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«Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio» Mirandola, 20 giugno 2016 Indice 1. Il contesto 2. Le dinamiche all’interno del Cuore dell’Emilia 3. Focus sulle filiere produttive locali: analisi evolutiva 4. L’industria del futuro 2 > > 1. IL CONTESTO Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio ITALIA - IL PESO DEL SETTORE MANIFATTURIERO • La crisi ha eroso la base manifatturiera italiana, accentuando un calo di addetti e unità locali che era già iniziato precedentemente: si consideri che tra i censimenti del 2001 e del 2011 si è avuta una diminuzione di 930mila addetti (19,4%) e di oltre 100mila unità locali (-18,4%). • Il peso del manifatturiero sul totale dell’economia in Italia si è dunque ridotto, passando dal 18% nel 2007 al 15% nel 2014. Se consideriamo l’industria in senso allargato (manifattura e costruzioni) la quota di imprese è scesa dal 26,3% del 2011 al 25% del 2015. Italia – Distribuzione imprese per macro-settore di attività Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat e Eurostat Italia, Germania, Media UE – Incidenza % in termini di VA del manifatturiero sul PIL 4 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LE QUOTE DEL MANIFATTURIERO IN EUROPA • • • Cresce il peso dei paesi dell’Est Europa sul settore manifatturiero in Europa, mentre diminuisce l’incidenza di tutte le principali economie industrializzate, ad eccezione di Germania e Svizzera (che al contrario vedono aumentare la propria quota) e della Spagna che mantiene una quota pressoché invariata. L’Italia, pur occupando la seconda posizione dietro alla Germania, con una quota pari all’11,3% della produzione manifatturiera europea nel 2013, perde 1,9 punti percentuali rispetto al 2000, più di quanto registrato dalla Francia (-1,5). La contemporaneità dello sviluppo industriale nell’Est europeo e del rafforzamento della manifattura in Germania appare come il frutto di una crescente integrazione dei sistemi produttivi dell’Europa orientale con quello tedesco. Germania Svizzera Paesi dell’Est Fonte: dati Eurostat Italia Francia Regno Unito 5 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio L’ASSORBIMENTO OCCUPAZIONALE DEL MANIFATTURIERO • L’Italia è tuttora il primo paese europeo per numero di occupati nel settore manifatturiero nelle micro e piccole imprese fino a 20 addetti (che rappresentano lo ricordiamo il 93% delle imprese manifatturiere italiane). I lavoratori di queste imprese rappresentano il 22,8% degli occupati UE nelle micro e piccole imprese manifatturiere. • Le imprese manifatturiere con meno di 20 addetti in Italia assorbono il 39,1% degli occupati del settore, più di Spagna (31,1%), Francia (20,6%), Regno Unito (17,2%) e Germania (14,8%). • Tra le prime 30 regioni europee medio-grandi, l’Emilia Romagna si colloca al 27° posto con il 26,7% dell’occupazione manifatturiera preceduta dalle Marche (13° posto con il 30,3%) e dal Veneto (16° posto con il 28,4%) EU - Quota occupazione manifatturiera: prime 30 regioni, Anno 2014 EU - Occupati in micro e piccole imprese manifatturiere (meno di 20 addetti), Anno 2012 Fonte: elaborazioni Confartigianato su dati Eurostat 6 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio GLI INVESTIMENTI DEL SETTORE MANIFATTURIERO • L’Italia è in testa alla classifica per propensione a innovare delle sue imprese industriali (il 35% delle imprese ha introdotto innovazione di processo nel 2012). • Nonostante un’elevata propensione all’innovazione, la spesa in R&S (in termini di incidenza sul fatturato) risulta pari all’1 %, contro il 3,2% della Germania e il 2,8% della Francia. • Emerge dunque un disallineamento tra la percezione che le imprese hanno e l’effettivo investimento formale e strutturato nella ricerca scientifica applicata a quei prodotti e a quei processi. • Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, si registra