Tutti insieme separatamente in America

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Tutti insieme separatamente in America
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CORRIER EC ON OM I A
LUNEDÌ 10 OTTOBRE 2005
In copertina
Le due capitali del debito
Viste da lontano
L’altra diplomazia Non è ben chiaro quanto costino le iniziative, peraltro sponsorizzate dai privati. Quello che è certo è che non sostengono il sistema Italia
Tutti insieme separatamente in America
Il sindaco di Milano e la Lombardia. Poi il governatore del Lazio. Promuovono l’Italia locale a New York
DI MARIA TERESA COMETTO
«Certo, i vostri gala sono
un successo. Chi
rinuncerebbe a una cena
italiana? Ma, spente
le luci, finisce tutto»
zio, Piero Marrazzo (centrosinistra), legato a New York perché ci
era cresciuta la mamma italoamericana, in questa città vuole al
più presto organizzare un evento, grande almeno come la settimana «Lazio: Roma e oltre» del
suo predecessore Francesco Storace (An), svoltasi nella primavera 2004 al Puck Building di Soho.
Marrazzo sta valutando anche se
aprire una propria sede a
Manhattan, come hanno già fatto
Campania e Toscana e, secondo
indiscrezioni, faranno Sicilia e
Calabria. A fine novembre-inizio
dicembre, con Marrazzo nella
Grande Mela potrebbe «fare sistema» anche il Comune di Roma,
che in quel periodo nel 2004 aveva organizzato la «settimana della cucina romana a New York». Il
sindaco Walter Veltroni invece
viaggia solo, curando un profilo
politico con ambizioni nazionali.
Quanto costa tutto questo? La
missione lombardo-milanese secondo le fonti ufficiali peserà per
284 mila euro in tutto sui bilanci
La stanza dei bottoni
Imagoeconomica, Corbis
A
lla parata newyorkese
del Columbus Day di
quest’anno sfila una
quarantina di amministratori e funzionari
pubblici della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Milano. C’è il presidente
del Consiglio regionale, il leghista Attilio Fontana, il presidente
diessino della Provincia di Milano Filippo Penati, il sindaco milanese Gabriele Albertini di Forza
Italia. Tutti insieme a «fare sistema» per promuovere nella Grande Mela il turismo (laghi, terme,
golf), la cultura (La Scala), la moda «made in Milan» o «made in
Lombardy». Manca il presidente
della giunta Roberto Formigoni,
preso dalla crisi della sua coalizione, che comunque a New
York ci va da solo: l’anno scorso
aveva organizzato la «Primavera
lombarda negli Usa». Ci sono altre delegazioni italiane per il Columbus Day, soprattutto dal Sud.
E chi non c’è in questi giorni, ci
verrà a breve.
Il presidente della Regione La-
pubblici, con il resto delle spese
coperto da privati come San Pellegrino, Grana Padano, Federazione nazionale golf, sponsor della Regione e Banca Intesa, Fiera
Milano, Metropolitana milanese,
CityLife, sponsor del Comune di
Milano. La settimana di Storace
era costata 200 mila euro, oltre alle sponsorizzazioni private. Non
esistono però dati certi sul valore
totale delle iniziative estere, anno per anno, perché non aggregati in una sola voce nei bilanci delle amministrazioni pubbliche.
Sulla loro efficacia, il dibattito è
aperto.
Appuntamenti clou dei lombardi in questi giorni, per esempio,
sono due cene di gala, una della
Regione con gli operatori turistici
americani, una di Albertini «per
sviluppare relazioni privilegiate»
negli Usa. In vari punti della città
figurano poi opere o materiale
promozionale sulle «eccellenze»
di Milano e della Lombardia. Per
la Provincia milanese, che da sola conta 14 delegati, l’incontro
chiave è sulla «gestione delle acque», a parte il meeting di Penati
con gli attivisti newyorkesi dell’Ulivo per discutere delle primarie.
