il grande pubblico che per specialisti riguardo all'apprendimento e all'uso delle lingue e agli aiuti UE disponibili in questo campo; - curare i collegamenti con le istituzioni linguistiche locali (scuole, università, ministeri, consigli per le lingue, industria linguistica, traduttori/interpreti); - sviluppare reti terminologiche grazie alla cooperazione con le autorità nazionalie i partner accademici per migliorare la qualità della traduzione. Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 5 GAZZETTINO EUROPEO.IT Uno studio per la individuazione delle tendenze nei finanziamenti all'istruzione superiore ed una analisi delle politiche che aprono l'accesso ad essa MODERNIZZAZIONE E OCCUPABILITÀ: DEFINITE LE PRIORITÀ DELLA NUOVA STRATEGIA PER LA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE SUPERIORE Nell'ambito della strategia europea per la crescita e l'occupazione, la Commissione ha presentato nei giorni scorsi una strategia di riforma finalizzata a incentivare il numero di laureati, a migliorare la qualità dell'insegnamento e a massimizzare il contributo dell'istruzione superiore per far sì che l'UE emerga più forte dalla crisi. La strategia identifica le aree prioritarie in cui i paesi dell'UE devono attivarsi maggiormente per raggiungere gli obiettivi condivisi in materia di istruzione e definisce le modalità in base alle quali l'Unione può sostenere le loro politiche di modernizzazione. Le iniziative a livello di UE comprenderanno una classifica multidimensionale delle università atta a informare gli studenti sui corsi a loro più adatti e il sistema di prestiti garantiti "Erasmus for Masters" destinato a coloro che seguono l'intero corso di laurea all'estero. L'Unione europea conta circa 4.000 università e altri istituti di istruzione superiore e oltre 19 milioni di studenti. Negli ultimi anni il numero degli studenti e degli istituti di istruzione superiore e la varietà di questi ultimi hanno conosciuto un notevole aumento. Spesso tuttavia i finanziamenti, le strutture di gestione e i programmi non hanno potuto fare altrettanto. L'istruzione superiore non riesce a fornire all'Europa un numero sufficiente di persone con le giuste competenze per la creazione di posti di lavoro e la crescita. A livello internazionale molti concorrenti dell'Europa, in particolare le economie emergenti, aumentano rapidamente gli investimenti nell'istruzione superiore. In occasione del lancio della strategia, la commissaria europea per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù Androulla Vassiliou ha dichiarato: "L'istruzione superiore è un potente fat- - garantire un finanziamento efficiente rendendo tore di crescita economica che apre le porte a con- meno rigida la governance dell'istruzione superiodizioni di vita migliori e crea opportunità. re e investendo nell'istruzione di qualità per soddiRappresenta inoltre la migliore garanzia contro la sfare le esigenze del mercato del lavoro. disoccupazione; eppure troppi lau- A luglio la Commissione ha avanzato le proprie reati incontrano difficoltà a trovare proposte per il prossimo bilancio pluriennale UE un'occupazione o un lavoro di qua- (2014-2020) che comprendono un sostanziale lità. Dobbiamo riformare l'istruzio- incremento per l'istruzione, la formazione e la gione superiore – e la formazione pro- ventù (+73%) e per la ricerca (+46%) a riconoscifessionale – in modo da fornire ai mento del loro ruolo fondamentale nel sostegno nostri giovani le competenze di cui alla crescita. In tale ambito si è fissato come obiethanno bisogno per realizzare il pro- tivo che il 40% dei giovani europei abbiano una prio potenziale in termini di svilup- qualifica di istruzione superiore entro la fine di po e occupabilità". questo decennio (erano 33,6% nel 2010). Le aree prioritarie in cui sono necessarie ulteriori riforme comprendono: - aumentare il numero di laureati; attirare una più ampia sezione trasversale della società verso l'istruzione superiore e ridurre il numero di abbandoni degli studi In Europa sono state già avviate svariate iniziative volte, - migliorare la qualità e la pertinenza dell'i- ad esempio, a ottimizzare il coordinamento dei finanziastruzione superiore affinché i programmi menti per la ricerca a livello di UE nella lotta contro le soddisfino le esigenze dei singoli, del merca- 6.000 patologie rare che colpiscono oltre 20 milioni di to del lavoro e delle carriere del futuro, non- cittadini europei. Sul fronte dell'iniziativa tecnologica ché incentivare e premiare l'eccellenza nel- congiunta "Clean Sky", sostenuta dall'UE e dall'industria l'insegnamento e nella ricerca aereonautica, si sta invece sviluppando una nuova tecno- offrire agli studenti maggiori opportunità di logia ecologica per l'aviazione. Sulla scorta di tali espeacquisire competenze aggiuntive mediante rienze, la Commissione europea ha invitato nei giorni studi o formazione all'estero e incoraggiare scorsi il settore pubblico e privato ad unire le forze per la collaborazione transfrontaliera per miglio- affrontare le principali sfide sociali con soluzioni fondarare l'efficacia dell'istruzione superiore te sulla ricerca e l'innovazione. La comunicazione della - formare un maggior numero di ricercatori Commissione auspica che, una volta appurate la necesal fine di preparare il terreno alle industrie di sità e l'utilità dei partenariati a livello di UE, si riconosca domani l'esigenza di semplificarli e renderli più flessibili sotto il - rafforzare i legami tra istruzione, ricerca e profilo amministrativo. È dunque necessario eliminare i imprese al fine di promuovere eccellenza e fattori che ostacolano e impediscono la ricerca transfroninnovazione taliera e che tutti i partner, inclusi gli Stati membri dell'UE e il settore privato, si impegnino a lungo termine sul piano dei finanziamenti. Sul versante della ricerca e dell'innovazione si profilano soluzioni alle principali sfide sociali come l'invecchiamento demografico, gli effetti dei cambiamenti climatici nibili e concrete mirate a promuovere la e una disponibilità ridotta di risorse, ma le problematiche creazione di biblioteche digitali in Europa e sono spesso troppo complesse per essere risolte da un a garantire l’accesso al nostro ricco solo Stato membro o da un'unica impresa, in particolare patrimonio culturale. Credo ferma- alla luce dell'attuale giro di vite nelle finanze pubbliche. mente che questo sia un segnale chia- La commissaria europea per la Ricerca, l'innovazione e ro: attraverso il dialogo e l’attenzio- la scienza Máire Geoghegan-Quinn ha dichiarato: ne alle esigenze precipue di ciascun "L'Europa deve sfruttare al meglio le proprie risorse al settore specifico, è possibile giungere fine di affrontare sfide come il miglioramento delle cona soluzioni negoziate in grado di sor- dizioni di salute della popolazione, un sistema di tramontare le questioni legate ai diritti sporti più ecologico e l'ammodernamento della nostra base industriale. Gli Stati membri e l'industria sono d’autore nell’era digitale”. Il dott. Pirjo Hiidenmaa, presidente chiamati ad impegnarsi seriamente e a lungo termine in del Consorzio europeo degli scrittori (EWC), partenariati strategici. La riduzione dei tempi di coma sua volta ha dichiarato: “Il memorandum mercializzazione di prodotti e servizi nuovi e innovativi riconosce il ruolo centrale degli autori, con- consoliderà la leadership europea dando impulso alla sente di dare una nuova vita ai loro libri e nostra ripresa economica. La necessità di dare un impuloffre ai lettori la possibilità di poter conti- so all’economia dell’Europa comporta quella di ottenere il meglio dalla nostra ricerca." nuare a leggerli e rileggerli”. “Le organizzazioni di biblioteche accolgono Le proposte basate sulla comunicazione della con favore l’esito positivo del dialogo delle Commissione saranno integrate nel pacchetto "Orizzonte parti sui libri fuori commercio. Speriamo che 2020" (Horizon 2020) entro la fine dell'anno. questo primo passo per sviluppare meccanismi efficienti di gestione collettiva dei diritti sia sempre maggiore di pubblicazioni, grazie a soluseguito da iniziative in altri settori”, ha ribadito zioni innovative”. Gerald Leitner, presidente