un’inversione di tendenza: secondo le rilevazioni Eurostat, tra il 2007 e il 2012 la spesa in R&S è cresciuta in Italia del 25,5% a prezzi correnti, contro il 22,1% della Germania e il 4,0% della Francia. Indagine campionaria - Investimenti nel settore manifatturiero*, Anno 2012 % IMPRESE INNOVATIVE SUL TOTALE DEL SETTORE SPESA IN % SUL FATTURATO Innovazione di prodotto Innovazione di processo Spesa in R&S Altre spese in innovazione Germania 44% 31% 3,2 % 2,2 % Italia 32% 35% 1,0 % 0,9 % Francia 28% 28% 2,8 % 0,6 % Spagna 14% 19% 1,0 % 0,4 % Regno Unito 28% 17% 0,6 % 0,6 % PAESE *L’indagine campionaria è svolta dalla Community Innovation Survey (CIS, Eurostat) con cadenza triennale ed esclude dalla rilevazione le imprese con meno di 10 addetti. 7 > > 2. LE DINAMICHE ALL’INTERNO DEL CUORE DELL’EMILIA Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CALA IL NUMERO DI IMPRESE • Continua a calare il numero di imprese sul territorio (-3,6%) meno di quanto registrato nel complesso in regione (4,1%) ma più intensamente rispetto alla dinamica nazionale (-2,6%). Numero di imprese attive presenti sul territorio, Var.% 2015/09 Italia, Emilia Romagna, BO-MO-RE – Andamento imprese, Anno base 2009=100 2009 2015 BO-MO-RE 208.768 201.298 -3,6% Emilia-Romagna 427.890 410.280 -4,1% 5.283.531 5.144.383 -2,6% Italia Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere Var. 9 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio RICONFIGURAZIONE DEL TESSUTO PRODUTTIVO? • Cala di 6.522 unità il numero complessivo di imprese, a causa del trend negativo che caratterizza l’industria (-7%) e l’agricoltura (-14,1%). • Si accentua dunque il peso dei servizi sulle attività economiche radicate sul territorio (dal 54,7% al 57,5%). BO-MO-RE – Andamento imprese per tipologia di attività, Anno base 2009=100 - 3.911 agricoltura - 4.689 industria + 2.078 servizi BO-MO-RE – Quota imprese per macro-settore di attività Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere 10 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio NON È SOLO BOLOGNA A DETERMINARE LA TENUTA DEI SERVIZI Bologna – Andamento imprese per tipologia di attività, Anno base 2009=100 Si tratta di una dinamica comune a tutte e tre le province, diminuiscono in maniera più marcata le imprese dell’industria a Reggio (-9,8% contro il -6,2% di Modena e il -5,3% di Bologna) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere Modena – Andamento imprese per tipologia di attività, Anno base 2009=100 Reggio Emilia – Andamento imprese per tipologia di attività, Anno base 2009=100 11 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio QUALI SERVIZI • In un contesto di elevata mortalità, tengono le imprese occupate nei servizi (+1,8%) con, al contempo, alcuni comparti in crescita capaci di rispondere alle esigenze derivanti da alcune dinamiche di ampia portata (nascita di nuovo welfare, flussi migratori, riscoperta di una nuova socialità): Sanità e assistenza sociale +22,8% Attività legate a ristorazione e alloggio +10,1% Attività artistiche e ricerche +4,4% BO-MO-RE – Andamento imprese appartenenti ad alcuni comparti del macrosettore dei Servizi, Anno base 2009=100 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere 12 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LE IMPRESE «STRANIERE» L’imprenditoria straniera sembra sostenere il tessuto economico locale, in maniera però meno incisiva di quanto non accada mediamente sul territorio nazionale: • Le imprese a conduzione straniera aumentano del 15,6% nel territorio delle tre province contro il +18,7% della media nazionale; • Le imprese «italiane» calano del 5,4% a dispetto del -4,3% registrato su scala nazionale. BO-MO-RE – Imprese per nazionalità della proprietà -5,4% +15,6% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere 13 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio L’IMPRENDITORIA GIOVANILE • Cala il numero delle