«Difficile dire quali sono stati finora i risultati concreti delle nostre missioni newyorkesi, iniziate
nel 2002 — ammette Font ana —.
L’anno scorso gli organizzatori
dei campionati mondiali di sci e
mountain bike si sono detti molto soddisfatti, così come gli sponsor Agusta (elicotteri) e le moto
Agusta. Noi offriamo un contenitore per mettersi in mostra e poi
sono i privati che devono darsi
da fare». Il Comune di Milano cita un aumento del 6% delle esportazioni di aziende milanesi verso
gli Usa nei primi sei mesi del
2005 rispetto al 2004 e una crescita del 10% di turisti americani nel
2004 sul 2003; risultati però in linea con la media nazionale.
Sui giornali newyorkesi esce
poco o niente di tutto questo.
Mercoledì scorso il New York Times ha parlato di cultura italiana
a proposito di Lorenzo Da Ponte,
il librettista di Mozart, celebrato
alla Columbia University insieme
a istituzioni viennesi, senza alcun contributo italiano. Diane
McNulty, direttore relazioni pubbliche del New York Times , precisa: «Poiché tutti i giorni a New
York ci sono centinaia di eventi
promozionali e celebrativi, non
abbiamo lo spazio o i giornalisti
per occuparci di quelli che si svolgono senza incidenti».
Certo, i gala sono un successo.
«Quando gli italiani annunciano
cene lussuose, giornalisti e tour
operator ci vanno — racconta
Maria Lisella, esperta italoamericana di turismo, da 20 anni giornalista a New York —. Chi non
«Per aver successo
occorre una vera
strategia di ingresso
in un nuovo mercato.
Improvvisare non serve»
Chiappori
A cura di Federico De Rosa e Raffaella Polato
Scalfarotto svela tutto a Formenton
Autore Ivan
Scalfarotto,
40 anni,
candidato del
centrosinistra
alle primarie
Ap
re: la Clayton, dicono, a San
Marino ha i giorni contati.
Non è solo l’effetto Ricucci.
Ma ha dato una mano.
***
Lo ha incuriosito. L’ha invitato in casa editrice. E da
quel primo incontro postvacanze nascerà presto un libro. Luca Formenton e
Ivan Scalfarotto sono ancora in fase di idea progetto: il
manager di Citigroup è fin
qui troppo impegnato, oltre
che dalla City, dalla campagna per le primarie a sinistra. Ma è per i «tipi» del Saggiatore made in Formenton
Fotogramma
S
un bel diploma in cornice e
un bel «dr.» sul biglietto da
visita. «Dr.», però, non «dottore»: l’esotica Clayton tutto
è fuorché università riconosciuta. E chi non ne può più
è la vera, legale, statale Università sammarinese. Ancora l’altro ieri si è presentato
uno «studente» tipo. Cinquantenne, milanese:
«Buongiorno, vorrei laurearmi», «Buongiorno, ecco corsi e piani di studi», «Scusi?
Non sono neanche diplomato. Però ho un’azienda». Un
incubo per il rettore, Giorgio Petroni . Ma sta per fini-
Imagoeconomica
Il manager unionista di Citigroup scriverà per il Saggiatore. Effetto Ricucci sulla Clayton
tefano Ricucci l’ha
detto, orgoglioso,
anche ai magistrati: «Sono odontotecnico, sì, ma ho pure un master alla Clyde».
Trascrizione errata: trattasi
di Clayton. University. Sede
(o almeno indirizzo per i pagamenti): Hong Kong. Ateneo (o meglio ufficio, due segretarie, un direttore-riscossore): a San Marino. Corsi
di «laurea»: vari ed eventuali. A costi in fondo modici e
per di più rateizzabili. Per
economia, per esempio, bastano 15 mila euro e ottieni
ama il buon vino italiano? Ma
quando la festa è finita, c’è il vuoto. Mi chiedo se una regione o
una città non farebbe meglio a
spendere gli stessi soldi con un’efficace campagna pubblicitaria
che duri nel tempo». «Per fare
marketing non basta una cena di
gala, dove vanno i soliti ospiti per
lo più italiani — concorda Alberto Bisin, bocconiano, docente di
Economia alla New York University —. Il problema è come misurare i risultati di queste iniziative,
ma credo nessuno l’abbia affrontato seriamente».