dello European Bureau “Il memorandum è un ulteriore esempio di cosa si of Library, Information and Documentation possa ottenere con la collaborazione costruttiva di tutte le parti. L’IFRRO e i membri di European Associations (EBLIDA). Fergal Tobin, presidente della Federazione degli Visual Artists hanno esperienza nell’ambito della editori europei (FEP), ha proseguito: “Gli editori gestione collettiva dei diritti d’autore e sono desieuropei accolgono con soddisfazione questi princi- derosi di contribuire a questo traguardo importanpi settoriali specifici che offrono orientamenti chia- te che è l’apertura del patrimonio culturale in ri per concordare progetti di digitalizzazione a Europa” ha aggiunto Magdalena Vinent, presidenlivello nazionale, consentendo nel contempo agli tessa dell’International Federation of Reprographic editori di rilanciare e commercializzare un numero Rights Organisations (IFRRO). DIRITTI D'AUTORE: LA COMMISSIONE EUROPEA MEDIA UN ACCORDO PER AUMENTARE LA DISPONIBILITÀ DEL NUMERO DI LIBRI FUORI COMMERCIO Ogni anno il mercato europeo del libro accoglie centinaia di migliaia di nuovi titoli, ma ben pochi diventano veri campioni d’incasso. Molti di questi alla fine finiscono fuori commercio poiché gli editori non possono sostenere le spese per commercializzare e immagazzinare libri che non vendono bene. Se da un lato gli editori reimmettono sul mercato un numero maggiore di titoli grazie ai libri elettronici e alla stampa su richiesta, dall’altro molti titoli restano confinati nelle collezioni e negli archivi delle biblioteche d’Europa. Ma questa situazione è destinata a cambiare presto, ritiene Michel Barnier, Commissario europeo per il Mercato Interno e Servizi, che ha presieduto nei giorni scorsi la firma del memorandum d’intesa, con il quale biblioteche, case editrici, autori e società di gestione collettiva hanno convenuto un insieme di principi fondamentali che consentiranno alle biblioteche europee e ad altre istituzioni culturali di digitalizzare e rendere disponibili online i libri fuori commercio e le riviste accademiche delle loro collezioni. I principi fondamentali del memorandum d’intesa agevoleranno e rafforzeranno gli accordi di licenza su base volontaria nel pieno rispetto dei diritti d’autore, riconoscendo nel contempo che i detentori dei diritti devono sempre disporre della prima opzione di digitalizzare e rendere disponibile un’opera fuori commercio. Il Commissario Barnier ha così commentato l’importante evento:“L’accordo di oggi rappresenta un gesto importante delle parti verso soluzioni soste- RICERCA & INNOVAZIONE: L’UE SOSTIENE I PARTENARIATI PER AFFRONTARE LE SFIDE SOCIALI 6 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Per definire il quadro giuridico nel quale si iscrivono le misure di diritto penale dell'Unione UE: VERSO UN USO EQUILIBRATO DEL DIRITTO PENALE E PER UNA OMOGENEA APPLICAZIONE DELLE NORME Contrastare la criminalità è una priorità per gli europei. I cittadini si aspettano che i criminali non possano nascondersi oltre frontiera né sfruttare le divergenze fra gli ordinamenti giuridici nazionali. Al contempo, il diritto penale è ancora una materia relativamente recente a livello di Ue. È essenziale elaborare una politica penale europea chiara che consenta all’Unione di definire se, quando e come utilizzare il diritto penale per applicare meglio le sue politiche. Le sanzioni penali non sono il miglior strumento di attuazione per tutte le politiche; ciononostante, l’applicazione di pene può rendere alcune norme europee più efficaci, dal divieto di manipolazioni dei mercati finanziari alla tutela del denaro dei contribuenti dell’Unione contro le frodi. L’impiego di sanzioni penali dovrebbe essere riservato a reati di particolare gravità ed essere preceduto da un’analisi accurata ed approfondita. Nella comunicazione intitolata “Verso una politica penale dell’Unione europea”, pubblicata nei giorni scorsi, la Commissione europea ha definito per la prima volta la strategia ed i principi che essa intende applicare nell’uso del diritto penale dell’Unione per rafforzare il rispetto delle politiche europee e tutelare gli interessi dei cittadini. «Gli europei si aspettano che l’Unione li aiuti a lottare contro la criminalità. Dobbiamo accettare questa sfida, nel pieno rispetto del ruolo insostituibile dei parlamenti nazionali nel campo del diritto penale», ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia. «Il trattato di Lisbona ci fornisce gli strumenti per affrontare la sfida del diritto penale in modo equilibrato, nel rispetto dei diritti fondamentali della libertà e della sicurezza, fissando anche limiti e contorni chiari: nulla può essere deciso senza il pieno controllo democratico del Parlamento europeo e la verifica da parte dei parlamenti nazionali che danno un importante contributo al processo decisionale». Secondo le stime, nell’Unione europea il costo totale della criminalità per la società nel suo complesso rappresenta 233 miliardi di euro l'anno. Una politica penale dell’Unione europea definita chiaramente può contribuire a garantire l’applicazione delle norme dell’Unione, in particolare per contrastare la manipolazione dei mercati finanziari, specialmente l’insider trading, e salvaguardare il denaro dei contribuenti dalle frodi a danno del bilancio dell’Unione, o per proteggere l’ambiente. La comunicazione pubblicata dalla Commissione definisce le condizioni che l'Unione e gli Stati membri devono rispet- tare nel lavorare insieme per la creazione di una politica penale dell'Unione coerente e coesa. Fra i maggiori principi ispiratori si ritrovano i seguenti: - il diritto penale deve sempre rimanere una misura di ultima ratio; - le sanzioni di diritto penale sono da riservare a reati di particolare gravità; - le misure di diritto penale hanno un’incidenza diretta sui diritti fondamentali: l’elaborazione di nuove norme richiede il pieno rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo; - ogni decisione in merito al tipo di misura o sanzione di diritto penale da adottare deve essere accompagnata da prove fattuali chiare e rispettare i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Le norme di diritto penale adottate a livello di Unione dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri sono diverse dal diritto penale nazionale sotto un importante profilo: esse non possono imporre obblighi diretti ai singoli. Il diritto penale dell’Unione può portare a pene irrogate a singoli solo dopo che un parlamento nazionale l’ha recepito nell'ordinamento nazionale. È per questo che, ad avviso della Commissione europea, il coinvolgimento dei parlamenti nazionali nel processo legislativo penale è fondamentale. È da più di un decennio che l'Unione europea adotta misure di diritto penale allo scopo di contrastare più efficacemente la criminalità, ormai sempre più internazionale e sofisticata. Ma in passato la normativa è stata elaborata senza una base politica coerente e quindi non sempre viene applicata in modo efficace. Con la comunicazione pubblicata nei giorni scorsi “Verso una politica penale dell'Unione europea", la Commissione mantiene la sua promessa e risponde al tempo stesso all'invito dei professionisti del diritto e del mondo accademico ad adottare un approccio più coerente verso il diritto penale a livello di Unione, così come è stato auspicato nel 2009 dai redattori del Manifesto sulla politica criminale europea. Nel 2005, in una sentenza spartiacque, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che il Parlamento europeo e il Consiglio hanno il potere di adottare sanzioni penali laddove ciò sia indispensabile a garantire la piena efficacia del diritto dell'Unione. Il trattato di Lisbona (segnatamente gli articoli 83 e 325 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea) conferisce all’Unione il potere di adottare, a determinate condizioni, norme minime di diritto penale relative alla definizione dei reati e delle sanzioni, laddove le norme dell’UE non siano efficacemente attuate. Per ricevere il sulla propria mail (in formato .pdf) compilare il modulo sul sito: www.gazzettinoeuropeo.it L'UE TRACCIA LA VIA PER UNA CRESCITA FONDATA SULL