imprese di giovani imprenditori (-13,9% contro il -12,9% della media registrata nel Paese). • La componente straniera tiene di più (-2,6%) ma, di nuovo, meno di quanto non accada a livello nazionale dove il numero di imprese giovanili a conduzione straniera cresce del 3,3%. BO-MO-RE – Imprese giovanili per nazionalità della proprietà ITALIA e BO-MO-RE – Andamento imprese giovanili per nazionalità della proprietà, Anno base 2011=100 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere 14 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LA CRESCENTE RILEVANZA DELL’IMPRENDITORIA STRANIERA Imprese per nazionalità della proprietà ITALIA BO-MO-RE Imprese giovanili per nazionalità della proprietà BO-MO-RE Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere ITALIA 15 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio IL TRAINO RIMANE L’EXPORT? BO-MO-RE – Esportazioni, importazioni e saldo di bilancia commerciale EXPORT: +13,4% IMPORT: +4,5% Si tratta di territori fortemente orientati ai mercati esteri (€33,7 miliardi di export nel 2015), con un peso rilevante sia sull’economia regionale che su quella nazionale (seppur in calo rispetto al 2007). Nonostante una dimensione inferiore alla città capoluogo sia Reggio che Modena incidono significativamente sul totale esportato dal territorio. BO-MO-RE – Quote sull’export totale, Anno 2015 BO-MO-RE – Incidenza dell’export sul totale nazionale e regionale Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat 16 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio RICONFIGURAZIONE DEI MERCATI DI DESTINAZIONE BO-MO-RE – Quota di export per macro-aree geografiche di destinazione La riconfigurazione dell’export è il risultato di aree geografiche cha mostrano tassi di crescita di sviluppo industriale più sostenuto (Asia orientale e America settentrionale). BO-MO-RE – Quota di export per macro-aree geografiche di destinazione Appare diversa la propensione ai mercati delle imprese localizzate nelle tre province, in larga parte dovuto agli specifici legami commerciali delle filiere distrettuali (ad esempio Modena appare molto orientata ai mercati del Nord America). Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat 17 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LE ESPORTAZIONI MANIFATTURIERE • Va sottolineato come, a fronte del perdurare delle difficoltà economiche, il sistema manifatturiero abbia dimostrato capacità di reagire, soprattutto in certi comparti, proprio grazie all’export. • E’ soprattutto la meccanica a guidare l’export del territorio, con i macchinari a rappresentare il 33,1% del totale di esportazioni manifatturiere (in calo rispetto al 2007) e i mezzi di trasporto che, come i prodotti tessili e i prodotti alimentari, vedono crescere la propria quota rispetto altri comparti. BO-MO-RE – Incidenza dei comparti sull’export manifatturiero Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat 18 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio NASCITA DI NUOVE IMPRESE (STARTUP INNOVATIVE) • La regione Emilia Romagna si attesta al secondo posto per numero di startup innovative (646 - l’11,6% del totale in Italia secondo i dati aggiornati a maggio 2016). • Il 57% delle startup nate in regione (368) si localizza tra le province di Bologna, Modena e Reggio-Emilia. • Si tratta di imprese prevalentemente occupate nei servizi tecnologici, sviluppo software e ricerca scientifica, attività ricollegabili all’idea di «Nuova Industria». • Infatti, esiste una quota di imprese più rilevante di quanto non accada in altri contesti territoriali che svolge attività legate all’industria e all’artigianato, vocazione storica del territorio. Startup innovative per tipologia di attività, maggio 2016 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Registro Startup innovative Distribuzione delle 646 startup innovative in E-R, maggio 2016 19 > > 3. FOCUS SULLE FILIERE PRODUTTIVE