CS Aviva e Mind The Gap

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CS Aviva e Mind The Gap
GAP PENSIONISTICO E PIL: ITALIA, TRA I MIGLIORI
D’EUROPA
Per assicurarsi uno standard di vita adeguato durante la pensione, gli italiani dovrebbero
risparmiare ogni anno una cifra pari al 6% del PIL 2016
99 miliardi di euro - pari indicativamente al 6% del PIL nazionale - è la cifra che i circa 25 milioni di italiani,
futuri pensionati tra il 2017 e il 2057, dovranno risparmiare annualmente per assicurarsi uno standard di vita
adeguato al termine della vita lavorativa.
È quanto emerge dall’indagine Mind The Gap (2016) di Aviva – assicurazione tra i leader in Europa e
presente in Italia dal 1921 – che ha analizzato il gap dei piani pensionistici europei, con valori espressi in
percentuale sul PIL 2016, per valutarne l’adeguatezza al sostentamento dei cittadini al termine della vita
lavorativa.
Nei prossimi 40 anni, oltre un quarto dei cittadini europei andrà in pensione. Secondo lo studio – che ha
esaminato la situazione europea complessiva, con un focus specifico su Germania, Spagna, Francia,
Irlanda, Lituania, Polonia e Regno Unito – saranno necessari risparmi per 2.000 miliardi di euro l’anno (pari
al 13% del PIL europeo 2016) per colmare il gap previdenziale (nel 2010 il gap era di 1.900 miliardi di euro).
Gap pensionistico annuale espresso come % del
PIL del 2016
20%
15%
17%
11%
13%
10%
13%
14%
13%
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PL
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6%
0%
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Gap pensionistico annuale espresso come % del PIL del 2016. Fonte: Mind the Gap (Aviva, 2016)
TASSO DI SOSTITUZIONE ITALIANO: TRA I PIÙ ALTI MA BEN INFERIORE ALLE RACCOMANDAZIONI OCSE
Il rapporto del gap previdenziale sul PIL italiano (6%) è il più basso tra i Paesi europei analizzati, con uno
scarto di oltre 10 punti percentuali rispetto al più alto, quello della Spagna (17%), verosimilmente in virtù del
sostegno fornito dallo stato. La spesa pubblica italiana per le pensioni, infatti, attualmente ammonta al 15,8%
1
del PIL, a fronte di una media OCSE pari al 7,9% .
Inoltre, nonostante il tasso di sostituzione - reddito da pensione calcolato in percentuale sull’ultimo stipendio
– sia inferiore al 70% suggerito dall’OCSE, l’Italia si colloca tra le prime posizioni della classifica europea
(49%), preceduta solo da Polonia (58%) e Francia (53%).
Per via dei livelli di risparmio inadeguati, tuttavia, i tassi di sostituzione sono destinati a diminuire
ulteriormente; anche in Italia, dove si stima che il tasso si attesterà al 44% nel 2047.
PROPENSIONE AL RISPARMIO, LAVORO OLTRE ETÀ PENSIONABILE E RICORSO ALLA PRIMA CASA
Lo studio è stato affiancato da un’indagine sulla propensione al risparmio, Consumer Attitudes Survey
1
Le pensioni nel 2015, indicatori dell'OCSE e del G20. (OCSE, 2015)
(CAS), che evidenzia come la metà degli europei intervistati tema di non percepire denaro a sufficienza al
momento della pensione, ma solo un terzo stia prendendo provvedimenti.
In Italia, a fronte del 44% che esprime preoccupazione, solo il 35% si sta preparando. Interrogati su come
finanzieranno il proprio pensionamento, gli italiani rispondono con un mix di strategie. Tra le principali: il 33%
utilizzerà la prima casa come fonte di reddito, il 19% ricorrerà alla pensione privata, il 18% sta risparmiando
regolarmente e,il 17% ricorrerà al lavoro oltre l’età pensionabile.
COME COLMARE IL GAP PENSIONISTICO
Viste le somme ingenti, l’azione governativa non potrà colmare il divario, se non unitamente a una maggiore
propensione al risparmio da parte dei cittadini.
Alberto Vacca, CEO Life Entities and Chief Investment Officer di Aviva in Italia ha commentato: “Oggi
più che mai, il gap pensionistico è una questione di primaria importanza non solo per l’Italia, ma per l’Europa
intera. Per risolvere questo problema, è auspicabile che tutti maturino prima possibile la consapevolezza di
dover integrare i propri contributi pensionistici con altre forme di risparmio. I governi e gli operatori di settore
dovranno lavorare insieme per orientare le persone nelle scelte e offrire loro le soluzioni più idonee”.
Lo studio si conclude con un’analisi delle aree di intervento da parte di legislatori, società ed enti
pensionistici che possano incoraggiare il risparmio, favorendo innanzitutto la stabilità dei sistemi
previdenziali nazionali, l’accesso a piani pensionistici integrativi, la formazione in ambito finanziario e
l’informazione ai cittadini sulla propria situazione personale.
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L’Italia ha già avviato diverse misure per colmare il gap, attraverso le riforme pensionistiche del 2007
(maggiori incentivi a stipulare pensioni a contributo volontario; trasferimento automatico della liquidazione
nel fondo pensione) e del 2011 (aumento dell’età pensionabile). Dati di approfondimento sulle simulazioni
degli impatti delle differenti politiche governative sul gap pensionistico italiano e il rapporto completo sono
disponibili a questo link.
METODOLOGIA E CAMPIONE
Mind The Gap
La metodologia utilizzata per quantificare il gap pensionistico si è basata sull'analisi bottom up in Germania, Spagna,
Francia, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia e Regno Unito.
Le informazioni utilizzate per l’analisi si basano su un programma di ricerca condotto da Deloitte. Tutte le specifiche
metodologiche sono consultabili nell’apposita sezione del rapporto.
Consumer Attitudes Survey (CAS)
L’analisi è stata realizzata da Ipsos MORI. Il sondaggio è stato condotto tra giugno 2014 e giugno 2016 sui
consumatori di 17 Paesi, inclusi Regno Unito, Irlanda, Francia, Polonia, Spagna, Italia e Lituania. Tutte le specifiche
metodologiche sono consultabili nell’apposita sezione del rapporto.
Note per i redattori
Chi è Aviva
Con oltre 300 anni di storia, Aviva è il principale Gruppo assicurativo in Gran Bretagna e tra i leader in Europa. In Italia
dal 1921, la Compagnia vanta una capillare presenza sul territorio, grazie alle reti di agenzie plurimandatarie, broker e
promotori finanziari e agli accordi con primari gruppi bancari del panorama italiano. Aviva opera sia nel ramo Vita che
nell’area Danni, offrendo ai propri clienti soluzioni assicurative complete rivolte alla soddisfazione dei bisogni degli
individui, della famiglia e delle imprese.