USO EFFICIENTE DELLE RISORSE La Commissione europea ha pubblicato una "tabella di marcia" intesa a trasformare l'economia europea per renderla sostenibile entro il 2050. La tabella di marcia indica all'Europa come conseguire una crescita fondata sull'uso efficiente delle risorse, condizione imprescindibile se in futuro vogliamo continuare a mantenere benessere e prosperità. La tabella di marcia individua i settori economici che consumano più risorse e propone strumenti e indicatori che orientino l'azione in Europa e nel mondo. Si tratta di un piano per la competitività e la crescita che si fonda sull'impiego di meno risorse nella produzione e nel consumo di beni e prevede la creazione di imprese e posti di lavoro in settori d'attività quali il riciclaggio, la progettazione avanzata di prodotti, la sostituzione di materiali e l'ingegneria ambientale. Il commissario per l'Ambiente Janez Potoènik ha dichiarato in proposito: "La crescita ecocompatibile è l'unica forma di futuro sostenibile, per l'Europa e per il mondo intero. L'industria e l'ambiente devono andare di pari passo, perché nel lungo periodo gli interessi di chi opera in questi due campi sono gli stessi." In tutto il mondo si assiste ad un aumento della domanda, che sta facendo aumentare la pressione sull'ambiente e inasprendo la competizione per le risorse. Risorse naturali di primaria importanza quali le materie prime, i metalli, l'energia, la biodiversità e l'acqua sono state utilizzate per alimentare la crescita economica come se fossero inesauribili. È questo un comportamento insostenibile nel lungo periodo e la tabella di marcia presentata nei giorni scorsi indica attraverso quali mezzi possiamo sì continuare a crescere, ma in modo sostenibile. Alcune delle misure previste sono intese a trasformare la produzione e i consumi, tramite incentivi che inducano gli investitori a promuovere l'innovazione al servizio dell'ambiente, mentre altre intendono dare un maggior risalto al design ecocompatibile e ai marchi di qualità ecologica, nonché stimolare gli organismi pubblici a tingere di verde la propria spesa. I governi sono invitati ad alleggerire il carico fiscale del lavoro tassando inquinamento e risorse e a fornire nuovi incentivi per spingere i consumatori a scegliere prodotti fabbricati con attenzione alle risorse. La tabella di marcia raccomanda di adottare un approccio integrato che contempli interventi strategici a livello europeo e nazionale e che si concentri sulle risorse sottoposte a maggiore pressione. Si potrà far ciò per via legislativa, riorientando gli strumenti di finanziamento esistenti. Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] 7 GAZZETTINO EUROPEO.IT Oltre 300 partecipanti, provenienti da 34 paesi, si sono riuniti a Strasburgo per il primo Vertice europeo dei sindaci sui rom CONSIGLIO D’EUROPA - STRASBURGO/ IL VERTICE DEI SINDACI DETERMINATO A PROGREDIRE VERSO L'INCLUSIONE DEI ROM Per affrontare il tema dell’integrazione dei c irca 12 milioni di Rom che vivono in Europa, il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa ha organizzato un vertice dei sindaci sui Rom, a Strasburgo (Francia) giovedì 22 settembre. Il vertice è stato una risposta alla crescente discriminazione contro i Rom in Europa e la loro emarginazione sociale ed economica. La precedente dichiarazione di Strasburgo sui Rom, adottata il 20 ottobre 2010, nella riunione ad alto livello degli Stati membri del Consiglio d'Europa ha evidenziato l'importanza particolare dell'azione regionale e locale per migliorare la situazione dei Rom. Il vertice dei sindaci sui Rom, tenuto sotto il tema "edificare la fiducia reciproca con la base", è stato organizzato in collaborazione con il rappresentante speciale del Consiglio di Europa Segretario generale per questioni Rom, Jeroen Schokkenbroek e in collaborazione con la città di Strasburgo e la rete comunale di Strasburgo Club, in risposta alla crescente discriminazione contro i Rom in Europa e la loro emarginazione sociale ed economica. Il vertice ha riunito i rappresentanti di comuni, regioni e reti attivamente impegnate a sostenere la popolazione Rom, le organizzazioni ROM e tutte le altre istituzioni interessate, con l’obiettivo di fornire un quadro di cooperazione per l'azione a favore delle popolazioni Rom. Il vertice dei sindaci ha lanciato, a conclusione dei lavori, il gruppo kick-off, tra cui sei città europee e regioni (Aubervilliers/Francia, Kavarna/Bulgaria, Spagna/Malaga, regione di Madrid/Spagna, Heraklion/Grecia e il quinto distretto di Bucharest/Romania), per l’Alleanza europea delle città e delle regioni per l'inclusione della Popolazione Rom. e che la strada verso il futuro può essere percorsa Nella dichiarazione finale adottata, ecco alcuni dei insieme, in un clima di reciproca fiducia, combipunti di maggiore importanza emersi: nando le esigenze di integrazione dei Rom in una 1. “Siamo pienamente consapevoli e profondamen- generale azione sul piano locale e regionale, con te preoccupati per la persisten- politiche complementari atte a compensare gli te esclusione e la discrimina- svantaggi e promuovere l'uguaglianza; zione dei rom dalle comunità 5. Siamo consapevoli delle molteplici sfide che le locali e regionali di tutta autorità locali e regionali si trovano ad affrontare Europa, resa evidente dalla ogni giorno in situazioni che sono molto diverse da loro continua emarginazione e una comunità all'altra, e diamo il benvenuto a quedal mancato accesso all'istru- sto proposito le numerose iniziative per l'inclusiozione, ad alloggi, all’assistenza ne dei rom che vengono effettuati dai comuni e sanitaria e all'occupazione, ali- regioni, le loro reti nazionali ed europee, nonché le mentati da pregiudizi, diffidenza e persino discorsi organizzazioni della società civile”. di incitamento all'odio. Questa situazione sta peggiorando e deve essere affrontata con PARLAMENTO EUROPEO / PRIVACY urgenza; 2. Condividiamo la convinzione che, al fine VS SICUREZZA: UNA SFIDA TRA di superare questa situazione che può e deve EUROPA E STATI UNITI essere cambiata in meglio, tutti gli attori e le parti interessate alla inclusione dei rom È possibile trovare un equilibrio tra lotta al terrorismo e devono unire le forze; protezione dei dati personali? Stati Uniti e Unione euro3. Noi riaffermiamo che i rappresentanti elet- pea hanno visioni piuttosto divergenti. Eric Holder, il ti locali e regionali hanno la responsabilità di Procuratore generale americano, ha incontrato il 20 setassicurare il benessere e la difesa dei diritti tembre i deputati europei per trovare un punto d'incontro. fondamentali di tutti coloro che vivono nelle "Condividiamo le stesse preoccupazioni sulla privacy e nostre comunità, indipendentemente dalla le libertà civili" ha assicurato il procuratore. loro razza o condizione; sottolineiamo la Il discorso del procuratore generale americano Eric nostra determinazione a dare il buon esem- Holder - l'equivalente del ministro delle Giustizia - è pio per non alimentare la proliferazione di stato accolto con entusiasmo dai deputati europei. Un discordi anti-rom e il nostro impegno per il appello per raggiungere un accordo sulla protezione dei rispetto dei diritti dei Rom che sono garanti- dati applaudito anche da Juan Fernando López Aguilar ti in Europa nell'ambito della Convenzione (S&D), il presidente spagnolo della commissione per le europea sui diritti dell'uomo e la Carta socia- Libertà civili, giustizia e affari interni. le europea; Si tratta di un segnale positivo dopo un lungo e difficile 4. Siamo convinti che la partecipazione atti- dialogo tra Stati Uniti e Unione europea. Nel febbraio va e l'inclusione dei Rom sia di grande van- 2010 infatti, la protezione dei dati personali è stata causa taggio per ogni comunità nel suo complesso, di incomprensioni durante l'accordo sul trasferimento dei dati bancari tramite il sistema SWIFT. Le negoziazioni non andarono a buon fine. Attualmente è in discussione un accordo generale tra UE e USA sulla protezione dei dati, così come un nuovo accordo sulla condivisione dei dati dei passeggeri aerei (PNR). Alla fine il Parlamento Neelie Kroes, vicepresidente della avrà diritto di veto su entrambi