Sussidio quaresima 2016

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Sussidio quaresima 2016
Quaresima 2016
Opera di misericordia corporale: Alloggiare i pellegrini
Questo opera di misericordia nasceva dal bisogno di alloggiare chi si metteva in viaggio per i pellegrinaggi a Roma, Gerusalemme, Santiago...migliaia di persone che percorrevano continenti e nazioni a piedi, durante un viaggio lungo mesi e che
avevano bisogno di dormire e mangiare oppure di essere curati se nel percorso si ammalavano...Era quindi una eccellente
opera di carità. Oggi potrebbe sembrare superata dato che i pellegrinaggi nei luoghi di grande spiritualità sono minori rispetto a ieri e comunque non si va più a piedi ma siamo tutti motorizzati...Che senso può avere allora questa opera di misericordia?. Ci sono anche oggi persone che migrano, si spostano, non per recarsi in luoghi santi a pregare e onorare Dio ma
perché fuggono dalle loro realtà invivibili a causa della guerra, persecuzione, fame...Il pellegrino oggi è il viandante, chi non
si può fermare in un luogo per vivere ma deve sempre fuggire, spostarsi...trovare sistemazioni precarie...
Dai ospitalità se:
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Non tieni sfitta la seconda o terza casa per paura che te la rovinano o perché non ti paghino
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Consideri i profughi, gli stranieri come segni di benedizione invece che problemi da allontanare
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Accogli nella tua casa per un certo numero di giorni chi non sa dove andare o ha bisogno urgente di essere alloggiato
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Film consigliato: La prima neve (2013) di Andrea Segre
Opera di misericordia spirituale: consolare gli afflitti
E’ un vero e proprio ministero, quello della consolazione. Molto raro da trovare perché siate tutti facili a dare qualche parolina di conforto a chi sta attraversando momenti difficili, una pacca sulla spalla, una parola di incoraggiamento...ma la misericordia nascosta in quest’opera va più nel profondo. Significa far entrare quella persona con la sua sofferenza nella mia vita
tanto che io non lo lasci più “solo” nella sua afflizione. E non è questione di compagnia tout court ma di aiutare l’altro a
trovare un senso al suo soffrire, a fargli vedere l’alba che la notte nasconde, a far rileggere la vita dell’altro alla luce delle
meraviglia che Dio ha compiuto già nella sua vita….Non è cosa da poco. Abbiamo tutti bisogno di gente che sa consolare
perché vive in sintonia con lo Spirito Santo, il Consolatore.
Potrai consolare se:
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Sai ascoltare ne profondo la sofferenza dell’altro
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Ti poni accano a chi è triste scoraggiato...come un fratello che condivide quel disagio senza fare la predica
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Ti rendi presente fisicamente e non solo con sms, o mess su Fb…..
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Condividi la tua esperienza di Dio per fr comprendere che Dio è Padre e vegli su tutti noi
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Non biasimi mai chi sta soffrendo….
Film consigliato: Chiamatemi Francesco (2015) di Daniele Luchetti
IV domenica di quaresima - Vangelo secondo Lc 15,1-3.11-32
La pagina del Vangelo che oggi la liturgia ci offre nella domenica laetare è quella splendida e famosissima del Padre misericordioso. Una pagina conosciutissima e ultramoderna, eppure poco capita e resa operativa. La parabola innanzitutto è
triplice perché comprende anche le altre due parabolette con cui inizia il cap 15 del Vangelo lucano: la pecora smarrita e la
dracma perduta. Si tratta di una sola parabola con quella odierna dove Gesù cerca di far comprendere ai farisei(pronti a
giudicare tutti e non on mettersi in discussione) chi è il Padre e come Egli ama. La prima parabola della pecora smarrita ci
racconta l’amore folle di Dio per ciascuno di noi. Chi lascerebbe 99 pecore senza sicurezza, nel deserto per cercare quella
smarrita? Nessuno, è folle. Bene Gesù dice: Dio ama con un amore folle. Seconda parabola, la donna che perde un denaro
e non si dà pace finchè non lo abbia ritrovato. Perché questa donna non si dà pace? Perché deve rendere conto al marito e
sa che se non ritrova ciò che ha perduto può essere ripudiata, quindi la sua vita cambierebbe del tutto e in maniera drammatica: la sua sopravvivenza, senza tutela maschile sarebbe stata legata all’esercizio della prostituitone. Quindi è necessario, urgente, trovare il sodino perso. Dio ama così, non si dà pace finchè non ritrova chi ha perduto, perché non può sopportare il pensiero che quel suo figlio si perda per sempre. Dopo aver presentato Dio in questi termini, Gesù passa a spiegare con la parabola più lunga del padre e dei due figli, il modo di amare di Dio: un Dio misericordioso. Un Dio che ci lascia
liberi di sbagliare, peccare, allontanarci da lui (figlio minore) ed è sempre pronto a riabbracciarci perché i suoi occhi sono
fissi su di noi, sulla via del ritorno. E quando decidiamo a tornare ci fa ri-nascere a vita nuova, Non siamo più peccatori ma
diventiamo migliori di prima, degni di fiducia, stima perché Dio guarda sempre non a ciò che siamo o siamo stati, ma a ciò
che possiamo diventare. Lui” sogna” sempre su di noi. Ecco la gioia del ritorno. Dio è felice per ogni figlio che ritorna a Lui .
Ecco allora che dobbiamo sgombrare il campo da ragionamenti servili e meritocratici (fratello maggiore) e riconoscere che
siamo figli di un padre amorevole, che il suo amore è gratuito e non bada ai nostri presunti meriti. Questo Dio, usa la sua
pedagogia d’amore nei nostri riguardi attraverso eventi, situazioni, fatti che ci mettono in crisi e davanti ai quali dobbiamo
prendere una decisione, fare delle scelte (carestia, fame e musica e danze della parabola). Dio ci aspetta al varco attraverso ciò che avviene nella nostra vita, nella nostra quotidianità: un fatto, una persona incontrata, un evento piacevole o meno, una sofferenza, malattia, una gioia, un traguardo raggiunto...i nostri stessi bisogni. Dio si serve di tutto per farci riflettere e rientrare in noi stessi, anche dei nostri peccati sei serve per raggiungerci. A noi compete solo la decisione di ritornare.
Se non c’è quella non accadrà nulla e mai potremo gustare la gioia del ritorno e della ri-nascita. Sì, Dio è padre e madre (la
madre dei due fratelli non campare) che ci rigenera con la sua misericordia. L’etimologia del termine misericordia in ebraico è duplice: hesed che significa Dio è fedele sempre, cioè ti ama con amore fedele, per sempre e poi rahamin cioè utero
materno, Dio ti fa ri– nascere attraverso la sua misericordia. Prendiamo oggi la decisione di ritornare al Padre, un Padre
infinitamente buono che ci supera con la sua logica d’amore folle. Rileggiamo la nostra storia d’amore con lui per ricordarci quante volte si è fatto presente in eventi, circostanze, fatti...e non lo abbiamo riconosciuto...Entriamo nel profondo del
cuore per capire se ancora pensiamo di “meritare” qualcosa da Dio...che Egli ci ama gratis così come siamo, come nessuno
fa. Se questo è l’amore misericordioso di Dio, sapremo essere misericordiosi come lui?
“Chiediamo al Signore la grazia della fedeltà. E il primo passo per andare su questa strada della fedeltà è sentirsi peccatore. Se tu non ti senti peccatore, hai incominciato male. Chiediamo la grazia che il nostro cuore non si indurisca, che sia
aperto alla misericordia di Dio, e la grazia della fedeltà. Papa Francesco