il sommario - Gruppo SIMS
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Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 Via S. Stagi, 81 55045 – Pietrasanta (LU) Tel/Fax 0584/72600– email:[email protected] s Caro signor Waters, ono la madre di un tossicodipendente da eroina che ha perso la vita per un overdose il 16 Aprile 2001 all'età di 19 anni. E' stato "pulito" per 7 mesi ed aveva lottato per ben 2 anni per resistere in stato di recupero.C'è stato un tempo nel quale mio figlio Robby Nunes aveva intrapreso un trattamento di Mantenimento Metadonico. Ma la nostra famiglia e gli amici tutti lo scoraggiarono e lui ha seguito i nostri consigli.Lo volevamo "pulito" e libero da ogni sostanza. Ci sono tali e tanti pregiudizi sul Mantenimento Metadonico! Robby ha così provato programmi in stato di ricovero ed ambulatoriali, ed ha frequentato gli incontri dei Narcotici Anonimi. Tristemente, però, una sola ricaduta gli è costata la giovane vita.Da allora ho incontrato tanta gente in Mantenimento Metadonico che stanno bene anche dopo essere ricaduti tante volte. La maggior parte di loro non sono riusciti a recuperare senza l'aiuto di questa medicina salva vita. Magari se anche noi, come famiglia, avessimo avuto queste informazioni anni fa! Avremmo potuto salvare la vita di mio figlio. Adesso non posso più salvarlo, ma vorrei poter fare tutto ciò che posso per salvare almeno altre vite.La tossicodipendenza è una malattia che miete migliaia di vittime ogni anno. Per questo non sono che una madre che piange il figlio, e La prego con tutto il cuore perché faccia tutto il possibile per rimuovere lo stigma connesso con la tossicodipendenza e per rendere il Mantenimento Metadonico disponibile ed accessibile ad ogni paziente. E' importante che Lei ed il Suo staff siate informati per poi informare correttamente il pubblico sulle diverse modalità di trattamento, senza escludere il Mantenimento Metadonico. E chiedo anche che sosteniate la possibilità per i tossicodipendenti attivi di ricoverarsi a prezzi accessibili.La ringrazio per l'attenzione. Sandi Daoust 1145 South 1180 East Springville, UT 84663 801 489 5422 Joselyn Woods, Presidente del NAMA (National Alliance of MethadoneAdvocates) mi segnala una lettera commovente che è stata spedita al capo dell'Office of National Drug Control Policy della Casa Bianca, John P. Waters (come dire il nostro prefetto Soggiu) da una madre che ha perduto un figlio per overdose. Una lettera che parla da sola. Se volete scriverle, aggiunge J. W., fatelo liberamente. La propongo perché il caso non è altro che uno dei tanti. La fortissima, sincera, determinata "motivazione a uscirne" senza cure, secondo il desiderio della famiglia, del prete, degli amici ed attualmente, anche del governo, ha condotto alla morte centinaia di povere vittime. Ed il panorama non sembra volgere al meglio!!!!! URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm È arrivato !! Il Governo, attraverso una dichiarazione del Vice Presidente del Consiglio On. Gianfranco Fini, ha messo in agenda la creazione di quel progetto per la lotta alla droga di cui tanto si era parlato in campagna elettorale. Le prime dichiarazioni di intenti sono state chiarissime: spazio alle Comunità astinenziali e ai programmi di “drug – free”; eliminazione delle agevolazioni di accesso alle cure farmacologiche con metadone, specialmente per i programmi di mantenimento in quanto, a dire del Governo, il metadone è una droga, ergo, non si può combattere una droga sostituendola con un’altra (sic); creazione di spot televisivi sulla parola d’ordine “o ci sei o ti fai”, mandati in onda massicciamente nelle televisioni con il messaggio principale, sempre il solito da più di 30 anni, “ ce la puoi fare, mettici la volontà e ne uscirai!”; non più distinguo tra droghe “leggere” e “pesanti”, sono tutte pericolose allo stesso modo. A fronte di questa restaurazione proibizionista che rimette in discus(Continua a pagina 2) IL SOMMARIO • il m.llo e il confidente pag 3 • da san patrignano… pag. 4 • non si può proibire il piacere pag. 4 • a chi si e a chi no! pag. 5 • l’ascesa di muccioli pag. 6 • il carcere fa male pag. 6 • storia completa dei FATTONI animati pag. 7 • un po’ di buon senso pag. 8 Impaginazione e ricerca internet di Nando Melillo. Pag.1 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 GANDA FATTA SULLA PELLE DEI TOSSICODIPENDENTI. sione tutti i passi in avanti fatti dalla ricerca scientifica, dalle Mandare in onda alla TV uno spot in cui dei ragazzi dicono politiche e dalle conseguenti pratiche nella riduzione del danall’amico tossico di “smettere” e lui, finalmente, capisce e no, si abbatte questa scure che taglia di netto la priorità medidice: “con la volontà ce la posso fare”, è dare a chi lo guarda co – scientifica nella cura di una malattia qual’è la TD, sostiUN MESSAGGIO PERICOLOSO. Affermo questo perché tutti tuendola con presunti valori e giuste punizioni a chi contrae sanno (psicologi e non…) che mai come nell’età adolescenziale tale malattia. Non mi risulta che ai malati di cuore o di polci si sente come “padroni del mondo e capaci di fare tutto”. moni a causa del fumo di sigarette o di un’alimentazione sbaMettetevi nei panni di un 16-18enne e figuratevi se “la televigliata o per una disfunzione organica, vengano tolte le cure sione” dice che se ti droghi puoi smettere con la forza di volonfarmacologiche sostituendole con spot televisivi e parole tà: “continuo a drogarmi, tanto se basta la forza di volontà, non d’ordine incitanti alla “forza di volontà” foriera di guarigioni ci sono problemi. Sono capace di smettere quando voglio!”