g20: ue sotto accusa per la crisi dell`euro

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g20: ue sotto accusa per la crisi dell`euro
Sabato
24 Settembre 2011
Direttore
Antonio Ciliento
Anno III - Numero 25
www.gazzettinoeuropeo.it
GAZZETTINO EUROPEO
PARLAMENTO EUROPEO
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Le banche centrali, che svolgono da molte settimane un ruolo di "pompiere" nella crisi, hanno annunciato che continueranno "a sostenere la ripresa"
G20: UE SOTTO ACCUSA PER LA CRISI DELL'EURO, MA ARRIVANO
LE RASSICURAZIONI SULL'INCREMENTO DEL FONDO SALVA STATI
L'impegno dei Paesi europei ad adottare ogni misura per assicurare la Le maggiori economie mondiali si sono impegnate a impedire che
stabilità economica e finanziaria è stato accolto con favore dagli USA la crisi finanziaria europea possa destabilizzare banche e mercati
Schengen: senza passaporto, per circolare liberamente sul territorio di 25 paesi UE
UE: RESPINTE ROMANIA E BULGARIA,
RESTANO FUORI DALL’AREA SCHENGEN
GERMANIA
UN VIAGGIO DIFFICILE
PER IL PAPA NELLA
SUA TERRA NATALE
COMMISSIONE UE
UNA NUOVA RIFORMA
PER MODERNIZZARE
L'ISTRUZIONE SUPERIORE
L'adesione di Bulgaria e Romania allo spazio di libera circolazione
è stata rimandata a causa del veto dei governi olandese e finlandese,
preoccupati per la vulnerabilità alla corruzione dei due paesi.
Un modo efficace per tenere alta la pressione sul fenomeno.
BANCHI ALIMENTARI
FOLLIE BRITISH
BIMBI IN GABBIA COME
SUL RING, È SCANDALO
IN GRAN BRETAGNA
UE: 6 PAESI BLOCCANO
IL PROGRAMMA DI AIUTI
ALIMENTARI AI POVERI
Accade a Preston, in
Inghilterra, dove il
Greenland Labour Club è
stato trasformato in una
location violenta per sfide
tra bambini di 8-9 anni
Sei Stati membri dell’Ue
(Germania, Regno Unito,
Paesi Bassi, Repubblica
Ceca, Danimarca, Svezia)
rifiutano di allocare i fondi
PAC agli aiuti alimentari
per i più indigenti
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Le banche centrali, che svolgono da molte settimane un ruolo di "pompiere" nella crisi, hanno annunciato che continueranno "a sostenere la ripresa"
G20: UE SOTTO ACCUSA PER LA CRISI DELL'EURO, MA ARRIVANO
LE RASSICURAZIONI SULL'INCREMENTO DEL FONDO SALVA STATI
Il fondo salva-Stati supporterà gli
aumenti di capitale delle banche più
fragili e entro metà ottobre arriverà
un nuovo intervento da parte dei
Paesi dell'Eurozona. Così i ministri
del G20 hanno accolto a Washington
l'«invito» del Fondo monetario internazionale, secondo cui ci sarà
presto necessità di ricapitalizzazioni per le banche europee più
fragili a causa dell'esposizione
ai rischi dei debiti sovrani.
Una «risposta forte e coordinata
per affrontare le nuove sfide dell’economia mondiale». È questo
l’impegno che hanno assunto i
ministri delle finanze e i governatori della banche centrali del
G20, assicurando che «prenderanno tutte le misure necessarie
per preservare la stabilità del
sistema bancaria e dei mercati
finanziari». Un impegno anche per la
crescita economica, che va sostenuta
così come va contenuta la crisi europea del debito: «i paesi dell’area euro
- si legge nel comunicato del G20 diffuso al termine della cena dei ministri
e dei governatori a margine dei lavori
del Fondo Monetario Internazionale
(Fmi) - stanno attuando le decisioni
prese il 21 luglio 2011 e adotteranno
le azioni necessarie per aumentare la
flessibilità dell’Efsf e massimizzare il
suo impatto per gestire il contagio
entro al prossima riunione», in programma alla metà di ottobre a Parigi.
A queste conclusioni si è giunti dopo
una prima giornata di lavoro molto
impegnativa e di difficile interpretazione.
Ad inizioi lavori, Christine Lagarde e
Robert Zoellik parlano di economia
globale in zona di rischio a causa
della crisi dell’euro. «La crisi finanziaria arrivata in zona di rischio»
afferma Robert Zoellik, presidente
della Banca Mondiale, illustrando l’agenda. «La ricaduta nella recessione
è improbabile ma la crescita è in
pericolo e tocca ai Paesi industrializ-
zati mettere in ordine i conti» aggiunge l’americano Zoellick, avvertendo
che «se ciò non avverrà la conseguenza avremo il contagio delle economie emergenti che producono metà
del pil globale».
Pochi minuti dopo Christine Lagarde,
direttore esecutivo del Fmi, parla
all’unisono nella sala conferenze
della I Street: «Siamo interconnessi,
ci troviamo in una fase di pericolo e
il motivo è anzitutto dovuto alle due
crisi europee, il debito sovrano e le
banche». La richiesta ad Eurolandia è
di «applicare in fretta gli accordi
raggiunti al summit del 21 luglio perché il fattore-tempo è fondamentale»
incalza Lagarde al fine di far comprendere alle litigiose capitali dell’euro che il problema è «nella differenza esistente fra gli impegni presi e
le azioni adottate in seguito». La
pressione, verbale e politica, nei confronti dell’Ue è riassunta dall’espressione «bisogna fare in fretta» che
Lagarde e Zoellick ripetono, ribadendo sostegno per le «giuste decisioni
adottate dall’Europa» per lamentare
che gli aiuti alla Grecia ancora non
sono arrivati, le banche traballano e la
coesione monetaria resta incompleta.
«Sappiamo tutti che dietro queste difficoltà economiche ci sono problemi
di integrazione politica fra nazioni
che per secoli sono state in guerra fra
loro» è l’ammissione della francese
Lagarde.
Terminate le conferenze stampa, a
prendere il testimone delle pressioni
sull’Europa sono i ministri di sette
Paesi del G20 che scrivono alla presidenza di turno francese per esplicitare la richiesta che sarà in cima all’agenda dei lavori: «Governi
e istituzioni della zona
euro devono agire in fretta
per risolvere la crisi della
moneta unica al fine da
prevenire il contagio dell’economia globale». Australia, Canada, Indonesia,
Gran Bretagna, Messico,
Sudafrica e Sud Corea rappresentano uno schieramento nuovo negli equilibri dell’economia globale,
lasciando intendere che
Eurolandia è sotto assedio:
«Devono considerare tutte le opzioni
possibili per assicurare la stabilità di
lungo termine della seconda valuta
internazionale del mondo».
Il ministro del Tesoro americano, Tim
Geithner, si esprime in marcata sintonia: «Prevenire il default della Grecia
è più importante che sostenere la crescita europea, gli Stati Uniti nel 2008
reagirono in fretta alla crisi e così
ora devono fare i Paesi della zona
euro». «Abbiamo fiducia nell’Unione
Europea e sappiamo che il Fmi ha la
capacità di aiutare in simili situazioni» termina Geithner ed a spiegare
cosa intende arriva nel pomeriggio il
comunicato congiunto dei ministri
delle Finanze e dei governatori delle
Banche centrali dei Brics. Brasile,
Russia, India, Cina e Sudafrica si
dicono «aperti a considerare, se
necessario, ulteriore sostegno al Fmi
o ad altre istituzione finanziarie
internazionali per affrontare le sfide
alla stabilità globale» ovvero per aiutare l’Europa.
Il ministro delle Finanze brasiliano,
Guido Mantega, è lapidario: «La crisi
nella quale ci troviamo nasce
dall’Unione Europea come quella del
2008 si originò dagli Stati Uniti, gli
europei stanno impiegando troppo
tempo per trovare una soluzione,
devono essere più veloci e cooperare
in maniera più efficace perché il
rischio è un indebolimento del commercio internazionale e dunque un
rallentamento della crescita dei
nostri Paesi». Ministri e governatori
di Cina e India confermano che
«abbiamo esaminato possibili aiuti
all’Europa» evitando di entrare nei
dettagli, che vengono però discussi in
maniera informale durante la cena
ministeriale del G20.
Un comunicato alla fine dei lavori
della cena del G20 non era atteso ma
«l'importanza della situazione» e le
«turbolenze sui mercati» - ha spiegato il ministro delle finanze francese,
Francois Baroin - «ci hanno spinto
alla diffusione». Baroin evidenzia
inoltre come nel corso dei lavori sia
stata avanzata l'idea di includere lo
yuan nel paniere di valute che determina gli Sdr (Special Drawing
Rights), la moneta del Fmi.
Il G20 si impegna a un «piano d'azione comune, ambizioso, in cui ognuno
farà la sua parte a sostegno della crescita» e all'attuazione di piani di
«risanamento credibili». «Siamo
impegnati a prendere tutte le misure
necessarie per preservare la stabilità
del sistema bancario e dei mercati
finanziari. Assicureremo che le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano un accesso sufficiente ai
fondi necessari per affrontare gli
attuali rischi e per attuare Basilea 3.
Le banche centrali continueranno a
restare pronte a fornire liquidità alle
banche. Le politiche monetarie manterranno la stabilità dei prezzi e continueranno a sostenere la crescita».
L'impegno dei Paesi europei ad adottare le misure necessarie per assicurare la stabilità economica e finanziaria
è stato accolto con favore dagli Stati
Uniti.
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UNIONE
EUROPEA
Il Consiglio dei ministri UE ha deciso di rinviare a tempo indefinito l’ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen. Una decisione non
troppo sorprendente che ha il
merito di avere messo d’accordo, almeno per un giorno, le
Istituzioni comunitarie e l’opinione pubblica. Il 73% dei
romeni, infatti, pensa che il proprio paese non sia pronto ad
aderire allo spazio Schengen, e
l’85% approva il veto. Inoltre,
un bulgaro su tre ritiene addirittura giustificata la ritardata soppressione dei controlli alle frontiere.
Dunque, gli ultimi due paesi
dell’Europa dell’est ad entrare
nell’Unione Europea hanno perso la
battaglia per l’ingresso nell’area
Schengen, che avrebbe consentito ai
cittadini romeni e bulgari di viaggiare negli altri paesi europei (che
hanno aderito agli accordi di
Schengen) senza passaporto. Le
principali cause del rifiuto di
Bruxelles sono riposte nella dilagante corruzione e nel diffuso crimine
organizzato di Romania e Bulgaria.
Il duro colpo inferto alla classe politica dei due paesi europei ha scatenato polemiche tra i principali sostenitori della “causa Romania-Bulgaria”
come la Polonia e i fermi oppositori
come la Finlandia e i Paesi Bassi.
Per potere aderire all’accordo di
Schengen occorre il consenso di tutti
gli altri paesi membri (attualmente
25). I governi dei Paesi Bassi e della
Finlandia hanno opposto il loro veto,
ROMANIA E BULGARIA NON ENTRERANNO NELL'AREA
SCHENGEN: RIBADITO IL NO DALL'UNIONE EUROPEA
preoccupati dalla mancanza di garanzia sulla sicurezza dei due candidati,
che non riescono ad assicurare un
efficace controllo delle frontiere, ad
esempio.
Dal loro ingresso nell’Unione
Europea nel 2007 Romania e
Bulgaria non sono riusciti a convincere gli altri stati sull’efficacia delle
riforme contro la corruzione, sulla
criminalità organizzata interna che
hanno intrapreso. Pochi i paesi che si
sono detti favorevoli all’ingresso
della Romania e Bulgaria nell’area
Schengen: solo la Polonia (cui spetta
la presidenza di turno dell’Unione
fino alla fine del 2011) tramite le
parole del suo Ministro degli Interni
Miller, ha spesso sostenuto che i due
paesi in questione rispettino le condizioni di sbarramento per l’ingresso
già da qualche mese:
«Dobbiamo avere la certezza che
l'acquis di Schengen sia pienamente
applicato, in particolare per quanto
concerne la lotta alla corruzione e al
QUESTIONE
TURCO-CIPRIOTA
crimine organizzato», ha dichiarato il
ministro olandese dell'Immigrazione,
Gerd Leers, al suo arrivo a Bruxelles.