LOCALI: ANALISI EVOLUTIVA Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LE DIRETTRICI DI COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE • Per ragionare in ottica prospettica e comprendere come concentrare gli sforzi per supportare il tessuto produttivo di un territorio dalla spiccata vocazione industriale come il Cuore dell’Emilia occorre capire se le grandi direttrici di crescita identificate dal mondo economico e accademico si siano effettivamente rivelate come la strada corretta da perseguire. • La letteratura e il dibattito economico erano concordi, agli albori della Grande Recessione come oggi, nel ritenere i seguenti fattori come determinanti per un’impresa desiderosa di accrescere la propria competitività: Una maggiore dimensione aziendale per agevolare l’accesso ai mercati esteri dove la domanda segue ritmi più sostenuti; Investimenti in progresso tecnologico e innovazione per accrescere la produttività; Limitare il ricorso ai mezzi finanziari esterni aumentando l’utilizzo del capitale proprio nell’operatività d’impresa. 21 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio OBIETTIVI DELL’ANALISI SULLE PERFORMANCE DELLE IMPRESE Sulla base delle direttrici di competitività delle imprese l’analisi delle performance mira a stabilire in maniera trasversale alle principali filiere produttive: 1. I punti di criticità della struttura economico – finanziaria delle imprese che sarebbero poi cessate (attraverso una fotografia al 2007 della situazione patrimoniale) evidenziando cosa le differenziava da quelle che invece sarebbero sopravvissute al periodo di crisi economica; 2. Il trend 2007-2014 delle imprese di settore rimaste attive e in particolare se queste si trovino all’uscita della crisi con parametri più idonei ad affrontare le crescenti sfide globali; 3. Su quali fattori hanno maggiormente puntato le imprese che sono riuscite a crescere di più in termini reddituali nel periodo di crisi. 22 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio METODOLOGIA: UN’ANALISI EVOLUTIVA A PARTIRE DAI BILANCI Indicatori: Ricavi delle vendite EBITDA Costi del Personale Ammortamenti Risultato Operativo Valore aggiunto Oneri finanziari Utile netto Dipendenti Patrimonio Netto Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni immateriali Debiti/v. banche entro l’esercizio Debiti/v. banche oltre l’esercizio Totale Debiti Totale ATTIVO/PASSIVO Giacenza media scorte (gg) Durata media crediti (gg) Durata media debiti (gg) Inoltre, sono state prese in considerazione opportune combinazioni di tali indicatori al fine di produrre indici sintetici di performance, redditività e solidità finanziaria, specie sotto il profilo dinamico. 23 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio Le principali filiere produttive Biomedicale Ceramica Meccanica Agroalimentare 24 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio BIOMEDICALE: LA FOTOGRAFIA AL 2007 Stato giuridico nel 2014 Attive N. % 127 92,0 11 8,0 138 100,0 Liquidazione/cessate Totale imprese campione Cessate Dimensione media (€ 000.) Attive 2007 367 EBITDA Margin 10,4% Costo del lavoro 15,7% Peso amm. 2,2% EBIT Margin 6,8% Valore Aggiunto su Ricavi Net Profit Margin Patrimonializzazione D/E Peso bancario su tot debito 26,4% 1,9% 15,0% 5,1 16,2% La dimensione sembra avere avuto un ruolo determinante, anche nel permettere maggiori investimenti e una migliore gestione crediti. Dimensione media (€ 000.) Le imprese sopravvissute erano già nel 2007 più solide, più equilibrate nell'esposizione. Valore Aggiunto su Ricavi 2007 5.054 EBITDA Margin 9,8% Costo del lavoro 22,1% Peso amm. 4,2% EBIT Margin 5,4% Net Profit Margin Patrimonializzazione D/E Peso bancario su tot debito 32,1% 2,8% 30,0% 2,1 23,9% Di cui Banche entro 86% Di cui Banche entro 53% Di cui Banche a lungo 14% Di cui Banche a lungo 47% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 25 