La casa delle meraviglie

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La casa delle meraviglie
MUSEO POLDI PEZZOLI — SERVIZI EDUCATIVI
La casa delle meraviglie
Gian Giacomo Poldi Pezzoli nasce a Milano nel 1822. All’epoca del ritratto è maggiorenne e ha ereditato il patrimonio del padre. Inizia la sistemazione della casa e i suoi costosissimi acquisti: prima armi e armature e poi dipinti, sculture, tappeti, tessuti, oreficerie, orologi, ceramiche.
Muore nel 1879, senza figli, lasciando scritto nel suo testamento segreto
che il suo appartamento, con l’armeria, i quadri, le opere d’arte, la biblioteca, i mobili dovrà essere mantenuto “ad uso e beneficio pubblico in
perpetuo”: diventare un museo.
Il Museo Poldi Pezzoli apre le sue sale al pubblico nel 1881.
La bella fontana di marmo progettata proprio per questo ambiente
ha uno stemma con le iniziali di Poldi Pezzoli e due angeli di bronzo
del XVIII secolo che provengono dalla chiesa milanese di
sant’Eustorgio.
Cosa ci fa una fontana “dentro” un palazzo?
In realtà il soffitto era un tempo un lucernario di
vetri colorati con figure di putti e fiori. Si può
immaginare l’effetto della luce che si rifletteva
sull’acqua.
Il lucernario va in pezzi nell’estate del 1943,
quando una notte d’agosto gli aerei inglesi
sganciano sul centro di Milano 1250 tonnellate
di bombe esplosive e incendiarie.
Il museo è quasi completamente distrutto: di affreschi, stucchi,
intagli, pavimenti, camini, non resta quasi nulla.
E le opere? Per fortuna tutte le raccolte erano state portate in
salvo. Ritorneranno al loro posto quando, finita la guerra, il palazzo sarà ricostruito.
Oggi le sale del Museo sono 27: alcune sono moderne; altre, in
cui si è cercato di mantenere la ricca atmosfera ottocentesca,
sono le sale storiche: la Saletta degli stucchi, la Sala nera, la
Stanza da letto, lo Studiolo, il Salone dorato.
Nel Salone dorato sono esposti i capolavori della pittura tra cui il famoso Ritratto
di donna di Piero del Pollaiolo, diventato il simbolo del museo.
Dalla finestra del Salone si vede il bel giardino interno al palazzo. È un
giardino nascosto, come voleva la tradizione delle abitazioni signorili del
centro di Milano. La stessa via Manzoni all’epoca si chiamava Corsia del
Giardino.
La camera da letto è chiamata anche “Sala dei vetri antichi di Murano” perché vi è esposta una bella collezione
di vetri, circa 200, soprattutto veneziani.
All’epoca di Gian Giacomo la stanza era rivestita di legno di noce. Possiamo vederla nel dipinto di Luigi Bisi, in
cui compare anche l’enorme letto intagliato andato perduto.
In questa sala sono esposti alcuni ritratti di Gian Giacomo e un pastello che raffigura sua madre, Rosa Trivulzio. Accanto alla stanza da letto c’è lo studiolo di Gian
Giacomo, chiamato “di Dante” per le decorazioni sulle
pareti e le vetrate che mostrano il poeta e personaggi
della Divina Commedia.
Lo studiolo è l’unico ambiente che è stato possibile ricostruire dopo la distruzione della
guerra. Era una vera e propria stanza delle
meraviglie. Gian Giacomo, come un principe
del rinascimento, l’aveva riempita di oggetti
preziosi accumulati nelle vetrine.
Ancora oggi troviamo
nello studiolo il busto di marmo di
Rosa Trivulzio, opera di Lorenzo
Bartolini.
Poldi Pezzoli lo teneva vicino alla
sua scrivania, con al collo una delle
collane preferite della madre. È la
collana con i cammei esposta nella
Sala degli ori.
Le armi erano state la prima passione del giovane Gian Giacomo,
che apposta per loro aveva fatto allestire da un pittore-scenografo
del teatro alla Scala una meravigliosa sala neomedievale.
Dal 2000 le armi e le armature sono
esposte nella Sala d’Armi progettata
dall’artista contemporaneo Arnaldo
Pomodoro.
Nella vetrina centrale puoi vedere una
doppietta e una coppia di pistole per il
tiro al bersaglio con le iniziali di Gian
Giacomo.
A cura di Maria Teresa Balboni Brizza e Marina Sambuy. Milano 2009