Il rinvio dell'adesione romena e bulgara era praticamente certo da
giorni. «Se questo non accade,
allora potete avere anche la
porta con i migliori lucchetti
del mondo, ma dietro questa
porta vi ritrovate qualcuno
che fa passare chiunque, allora avrete comunque un problema serio», ha insistito il
ministro olandese.
L'area di libera circolazione di
Schengen è composta da 22
Paesi Ue (esclusi Gran
Bretagna, Cipro e Irlanda) più
Norvegia, Svizzera, Islanda e
Liechtenstein. Per ogni nuova adesione è necessario un parere favorevole all'unanimità.
Oltre all’Olanda, la Finlandia ha
espresso ufficialmente la sua contrarietà all'apertura dello spazio a
Romania e Bulgaria perché «non ha
piena fiducia» nei due paesi. «La
nostra posizione riguardo la loro adesione è negativa» ha detto il ministro
degli Interni Paivi Rasenen alla radio
pubblica finlandese YLE.
Rasenen ha spiegato che la decisione
presa dalla Grande commissione del
Parlamento e dalla Commissione
ministeriale per gli affari europei è
stata motivata con gli insufficienti
sviluppi nei due paesi in materia di
lotta alla corruzione e contro il crimine organizzato e in tema di protezione delle minoranze.
«Soddisfano le condizioni tecniche
per entrare, ma non abbiamo piena
fiducia nella capacità di questi paesi
di proteggere le frontiere esterne
della Ue a causa della corruzione, tra
l'altro» ha detto la signora.
Le ritorsioni, se così possiamo definirle, contro questa posizione sono
già iniziate: dal 17 settembre alcuni
camion che trasportano tulipani olandesi sono bloccati fuori dai confini
romeni, in attesa di entrare nel paese.
Secondo i doganieri il carico di fiori
trasporterebbe un pericolosissimo
batterio, e anzi, diversi camion sono
già tornati in patria. Basterà questa
“guerra dei fiori” per risolvere la
situazione? Anche il ministro degli
esteri bulgaro ha annunciato alcune
misure “restrittive”.
Se l’ingresso negato alla Romania e
Bulgaria è, per gli europei “una mancanza di fiducia politica”, il governo
di Bucarest e di Sofia saranno liberi
di esprimere una mancanza di fiducia
nei tulipani olandesi?
Vedremo come andrà a finire.
Intanto, c’è da ricordare che i Paesi
Bassi non sono nuovi alla pratica del
diritto di veto; già bloccarono in questo modo l’iter di adesione della
Serbia all’Unione Europea perché il
governo di Belgrado si rifiutava di
collaborare per l’arresto dei criminali di guerra. Le pressioni in questo
senso sono servite alla fine per la cattura di tutti i ricercati, chissà che
questo rifiuto non sarà uno sprono
per Romania e Bulgaria per migliorare la propria sicurezza interna così
da non costituire più una “terribile
minaccia” per gli altri 25 paesi.
TURCHIA PRONTA A CONGELARE I RAPPORTI CON L'UE SE CIPRO
NEL 2012 SUBENTRERÀ ALLA PRESIDENZA SEMESTRALE DI TURNO
La Turchia è pronta a congelare le relazioni con
l'Europa se Cipro avrà la presidenza di turno europea prevista per giugno 2012. Lo ha detto il vice
premier turco Besir Atalay, secondo
quanto riportato dall'agenzia Anatolian.
"Se i negoziati di pace non saranno conclusi - ha detto Atalay, al termine di un
viaggio a Cipro nord - e l'Unione europea assegnerà la presidenza di turno a
Cipro Sud", prevista per il secondo
semestre 2012, "la vera crisi sarà tra
Turchia e Ue. Perché congeleremo le
relazioni" con Bruxelles. "Si tratta - ha
precisato - di una decisione appena presa dal governo". La Repubblica turca di Cipro nord è riconosciuta da Ankara ma non dall'Unione europea.
Cipro (parte Sud), invece, è Paese membro dal
2004, e come tale ha diritto ad assumere la presidenza per sei mesi, come previsto dal regolamento.
Ma la Turchia non accetta che a capo dei 27 ci sia
uno Stato che nemmeno riconosce. Se i negoziati di
pace per l'isola non saranno conclusi entro il prossimo giugno (quando Nicosia assumerà la presidenza Ue), la vera crisi sarà tra Turchia e Ue, questo il messaggio del governo turco.
Ma, su questo versante la situazione è complicata,
in quanto le speranze che possa raggiungersi un
accordo sull'isola entro il giugno 2012 sono pressoché nulle. L'elezione di Dervish Eroglu, 72 anni,
alla presidenza - dello Stato-fantoccio - di Cipro
Nord, avvenuta il 18 aprile dello scorso anno, sembra aver affossato le speranze di una prossima pacificazione. Eroglu sostiene la divisione dell'isola nel
quadro di una confederazione di Stati
indipendenti, proposta che i grecociprioti non vogliono accettare.
Inoltre, non vuole consentire il ritorno dei greci alle loro proprietà abbandonate in seguito all'invasione turca
nel 1974.
A complicare la vicenda si aggiunge
la questione gas e petrolio. Il levante
mediterraneo si sta rivelando un
autentico forziere di idrocarburi, dopo le recenti
scoperte dei giacimenti offshore (in particolare
Leviathan) situati tra Cipro e le coste di Israele e
Libano. I rafforzati pattugliamenti navali turchi nel
Mediterraneo, annunciati da Erdogan per proteggere futuri convogli di aiuti umanitari diretti a Gaza,
in questi giorni stanno monitorando a distanza gli
spostamenti di una piattaforma per trivellazioni
mobilitata per ispezionare tali giacimenti. Cipro ha
ribadito di voler iniziare le perforazioni già nei
prossimi giorni, ma la Turchia ripete che le ricchezze dei fondali dovranno essere ripartite secondo un
piano concordato con la parte Nord (e quindi, di
riflesso, con Ankara).
Nel minacciare il congelamento dei rapporti con
l'Ue, il governo turco ha messo in correlazione la
minaccia sia con le perforazioni cipriote, sia con la
crescente crisi turco-israeliana. Che la Turchia
nutra delle mire geostrategiche su Cipro non è un
mistero. Quello che molti non si spiegano è come
mai Ankara si ostini a non cercare una soluzione,
considerato che la questione Cipro è di fatto il principale ostacolo all'ingresso del Paese in Europa.
Questo perché siamo ancora convinti che la
Turchia voglia davvero l'Europa, ma non è così.
Quando nel 2002 l'Akp (Partito per la Giustizia e lo
Sviluppo) salì al potere, il neoeletto premier
Erdogan rassicurò l'opinione pubblica interna ed
estera che l'adesione all'Europa avrebbe costituito
la priorità della sua politica. L'impegno per l'ingresso nell'Unione si tradusse in importanti riforme
grazie alle quali, nel 2005, la Turchia fu promossa
dal Consiglio Europeo a Paese candidato. Negli
ambienti comunitari, molti entusiasti, non senza
ingenuità, parlavano della Turchia come futuro
“Paese ponte” tra l'Europa ed il mondo islamico.
Nove anni dopo la Turchia non diventata né Paese
ponte, né membro della Ue, e né sembra avere interesse a diventarlo. Semmai sta assurgendo al ruolo
di testa di ponte del mondo islamico contro
l'Europa. Probabilmente l'Akp non ha mai creduto
nel destino europeo della Turchia. Ma l'immagine
filoeuropeista era necessaria per acquistare credibilità all'estero, ripulendosi dalle sembianze islamiste. E per tenere a bada i militari all'interno, evitando un nuovo colpo di Stato come già era successo
nel 1980.
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Il programma europeo di aiuti alimentari distribuisce ogni anno 440mila tonnellate di viveri in venti stati, Polonia, Italia e Francia in testa
UE: VETO AI FONDI EUROPEI PER IL CIBO AI POVERI. SEI PAESI DICONO NO
AGLI AIUTI PER LE ONG CHE FORNISCONO PASTI A 18 MILIONI DI INDIGENTI
Sei stati membri dell’Unione Europea (Germania,
Regno Unito, Paesi Bassi, Repubblica Ceca,
Danimarca, Svezia), in sede di Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Ue, si
sono opposti al ripristino del programma di aiuti alimentari per i
più indigenti. Il budget di un programma che aiuta 18 milioni di
europei rischia di passare da 480 a
113,5 milioni di euro.
Il programma europeo di aiuti alimentari, cui i Paesi possono partecipare su base volontaria, è stato
lanciato dalla Ue nel 1987 sotto la presidenza
Delors con una dotazione pari a 100 milioni di euro.
Nel 2009 era arrivato a distribuire alimenti, per lo
più provenienti dalle giacenze, per quasi 500 milioni di euro grazie ai quali venivano forniti pasti a
circa 13 milioni di indigenti nei 19 dei 27 paesi
membri. In prima fila tra i beneficiari, Italia,
Polonia e Francia.
Di recente però, una decisione della Corte europea
ha però rilevato l'illegittimità formale dei finanziamenti che venivano prelevati dal fondo destinato
alle politiche agricole e non da quello del welfare.
La sentenza a suo tempo provocò l'immediato taglio
dell'80% della dotazione per il 2012 (scesa a 113,5
milioni) e l'azzeramento per il 2013. Il rappresentante della Germania, il sottosegretario Robert
Kloos, per spiegare la posizione assunta dal proprio
governo ha affermato che «in linea di principio
l'aiuto ai poveri è una buona cosa, ma è un dovere
che spetta ai governi nazionali», sostenendo che
quindi tali fondi dovrebbero essere forniti «dai
bilanci nazionali e non dal budget della politica
agricola europea».
La decisione ha scatenato molte polemiche e l'ira
del presidente francese: "E' inaccettabile che
l'Europa abbandoni i suoi concittadini più deboli",
ha commentato Nicolas Sarkozy.
A sua volta il ministro francese dell'agricoltura,
Bruno Le Maire, ha detto senza messi
termini che ''abbandonare i più poveri
in piena crisi è un insulto a tutte quelle
organizzazioni che lavorano per loro''.
Anche il commissario all'agricoltura
Dacian Ciolos ha alzato i toni affermando che ''non è un problema finanziario, non è un problema giuridico (la
base giuridica del provvedimento è
stata modificata dopo la sentenza del
Tribunale europeo), è solo un problema politico''.
La Commissione – ha proseguito il commissario –
''chiede di mantenere in vigore il programma alimentare per i poveri, come lo chiede il Parlamento
europeo, ora spetta ai ministri prendere le loro
responsabilità''.
E proprio i parlamentari europei hanno reagito con
fermezza all'impasse in cui si trova il Consiglio Ue.
Al blocco degli aiuti alimentari ai più poveri ha reagito immediatamente il gruppo socialista al
Parlamento europeo che per bocca del vicepresidente Stephen Hugues, ha definito questa decisione
«moralmente inaccettabile», ricordando che «ci
sono circa 43 milioni di persone nella Ue che non
possono permettersi un pasto caldo al giorno».
«Il blocco di minoranza», ha detto Hugues, «è composto da sei Paesi dei quali cinque neppure partecipano al programma». E pensare che nel 2010 si
celebrava l'anno della lotta alla povertà, ha ricordato ancora il socialista, «e questi governi avevano
dichiarato addirittura di voler rafforzare il loro
impegno».
Gli eurodeputati italiani del Pd, Patrizia Toia e
Paolo De Castro, hanno annunciato che l'argomento sarà inserito nell'ordine del giorno della plenaria
GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE: NUMEROSI
EVENTI PER UNA RINNOVATA SENSIBILIZZAZIONE
"Per ogni nuova lingua che parli hai una vita in più;
se conosci solo una lingua, vivi una volta sola".
