Verona Fedele, testo completo recensione

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Verona Fedele, testo completo recensione
| 15 GIUGNO 2014
RUBRICHE
SPIATO IN TV di Giuseppe Begnigni
SUL GRANDE SCHERMO di Carlo Ridolfi
Dolore esibito in cambio di una casa
E
xtreme makeover home edition Italia è
certamente uno dei titoli più lunghi
che abbia mai avuto un programma televisivo. Alessia Marcuzzi, a metà tra le delicatezze di una fata turchina e la determinazione di un capocantiere, regala a una
famiglia in difficoltà una nuova abitazione munita di ogni confort personalizzato
nel giro di una sola settimana.
L’idea del programma arriva in Italia dopo che il pubblico ha potuto seguire sulle
reti Mediaset tutte e dieci le edizioni americane. Riuscire a realizzare un’impresa
del genere in così poco tempo è paradossale in un Paese come il nostro, dove per
avere un piccolo permesso di modifica
per un’abitazione possono passare anche
diversi mesi. Da qui si misura il potere
che la televisione ha ancora oggi, come
già faceva all’inizio degli anni Ottanta Mike Bongiorno con il suo telequiz I sogni
nel cassetto. Il piccolo schermo però non è
un ente di beneficenza, non dà niente per
niente. Si può ricevere una casa nuova a
patto di dover spiattellare in faccia ai telespettatori tutte le proprie difficoltà, i propri dolori, le cose inconfessabili all’insegna del più scontato “dolorismo” che fa
sempre audience. Il copione sta tutto qui:
prima la lacrima e poi il sorriso in
un lieto fine già scritto.
Nello scontro tra questi sentimenti si alimenta la grande attesa del telespettatore che in maniera semplicistica s’identifica con i protagonisti
di questo miracolo catodico. Mentre
Molto più di una partita a calciobalilla
la famiglia in questione è mandata in ferie, una squadra intera di operai e volontari, coordinati da tre professionisti del
settore – l’architetto Nicola Saraceno, l’arredatore d’interni Fabrizio Vilardo e il
progettista di giardini Luca Pirani – al grido: «Si può fare» s’impegna alacremente
per realizzare l’opera.
Con i toni dell’epopea popolare la conduttrice ritma i tempi della settimana come si fosse in un reality, visto che il programma appartiene a questo tipo di trasmissioni. Pare che la Marcuzzi sia rimasta ancora nella casa del Grande Fratello,
dove ogni sciocchezza era raccontata come fosse l’evento del secolo. In realtà, il
programma non pare molto di più un telefilm americano con attori mediocri, assolutamente finto e costruito ad hoc.
L’aver esagerato nella dose dei sentimenti
ha trasformato una favola moderna in
commedia. Quando la televisione fa da
assistente sociale più che aiutare a capire
la realtà fornisce solo illusioni meschine
sulla pelle della gente. Meglio una casa
vecchia magari non del tutto dignitosa,
una sofferenza nascosta, rispetto a una vita violata nella privacy, esibita a uso e consumo delle telecamere.
Extreme makeover home edition Italia
Lunedì ore 21.10
Canale 5
Forse era inevitabile, forse si poteva an- mettendo in palio la sopravvivenza della
che evitare, ma nell’anno dei campionati stessa comunità urbana.
La sceneggiatura ha qualche momento
mondiali di calcio esce sui nostri schermi
un film di animazione, prodotto in Spa- brillante e altri in cui fatica e arranca. Dogna nel 2013, dedicato proprio allo sport po il prologo – che cita con grande diverpiù popolare del pianeta. Con una parti- timento una famosissima scena di 2001:
colarità significativa, che lo dovrebbe far Odissea nello spazio, ipotizzando, forse
apprezzare non solo ai più piccoli, ma an- non siamo lontani dal vero, che l’origine
che a chi ha qualche anno di più e ha pas- della civiltà umana non stia nella scopersato non poche giornate della propria in- ta di un’arma, ma in una partita di pallofanzia e adolescenza negli oratori parroc- ne – ci si perde in vari momenti, prima di
chiali. Goool!, infatti, ha come coprotago- arrivare alla partita finale.
L’ultimo quarto d’ora del film, la sua
nisti della vicenda i giocatori di quello
che qui viene chiamato biliardino, che da parte migliore, è dedicata alla fatal tenzonoi era un tempo conosciuto come cal- ne, nella quale sia l’improbabilissima
ciobalilla, che forse adesso porta il nome compagine messa insieme da Amadeo
di calcetto. Insomma, di quel gioco che (un clochard, l’anziano parroco, un ladro
e la sua guardia, tra gli
ancora appassiona e dialtri), sia le due miniverte e che proprio dallo
squadre del calciobalilla
spagnolo Alejandro Finiche si schierano nascoste
sterre fu inventato negli
nell’erba per aiutare il loanni Trenta del secolo
ro amico mettono in scescorso.
na azioni di gioco e gag
Il giovane protagonicomiche una più diversta, Amadeo, è un piccotente dell’altra.
lo campioncino, che ha
Alla fine la partita vera
la ventura di sconfiggere
è quella che si gioca tra
in una vibrante partita
Amadeo diventato adulGrosso, il bullo del paeto e padre di un adolese, causandogli un trauscente e quest’ultimo,
ma dal quale non riusciche sembra non avere
rà più a uscire. Tornato
stima del padre. Anche
anni dopo con propositi
grazie alle magie del caldi tremenda vendetta,
Goool! cetto, succederà un picGrosso, diventato il pa(Spagna, 2013) colo miracolo di riconcidrone della città di origiregia: liazione familiare, che
ne, sfiderà Amadeo a orJuan Josè Campanella conclude un film con
ganizzare una squadra
Animazione CGI 3D non pochi difetti e qualche si cimenti col suo tedurata: 106 min. che buon merito.