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio BIOMEDICALE: LE IMPRESE CESSATE Imprese cessate - Ricavi e Costo di produzione, Anno base 2007=100 Le imprese cessate riportavano nel 2007 margini positivi addirittura superiori alle attive con un risultato netto in attivo. Ma il crollo di domanda del 2009, le persistenti difficoltà nel riscuotere i pagamenti dalla PA nonché la carenza di ulteriore supporto da canali di finanziamento esterni (in tal senso hanno giocato a sfavore sia una dimensione aziendale ridotta che livelli di esposizione già piuttosto elevati) hanno causato un crash di liquidità che le ha portate fuori dal mercato. Imprese cessate - Patrimonializzazione e Debiti Tempi di pagamento della PA (gg) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B e Assobiomedica 26 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio BIOMEDICALE: IL TREND 2007-2014 DELLE IMPRESE ATTIVE Imprese attive - Ricavi, EBITDA e EBIT, Anno base 2007=100 Le imprese rimaste attive hanno invece registrato un buon trend di crescita tra il 2007 e il 2014 (+35% i ricavi nel complesso), orientandosi nel tempo verso una maggiore solidità finanziaria (patrimonializzazione 30% nel 2007 42,5% nel 2014) Imprese attive - Patrimonializzazione Imprese attive - ROS e ROE Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 27 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio BIOMEDICALE: LE IMPRESE AL TOP Sulla base dell’evoluzione del risultato espresso dalla gestione caratteristica (che tiene conto della capacità manageriale di produrre ricavi a fronte dei costi necessari a generarli, oltreché degli investimenti effettuati - riflessi nell’ammontare annuo di ammortamenti materiali e immateriali). • Le imprese così individuate (il 20% delle imprese attive) producevano l’1,7% degli utili di settore nel 2007, mentre rappresentano il 17,3% nel 2014. • Queste imprese generano un valore aggiunto superiore e in costante crescita. Utile Netto (valori in € Migl.) Valore Aggiunto su Ricavi 17,3% 1,7% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 28 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio BIOMEDICALE: LE DETERMINANTI DI PERFORMANCE Cosa le distingue dalle altre imprese di settore? Su quali fattori hanno puntato maggiormente queste imprese? Maggiori investimenti in macchinari, attrezzature e ricerca Maggiore solidità nei momenti critici Ammortamenti su ricavi Patrimonializzazione Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 29 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CERAMICA: LA FOTOGRAFIA AL 2007 Stato giuridico nel 2014 N. Attive Liquidazione/cessate/insolventi Cessate per fusione Totale imprese campione Cessate Dimensione media (€ 000.) % 167 35 8 210 79,5 16,7 3,8 100 Attive 2007 12.810 EBITDA Margin 2,0% Costo del lavoro 21,3% La dimensione d’impresa si è rivelata importante. Nel 2007 le imprese che sarebbero sopravvissute erano già più redditizie, più solide e più equilibrate nell’esposizione ai mezzi finanziari esterni. Dimensione media (€ 000.) 12,6% Costo del lavoro 20,8% Peso amm. 4,2% EBIT Margin 8,0% 3,5% EBIT Margin -2,0% Valore Aggiunto su Ricavi 23,6% Net Profit Margin -2,8% Net Profit Margin Patrimonializzazione 13,3% Patrimonializzazione Peso bancario su tot debito 5,9 45,5% 26.182 EBITDA Margin Peso amm. D/E 2007 Valore Aggiunto su Ricavi D/E Peso bancario su tot debito 33,5% 3,7% 37,7% 1,5 44,9% Di cui Banche entro 57% Di cui Banche entro 47% Di cui Banche a lungo 43% Di cui Banche a lungo 53% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 30 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CERAMICA: LE IMPRESE CESSATE Imprese cessate - Ricavi e Costo di produzione, Anno base 2007=100 Queste imprese, già in difficoltà nel 2007, hanno provato ad avviare un processo di capitalizzazione a fronte di un incremento e una riconfigurazione dell’indebitamento bancario, ma sono state travolte dalla crisi di domanda del 