Questo proverbio ceco è uno
degli slogan della 10a Giornata
europea delle lingue, che il 26
settembre e per alcuni giorni sarà
segnata da vari eventi, tra cui
convegni, quiz, letture di poesie e
giochi di strada. Lo scopo è di
promuovere
l'apprendimento
delle lingue e di celebrare la
diversità linguistica europea, a
partire dalle 23 lingue "ufficiali"
dell'UE fino ad arrivare alla profusione di lingue e dialetti coufficiali, regionali e minoritari. Androulla Vassiliou,
Commissario europeo responsabile per l'istruzione,
la cultura, il multilinguismo e la gioventù, e
Thorbjørn Jagland, Segretario generale del
Consiglio d'Europa, firmeranno una dichiarazione
congiunta per riaffermare l'impegno per il multilinguismo. La presidenza polacca dell'UE ha attribuito un'importanza prioritaria all'apprendimento
delle lingue, invitando i giovani ad imparare due
lingue in aggiunta a quella materna, per favorire il
raggiungimento dei propri obiettivi personali e professionali.
"I benefici procurati dalla padronanza di una lingua
diversa dalla propria sono evidenti. Che si tratti di
un'esperienza di lavoro all'estero in Germania, di
un soggiorno di studio in Francia o di un periodo di
vacanze a Cipro, la capacità di comunicare direttamente con la popolazione locale costituisce un
enorme vantaggio. Le lingue allargano la mente,
aprono nuovi orizzonti e accrescono la propria
occupabilità", ha affermato il commissario Vassiliou.
L'UE investe 1 miliardo di euro all'anno
in programmi volti a rafforzare le abilità linguistiche e le competenze di altro
tipo mediante iniziative quali
l'Erasmus, che consente agli studenti
universitari di trascorrere parte del loro
periodo di studi o di formazione in un
altro paese. Sono 400.000, prevalentemente giovani, i beneficiari delle borse
di "mobilità" finanziate dall'UE ogni
anno, mediante l'Erasmus o altre iniziative quali il programma Leonardo da Vinci (formazione professionale) e il programma Gioventù in
azione (volontariato/lavoro giovanile).
La prima Giornata europea delle lingue, celebrata
in 45 paesi, si è tenuta nel 2001 su iniziativa del
Consiglio d'Europa. L'obiettivo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle lingue parlate in
Europa, promuovere la diversità culturale e linguistica ed incoraggiare i cittadini ad imparare altre
lingue.
A tale scopo, la Commissione europea dispone di
una rete di traduttori (le cosiddette "Antenne della
traduzione") dislocati presso le proprie
Rappresentanze negli Stati membri UE, il cui compito consiste nell'adattare i messaggi scritti della
Commissione al pubblico locale e nel promuovere
una migliore comprensione delle politiche e priorità dell'UE in materia di lingue e apprendimento
del Parlamento europeo che si terrà a Strasburgo la
prossima settimana. Il portavoce per le politiche
agricole dell'eurogruppo ha «lanciato un appello ai
sindacati, ai movimenti sociali e a tutti i gruppi
politici del Parlamento europeo affinché reagiscano
fermamente contro questa decisione» e «facciano
pressione sui Paesi responsabili di questa irresponsabile opposizione» al rilancio del programma.
COMMISSIONE EUROPEA
PROMUOVERE IL VOLONTARIATO:
AL VIA IL CORPO VOLONTARIO
EUROPEO DI AIUTO UMANITARIO
La Commissione europea ha annunciato la sua
intenzione di migliorare ulteriormente il riconoscimento e la promozione del volontariato
nell'Unione europea. Nel contesto dell'Anno
europeo del volontariato 2011, la comunicazione
della Commissione sulle politiche dell'UE e il
volontariato presenta una serie di misure che
contribuiranno a promuovere le attività di volontariato nell'Unione europea.
Le attività di volontariato contribuiscono direttamente agli obiettivi fondamentali delle politiche
dell'UE quali l'inclusione sociale, l'occupazione,
l'istruzione, lo sviluppo delle competenze e la
promozione della cittadinanza. Tuttavia, non esiste un quadro giuridico chiaro per le attività di
volontariato e le competenze che i volontari
acquisiscono spesso non sono sufficientemente
riconosciute. La Commissione si è impegnata a
superare questi ostacoli al volontariato, in particolare a livello transfrontaliero.
In tale contesto, la Commissione ha proposto di
creare un corpo volontario europeo di aiuto
umanitario entro il 2012. Sono già in corso i
preparativi per definire un quadro per i contributi dei volontari europei agli interventi di aiuto
umanitario dell'Unione europea.
La Commissione si sta altresì adoperando per
incrementare il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso attività di volontariato,
mediante lo sviluppo di un "passaporto europeo delle competenze". Ciò garantirà il riconoscimento a livello transfrontaliero delle qualifiche professionali e inoltre permetterà alle singole persone di conservare un riscontro delle capacità e delle competenze acquisite con il volontariato. Il passaporto calcherà l'esistente modello
Europass (CV europeo), per registrare le competenze in modo trasparente e comparabile.
Vi sono già vari meccanismi di finanziamento
del volontariato a livello dell'UE, di cui il più
noto è forse il servizio volontario europeo (parte
del programma dell'UE Gioventù in azione), che
quest'anno celebra il 15° anniversario.
delle lingue.
Esse sono impegnate in una serie di importanti attività esterne quali:
- lanciare eventi volti a promuovere le carriere
della traduzione e dell'interpretazione, sia nelle
istituzioni UE che al di fuori delle stesse (Juvenes
Translatores, Master europeo di traduzione;
- organizzare conferenze sia per il grande pubblico
che per specialisti riguardo all'apprendimento e
all'uso delle lingue e agli aiuti UE disponibili in
questo campo;
- curare i collegamenti con le istituzioni linguistiche locali (scuole, università, ministeri, consigli
per le lingue, industria linguistica, traduttori/interpreti);
- sviluppare reti terminologiche grazie alla cooperazione con le autorità nazionalie i partner accademici per migliorare la qualità della traduzione.
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Uno studio per la individuazione delle tendenze nei finanziamenti all'istruzione superiore ed una analisi delle politiche che aprono l'accesso ad essa
MODERNIZZAZIONE E OCCUPABILITÀ: DEFINITE LE PRIORITÀ DELLA
NUOVA STRATEGIA PER LA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE SUPERIORE
Nell'ambito della strategia europea per la crescita e
l'occupazione, la Commissione ha presentato nei
giorni scorsi una strategia di riforma finalizzata a
incentivare il numero di laureati, a migliorare la
qualità dell'insegnamento e a massimizzare il contributo dell'istruzione
superiore per far sì che l'UE emerga
più forte dalla crisi. La strategia identifica le aree prioritarie in cui i paesi
dell'UE devono attivarsi maggiormente per raggiungere gli obiettivi condivisi in materia di istruzione e definisce
le modalità in base alle quali l'Unione
può sostenere le loro politiche di
modernizzazione. Le iniziative a livello di UE comprenderanno una classifica multidimensionale delle università
atta a informare gli studenti sui corsi a loro più
adatti e il sistema di prestiti garantiti "Erasmus for
Masters" destinato a coloro che seguono l'intero
corso di laurea all'estero.
L'Unione europea conta circa 4.000 università e
altri istituti di istruzione superiore e oltre 19 milioni di studenti. Negli ultimi anni il numero degli studenti e degli istituti di istruzione superiore e la
varietà di questi ultimi hanno conosciuto un notevole aumento. Spesso tuttavia i finanziamenti, le
strutture di gestione e i programmi non hanno potuto fare altrettanto. L'istruzione superiore non riesce
a fornire all'Europa un numero sufficiente di persone con le giuste competenze per la creazione di
posti di lavoro e la crescita. A livello internazionale molti concorrenti dell'Europa, in particolare le
economie emergenti, aumentano rapidamente gli
investimenti nell'istruzione superiore.
In occasione del lancio della strategia, la commissaria europea per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù Androulla Vassiliou ha
dichiarato: "L'istruzione superiore è un potente fat- - garantire un finanziamento efficiente rendendo
tore di crescita economica che apre le porte a con- meno rigida la governance dell'istruzione superiodizioni di vita migliori e crea opportunità. re e investendo nell'istruzione di qualità per soddiRappresenta inoltre la migliore garanzia contro la sfare le esigenze del mercato del lavoro.
disoccupazione; eppure troppi lau- A luglio la Commissione ha avanzato le proprie
reati incontrano difficoltà a trovare proposte per il prossimo bilancio pluriennale UE
un'occupazione o un lavoro di qua- (2014-2020) che comprendono un sostanziale
lità. Dobbiamo riformare l'istruzio- incremento per l'istruzione, la formazione e la gione superiore – e la formazione pro- ventù (+73%) e per la ricerca (+46%) a riconoscifessionale – in modo da fornire ai mento del loro ruolo fondamentale nel sostegno
nostri giovani le competenze di cui alla crescita. In tale ambito si è fissato come obiethanno bisogno per realizzare il pro- tivo che il 40% dei giovani europei abbiano una
prio potenziale in termini di svilup- qualifica di istruzione superiore entro la fine di
po e occupabilità".
questo decennio (erano 33,6% nel 2010).
Le aree prioritarie in cui sono
necessarie ulteriori riforme
comprendono:
- aumentare il numero di laureati; attirare una
più ampia sezione trasversale della società
verso l'istruzione superiore e ridurre il numero di abbandoni degli studi
In Europa sono state già avviate svariate iniziative volte,
- migliorare la qualità e la pertinenza dell'i- ad esempio, a ottimizzare il coordinamento dei finanziastruzione superiore affinché i programmi menti per la ricerca a livello di UE nella lotta contro le
soddisfino le esigenze dei singoli, del merca- 6.000 patologie rare che colpiscono oltre 20 milioni di
to del lavoro e delle carriere del futuro, non- cittadini europei. Sul fronte dell'iniziativa tecnologica
ché incentivare e premiare l'eccellenza nel- congiunta "Clean Sky", sostenuta dall'UE e dall'industria
l'insegnamento e nella ricerca
aereonautica, si sta invece sviluppando una nuova tecno- offrire agli studenti maggiori opportunità di logia ecologica per l'aviazione. Sulla scorta di tali espeacquisire competenze aggiuntive mediante rienze, la Commissione europea ha invitato nei giorni
studi o formazione all'estero e incoraggiare scorsi il settore pubblico e privato ad unire le forze per
la collaborazione transfrontaliera per miglio- affrontare le principali sfide sociali con soluzioni fondarare l'efficacia dell'istruzione superiore
te sulla ricerca e l'innovazione. La comunicazione della
- formare un maggior numero di ricercatori Commissione auspica che, una volta appurate la necesal fine di preparare il terreno alle industrie di sità e l'utilità dei partenariati a livello di UE, si riconosca
domani
l'esigenza di semplificarli e renderli più flessibili sotto il
- rafforzare i legami tra istruzione, ricerca e profilo amministrativo. È dunque necessario eliminare i
imprese al fine di promuovere eccellenza e fattori che ostacolano e impediscono la ricerca transfroninnovazione
taliera e che tutti i partner, inclusi gli Stati membri
dell'UE e il settore privato, si impegnino a lungo termine
sul piano dei finanziamenti.
Sul versante della ricerca e dell'innovazione si profilano
soluzioni alle principali sfide sociali come l'invecchiamento demografico, gli effetti dei cambiamenti climatici
nibili e concrete mirate a promuovere la e una disponibilità ridotta di risorse, ma le problematiche
creazione di biblioteche digitali in Europa e sono spesso troppo complesse per essere risolte da un
a garantire l’accesso al nostro ricco solo Stato membro o da un'unica impresa, in particolare
patrimonio culturale. Credo ferma- alla luce dell'attuale giro di vite nelle finanze pubbliche.
mente che questo sia un segnale chia- La commissaria europea per la Ricerca, l'innovazione e
ro: attraverso il dialogo e l’attenzio- la scienza Máire Geoghegan-Quinn ha dichiarato:
ne alle esigenze precipue di ciascun "L'Europa deve sfruttare al meglio le proprie risorse al
settore specifico, è possibile giungere fine di affrontare sfide come il miglioramento delle cona soluzioni negoziate in grado di sor- dizioni di salute della popolazione, un sistema di tramontare le questioni legate ai diritti sporti più ecologico e l'ammodernamento della nostra
base industriale. Gli Stati membri e l'industria sono
d’autore nell’era digitale”.