Dal Centro di Economia regionale dei trasporti e del turismo
dell’Università Bocconi di Milano, diretto da Lanfranco Senn,
confermano: «A nostra conoscenza non esistono studi scientifici
sull’impatto delle missioni istituzionali di "marketing territoriale"
a favore del turismo e degli scambi commerciali». Né esistono dati
in Confindustria, dove da un anno c’è l’ambasciatore Vincenzo
Petrone come responsabile degli
Affari internazionali, voluto dall’ex ministro Franco Frattini e da
Luca Montezemolo per coordinare le promozioni del made in
Italy. «Le iniziative decentrate di
regioni, province e comuni sono
infinite e non è facile esserne informati — dicono da Viale Astronomia —. Quando possiamo, interagiamo, ma molto spesso c’è
chi va all’estero per conto suo. È
proprio a questa frammentazione, a questo moltiplicarsi di delegazioni di vari livelli, e spesso in
sovrapposizione, che la strategia
di sistema Paese di Confindustria
vuole rispondere».
C’è chi osserva che spesso alle
delegazioni italiane manca il saper parlare in pubblico: per aiutarle a migliorarsi, il presidente
della Italy-America Chamber of
Commerce di New York Berardo
Paradiso ha organizzato un seminario il 21 ottobre a Roma, al ministero delle Attività produttive,
con Jack Franchetti, titolare della
società che ha curato l’immagine
di Bill Clinton. «Troppo spesso
gli amministratori italiani che
vengono qui si accontentano di
firmare "lettere d'intesa" e fare
un evento solo per dire "l’abbiamo fatto", scegliendo magari una
data sbagliata» aggiunge Gianfranco Zaccai, Ceo di Continuum
Design e presidente della Camera di Commercio italo-americana di Boston.
«Invece — conclude Zaccai —
bisognerebbe pianificare una
strategia come per entrare con
un nuovo prodotto su un nuovo
mercato».
Titoli Stefano
Ricucci e,
sopra, Luca
Formenton
che l’outsider unionista racconterà la sua esperienza di
incursore nella politica italiana.
***
«Sir, il vostro corrispondente non ha afferrato il
punto essenziale del melodramma Bankitalia…». Firmato: Piero Bronzi , 50025,
Montespertoli, Italia. Destinatario: Andrew Gowers , direttore, Financial Times ,
Londra Uk. Che con britannico fair play ha pubblicato
analisi e (garbata) tirata
d’orecchie alla stampa internazionale. Ma non nel senso che intende di solito, per
dire, Silvio Berlusconi . Anzi: «A meno che uno non capisca come politica, banche
e finanza siano in Italia strettamente intrecciate, è impossibile realizzare come
sia concepibile, per un Paese del G7, tollerare un tale
teatro. Oggi, nessuna istituzione di punta è totalmente
immune da patronage». J’accuse di un signor nessuno?
Non proprio. A Mr Gowers
farà piacere saperlo: nel curriculum di Bronzi, oggi in
pensione nel Chianti, ci sono Ocse, Fondazione Ford,
Onu, Banca Mondiale. E
ora, anche se per un giorno,
i Leaders & letters dell’Ft.
***
Vendemmia doppia, quest’anno, per Pietro Gussalli Beretta . Che già produceva 120 mila bottiglie l’anno
di rossi, bianchi e, ovviamente, spumanti docg della tenuta in Franciacorta. E
che ora diversifica ulteriormente: cantina allargata ai
rossi (soprattutto) dei vigneti appena comprati dallo Sparviere in terra toscana. Nel Chiantishire, of
course.