. miracolose o, peggio, costringerli nelle Comunità astinenti da Questa sarà la risposta, ne vale la pena? Non è meglio informafarmaci per “ritrovare il posto nella Società civile” perso con re TUTTI, “ragazzi/e” e medici non aggiornati, sulle ricerche, la malattia. sui protocolli terapeutici, sulle varie possibilità di intervento noltre, vedendo chi sono i vari personaggi, politici e medico e sulle conseguenti risultanze epidemiologiche nella non, che sostengono a spada tratta questo progetto popolazione TD curata in scienza e coscienza con il mantenigovernativo (Fini, Moratti, Gasparri, Costanzo e tanti mento metadonico, a fronte dei percorsi “drug – free”, altri), non si può non accorgersi che fanno TUTTI anch’essi con le risultanti epidemiologiche. Il fatto grave è che, parte della ormai famosa lobby di San Patrignano, è assai non si sa come e perché, non ci siano dati certi. Nelle TV i vari facile trarre le conclusioni senza per questo essere dei geni Don Gelmini di turno affermano di “guarire” 600 TD all’anno investigativi. per Natale, con relativa festa ripresa in diretta TV, con i soliti Anni fa si poteva addebitare a molti proibizionisti o fondatori politici noti in passerella mediatica, lodanti le virtù del miracodi Comunità astinenziali (in prevalenza preti), che sostenevalo comunità. Come mai nessun programma televisivo informa no quell’approccio antiscientifico del percorso esclusivo allo stesso modo i numeri dei “600 giovani e forti” dopo qual“drug – free”, il fatto operavano quasi certamente “in buona che mese e/o anno di distanza dal “miracolo”, forse perché, fede”. Insomma: ci credevano, e se anche su un centinaio di tranne rarissime eccezioni, TUTTI ricadono TD, tre o quattro ce la facevano a smettere (non si sa per nell’abuso di droga e RIENquanto tempo, però….), voleva dire che anche gli altri 96 – id i z TRANO IN COMUNITA’. z 97 avrebbero dovuto farcela in quel modo. a g cui dei ra ente, in t Questo non per una sola volo Si è andati avanti così p s TV uno i, finalm e a ta; ci sono molti casi, da noi a lu ll e a ” a per decenni, producene d r n e in o è dar smett registrati, che praticano Mandare do migliaia di sico di “ ce la posso fare”, O. s o t o ic m questo penoso andirivieni, “profughi” con alle cono all’a e: “con la volontà IO PERICOLOS GG dic A e definito “meccanismo della S e spalle anche decine di S c E is p M a c UN a d r a u porta girevole”, per 5, 6, 8 e ang “percorsi” in Comunità chi lo cora molte più volte: sarebbero questi i “guariti”? astinenziali, quando anPurtroppo sono solo “reduci” veri e propri e, aggiungo, malati dava bene, e decine di morti cronici di TD. A forza di sentirsi dire che il metadone è una per overdose quando andava male: una ricaduta droga, è il “diavolo”, preferiscono rimanere TD a vita con ripenell’uso di eroina dopo un lungo periodo di astinenza ha un tute ricadute, che curarsi una malattia cronica e recidivante, rischio elevatissimo di overdose mortale. A questo punto baingerendo, una volta al dì, la dose necessaria al loro grado di sta, la “buona fede” stava e sta ancora producendo danni irremalattia, per ritornare a vivere una vita NORMALE dal punto parabili. Tutti quegli interventi a bassa soglia, di riduzione di vista della salute, di più, stando bene si riesce anche ad avere del danno e di accesso alle cure farmacologiche di mantenila voglia di ricominciare un lavoro, crearsi una famiglia, per chi mento che, per fortuna, sono portati avanti in diverse realtà e lo desideri, basta non aver paura di curarsi. in diversi Ser.T, purtroppo non ancora in misura ed in qualità Per queste ragioni, tra l’altro, riteniamo che l’azione di Goversufficientemente adeguata ai bisogni del Paese, stanno dimono che va delineandosi, sulle politiche riguardanti la droga, SIA strando, con risultati eccellenti, la bontà (e la semplicità, per ESTREMAMENTE PERIpersone che abbiano un minimo di cultura medica) COLOSA E RIMANDA INdell’approccio medico e farmacologico integrato con un perDIETRO DI ANNI I RISULcorso di counseling individuale, per la cura della TD. Il fatto TATI GIA’ RAGGIUNTI è che tutto ciò può essere eseguito e dare dei risultati positivi CON L’ACCESSO ALLE ai TD in cura anche senza “rinchiuderli” in strutture residenCURE, anche se purtroppo ziali le quali, per la maggior parte, senza donazioni e sopratlimitati. Non si può andare tutto senza “rette” delle ASL, cioè soldi pubblici, non potrebcontro l’evidenza medico – bero andare avanti. Anche questa volta, di fronte al programscientifica dei fatti solo per ma di questo Governo nell’incrementare tali strutture e mettefavorire lobbies ed amici re da parte la ricerca e la pratica medico – scientifica nella “bisognosi” di rette e di fiTD, si deve e si può ancora parlare di “BUONA FEDE” ? nanziamenti, con la scusa Sono profondamente convinto che, dopo tutti i fallimenti di della lotta alla droga. qui abbiamo parlato fino ad ora, il riproporre pari pari questo approccio e questa “ideologia” alla cosiddetta “lotta alla droDaniele Baldi ga” con enfasi e risorse non trascurabili, sia solo PROPA(Continua da pagina 1) I URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.2 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 Riportiamo fedelmente dal numero del 19/12/2001 del Messaggero Veneto. U Una vicenda miserabile successa nella città di Udine: na sera il maresciallo Patafi ci ha detto: “Vi faccio una sorpresa”. Ci ha portati fuori della caserma dei carabinieri in via della Valle ed è uscito con della cocaina. Poi siamo andati a casa nostra e l’abbiamo tirata insieme». Comincia così l’articolo del Messaggero Veneto nella cronaca cittadina su una vicenda che vede coinvolto un maresciallo dei carabinieri tossicodipendente cocainomane e i due delatori di turno.La miseria di questa storia tra normalità e clamore di una sottocronaca provinciale, indicativa di una prassi per lo meno disinvolta, per non dire incauta da parte dei sottufficiali Udinesi da l’occasione per rappresentare una prassi ormai consolidata ,rendente idea di come il potere assoggetta se stesso all’ignoranza trasversale del culto furbesco del” chi frega per primo è un figo”.La storia per se stessa è una delle tante, e ,sostanze a parte, la normalità con cui vengono gestiti ed indotti a delinquere personaggi la cui facoltà di esprimere una qualsiasi forma di principio , giustizia , onestà , non venga nemmeno lontanamente percepita . Sullo stesso piano vittime e carnefici, ammesso che si possa distinguere gli uni dagli altri, da una parte abbiamo il delatore