Il dott. Pirjo Hiidenmaa, presidente chiamati ad impegnarsi seriamente e a lungo termine in
del Consorzio europeo degli scrittori (EWC), partenariati strategici. La riduzione dei tempi di coma sua volta ha dichiarato: “Il memorandum mercializzazione di prodotti e servizi nuovi e innovativi
riconosce il ruolo centrale degli autori, con- consoliderà la leadership europea dando impulso alla
sente di dare una nuova vita ai loro libri e nostra ripresa economica. La necessità di dare un impuloffre ai lettori la possibilità di poter conti- so all’economia dell’Europa comporta quella di ottenere il meglio dalla nostra ricerca."
nuare a leggerli e rileggerli”.
“Le organizzazioni di biblioteche accolgono Le proposte basate sulla comunicazione della
con favore l’esito positivo del dialogo delle Commissione saranno integrate nel pacchetto "Orizzonte
parti sui libri fuori commercio. Speriamo che 2020" (Horizon 2020) entro la fine dell'anno.
questo primo passo per sviluppare meccanismi efficienti di gestione collettiva dei diritti sia sempre maggiore di pubblicazioni, grazie a soluseguito da iniziative in altri settori”, ha ribadito zioni innovative”.
Gerald Leitner, presidente dello European Bureau “Il memorandum è un ulteriore esempio di cosa si
of Library, Information and Documentation possa ottenere con la collaborazione costruttiva di
tutte le parti. L’IFRRO e i membri di European
Associations (EBLIDA).
Fergal Tobin, presidente della Federazione degli Visual Artists hanno esperienza nell’ambito della
editori europei (FEP), ha proseguito: “Gli editori gestione collettiva dei diritti d’autore e sono desieuropei accolgono con soddisfazione questi princi- derosi di contribuire a questo traguardo importanpi settoriali specifici che offrono orientamenti chia- te che è l’apertura del patrimonio culturale in
ri per concordare progetti di digitalizzazione a Europa” ha aggiunto Magdalena Vinent, presidenlivello nazionale, consentendo nel contempo agli tessa dell’International Federation of Reprographic
editori di rilanciare e commercializzare un numero Rights Organisations (IFRRO).
DIRITTI D'AUTORE: LA COMMISSIONE EUROPEA MEDIA UN ACCORDO PER
AUMENTARE LA DISPONIBILITÀ DEL NUMERO DI LIBRI FUORI COMMERCIO
Ogni anno il mercato europeo del libro accoglie
centinaia di migliaia di nuovi titoli, ma ben pochi
diventano veri campioni d’incasso.
Molti di questi alla fine finiscono
fuori commercio poiché gli editori
non possono sostenere le spese per
commercializzare e immagazzinare
libri che non vendono bene. Se da un
lato gli editori reimmettono sul mercato un numero maggiore di titoli grazie
ai libri elettronici e alla stampa su
richiesta, dall’altro molti titoli restano
confinati nelle collezioni e negli archivi delle
biblioteche d’Europa.
Ma questa situazione è destinata a cambiare presto,
ritiene Michel Barnier, Commissario europeo per il
Mercato Interno e Servizi, che ha presieduto nei
giorni scorsi la firma del memorandum d’intesa,
con il quale biblioteche, case editrici, autori e
società di gestione collettiva hanno convenuto un
insieme di principi fondamentali che consentiranno
alle biblioteche europee e ad altre istituzioni culturali di digitalizzare e rendere disponibili online i
libri fuori commercio e le riviste accademiche delle
loro collezioni. I principi fondamentali del memorandum d’intesa agevoleranno e rafforzeranno gli
accordi di licenza su base volontaria nel pieno
rispetto dei diritti d’autore, riconoscendo nel contempo che i detentori dei diritti devono sempre
disporre della prima opzione di digitalizzare e rendere disponibile un’opera fuori commercio.
Il Commissario Barnier ha così commentato l’importante evento:“L’accordo di oggi rappresenta un
gesto importante delle parti verso soluzioni soste-
RICERCA & INNOVAZIONE: L’UE
SOSTIENE I PARTENARIATI PER
AFFRONTARE LE SFIDE SOCIALI
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Gazzettino Europeo
24 Settembre 2011
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Per definire il quadro giuridico nel quale si iscrivono le misure di diritto penale dell'Unione
UE: VERSO UN USO EQUILIBRATO DEL DIRITTO PENALE
E PER UNA OMOGENEA APPLICAZIONE DELLE NORME
Contrastare la criminalità è una priorità per gli europei. I cittadini si aspettano che i criminali non possano nascondersi
oltre frontiera né sfruttare le divergenze fra gli ordinamenti
giuridici nazionali. Al contempo, il
diritto penale è ancora una materia relativamente recente a livello di Ue.
È essenziale elaborare una politica
penale europea chiara che consenta
all’Unione di definire se, quando e
come utilizzare il diritto penale per
applicare meglio le sue politiche.
Le sanzioni penali non sono il miglior
strumento di attuazione per tutte le
politiche; ciononostante, l’applicazione
di pene può rendere alcune norme europee più efficaci, dal divieto di manipolazioni dei mercati finanziari alla tutela
del denaro dei contribuenti dell’Unione contro le frodi.
L’impiego di sanzioni penali dovrebbe essere riservato a
reati di particolare gravità ed essere preceduto da un’analisi
accurata ed approfondita.
Nella comunicazione intitolata “Verso una politica penale
dell’Unione europea”, pubblicata nei giorni scorsi, la
Commissione europea ha definito per la prima volta la strategia ed i principi che essa intende applicare nell’uso del
diritto penale dell’Unione per rafforzare il rispetto delle
politiche europee e tutelare gli interessi dei cittadini.
«Gli europei si aspettano che l’Unione li aiuti a lottare contro la criminalità. Dobbiamo accettare questa sfida, nel
pieno rispetto del ruolo insostituibile dei parlamenti nazionali nel campo del diritto penale», ha dichiarato Viviane
Reding, Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia.
«Il trattato di Lisbona ci fornisce gli strumenti per affrontare la sfida del diritto penale in modo equilibrato, nel rispetto dei diritti fondamentali della libertà e della sicurezza, fissando anche limiti e contorni chiari: nulla può essere deciso senza il pieno controllo democratico del Parlamento
europeo e la verifica da parte dei parlamenti nazionali che
danno un importante contributo al processo decisionale».
Secondo le stime, nell’Unione europea il costo totale della
criminalità per la società nel suo complesso rappresenta 233
miliardi di euro l'anno. Una politica penale dell’Unione
europea definita chiaramente può contribuire a garantire
l’applicazione delle norme dell’Unione, in particolare per
contrastare la manipolazione dei mercati finanziari, specialmente l’insider trading, e salvaguardare il denaro dei contribuenti dalle frodi a danno del bilancio dell’Unione, o per
proteggere l’ambiente.
La comunicazione pubblicata dalla Commissione definisce
le condizioni che l'Unione e gli Stati membri devono rispet-
tare nel lavorare insieme per la creazione di una politica
penale dell'Unione coerente e coesa.
Fra i maggiori principi ispiratori si ritrovano i seguenti:
- il diritto penale deve sempre rimanere una
misura di ultima ratio;
- le sanzioni di diritto penale sono da riservare a reati di particolare gravità;
- le misure di diritto penale hanno un’incidenza diretta sui diritti fondamentali: l’elaborazione di nuove norme richiede il pieno rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalla Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione europea e
dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo;
- ogni decisione in merito al tipo di misura o
sanzione di diritto penale da adottare deve
essere accompagnata da prove fattuali chiare
e rispettare i principi di sussidiarietà e proporzionalità.
Le norme di diritto penale adottate a livello di Unione dal
Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri sono diverse dal diritto penale nazionale sotto un importante profilo:
esse non possono imporre obblighi diretti ai singoli. Il diritto penale dell’Unione può portare a pene irrogate a singoli
solo dopo che un parlamento nazionale l’ha recepito nell'ordinamento nazionale. È per questo che, ad avviso della
Commissione europea, il coinvolgimento dei parlamenti
nazionali nel processo legislativo penale è fondamentale.
È da più di un decennio che l'Unione europea adotta misure
di diritto penale allo scopo di contrastare più efficacemente
la criminalità, ormai sempre più internazionale e sofisticata.
Ma in passato la normativa è stata elaborata senza una base
politica coerente e quindi non sempre viene applicata in
modo efficace. Con la comunicazione pubblicata nei giorni
scorsi “Verso una politica penale dell'Unione europea", la
Commissione mantiene la sua promessa e risponde al tempo
stesso all'invito dei professionisti del diritto e del mondo
accademico ad adottare un approccio più coerente verso il
diritto penale a livello di Unione, così come è stato auspicato nel 2009 dai redattori del Manifesto sulla politica criminale europea.
Nel 2005, in una sentenza spartiacque, la Corte di giustizia
dell’Unione europea ha stabilito che il Parlamento europeo e
il Consiglio hanno il potere di adottare sanzioni penali laddove ciò sia indispensabile a garantire la piena efficacia del
diritto dell'Unione. Il trattato di Lisbona (segnatamente gli
articoli 83 e 325 del trattato sul funzionamento dell’Unione
europea) conferisce all’Unione il potere di adottare, a determinate condizioni, norme minime di diritto penale relative
alla definizione dei reati e delle sanzioni, laddove le norme
dell’UE non siano efficacemente attuate.
Per ricevere il
sulla propria mail (in formato .pdf)
compilare il modulo sul sito:
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L'UE TRACCIA LA VIA
PER UNA CRESCITA
FONDATA SULL USO
EFFICIENTE DELLE RISORSE
La Commissione europea ha pubblicato una "tabella di marcia"
intesa a trasformare l'economia
europea per renderla sostenibile
entro il 2050. La tabella di marcia
indica all'Europa come conseguire
una crescita fondata sull'uso efficiente delle risorse, condizione
imprescindibile se in futuro
vogliamo continuare a mantenere
benessere e prosperità. La tabella
di marcia individua i settori economici che consumano più risorse
e propone strumenti e indicatori
che orientino l'azione in Europa e
nel mondo. Si tratta di un piano
per la competitività e la crescita
che si fonda sull'impiego di meno
risorse nella produzione e nel consumo di beni e prevede la creazione di imprese e posti di lavoro in
settori d'attività quali il riciclaggio, la progettazione avanzata di
prodotti, la sostituzione di materiali e l'ingegneria ambientale.
Il commissario per l'Ambiente
Janez Potoènik ha dichiarato in
proposito: "La crescita ecocompatibile è l'unica forma di futuro
sostenibile, per l'Europa e per il
mondo intero. L'industria e l'ambiente devono andare di pari
passo, perché nel lungo periodo
gli interessi di chi opera in questi
due campi sono gli stessi."
In tutto il mondo si assiste ad un
aumento della domanda, che sta
facendo aumentare la pressione
sull'ambiente e inasprendo la
competizione per le risorse.
Risorse naturali di primaria
importanza quali le materie prime,
i metalli, l'energia, la biodiversità
e l'acqua sono state utilizzate per
alimentare la crescita economica
come se fossero inesauribili. È
questo un comportamento insostenibile nel lungo periodo e la tabella di marcia presentata nei giorni
scorsi indica attraverso quali
mezzi possiamo sì continuare a
crescere, ma in modo sostenibile.
Alcune delle misure previste sono
intese a trasformare la produzione
e i consumi, tramite incentivi che
inducano gli investitori a promuovere l'innovazione al servizio dell'ambiente, mentre altre intendono
dare un maggior risalto al design
ecocompatibile e ai marchi di qualità ecologica, nonché stimolare
gli organismi pubblici a tingere di
verde la propria spesa. I governi
sono invitati ad alleggerire il carico fiscale del lavoro tassando
inquinamento e risorse e a fornire
nuovi incentivi per spingere i consumatori a scegliere prodotti fabbricati con attenzione alle risorse.
La tabella di marcia raccomanda
di adottare un approccio integrato
che contempli interventi strategici
a livello europeo e nazionale e che
si concentri sulle risorse sottoposte a maggiore pressione. Si potrà
far ciò per via legislativa, riorientando gli strumenti di finanziamento esistenti.
