Magazine di approfondimento Aletti Certificate – 24 ottobre 2016

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Magazine di approfondimento Aletti Certificate – 24 ottobre 2016
Magazine di approfondimento Aletti Certificate – 24 ottobre 2016
PERFORMANCE DEGLI INDICI
(Valori al 21 ottobre 2016 - Variazioni dal 14 ottobre al 21 ottobre 2016)
Valore
Var % sett
FTSE MIB
DAX30
EURO
STOXX 50
17.166,76
10.710,73
3.077,65
101,83
296,65
3,47%
1,23%
1,73%
6,22%
1,37%
S&P500
NIKKEI225
EURO STOXX EURO STOXX
NASDAQ100
TELECOM
UTILITIES
EURO STOXX EURO STOXX
BANKS
OIL&GAS
Valore
319,78
251,00
4.851,86
2.141,16
17.184,59
Var % sett
2,00%
1,76%
0,90%
0,38%
1,95%
IN EVIDENZA SUI MERCATI AZIONARI
Settimana praticamente invariata per i mercati azionari americani penalizzati dal movimento del
dollaro che è andato rafforzandosi raggiungendo i massimi delle ultime 34 settimane contro l’euro. I
mercati credono così sempre di più nella possibilità che la Fed americana decida di aumentare nuovamente
il costo del denaro entro la fine dell’anno. Continua intanto la nuova stagione di comunicazioni di dati
trimestrali con più del 20% delle società appartenenti all’S&P500 che hanno reso noti i risultati di bilancio
con una sorpresa sull’utile per azione che si attesta al momento al +6,7% con il contributo in particolare
del comparto dei finanziari con una sorpresa del +11,2% e dei titoli legati al petrolio che hanno registrato
una sorpresa sull’eps del +18,8%. Il Dow Jones ha così registrato una performance appena positiva del
+0,04%, S&P500 +0,38% e Nasdaq Comp +0,83%. Tra i settori hanno particolarmente sovraperformato
l’indice di riferimento dell’S&P500 le investment bank +2,67%, bancari +2,05. Petroliferi in lieve progresso
dello 0,3% con il greggio Wti che ha registrato nella settimana appena trascorsa una performance positiva
del +0,99% a 50,85$ al barile. All’interno dell’indice del Dow Jones titoli migliori American Express
+11,99%, United Health Group +8,55%. Titolo peggiore Travelers -5,85%.
Settimana complessivamente positiva per i mercati azionari europei sostenuti dalle performance
particolarmente al rialzo dei comparti dei bancari e delle materie prime nella settimana che ha visto anche
la riunione della Bce concludersi senza nuovi interventi in termini di politica monetaria. Il Presidente della
Bce Mario Draghi considera improbabile un brusco termine con il mercato che ora attende eventuali
integrazioni o modifiche dell’attuale piano di Qe a dicembre quando saranno formulate le nuove previsioni
economiche. Comparto bancario sostenuto anche dall’andamento di Deutsche Bank +7% nella settimana e
in rialzo di oltre il 30% dai minimi dello scorso 30 settembre su voci di interventi nel capitale dei soci
stranieri. Lo Stoxx 600 ha così archiviato la settimana con un rialzo del +1,3%, EuroStoxx in progresso del
+1,6% e Eurostoxx50 +1,7%. Tra i singoli paesi il Dax ha registrato una progresso del +1,2%, Ftse100 ha
limitato i guadagni al +0,1%, Cac +1,5% performance negativa invece da parte dello Smi -0,7%. L’Ibex
spagnolo +3,8% con il rendimento del Bonos a 10 anni che è diminuito di -1bps all’1,115%, Portogallo
+2,3%, Grecia in rialzo del +0,8% e Irlanda +2,2%. Tra i settori dello Stoxx600 hanno archiviato la
settimana con performance particolarmente al di sopra della parità i comparti delle banche +5,1%, materie
prime +4,1% e retailers +2,2%. In calo invece soltanto i comparti dei media -0,8%, alimentari -0,4% e
beni di consumo -0,3% Petroliferi in rialzo del +1,3%. Tra i migliori indici in questa settimana, il FtseMib
ha registrato una performance positiva del +3,5%, beneficiando della sovraperformance delle banche con
il rendimento del Btp a 10 anni praticamente stabile -0,6bps all’1,374% con lo spread rispetto al bund di
pari durata in aumento di 4,6bps dai 132.24 bps della settimana precedente.