che sfreccia sulla sua harley gialla , fa la bella vita, e vuole continuarla a fare , e dall’altra abbiamo il marasca che oltre alla bella vita vuol fare carriera, e che magari gli sta stretta la sua paga di servo e servitore dello stato.Senz’altro è doveroso dire che il processo è nella sua fase dibattimentale e che o gli uni o gli altri finiranno per avere una ragione prevalente , in ogni caso lo scontro sarà tra titani , ovvero: polizia contro CC e da questo punto di vista per lo meno chi scrive può documentare apertamente le proprie fonti de dovesse servire . Il caso nasce nel febbraio ’ 99, quando Cuomo e la sua ragazza subiscono una perquisizione da parte dei carabinieri interessati in seguito a una denuncia per truffa che vedrebbe l ’ uomo protagonista. La sera del 25 febbraio la coppia e un altro amico si recano a Padova dove acquistano 20 grammi di cocaina e ne ricevono altri 5. Una volta entrati in casa scatta il blitz dell ’ A rma, ma a un certo punto nell ’ abitazione arrivano Patafi e un collega.Secondo l ’ accusa, il maresciallo si apparta con la donna e la invita a consegnargli i 20 grammi, con la promessa che glieli avrebbe restituiti. E infatti i colleghi Cc procedono soltanto al sequestro dei 5 grammi prima gettati via e poi consegnati da Cuomo, senza arrestare nessuno. Il giorno dopo sono gli agenti della sezione Antidroga della Squadra mobile di Udine a ricevere la confidenza della coppia. Da lì parte il procedimento nei confronti di Patafi.” Il giornale Friulano riporta anche del coinvolgimento del diretto superiore del Patafi che si sarebbe fatto consegnare regali dal collaboratore di giustizia. Queste voci trovano un forte riscontro anche sul terreno metropolitano e in precedenti vicende che coinvolgono sempre il superiore Corona. La sconcertante normalità degli eventi e dei personaggi che operano nel settore , l’inadeguata formazione intellettuale ed intellettiva di soggetti che hanno il potere di vita e di morte su persone deboli o ricattabili, e, per le peggiori conseguenze, nei confronti di coloro che anche da tossicodipendenti conservano la propria dignità , non può che gettare il dubbio di quanto il sistema proibizionista renda ridicolo ed iniquo il nostro comparto giuridico per questioni che verrebbero risolte in modo soddisfacente dal parroco del paese senza recare danni , spegnere speranze e giovani vite nel nome di una legge ottusa , incongruente, ed inutile.Di fronte a vicende come questa, che mettono a nudo le contraddizioni di una civiltà che si dice civile , e che, ci riporta nell’era della sacra inquisizione. Purtroppo, fino al proseguire di tali fenomeni non ci resta che aspettare che le teste cadano , mostrando a tutti il sangue marcio di costoro. E’ possibile trovare l’originale dell’articolo alla URL: http://www.toolsantipro.it/articoli/articoli.asp?n=153 URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.3 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 Non si può Ecco cosa “esce” dal convegno di proibire il Piacere. san patrigno - RAINBOW Da “la Repubblica” San Patrignano, il ministro della Salute boccia la proposta dell'antinarcotici Onu di fare analisi agli studenti Test antidroga nelle scuole? Sirchia: "Non è questa la strada" Moratti: "Controlli utili, ma aspettiamo verifiche". I Verdi: "Facciamoli nei ministeri" san patrignano - Test antidroga nelle scuole? A molti non è piaciuta la proposta fatta ieri da Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell'Ufficio Anti-narcotici e crimine delle Nazioni Unite, di fare test volontari nelle scuole per verificare se i ragazzi fanno uso di droghe. Dal ministro della Salute Giralamo Sirchia è arrivata una severa bocciatura, da quello dell'Istruzione Letizia Moratti un più cauto "ci pronunceremo quando ne sapremo di più", dai Verdi una polemica obiezione: "I test facciamoli prima nei ministeri". Ma vediamo qual è l'idea lanciata ieri durante il Meeting internazionale in corso a San Patrignano contro le droghe: Costa dopo aver sottolineato che il comportamento dei giovani in fatto di narcotici "non è noto a governi, pedagoghi e famiglie", ha detto che in alcuni Paesi come gli Stati Uniti e recentemente la Francia gli organi legislativi hanno all'esame misure di verifiche delle condizioni della persona adolescente, o quando esposta a situazioni di vita a rischio. test proposti sono volontari e, nel caso di minori, accettati dalle famiglie. Su cosa si basano queste nuove ipotesi di intervento? Su un'analogia con i test etilici per strada, la cosiddetta prova del 'palloncino' insomma, che le società europee hanno ormai accettato come deterrente alla guida in condizioni di ebrezza. "Ci si chiede sempre più insistentemente perché test analoghi - ha osservato Costa - non si possano somministrare agli adolescenti nelle scuole, dove la droga domina. In certi paesi, dove queste misure sono anche in considerazione, si ritiene che la stessa batteria di test possa essere invocata per coloro che svolgono attività che pongono a rischio l'incolumità altrui, per esempio gli autisti. Verifiche analoghe si fanno di routine per i militari di leva e gli agenti di polizia". Costa ha lanciato la sua idea sottolineando in ogni caso che "il test proposto non è adeguato di per sé a garantire un'azione preventiva di successo. Sarebbe necessario integrarlo con altre iniziative da definirsi". "Non credo che questa sia la strada da percorrere anche perché ci sarebbero problemi di accettabilità e difficoltà organizzative". Liquida così l'idea di Costa il ministro della Salute che ha partecipato oggi, insieme al collega Pietro Lunardi, all'ultima giornata del Meeting di San Patrignano. "La strada - ha sostenuto Sirchia - è quella di usare le scuole per spiegare bene ai ragazzi i pericoli della dipendenza. I termini reali del problema consistono nel fatto che dipendere da qualcosa che può essere la droga, l'alcool, il tabacco oppure il gioco o a volte anche il cibo, è un meccanismo patologico che va combattuto. Questo è il messaggio che credo si debba dare nelle scuole".Più cauta la risposta del