gli accordi. Commissione e responsabile dell'Agenda Il procuratore Holder spera si possa raggiungere presto digitale ha dichiarato: "I bambini si recano un accordo, nonostante sia consapevole delle preoccupaonline più spesso e cominciano più giovani, zioni dell'Unione europea. Durante questo "sincero esplorando un entusiasmante scambio di punti di vista tra amici", Holder ha ricordato mondo digitale pieno di oppor- che "nessuna delle due parti avrà ciò che vuole, ma tunità. Dobbiamo però impri- hanno entrambe lo stesso obiettivo: proteggere i nostri mere urgentemente un impulso cittadini". Gli Stati Uniti vorrebbero che i dibattiti "accaalle nostre azioni e al modo di demici" lasciassero spazio ad un approccio più pragmacollaborare per educare e pro- tico. "Dovremmo guardare cosa è successo e non a quelteggere i bambini in questo lo che potrebbe ipoteticamente succedere", ha sottolineamondo virtuale in continua evo- to il procuratore Holder. luzione. Dobbiamo infondere ai Ciò che ostacola i negoziati sono anche le differenze nei genitori e agli insegnanti la fiducia necessa- sistemi giuridici tra gli stati. "Non possiamo bloccarci ria per assumersi le loro responsabilità. La sui dettagli tecnici, dobbiamo focalizzarsi sull'obiettivo strategia che intendo presentare nel corso comune: la protezione dei cittadini" rilancia Holder. Gli dell'anno affronterà direttamente questi pro- europarlamentari sono d'accordo. Ma non sul modo in blemi". cui arrivarci. "Vogliamo delle garanzie legali per i cittaNello specifico, la relazione suggerisce dini europei che viaggiano attraverso l'Atlantico", ha diverse azioni, tra le quali: detto tedesco Manfred Weber, indicando con chiarezza il - Contenuti illeciti e nocivi: diffondere la punto di maggiore preoccupazione. conoscenza delle linee dirette e migliorare le infrastrutture di sostegno per agevolare la rimozio- bini fra i 9 e i 10 anni che usano internet dichiarano di avere iniziato a recarsi online a sette anni. Il ne di contenuti illeciti. - Networking sociale e privacy: incrementare la 33% di quelli che navigano usa un telefono cellulare o palmare. Il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni consapevolezza dei rischi e i modi per ridurli. - Classificazione per età e sistemi di codifica: un e il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai uso più ampio dei sistemi di classificazione per età 12 anni sostiene di avere registrato un profilo su un (come PEGI) per i videogiochi online; sviluppo di sito di socializzazione; un quarto degli utenti di tali codici di condotta e altri modi per aumentare la siti dichiara di avere un profilo pubblico. Qualsiasi conoscenza della classificazione per età da parte strategia di portata unionale in quest'ambito deve dei rivenditori, in modo da evitare la vendita ai tenere conto della natura globale e in constante evoluzione dell'ambiente digitale, per rispondere in "minori". Da un sondaggio EUKidsOnline, in Europa i bam- modo flessibile alle nuove sfide. AGENDA DIGITALE UE: NECESSARIE ULTERIORI AZIONI PER PROTEGGERE I BAMBINI DALL'INCAUTO USO DI INTERNET In una relazione presentata nei giorni scorsi la Commissione europea esamina le modalità con cui gli Stati membri stanno attuando le raccomandazioni dell'UE volte a garantire che i bambini possano fruire del mondo virtuale con fiducia e sicurezza. Gli Stati membri e l'industria stanno incrementando gli sforzi per attuare le raccomandazioni dell'UE del 1998 e del 2006 relative alla tutela dei minori che usano servizi audiovisivi e online, tuttavia le misure si sono rivelate nel complesso insufficienti. Nella fattispecie la relazione mostra che gli Stati membri non rispondono in modo adeguato o che adottano approcci variabili alla lotta e alla segnalazione dei contenuti nocivi, per garantire che i bambini consultino contenuti adatti alla loro età, rendere più sicuri i siti di socializzazione per i minori e proteggerli dai videogiochi nocivi. Esistono per esempio molte differenze fra gli Stati membri nel modo in cui le hotline verificano l'illiceità o la nocività dei contenuti loro segnalati, ne tracciano l'origine ed eseguono la notifica alle autorità competenti. Analogamente, i paesi europei usano diversi sistemi di classificazione per età e dispositivi tecnici per far sì che i siti e i videogiochi siano adatti all'età. La relazione mostra che esiste un notevole margine di miglioramento per rafforzare la protezione dei minori in questi ambiti. La Commissione intende affrontare tali problematiche più avanti nel corso dell'anno mediante un'iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie. 8 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 9 GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache PAPA BENEDETTO XVI IN GERMANIA: «NON SONO QUI' PER PERSEGUIRE OBIETTIVI POLITICI, MA PER INCONTRARE LA GENTE E PARLARE DI DIO» E' la sua patria, ma è anche un Paese non semplice per il Papa. In Germania, dove Joseph Ratzinger si è recato dal 22 e fino al 25 settembre, la Chiesa perde fedeli da anni. E lo scandalo della pedofilia, che ha accelerato questa tendenza, ha anche innescato proposte di riforme strutturali che dividono vescovi, sacerdoti e fedeli. Quello inaugurato l’altro ieri da Papa Benedetto XVI è il ventunesimo viaggio del suo pontificato, il terzo in terra natale. "Pur essendo questo viaggio una visita ufficiale che rafforzerà le buone relazioni tra la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede, in primo luogo non sono venuto qui per perseguire determinati obiettivi politici o economici, come fanno giustamente altri uomini di stato, ma per incontrare la gente e parlare di Dio". Lo ha detto il Papa nel primo discorso ufficiale in Germania, salutando il presidente tedesco Christian Wulff nel corso della cerimonia di benvenuto al castello di Bellevue di Berlino. E così è stato. Incontri di forte espressione emotiva e di commozione, come quello riportato ieri in un comunicato stampa ufficiale: ''Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto XVI si è incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali. Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si prendono cura di persone colpite da tali crimini''. Lo ha reso noto il portavoce vaticano p. Federico Lombardi con un comunicato. ''Commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime - recita il testo -, il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie. Ha assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani''. ''Papa Benedetto XVI - conclude il comunicato - è vicino alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore''. Certo non mano intense sono state le parole pronunciate davanti al Parlamento federale nel Reichstag di Berlino. “La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace”, e proprio “al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto” è subordinato “il successo” di ogni politico. Richiamando l’episodio biblico del Primo Libro dei Re in cui il giovane Salomone chiese a Dio “un cuore docile” e la capacità di “distinguere il bene dal male”, e riferendosi all’esperienza del nazismo, il Papa ha ribadito che “servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico” ed oggi “questo compito diventa particolarmente urgente”. L’uomo, ha spiegato, “è in grado di distruggere il mondo. Può manipolare se stesso. Può, per così dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dall’essere uomini”. Per questo “la richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale l’uomo politico e la politica si trovano anche oggi”. “In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza può essere un criterio sufficiente”, ha quindi osservato Benedetto XVI; tuttavia “nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta”. “Nel processo di formazione del diritto – ha spiegato il Papa –, ogni persona che ha responsabilità deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento”. Ma per un politico “la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verità”, ossia “ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente”, non è “affatto evidente di per sé”. Di qui il richiamo al cristianesimo che, “contrariamente ad altre grandi religioni”, non