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24 Settembre 2011
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Oltre 300 partecipanti, provenienti da 34 paesi, si sono riuniti a Strasburgo per il primo Vertice europeo dei sindaci sui rom
CONSIGLIO D’EUROPA - STRASBURGO/ IL VERTICE DEI SINDACI
DETERMINATO A PROGREDIRE VERSO L'INCLUSIONE DEI ROM
Per affrontare il tema dell’integrazione dei c irca
12 milioni di Rom che vivono in Europa, il
Congresso dei poteri locali e regionali del
Consiglio d'Europa ha organizzato un vertice dei
sindaci sui Rom, a Strasburgo
(Francia) giovedì 22 settembre.
Il vertice è stato una risposta alla
crescente discriminazione contro i
Rom in Europa e la loro emarginazione sociale ed economica. La precedente dichiarazione di Strasburgo
sui Rom, adottata il 20 ottobre 2010,
nella riunione ad alto livello degli
Stati membri del Consiglio d'Europa ha evidenziato l'importanza particolare dell'azione regionale e
locale per migliorare la situazione dei Rom.
Il vertice dei sindaci sui Rom, tenuto sotto il tema
"edificare la fiducia reciproca con la base", è stato
organizzato in collaborazione con il rappresentante
speciale del Consiglio di Europa Segretario generale per questioni Rom, Jeroen Schokkenbroek e in
collaborazione con la città di Strasburgo e la rete
comunale di Strasburgo Club, in risposta alla crescente discriminazione contro i Rom in Europa e la
loro emarginazione sociale ed economica.
Il vertice ha riunito i rappresentanti di comuni,
regioni e reti attivamente impegnate a sostenere la
popolazione Rom, le organizzazioni ROM e tutte
le altre istituzioni interessate, con l’obiettivo di fornire un quadro di cooperazione per l'azione a favore delle popolazioni Rom.
Il vertice dei sindaci ha lanciato, a conclusione dei
lavori, il gruppo kick-off, tra cui sei città europee e
regioni (Aubervilliers/Francia, Kavarna/Bulgaria,
Spagna/Malaga, regione di Madrid/Spagna,
Heraklion/Grecia e il quinto distretto di
Bucharest/Romania), per l’Alleanza europea delle
città e delle regioni per l'inclusione della
Popolazione Rom.
e che la strada verso il futuro può essere percorsa
Nella dichiarazione finale adottata, ecco alcuni dei insieme, in un clima di reciproca fiducia, combipunti di maggiore importanza emersi:
nando le esigenze di integrazione dei Rom in una
1. “Siamo pienamente consapevoli e profondamen- generale azione sul piano locale e regionale, con
te preoccupati per la persisten- politiche complementari atte a compensare gli
te esclusione e la discrimina- svantaggi e promuovere l'uguaglianza;
zione dei rom dalle comunità 5. Siamo consapevoli delle molteplici sfide che le
locali e regionali di tutta autorità locali e regionali si trovano ad affrontare
Europa, resa evidente dalla ogni giorno in situazioni che sono molto diverse da
loro continua emarginazione e una comunità all'altra, e diamo il benvenuto a quedal mancato accesso all'istru- sto proposito le numerose iniziative per l'inclusiozione, ad alloggi, all’assistenza ne dei rom che vengono effettuati dai comuni e
sanitaria e all'occupazione, ali- regioni, le loro reti nazionali ed europee, nonché le
mentati da pregiudizi, diffidenza e persino discorsi organizzazioni della società civile”.
di incitamento all'odio. Questa situazione sta
peggiorando e deve essere affrontata con
PARLAMENTO EUROPEO / PRIVACY
urgenza;
2. Condividiamo la convinzione che, al fine
VS SICUREZZA: UNA SFIDA TRA
di superare questa situazione che può e deve
EUROPA E STATI UNITI
essere cambiata in meglio, tutti gli attori e le
parti interessate alla inclusione dei rom È possibile trovare un equilibrio tra lotta al terrorismo e
devono unire le forze;
protezione dei dati personali? Stati Uniti e Unione euro3. Noi riaffermiamo che i rappresentanti elet- pea hanno visioni piuttosto divergenti. Eric Holder, il
ti locali e regionali hanno la responsabilità di Procuratore generale americano, ha incontrato il 20 setassicurare il benessere e la difesa dei diritti tembre i deputati europei per trovare un punto d'incontro.
fondamentali di tutti coloro che vivono nelle "Condividiamo le stesse preoccupazioni sulla privacy e
nostre comunità, indipendentemente dalla le libertà civili" ha assicurato il procuratore.
loro razza o condizione; sottolineiamo la Il discorso del procuratore generale americano Eric
nostra determinazione a dare il buon esem- Holder - l'equivalente del ministro delle Giustizia - è
pio per non alimentare la proliferazione di stato accolto con entusiasmo dai deputati europei. Un
discordi anti-rom e il nostro impegno per il appello per raggiungere un accordo sulla protezione dei
rispetto dei diritti dei Rom che sono garanti- dati applaudito anche da Juan Fernando López Aguilar
ti in Europa nell'ambito della Convenzione (S&D), il presidente spagnolo della commissione per le
europea sui diritti dell'uomo e la Carta socia- Libertà civili, giustizia e affari interni.
le europea;
Si tratta di un segnale positivo dopo un lungo e difficile
4. Siamo convinti che la partecipazione atti- dialogo tra Stati Uniti e Unione europea. Nel febbraio
va e l'inclusione dei Rom sia di grande van- 2010 infatti, la protezione dei dati personali è stata causa
taggio per ogni comunità nel suo complesso, di incomprensioni durante l'accordo sul trasferimento dei
dati bancari tramite il sistema SWIFT. Le negoziazioni
non andarono a buon fine. Attualmente è in discussione
un accordo generale tra UE e USA sulla protezione dei
dati, così come un nuovo accordo sulla condivisione dei
dati dei passeggeri aerei (PNR). Alla fine il Parlamento
Neelie Kroes, vicepresidente della avrà diritto di veto su entrambi gli accordi.
Commissione e responsabile dell'Agenda Il procuratore Holder spera si possa raggiungere presto
digitale ha dichiarato: "I bambini si recano un accordo, nonostante sia consapevole delle preoccupaonline più spesso e cominciano più giovani, zioni dell'Unione europea. Durante questo "sincero
esplorando un entusiasmante scambio di punti di vista tra amici", Holder ha ricordato
mondo digitale pieno di oppor- che "nessuna delle due parti avrà ciò che vuole, ma
tunità. Dobbiamo però impri- hanno entrambe lo stesso obiettivo: proteggere i nostri
mere urgentemente un impulso cittadini". Gli Stati Uniti vorrebbero che i dibattiti "accaalle nostre azioni e al modo di demici" lasciassero spazio ad un approccio più pragmacollaborare per educare e pro- tico. "Dovremmo guardare cosa è successo e non a quelteggere i bambini in questo lo che potrebbe ipoteticamente succedere", ha sottolineamondo virtuale in continua evo- to il procuratore Holder.
luzione. Dobbiamo infondere ai Ciò che ostacola i negoziati sono anche le differenze nei
genitori e agli insegnanti la fiducia necessa- sistemi giuridici tra gli stati. "Non possiamo bloccarci
ria per assumersi le loro responsabilità. La sui dettagli tecnici, dobbiamo focalizzarsi sull'obiettivo
strategia che intendo presentare nel corso comune: la protezione dei cittadini" rilancia Holder. Gli
dell'anno affronterà direttamente questi pro- europarlamentari sono d'accordo. Ma non sul modo in
blemi".
cui arrivarci. "Vogliamo delle garanzie legali per i cittaNello specifico, la relazione suggerisce dini europei che viaggiano attraverso l'Atlantico", ha
diverse azioni, tra le quali:
detto tedesco Manfred Weber, indicando con chiarezza il
- Contenuti illeciti e nocivi: diffondere la punto di maggiore preoccupazione.
conoscenza delle linee dirette e migliorare le
infrastrutture di sostegno per agevolare la rimozio- bini fra i 9 e i 10 anni che usano internet dichiarano di avere iniziato a recarsi online a sette anni. Il
ne di contenuti illeciti.
- Networking sociale e privacy: incrementare la 33% di quelli che navigano usa un telefono cellulare o palmare. Il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni
consapevolezza dei rischi e i modi per ridurli.
- Classificazione per età e sistemi di codifica: un e il 38% degli intervistati nella fascia di età dai 9 ai
uso più ampio dei sistemi di classificazione per età 12 anni sostiene di avere registrato un profilo su un
(come PEGI) per i videogiochi online; sviluppo di sito di socializzazione; un quarto degli utenti di tali
codici di condotta e altri modi per aumentare la siti dichiara di avere un profilo pubblico. Qualsiasi
conoscenza della classificazione per età da parte strategia di portata unionale in quest'ambito deve
dei rivenditori, in modo da evitare la vendita ai tenere conto della natura globale e in constante
evoluzione dell'ambiente digitale, per rispondere in
"minori".
Da un sondaggio EUKidsOnline, in Europa i bam- modo flessibile alle nuove sfide.
AGENDA DIGITALE UE: NECESSARIE ULTERIORI AZIONI PER
PROTEGGERE I BAMBINI DALL'INCAUTO USO DI INTERNET
In una relazione presentata nei giorni scorsi la
Commissione europea esamina le modalità con cui
gli Stati membri stanno attuando le raccomandazioni dell'UE volte a garantire che i bambini possano
fruire del mondo virtuale con fiducia e sicurezza. Gli Stati membri e
l'industria stanno incrementando
gli sforzi per attuare le raccomandazioni dell'UE del 1998 e del 2006
relative alla tutela dei minori che
usano servizi audiovisivi e online,
tuttavia le misure si sono rivelate
nel complesso insufficienti.
Nella fattispecie la relazione mostra che gli Stati
membri non rispondono in modo adeguato o che
adottano approcci variabili alla lotta e alla segnalazione dei contenuti nocivi, per garantire che i bambini consultino contenuti adatti alla loro età, rendere più sicuri i siti di socializzazione per i minori e
proteggerli dai videogiochi nocivi. Esistono per
esempio molte differenze fra gli Stati membri nel
modo in cui le hotline verificano l'illiceità o la nocività dei contenuti loro segnalati, ne tracciano l'origine ed eseguono la notifica alle autorità competenti. Analogamente, i paesi europei usano diversi
sistemi di classificazione per età e dispositivi tecnici per far sì che i siti e i videogiochi siano adatti
all'età. La relazione mostra che esiste un notevole
margine di miglioramento per rafforzare la protezione dei minori in questi ambiti.
La Commissione intende affrontare tali problematiche più avanti nel corso dell'anno mediante un'iniziativa di ampio respiro volta a educare e proteggere i bambini che usano le nuove tecnologie.
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Europa
Cronache
PAPA BENEDETTO XVI IN GERMANIA: «NON SONO QUI' PER PERSEGUIRE
OBIETTIVI POLITICI, MA PER INCONTRARE LA GENTE E PARLARE DI DIO»
E' la sua patria, ma è anche un Paese non semplice per il
Papa. In Germania, dove Joseph Ratzinger si è recato dal 22
e fino al 25 settembre, la Chiesa perde fedeli da anni. E lo
scandalo della pedofilia, che ha accelerato questa tendenza,
ha anche innescato proposte di riforme strutturali che dividono vescovi, sacerdoti e fedeli.
Quello inaugurato l’altro ieri da Papa
Benedetto XVI è il ventunesimo viaggio del
suo pontificato, il terzo in terra natale.
"Pur essendo questo viaggio una visita ufficiale che rafforzerà le buone relazioni tra la
Repubblica Federale di Germania e la Santa
Sede, in primo luogo non sono venuto qui per
perseguire determinati obiettivi politici o
economici, come fanno giustamente altri
uomini di stato, ma per incontrare la gente e
parlare di Dio". Lo ha detto il Papa nel primo discorso ufficiale in Germania, salutando il presidente tedesco Christian
Wulff nel corso della cerimonia di benvenuto al castello di
Bellevue di Berlino.
E così è stato. Incontri di forte espressione emotiva e di commozione, come quello riportato ieri in un comunicato stampa ufficiale: ''Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto
XVI si è incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali.
Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si
prendono cura di persone colpite da tali crimini''. Lo ha reso
noto il portavoce vaticano p. Federico Lombardi con un
comunicato.
''Commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime - recita il testo -, il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò
che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie. Ha assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente
tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere
misure efficaci per la tutela di bambini e giovani''.
''Papa Benedetto XVI - conclude il comunicato - è vicino
alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia
sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore''.
Certo non mano intense sono state le parole pronunciate
davanti al Parlamento federale nel Reichstag di Berlino.
“La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace”, e proprio “al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto” è subordinato “il successo” di ogni
politico. Richiamando l’episodio biblico del Primo Libro dei
Re in cui il giovane Salomone chiese a Dio “un cuore docile” e la capacità di “distinguere il bene dal male”, e riferendosi all’esperienza del nazismo, il Papa ha ribadito che “servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e
rimane il compito fondamentale del politico” ed oggi
“questo compito diventa particolarmente urgente”.
L’uomo, ha spiegato, “è in grado di distruggere il
mondo. Può manipolare se stesso. Può, per così dire,
creare esseri umani ed escludere altri esseri umani
dall’essere uomini”. Per questo “la richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale
l’uomo politico e la politica si trovano anche oggi”.
“In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza può essere un criterio sufficiente”, ha quindi osservato Benedetto XVI;
tuttavia “nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali
è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio
maggioritario non basta”.
“Nel processo di formazione del diritto – ha spiegato il Papa
–, ogni persona che ha responsabilità deve cercare lei stessa
i criteri del proprio orientamento”. Ma per un politico “la
domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della
verità”, ossia “ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare
diritto vigente”, non è “affatto evidente di per sé”. Di qui il
richiamo al cristianesimo che, “contrariamente ad altre grandi religioni”, non ha mai “imposto allo Stato e alla società un
diritto rivelato”, ma “ha rimandato alla natura e alla ragione
quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra
ragione oggettiva e soggettiva” che “però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio”.
Proprio dal “legame precristiano tra diritto e filosofia parte
la via che porta, attraverso il Medioevo cristiano”, “alla
Dichiarazione dei diritti umani” e “alla nostra Legge
Fondamentale tedesca”, ha sottolineato Benedetto XVI.
Eppure oggi “l’idea del diritto naturale” è considerata “una
dottrina cattolica piuttosto singolare”, e di fronte alla “concezione positivista” quasi “generalmente adottata, di natura
e ragione”, “le fonti classiche di conoscenza dell’ethos e del
diritto sono messe fuori gioco”.
Secondo il Papa, “la visione positivista del mondo” non è
tuttavia una cultura “sufficiente all’essere uomini in tutta la
sua ampiezza”; se essa “si ritiene” tale, “riduce l’uomo, anzi,
minaccia la sua umanità”. Di qui lo sguardo all’Europa, “in
cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo
come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto”.
GERMANIA, AL BANDO L'HNG LA PIÙ GRANDE ORGANIZZAZIONE NEONAZISTA TEDESCA
Il governo tedesco ha messo fuori legge la più grande organizzazione neonazista attiva in Germania, l'Hng, che ufficialmente si occupava di aiutare i carcerati legati alla galassia dell'estrema destra e le loro famiglie. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il ministro degli Interni Hans-Peter
Friedrich (Csu).
L'Hng, ha spiegato Friedrich in un
comunicato, rifiutava di riconoscere
la legittimità dello Stato di diritto e
aveva lodato in più occasioni il nazismo. Con lo slogan 'Un fronte dentro
e fuori', l'organizzazione, che può
contare su circa 600 iscritti, si sarebbe occupata di tenere vive le convinzioni politiche dei detenuti di estrema destra per evitare l'abbandono dei
movimenti neonazisti.
L'Hng, ha inoltre chiarito Friedrich,
fondata nel 1979, sarebbe stata la
principale responsabile della radicalizzazione dell'estrema
destra in Germania.
"Non si può più accettare che estremisti di estrema destra
incarcerati vengano sostenuti con
forza dall'Hng nella loro posizione
aggressiva contro l'ordine libero e
democratico", ha detto in un comunicato il ministro dell'Interno Hans-Peter
Friedrich.
Sebbene i gruppi di estrema destra
abbiano più sostegno nei laender dell'est, dove la disoccupazione è ampia e
le prospettive scarse, le operazioni
della polizia hanno avuto luogo in
laender occidentali, tra cui la Baviera e
il Nord Reno Westfalia.
Il divieto giunge due settimane dopo
l'exploit elettorale del Partito democratico nazionale (Npd) nel parlamento
del Mecklenburg-Vorpommern.
SERBIA/SALE POLEMICA
SUL GAYPRIDE.
MINISTRO INTERNI
VUOLE ANNULLARLO
Belgrado, 23 set. (TMNews) - Ad
una settimana dal Gaypride fissato
per il due ottobre prossimo a
Belgrado, monta la polemica sull'opportunità di annullare la manifestazione, alla luce delle violente
proteste che hanno caratterizzato
l'evento lo scorso anno, quando
gruppi di estrema destra hanno letteralmente messo a ferro e fuoco
la capitale serba. D'altra parte, lo
svolgimento della manifestazione
è considerato un test di democrazia dall'Unione europea, che il 12
ottobre,
per
voce
della
Commissione, esprimerà se concedere o meno alla Serbia lo status
ufficiale di Paese candidato.
"Sarebbe meglio annullarlo", è
intervenuto oggi sul tema il ministro dell'Interno, Ivica Dacic,
all'indomani di una nota congiunta diffusa dal Sindacato di polizia
e il movimento ultra conservatore
'Dveri', in cui si chiedeva agli
organizzatori del Gaypride di
rinunciarvi per "non compromettere inutilmente l'ordine pubblico,
la sicurezza dei beni e non esporre
a rischi la vita dei cittadini e dei
poliziotti". "La polizia paga sempre il prezzo più alto, non solo
finanziariamente, ma anche in termini di infortuni. Lo scorso anno
abbiamo avuto un gran numero di
agenti feriti", ha ricordato il ministro Dacic. Pur sottolineando
come "non spetta alla polizia decidere se una manifestazione pubblica deve tenersi o meno".
Il capo dell'Interno serbo ha anche
osservato "il grande significato
politico" del gaypride per il Paese,
alla luce del fatto che "la
Commissione europea ed il
Parlamento hanno inviato una lettera in cui informano che guarderanno attentamente lo svolgimento della parata". Ciononostante
"non è strano che nell'assenza di
una posizione ufficiale del governo la polizia si sia espressa pubblicamente", ha detto Dacic, invitando la classe politica ad "esprimersi chiaramente". Nessuna replica
ufficiale da parte dell'organizzazione, che sembra intenzionata a
proseguire nel programma prefissato, con avvio, a partire da sabato 24 settembre, della "settimana
dell'orgoglio", una serie di eventi
a precedere la manifestazione del
2 ottobre.
Ad indignarsi sono state invece le
Donne in nero, associazione in
prima linea per la difesa dei diritti
umani. In una nota condannano l'iniziativa del Sindacato di polizia e
di Dveri, ricordando al governo
che "è obbligato a garantire i diritti costituzionali di tutti i cittadini".
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Gazzettino Europeo
24 Settembre 2011
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Europa
Cronache
LOTTA DI BAMBINI IN GABBIA COME SUL
RING, È SCANDALO IN GRAN BRETAGNA
Bambini in gabbia che se la danno di santa ragione come su
un ring: la Gran Bretagna è sotto shock per una serie di
immagini riprese al Greenlands Labour Club di Preston, nel
Lancashire. Il pubblico in sala applaude e montano le polemiche.
Nel video si vedono un bimbo di otto anni e uno di nove che
si prendono a pugni senza protezione. A un certo punto uno
dei due ragazzini sembra scoppiare in lacrime.
Il match consiste in due round di
cinque minuti ognuno: nell'intervallo una ragazzina succintamente
vestita viene fatta sfilare davanti
alla folla di 250 persone che avevano pagato un biglietto per entrare.
Una foto del combattimento è
apparsa nei giorni scorsi sulla
prima pagina del quotidiano
"Daily Mirror", con il titolo "la
gabbia degli innocenti", sottolineando come "amanti della lotta
hanno pagato 25 sterline (28 euro)
per vedere due ragazzini di 8 e 9
anni darsele di santa ragione".
Uno dei due "fighter", il più piccolo, si chiama "Lucas lo spacca
ossa" "Siamo al corrente che è stata organizzata una serata
di lotta, ma ignoriamo che abbiano partecipato dei bambini", ha spiegato il portavoce della polizia locale. "Stiamo
verificando che la sicurezza dei bambini sia stata garantita",
ha aggiunto.
Timothy Lipscomb, il Vicario di Preston, protesta: “questo
non è il modo giusto per educare i figli. Fino a una certa età
hanno bisogno di protezione, non necessitano di vedere il
lato adulto della vita. Vedere che si picchiano alla luce del
giorno non dovrebbe essere uno spettacolo pubblico. Non
credete che ciò incoraggi il bullismo e l’utilizzo della forza
per ottenere ciò che desiderano?” Un portavoce della
British Medical Association aggiunge: “questo esempio di
cage fighting tra bambini piccoli è particolarmente inquietante, soprattutto perché non indossano i caschetti protettivi. La box e il combattimento in gabbia vengono spesso difesi come territorio in cui i bimbi imparano a gestire la pro-
pria aggressività con disciplina e controllo. Crediamo che
esistano molti altri sport, come l’atletica, il nuoto, il judo o
il calcio, che richiedono disciplina e non espongono allo
stesso rischio di danni cerebrali“. Paul Jackson, manager
della palestra Warriors Gym, si unisce al coro: “È come uno
spettacolo da circo, ma se si tratta di adulti consenzienti
allora è tutto diverso. Dipende da quali sono le regole.
Perché i genitori permettono
ai bambini di farlo? Io non
sarei mai d’accordo con una
cosa di simile“. Non ci sono
però prove che questo tipo di
combattimenti non siano legali: includono spesso figure
semi-professionali e si tengono in diverse location nella
città, con la supervisione di
adulti. Michaelle Anderson, la
responsabile del centro dove si
è svolto il combattimento, ha
detto che i "ragazzi adorano
fare questo sport" e che "non
hanno corso alcun pericolo. E'
tutto legale", ha spiegato, "Si è
trattato di una semplice dimostrazione. Non è stato un combattimento, solo una lotta. Non
ci sono stati cazzotti né calci... Chi si oppone, dovrebbe protestare anche per la boxe o per il judo praticato dai bambini".
Steven Nightingale, 28enne organizzatore degli eventi e lottatore professionista, sottolinea che si tratta di uno sport
sicuro e sempre più popolare: “i combattimenti iniziano
all’età di cinque anni. È uno sport che si basa sulle arti marziali. I bambini non vengono colpiti finché piccoli. Non
lasciamo che si colpiscano, con pugni e calci, fino all’età di
14 o 15 anni. I bambini che sono qui a combattere hanno già
lottato in passato. I genitori sono presenti. Preferite che
questa gente lasci i figli in strada tra coltelli e pistole?” No,
non per forza, ma a queste forme di combattimento esistono
alternative migliori. Se è vero che la lotta si basa sulle arti
marziali, un contorno di gabbia, adulti urlanti e ragazze
seminude che intrattengono non sono certo un buon programma educativo.
WROCLAW SARÀ LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA DEL 2016
Wroclaw è stata ufficialmente proclamata Capitale europea
della cultura 2016.
Vivace centro universitario, la città è ricca di eventi culturali internazionali che ne testimoniano l’attenzione rivolta
all’arte, al teatro, alla musica, ai giovani.
L’idea di eleggere una capitale europea della
Cultura è nata nel 1985, durante il Consiglio
Europeo dei Ministri della Cultura.
Attualmente ogni anno il titolo di Capitale
europea della cultura viene assegnato a due
città: una della Vecchia Unione e l'altra appartenente ad uno dei nuovi paesi-membri.
