Convegno per la giornata internazionale contro la violenza sulle
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Convegno per la giornata internazionale contro la violenza sulle
Convegno per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne Giorno 24 Novembre si è tenuto presso il teatro del Liceo classico Ven. I.Capizzi un convegno organizzato dal Consiglio delle donne. A tale convegno hanno partecipato il vicesindaco Nunzio Saitta, Padre Albert Niyonzima, la psicologa del Telefono Rosa Patrizia Portale la preside dell’istituto ospitante Grazia Emmanuele e ovviamente la presidente del Consiglio delle donne Tina Gaspare. Erano presenti alcune classi della scuola media brontese, dell’istituto tecnico commerciale Radice e del liceo classico stesso. Il convegno è stato aperto dal vicesindaco Saitta che, rivolgendosi ai ragazzi, ha ribadito il valore dell’ascolto perché con l’avvento delle nuove comunicazioni “social” non vi sono piu filtri per la raccolta delle informazioni, bisogna riflettere seriamente sulle tematiche importanti della vita perché essa stessa è diventata difficile. La preside G. Emmanuele ha continuato ribadendo ai giovani uditori che non si può essere protagonisti se non si analizzano e si scelgono gli avvenimenti. La realtà cambia se noi cambiamo, ognuno nella sua vita quotidiana deve non provocare, non isolare gli altri soltanto cosi si abolirà ogni forma di violenza. Ha infatti invitato tutti i presenti ognuno nella propria vita quotidiana a riflettere per tutta la settimana su questo genere di tematiche perché la violenza può colpire chiunque senza distinzione di sesso, età, classe sociale ciò che preoccupa è la cultura dell’indifferenza. Si è poi passati alla proiezione del cortometraggio “Una su tre” di Nerina Fiumano’che ha dato spunti di riflessione su di una tematica cosi forte perché al suo interno sono state raccontate esperienze di violenza in vari modi c’è chi le racconta perchè le ha vissute sulla propria pelle ma c’erano anche figure professionali come avvocati penalisti, assistenti sociali, psicologhe che avevano un unico filo comune: ribadire che con la violenza c’è la volontà di infliggere una sofferenza continua e prolungata nel tempo, come sostiene anche il codice penale. Due ragazzi dell’Istituto tecnico commerciale Radice hanno letto delle testimonianze di vita raccolte in un libro scritto da Serena Dandini dal titolo “ Ferite a morte “ che nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. La psicologa del Telefono rosa di Bronte P.Portale ha ribadito con fermezza che se una donna subisse una qualsiasi forma di violenza è inutile pensare che l’altra persona cambi e che non rifarrà mai lo stesso sbaglio, noi non abbiamo questa responsabilità, siamo solo noi stessi a decidere ciò che è giusto per noi, per la nostra stessa persona, ogni donna o uomo che sia deve raggiungere un livello di consapevolezza tale da capire se quella persona ci fa stare bene ma non dobbiamo mai negare la presenza di atteggiamenti violenti in una relazione nel caso ci fossero. Padre Albert ha continuato il dibattito raccontando il ruolo che la donna ha avuto all’interno della Chiesa, ha tracciato un excursus storico ed alla fine ha concluso che nella relazione fra uomo e donna vi deve essere un’esigenza di complementarietà. Tina Gaspare, presidente del Consiglio delle donne, ha ringraziato tutti coloro che sono intervenuti ed ha tenuto a specificare che la parola chiave delle relazioni sociali deve essere il rispetto, secondo il suo pensiero la violenza sulle donne si combatte con: La prevenzione degli eventuali avvenimenti violenti; La protezione di coloro che subiscono gli effetti di tali forme di violenza; La punizione di coloro o di chi in generale si è fatto autore di eventi violenti. Vorrei concludere con le parole della preside G. Emmanuele:” Non ci può essere una civiltà tecnologica, del benessere se c’è discriminazione “ e per riprendere un’espressione di una donna vittima di violenza che ha raccontato la sua esperienza a Serena Dandini bisogna evitare a tutti i costi anche solo di pensare che davanti ad episodi di violenza …”A volte si fa prima a non dire niente”. L’addetto stampa Dott.ssa Debora Leanza