ministro dell'Istruzione che ha detto che "i controlli possono essere utili, però non li abbiamo studiati e non intendiamo pronunciarci prima di avere studiato il problema e verificando anche altre esperienze". "Il governo, noi - ha continuato Moratti - riteniamo che la funzione primaria della scuola sia quella educatrice e che tutto ruoti attorno a questa missione che, tra l'altro, deve rafforzarsi".Un 'no' senza appello è quello lanciato dal senatore dei Verdi Fiorello Cortiana secondo il quale la proposta di Costa serve "solo a tentare di reprimere, senza nessuna proposta di prevenzione". Piuttosto, ha rilanciato polemico Cortiana, "prima che nelle scuole, il test andrebbe fatto in certi ministeri. Le nostre scuole sono luoghi di educazione e crescita, dove costruire percorsi di formazione: non possono essere un'anticamera carceraria fatta di paura e controllo; serve invece un nuovo progetto educativo condiviso, nel quale gli studenti siano protagonisti. Troppo spesso assistiamo impotenti ai suicidi di ragazzi troppo deboli, magari proprio per un brutto voto. Proposte come quelle di Costa servono solo ad aumentare l'emarginazione dei ragazzi che fanno uso di sostanze, non certo all'integrazione e ad aiutare chi della droga è una vittima". I presso il nostro sito ci sono testimonianze sui reduci da san patrignano http://www.sims.it/DDT/ddt.htm URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm D a millenni, per quello che ci è dato sapere dai libri, da scritture, da “iscrizioni” e/o da “incisioni figurative” ; da centinaia di migliaia di anni, per quello che si può dedurre, l’uomo ha sempre ricercato il Piacere, vuoi che sia naturalmente, vuoi che sia con erbe infusi, fermentazioni, etc. Alcuni studiosi, come C.G. Jung, hanno affermato che tutte le emozioni più forti, intime, profonde come il piacere, si possono ricercare nell’ “incosciente (inconscio) collettivo” che, ha spiegato, dovrebbe essere una sorta di grembo ancestrale dove risiede, in ognuno di noi, il ricordo, la “memoria emotiva collettiva” del genere umano. Il famoso S. Freud addirittura riconosceva nella ricerca del piacere, inteso come “libido”, il motore di ogni azione umana e, una volta che una persona non riesce a soddisfare il suo bisogno di piacere (libido), lo cerca, sublimandolo, in alte forme che, a volte, sfociano in vere e proprie patologie psichiche e/o psicotiche ma, se indirizzato bene, può portare benissimo una persona ad un equilibrio emotivo stabile e salutare. Queste due “teorie” sono le maggiori, forse le più importanti, chiavi di lettura della Psichiatria e Psicologia; ma ce ne sono molte altre, e tutte sono conc or di, anche se non “sull’origine prima”, nell’affermare che la ricerca del piacere è una delle funzioni vitali più importanti del comportamento umano.Ci sono – ahimè - persone che nascono “sotto una cattiva stella”, come si usava dire, e ricercano il Piacere nelle sostanze psicotrope. Adesso, con il progresso della scienza, la “cattiva stella” può essere paragonata ad un aspetto, ad un’eredità di tipo “genetico” della persona in questione. Sempre attraverso il progresso scientifico e la ricerca siamo arrivati a (Continua a pagina 5) Pag.4 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 (Continua da pagina 4) mettere in discussione una delle cose su cui non si discuteva, una sorta di Dogma: il fatto che la Mente sia un’entità a parte dal corpo, che vi sia il corpo e il pensiero, come una sorta di anima e/o non meglio identificata “zona franca”, nella quale il corpo è “altro”, anzi, nelle teorie più dogmatiche, il corpo è “basso” e la mente è “alta e altra”. Attraverso sofisticati strumenti elettronici, come la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET- Posithron emission Tomographie), si è arrivati a “fotografare le sensazioni”. Ci sono foto eseguite con il sistema PET che fanno vedere il luogo e l’intensità di una droga e/o farmaco, dopo la loro introduzione in un soggetto, nella corteccia cerebrale, altre, per confronto, in assenza di essi ; anche dei profani, come il sottoscritto, possono “vedere” la differenza. Qualcuno potrà obiettare affermando che se anche si modifica la chimica del cervello è a causa di un “input” dato dalla mente, insinuando il legittimo dubbio che sia essa il “motore” di tutti i processi chimici. Purtroppo (per quest’ultimi) la realtà e l’evidenza della ricerca scientifica hanno dimostrato che per alcune sostanze “naturali” (cioè, gia presenti nell’organismo)come le endorfine, prodotte da neurotrasmettitori siti nella parte più antica del cervello – l’amigdala-, cessano o diminuiscono di molto la loro attività una volta sostituiti da sostanze simili: gli oppioidi come l’eroina-morfina. Dopo, il famoso “input” della mente non funziona più; si instaura la TD, ovvero una malattia che, avendo modificato il funzionamento chimico del cervello, abbisogna di cure atte a ristabilire quell’equilibrio naturale di endorfine non più prodotte in sufficiente quantità dall’organismo. Per fortuna esiste il metadone, il quale assolve bene a questo compito e, se una persona TD è ben curata con esso, permette di ristabilire l’equilibrio perduto. A questo punto spunta un problema, quello del Piacere, che abbiamo detto all’inizio e una domanda viene da farsi: come può una persona ex TD in mantenimento metadonico avere il “diritto al Piacere”? Non corre il rischio di sballare l’equilibrio raggiunto senz’altro con fatica? Mi sento di affermare che si, anche una persona così può e deve avere il diritto al Piacere, perché il Piacere non è un’esclusiva delle sostanze psicotrope: il nostro cervello ha, nella sua struttura chimico-biologica, tutte le droghe presenti anche in natura, come si è visto con l’endorfine. Il problema più grande è un altro: la ricerca del Piacere, per le persone in mantenimento, non si deve confondere con l’appetizione compulsiva, con il “craving”.Quando qualcuno, in mantenimento metadonico, vuole andare ad una festa, ad un rave – party, o semplicemente passare una serata “piacevole”, non deve, per forza, procurarsi “accessori” di