ha mai “imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato”, ma “ha rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva” che “però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio”. Proprio dal “legame precristiano tra diritto e filosofia parte la via che porta, attraverso il Medioevo cristiano”, “alla Dichiarazione dei diritti umani” e “alla nostra Legge Fondamentale tedesca”, ha sottolineato Benedetto XVI. Eppure oggi “l’idea del diritto naturale” è considerata “una dottrina cattolica piuttosto singolare”, e di fronte alla “concezione positivista” quasi “generalmente adottata, di natura e ragione”, “le fonti classiche di conoscenza dell’ethos e del diritto sono messe fuori gioco”. Secondo il Papa, “la visione positivista del mondo” non è tuttavia una cultura “sufficiente all’essere uomini in tutta la sua ampiezza”; se essa “si ritiene” tale, “riduce l’uomo, anzi, minaccia la sua umanità”. Di qui lo sguardo all’Europa, “in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto”. GERMANIA, AL BANDO L'HNG LA PIÙ GRANDE ORGANIZZAZIONE NEONAZISTA TEDESCA Il governo tedesco ha messo fuori legge la più grande organizzazione neonazista attiva in Germania, l'Hng, che ufficialmente si occupava di aiutare i carcerati legati alla galassia dell'estrema destra e le loro famiglie. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il ministro degli Interni Hans-Peter Friedrich (Csu). L'Hng, ha spiegato Friedrich in un comunicato, rifiutava di riconoscere la legittimità dello Stato di diritto e aveva lodato in più occasioni il nazismo. Con lo slogan 'Un fronte dentro e fuori', l'organizzazione, che può contare su circa 600 iscritti, si sarebbe occupata di tenere vive le convinzioni politiche dei detenuti di estrema destra per evitare l'abbandono dei movimenti neonazisti. L'Hng, ha inoltre chiarito Friedrich, fondata nel 1979, sarebbe stata la principale responsabile della radicalizzazione dell'estrema destra in Germania. "Non si può più accettare che estremisti di estrema destra incarcerati vengano sostenuti con forza dall'Hng nella loro posizione aggressiva contro l'ordine libero e democratico", ha detto in un comunicato il ministro dell'Interno Hans-Peter Friedrich. Sebbene i gruppi di estrema destra abbiano più sostegno nei laender dell'est, dove la disoccupazione è ampia e le prospettive scarse, le operazioni della polizia hanno avuto luogo in laender occidentali, tra cui la Baviera e il Nord Reno Westfalia. Il divieto giunge due settimane dopo l'exploit elettorale del Partito democratico nazionale (Npd) nel parlamento del Mecklenburg-Vorpommern. SERBIA/SALE POLEMICA SUL GAYPRIDE. MINISTRO INTERNI VUOLE ANNULLARLO Belgrado, 23 set. (TMNews) - Ad una settimana dal Gaypride fissato per il due ottobre prossimo a Belgrado, monta la polemica sull'opportunità di annullare la manifestazione, alla luce delle violente proteste che hanno caratterizzato l'evento lo scorso anno, quando gruppi di estrema destra hanno letteralmente messo a ferro e fuoco la capitale serba. D'altra parte, lo svolgimento della manifestazione è considerato un test di democrazia dall'Unione europea, che il 12 ottobre, per voce della Commissione, esprimerà se concedere o meno alla Serbia lo status ufficiale di Paese candidato. "Sarebbe meglio annullarlo", è intervenuto oggi sul tema il ministro dell'Interno, Ivica Dacic, all'indomani di una nota congiunta diffusa dal Sindacato di polizia e il movimento ultra conservatore 'Dveri', in cui si chiedeva agli organizzatori del Gaypride di rinunciarvi per "non compromettere inutilmente l'ordine pubblico, la sicurezza dei beni e non esporre a rischi la vita dei cittadini e dei poliziotti". "La polizia paga sempre il prezzo più alto, non solo finanziariamente, ma anche in termini di infortuni. Lo scorso anno abbiamo avuto un gran numero di agenti feriti", ha ricordato il ministro Dacic. Pur sottolineando come "non spetta alla polizia decidere se una manifestazione pubblica deve tenersi o meno". Il capo dell'Interno serbo ha anche osservato "il grande significato politico" del gaypride per il Paese, alla luce del fatto che "la Commissione europea ed il Parlamento hanno inviato una lettera in cui informano che guarderanno attentamente lo svolgimento della parata". Ciononostante "non è strano che nell'assenza di una posizione ufficiale del governo la polizia si sia espressa pubblicamente", ha detto Dacic, invitando la classe politica ad "esprimersi chiaramente". Nessuna replica ufficiale da parte dell'organizzazione, che sembra intenzionata a proseguire nel programma prefissato, con avvio, a partire da sabato 24 settembre, della "settimana dell'orgoglio", una serie di eventi a precedere la manifestazione del 2 ottobre. Ad indignarsi sono state invece le Donne in nero, associazione in prima linea per la difesa dei diritti umani. In una nota condannano l'iniziativa del Sindacato di polizia e di Dveri, ricordando al governo che "è obbligato a garantire i diritti costituzionali di tutti i cittadini". 10 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache LOTTA DI BAMBINI IN GABBIA COME SUL RING, È SCANDALO IN GRAN BRETAGNA Bambini in gabbia che se la danno di santa ragione come su un ring: la Gran Bretagna è sotto shock per una serie di immagini riprese al Greenlands Labour Club di Preston, nel Lancashire. Il pubblico in sala applaude e montano le polemiche. Nel video si vedono un bimbo di otto anni e uno di nove che si prendono a pugni senza protezione. A un certo punto uno dei due ragazzini sembra scoppiare in lacrime. Il match consiste in due round di cinque minuti ognuno: nell'intervallo una ragazzina succintamente vestita viene fatta sfilare davanti alla folla di 250 persone che avevano pagato un biglietto per entrare. Una foto del combattimento è apparsa nei giorni scorsi sulla prima pagina del quotidiano "Daily Mirror", con il titolo "la gabbia degli innocenti", sottolineando come "amanti della lotta hanno pagato 25 sterline (28 euro) per vedere due ragazzini di 8 e 9 anni darsele di santa ragione". Uno dei due "fighter", il più piccolo, si chiama "Lucas lo spacca ossa" "Siamo al corrente che è stata organizzata una serata di lotta, ma ignoriamo che abbiano partecipato dei bambini", ha spiegato il portavoce della polizia locale. "Stiamo verificando che la sicurezza dei bambini sia stata garantita", ha aggiunto. Timothy Lipscomb, il Vicario di Preston, protesta: “questo non è il modo giusto per educare i figli. Fino a una certa età hanno bisogno di protezione, non necessitano di vedere il lato adulto della vita. Vedere che si picchiano alla luce del giorno non dovrebbe essere uno spettacolo pubblico. Non credete che ciò incoraggi il bullismo e l’utilizzo della forza per ottenere ciò che desiderano?” Un portavoce della British Medical Association aggiunge: “questo esempio di cage fighting tra bambini piccoli è particolarmente inquietante, soprattutto perché non indossano i caschetti protettivi. La box e il combattimento in gabbia vengono spesso difesi come territorio in cui i bimbi imparano a gestire la pro- pria aggressività con disciplina e controllo. Crediamo che esistano molti altri sport, come l’atletica, il nuoto, il judo o il calcio, che richiedono disciplina e non espongono allo stesso rischio di danni cerebrali“. Paul Jackson, manager della palestra Warriors Gym, si unisce al coro: “È come uno spettacolo da circo, ma se si tratta di adulti consenzienti allora è tutto diverso. Dipende da quali sono le regole. Perché i genitori permettono ai bambini di farlo? Io non sarei mai d’accordo con una cosa di simile“. Non ci sono però prove che questo tipo di combattimenti non siano legali: includono spesso figure semi-professionali e si tengono in diverse location nella città, con la supervisione di adulti. Michaelle Anderson, la responsabile del centro dove si è svolto il combattimento, ha detto che i "ragazzi adorano fare questo sport" e che "non hanno corso alcun pericolo. E' tutto legale", ha spiegato, "Si è trattato di una semplice dimostrazione. Non è stato un combattimento, solo una lotta. Non ci sono stati cazzotti né calci... Chi si oppone, dovrebbe protestare anche per la boxe o per il judo praticato dai bambini". Steven