am di campionissimi,
IN LIBRERIA di Maurizio Schoepflin
L’ANGOLO DELLA POESIA
Santi e animali: l’Eden è anche su questa terra
S
an Colombano aggiogò l’orso che
aveva divorato il bue che trasportava il materiale per la costruzione del
monastero di Bobbio, e da quel momento l’orso gli fu compagno e utile
collaboratore. Santa Brigida benedì un
cinghiale che aveva attaccato un branco di maiali del monastero, e l’animale
selvatico cominciò a comportarsi come se fosse domestico. San Bartolomeo, eremita in Irlanda, godeva dell’amicizia di una gabbianella, che
mangiava e giocava con lui. San Rocco, caduto vittima della peste nera e
scambiato per un folle, si rifugiò in un
bosco, dove per dieci giorni un cane lo
sfamò e gli leccò le piaghe. Queste e
tante altre narrazioni edificanti, che
hanno per protagonisti santi e animali,
si possono leggere in un singolare libro che Guidalberto Bormolini ha dato recentemente alle stampe.
Ma in esso non troviamo soltanto
una serie di storie: l’autore vuol farci
riflettere su contenuti profondi. Infatti, nel capitolo finale del volume, intitolato Nostalgia delle origini, egli stesso ci indica la chiave di lettura dell’intero saggio: “Lo storico delle religioni
Mircea Eliade – scrive Bormolini – ha
evidenziato come nell’essere umano
viva una nostalgia struggente e ineludibile, la nostalgia dell’Eden. […] Ma
non è detto che il ‘luogo’ dove è collocato il giardino incantato sia distante
dall’umanità. […] Quando uno trasforma il proprio caos interiore, cioè il
disordine delle potenze che animano
il corpo, in un cosmos, cioè in qualcosa
che manifesta ordine, armonia e bellezza, diventa un’immagine dell’universo incontaminato. […] Per ritrova-
re l’Eden perduto occorre quindi ritrovare la strada del proprio cuore”. Dunque – conclude Bormolini – è nel lasciarsi ardere dal fuoco dell’amore per
Dio, per gli altri, per tutte le creature,
che l’uomo potrà sentirsi di nuovo a
casa, in quel paradiso dove regnano la
Bellezza, la Giustizia e l’Armonia che
tanto ha desiderato e desidera.
Nel suo ampio volume, l’autore propone un excursus assai interessante
sul tema del legame esistente tra l’uomo e gli animali. Prima di tutto analizza il rapporto delle grandi religioni
con il mondo animale, e nota come sia
nelle antiche culture, orientali e occidentali, sia nelle civiltà contemporanee tale relazione abbia assunto significati simbolici molto interessanti, che
hanno dato vita a un universo fantastico e metaforico che ha permeato
tutti gli ambiti della cultura. Nel mondo greco classico e nella letteratura
monastica alcune caratteristiche psi-
Guidalberto Bormolini
I santi e gli animali. L’Eden ritrovato
Libreria Editrice Fiorentina
pagg. 342 - euro 18
25
cologiche dell’uomo sono spesso accostate a quelle degli animali. I Padri
della Chiesa ebbero una concezione
positiva del creato, e ciò ha sicuramente contribuito all’affermarsi di
una visione armonica del rapporto tra
l’uomo, il mondo animale e la natura
nella sua globalità. Il legame armonioso con il mondo animale caratterizza
gran parte della tradizione monastica
primitiva, alla quale è legato il fiorire
di leggende e aneddoti pieni di figure
animali fantastiche. Nel mondo occidentale Francesco d’Assisi è il simbolo
dei santi amanti del creato, ma altri
condivisero la sua sensibilità, come testimoniano varie leggende agiografiche, alcune delle quali rimandano a
fatti reali; e il rapporto speciale che il
Poverello instaurò con il mondo animale non è un esempio raro e insolito,
ma si inserisce all’interno di una tradizione plurisecolare. Inoltre, in tutti i
contesti religiosi sono presenti le figure del saggio e del santo capaci di ammansire le bestie feroci.
Un interessante capitolo è dedicato
al tema del reciproco soccorso tra santi e animali: il lettore potrà conoscere
storie suggestive di santi che hanno
curato animali, di animali divenuti
collaboratori, guide e difensori di santi, e che addirittura sono risorti grazie
all’azione di un santo.
Il libro di Bormolini si presenta come un utile strumento per affinare la
nostra sensibilità verso un tema che
suscita un interesse sempre crescente, e si propone come “una guida” per
avvicinarsi a quell’Eden di cui l’uomo
continua ad avere una profonda nostalgia.
Fruscii
Fu solo ieri
che la voce dei venti
cantava alla vita
e la rugiada del mattino
danzava nel cuore.
Fu solo ieri
che suoni di voci
si posarono nel silenzio,
incoronando la morte.
Ma tutte le cose
appartengono a Te!
Dio di ogni universo.
Quando liuti, arpe,
campane e tamburi
suoneranno
e gli accordi romperanno
il silenzio, la vita sarà solo
un fruscìo nel cielo.
Dio... Signore... Padre...
lascia che il poeta
ponga
fra le innumerevoli stelle
il suo lumicino.
Maria Penello
a cura di Lucia Beltrame Menini