cui “prima” non poteva fare a meno, come una canna, un po’ di coca o una bottiglia di vino. La musica, ad esempio, fin dai tempi antichissimi, attraverso il ritmo dei tamburi, è associata quasi sempre al ballo ed il ballo, se accompagnato da un ritmo e una musica piacevoli, ha la capacità di modificare lo stato di coscienza degli individui; in alcuni casi ha la proprietà di rilasciare endorfine endogene e sostanze simili alla cannabis.In alcune tribù dell’Africa i famosi “stregoni” utilizzano il ballo in maniera così intensa da andare in “trance”. In molte specie animali, compreso l’Uomo, il ballo è anche una forma di linguaggio del corpo con molti significati: l’appartenenza ad un gruppo – branco, il ruolo all’interno di esso e, in modo particolare, una forma reciproca di corteggiamento tra il maschio e la femmina. C’è poi la conversazione che, se usata tra persone empatiche e/o simpatiche tra loro, può apportare piacere, ilarità, riflessione, meditazione e tante altre cose che si ritenevano esclusivamente raggiungibili con l’utilizzo delle droghe; è vero, ma a tutto c’è un prezzo e il prezzo da pagare nell’abusare droghe è quello di essere così generosi con se stessi da contrarre una malattia cronica come la TD. Per concludere, la domanda- affermazione che ci siamo posti all’inizio era la seguente: è possibile proibire il piacere? Certo che no e anche dal punto di vista medico, per una persona che si cura con metadone può e SI DEVE divertire, perché il Piacere è una cosa necessaria e indispensabile per la vita di noi tutti. Daniele Baldi S ul New York Times del 18 Ottobre è stata data la notizia che il 17 la figlia del governatore della Florida Jeb Bush, nipote del presidente degli USA, è stata condannata a 10 giorni di carcere per avere disatteso un'ordinanza del tribunale relativa al programma obbligatorio da seguire per evitare il processo per reati di droga. Noelle, Bush, 25 anni, alla quale va tutta la nostra comprensione e simpatia, era stata rinviata a giudizio soltanto per avere cercato di ottenere dello Xanax senza ricetta. Ma durante il programma nella comunità, nelle sue scarpe hanno trovato del crack (cocaina freebase) e per questo s'è beccata 10 giorni. Il Governatore, dice, e sua moglie Columba, sono costernati e pregano ogni giorno perché la loro figlia possa finalmente conoscere una vita senza l'orrore dell'abuso di sostanze. Il giorno dopo (19) il N.T. pubblica una breve nota all'editore di certo CHARLES J. THOMAS, North Hollywood, Calif., che dichiara di non aver piacere che Noelle sia costretta alla prigione, ma poi aggiunge che migliaia di altri, poveri, giovani, figli delle minoranze stanno in galera anni ed anni, e non giorni, per la stessa identica ragione. E si domanda come mai? Riporto il caso perché la stessa domanda se la pongono i nostri giovani in cura, costretti a lunghi programmi in prefettura, al rilascio settimanale delle urine, all'analisi del capello, ad avere a che fare con gli assistenti sociali per anni, mentre invece Micciché, segretario di stato, colto in un giro di cocaina e dopo avere ammesso di averla usata (in passato, lui dice), non viene sottoposto ad un programma presso la prefettura, non rilascia le urine, non fa l'analisi del capello, e continua indisturbato la sua attività di membro autorevole del nostro governo. R. Nardini URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.5 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 La giornata mondiale contro le droghe Il carcere fa male. Diciamogli di smettere Da “Il Manifesto”del 28/12/2001 L'irresistibile ascesa dei Muccioli Nata nel '78 la comunità di San Patrignano è cresciuta all'insegna del recupero dei Da “FUORILUOGO” tossicodipendenti "con ogni mezzo" hi si fa, si disfa, recitano alcuni manifesti per la Giornata delle NaG.R.B. C zioni Unite contro le droghe. Giornata che già dal titolo (International Day against Drug Abuse and Illicit Drug Trafficking) dichiara trasparentemente le intenzioni e il taglio: mettere sullo stesso piano chi consuma e chi traffica le sostanze stupefacenti. Bisogna riconoscere che, specie in Italia e grazie alla legge vigente, ci si riesce benissimo: sono infatti i consumatori a essere maggiormente penalizzati e a finire in galera. Circa un detenuto su tre (vale a dire quasi 20.000 persone) è in carcere in violazione della legge sulla droga e, in specifico, dell'art. 73 del Testo Unico; dei circa 15.000 detenuti tossicodipendenti quasi la metà è in carcere esclusivamente per violazione dell'art. 73 e in molti casi del suo 5° comma, che fa riferimento alla lieve entità; l'altra metà, pure tossicodipendente, è invece in carcere per reati diversi, in genere finalizzati a procurarsi i soldi per la sostanza. Nel corso dell™anno, mediamente 13.000 persone tossicodipendenti fanno ingresso in carcere solo per violazione dell'articolo 73 T.U. (quindi non per furto, rapina o altri reati). Diversamente, per i profili di maggior gravità, per il vero narcotraffico (art. 74 T.U., vale a dire l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga) in carcere vi sono circa 3.000 persone. Insomma, i dati ci dicono che la legge sa essere molto severa con i più deboli, ficcando in galera per lo più i consumatori. Al solito, sembrerebbe che in Italia le politiche si facciano sulla base della propaganda, come appare dalle dichiarazioni del Commissario straordinario del governo per il Coordinamento delle politiche antidroga, prefetto Soggiu, anziché sui dati e sui fatti. Una galera, gonfia oramai all'inverosimile e la cui bulimia appunto deriva in buona parte dalla legge sulle droghe, che disfa ben più delle proprietà intrinseche delle sostanze proibite e che, in proporzione, uccide di più, essendo tossicodipendenti o arrestati per droga molti dei 70 suicidi avvenuti nel 2001 dietro le sbarre (+40% negli ultimi due anni!). Allora, non è forse casuale che, in Italia, la Giornata del 27 giugno si tenga presso la Scuola di perfezionamento della Polizia. Di tutto si può accusare questo governo e la sua politica sulle droghe, tranne che di essere ipocrita. Del