Nightingale, 28enne organizzatore degli eventi e lottatore professionista, sottolinea che si tratta di uno sport sicuro e sempre più popolare: “i combattimenti iniziano all’età di cinque anni. È uno sport che si basa sulle arti marziali. I bambini non vengono colpiti finché piccoli. Non lasciamo che si colpiscano, con pugni e calci, fino all’età di 14 o 15 anni. I bambini che sono qui a combattere hanno già lottato in passato. I genitori sono presenti. Preferite che questa gente lasci i figli in strada tra coltelli e pistole?” No, non per forza, ma a queste forme di combattimento esistono alternative migliori. Se è vero che la lotta si basa sulle arti marziali, un contorno di gabbia, adulti urlanti e ragazze seminude che intrattengono non sono certo un buon programma educativo. WROCLAW SARÀ LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA DEL 2016 Wroclaw è stata ufficialmente proclamata Capitale europea della cultura 2016. Vivace centro universitario, la città è ricca di eventi culturali internazionali che ne testimoniano l’attenzione rivolta all’arte, al teatro, alla musica, ai giovani. L’idea di eleggere una capitale europea della Cultura è nata nel 1985, durante il Consiglio Europeo dei Ministri della Cultura. Attualmente ogni anno il titolo di Capitale europea della cultura viene assegnato a due città: una della Vecchia Unione e l'altra appartenente ad uno dei nuovi paesi-membri. L'obiettivo della CEC è mostrare la ricchezza, varietà e affinità delle culture europee e approfondire la cognizione reciproca tra i cittadini del vecchio continente. Che cosa significa per le città vincitrici il titolo della CEC? Rappresenta diversi vantaggi: rafforzamento dell'immagine a livello nazionale ed internazionale, aumento del numero dei turisti (secondo le previsioni attorno ai 3 milioni di turisti in più), sviluppo del turismo culturale e interesse degli investitori. La città vincitrice è tenuta a presentare il proprio patrimonio culturale, organizzare i concerti, i festival e le rassegne cinematografiche. Dall'UE riceve un premio pari a 1,5 milioni di euro. Nella prima tappa del concorso parteciparono 11 città polacche, nella seconda solo 5: Danzica, Lublino, Katowice, Varsavia e Wroclaw. Il motto di quest'ultima era: “Recupero della bellezza”. I suoi autori si concentrarono sulla trasformazione delle aree trascurate della città e sull'assistenza alle persone escluse dalla vita culturale per facilitar loro l'accesso alla cultura. Da questo principio derivano idee come: “obbligazioni culturali” (sconti per chi possiede la tessera di una biblioteca pubblica) e sconti per anziani che visitano le istituzioni culturali con i loro nipoti. Aspirando al titolo di Capitale europea della cultura, Wroclaw ha intrapreso numerose iniziative artistiche e culturali. Ha cercato di coinvolgere nei preparativi più cittadini possibili. L'Istituzione Culturale Wroclaw 2016 ha partecipato attivamente alla vita della città, appoggiando ed ispirando numerosi eventi di carattere sociale e culturale. Tra i festival internazionali di maggiore spessore troviamo il Festival Internazionale del Cinema “ Nowe Horyzonty” (21- 31 luglio 2011), nuovi orizzonti dell’espressione per “visionari del cinema”, artisti senza compromessi provenienti da ogni parte del mondo. Numerosi sono gli eventi dedicati alla musica, uno dei più importanti è il Festival Internazionale Wratislavia Cantans (2-18 settembre 2011) ideato dal compositore e direttore d’orchestra Andrzej Marchowski che ne diresse la prima edizione nel 1966. LONDRA PENSA AL PASSAPORTO "SENZA SESSO", SOLO UNA "X" Allo studio in Gran Bretagna il passaporto senza sesso. I sudditi di Sua Maestà potranno scegliere di non identificarsi come maschio o femmina sul documento di viaggio in base a una terza opzione riservata a persone dal sesso non determinato, se andrà in porto una riforma all'esame del governo di David Cameron. Lo ha annunciato il ministero dell'Interno confermando indiscrezioni apparse nei gioni scorsi sulla stampa. Maschio, femmina o 'X'. Basterà apporre una 'croce' al posto dello standard 'M' o 'F' nella casella che indica l'identificazione di genere per uscire dalla categorie tradizionali. ''L'Identity and Passport Service sta considerando di mettere a disposizione varie opzioni di genere a chi chiede il passaporto'', ha detto un portavoce in un comunicato. In Gran Bretagna il dibattito è alto: nei giorni scorsi ha fatto scalpore la decisione di una coppia di genitori di mandare il figlio a scuola vestito da bambina. Ma una cosa è il comportamento dei privati, un'altra le decisioni amministrative. ''Stiamo esplorando le implicazioni di sicurezza con i nostri partner internazionali'', ha aggiunto il portavoce precisando che il progetto è tuttora allo stato di ''discussione preliminare'': tutti i cambiamenti sui passaporti britannici ''devono rispondere a rigorosi requisiti di sicurezza'' anche perché potrebbe essere messa a rischio l'incolumità del transessuale che viaggia in paesi meno tolleranti quanto a orientamento di genere. Attualmente le regole in Gran Bretagna consentono a una persona transgender o intersex di identificarsi con un sesso che non necessariamente coincide con quello adottato nella pratica. Chi invece sta sottoponendosi ad operazioni di cambio di sesso può modificare l'identità di genere sul passaporto solo dopo avere completato il processo. L'iniziativa segue quella annunciata nei giorni scorsi in Australia che consente ai transessuali di identificarsi con una 'x' accanto alle definizioni di 'maschile e 'femminile'. La decisione del governo di Camberra era stata una scelta consapevole per dare nuovo impulso alla lotta contro la discriminazione dei transgender, garantendo loro la possibilità di indicare nel passaporto il genere scegliendo tra tre opzioni: maschio, femmina o X, ovvero sesso 'indeterminato'. (Blitzquotidiano) Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 11 GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali Torna “Invito a Palazzo”: 50 Banche in "Foto Famiglia": la mostra al Complesso tutta Italia mostrano i loro tesori del Vittoriano di Roma Le porte dei palazzi storici delle banche italiane torneranno ad aprirsi in tutta Italia per la decima edizione di “Invito a Palazzo”, manifestazione promossa dall’Abi (associazione bancaria italiana) che ogni anno mette in mostra le opere d’arte che sono conservate nelle sedi storiche degli istituti di credito. All’edizione 2011 parteciperanno novanta palazzi di cinquanta banche (in cinquantadue città), ma la vera novità del 2011 è una lunga serie di eventi collaterali organizzati a margine: mostre, concerti, proiezioni di film e incontri letterari. Un capitolo a parte è dedicato al centocinquantesimo dell’Unità d’Italia: mostre sul Risorgimento da Firenze a Napoli, passando per Forlì, Novara, Pesaro. Roma svolgerà un ruolo di primissimo piano nell’evento con ben otto palazzi aperti. Cittadini, appassionati e turisti potranno così ammirare uno straordinario scorcio di patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico, oltre che arredi, opere d'arte di ogni epoca, giardini, cantine, archivi e biblioteche, che le banche italiane conservano e tutelano. Per celebrare il decennale di Invito a Palazzo, l’Abi ha realizzato un volume fotografico “I Palazzi aperti delle banche 2002-2011”, un volume fotografico, edito da Allemandi, che offre le più belle immagini messe a disposizione dalle banche che hanno aperto le loro sedi storiche in questi primi dieci anni di manifestazione. Dall'architettura rinascimentale alle forme del barocco, dalle eleganti dimore settecentesche immerse in parchi secolari alle atmosfere neoclassiche, fino ai palazzi recentemente commissionati dalle banche ai piu' affermati architetti contemporanei. Giuseppe Mussari, presidente dell’Abi ha spiegato: “In un momento ancora complesso per l’economia nazionale e internazionale il sostegno alla ripresa e allo sviluppo del Paese passano anche attraverso la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e architettonico italiano”. “L’arte e la cultura, - prosegue Mussari - rappresentano un volano strategico per la crescita del turismo, dell’industria