IN EVIDENZA SUL MERCATO DEI CAMBI
(Valori al 21 ottobre 2016 - Variazioni dal 14 ottobre al 21 ottobre 2016)
EUR/USD
EUR/CHF
EUR/GBP
EUR/JPY
EUR/HKD
Valore
1,0884
1,0816
0,8900
112,95
8,4445
Var % sett
-0,80%
-0,47%
-1,15%
-1,19%
-0,80%
Nella parte finale della scorsa settimana, il cross
eurodollaro è stato caratterizzato con ancora
maggior forza dalla fase di intenso deprezzamento
attivatasi dalla seconda decade di ottobre ed è
approdato sui minimi degli ultimi sette mesi in area 1,0870.
Il vistoso recupero di direzionalità del tasso di cambio, che
ha quale determinante primaria la maggior forza delle
statistiche macroeconomiche statunitensi e la maggiore
aggressività delle aspettative sulla politica monetaria della
Federal Reserve, ha tratto importante alimento dalle
indicazioni complessivamente accomodanti emerse dalla
riunione della Bce del 20 ottobre. Nella conferenza stampa
tenuta al termine del meeting il presidente della banca
centrale Draghi ha sottolineato che al momento il Consiglio
non ha discusso né ipotesi di allungamento né di
progressiva rimozione del programma di Qe, rinviando alla
riunione di dicembre la definizione di un piano complessivo
di rimodulazione della politica monetaria e smorzando le
paure di un arresto brusco della fase ultraespansiva della
policy. A ciò si è aggiunta, appunto, la solidità del quadro
macro statunitense, con segnali piuttosto diffusi ed
uniformi di superamento della fase critica che aveva
contrassegnato il mese di agosto e convergenti indicazioni
di accelerazione della congiuntura nella parte finale
dell’anno. Il mercato per tutta la scorsa settimana ha
quindi scontato con probabilità prossima al 70% la
possibilità di una stretta della banca centrale statunitense
nel meeting del prossimo 14 dicembre.
Anche il cross euro yen ha chiuso la settimana con un
deciso tono ribassista, approdando sui minimi dalla fine
dello scorso mese di settembre, in area 113.
Modesto impulso discendente anche nei confronti della -1,5%
sterlina, che ha chiuso la settimana appena sopra 0,89.
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio è
rimasto in oscillazione nel range al di sopra dei 50 dollari al
barile, chiudendo poi la settimana nell’area corrispondente
ai massimi dalla fine dello scorso mese di maggio.
Euro-Sterlina
Euro-Yen
Euro-Dollaro
-1,0%
-0,5%
0,0%
IN EVIDENZA SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI
(Valori al 21 ottobre 2016 - Variazioni dal 14 ottobre al 21 ottobre 2016)
TITOLO
2 ANNI
5 ANNI
10 ANNI
30 ANNI
REND. (%)
VAR BP
REND. (%)
VAR BP
REND. (%)
VAR BP
REND. (%)
VAR BP
Btp
-0,07
1
0,36
1
1,37
-1
2,48
-4
Bund
-0,66
0
-0,50
-1
0,01
-5
0,62
-6
T-Bond
0,82
-1
1,24
-4
1,73
-6
2,48
-7
Gilt
0,24
3
0,49
3
1,09
-1
1,73
-3
JGB
-0,25
2
-0,20
1
-0,05
0
0,51
1
Sul secondario i rendimenti obbligazionari di
tutti i paesi core sono diminuiti la scorsa settimana
riflettendo le attese della riunione della Banca Centrale
Europea, che si è conclusa giovedì senza alcuna
modifica all’attuale assetto di politica monetaria. I tassi
di riferimento sono stati confermati ai livelli attuali, con
il tasso di rifinanziamento principale che resta così a
zero e il tasso sui depositi a -0,4%. Il presidente Draghi
ha sottolineato che ogni decisione sul potenziamento
del programma di Quantitative Easing è stata
rimandata a dicembre. A tale proposito, Draghi ha
comunque aggiunto che un'interruzione improvvisa
degli acquisti è improbabile. Il presidente ha quindi
spiegato che nell'opinione del consiglio della Bce "i tassi
negativi non minacciano il meccanismo di trasmissione
della politica monetaria" e che "i tassi negativi
funzionano". Infine il presidente ha precisato che i tassi
attuali hanno generato un'inflazione aggiuntiva di 1,4
punti percentuali e una crescita aggiuntiva di 1,3 punti
percentuali.