2009. Imprese cessate - Patrimonializzazione e Debiti Imprese cessate - Composizione dell’indebitamento bancario Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 31 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CERAMICA: IL TREND 2007-2014 DELLE IMPRESE ATTIVE Imprese attive - Ricavi, EBITDA e EBIT, Anno base 2007=100 Anche le imprese rimaste attive hanno sofferto pesantemente gli esiti delle due ondate recessive (2009 e 2012); il settore nel suo complesso non è riuscito tuttora a tornare ai volumi d’affari generati nel precrisi. L’orientamento in generale è stato quello di convergere verso una maggiore solidità finanziaria. Imprese attive - Patrimonializzazione Imprese attive - ROS e ROE Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 32 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CERAMICA: LE IMPRESE AL TOP Le imprese più performanti (il 20% delle imprese di settore): • Producevano l’1,5% degli utili di settore nel 2007, mentre rappresentano l’80,5% nel 2014. • Generano un valore aggiunto superiore e in costante crescita. Valore Aggiunto su Ricavi Utile Netto (valori in € Migl.) 80,5% 1,5% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 33 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio CERAMICA: LE DETERMINANTI DI PERFORMANCE Cosa le distingue dalle altre imprese di settore? Su quali fattori hanno puntato maggiormente queste imprese? Sull’efficientamento e quindi sul miglioramento della marginalità Partendo da livelli di solidità inferiore, sono riuscite quasi a raddoppiare il livello di patrimonializzazione EBITDA Margin Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B Patrimonializzazione 34 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio MECCANICA: LA FOTOGRAFIA AL 2007 Stato giuridico nel 2014 N. Attive Liquidazione/cessate/insolventi Cessate per fusione Totale imprese campione Cessate Dimensione media (€ 000.) 86,2 11,2 2,6 100 Attive 4.435 4,2% Costo del lavoro 17,3% Peso amm. 2,6% EBIT Margin 1,4% Valore Aggiunto su Ricavi 21,7% Net Profit Margin -2,3% Patrimonializzazione 14,7% Peso bancario su tot debito 1.256 163 38 1.457 2007 EBITDA Margin D/E % 5,4 41,0% La dimensione sembra avere rivestito un ruolo rilevante. Tuttavia, già nel 2007, le imprese che sarebbero sopravvissute mostravano indici di redditività migliori, maggiore solidità finanziaria, un’esposizione debitoria più equilibrata. Dimensione media (€ 000.) 2007 12.658 EBITDA Margin 10,7% Costo del lavoro 15,2% Peso amm. 3,0% EBIT Margin 7,5% Valore Aggiunto su Ricavi Net Profit Margin Patrimonializzazione D/E Peso bancario su tot debito 26,7% 4,9% 34,4% 1,7 27,6% Di cui Banche entro 74% Di cui Banche entro 60% Di cui Banche a lungo 26% Di cui Banche a lungo 40% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 35 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio MECCANICA: LE IMPRESE CESSATE Imprese cessate - Ricavi e Costo di produzione, Anno base 2007=100 Queste imprese, già in difficoltà nella gestione operativa nel 2007 (risultato netto in perdita), hanno visto crollare ordinativi e fatturato nel 2009 e gli alti costi fissi di produzione hanno inciso pesantemente sulla redditività. Imprese cessate - Patrimonializzazione e Debiti Non hanno ampliato l’indebitamento e dal 2008 il livello di capitalizzazione è crollato. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 36 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio MECCANICA: IL TREND 2007-2014 DELLE IMPRESE ATTIVE Imprese attive - Ricavi, EBITDA e EBIT, Anno base 2007=100 Anche le imprese attive hanno subito un pesantissimo contraccolpo nel 2009, per poi però vedere un recupero di ricavi e margini, anche se la redditività non è tornata ai livelli pre-crisi. In generale si osserva la convergenza verso una maggiore solidità finanziaria. Imprese attive - Patrimonializzazione Imprese attive - ROS e ROE Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 