resto, di fronte alla più volte dichiarata volontà di costruire nuove carceri (a questo proposito, in assoluta continuità con precedente esecutivo di centrosinistra) per la modica spesa di 500 milioni di euro, evidentemente ci si sta già premurando di procurare i nuovi ospiti per riempirle, accentuando la già drammatica criminalizzazione e penalizzazione dei consumatori di droghe. E in particolare di cannabis: secondo gli stessi dati ministeriali, le persone deferite nel 1999 all'autorità giudiziaria per cannabis sono state 15.375, di cui 9.053 con provvedimento restrittivo; quelle per eroina, rispettivamente 9.927 e 8.463; quelle per cocaina 7.828 e 6.362. In questa direzione vanno le ripetute (spesso disinformate) dichiarazioni del prefetto Soggiu e dei numerosi ministri che saranno alla Scuola di Polizia a proporre cure coatte, reintroduzione della famigerata œdose media giornaliera (già bocciata da un referendum popolare nel 1993), meno metadone e più carcere magari privatizzato e cogestito con comunità terapeutiche compiacenti. A queste proposte e allo slogan dei manifesti, se ne avessero la possibilità, migliaia di detenuti vorrebbero replicare con un altro: Chi ti incarcera ti disfa e ti rovina: digli di smettere. Diversamente, a quanto pare, questo governo, di fronte all'evidente e drammatico fallimento delle politiche repressive, preferisce diabolicamente reiterare l'errore. Sergio Segio L a "prima pietra" della futura comunità di recupero per tossicodipendenti più grande d'Europa fu posta nel 1978, quando il fondatore Vincenzo Muccioli accolse i primi ragazzi in fuga dall'eroina in una casa di proprietà della sua famiglia sulle colline di Rimini. Un tipo in gamba, Vincenzo Muccioli. Con il suo carisma, il suo talento imprenditoriale e le sue idee chiare ci mise poco a diventare il massimo rappresentante in Italia della guerra alla droga. Giancarlo Arnao descrisse così i fondamenti del Muccioli-pensiero: "L'ideologia di base di San Patrignano è che tutti i consumatori di droghe diventano tossicodipendenti e che tutti i tossicodipendenti muoiono. Le persone che vanno a San Patrignano sono 'salvate dalla morte'; pertanto, ogni mezzo è lecito per liberarle dalla droga". Che l'espressione "ogni mezzo" andasse presa piuttosto alla lettera fu chiaro abbastanza presto. I primi incidenti rivelatori si verificarono già nei primi anni di esistenza della comunità e culminarono con un processo, nel 1984, nel quale Muccioli era accusato di avere usato delle catene per "aiutare" alcuni "ospiti" a fronteggiare le crisi di astinenza. Lui ribatteva, attaccando, che "quando ci vuole ci vuole" e con questo argomento convinse buona parte dei mass-media e anche di più l'opinione pubblica. Così, anziché ricevere una sanzione in base alle leggi vigenti, i metodi rudi di Muccioli diventarono popolari. Nel frattempo, San Patrignano cresceva a vista d'occhio. Gli ospiti della comunità erano 200 nel 1982 e diventeranno 1.600 nel 1993. Intorno a loro e grazie a loro cresceva di pari passo il volume d'affari aziendale, perché parte integrante del percorso di recupero era ed è il lavoro. Per finanziare il suo progetto di redenzione, Muccioli avviava un'attività economica dopo l'altra (dall'artigianato all'allevamento di cavalli e cani di razza alla produzione vinicola), mettendo a frutto i suoi innegabili successi di operatore privato anche per polemizzare con l'assistenzialismo inefficiente e permissivo offerto ai tossicodipendenti dai servizi pubblici. Il modello San-Patrignano, nemico giurato del metadone, della legalizzazione della cannabis e di qualunque altro compromesso con la realtà contemporanea, diventò a poco a poco, nella mente di Muccioli e dei suoi estimatori, la sola ricetta valida per risolvere il problema della tossicodipendenza. Va da sé che a questo punto il terreno su cui lottare era quello politico. Muccioli non si tirò (Continua a pagina 7) URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.6 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 (Continua da pagina 6) indietro e nel corso degli anni '80 consolidò importanti legami in questo campo. Il più importante di tutti, almeno dal punto di vista delle conseguenze, fu quello con il leader del Psi Bettino Craxi. Fu Craxi a volere la legge che nel 1990 reintrodusse la punibilità del semplice consumo di droghe e fu Muccioli che lo ispirò e lo sostenne strenuamente, salendo con questo all'apice del successo. La filosofia su cui si fondava l'intervento del governo in materia di droghe era ormai sempre più simile alla sua, a cominciare dalla netta preferenza verso il recupero dei tossicodipendenti in strutture chiuse anziché attraverso percorsi meno separati dal resto del mondo. Nel 1993, però, il modello-San Patrignano si trovò di fronte a una vicenda che rischiava di mandarlo in pezzi. Si riaprì infatti il caso della morte di Roberto Maranzano, un ospite della comunità trovato morto in circostanze mai chiarite nel 1989. Quattro anni dopo si scoprì, grazie alle rivelazioni di alcuni giovani, che Maranzano era stato ucciso all'interno della comunità a causa di una "punizione" troppo pesante, che il suo corpo era stato trasportato da Rimini a Napoli su un'auto della comunità e là abbandonato per sviare i sospetti. Si scoprì poi anche che Muccioli era al corrente della cosa e che non aveva denunciato i responsabili. Questo comportamento gli costò, con la sentenza di primo grado del 20 novembre 1994, una condanna a otto mesi (pena sospesa) per favoreggiamento personale. Qualcuno disse che se l'era cavata con poco, ma Muccioli parlò di persecuzione ai suoi danni. Anche da questo pasticcio, però, la comunità uscì senza troppe ammaccature. Tutto era già dimenticato quando Muccioli morì di malattia il 20 settembre 1995. L'opera del fondatore si è dimostrata così solida da consentire a suo figlio Andrea di prendere le redini e seguire le orme paterne. Dopo un relativo Purgatorio, coinciso con il governo del centrosinistra, la stella di San Patrignano e tornata a splendere oggi più brillante di prima. D urante i ruggenti anni '30 le sigarette Camel, prodotte dal gruppo Reynolds, usarono come pubblicità delle storie a fumetti basate sui personaggi più popolari e avventurosi dell'epoca. In una pagina venivano raccontate le imprese di attori, esploratori, avventurieri, sportivi, insomma tutte persone per cui era necessaria un'ottima salute. Negli "spot" i testimonial (tra cui il palombaro Hank Reynolds e l'artista del circo Dorothy Herbert), dopo aver compiuto una grande impresa, si ristorano con una sigaretta Camel, "ottima per distendere i nervi, e per favorire una buona digestione, sempre e dovunque".In effetti in quell'epoca tutte gli studi sul fumo e sulle sue conseguenze non erano ancora stati approfonditi, anzi la tendenza dell'epoca, mossa anche dagli interessi dei produttori di tabacco, era di mostrare la sigaretta come segno distintivo del buono, dell'eroe, del personaggio che emerge dalla massa. È ovvio quindi che Tex, con un bagaglio culturale da cowboy del far west ottocentesco, non abbia verosimilmente remore a dichiararsi soddisfatto e ristorato da una saporita sigaretta o da un corroborante bicchierino. Ammesso e non concesso poi che Tex fornisca un esempio negativo, andrebbe questo ricercato nella sua abitudine a sforacchiare i cattivi con le sue infallibili pistole, cosa che potrebbe portare ad una pericolosa ondata di nuovi vigilantes tra i lettori della Bonelli. Ma i nemici visibili della salute, quelli che ostentano i loro vizi, Braccio di Ferro: gli spinaci chiaramante sono i meno pericolosi. I più subdoli sono quelli che celano il messaggio "fattonico" con estrema maenon fanno quell'effetto, stria. Se c'è una cosa a cui nessuna generazione di bambini si è potuta sottrarre, dai primi decenni del quindi si tratta di qualsecolo, sono i cartoni animati di Walt Disney. Numerosi film d'animazione hanno al loro interno inviti che altra erba. Gli all'uso di sostanze che alterano la mente. In Biancaneve e i sette nani la stregha usa un filtro magico per mutare d'aspetto, e poi una mela drogata per stordire in maniera definitiva Biancaneve. Non sappiamo se sbalzi di umore di Poè per omaggio a questa scena che ancora oggi c'è l'uso per gli accannati piu naif di aromatizzare le fumate peye sono chiaramente dovuti all'astinenza. di cannabis usufruendo come calumet di una mela scavata. In Dumbo, l'elefantino si ubriaca, producendosi in visioni psichedeliche di pachidermi rosa che si contorcono, in un piacevole ed invitante balletto.Alice nel Paese della Meraviglie ci offre drogati biscottini da the (the con quali erbe non ci è poi dato da sapere, visti gli effetti sul cappellaio matto e la sua coorte), un mistico bruco che pippa da un narghile e spinge la bimba a far uso di funghi per mutare il suo stato. Non apparso nei cartoni, e limitato ai fumetti, c'è un filone psichedelico nelle storie dei Paperi di Carl Barks, che infila riferimenti a bizzeffe alla cultura del "viaggio della mente". Spostandoci in terra di Francia, un altro "fattone" d'annata è Asterix. Sempre tristemente d'attualità, come ci dicono le cronache sportive di questi giorni, il piccolo gallo è il dopato per eccellenza, insieme agli abitanti del suo villaggio. Fa uso di una pozione che senza allenamento o sforzo alcuno dona una forza ed un'energia incredibile, con effetti da dipendenza irreversibili, come testimonia Obelix, che ne ha avuto un' overdose da bambino. Doping dipendentte è chiaramente Braccio di Ferro, che usa un'erba speciale per potenziare il suo fisico sghembo.Arrivando agli anni '70, tornando in casa Disney, bisogna ricordare il compianto Super-Pippo (un nome, un destino), probabilmente scomparso dalle pagine dei fumetti per la sua prematura morte dovuta al cancro da radiazioni provocato dall'abuso di noccioline radiottaSuper-Pippo: mangia noc- ve. Anche Super-Pippo era un dopato, con gravi effetti per la sua mente. Andrea Pazienza confermò cioline modificate radiotta- questa teoria con la spendida storia "Perché Pippo sembra uno sballato".Quel decennio rese mito anvamente. Probabilmente che il grande Superciuk, avversario del gruppo TNT, creato da Max Bunker e Magnus. Il super beone non si vede piu' in giro era uno spazzino fallito che rubava ai poveri, brutti, sporchi e maledetti dalla sorte, per donare ai ricperche' morto di cancro. chi, belli e baciati dalla fortuna. La sua fiatata alcolica si alimentava con fiaschi di vino rosso anche inacidito. Su sostanze più pesanti basano le loro avventure i Puffi. Gargamella e il Grande Puffo fanno a gara per inventare polverine bianche che tirino su il morale degli omini blu. In altri territori, negli anime giapponesi, la greca Pollon fa sniffare la stessa sostanza a tutte le persone depresse, in dosi massiccie. Sempre dal passato emergono Scooby Doo ed il suo amico Shaggy. Se Lombroso aveva ragione, l'aspetto di Shaggy è una prova del suo abuso di droghe, visto il suo aspetto trasandato, la barbetta mal rasata, i capelli (Continua a pagina 8) URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.7 Difesa per i Diritti dei Tossicodipendenti - anno IV - ottobre - novembre 2002 (Continua da pagina 7) spettinati, look che verrà poi ripreso dal cantante maledetto Kurt Kobain. Shaggy è l'unico nel cartone che sente parlare il cane Scooby Doo. Sospetti su Wilma e Fred degli Antenati: mentre tutti gli altri protagonisti hanno occhi grandi e ben distinti, i due hanno solo due piccole pupille puntinate, sintomo fisico dello stordimento da cannabis. Continuando a fare congetture, anche l'avventura della Pimpa con i funghi desta sospetti se vista con un occhio "fattonico". Il cerchio si chiude con Superman: in un recente numero della serie di Hitman, Nembo Kid sollecita, anche se con poca convinzione, il protagonista a smettere di fumare, potendo lui vedere i suoi polmoni catramizzati con la vista a raggi X. Ma contemporanemante, nel primo numero della miniserie Generations, ambientato alla fine degli anni '30, una disinvolta Lois Lane lancia un messaggio positivo nei confronti della sigaretta, affermando che è coadiuvante del pasto ed è indispensabile per una buona