L'obiettivo della CEC è mostrare la ricchezza, varietà e affinità delle culture europee e approfondire la cognizione reciproca tra i cittadini del vecchio continente. Che cosa significa per le città vincitrici il titolo della CEC? Rappresenta
diversi vantaggi: rafforzamento dell'immagine a livello
nazionale ed internazionale, aumento del numero dei turisti
(secondo le previsioni attorno ai 3 milioni di turisti in più),
sviluppo del turismo culturale e interesse degli investitori.
La città vincitrice è tenuta a presentare il proprio patrimonio culturale, organizzare i concerti, i festival e le rassegne
cinematografiche. Dall'UE riceve un premio pari a 1,5
milioni di euro. Nella prima tappa del concorso parteciparono 11 città polacche, nella seconda solo 5: Danzica,
Lublino, Katowice, Varsavia e Wroclaw. Il motto di quest'ultima era: “Recupero della bellezza”. I suoi autori si concentrarono sulla trasformazione delle aree trascurate della
città e sull'assistenza alle persone escluse dalla vita culturale per facilitar loro l'accesso alla cultura. Da questo
principio derivano idee come: “obbligazioni culturali” (sconti per chi possiede la tessera di una biblioteca pubblica) e sconti per anziani che visitano le
istituzioni culturali con i loro nipoti. Aspirando al
titolo di Capitale europea della cultura, Wroclaw ha
intrapreso numerose iniziative artistiche e culturali.
Ha cercato di coinvolgere nei preparativi più cittadini possibili. L'Istituzione Culturale Wroclaw 2016 ha partecipato attivamente alla vita della città, appoggiando ed
ispirando numerosi eventi di carattere sociale e culturale.
Tra i festival internazionali di maggiore spessore troviamo
il Festival Internazionale del Cinema “ Nowe Horyzonty”
(21- 31 luglio 2011), nuovi orizzonti dell’espressione per
“visionari del cinema”, artisti senza compromessi provenienti da ogni parte del mondo.
Numerosi sono gli eventi dedicati alla musica, uno dei più
importanti è il Festival Internazionale Wratislavia Cantans
(2-18 settembre 2011) ideato dal compositore e direttore
d’orchestra Andrzej Marchowski che ne diresse la prima
edizione nel 1966.
LONDRA PENSA
AL PASSAPORTO
"SENZA SESSO",
SOLO UNA "X"
Allo studio in Gran Bretagna il
passaporto senza sesso. I sudditi di
Sua Maestà potranno scegliere di
non identificarsi come maschio o
femmina sul documento di viaggio in base a una terza opzione
riservata a persone dal sesso non
determinato, se andrà in porto una
riforma all'esame del governo di
David Cameron. Lo ha annunciato
il ministero dell'Interno confermando indiscrezioni apparse nei
gioni scorsi sulla stampa.
Maschio, femmina o 'X'. Basterà
apporre una 'croce' al posto dello
standard 'M' o 'F' nella casella che
indica l'identificazione di genere
per uscire dalla categorie tradizionali. ''L'Identity and Passport
Service sta considerando di mettere a disposizione varie opzioni di
genere a chi chiede il passaporto'',
ha detto un portavoce in un comunicato.
In Gran Bretagna il dibattito è
alto: nei giorni scorsi ha fatto scalpore la decisione di una coppia di
genitori di mandare il figlio a
scuola vestito da bambina. Ma una
cosa è il comportamento dei privati, un'altra le decisioni amministrative. ''Stiamo esplorando le
implicazioni di sicurezza con i
nostri partner internazionali'', ha
aggiunto il portavoce precisando
che il progetto è tuttora allo stato
di ''discussione preliminare'': tutti i
cambiamenti sui passaporti britannici ''devono rispondere a rigorosi
requisiti di sicurezza'' anche perché potrebbe essere messa a
rischio l'incolumità del transessuale che viaggia in paesi meno tolleranti quanto a orientamento di
genere.
Attualmente le regole in Gran
Bretagna consentono a una persona transgender o intersex di identificarsi con un sesso che non
necessariamente coincide con
quello adottato nella pratica. Chi
invece sta sottoponendosi ad operazioni di cambio di sesso può
modificare l'identità di genere sul
passaporto solo dopo avere completato il processo.
L'iniziativa segue quella annunciata nei giorni scorsi in Australia
che consente ai transessuali di
identificarsi con una 'x' accanto
alle definizioni di 'maschile e
'femminile'. La decisione del
governo di Camberra era stata una
scelta consapevole per dare nuovo
impulso alla lotta contro la discriminazione dei transgender, garantendo loro la possibilità di indicare nel passaporto il genere scegliendo tra tre opzioni: maschio,
femmina o X, ovvero sesso 'indeterminato'. (Blitzquotidiano)
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24 Settembre 2011
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Cultura
orizzonti transnazionali
Torna “Invito a Palazzo”: 50 Banche in "Foto Famiglia": la
mostra al Complesso
tutta Italia mostrano i loro tesori
del Vittoriano di Roma
Le porte dei palazzi storici delle banche italiane torneranno
ad aprirsi in tutta Italia per la decima edizione di “Invito a
Palazzo”, manifestazione promossa dall’Abi (associazione
bancaria italiana) che ogni anno mette in mostra le opere
d’arte che sono conservate nelle sedi storiche degli istituti di
credito. All’edizione 2011 parteciperanno novanta palazzi di
cinquanta banche (in cinquantadue città), ma la vera novità
del 2011 è una lunga serie di eventi collaterali organizzati a
margine: mostre, concerti, proiezioni di film e incontri letterari.
Un capitolo a parte è dedicato al
centocinquantesimo dell’Unità
d’Italia: mostre sul Risorgimento
da Firenze a Napoli, passando
per Forlì, Novara, Pesaro. Roma
svolgerà un ruolo di primissimo
piano nell’evento con ben otto
palazzi aperti.
Cittadini, appassionati e turisti
potranno così ammirare uno
straordinario scorcio di patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico, oltre che arredi, opere d'arte di ogni epoca, giardini, cantine, archivi e biblioteche, che le banche italiane
conservano e tutelano.
Per celebrare il decennale di Invito a Palazzo, l’Abi ha realizzato un volume fotografico “I Palazzi aperti delle banche
2002-2011”, un volume fotografico, edito da Allemandi, che
offre le più belle immagini messe a disposizione dalle banche che hanno aperto le loro sedi storiche in questi primi
dieci anni di manifestazione.
Dall'architettura rinascimentale alle forme del barocco,
dalle eleganti dimore settecentesche immerse in parchi secolari alle atmosfere neoclassiche, fino ai palazzi recentemente commissionati dalle banche ai piu' affermati architetti
contemporanei.
Giuseppe Mussari, presidente dell’Abi ha spiegato: “In un
momento ancora complesso per l’economia nazionale e
internazionale il sostegno alla ripresa e allo sviluppo del
Paese passano anche attraverso la tutela e la valorizzazione
dell’immenso patrimonio artistico e architettonico italiano”. “L’arte e la cultura, - prosegue Mussari - rappresentano un volano strategico per la crescita del turismo, dell’industria e, più in generale, del Paese. Anche per questo le
banche sono fortemente impegnate e investono ogni anno
oltre 500 milioni di euro per proteggere e conservare collezioni, palazzi e arredi, e supportare le iniziative promosse da
Istituzioni ed enti pubblici. In questa stessa direzione, manifestazioni come Invito a Palazzo, di cui quest’anno festeg-
giamo la decima edizione, si confermano importanti anche
perché inserite nella fitta costellazione d’interventi pubblici
e privati che costituiscono un vero e proprio Sistema Italia
per la promozione di arte e cultura”.
L’appuntamento, che gli istituti bancari ogni anno riservano ai visitatori, offre una visione di opere d’arte e capolavori nascosti, conservati nelle sedi storiche delle banche. Per
un’intera giornata sarà possibile ammirare opere d’arte e
arredi d’ogni epoca, sarà
in mostra una preziosa
antologia di stili, tendenze
e gusti artistici e architettonici: dall’architettura
rinascimentale alle forme
del barocco, dalle eleganti
dimore
settecentesche
immerse in parchi secolari
alle atmosfere neoclassiche.
L’appuntamento con Invito
a Palazzo 2011 è sabato 1
ottobre con apertura gratuita, dalle 10 alle 19, e visite guidate in italiano e inglese.
"In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita'
d'Italia, Bnl presenta, per la prima volta al pubblico, le
opere della propria collezione realizzate da pittori del
Risorgimento. Bnl-Gruppo Bnp Paribas apre a Roma la sede
storica della Direzione Generale di via Veneto", lo rende
noto la stessa Bnl tramite un comunicato. "Quest'anno, in
occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita'
d'Italia, Bnl ha riservato uno spazio dedicato ai pittori che
hanno partecipato attivamente alle imprese del
Risorgimento e le cui opere fanno parte della propria collezione", prosegue la nota.
Nella Città Eterna non slo Bnl con i propri tesori, ma saranno aperti ben otto palazzi di cui uno svela le sue opere per
la prima volta: è la filiale romana della Banca di Sassari
che ospita un'importante collezione di arazzi sardi.
La Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, sede dell’IntesaSan Paolo a Napoli, accoglie il Martirio di Sant’Orsola del
Caravaggio; a Milano, è interessante il palazzo della Sede
Direzione Generale Deutsche Bank, edificio di nove piani
dell’architetto Gino Valle, che ospita oltre 56 mila opere e
promuove l’attività di giovani artisti.
Per un giorno svestite i panni dei risparmiatori e indossate
i panni di cittadini consapevoli dell’abbondanza artistica
del Belpaese. Un modo per dimenticare la crisi che investe
entrambi i settori, quello economico e quello culturale, mettendo in ombra tutto ciò che di buono c’è nel nostro Paese.
Gioconda, raccolte 50 mila firme per il rientro in Italia
Firenze, 19 set. - (Adnkronos) "Abbiamo raccolto già 50 mila firme
per il rientro della 'Gioconda' a Firenze
nel 2013, anno in cui cadrà il centenario
del ritrovamento del capolavoro di
Leonardo dopo il clamoroso furto al
Louvre nel 1911. Il nostro obiettivo è di
arrivare a quota 100 mila firme entro il
prossimo gennaio". Lo ha annunciato
Silvano Vinceti, presidente del
Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, parlando con alcuni giornalisti a Firenze. Vinceti ha precisato anche che le 50 mila firme sono
state raccolte sia via web che con appositi banchetti allestiti in varie città italiane. All'appello per far rientrare temporaneamente la 'Gioconda' in Italia sono
arrivati adesioni anche dall'estero, fra
cui un migliaio di firme provenienti dalla
Russia, qualche centinaio dalla Spagna,
dopo l'adesione di alcuni storici dell'arte,
e poco meno di un centinaio dalla Francia.
Vinceti sarà a Parigi nel mese di ottobre
per presentare ai responsabili del Louvre
il progetto per trasportare "in tutta sicurezza" la 'Gioconda' a Firenze. "Abbiamo
incaricato una ditta di rilevanza internazionale, specializzata nel trasporto di
opere d'arte, di elaborare un progetto da
presentare al museo francese. Il progetto
conterrà anche -ha chiarito Vinceti- un
piano dettagliato per la sicurezza dell'opera quando sarà esposta nel capoluogo
toscano". Come luogo per una eventuale
esposizione temporanea a Firenze, Vinceti
ha ipotizzato la Galleria degli Uffizi o in
alternativa Palazzo Medici.
È stata inaugurata il 22 settembre,
la mostra "Foto Famiglia", che
sarà ospitata al Complesso del
Vittoriano sino al 23 ottobre.
Attraverso un centinaio di fotografie dal 1861 ai primissimi anni
’60, l'esposizione propone i vecchi
album fotografici custoditi nelle
case di tutti gli italiani che raccontano i momenti più intimi e importanti della vita di ciascuna famiglia: matrimoni, nascita dei figli,
scene di vita casalinga, gite, feste
e cerimonie. Stili e modi di fotografare che, provenendo da ogni
area del Paese, danno conto degli
usi e dei costumi della vita quotidiana del popolo italiano di quegli
anni.
L’esposizione, il cui percorso è
stato curato da Francesco Mattioli,
ordinario di Istituzioni di
Sociologia presso la Facoltà di
Scienze della Comunicazione
dell'Università La Sapienza di
Roma, autore anche del saggio in
catalogo, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di
Alessandro Nicosia.