37 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio MECCANICA: LE IMPRESE AL TOP Le imprese più performanti in base all’evoluzione del risultato espresso dalla gestione caratteristica (il 20% delle imprese di settore) realizzavano l’1% degli utili di settore nel 2007, mentre rappresentano il 29,5% nel 2014. Utile Netto (€ Migl.) 29,5% 1,0% 29,5% 1,0% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 38 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio MECCANICA: LE DETERMINANTI DI PERFORMANCE Cosa le distingue dalle altre imprese di settore? Su quali fattori hanno puntato maggiormente queste imprese? Maggiori investimenti in macchinari, attrezzature e ricerca tra il 2007 e il 2010 Partendo da livelli inferiori, è aumentato a un ritmo superiore il ricorso all’autofinanziamento Ammortamenti su ricavi Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B Patrimonializzazione 39 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio AGROALIMENTARE: LA FOTOGRAFIA AL 2007 Stato giuridico nel 2014 N. Attive Liquidazione/cessate/insolventi Cessate per fusione Totale imprese campione Cessate EBITDA Margin -2,1% Costo del lavoro 7,5% Peso amm. 1,5% EBIT Margin -3,9% 5,4% Net Profit Margin -5,1% Patrimonializzazione 18,5% Peso bancario su tot debito 85,2 11,4 3,4 100 Attive 8.593 D/E 426 57 17 500 2007 Dimensione media (€ 000.) Valore Aggiunto su Ricavi % 4,2 64,5% La dimensione sembra avere giocato un ruolo rilevante. Già nel 2007 le imprese rimaste attive mostravano indici di redditività migliori, una maggiore solidità finanziaria e un’esposizione debitoria più equilibrata. Dimensione media (€ 000.) 2007 17.530 EBITDA Margin 6,4% Costo del lavoro 8,6% Peso amm. 3,3% EBIT Margin 2,9% Valore Aggiunto su Ricavi Net Profit Margin Patrimonializzazione D/E Peso bancario su tot debito 15,1% 0,3% 26,8% 2,5 48,6% Di cui Banche entro 69% Di cui Banche entro 54% Di cui Banche a lungo 31% Di cui Banche a lungo 46% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 40 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio AGROALIMENTARE: LE IMPRESE CESSATE Imprese cessate - Ricavi e Costo di produzione, Anno base 2007=100 Già nel 2007 una componente dei costi di produzione molto rilevante (materia prima) incideva pesantemente sui ricavi prodotti. La ridotta incidenza degli ammortamenti potrebbe indicare che sono avvenuti meno investimenti durante il pre-crisi. Imprese cessate - Patrimonializzazione e Debiti A dispetto di ridotti livelli di patrimonializzazione queste imprese sono riuscite ad incrementare l’indebitamento per far fronte alle contingenze, ma il crollo della domanda del 2009 prima e il sisma del 2012 in un secondo momento ne hanno decretato l’uscita dal mercato. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 41 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio AGROALIMENTARE: IL TREND 2007-2014 DELLE IMPRESE ATTIVE Imprese attive - Ricavi, EBITDA e EBIT, Anno base 2007=100 L’eterogeneità del campione e la presenza di alcuni big di settore rendono meno agevole l’interpretazione dell’andamento generale. Si nota tuttavia, come negli altri settori, una convergenza verso livelli di solidità patrimoniale superiori. Imprese attive - Patrimonializzazione Imprese attive - ROS e ROE Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 42 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio AGROALIMENTARE: LE IMPRESE AL TOP Le imprese più performanti in base all’evoluzione del risultato espresso dalla gestione caratteristica (il 20% delle imprese di settore) producevano una perdita aggregata nel 2007, il 36% degli utili di settore nel 2011 e il 67,4% nel 2014. Utile Netto (€ Migl.) Utile Netto (€ Migl.) 67,4% 36,0% 67,4% n,s. 36,0% n,s. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B 43 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio AGROALIMENTARE: LE DETERMINANTI DI PERFORMANCE Cosa le distingue dalle altre imprese di settore? Su quali fattori hanno puntato maggiormente queste imprese? Maggiori investimenti in macchinari, attrezzature e ricerca Sull’efficientamento e quindi sul miglioramento della marginalità EBITDA Margin Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CRIF-Cribis D&B Ammortamenti su ricavi 44 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio LE ESIGENZE DEL TESSUTO PRODUTTIVO LOCALE La flessibilità del sistema creditizio • Nell’accompagnare la trasformazione internazionale delle imprese attraverso la valorizzazione locale • Nel valutare la diversità delle imprese Una crescita non solo dimensionale delle imprese • Non si intravedono ancora significativi processi di strutturazione dimensionale delle imprese • Intercambio generazionale e formazione alla managerialità d’impresa Burocrazia e cuneo fiscale • Rimane tuttora troppo elevata la pressione fiscale e difficoltosa l’intrapresa Investimenti mirati alle nuove tecnologie • E’ in atto una trasformazione dei processi produttivi attraverso nuovi sistemi digitali che riconfigurerà i rapporti di relazione all’interno delle filiere e intrafiliere 45 > > 4. L’INDUSTRIA DEL FUTURO Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio INDUSTRIA 4.0 • IL PARADIGMA – I sistemi di produzione industriale si preparano ad un ulteriore salto tecnologico guidato dalla trasformazione digitale dei processi, sempre più automatizzati ed interconnessi • OBIETTIVO EUROPEO – Portare il PIL relativo al settore manifatturiero dall’attuale 15% al 20% del totale europeo entro il 2020 (+6 milioni di posti di lavoro) • PERCHÉ – La manifattura rimane il più forte attivatore occupazionale, si dirige sempre di più verso i mercati globali e rappresenta la principale fonte di innovazione e di progresso tecnico-organizzativo Sistemi cyber-fisici Realtà aumentata Robot e cobot Manifattu ra additiva Internet of things • COME Aumento del volume di dati, della potenza di calcolo e della connettività attraverso l’utilizzo di big data, open data, Internet of Things, machine-to-machine e cloud computing Sviluppo di analytics e soluzioni di business intelligence Nuove forme di interazione uomo-macchina (interfacce touch e sistemi di realtà aumentata) Miglioramento nel trasferimento di istruzioni digitali al mondo reale (robotica avanzata e stampanti 3D) Cloud Big data Cyber- sicurezza 47 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio GLI ALTRI PAESI 48 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio E L’ITALIA? Il piano «Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero» A novembre 2015 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha annunciato il piano Industry 4.0 tracciando 8 aree di intervento per promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale: 1. Rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione 2. Favorire la crescita dimensionale delle imprese 3. Favorire la nuova imprenditorialità innovativa 4. Definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo 5. Garantire la sicurezza delle reti (cybersecurity) e la tutela della privacy 6. Assicurare adeguate infrastrutture di rete 7. Diffondere le competenze per Industry 4.0 8. Canalizzare le risorse finanziarie 49 Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio I NODI Ritardo nell’implementazione di programmi coordinati a livello istituzionale Mancanza di un modello strutturato e sistemico di poli di innovazione e centri di competenza Difficoltà nel favorire il trasferimento tecnologico Ritardo nel processo di digitalizzazione e messa in sicurezza dei dati (cybersecurity) Formare le competenze 50 Report: Analisi delle filiere produttive locali e ruolo del mercato creditizio Redazione a cura di: Nomisma - Società di Studi Economici S.p.a. Strada Maggiore, 44 - 40125 Bologna www.nomisma.it Gruppo di lavoro: Costanza ARLOTTI Francesco CAPOBIANCO Boris POPOV Giulio SANTAGATA Luigi SCAROLA