salute. Certo, due numeri dopo sarà sul punto di morire per cancro ai polmoni, ma questa è un'altra storia. Come la Lettera Nascosta di Edgar Allan Poe, più il fattone è in evidenza e più viene ignorato. È dagli anni '30 che siamo irradiati da messaggi "fattonici" e gli anni '70 hanno avuto una concentrazione senza pari. Ci si preoccupa dei giovani d'oggi, ma i ragazzini di vent'anni fa, i telespettatori di oggi, come sono mutati grazie a queste manipolazioni mentali? Quali pericolosi processi mentali circolano nelle sinapsi dei golemaniaci, vittime ignare della Tv dei Ragazzi? L’articolo completo lo trovi c/o questo sito: http://www.funnyfans.it/cartoni.html C UN PO’ DI BUON SENSO io' che realmente spaventa in questa ultima incursione della politica nel campo della tossicodipendenza e che nessuno, fra le varie opinioni che appaiono sui media, sembra voler considerare che la comunità scientifica ha definito la tossicodipendenza una malattia, e lo ha fatto per quello che risulta dalle osservazioni cliniche di oltre mezzo secolo. E cioe', una malattia cronica ad andamento recidivante. In particolare, si e' osservato che e' proprio la recidiva che e' responsabile della cronicizzazione di questa patologia. Ovvero, le continue ricadute dopo periodi più o meno lunghi di astinenza proiettano la malattia nel tempo. I tossicodipendenti, quasi tutti quelli che, sebbene motivati, imboccano con entusiasmo e tanta speranza le vie astinenzialiste, finiscono quasi sempre, loro malgrado, in questo drammatico carosello definito "la porta girevole". Scorretto e', da parte di molti guaritori integralisti, mostrare come "guariti", soggetti che in realtà si trovano soltanto in una fase positiva di questa ingannevole porta che gira. Cioe', fra una recidiva e l'altra. Che la tossicodipendenza sia una malattia non vi sono dubbi. Oggi, che disponiamo della possibilità della diagnostica per immagini, siamo in grado di rilevare e addirittura di fotografare la differenza fra un cervello normale ed uno affetto da tossicodipendenza. Il problema angoscioso e' che Vincenzo Muccioli, e tantomeno il suo illustre figlio Andrea, non hanno trovato il sistema di guarire questa malattia. E' perfettamente inutile che reclamizzino il loro metodo attraverso i mezzi di larga informazione. Sono molti personaggi variopinti nel nostro ancora più variopinto scenario che spesso offrono alla gente disperata, attraverso la promozione dei media, la soluzione definitiva di tutti i problemi. Ed ogni comunità, non solo quella di Muccioli, e' in grado di esibire decine di soggetti momentaneamente astinenti. Basterebbe fare la conta elementare di quanti di questi soggetti rientrano poi ai Sert ancora bisognosi di cure. La cosa sarebbe facile, ma forse nessuno vuole considerare un dato del genere. San Patrignano fa un lavoro che spesso e' stato discusso e messo in dubbio. Sono i reduci di quella comunità, assai più numerosi dei residenti e sparsi in tutto il paese, che raccontano gli episodi dei quali sono stati protagonisti durante la loro permanenza in quella realtà. Anche questi giovani, a volte anche dopo numerose permanenze in quella comunità, purtroppo, sono ancora bisognosi di cura. A questa gente, però, nessuno offre una possibilità di parlare. Sono reduci senza una voce. Calogero Virzi', addirittura, scrisse un libro sulla vita di San Patrignano, su come Vincenzo Muccioli truccava i dati e su altre questioni assai importanti che, purtroppo, sono finite nel dimeticatoio. Gli atti del processo di Rimini sono sicuramente ignorati dai più, ma stanno ancora la' come pesantissime pietre a descriverci una specie di santone che faceva lavorare gli adepti nella "vigna benedetta" sulla "collina del Signore", l'unico posto che si sarebbe salvato dall'imminente catastrofe. Poco dopo, le forze dell'ordine rinvennero giovani e giovinette rinchiuse in porcili e pollai, trattenuti da catene delle quali si discusse senza addivenire ad una conclusione. Erano, per alcuni, catene benedette che liberavano dalle catene della droga. Il dramma e' che su tali episodi, ed anche su quelli piu' gravi che portarono poi all'omicidio del povero Maranzano, non si avverte nessun accenno critico, nessun ripensamento, nessuna svolta annunciata. A San Patrignano, si dice, oltre a non rispettare i piani regolatori e le norme più elementari dell'ordinamento giuridico, pare che si sia anche al riparo di ogni responsabilità penale. E' una preoccupazione legittima. Non vorremmo che le fantasie punizioniste di alcuni membri dell'attuale governo ci facessero perdere di vista il buon senso e smarrire il senso della giustizia. L'altra questione, e' una questione di libertà. L'Italia e' ancora un paese libero. Ciò significa che chi vuole andare a San Patrignano, od anche a farsi curare dal mago o dallo sciamano, deve avere il diritto di farlo. Purché poi San Patrignano, il mago o lo sciamano non pretendano di impedire a chi vuole farsi curare di rivolgersi al medico, e a quest'ultimo, di assistere coloro che gli si rivolgono utilizzando gli strumenti che la ricerca scientifica mette a disposizione. In questo contesto le aggressioni che Andrea Muccioli ogni giorno non risparmia al metadone la dicono lunga sulle sue intenzioni. Ora, va detto, che il metadone e' tutto fuorché ciò che descrive Andrea Muccioli. E per questo si rinvia alle ricerche scientifiche disponibili ed al parere degli studiosi. Purtroppo i nostri governanti ed i politici in genere, anche quelli che ci governavano prima per la verità, vanno spesso e volentieri a San Patrignano o nelle comunità più reclamizzate, e puntualmente disertano i convegni scientifici laddove si tenta di mettere a punto quanto di meglio si possa offrire ad un tossicodipendente per potersi curare. Hai visto mai che proprio la "casa delle libertà" voglia invece assumere provvedimenti liberticidi contro chi intende curarsi e contro i medici che curano? Il clima lo fa temere, e centinaia di pazienti in cura, insieme ai loro medici, sono in autentico stato di fibrillazione. Roberto Nardini URL:http://www.sims.it/ddt/DDT.htm Pag.8