Di fronte ad una valanga di nuove
informazioni, di cui è anche facile
perdere il senso, diventa sempre
più importante conservare quel
poderoso archivio di istantanee,
stampate precariamente su carta, e
faticosamente conservate negli
album, nei cassetti e nelle scatole
di cartone, che testimoniano non
solo un periodo di storia italiana,
ma anche un periodo significativo
di storia della fotografia.
Ecco quindi che la mostra ripercorre, attraverso foto che ritraggono la Famiglia, cento anni di vita
italiana, articolati in sei distinte e
completesezioni espositive.
Il perché della scelta di questo
periodo nasce dal fatto che proprio
questi anni sono stati cruciali per
la storia del Paese, ed è in questo
lasso di tempo che il volto
dell’Italia ha subito le maggiori
trasformazioni, fino a caratterizzare la società di oggi. La storia della
fotografia, del resto, è sì storia di
tecnologia, ma anche di costume.
Se nell’Ottocento la fotografia era
privilegio di pochi, anzi quasi
esclusivamente di professionisti,
furono la fotocamera portatile di
George Eastman, la pellicola di
celluloide, il lampo al magnesio a
sconvolgere il mercato, e la vocazione stessa della fotografia, che
divenne più facile, più economica,
più popolare. La fotografia uscì
dagli studi e fu l’esplosione dell’istantanea, da scattare in casa, per
la strada, nei parchi, tra la gente
comune.
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SCIENZA / Superata la velocità della luce. Un esperimento
del Cern-Ifn potrebbe ribaltare le teorie di Einstein
La notizia ha già fatto il giro del mondo ed è esploso il dibattito sulle possibili conseguenze della scoperta: la velocità
della luce è stata superata, i neutrini sono più veloci di essa
di circa 60 nanosecondi. Il risultato è stato ottenuto dall'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran
Sasso), nel quale un fascio di neutrini viene
lanciato dal Cern verso i Laboratori del
Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (Infn).
L’intero progetto, chiamato OPERA, è basato sull'osservazione di oltre 15.000 eventi
registrati dal rivelatore dei Laboratori
dell’INFN e sembra indicare che i neutrini
viaggino a una velocità di 20 parti per milione al di sopra della velocità della luce, il
limite della velocità nel cosmo. Tenendo
conto delle straordinarie conseguenze di questi dati, si rendono necessarie misure indipendenti prima di poter respingere o accettare con certezza questo risultato. Per questo
motivo la collaborazione OPERA ha deciso di sottoporre i
risultati a un esame più ampio nella comunità.
"Questo risultato è una completa sorpresa", ha detto il portavoce di OPERA, il fisico italiano Antonio Ereditato
dell’Università di Berna. "Dopo molti mesi di studi e di controlli incrociati, non abbiamo trovato nessun effetto dovuto
alla strumentazione in grado di spiegare il risultato della
misura. Continueremo i nostri studi e attendiamo misure
indipendenti per valutare pienamente la natura di queste
osservazioni”.
“Quando un esperimento si imbatte in un risultato apparentemente incredibile e non riesce a individuare un errore
sistematico che abbia prodotto quella misura la procedura
standard è sottoporlo a una più ampia indagine.
Esattamente ciò che sta facendo la collaborazione OPERA:
è una corretta pratica scientifica ”, ha commentato Il direttore di ricerca del CERN Sergio Bertolucci. “Se questa
misura fosse confermata potrebbe cambiare la nostra visione della fisica ma dobbiamo essere sicuri che non esistano
altre, più banali, spiegazioni. Cio’ richiederà misure indipendenti”.
Per compiere questo studio, OPERA ha collaborato con
esperti nel campo della metrologia del CERN e altre istituzioni per eseguire una serie di misurazioni di alta precisione della distanza tra la sorgente e il rivelatore, e del tempo
di volo dei neutrini.
La distanza tra l'origine del fascio di neutrini e OPERA è
stata misurata con un'incertezza di 20 cm su un percorso di
730 km. Il tempo di volo dei neutrini è stato determinato con
una precisione di meno di 10 nanosecondi, utilizzando sofisticati strumenti
come sistemi GPS avanzati e orologi
atomici. Il tempo di risposta di tutti gli
elementi della linea di fascio CNGS e
del rivelatore OPERA sono stati misurati con grande precisione.
"Abbiamo sincronizzato la misura dei
tempi tra il CERN e il Gran Sasso con
un'accuratezza al nanosecondo e
abbiamo misurato la distanza tra i due
siti con una precisione di 20 centimetri”, ha detto Dario Autiero il ricercatore del CNRS che
terrà il seminario questo pomeriggio. Nonostante che le
nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e
un'elevata accuratezza statistica, e che la fiducia riposta nei
nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con
quelli provenienti da altri esperimenti”.
"Il potenziale impatto sulla scienza è troppo grande per
trarre conclusioni immediate o tentare interpretazioni. La
mia prima reazione è che il neutrino ci sorprende ancora
una volta con i suoi misteri - ha aggiunto Ereditato - Il seminario di oggi ha lo scopo di sottoporre a esame i risultati da
parte della più ampia comunità della fisica delle particelle".
L'esperimento OPERA è stato inaugurato nel 2006, con l'obiettivo principale di studiare la trasformazione rara (oscillazione) dei neutrini muonici in neutrini tau. Il primo di questi eventi è stato osservato nel 2010, dimostrando la capacità unica di questo esperimento nella rilevazione del segnale sfuggente dei neutrini tau.
OPERA è stato ideato ed è condotto da un team di ricercatori provenienti da Belgio, Croazia, Francia, Germania,
Israele, Italia, Giappone, Corea, Russia, Svizzera e Turchia.
L'esperimento costituisce una complessa impresa scientifica
realizzata grazie alla maestria di un gran numero di scienziati, ingegneri, tecnici e studenti, e con il forte impegno dei
vari attori del progetto. In particolare si segnalano i LNGS
/ INFN, i laboratori del CERN, e il sostegno finanziario di
Italia e Giappone con il contributo sostanziale di Belgio,
Francia, Germania e Svizzera.
A Napoli il convegno
“Digital Diplomatics.
Tools for the
Digital Diplomatist”
A Napoli il secondo appuntamento dei ricercatori e degli storici
della documentazione digitale: il
convegno Digital Diplomatics.
Tools for the Digital Diplomatist.
I lavori si apriranno giovedì 29
settembre presso la Sala del
Palazzo
degli
Uffici
dell’Università Federico II, in via
G. C. Cortese 29, proseguiranno il
giorno successivo nella stessa
sede, e si concluderanno sabato 1
ottobre presso la prestigiosa sede
in Castel Nuovo della Società
Napoletana di Storia Patria, che è
tra gli enti organizzatori.
Il convegno internazionale è
dedicato alla Diplomatica digitale,
settore di ricerca fortemente innovativo ed in costante evoluzione
che intreccia l'approccio tradizionale di lettura, edizione e interpretazione dei documenti medievali e
dell'inizio dell'età moderna con
l'utilizzo delle nuove tecnologie.
Tra i relatori, Benoît -Michel Tock
e Luciana Duranti.
Il convegno nasce nell'ambito
delle attività del progetto europeo
ENArC European Network on
Archival Cooperation, che gode
del supporto finanziario del
Programma Cultura 2007-2013 e
che vede il Dipartimento di
Discipline
Storiche
''Ettore
Lepore'' dell'Università Federico
II impegnato in collaborazione
con ben dodici istituzioni accademiche e archivistiche europee
(localizzate in Austria, Croazia,
Germania, Italia, Repubblica
Ceca,
Serbia,
Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Ungheria).
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Bandi e Concorsi Europei
APRILE
SETTEMBRE
SETTEMBRE
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PARLAMENTO EUROPEO
ENERGIA E TRASPORTI
MOVE/SUB/01-2011: SOVVENZIONI NEL SETTORE
DELLA SICUREZZA STRADALE, IN PARTICOLARE
INFORTUNI STRADALI E PRONTO SOCCORSO
Finanziamento a progetti riguardanti "attività di sostegno alla
politica europea dei trasporti e diritti dei passeggeri".
Stanziamento: 1.000.000 - MOVE/SUB/01-2011
Scadenza: 30 settembre 2011
AGRICOLTURA E PESCA
SOSTEGNO A FAVORE DI AZIONI DI INFORMAZIONE RIGUARDANTI LA POLITICA AGRICOLA COMUNE - Attuazione di azioni di informazione di cui
alla voce di bilancio 05 08 06 per l'esercizio 2012
Finanziamento di azioni di informazione sull’agricoltura europea
Stanziamento: 3.250.000 - GUUE 2011/C 212/11
Scadenza: 30 settembre 2011
IMPRESE E INDUSTRIA
18/G/ENT/IMA/11/6073 - SEMINARI SUL
RISPETTO RAPIDO ED EFFICIENTE DEI DIRITTI
SUI PAGAMENTI INSOLUTI DA PARTE DELLE
PICCOLE E MEDIE IMPRESE CHE OPERANO A
LIVELLO TRANSFRONTALIERO
Stanziamento: 850.000 - 18/G/ENT/IMA/11/6073
Scadenza: 30 settembre 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EAC/13/11 - RETE DI POLITICA EUROPEA PER
L'IMPLEMENTAZIONE DELLE COMPETENZE
FONDAMENTALI NELL'ISTRUZIONE SCOLASTICA
Stabilire una rete su scala europea delle organizzazioni che
partecipano al programma per l'apprendimento permanente.
Stanziamento: 500.000 - GUUE 2011/C 180/15
Scadenza: 30 settembre 2011
MEDITERRANEO
PROGRAMMA OPERATIVO MED - Progetti strategici
- Miglioramento dell’accessibilità marittima
attraverso la multi modalità e l’intermodalità Sostegno all’uso delle tecnologie dell’informazione
- Rafforzamento della sicurezza marittima
Stanziamento: 36.000.000 - Programma MED 2007/2013
Scadenza: 30 settembre 2011
SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE
SANCO/2011/B3/GRANT AQSIQ-JA - INVITO A
PRESENTARE PROPOSTE PER SPECIFICHE
AZIONI DI SORVEGLIANZA CONGIUNTA (GPSD) COOPERAZIONE CON AQSIQ
Avviso con scadenza prorogata dal 15/09 al 30/09/2011
Stanziamento: 150.000 - SANCO/2011/B3/GRANT AQSIQ-JA
Scadenza: 30 settembre 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-ICT-2011-SME-DCL: invito a presentare
proposte nell'ambito della priorità TECNOLOGIE
DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro di RST
Stanziamento: 35.000.000 - GUUE 2011/C 32/15
Scadenza: 28 settembre 2011
IMPRESE E INDUSTRIA
ENT/CIP/11/C/N02C011 - “SUPPORTING PUBLIC
PROCUREMENT OF INNOVATIVE SOLUTIONS:
NETWORKING AND FINANCING PROCUREMENT”
L'obiettivo dell’invito è quello di sostenere gli appalti pubblici per
l'acquisto di prodotti e servizi innovativi in settori strategici.
Stanziamento: 15.000.000 - ENT/CIP/11/C/N02C011
Scadenza: 27 settembre 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-HEALTH-2012-INNOVATION-2: invito a
presentare proposte per la priorità SALUTE
nell'ambito del programma specifico
'COOPERAZIONE' del VII Programma Quadro
Rafforzare la capacità di innovazione delle industrie europee
Stanziamento: 108.000.000 - GUUE 2011/C 213/09
Scadenza: 27 settembre 2011
OCCUPAZIONE, AFFARI SOCIALI E PARI
OPPORTUNITA’
VP/2011/007 - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE
SULLE POLITICHE INNOVATIVE A SOSTEGNO
DELL’INVECCHIAMENTO SANO E ATTIVO
Finanziare l'assistenza a lungo termine per le persone anziane
Stanziamento: 2.000.000 - VP/2011/007
Scadenza: 26 settembre 2011
AVVISO: Per maggiori dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete
dei Bandi in scadenza a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, nonché gennaio 2012, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento.
Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
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24 Settembre 2011
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