L’abbassamento ha interessato contemporaneamente
tutta la curva dei rendimenti, ricomprendendo il tratto a
breve termine e quello a lungo termine. Il tasso
decennale statunitense è calato di -6,3 bp arrivando a
1,73%. Per quanto riguarda il titolo decennale tedesco,
ha chiuso la settimana con una variazione al ribasso di
-5,20 bp, a 0,01%. Questo andamento generale tra i
paesi core ha influenzato anche la periferia dell’area
anche se non ha interessato tutte le scadenze nella
stessa maniera, come per esempio in Italia, dove i tassi
sono rimasti pressoché stabili (decennale -0,6 bp a
1,37%), o sono scesi in Portogallo con il decennale in
calo di 10,8 bp al 3,19%. Anche il decennale spagnolo
ha chiuso la settimana a 1,12%, in calo di -1,00bp,
totalizzando da inizio anno una variazione di -66 bp.
10 anni
T-BOND
2 anni
10 anni
BUND
2 anni
-8
-6
-4
-2
0
MACROECONOMIA
Confermata in crescita l’inflazione dell’Eurozona nel mese di settembre,
con conseguente affievolimento dei timori di deflazione nati nei mesi precedenti dalla
caduta delle quotazioni del petrolio. Secondo l’Ufficio statistico europeo (Eurostat),
nel mese di settembre i prezzi al consumo sono saliti dello 0,4% su base tendenziale,
come indicato nella stima flash di fine settembre e dal consensus. Nel mese di agosto
si era registrato un rialzo dello 0,2%. Anche su base mensile i prezzi al consumo
sono saliti dello 0,4% dopo lo 0,1% di agosto, confermando anche in questo caso le
aspettative. L’inflazione core (depurata dalle componenti più volatili quali cibi freschi,
energia, alcool e tabacco) evidenzia un incremento dello 0,8% su base annua, come
ad agosto, lontano dal target del 2% fissato dalla BCE. Il dato relativo alla fiducia
dei consumatori, come emerge dalla stima flash della Commissione
europea, è cresciuta per il secondo mese consecutivo, come atteso, a -8 punti
a ottobre dai -8,2 di settembre. Nei paesi dell'Unione Europea, la fiducia è scesa di
0,1 punti rispetto al mese precedente, a -6,5 punti, secondo la nota della
Commissione. L’indice della fiducia ha continuato a migliorare nel mese di ottobre
nella zona euro, in quanto le famiglie hanno beneficiano dei prezzi più bassi del
petrolio e una ripresa economica che ha contribuito a migliorare le condizioni del
mercato del lavoro negli ultimi due anni. Il sentiment dei consumatori relativamente
elevato rappresenta un fondamento per la ripresa dell’area. Il tasso di
disoccupazione della zona euro è rimasto stabile al 10,1% da aprile, valore
che corrisponde ai minimi dal 2011, inferiore per due punti pieni al picco del 12,1%
del 2013.
I prezzi al consumo negli Stati Uniti a settembre sono saliti, in linea con le
attese del consenso, dell’1,5% su base tendenziale, raggiungendo il tasso di crescita
massimo da ottobre 2014 e segnalando come l'inflazione si stia muovendo più
rapidamente verso l'obiettivo della Fed. L’accelerazione rispetto alla rilevazione
precedente, è in gran parte attribuibile al contributo meno negativo della
componente energetica, la cui flessione si è attenuata a -2,9% a/a da -9,2% a/a di
agosto. L’inflazione core (al netto di alimentari ed energia) ha evidenziato un
incremento del 2,2% su base annua, un decimo in meno rispetto ad agosto. A livello
congiunturale, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,3%,
in accelerazione rispetto all’aumento dello 0,2% del mese precedente, segnando
l’aumento maggiore degli ultimi cinque mesi, mentre l’indice core si è attestato in
crescita di appena lo 0,1%, rispetto al +0,3% di agosto. La debolezza della
componente core è stata controbilanciata dal forte aumento dei prezzi energetici
che, dopo la lettura flat di agosto, hanno evidenziato un rialzo del 2,9% m/m.
La produzione industriale è aumentata dello 0,1% m/m a settembre,
confermando le aspettative di mercato. Tenendo in considerazione la composizione
di questo indice (settore estrattivo, manifatturiero e servizi di pubblica utilità)
possiamo affermare che hanno dato un contributo positivo tanto il rimbalzo
registrato nel settore manifatturiero, quanto quello del comparto estrattivo, che è
tornato a crescere; il comparto dei servizi è invece sceso (-1%) rispetto al mese
precedente.