e, più in generale, del Paese. Anche per questo le banche sono fortemente impegnate e investono ogni anno oltre 500 milioni di euro per proteggere e conservare collezioni, palazzi e arredi, e supportare le iniziative promosse da Istituzioni ed enti pubblici. In questa stessa direzione, manifestazioni come Invito a Palazzo, di cui quest’anno festeg- giamo la decima edizione, si confermano importanti anche perché inserite nella fitta costellazione d’interventi pubblici e privati che costituiscono un vero e proprio Sistema Italia per la promozione di arte e cultura”. L’appuntamento, che gli istituti bancari ogni anno riservano ai visitatori, offre una visione di opere d’arte e capolavori nascosti, conservati nelle sedi storiche delle banche. Per un’intera giornata sarà possibile ammirare opere d’arte e arredi d’ogni epoca, sarà in mostra una preziosa antologia di stili, tendenze e gusti artistici e architettonici: dall’architettura rinascimentale alle forme del barocco, dalle eleganti dimore settecentesche immerse in parchi secolari alle atmosfere neoclassiche. L’appuntamento con Invito a Palazzo 2011 è sabato 1 ottobre con apertura gratuita, dalle 10 alle 19, e visite guidate in italiano e inglese. "In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, Bnl presenta, per la prima volta al pubblico, le opere della propria collezione realizzate da pittori del Risorgimento. Bnl-Gruppo Bnp Paribas apre a Roma la sede storica della Direzione Generale di via Veneto", lo rende noto la stessa Bnl tramite un comunicato. "Quest'anno, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, Bnl ha riservato uno spazio dedicato ai pittori che hanno partecipato attivamente alle imprese del Risorgimento e le cui opere fanno parte della propria collezione", prosegue la nota. Nella Città Eterna non slo Bnl con i propri tesori, ma saranno aperti ben otto palazzi di cui uno svela le sue opere per la prima volta: è la filiale romana della Banca di Sassari che ospita un'importante collezione di arazzi sardi. La Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, sede dell’IntesaSan Paolo a Napoli, accoglie il Martirio di Sant’Orsola del Caravaggio; a Milano, è interessante il palazzo della Sede Direzione Generale Deutsche Bank, edificio di nove piani dell’architetto Gino Valle, che ospita oltre 56 mila opere e promuove l’attività di giovani artisti. Per un giorno svestite i panni dei risparmiatori e indossate i panni di cittadini consapevoli dell’abbondanza artistica del Belpaese. Un modo per dimenticare la crisi che investe entrambi i settori, quello economico e quello culturale, mettendo in ombra tutto ciò che di buono c’è nel nostro Paese. Gioconda, raccolte 50 mila firme per il rientro in Italia Firenze, 19 set. - (Adnkronos) "Abbiamo raccolto già 50 mila firme per il rientro della 'Gioconda' a Firenze nel 2013, anno in cui cadrà il centenario del ritrovamento del capolavoro di Leonardo dopo il clamoroso furto al Louvre nel 1911. Il nostro obiettivo è di arrivare a quota 100 mila firme entro il prossimo gennaio". Lo ha annunciato Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, parlando con alcuni giornalisti a Firenze. Vinceti ha precisato anche che le 50 mila firme sono state raccolte sia via web che con appositi banchetti allestiti in varie città italiane. All'appello per far rientrare temporaneamente la 'Gioconda' in Italia sono arrivati adesioni anche dall'estero, fra cui un migliaio di firme provenienti dalla Russia, qualche centinaio dalla Spagna, dopo l'adesione di alcuni storici dell'arte, e poco meno di un centinaio dalla Francia. Vinceti sarà a Parigi nel mese di ottobre per presentare ai responsabili del Louvre il progetto per trasportare "in tutta sicurezza" la 'Gioconda' a Firenze. "Abbiamo incaricato una ditta di rilevanza internazionale, specializzata nel trasporto di opere d'arte, di elaborare un progetto da presentare al museo francese. Il progetto conterrà anche -ha chiarito Vinceti- un piano dettagliato per la sicurezza dell'opera quando sarà esposta nel capoluogo toscano". Come luogo per una eventuale esposizione temporanea a Firenze, Vinceti ha ipotizzato la Galleria degli Uffizi o in alternativa Palazzo Medici. È stata inaugurata il 22 settembre, la mostra "Foto Famiglia", che sarà ospitata al Complesso del Vittoriano sino al 23 ottobre. Attraverso un centinaio di fotografie dal 1861 ai primissimi anni ’60, l'esposizione propone i vecchi album fotografici custoditi nelle case di tutti gli italiani che raccontano i momenti più intimi e importanti della vita di ciascuna famiglia: matrimoni, nascita dei figli, scene di vita casalinga, gite, feste e cerimonie. Stili e modi di fotografare che, provenendo da ogni area del Paese, danno conto degli usi e dei costumi della vita quotidiana del popolo italiano di quegli anni. L’esposizione, il cui percorso è stato curato da Francesco Mattioli, ordinario di Istituzioni di Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, autore anche del saggio in catalogo, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia. Di fronte ad una valanga di nuove informazioni, di cui è anche facile perdere il senso, diventa sempre più importante conservare quel poderoso archivio di istantanee, stampate precariamente su carta, e faticosamente conservate negli album, nei cassetti e nelle scatole di cartone, che testimoniano non solo un periodo di storia italiana, ma anche un periodo significativo di storia della fotografia. Ecco quindi che la mostra ripercorre, attraverso foto che ritraggono la Famiglia, cento anni di vita italiana, articolati in sei distinte e completesezioni espositive. Il perché della scelta di questo periodo nasce dal fatto che proprio questi anni sono stati cruciali per la storia del Paese, ed è in questo lasso di tempo che il volto dell’Italia ha subito le maggiori trasformazioni, fino a caratterizzare la società di oggi. La storia della fotografia, del resto, è sì storia di tecnologia, ma anche di costume. Se nell’Ottocento la fotografia era privilegio di pochi, anzi quasi esclusivamente di professionisti, furono la fotocamera portatile di George Eastman, la pellicola di celluloide, il lampo al magnesio a sconvolgere il mercato, e la vocazione stessa della fotografia, che divenne più facile, più economica, più popolare. La fotografia uscì dagli studi e fu l’esplosione dell’istantanea, da scattare in casa, per la strada, nei parchi, tra la gente comune. 12 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali SCIENZA / Superata la velocità della luce. Un esperimento del Cern-Ifn potrebbe ribaltare le teorie di Einstein La notizia ha già fatto il giro del mondo ed è esploso il dibattito sulle possibili conseguenze della scoperta: la velocità della luce è stata superata, i neutrini sono più veloci di essa di circa 60 nanosecondi. Il risultato è stato ottenuto dall'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), nel quale un fascio di neutrini viene lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). L’intero progetto, chiamato OPERA, è basato sull'osservazione di oltre 15.000 eventi registrati dal rivelatore dei Laboratori dell’INFN e sembra indicare che i neutrini viaggino a una velocità di 20 parti per milione al di sopra della velocità della luce, il limite della velocità nel cosmo. Tenendo conto delle straordinarie conseguenze di questi dati, si rendono necessarie misure indipendenti prima di poter respingere o accettare con certezza questo risultato. Per questo motivo la collaborazione OPERA ha deciso di sottoporre i risultati a un esame più ampio nella comunità. "Questo risultato è una completa sorpresa", ha detto il portavoce di OPERA, il fisico italiano Antonio Ereditato dell’Università di Berna. "Dopo molti mesi di studi e di controlli incrociati, non abbiamo trovato nessun effetto dovuto alla strumentazione in grado di spiegare il risultato della misura. Continueremo i nostri studi e attendiamo misure indipendenti per valutare pienamente la natura di queste osservazioni”. “Quando un esperimento si imbatte in un risultato apparentemente incredibile e non riesce a individuare un errore sistematico che abbia prodotto quella misura la procedura standard è