EUROPA
STATI
UNITI
Infine, per quanto riguarda l’andamento del settore immobiliare
residenziale, il tasso di crescita annuo dei nuovi cantieri abitativi ha registrato
a settembre un inatteso ribasso del -9,0% m/m, il secondo consecutivo dopo
quello del -5,6% m/m di agosto. Il numero di nuove costruzioni ha così
raggiunto il minimo da marzo 2015, mentre gi economisti si aspettavano un
rimbalzo del 2,9% m/m. Contemporaneamente, i nuovi permessi edilizi, che
anticipano di qualche mese l’apertura dei cantieri, hanno mostrato un
incremento mensile del 6,3% indicando una possibile ripresa delle costruzioni
residenziali nei prossimi mesi.
L'istituto governativo National Bureau of statistics of China ha reso
noto che nel terzo trimestre 2016 il prodotto cinese è aumentato al
tasso annuo del 6,7%, valore in linea con il dato del periodo precedente e
con le attese e che risulta compatibile con il target fissato dal governo per
l'intero 2016 (6,5%-7%). In termini trimestrali, il sistema ha invece accelerato
all’1,8%, in linea alle attese. Il dato suggerisce una significativa tenuta del ciclo
economico e conferma la prospettiva di rallentamento ordinato del sistema. La
crescita è stata trainata principalmente dal comparto immobiliare e dagli
investimenti pubblici, mentre gli investimenti privati e le esportazioni sono
rimaste deboli. Per quanto riguarda la tornata di dati relativi a settembre, gli
investimenti sono saliti dell’8,2% a/a nei primi 9 mesi del 2016, con il settore
privato che ha registrato un progresso di appena il 2,5%. Ha deluso, invece, la
produzione industriale che ha mostrato un incremento del 6,1% su anno a
fronte di attese per 6,4% (nel mese di agosto la crescita ammontava a 6,3%).
Infine le vendite al dettaglio hanno leggermente accelerato in linea con il
consensus registrando un +10,7% su anno a fronte del 10,6% ad agosto.
CINA
24-ott
24-ott
24-ott
01:50
02:30
09:00
JN
JN
FR
Bilancia comm
Nikkei Giappone PMI Manif
Markit PMI Composto Francia
Sep
Oct P
Oct P
¥366.1b
-52,8
-¥19.2b
50,4
52,7
24-ott
09:30
GE
Markit/BME PMI Composto Germania
Oct P
53,3
52,8
24-ott
24-ott
24-ott
25-ott
25-ott
26-ott
26-ott
26-ott
26-ott
27-ott
27-ott
27-ott
27-ott
27-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
28-ott
10:00
10:00
10:00
10:00
16:00
03:45
10:00
14:30
16:00
03:30
09:30
10:00
10:30
14:30
01:30
01:30
01:30
07:30
08:45
08:45
09:00
09:00
09:00
11:00
12:30
14:00
14:30
16:00
EC
EC
EC
GE
US
CH
IT
US
US
CH
SW
EC
UK
US
JN
JN
JN
FR
FR
FR
AS
SP
SP
EC
RU
GE
US
US
Markit PMI manifatturiero Eurozona
Markit PMI Servizi Eurozona
Markit PMI Composto Eurozona
IFO Clima commerciale
Indice fiducia consumatori
Westpac-MNI Consumer Sentiment
Vendite al dettaglio m/m
Bilancia commerciale anticipo beni
Vendite case nuove
Industrial Profits YoY
Tassi Riksbank
Attività liquide M3 a/a
PIL t/t
Ordini beni durevoli
Disoccupazione
Spesa della famiglia a/a
CPI nazle sz prodotti freschi a/a
PIL t/t
CPI Armonizzato UE m/m
Spesa al consumo m/m
PIL destag t/t
CPI Armonizzato UE m/m
PIL t/t
Fiducia economica
Tasso chiave
CPI Armonizzato UE m/m
PIL Annualizzato t/t
U. of Mich. Sentimento
Oct P
Oct P
Oct P
Oct
Oct
Oct
Aug
Sep
Sep
Sep
Oct 27
Sep
3Q A
Sep P
Sep
Sep
Sep
3Q A
Oct P
Sep
3Q
Oct P
3Q P
Oct
Oct 28
Oct P
3Q A
Oct F
52,6
52,4
52,8
109,6
101
-0,40%
-$60.5b
602k
--5,10%
0,30%
0,10%
3,10%
-2,70%
-0,50%
0,30%
0,20%
0,10%
-0,60%
0,70%
104,8
10,00%
0,10%
2,50%
88,1
52,6
52,2
52,6
109,5
104,1
115,2
-0,30%
-$59.2b
609k
19,50%
-0,50%
5,10%
0,70%
0,10%
3,10%
-4,60%
-0,50%
-0,10%
-0,20%
0,70%
0,10%
0,70%
0,80%
104,9
10,00%
0,00%
1,40%
87,9
F
P
S
finale
preliminare
seconda stima
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