sottoporlo a una più ampia indagine. Esattamente ciò che sta facendo la collaborazione OPERA: è una corretta pratica scientifica ”, ha commentato Il direttore di ricerca del CERN Sergio Bertolucci. “Se questa misura fosse confermata potrebbe cambiare la nostra visione della fisica ma dobbiamo essere sicuri che non esistano altre, più banali, spiegazioni. Cio’ richiederà misure indipendenti”. Per compiere questo studio, OPERA ha collaborato con esperti nel campo della metrologia del CERN e altre istituzioni per eseguire una serie di misurazioni di alta precisione della distanza tra la sorgente e il rivelatore, e del tempo di volo dei neutrini. La distanza tra l'origine del fascio di neutrini e OPERA è stata misurata con un'incertezza di 20 cm su un percorso di 730 km. Il tempo di volo dei neutrini è stato determinato con una precisione di meno di 10 nanosecondi, utilizzando sofisticati strumenti come sistemi GPS avanzati e orologi atomici. Il tempo di risposta di tutti gli elementi della linea di fascio CNGS e del rivelatore OPERA sono stati misurati con grande precisione. "Abbiamo sincronizzato la misura dei tempi tra il CERN e il Gran Sasso con un'accuratezza al nanosecondo e abbiamo misurato la distanza tra i due siti con una precisione di 20 centimetri”, ha detto Dario Autiero il ricercatore del CNRS che terrà il seminario questo pomeriggio. Nonostante che le nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e un'elevata accuratezza statistica, e che la fiducia riposta nei nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con quelli provenienti da altri esperimenti”. "Il potenziale impatto sulla scienza è troppo grande per trarre conclusioni immediate o tentare interpretazioni. La mia prima reazione è che il neutrino ci sorprende ancora una volta con i suoi misteri - ha aggiunto Ereditato - Il seminario di oggi ha lo scopo di sottoporre a esame i risultati da parte della più ampia comunità della fisica delle particelle". L'esperimento OPERA è stato inaugurato nel 2006, con l'obiettivo principale di studiare la trasformazione rara (oscillazione) dei neutrini muonici in neutrini tau. Il primo di questi eventi è stato osservato nel 2010, dimostrando la capacità unica di questo esperimento nella rilevazione del segnale sfuggente dei neutrini tau. OPERA è stato ideato ed è condotto da un team di ricercatori provenienti da Belgio, Croazia, Francia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Corea, Russia, Svizzera e Turchia. L'esperimento costituisce una complessa impresa scientifica realizzata grazie alla maestria di un gran numero di scienziati, ingegneri, tecnici e studenti, e con il forte impegno dei vari attori del progetto. In particolare si segnalano i LNGS / INFN, i laboratori del CERN, e il sostegno finanziario di Italia e Giappone con il contributo sostanziale di Belgio, Francia, Germania e Svizzera. A Napoli il convegno “Digital Diplomatics. Tools for the Digital Diplomatist” A Napoli il secondo appuntamento dei ricercatori e degli storici della documentazione digitale: il convegno Digital Diplomatics. Tools for the Digital Diplomatist. I lavori si apriranno giovedì 29 settembre presso la Sala del Palazzo degli Uffici dell’Università Federico II, in via G. C. Cortese 29, proseguiranno il giorno successivo nella stessa sede, e si concluderanno sabato 1 ottobre presso la prestigiosa sede in Castel Nuovo della Società Napoletana di Storia Patria, che è tra gli enti organizzatori. Il convegno internazionale è dedicato alla Diplomatica digitale, settore di ricerca fortemente innovativo ed in costante evoluzione che intreccia l'approccio tradizionale di lettura, edizione e interpretazione dei documenti medievali e dell'inizio dell'età moderna con l'utilizzo delle nuove tecnologie. Tra i relatori, Benoît -Michel Tock e Luciana Duranti. Il convegno nasce nell'ambito delle attività del progetto europeo ENArC European Network on Archival Cooperation, che gode del supporto finanziario del Programma Cultura 2007-2013 e che vede il Dipartimento di Discipline Storiche ''Ettore Lepore'' dell'Università Federico II impegnato in collaborazione con ben dodici istituzioni accademiche e archivistiche europee (localizzate in Austria, Croazia, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ungheria). Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 13 Bandi e Concorsi Europei APRILE SETTEMBRE SETTEMBRE GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO ENERGIA E TRASPORTI MOVE/SUB/01-2011: SOVVENZIONI NEL SETTORE DELLA SICUREZZA STRADALE, IN PARTICOLARE INFORTUNI STRADALI E PRONTO SOCCORSO Finanziamento a progetti riguardanti "attività di sostegno alla politica europea dei trasporti e diritti dei passeggeri". Stanziamento: 1.000.000 - MOVE/SUB/01-2011 Scadenza: 30 settembre 2011 AGRICOLTURA E PESCA SOSTEGNO A FAVORE DI AZIONI DI INFORMAZIONE RIGUARDANTI LA POLITICA AGRICOLA COMUNE - Attuazione di azioni di informazione di cui alla voce di bilancio 05 08 06 per l'esercizio 2012 Finanziamento di azioni di informazione sull’agricoltura europea Stanziamento: 3.250.000 - GUUE 2011/C 212/11 Scadenza: 30 settembre 2011 IMPRESE E INDUSTRIA 18/G/ENT/IMA/11/6073 - SEMINARI SUL RISPETTO RAPIDO ED EFFICIENTE DEI DIRITTI SUI PAGAMENTI INSOLUTI DA PARTE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHE OPERANO A LIVELLO TRANSFRONTALIERO Stanziamento: 850.000 - 18/G/ENT/IMA/11/6073 Scadenza: 30 settembre 2011 ISTRUZIONE E CULTURA EAC/13/11 - RETE DI POLITICA EUROPEA PER L'IMPLEMENTAZIONE DELLE COMPETENZE FONDAMENTALI NELL'ISTRUZIONE SCOLASTICA Stabilire una rete su scala europea delle organizzazioni che partecipano al programma per l'apprendimento permanente. Stanziamento: 500.000 - GUUE 2011/C 180/15 Scadenza: 30 settembre 2011 MEDITERRANEO PROGRAMMA OPERATIVO MED - Progetti strategici - Miglioramento dell’accessibilità marittima attraverso la multi modalità e l’intermodalità Sostegno all’uso delle tecnologie dell’informazione - Rafforzamento della sicurezza marittima Stanziamento: 36.000.000 - Programma MED 2007/2013 Scadenza: 30 settembre 2011 SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE SANCO/2011/B3/GRANT AQSIQ-JA - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER SPECIFICHE AZIONI DI SORVEGLIANZA CONGIUNTA (GPSD) COOPERAZIONE CON AQSIQ Avviso con scadenza prorogata dal 15/09 al 30/09/2011 Stanziamento: 150.000 - SANCO/2011/B3/GRANT AQSIQ-JA Scadenza: 30 settembre 2011 RICERCA E INNOVAZIONE FP7-ICT-2011-SME-DCL: invito a presentare proposte nell'ambito della priorità TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro di RST Stanziamento: 35.000.000 - GUUE 2011/C 32/15 Scadenza: 28 settembre 2011 IMPRESE E INDUSTRIA ENT/CIP/11/C/N02C011 - “SUPPORTING PUBLIC PROCUREMENT OF INNOVATIVE SOLUTIONS: NETWORKING AND FINANCING PROCUREMENT” L'obiettivo dell’invito è quello di sostenere gli appalti pubblici per l'acquisto di prodotti e servizi innovativi in settori strategici. Stanziamento: 15.000.000 - ENT/CIP/11/C/N02C011 Scadenza: 27 settembre 2011 RICERCA E INNOVAZIONE FP7-HEALTH-2012-INNOVATION-2: invito a presentare proposte per la priorità SALUTE nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro Rafforzare la capacità di innovazione delle industrie europee Stanziamento: 108.000.000 - GUUE 2011/C 213/09 Scadenza: 27 settembre 2011 OCCUPAZIONE, AFFARI SOCIALI E PARI OPPORTUNITA’ VP/2011/007 - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE SULLE POLITICHE INNOVATIVE A SOSTEGNO DELL’INVECCHIAMENTO SANO E ATTIVO Finanziare l'assistenza a lungo termine per le persone anziane Stanziamento: 2.000.000 - VP/2011/007 Scadenza: 26 settembre 2011 AVVISO: Per maggiori dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete dei Bandi in scadenza a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, nonché gennaio 2012, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm 14 Gazzettino Europeo 24 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Finanziamenti dall'Unione Europea • come orientarsi? • dove trovare le giuste informazioni? Facile! Adesso c’é il più completo ed aggiornato repertorio italiano di Bandi Europei in forma di rivista quindicinale ABBONATI ORA informazioni sul sito www.gazzettinoeuropeo.it